Domenica 14 Dicembre 2025
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Il 6 giugno 2025, a Palazzo Chigi, la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il Presidente argentino Javier Milei hanno compiuto un passo importante nel rafforzamento delle relazioni bilaterali, adottando il Piano d’Azione Italia‑Argentina 2025‑2030, un documento strategico che mira a intensificare la cooperazione nei settori della politica, sicurezza, economia, cultura, ambiente e spazio.
Durante l’incontro, è stato firmato anche un memorandum d’intesa tra YPF, compagnia petrolifera statale argentina, ed ENI, multinazionale italiana attiva in oltre 60 paesi, per lo sviluppo del progetto “Argentina LNG-Liquefied Natural Gas”, che prevede la produzione, liquefazione e esportazione di gas naturale liquefatto da Vaca Muerta, uno dei principali giacimenti non convenzionali al mondo. YPF ed ENI, collaboreranno per raggiungere una capacità di esportazione fino a 30 milioni di tonnellate annue entro il 2030.
L’intesa rappresenta non solo un’opportunità economica significativa — si stima un potenziale di esportazioni per oltre 100 miliardi di dollari in vent’anni — ma anche un importante segnale politico. Meloni e Milei hanno sottolineato l’impegno congiunto per la pace in Ucraina, il rafforzamento delle relazioni tra l’Unione Europea e il Mercosur e la lotta contro la criminalità organizzata e il traffico di esseri umani.
Questo incontro segna una nuova fase nei rapporti tra Italia e Argentina, due Paesi uniti da storici legami culturali, sociali ed economici. Con questa intesa, si apre un orizzonte di cooperazione solida, strategica e proiettata verso il futuro.
(Contributo editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Il mercato del vino italiano risulta essere ancora il più attrattivo per il consumatore tedesco. Secondo i dati riportati dal Deutsches Weininstitut (DWI), nel 2024 il vino italiano occupava la maggior quota di mercato in Germania con il 18%, seguito da Spagna con il 14% (-1% rispetto all’anno precedente) e dalla Francia con l´11% (+1%). Il mercato tedesco del vino, sempre secondo l’istituto, ha registrato nel 2024 una flessione del 4% in termini di volumi di vendite e del 5 % in termini di fatturato. A soffrire maggiormente sono i produttori locali, registrando un calo del 5% nelle vendite e del 6% nel fatturato, a causa della concorrenza dei prodotti importati, spesso venduti a prezzi più bassi (4,72 €/l contro 3,72 €/l).
In Germania c’è stato un sorpasso dei vini importati rispetto a quelli di produzione autoctona (il 43 % è la quota di mercato dei vini italiani, spagnoli e francesi contro il 41 % di quelli tedeschi).
Abitudini di consumo: Sempre secondo il DIW, il consumo medio pro-capite si attesta a 22,2 litri, con una riduzione del 4% tra il 2024 e il 2023.
Il calo è dovuto al cambiamento delle abitudini dei consumatori tedeschi, sempre più attenti al consumo di alcol, e alla crescita dei prodotti a basso o nullo contenuto alcolico, le cui vendite sono aumentate dell’86%, anche se rappresentano solo l’1,5% del mercato.
Tuttavia, è opportuno segnalare la presenza di due tendenze contrapposte, se da un lato vi è un minore consumo, dall`altro aumenta la propensione dei consumatori verso prodotti di qualità e, soprattutto, sostenibili, con una crescita della domanda di vini biologici.
Target commerciale: Secondo Food Fairs, l´80% degli acquisti è ad opera dei baby boomers (nati tra il 1946 e il 1964) e della Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980). Tuttavia, è da registrarsi una tendenza all’aumento anche tra i Millenials e tra la Generazione Z.
Canali di vendita: A dominare il mercato, secondo il DWI, sono i rivenditori “tradizionali”, il 64% del totale, di cui il 37% sono discounter e il 27% è costituito da negozi specializzati e attività commerciali al dettaglio. L’e-commerce cresce lentamente, con una quota del 13% mentre il 21% delle vendite avviene direttamente tramite le cantine (wineshop fisici e online).
Previsioni future e consigli utili:
Nonostante la contrazione dei consumi registrata nel 2024, la Germania si conferma un mercato strategico per l’export vinicolo italiano. I vini italiani sono i più richiesti tra quelli importati, un segnale positivo per chi vuole avviare o rafforzare la propria presenza nel Paese. Tuttavia, il cambiamento nelle abitudini dei consumatori, ormai più attenti al consumo moderato, alla sostenibilità e ai vini no/low alcohol richiede un adattamento dell’offerta.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italo-tedesca di Monaco di Baviera - ITALCAM)
La Regione del Nord Minas registra una crescita significativa nelle esportazioni e importazioni con l’Italia, distinguendosi come polo strategico per il commercio internazionale
Il Nord dello Stato di Minas Gerais si sta posizionando come un polo strategico nelle relazioni commerciali tra il Brasile e l’Italia, con un’analisi recente che evidenzia l’enorme potenziale di crescita e collaborazione tra le due regioni.
L’economia del Nord di Minas, che comprende settori solidi come agricoltura, industria e servizi, crea un ambiente favorevole agli investimenti internazionali. Grazie a un’infrastruttura efficiente e a politiche di incentivo allo sviluppo, la regione si distingue per la sua capacità di attrarre e sostenere grandi imprese. La vicinanza a importanti centri urbani facilita anche la logistica, garantendo una rapida distribuzione dei prodotti.
