Energie rinnovabili

Venerdì 16 Dicembre 2022

Danimarca - Verso la costruzione della prima isola artificiale al mondo dedicata esclusivamente all’energia eolica

La Danimarca è da molti anni leader nel settore delle energie rinnovabili, soprattutto quando si tratta di energia eolica, di cui è il paese che, in proporzione, ne produce di più al mondo.  

Per mantenere il primato di “avanguardista” del settore, nel 2021 la Danimarca ha annunciato l’implementazione di un progetto che rivoluzionerà in maniera consistente la produzione di energia rinnovabile, soprattutto, quella derivanti dai parchi eolici offshore.  

Un'isola artificiale e rivoluzionaria 

Il progetto consiste nello sviluppo di un’isola artificiale da creare al largo del Mare del Nord, a 80 chilometri dalla costa dello Jutland, che occuperà 120.000 metri quadrati, un'ampiezza pari a circa 18 campi da calcio. Questo terreno in mezzo al mare costerà 28 miliardi di euro e sarà caratterizzato da un nucleo centrale in acciaio, cemento e sabbia, circondato da una serie di piattaforme che supporteranno 200 pale eoliche giganti. Non ci saranno abitanti nell’isola, ma probabilmente verranno costruite anche alcune abitazioni per ospitare i lavoratori che alloggeranno nell’isola per dei brevi periodi.  

L'energia del vento al di fuori della terraferma  

I parchi eolici offshore offrono molti vantaggi rispetto a quelli che si trovano sulla terra. Prima di tutto, i primi producono una quantità più elevata di energia rispetto ai secondi, poiché, in mezzo al mare, il vento è più costante e non incontra barriere di nessun tipo. Inoltre, creando parchi offshore, si evitano completamente i problemi che scaturiscono dalle polemiche con la popolazione, la quale, spesso non condivide il “deturpamento” del paesaggio attorno alle loro abitazioni. Questo porta ad avere dei parchi eolici di mare più grandi e compatti rispetto a quelli di terra.  

Esiste, però, anche uno svantaggio. La creazione di questi parchi è molto costosa e complessa, soprattutto per una generale mancanza di acque poco profonde. Di conseguenza, non ne esistono tante, e la loro produzione di energia raggiunge a stento lo 0.5% della produzione globale. 

La Danimarca punta all’energia eolica offshore  

La Danimarca da molti anni è all’avanguardia nella produzione di energia rinnovabile, presentandosi prima come leader dell’energia eolica prodotta su terra, poi come leader della stessa energia, ma offshore. Ora, si prefigge di raggiungere un altro obiettivo, quello di diventare paese pioniere nella produzione di isole dell’energia. 

Questo progetto, finanziato sia dal settore pubblico che da quello privato, con una percentuale 51/49, nono sarà solo la più grande costruzione nella storia della Danimarca, che mira a fornire energia a tre milioni di abitazioni, ma si dimostrerà anche punto di riferimento per la produzione e diffusione di energia in Europa, esportando energia pulita ai vicini, quali il Regno Unito, la Germania, l’Olanda ed il Belgio.  

Un progetto a lungo termine  

L’inizio dei lavori di costruzione si prevede per il 2026, ed il progetto è un significativo tassello del “Denmark's Climate Act”, il piano che vede il paese ridurre del 70% le emissioni di gas terra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, e diventare CO2 neutral entro il 2050.  

Si tratta, quindi, di un progetto davvero imponente, che avrà benefici positivi sull’economia sia danese che Europea e che si presenta anche come risposta agli attuali problemi di crisi energetica e cambiamento climatico globale.  

