Mercoledì 11 Dicembre 2024
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Le biciclette elettriche hanno conquistato negli ultimi anni molti ciclisti di lunga data ma hanno anche convinto molti automobilisti a preferire la mobilità leggera e sostenibile. I dati e le ricerche di mercato più recenti dimostrano che il volume delle vendite e il fatturato stanno raggiungendo livelli molto alti e inaspettati.
I dati indicano infatti come negli Stati Uniti nel 2021 le vendite di biciclette elettriche abbiano superato quelle di auto elettriche e ibride messe insieme. Dati recenti confermano che questo ritmo non rallenterà.
La Light Electric Vehicle Association rivela che gli Stati Uniti hanno importato circa 790.000 biciclette elettriche nel 2021. Si tratta di un aumento significativo rispetto alle circa 450.000 biciclette elettriche importate nell’anno precedente e alle quasi 250.000 del 2019.
Oltre all'enorme aumento delle importazioni e delle vendite negli Stati Uniti lo scorso anno, occorre sottolineare che diverse aziende di biciclette elettriche sono state in grado di raccogliere finanziamenti significativi per investimenti a lungo termine e far fronte a questa crescente domanda, come per esempio, Rad Power Bikes, la più grande azienda statunitense di e-bike, che ha ottenuto finanziamenti per oltre 300 milioni di dollari.
I motivi di questa crescita della domanda sono molteplici: se da un lato la e-bike è intesa come valido sostituto all’utilizzo dei mezzi pubblici, dall’altro molti americani stanno riscoprendo un hobby a basso costo e che offre divertimento in tutte le stagioni dell’anno. È bene considerare inoltre che molti consumatori hanno deciso di acquistare una e-bike per il loro trasporto quotidiano in quanto questa permette di tagliare i costi in aumento di benzina, parcheggi, assicurazione e altri costi connessi, senza contare che la bicicletta elettrica permette di evitare il traffico insostenibile delle grandi metropoli americane.
Fonte: https://bit.ly/3VeOjVQ
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)
Il CEO, Yannick Laporte, della Sonepar in Brasile, multinazionale francese, che è in Brasile dal 2001 e opera nella distribuzione di materiale elettrico, come cavi e interruttori, sostiene la tesi che, per il 2023, lo sfruttamento di energia pulita l'energia in Brasile costituisce una grande attrazione per coinvolgere più multinazionali. E come prendersi cura della sostenibilità potrebbe interconnettere gli interessi della produzione e delle prestazioni nell'attività economica.
In quest'ottica, potrebbe essere una grande opportunità per convincere le industrie a produrre in Brasile. Perché l'impronta di carbonio è inferiore rispetto ad altri paesi. In Germania, solo il 25% della matrice elettrica è sostenibile. È troppo poco.
Ciò potrebbe fornire l'opportunità di collaborare con aziende dei paesi dell'UE, convincendo le fabbriche a stabilirsi in Brasile. E rafforzare la matrice energetica sostenibile, come solare, eolica.
L’aumento di queste attività potrebbe anche contribuire a dar supporto alla sostenibilità dell'ambiente e dell'attività economica, con un focus sull'agrobusiness, consentendo di aumentare la produttività e ridurre l'uso di fertilizzanti chimici e pesticidi nelle piantagioni, nonché di migliorare il riutilizzo nel ciclo di uso dell'acqua.
Da considerare inoltre che le multinazionali hanno obiettivi interni di sostenibilità. E questo appello non è più solo legale ed ecologico, è diventato un appello economico, in quanto afferma il rispetto del principio di sostenibilità nei processi produttivi, imponendo alle imprese l'adozione di processi interni per la sostenibilità, sia attraverso strumenti legislativi, sia attraverso strumenti sociali di condanna e deprezzamento commerciale del prodotto non conforme. Mentre invece fa molta presa presso il pubblico consumatore il marketing del prodotto verde, sostenibile e che rispetta l’ambiente.
Fonte: https://bit.ly/3PIMFdQ
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)
La Camera di Commercio Italiana per la Svezia ha organizzato per 25 imprenditori di Confindustria Ancona il tradizionale viaggio studio annuale del Club della Qualità.