Negli ultimi cinque anni, la partecipazione del Nord di Minas sul totale esportato da Minas Gerais verso l’Italia si è mantenuta intorno al 2%. Dal 2022, questa partecipazione è cresciuta gradualmente, raggiungendo il 4% nel primo semestre del 2024, il livello più alto nel periodo analizzato.
Nel 2023, il flusso commerciale (esportazioni e importazioni) tra il Nord di Minas e l’Italia ha raggiunto i 27 milioni di dollari, il miglior risultato degli ultimi sei anni. Le esportazioni hanno totalizzato 19,8 milioni di dollari, una crescita del 67% rispetto al 2022. Nel primo semestre del 2024, le esportazioni hanno raggiunto 16,9 milioni di dollari, con un aumento del 58% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La media di crescita delle esportazioni degli ultimi cinque anni è stata del 26%, indicando un consolidamento delle vendite dal Nord di Minas verso l’Italia.
I principali prodotti esportati dal Nord di Minas verso l’Italia includono:
Nel 2023, le importazioni dal Nord di Minas dall’Italia hanno totalizzato 7,2 milioni di dollari, una leggera diminuzione dell’1,8% rispetto al 2022. Nonostante ciò, il valore accumulato è in linea con la media degli ultimi anni.
Nel primo semestre del 2024, le importazioni hanno già raggiunto i 7,9 milioni di dollari, con un aumento del 180% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mostrando segnali promettenti di ripresa.
I principali prodotti importati dal Nord di Minas dall’Italia includono:
Il Nord di Minas mantiene una relazione commerciale in avanzo con l’Italia, con saldi positivi costantemente superiori ai 2 milioni di dollari negli ultimi anni. Nel 2023, l’avanzo è stato di 12,5 milioni di dollari, il miglior risultato degli ultimi anni.
Il rafforzamento delle relazioni commerciali tra il Nord di Minas e l’Italia promette di continuare a portare significativi benefici economici a entrambe le regioni. La Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais continuerà a promuovere iniziative che stimolino questa relazione, contribuendo allo sviluppo economico regionale e all’inserimento delle imprese mineire nel mercato internazionale.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)
Con un investimento di oltre 7,7 miliardi di corone danesi, la Danimarca si appresta a realizzare la sua più importante riforma sanitaria degli ultimi vent’anni, puntando a riequilibrare la distribuzione dei medici specialisti su tutto il territorio nazionale.
Secondo la Ministra della Salute Sophie Løhde, il nuovo accordo di primavera (forårsaftale) rappresenta un passo decisivo per attuare la riforma approvata nel novembre 2024.
“Abbiamo bisogno di più medici dove ci sono più pazienti. Per questo stiamo espandendo la medicina generale in modo storico”, ha dichiarato.
POCHI MEDICI, MALE DISTRIBUITI
Come in molte economie avanzate, anche in Danimarca si registra una carenza cronica di medici specialisti, con forti squilibri tra città (Copenaghen, Aarhus, Odense) e aree periferiche. Secondo l’Associazione Medica Danese, mancano circa 2.000 specialisti.
Dal 2026 verranno formati 1.270 specialisti all’anno (130 in più rispetto a oggi): un record nazionale. Particolare attenzione sarà rivolta a medicina generale, psichiatria e geriatria.
TECNOLOGIA, REGIONI E INFRASTRUTTURE
Un aspetto chiave della riforma è il trasferimento di competenze sanitarie dai comuni alle regioni, che riceveranno 4,2 miliardi di DKK per gestire i nuovi compiti.
A questi si aggiungono 3,5 miliardi di DKK destinati a infrastrutture, digitalizzazione e tecnologia medica, con l’obiettivo di migliorare l’accesso alle cure anche nelle aree meno servite del Paese.
Tra le novità più rilevanti dell’accordo vi è la possibilità, da parte delle autorità regionali, di intervenire più direttamente nella distribuzione geografica dei medici. In concreto, le regioni potranno limitare l’apertura di nuovi ambulatori in aree già sature, come le grandi città, e incentivare (o addirittura vincolare) l’assegnazione di nuovi medici alle zone periferiche o carenti. L’obiettivo è evitare che i professionisti si concentrino esclusivamente nei centri urbani, lasciando scoperti ampi territori rurali o di difficile accesso.
Questa misura ha sollevato perplessità da parte dell’Associazione Medica Danese, che ha espresso preoccupazione per le implicazioni che un sistema di assegnazione vincolata potrebbe avere sulla libertà professionale. Secondo l’organizzazione, limitare la mobilità e la possibilità per i medici di scegliere liberamente dove lavorare non è una soluzione strutturale al problema della carenza, e rischia anzi di rendere la professione meno attrattiva.
“Non si risolve la mancanza di medici impedendo loro di decidere dove stabilirsi” ha dichiarato un portavoce, sottolineando che servono incentivi concreti, migliori condizioni di lavoro e un ambiente professionale sostenibile per rendere le aree meno centrali realmente competitive nell’attrarre specialisti.
UN INVESTIMENTO STRUTTURALE PER UN SISTEMA SANITARIO PIÙ MODERNO
La riforma sanitaria della Danimarca rappresenta non solo un intervento sulla salute pubblica, ma una scelta politica ed economica di lungo periodo. Più che un semplice aumento di risorse, si tratta di una ridefinizione delle priorità nazionali, in cui salute, innovazione tecnologica e coesione territoriale diventano pilastri della competitività del Paese.