Fonte: https://bbc.in/3v2EsYl

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 9 Dicembre 2022

Tradizionale appuntamento con le energie rinnovabili che in Turchia stanno conoscendo uno straordinario sviluppo

 

La Turchia potrebbe installare ulteriori 1.000 megawatt (MW) di capacità di energia eolica nel 2023, un traguardo che potrebbe generare oltre 1 miliardo di dollari in nuovi investimenti. La capacità eolica installata potrebbe dunque arrivare a 12.000 MW, una soglia che si stima possa essere raggiunta già nel primo trimestre del 2023, come ha affermato in una recente intervista Ibrahim Erden, Direttore Generale della Turkish Wind Energy Association (TÜREB).

Per difendersi da una crisi energetica particolarmente sentita anche in Turchia (il Paese è fortemente dipendente dalle importazioni dall’estero per coprire il proprio fabbisogno) il settore delle rinnovabili nel Paese ha visto recentemente nascere numerosi progetti per la costruzione di nuove centrali solari ed eoliche. Le energie rinnovabili hanno rappresentato oltre il 95% dei nuovi aumenti di capacità nel paese nel 2021 e la capacità elettrica totale installata ha raggiunto oltre 100 giga watt (marzo 2022), di cui più della metà da fonti rinnovabili, tra cui idroelettrica, eolica, solare e geotermica.

La Turchia si colloca al 5° posto in Europa e al 12° nel mondo per capacità installata di energia da fonte rinnovabile e al 7° in Europa e al 12° nel mondo per potenza installata nel solo settore eolico.

Erden ha affermato che il Paese potrebbe aggiungere circa 3.000 MW di capacità di energia eolica all'anno attraverso l'uso efficace dei finanziamenti, delle risorse umane, del know how ingegneristico e della produzione di specifiche apparecchiature.

Secondo la “Turkish Wind Energy Association”, nel 2021 sono stati aggiunti circa 1.750 MW di capacità di energia eolica con una capacità totale installata attuale di 10.750 MW che sale a 11.641 MW con quella autorizzata nel primo semestre del 2022. Nell’analogo periodo l’elettricità prodotta dal vento ha raggiunto i 16,5 milioni MWh.
Erden ha anche affermato che le esportazioni di turbine eoliche e attrezzature connesse prodotte in Turchia dovrebbero superare gli 1,5 miliardi di euro quest'anno, una cifra che secondo dovrebbe aumentare di almeno il 10% nel 2023. Il Paese lo scorso anno ha esportato circa 1,49 miliardi di dollari di turbine eoliche e attrezzature in quasi 50 paesi.

Per incrementare la produzione di energia rinnovabile nel Paese, l'Autorità di regolamentazione del mercato energetico (EPDK) ha accolto numerosi progetti di investimento da realizzare nel medio-lungo termine per una richiesta di potenza complessiva da fonte solare ed eolica pari a 67.349 megawatt di cui 19.881 megawatt di capacità di accumulo su base solare e 47.468 megawatt per progetti di accumulo su base eolica. I progetti sono rivolti principalmente allo sviluppo delle tecnologie domestiche.

Nel contesto generale delle energie pulite, oggi la Turchia ha una capacità idroelettrica di circa 31.600 megawatt (prima fonte rinnovabile), seguita dall’eolico con 11.641 megawatt mentre l’energia solare installata rappresenta 9.120 megawatt. Un recente rapporto congiunto elaborato da UNDP e dall'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) del luglio scorso, stima che la Turchia potrebbe trarre enormi benefici economici spostando i nuovi investimenti dai combustibili fossili alle fonti energetiche rinnovabili aumentando il suo PIL fino a 8 miliardi di dollari all'anno e riducendo contestualmente le emissioni di gas serra dell'8% rispetto ai livelli del 2019 (fonte Turkish Wind Energy Association, TÜREB).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Martedì 27 Settembre 2022

Danimarca - La costruzione delle “isole dell’energia”

Nel tempo la Danimarca si è dimostrata uno dei paesi più all’avanguardia riguardo il tema della creazione e dell’implementazione di progetti per la tutela dell’ambiente ed a favore della transizione green. Nel campo della produzione di energia green, essa vanta una lunga storia di sfruttamento dei venti presenti nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, iniziata con la costruzione del primo parco eolico offshore al mondo che risale ai primi anni ’90.

A distanza di trent’anni dalla costruzione del parco eolico nei mari delle coste danesi, il paese non solo produce ancora energia grazie ai forti venti presenti in questi mari attraverso l’utilizzo di parchi eolici situati offshore, ma inoltre continua ad implementare progetti per diventare sempre più green ed innovativo.  In questo senso, la Danimarca ad oggi si sta concentrando soprattutto sull’attuazione del progetto di creazione delle “isole dell’energia” nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. Con la costruzione delle isole dell’energia le turbine eoliche per la produzione dell’energia potrebbero essere posizionate più distanti dalla costa, rispetto a quanto lo sono oggi, e ciò permetterebbe non solo di incrementare lo sfruttamento dei venti presenti, ma anche di distribuire l’energia generata dai parchi eolici in maniera più efficiente tra diversi paesi, in quanto le isole avrebbero anche la funzione di “hub” per la raccolta dell’energia prodotta dai diversi parchi eolici offshore.

Il piano danese per lo sfruttamento del vento del Mar Baltico e Mare del Nord per la produzione di energia eolica, si presenta come un progetto che produrrà effetti su larga scala. Invero, a prescindere dall’impatto che esso avrà a livello energetico per il paese, Green Power Denmark prevede che grazie alla costruzione delle nuove isole dell’energia saranno creati oltre 100,000 nuovi posti di lavoro in Danimarca, la metà dei quali sarà poi permanente, riguardando la gestione ed il mantenimento delle turbine che saranno presenti nelle nuove isole. Mentre i restanti nuovi posti di lavoro creati dall’investimento danese saranno temporanei, in quanto correlati alla formazione del nuovo personale qualificato da impiegare nelle isole energetiche, o al coinvolgimento di aziende subappaltatrici danesi od estere per la realizzazione delle isole.

Il progetto danese è inoltre da considerarsi a lungo termine, in quanto non ha il solo scopo di produrre più energia green, ma mira a permettere alla Danimarca di intraprendere un percorso di sviluppo verso l’indipendenza energetica, un obiettivo che oggi più che mai, a causa della situazione di instabilità della sicurezza energetica a livello globale, assume un aspetto fondamentale. Invero, il governo danese si aspetta di raggiungere l’indipendenza energetica del paese nel 2030, proseguendo poi un cammino di sviluppo energetico green che permetta al paese di poter esportare energia pulita in altri stati europei, aiutandoli a diminuire la propria dipendenza da fonti energetiche come gas e carbone.

Come sostenuto da Kristine Grunnet, capo dipartimento dell’industria siderurgica e meccanica presso Green Power Denmark, l’indipendenza energetica danese grazie alla produzione di energia green può diventare un vero e proprio asset per il paese in futuro, in quanto ne accrescerà l’attrattività nei confronti di aziende estere che potranno avere accesso facilmente ad energia poco costosa e green stabilendosi in Danimarca.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 2 Novembre 2022
Venerdì 20 Maggio 2022

La produzione di energia eolica in mare è un’opportunità per il Brasile

La generazione eolica offshore è una delle nuove frontiere dell’energia alternativa nel mondo. 

In Brasile non c’è ancora generazione di energia eolica offshore, secondo l’associazione di settore, ABEEólica. Ma il decreto n. 10.946, pubblicato a gennaio 2022, potrebbe cambiarlo. 

Il regolamento, che entrerà in vigore a luglio, regola i criteri tecnici, i requisiti, gli studi obbligatori. Elenca inoltre gli organismi che risponderanno e saranno responsabili dell’analisi, dell’approvazione e della formalizzazione dello stato di avanzamento di ogni fase dei progetti. 

Tuttavia, non è stata fissata una data per la prima asta che si terrà. La previsione di Abeólica è che si svolgerà nel 2023 e mette in evidenza che un potenziale di 700 GW per il segmento, con 100 GW di progetti già analizzati da Ibama. 