Il nuovo modello punta a creare un sistema sanitario più resiliente, con infrastrutture moderne, servizi digitali evoluti e una presenza capillare di medici anche nelle aree periferiche. In questo scenario, le imprese attive nei settori della sanità, della tecnologia, dell’edilizia e dei servizi pubblici troveranno un contesto dinamico, aperto alla collaborazione e orientato all’efficienza.
La Danimarca si distingue così in Europa per la sua capacità di integrare politiche sociali e sviluppo economico, offrendo un ambiente stabile, inclusivo e favorevole all’innovazione. È un esempio di come investire nel benessere collettivo possa generare valore anche per il tessuto produttivo, creando nuove opportunità di crescita e partnership nel medio e lungo termine.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Un nuovo studio pubblicato dalla Boston Consulting Group, commissionato dalla città di Dallas, rilancia con forza il potenziale economico del progetto di treno ad alta velocità tra Dallas e Houston, stimando un impatto annuo di 5 miliardi di dollari sul PIL della Contea di Dallas dal 2029 al 2050.
Lo studio, frutto di oltre sei mesi di analisi, prevede anche la creazione di oltre 28.000 nuovi posti di lavoro in Texas, rafforzando ulteriormente la posizione dei sostenitori del progetto, che lo vedono come motore strategico di crescita urbana e occupazionale per tutto il Nord dello Stato.
Secondo il report, il treno proposto – che collegherebbe Dallas e Houston in circa 90 minuti – potrebbe attrarre tra i 3 e i 6,5 milioni di passeggeri già nel suo primo anno completo di attività, previsto per il 2035. La costruzione dovrebbe durare tra gli 80 e gli 86 mesi, una volta completata la fase di pianificazione nel corso del 2025.
Il rapporto indica che l’impatto economico dipenderà in larga parte dal tracciato definitivo della linea ferroviaria attraverso Dallas, anche se non è stato possibile quantificare con precisione il ritorno sull’investimento, in parte a causa del recente ritiro dei fondi federali per il progetto.
Nonostante gli ostacoli legislativi incontrati negli ultimi anni a livello statale, il documento rappresenta la proiezione economica più favorevole mai realizzata per il progetto, offrendo nuove speranze per il suo rilancio.
Il 4 giugno 2025, il Presidente Donald Trump ha annunciato un aumento dei dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio, portandoli dal 25% al 50% . Questa decisione, motivata dalla volontà di proteggere l'industria nazionale, ha suscitato preoccupazioni tra economisti e partner commerciali.
Effetti sul Mercato Statunitense
L'aumento dei dazi ha già avuto ripercussioni sul mercato interno:
Reazioni Internazionali
Il Canada, principale fornitore di alluminio e acciaio agli Stati Uniti, ha espresso forte preoccupazione. Il Primo Ministro Mark Carney è in contatto diretto con Trump per discutere la questione, mentre il sindacato canadese Unifor ha sollecitato misure di ritorsione immediate .
(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas, Inc.)
L'andamento dell'economia ceca nel primo trimestre del 2025 è stato più dinamico rispetto a quanto indicavano le prime stime. Lo comunica l'Ufficio di Statistica Ceco.
Il prodotto interno lordo è cresciuto nel primo trimestre dell'anno rispetto al 2024 del 2,2%. Si tratta di un miglioramento di due decimi di punto percentuale rispetto alla prima stima del Pil di fine aprile. La crescita rispetto al trimestre precedente è stata dello 0,8%, tre decimi di punto percentuale in più, di quanto indicava la prima stima.
A trainare l'economia ceca sono stati soprattutto gli incrementi dei consumi interni. I consumi delle famiglie hanno registrato un aumento rispetto a un anno fa del 2,5%, mentre quelli della pubblica amministrazione dell'1,9%. Gli investimenti sono rimasti lievemente negativi, mentre il contributo del commercio estero alla crescita è stata praticamente nullo.
Fonte e fonte fotografia: https://csu.gov.cz/rychle-informace/tvorba-a-uziti-hdp-1-ctvrtleti-2025
Praga è stata nel 2024 la quinta destinazione più gettonata al mondo per il turismo congressuale al mondo. Lo indica la classifica dell'associazione internazionale ICCA.
Lo scorso anno sono stati organizzati a Praga 5139 eventi congressuali, circa il 5% in più rispetto all'anno precedente. Il dato è ancora inferiore ai livelli pre pandemia covid-19. I settori più frequenti sono le scienze mediche, le telecomunicazioni o l'IT. “Lo scorso anno gli eventi congressuali a Praga hanno attratto più di 804.000 partecipanti” ha indicato il direttore generale di Prague Convention Bureau Roman Muška. Davanti a Praga si sono piazzate lo scorso anno Vienna, Barcellona, Lisbona o Singapore.
A livello nazionale la Repubblica Ceca è arrivata al 21simo posto. Si stanno rafforzando anche alcune destinazioni congressuali ceche fuori Praga. Ad esempio Brno ha fatto in un anno un balzo di 30 posizioni alla 112sima posizione mondiale.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Svizzera e Unione Europea: un nuovo accordo di difesa che apre scenari strategici per l’Italia
In risposta al mutato contesto geopolitico globale, la Svizzera si prepara a ridefinire la propria politica di difesa, aprendo la strada a una cooperazione rafforzata con l’Unione Europea. Un cambiamento che potrebbe avere importanti ricadute anche per l’Italia, sia in termini di sicurezza che di opportunità economiche e industriali.
Un passo storico verso l’integrazione europea in materia di sicurezza
Nel marzo 2025, il Consiglio nazionale svizzero ha approvato una dichiarazione che invita il Consiglio federale a intensificare la cooperazione in materia di sicurezza con l’Europa. A maggio, la Commissione della politica di sicurezza ha rilanciato con una mozione del deputato Fabian Molina, che propone l’avvio di negoziati per un accordo di sicurezza e difesa con l’UE.
L’obiettivo è chiaro: rafforzare la collaborazione con gli Stati membri e con istituzioni chiave come l’Agenzia europea per la difesa e la Cooperazione strutturata permanente (PESCO), mantenendo al contempo la storica neutralità svizzera.
Opportunità per l’Italia: cooperazione industriale e interoperabilità
Per l’Italia, questo accordo rappresenta una straordinaria occasione per rafforzare i legami con la Svizzera, partner economico e tecnologico di primo piano. La possibilità di partecipare ad acquisti congiunti di armamenti e progetti di ricerca e sviluppo nel settore della difesa apre nuove prospettive per le imprese italiane attive nell’aerospazio, nella cybersecurity e nelle tecnologie dual-use.
Inoltre, l’interoperabilità delle attrezzature militari tra Svizzera e UE favorirebbe una maggiore efficienza operativa e una riduzione della dipendenza da fornitori extraeuropei, in particolare dagli Stati Uniti.
Un modello già testato: il caso della Norvegia
Il modello di riferimento è l’accordo strategico firmato nel 2024 tra l’UE e la Norvegia, che ha rafforzato la cooperazione in ambiti come la sicurezza marittima, le minacce ibride, le attività spaziali e la difesa cibernetica. Un’intesa che non ha modificato l’adesione della Norvegia alla NATO, ma ha consolidato il suo ruolo nell’architettura di sicurezza europea.
Italia-Svizzera: un asse strategico per la sicurezza e l’innovazione
In un contesto di crescente instabilità internazionale, l’avvicinamento della Svizzera all’UE in ambito difensivo rappresenta un’opportunità strategica per l’Italia. Rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza, innovazione tecnologica e industria della difesa può contribuire a costruire un’Europa più resiliente e autonoma.
Per imprenditori, investitori e professionisti italiani, è il momento ideale per esplorare nuove sinergie con il mercato svizzero, cogliendo le opportunità offerte da un accordo che potrebbe ridefinire gli equilibri della sicurezza europea nei prossimi anni.
Il settore MEM svizzero rappresenta una colonna portante dell’economia della Confederazione e contribuisce in modo sostanziale al PIL nazionale. Nonostante le difficoltà che disturbano il settore anche per le congiunture economico sociali, la richiesta di componenti ad alta precisione, di tecnologia specializzata e di produzione ad hoc è in costante crescita. A tal proposito, a maggior ragione adesso che l’export di settore è appesantito dall’imposizione dei dazi doganali verso gli USA, la Svizzera potrebbe rappresentare un Paese cardine per sviluppare nuove collaborazioni e aprire un mercato avanzato, florido e pronto ad accogliere il Made in Italy. Dagli ultimi dati di settore emerge che, nel 2024, l’industria tecnologica svizzera ha generato un fatturato complessivo di 87,4 miliardi di CHF ma che la produzione interna non è in grado di rispondere in modo soddisfacente alla domanda e quindi risulta inevitabile il ricorso alle importazioni.
Quali sono dunque i settori maggiormente interessati alle importazioni? Lo spieghiamo in queto articolo.
1. Meccanica di precisione
Il comparto meccanico svizzero si distingue per l’elevata qualità ed è caratterizzato da una forte specializzazione nella produzione di macchine utensili, impianti per l’industria pesante e attrezzature per la lavorazione dei metalli. Questi componenti trovano applicazione in settori strategici come l’automotive, l’aerospaziale e la tecnologia medicale.
Nel 2023, il mercato globale dei componenti per la meccanica di alta precisione ha superato i 2,3 miliardi di dollari, con una crescita annua composta (CAGR) prevista del 4,4% fino al 2032. La Svizzera si caratterizza anche per la continua richiesta di queste componenti, motivo per cui, la specializzazione italiana e la vicinanza geografica, potrebbero costituire un’importante leva di sviluppa dell’export Made in Italy specializzata.
2. Elettronica e automazione: motori dell’industria 4.0
Il segmento elettronico svizzero è altamente innovativo, focalizzato sulla produzione e l’utilizzo di sensori, semiconduttori e soluzioni per la gestione intelligente dell’energia. Queste tecnologie sono fondamentali per applicazioni emergenti come la mobilità elettrica, la telemedicina e la smart manufacturing, tre aree molto presenti e sviluppate in Svizzera.
Parallelamente, l’ingegneria dell’automazione continua a espandersi, con aziende che ricercano sistemi avanzati di controllo e robotica industriale. Si tratta di soluzioni essenziali per aumentare l’efficienza produttiva e ridurre i costi operativi, in linea con i principi dell’Industria 4.0. Avvicinarsi a questo tipo di industria e prevedere delle collaborazioni con le imprese MEM elvetiche, attraverso il contatto diretto con i buyer specializzati, è uno dei veicoli principali di aumento dei tenori dell’export Made in Italy MEM.