Lo svantaggio principale è che gli allevamenti offshore possono avere un impatto sull’industria della pesca, specialmente durante la costruzione di turbine.

Fonte: https://bit.ly/3loGkpB

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Venerdì 20 Maggio 2022
Venerdì 20 Maggio 2022

Turchia: 550 mln di euro dalla Bers per sostenere la transizione verde

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) stanzierà un finanziamento di 500 milioni di euro alla Turchia per sostenere la transizione verde, lo ha fatto sapere il Vice-Responsabile della Bers Turchia, Arthur Poghosyan in una intervista rilasciata all'agenzia Anadolu lo scorso 19 aprile in cui rivela che la somma da stanziare è la maggiore rispetto ai finanziamenti precedentemente concessi alla Turchia per sostenere progetti energetici. "La dimensione del nuovo finanziamento (Green Economy Financing Facility Geff) risponde all'ambizioso impegno da parte della Turchia, soprattutto dopo la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi dell’ottobre 2021” ha poi continuato Arthur Poghosyan, concludendo che “onorare questi impegni richiederà da parte della Turchia un netto aumento degli investimenti green dato che utilizza soltanto il 3% del potenziale stimato per l'energia solare e il 15% dell’eolico onshore”.

I tempi per l’erogazione dello stanziamento dipenderà dalla reattività del sistema finanziario turco. Nel dettaglio, il GEFF della BERS destinato alla Turchia prevede 21,5 milioni di euro di finanziamenti agevolati dal Clean Technology Fund (CTF) e 7,1 milioni di euro di sovvenzioni per l'assistenza tecnica dalla CTF e il restante dal Fondo di cooperazione Turchia-BERS. Per consentire al Paese di aumentare gli i investimenti verdi verranno messi in campo altri finanziamenti da parte di altre organizzazioni multilaterali come ad esempio quelli della International Finance Corporation della Banca Mondiale per consentire al Paese di raggiungere l’obiettivo prefissato delle zero emissioni entro il 2053.

Dal 2010 la BERS e i suoi partner finanziari hanno messo a disposizione per la Turchia 2,5 miliardi di euro insieme a quasi 80 milioni di euro in finanziamenti agevolati dalla CTF e 23 milioni di euro in sovvenzioni da parte dell'Unione Europea a 14 istituzioni finanziarie in Turchia.

Le energie rinnovabili svolgono un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi e nella riduzione dei costi per l'energia importata, che sono aumentati notevolmente a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione a livello mondiale dopo l’invasione dell’Ucraina: la capacità solare fotovoltaica installata della Turchia ha superato gli 8 mila megawatt nel marzo 2022, rappresentando l'8% della sua capacità installata totale, mentre l'energia eolica si è attestata a 10.861 megawatt, di cui il 10,8% della capacità elettrica totale. La capacità geotermica del paese è invece di 1.676 megawatt.

La quota delle risorse di energia rinnovabile sulla capacità totale installata ha raggiunto il 54%, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali; la capacità è passata da 32.000 MW nel 2002 a 100.334 a fine marzo 2022. Gli impianti idroelettrici detengono la quota maggiore potenza installata con 31.508 MW, seguita da centrali a gas naturale con 25.458 MW. Il carbone domestico detiene la terza quota più grande con 11.388 MW, seguito dalle centrali eoliche con 10.861 MW.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 20 Maggio 2022
Venerdì 29 Aprile 2022

Danimarca – Piano per quadruplicare la produzione di energia eolica entro il 2030 “Danmark kan mere II”

La Danimarca è particolarmente conosciuta per l’attenzione alla sostenibilità e all’energia pulita. L’energia eolica in particolare è una delle fonti di energia rinnovabile più diffuse - più di un terzo della produzione energetica danese - ed è sia economica che versatile, dato che le turbine eoliche possono essere installate sia onshore che offshore. L’energia eolica gioca un ruolo cruciale nella trasformazione del sistema energetico, che dovrebbe garantire l’indipendenza del Paese dai combustibili fossili entro il 2050.

Una storia di sostenibilità. Colpita dalla crisi petrolifera del 1973, la Danimarca ha implementato diverse strategie per aumentare la produzione di energia verde negli anni successivi. Una delle tappe fondamentali è stata l’esclusione del nucleare, nel 1985, dalla lista dei possibili strumenti di politica energetica. Nel 2017, la Danimarca si è classificata quarto Paese al mondo per le performance di architettura energetica secondo il World Economic Forum, e secondo in fatto di sicurezza energetica nel 2019, secondo il World Energy Council. Infine, durante il discorso di Capodanno 2022, il primo ministro Mette Frederiksen ha annunciato l’obiettivo di rendere i voli nazionali senza combustibili fossili entro il 2030.

Onshore. Le aziende danesi sono tra le migliori quando si tratta di sviluppare, produrre e installare turbine eoliche. La Danimarca è stata un pioniere nello sviluppo dell’energia eolica e costruisce turbine eoliche onshore dagli anni ‘70. Da allora, le turbine eoliche sono cresciute in numero, dimensioni e capacità.  L’esportazione delle turbine eoliche e della tecnologia dell’energia eolica gioca infatti un ruolo di primo piano nell’economia danese.

Offshore. L’energia eolica offshore si è sviluppata in Danimarca grazie al successo dell’energia eolica onshore. La Danimarca è stato il primo Paese al mondo a installare un parco eolico offshore, il parco eolico di Vindeby vicino a Lolland. Mentre il primo parco eolico su larga scala, Horns Rev 1, è stato realizzato nel 2002. 

Danmark kan mere II. Secondo il governo danese, la Danimarca cambierà gradualmente ma significativamente nei prossimi otto anni. Saranno installate sempre più turbine eoliche e sistemi fotovoltaici. Il 19.04 2022 è stata pubblicato il disegno di legge Danmark kan mere II (La Danimarca può fare di più II), che il governo ha presentato nei giorni scorsi. Il governo propone questo piano insieme al ministro per il clima e l’approvvigionamento energetico Dan Jørgensen. Questa ambiziosa iniziativa dovrebbe permettere alla Danimarca di ridurre le emissioni di gas serra del 70% nel 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Danmark kan mere II si inserisce in un contesto storico, sociale e culturale particolarmente sensibile alle questioni di approvvigionamento energetico. Non solo, si prevedono importanti opportunità di business per aziende che lavorano in settori come energia, costruzioni, infrastrutture e servizi di gestione.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 29 Aprile 2022
Martedì 26 Aprile 2022

Danimarca - Copenhagen ad emissioni zero entro il 2025: il piano di produzione energetica

La produzione energetica. La produzione energetica è la maggior causa delle emissioni di CO2 a Copenhagen. Dal 2010 il consumo di elettricità, gas e riscaldamento ha inciso per il 76% sulle emissioni totali della città. Nel 2018 il consumo è sceso al 59% e l’obiettivo è quello di raggiungere il 20% entro il 2025 (una riduzione pari a 130.000 tonnellate di CO2). Così, il settore energetico non sarà più la maggiore fonte di inquinamento della città. Uno degli elementi chiave per raggiungere la neutralità climatica entro il 2025 è la produzione di energia verde, basata sull’utilizzo di risorse energetiche innovative.

Il teleriscaldamento urbano. La centrale elettrica di Amager è una delle principali fonti di produzione per il riscaldamento e l’energia nella capitale danese. Con l’installazione di BIO4, nel 2019, si è completata la conversione della centrale dal carbone alla biomassa, facendo registrare un risultato importante. Oggi, infatti, più dell'80% del teleriscaldamento di Copenaghen è a zero emissioni di anidride carbonica.