3. Metallurgia e materiali avanzati: aumenta la domanda elvetica
Il comparto metallurgico svizzero è rinomato per la produzione e la lavorazione di acciai speciali e leghe ad alte prestazioni, utilizzati in ambienti estremi e settori ad alta intensità tecnologica. Nonostante una contrazione del 9,3% nelle esportazioni nel primo trimestre del 2024, il settore mantiene un ruolo strategico grazie alla sua capacità di innovazione e alla qualità dei materiali prodotti.
I dazi al 50% previsti dall’USA verso i metalli di importazione europea potrebbe costituire per le imprese Made in Italy un leggero freno all’export. Invece, però, di rinunciare ad una fetta importante nei capitoli di bilancio, proprio perché la Svizzera è un Paese molto interessato a questo settore, le PMI MEM italiane specializzate potrebbero trovare qui un’alternativa non solo valida ma ancor più soddisfacente.
4. Micromeccanica: l’unicità della richiesta a favore del Made in Italy
Anche la micromeccanica ha un peso non trascurabile per l’impresa elvetica. Le applicazioni qui spaziano dall’orologeria di precisione alla tecnologia medicale, fino ad arrivare ai sensori avanzati. Questo segmento beneficia di un ecosistema altamente integrato tra industria e ricerca, che consente lo sviluppo di soluzioni su scala micrometrica con standard qualitativi elevatissimi. In questo specifico settore, gli imprenditori italiani interessati ad esportare i propri prodotti e i componenti micromeccanici verso la Svizzera, possono contare su alcune nicchie di mercato floride che sono alla continua ricerca di importatori qualificati per rispondere alle esigenze e alle richieste del mercato interno.
Prospettive e opportunità in Svizzera per gli imprenditori italiani
Nonostante le sfide globali, tra cui la flessione della domanda europea, le tensioni geopolitiche, e l’equilibrio precario di alcuni accordi tra le nazioni, le imprese svizzere del settore MEM mostrano segnali rincuoranti di resilienza. Il 28% delle aziende prevede, infatti, un incremento delle commesse estere nei prossimi quattro trimestri, sostenute da un contesto favorevole all’innovazione e da una crescente domanda di tecnologie ad alta precisione. A tal proposito, il mercato MEM italiano rappresenta uno dei più affidabili e ricercati. L’innovazione e il tasso di ricerca che permea le PMI Made in Italy del settore MEM, le candida a pieno titolo per entrare sul mercato elvetico con una qualifica rilevante. Imprimere un booster all’export Made in Italy del MEM verso la Svizzera può rappresentare, per tanti imprenditori, la chiave di volta per superare e/o mitigare le difficoltà legate all’export verso altri continenti, nei quali i DAZI e le politiche interne non favoriscono uno scambio proficuo ed equo.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
La logistica rappresenta un elemento chiave per la crescita dell’economia europea. Incide delle filiere produttive, sulla capacità innovativa del sistema positivamente sull’efficienza industriale e sull’integrazione tra le diverse aree del continente.
Accanto ai settori dell’elettronica e della metalmeccanica, la logistica sta assumendo un peso sempre più rilevante nel panorama economico europeo. Secondo l’EY European Investment Monitor 2024, i progetti nel settore logistico sono cresciuti del 10% tra il 2022 e il 2023. Nello stesso periodo, l’elettronica e la metalmeccanica sono cresciuti rispettivamente del 14% e del 15%.
Italia e Germania si confermano poli strategici per la logistica europea, puntando con decisione sulle tecnologie intermodali. Secondo un recente rapporto di Colliers, nel 2024 la Germania ha attratto oltre 7,5 miliardi di euro di investimenti nel comparto. Anche l’Italia svolge un ruolo centrale, sia a livello europeo sia nell’area mediterranea: nel 2023 il settore logistico italiano ha totalizzato 1,7 miliardi di euro di investimenti. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede lo stanziamento di circa 8,9 miliardi di euro entro il 2026 per la modernizzazione dei porti e delle infrastrutture logistiche.
Le tecnologie intermodali stanno guadagnando crescente centralità in entrambi i Paesi. Integrando diverse modalità di trasporto, esse favoriscono un sistema logistico più efficiente, resiliente e sostenibile. Le aziende che adottano soluzioni intermodali non solo migliorano la propria competitività, ma contribuiscono anche a ridurre l’impatto ambientale delle attività di trasporto.
Il settore aerospaziale offre eccellenti prospettive di crescita sia in Italia che in Germania. I due Paesi, forti di economie solide e ben integrate, presentano inoltre ampie opportunità di collaborazione in questo ambito strategico.
Nel 2023, la Germania ha registrato un fatturato di 46 miliardi di euro nel comparto, con un incremento del 18% rispetto all’anno precedente. A trainare la crescita sono stati i segmenti dell’aviazione civile, della difesa e dello spazio. Anche l’Italia mostra un settore dinamico e articolato, con un fatturato stimato di circa 18 miliardi di euro nel 2024, sostenuto da un ecosistema industriale diversificato che comprende sia PMI che grandi imprese.
Entrambi i Paesi figurano tra i principali esportatori a livello globale. Nel 2024, la Germania ha raggiunto esportazioni per 32 miliardi di dollari. L’Italia, settima al mondo per export aerospaziale, ha superato gli 8 miliardi di euro.
Il comparto spaziale rappresenta una priorità strategica per entrambi. L’Italia è il quinto Paese al mondo per investimenti nella space economy in rapporto al PIL, mentre la Germania investe circa il 7% del fatturato del settore in ricerca e sviluppo.
Le prospettive per il futuro indicano una crescita sostenuta: la Germania punta sull’espansione del mercato interno e sulla leadership tecnologica, mentre l’Italia concentra gli sforzi sull’export e sulla digitalizzazione delle piccole e medie imprese.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
Le prospettive della domanda esterna di Singapore per il resto dell'anno sono "lievemente migliorate" grazie alla de-escalation delle tariffe commerciali tra Stati Uniti e Cina; tuttavia, l'outlook globale rimane incerto e i rischi sono orientati al ribasso, ha dichiarato il MTI giovedì mattina (22 maggio).
Con una contrazione sequenziale del PIL nel primo trimestre, una recessione tecnica – due trimestri consecutivi di contrazione – "è una possibilità", ha affermato il segretario permanente del MTI, Dr. Beh Swan Gin, durante una conferenza stampa. Tuttavia, ha osservato che ciò potrebbe non significare una "recessione economica totale", che dipende dai dati su base annua.
Per il primo trimestre, la crescita su base annua è stata rivista al rialzo al 3,9%, leggermente superiore alla stima preliminare del 3,8%, ma in rallentamento rispetto alla crescita del 5% nel quarto trimestre del 2024.
L'economia è diminuita dello 0,6% su base trimestrale, invertendo la crescita dello 0,5% nel quarto trimestre. Sebbene inferiore alla contrazione dello 0,8% nelle cifre preliminari, ciò apre la strada a una potenziale recessione tecnica. Con la pubblicazione delle cifre preliminari del primo trimestre in aprile, il MTI ha ridotto la previsione di crescita annuale tra lo 0% e il 2%, rispetto alla precedente fascia tra l'1% e il 3%.
Tale riduzione è dovuta a un "significativo deterioramento" delle prospettive della domanda esterna di Singapore con l'intensificarsi della guerra tariffaria tra Stati Uniti e Cina, che si prevedeva avrebbe colpito il commercio e la crescita globali.
Il Dr. Beh ha dichiarato: "Data l'incertezza elevata, il MTI continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi e ad apportare aggiustamenti alle previsioni, se necessario, nei prossimi trimestri." Rispondendo alla domanda se il MTI possa astenersi da revisioni al rialzo delle previsioni, poiché le tensioni commerciali potrebbero riaccendersi, ha risposto che sarebbe "prematuro" commentare, poiché molto dipende dal tipo di accordo che gli Stati Uniti raggiungeranno con i principali partner commerciali. Giovedì, il MTI ha osservato che gli Stati Uniti sono stati in trattative commerciali con diverse economie colpite dalle loro tariffe, tra cui la Cina. Gli Stati Uniti e la Cina hanno anche concordato di ridurre le tariffe per 90 giorni a partire dal 14 maggio.
"Dato i passi intrapresi dalle principali economie per de-escalare le tensioni commerciali globali, la valutazione del MTI è che le prospettive della domanda esterna di Singapore per il resto dell'anno sono lievemente migliorate, rispetto ad aprile", ha affermato il ministero.
Tuttavia, ha evidenziato tre rischi al ribasso. In primo luogo, l'incertezza economica elevata potrebbe causare un "rallentamento maggiore del previsto" dell'attività economica, poiché famiglie e imprese adottano un approccio di attesa. In secondo luogo, una nuova escalation delle azioni tariffarie potrebbe causare una "vera e propria" guerra commerciale globale e un rallentamento più marcato. In terzo luogo, le interruzioni del processo di disinflazione globale e i rischi di recessione potrebbero destabilizzare i flussi di capitale, innescando "vulnerabilità latenti" nei sistemi bancari e finanziari.
Prospettive settoriali
Il MTI ha osservato che la crescita del primo trimestre è stata principalmente trainata dal commercio all'ingrosso, dalla manifattura e dai settori della finanza e delle assicurazioni di Singapore – con i primi due che probabilmente sono stati parzialmente sostenuti dal front-loading in previsione di aumenti delle tariffe statunitensi.
Per il resto dell'anno, il MTI prevede che la crescita dei settori orientati all'esterno rallenti.
"In particolare, le misure tariffarie degli Stati Uniti probabilmente influenzeranno negativamente il settore manifatturiero, data la sua esposizione alle esportazioni verso il mercato statunitense, nonché il rallentamento della crescita nei mercati finali globali."
Ma all'interno del settore, l'ingegneria dei trasporti rimane un punto luminoso, soprattutto dato il passaggio verso lavori di manutenzione, riparazione e revisione di aeromobili a maggiore valore aggiunto a Singapore.
Il rallentamento della manifattura, insieme al commercio globale più debole, dovrebbe pesare sui settori dei servizi legati al commercio come il commercio all'ingrosso; il trasporto e lo stoccaggio; e la finanza e le assicurazioni.
Il peggioramento delle aspettative aziendali probabilmente indurrà le imprese a ridurre la spesa discrezionale, attenuando la crescita dei settori delle comunicazioni e delle informazioni nonché dei servizi professionali.