Il piano d’azione per il 2025 prevede di continuare ad usare la biomassa, adottare nuovi sistemi di teleriscaldamento, ridurre l’uso dei combustibili fossili residui e convertirli attraverso l’accumulo termico. Inoltre, giocano un ruolo chiave tecnologie come l’energia geotermica e il teleriscaldamento a bassa temperatura. Queste nuove tecnologie dovranno avere un basso impatto ambientale, adattandosi all’architettura della città, e integrarsi con la pianificazione dello sviluppo urbano.

Servizi pubblici a emissioni zero. Copenaghen sta lavorando in modo che anche i servizi pubblici della città contribuiscano all'obiettivo zero emissioni entro il 2025. Tra questi servizi ci sono la fornitura di gas, da convertire in gas verde; il teleraffreddamento; l’approvvigionamento idrico e il trattamento delle acque reflue.

Energia eolica e solare. Il piano da seguire è l’implementazione di sistemi fotovoltaici su larga scala e la realizzazione di turbine eoliche sulla terraferma e in mare aperto. Negli ultimi anni si è esplorata la possibilità di erigere turbine eoliche nell'Øresund a Nordre Flint (situato sulla costa di Copenhagen a est di Saltholm) e ad Afandshage (a sud di Copenhagen).

Risorse e rifiuti. Dal 2017 i cittadini danesi possono separare i rifiuti biodegradabili attraverso la raccolta differenziata. Questi rifiuti vengono poi biogassificati e utilizzati per generare elettricità e riscaldamento. Il Consiglio comunale ha adottato nel 2019 una serie di iniziative tra cui “Copenhagen circolare” per la gestione delle risorse e dei rifiuti. L’iniziativa vuole impegnare le famiglie a differenziare materiali riciclabili come plastica e metallo dagli altri rifiuti e a ridurre la produzione dei rifiuti industriali. L’intenzione è di stabilire un impianto di biogas vicino alla città per poter convertire rifiuti biodegradabili in gas verde.

Inoltre, la città sta studiando un piano di accumulo e stoccaggio di CO2. L’anidride carbonica può essere rimossa da una fonte di emissione per essere successivamente utilizzata come risorsa o immagazzinata nel sottosuolo. Tra gli obiettivi vi è quello di rendere l’inceneritore di rifiuti (Copenhill) ad emissioni zero.

Dopo il 2025. È importante considerare la transizione verde di Copenhagen del 2025 come un trampolino di lancio verso il 2050. Gli sforzi nel settore energetico sono le fondamenta su cui costruire e sviluppare sistemi su larga scala e investimenti per i prossimi 30-50 anni.

 

Fonte: https://bit.ly/36Nc1VX

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 26 Aprile 2022
Martedì 5 Aprile 2022

Danimarca - Copenhagen ad emissioni zero entro il 2025: il piano per il consumo energetico

Il Piano Climatico Copenhagen 2025. Il 23 agosto 2012 è stato adottato il Piano Climatico Copenhagen 2025 (Climate Plan CPH 2025). L’obiettivo è rendere Copenhagen una città ad emissioni zero entro il 2025. La capitale danese è fortemente attiva nel contrastare il cambiamento climatico, nel rispetto dell’ambiente e attraverso l'utilizzo di soluzioni innovative e sostenibili. L'amministrazione di Copenaghen mira a combinare crescita e sviluppo verdi e allo stesso tempo a ridurre le emissioni di CO2. 

Suddiviso in 3 diverse fasi, il piano è ora giunto alla terza ed ultima: 2021-2025. Ciascuna fase a sua volta verte su 4 pilastri divisi in: consumo energetico; produzione energetica; mobilità e iniziative dell’amministrazione comunale.

Il consumo energetico. In questo primo articolo si vuole porre l’attenzione sulla riduzione del consumo di energia. Copenhagen continua a crescere, così come il suo fabbisogno energetico. Diventa quindi necessario impegnarsi per ridurne il consumo. Infatti, se la città non riesce a diminuire i suoi consumi ora, in futuro dovrà investire in nuova capacità di produzione per soddisfare le sue esigenze. Il piano per la riduzione del consumo energetico ha i seguenti obiettivi: la riduzione del 20% del consumo di calore; del 20% dell'elettricità consumata dalle società commerciali e di servizi; del 10% del consumo energetico delle famiglie e l’installazione di moduli fotovoltaici pari all'1% del consumo di elettricità.

La riduzione del consumo energetico si basa su diverse iniziative che ambiscono alla riduzione delle emissioni di CO2 di 4.000 tonnellate entro il 2025.

L’efficienza energetica. Il programma di efficienza energetica si basa su 4 principali iniziative. La prima riguarda il funzionamento energetico delle unità di teleriscaldamento che sarà diffuso in gran parte della città entro il 2025. Il teleriscaldamento è un sistema di riscaldamento a distanza. Attraverso una rete di condutture trasporta il calore generato da grandi centrali fino alle singole strutture abitative. L’impatto ambientale è minore così come gli sprechi energetici. 

Ristrutturazione e nuove costruzioni dei locali. La città è in continuo rinnovamento urbano e con ambiziosi progetti di retrofit energetico, o riqualificazione energetica. Con il rinnovamento urbano si vuole ridurre il consumo energetico di ogni proprietà di almeno il 20-30% e aumentare il suo rating di etichettatura energetica di due categorie. La riqualificazione sarà implementata in edifici che ospitano uffici pubblici, nell'edilizia sociale e tra i proprietari privati.

Inoltre, si costruirà un dialogo con i costruttori edili e i consulenti dei clienti su come sostenere gli obiettivi di efficienza energetica della città nei nuovi edifici e nella stesura dei piani di sviluppo locale. Questo obiettivo sarà raggiunto applicando un nuovo strumento di sostenibilità nel processo di pianificazione locale e attraverso incontri di dialogo e informazione con sviluppatori e consulenti.

Piano d'azione fotovoltaico. Un altro obiettivo per il 2025 è l’implementazione di un piano d'azione fotovoltaico per fornire l'1% del consumo di base di elettricità del 2010, o 26.000 MWh. Il piano d'azione si baserà sul progetto pilota di rinnovamento urbano Solar District North-West, con l’obiettivo di installare 5 MW di capacità fotovoltaica nel solo nel distretto nord-occidentale entro il 2025.

Conversione di edifici riscaldati singolarmente a gasolio. Circa 500.000 metri quadrati a Copenhagen non sono collegati alla rete di teleriscaldamento. Un sostanziale numero di questi è riscaldato da caldaie a gasolio. Parte del Piano Climatico prevede di identificare queste proprietà e lanciare iniziative per sostenere la conversione a fonti di energia rinnovabile, al teleriscaldamento o al gas entro il 2025.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 20 Maggio 2022
Martedì 15 Marzo 2022

La Turchia punta su vento e sole per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili

La Turchia esporta apparecchiature per l'energia eolica in 45 paesi di 6 continenti, ha dichiarato il Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali, Fatih Dönmez, a un vertice tenutosi lo scorso mese di febbraio nella capitale. Infatti, circa il 10% del fabbisogno elettrico del Paese è soddisfatto dal settore dell'energia eolica con una capacità totale aumentata nel 2021 con oltre 10.500 megawatt (MW) e il Presidente della Turkish Wind Energy Association (TÜREB), Ebru Arıcı, ha dichiarato che la Turchia aggiungerà circa 1.500 megawatt di energia eolica alla rete nazionale da qui al 2023. Un risultato che conferma l’importanza dell’eolico nel Paese, che rappresenta oggi uno dei 10 maggiori mercati a livello globale e quinto produttore nel 2021 di turbine eoliche in Europa.