Infine, la crescita dei settori orientati al consumatore come il commercio al dettaglio e i servizi di ristorazione probabilmente rimarrà fiacca, poiché i residenti continuano a spendere all'estero e le condizioni del mercato del lavoro interno si indeboliscono.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Singapore)
MIDR partecipa all’incontro con gli imprenditori italiani per presentare opportunità di investimento
Il Ministero dell’Integrazione e dello Sviluppo Regionale (MIDR) ha partecipato, il 28 maggio a Brasilia, a un incontro con imprenditori e investitori italiani per presentare le opportunità di partenariato pubblico-privato (PPP) nei progetti strategici del Governo Federale. L’incontro si è svolto tra il Segretario Nazionale dei Fondi e degli Strumenti Finanziari del MIDR, Eduardo Tavares, e i rappresentanti della Segreteria Speciale del Programma di Partenariati per gli Investimenti della Casa Civile della Presidenza della Repubblica e della Camera di Commercio Italiana di San Paolo -ITALCAM.
L’evento è stato un'estensione del Benchmarking Internazionale Italia-Portogallo su Servizi igienico-sanitari e Rifiuti, tenutosi a fine aprile di quest’anno, che ha riunito autorità governative brasiliane, rappresentanti di enti regolatori, istituzioni finanziarie e operatori internazionali del settore, tra cui banche che già operano in Brasile. L’obiettivo era offrire garanzie per la gestione di progetti, come i perimetri irrigui.
Il Segretario Eduardo Tavares ha ribadito l’impegno del MIDR nel strutturare soluzioni praticabili per i comuni brasiliani. “Politiche come il Fondo per lo Sviluppo delle Infrastrutture Regionali Sostenibili (FDIRS), volte a modellare concessioni e partenariati pubblico-privati, possono fare una grande differenza. Contribuiscono a trasformare questo programma, così urgente e importante per il Paese, in progetti strutturati con fattibilità tecnica, giuridica ed economica”, ha concluso.
Finanziamento di progetti in concessione
Tra le opzioni presentate, il direttore dei Partenariati con il Settore Privato del MIDR, Denilson Campello, ha evidenziato il FEP/CAIXA, un fondo rotativo con risorse federali per un valore di 295 milioni di R$, destinato al finanziamento di progetti in concessione e PPP di stati e comuni. Ha menzionato anche il FDIRS, un fondo con un patrimonio di 1 miliardo di R$ di risorse federali, creato per strutturare concessioni e partenariati, nonché per stabilire garanzie che contribuiscano alla sicurezza e alla fattibilità dei progetti, oltre ai fondi costituzionali.
Brasile e Italia sono paesi che storicamente hanno sviluppato intensi scambi culturali ed economici. L’opportunità di nuove partnership mette in luce la complementarietà tra il know-how tecnologico italiano e le esigenze strutturali del Brasile, creando opportunità di cooperazione in settori strategici per lo sviluppo sostenibile.
Fonte: Governo Federal
Il 13 giugno, il Brasile e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) hanno lanciato una nuova iniziativa per contrastare il caldo estremo attraverso un raffreddamento sostenibile, denominata ‘Beat the Heat in Cities’, mentre l’Italia si è impegnata a stanziare 2 milioni di euro di nuovi finanziamenti per il Global Cooling Pledge, sostenendo l’azione su uno dei principali fattori del cambiamento climatico in vista del vertice sul clima COP30 che si terrà più avanti quest’anno.
“Il raffreddamento sostenibile sarà una priorità alla COP30 perché le città, il clima e miliardi di persone dipendono da esso. Attraverso Beat the Heat in Cities, miriamo a trasformare le città in motori di adattamento, promuovere l’attuazione del Global Pledge e garantire che nessuno venga lasciato indietro dall’accelerazione del caldo estremo”, ha dichiarato Ana Toni, CEO della COP30.
Gli annunci sono stati fatti a Bonn, in Germania, durante il primo Incontro dei Punti Focali dei Firmatari del Global Cooling Pledge. Lanciato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (COP28) dalla Presidenza degli Emirati Arabi Uniti (EAU) e dalla Cool Coalition dell’UNEP, il Global Cooling Pledge (GCP) è il primo impegno collettivo al mondo a ridurre l’impatto climatico del raffreddamento del 68% entro il 2050 e ad aumentare la fornitura a prezzi accessibili per tutti coloro che ne hanno bisogno.
Il mondo ha appena registrato il terzo anno consecutivo di caldo record, rivelando che il caldo estremo è ora alla base del cambiamento climatico. Il Global Cooling Observatory 2023 dell’UNEP ha lanciato l’allarme: se le tendenze attuali dovessero continuare, la sola crescente domanda di raffreddamento potrebbe aggiungere 6,1 gigatonnellate di anidride carbonica entro il 2050, mentre più di un miliardo di persone non hanno ancora accesso al raffreddamento per mantenere cibo, medicine ed economie sostenibili.
“Il raffreddamento sostenibile è una leva fondamentale per l’adattamento e una misura di mitigazione correttiva che ci consente comunque di restare entro il limite di 1,5°C”, ha affermato Martin Krause, direttore della divisione Cambiamenti climatici dell’UNEP. “Integrare il raffreddamento nei nuovi piani nazionali per il clima, o NDC, sarà fondamentale per garantire un approccio olistico che allinei l’azione per il clima con i benefici sociali ed economici”, ha aggiunto.
Il Brasile ha confermato che il raffreddamento sostenibile e il caldo estremo saranno una priorità assoluta alla COP30 di Belém. L’Italia ha inoltre annunciato nuovi finanziamenti per l’attuazione del Global Cooling Pledge attraverso il nuovo strumento Enabling Pledge Implementation for Cooling (EPIC) Facility dell’UNEP.
“L'Italia non sta solo portando avanti i suoi obiettivi nazionali, ma sta anche sostenendo gli sforzi internazionali per tradurre il Global Cooling Pledge in azioni locali attraverso l’iniziativa EPIC”, ha affermato Alessandro Guerri, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano.