Nel complesso la produzione di energia da fonti rinnovabili, escluso l’idroelettrico, è raddoppiata in Turchia rispetto al 2017 ed ha superato la prima volta alla fine del 2021 l’energia prodotta da fonti idroelettriche, un potenziale quello idroelettrico che ha risentito di lunghi periodi di siccità negli ultimi anni e il suo potenziale, anche a causa del riscaldamento globale, è stato quasi interamente utilizzato.

Il calo di produzione di energia idroelettrica è stato compensato dal gas: mentre la quota idroelettrica è diminuita dal 26% al 17%, il consumo di gas (61 miliardi metri cubi nel 2021) è passato dal 23% al 33% su base annua nel 2021 e ha spinto la quota di combustibili fossili al 65%.

Eolico e solare (di quest’ultima fonte si utilizza soltanto il 3% dell’effettivo potenziale che ha raggiunto nel 2021 7.815 MW di energia installata) nel 2021 hanno dunque stabilito nuovi record raggiungendo 44,6 terawattora (TWh) di energie prodotta con una quota, assieme, del 13,6% rispetto all'11,7% nel 2020.

L’aumento nel 2021 dell’utilizzo del solare e dell’eolico per la produzione di energia in Turchia non ha tuttavia coperto il fabbisogno del Paese ed il gap è stato colmato principalmente da carbone importato. Tornando all’eolico, merita citare il primo studio sull’energia eolica offshore galleggiante in Turchia per sfruttare il vento nei mari della Turchia a bassa profondità. Il progetto è stato presentato recentemente da alcuni ingegneri dell'Istituto di tecnologia di Izmir (IYTE) e sovvenzionato da TÜBITAK (il CNR turco) e si attende il rilascio del brevetto entro i prossimi due anni.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 15 Marzo 2022
Giovedì 23 Dicembre 2021

La capacità eolica offshore del Vietnam raggiungerà i 36 GW entro il 2045

La capacità eolica offshore del Vietnam aumenterà di 36 GW entro il 2045, secondo l'ultima bozza del Power Development Master Plan VIII.

Aumenterà a 4 GW entro il 2030, 10 GW entro il 2035 e a 23 GW entro il 2040. L'energia eolica offshore rappresenterà circa il 2,6% della capacità di generazione totale di energia elettrica nel 2030 e il 10,8% nel 2045. I parchi eolici offshore saranno situati principalmente nel nord e nel sud del paese.

Nella precedente bozza del piano, il Ministero dell'Industria e del Commercio aveva fissato l'obiettivo di aumentare la capacità di energia eolica offshore a 2-3 GW, ovvero l'1,5-2% del totale, entro il 2030.

In una riunione tenutasi per discutere l'ultima bozza venerdì, Mathias Hollander, senior manager del Global Wind Energy Council (GWEC), ha affermato che il Vietnam può avere una capacità di energia eolica offshore di 5-10 GW entro il 2030. La produzione di energia eolica offshore del paese ha un un'efficienza di oltre il 50%, simile a quella dell'energia idroelettrica, ha osservato.

Secondo i calcoli del GWEC, il Vietnam dovrà investire 10-12 miliardi di dollari per i primi 4-5 GW di capacità eolica offshore, ma il vento è una fonte infinita, quindi il Paese non dovrà continuare ad alimentare i parchi eolici, così come fa con centrali a carbone o a gas.

Nel frattempo, il costo unitario per 1.000 kWh di elettricità generata da un parco eolico offshore è di circa 83 dollari, in calo rispetto ai 255 dollari del 2010. Si prevede che scenderà ulteriormente a 58 dollari entro il 2025.

Con una costa di 3.260 km, basso livello del mare e alta velocità del vento (7-10 metri al secondo a un'altezza di 100 metri), il Vietnam è un magnete emergente per l'energia eolica offshore nel sud-est asiatico, affermano gli esperti.

 

Fonte: https://bit.ly/3yWM8wN    

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021