Fonte: ONU – Programa para o Meio Ambiente
Il risultato trimestrale ha posizionato il Brasile davanti a economie come Stati Uniti, Cina, Germania, Francia e Regno Unito
Di André Martins, giornalista | pubblicato il 30 maggio 2025
L’aumento dell’1,4% del Prodotto Interno Lordo (PIL) colloca il Brasile al 5° posto rispetto alla crescita dell’attività economica in 49 paesi nel primo trimestre del 2025, secondo le proiezioni elaborate da Alex Agostini, economista capo di Austin Rating.
Il calcolo si basa sul valore attuale del PIL e sulle proiezioni del Fondo Monetario Internazionale per le principali economie globali. Nel primo trimestre, il Brasile aveva un valore attuale in valuta locale di 3.000 miliardi di R$.
Il risultato trimestrale ha posto il Brasile davanti a economie come Stati Uniti, Cina, Germania, Francia e Regno Unito, che costituiscono le dieci maggiori economie mondiali. Il Paese che ha registrato la crescita maggiore nel periodo è stata l’Irlanda, con un aumento del 3,2%.
La nazione con le peggiori performance è stata l’Indonesia, che è scesa dell’1% nel periodo considerato, seguita dalla Slovenia, che è scesa dello 0,8%, e da Singapore, che è scesa dello 0,6%.
Gli Stati Uniti, la più grande economia mondiale, si sono classificati al 38° posto, in calo dello 0,2%. La Cina è avanzata dell’1,2%, raggiungendo il 7° posto. La media per i paesi membri del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – è stata dello 0,2%, per i BRICS dell’1,3% e la media complessiva per i 49 paesi analizzati è stata dello 0,5%.
Classifica dei PIL più grandi del mondo nel primo trimestre del 2025 (in allegato)
Il PIL cresce dell’1,4% trainato dall'agroalimentare
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano è cresciuto dell’1,4% nel primo trimestre del 2025, rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti, secondo i dati del Sistema di Conti Nazionali Trimestrali dell’IBGE - Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica.
Il risultato è in linea con le aspettative del mercato finanziario, che si attendeva una crescita compresa tra l’1,2% e l’1,7%. La crescita dell’agricoltura e del settore dei servizi, unita alla crescita degli investimenti, spiega il risultato positivo dell’economia brasiliana.
Fonte: Exame.
Organizzato da ApexBrasil, l’incontro si è svolto a Parigi, in occasione della visita di Stato del Presidente Lula, e ha riunito circa 600 imprenditori di entrambi i Paesi per rafforzare le relazioni commerciali bilaterali
Il Forum Economico Brasile-Francia, tenutosi il 6 giugno a Parigi, ha segnato un nuovo impulso nelle relazioni economiche tra i due Paesi. Promosso dall’Agenzia Brasiliana per la Promozione del Commercio e degli Investimenti (ApexBrasil), dal Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC) e dal Ministero degli Affari Esteri (MRE), in collaborazione con la Confederazione Nazionale dell’Industria (CNI), il Mouvement des Entreprises de France International (MEDEFi) e Business France, l’evento ha riunito autorità francesi e brasiliane e circa 600 imprenditori di entrambi i Paesi. L'incontro si è svolto nel contesto della visita di Stato del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva in Francia. Si tratta della prima visita ufficiale di un capo di Stato brasiliano in Francia in 13 anni.
Al termine dell’incontro, il presidente di ApexBrasil, Jorge Viana, ha riferito che, in un incontro con il Presidente Lula, gli imprenditori francesi hanno affermato che questo valore dovrebbe raggiungere i 100 miliardi di R$ (circa 16 miliardi di €) in cinque anni. Negli ultimi anni si sono distinti gli investimenti francesi in diversi segmenti dell’economia brasiliana. Secondo la Banca Centrale del Brasile, lo stock di Investimenti Diretti Esteri (IDE) della Francia in Brasile ha raggiunto i 78,4 miliardi di dollari USA nel 2023 (73,3 miliardi di euro), con un aumento del 41% rispetto al 2022. La Francia è il terzo Paese al mondo con il più grande stock di IDE in Brasile (6,2% di 1,3 trilioni di dollari USA) e il secondo Paese europeo, dietro solo ai Paesi Bassi.
“Se prima della missione ci si aspettava che questo valore avrebbe raggiunto i 70 miliardi di R$ nei prossimi anni, ora siamo molto soddisfatti della previsione degli stessi imprenditori francesi secondo cui gli investimenti francesi in Brasile potrebbero raggiungere i 100 miliardi di R$ in cinque anni.” - Jorge Viana, presidente di ApexBrasil
Il Presidente Lula ha concluso l’evento manifestando il suo impegno a favore di legami più stretti tra Brasile e Francia e tra Sud America ed Europa.
“In un mondo sempre più complesso, è essenziale che partner storici si uniscano per affrontare le incertezze e le instabilità dell’economia globale. Siamo determinati a sfruttare appieno il potenziale di entrambi i Paesi. Questa partnership è strategica perché ha il potenziale di stimolare la ricerca, l'innovazione e la competitività. È un momento straordinario per rafforzare tutte le relazioni tra i nostri Paesi, commerciali, economiche, sociali e culturali.” - Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente della Repubblica
Fonte: ApexBrasil | Di: ApexBrasil Comunicação
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)