L’iniziativa, che ha avuto come fil rouge il tema della sostenibilità, si è svolta dal 20 al 23 novembre a Stoccolma e ha visto la realizzazione di un programma denso di incontri e di visite aziendali.
Quello della sostenibilità è un tema che sta assumendo una rilevanza sempre maggiore nelle decisioni delle imprese e che vede Confindustria Ancona impegnata in prima linea e promotrice di un percorso che ha come finalità la creazione di una cultura condivisa e di una crescente sensibilità sul tema.
E allora, visto che le scelte di oggi configureranno il futuro del settore industriale e che sempre più aziende decidono di adottare piani industriali che prevedono azioni ed obiettivi che tengono conto dei criteri ESG, è stato molto utile per gli imprenditori confrontarsi con chi ha sviluppato una coscienza green e sostenibile, sia a livello pubblico che privato.
L’esempio della Svezia è lì a ricordarci che un’economia sostenibile è non solo possibile ma necessaria.
La Svezia è da anni, a livello internazionale, un modello di riferimento in materia di sostenibilità grazie a scelte rispettose dell’ambiente e del benessere sociale.
Scopri di più sul sito di Confindustria Ancona: https://bit.ly/3YxiCd5
La Thai Oil Public Company Limited è stata classificata come numero uno al mondo per la sostenibilità negli Indici di Sostenibilità Dow Jones (DJSI) del 2022. Il traguardo rispecchia l’impegno della Thaioil nell’applicare un approccio di business sostenibile a livello internazionale.
La Thai Oil è orgogliosa del suo successo globale; è infatti la 7^ volta che la compagnia vince il primo posto in questa classifica grazie alla sua visione di “Potenziare la vita umana attraverso energie e sostanze chimiche sostenibili”.
Il CEO e Presidente della compagnia Noppadol Pinsupa ha affermato: "Lo scorso anno, nonostante tutti gli ostacoli e le sfide, la Thaioil ha continuato con i suoi contributi alla società nella direzione del commercio sostenibile. La Thaioil è grata a tutti gli stakeholder che hanno creduto in noi e supportato il nostro successo globale. Rinnoviamo il nostro impegno per la sostenibilità sorretta dalla responsabilità sociale.”
Fonte: https://bit.ly/3OXn7tl
(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)
Già a partire dal 2021, la Danimarca ha adottato la “Strategia Nazionale per Costruzioni Sostenibili”, un progetto che prevede un graduale ma continuo irrigidimento delle norme riguardanti le emissioni dei gas serra nel settore edilizio in funzione del generale obiettivo volto alla riduzione delle emissioni totali del Paese del 70% entro il 2030.
Le nuove norme, che prendono il nome di BR23 e che entreranno in vigore il 1° gennaio 2023, sono parte di questa strategia. Il nuovo regolamento edilizio, infatti, richiede una maggiore e più dettagliata documentazione degli aspetti riguardanti la sostenibilità in edilizia.
Il nuovo regolamento indirizzerà il settore edilizio verso una maggiore attenzione agli aspetti della sostenibilità e costringerà ad adottare ulteriori misure per diminuire le emissioni di CO2 nella costruzione dei nuovi edifici.
Il BR23 avrà un impatto importante su tutte le imprese che operano nel settore dell'edilizia e che forniscono componenti e materiali per la costruzione di edifici, in particolare sulle aziende che operano nell’ambito dell’installazione e dell’industria metalmeccanica.
Uno dei punti principali presenti nel nuovo regolamento riguarda l’”analisi del ciclo di vita”, abbreviato LCA. Come suggerisce il nome, si tratta della richiesta di fornire un calcolo dell'impronta climatica totale dell'edificio per tutta la sua durata, dalla progettazione alla demolizione.
Un altro punto fondamentale si trova sotto la dicitura EPD, che sta per “dichiarazione ambientale di prodotto” e richiede la documentazione dell'impatto climatico e ambientale del materiale usato per la costruzione.
Ovviamente, l'obiettivo generale del nuovo regolamento è ridurre l'impronta climatica del settore edilizio, che oggi rappresentano il 35% delle emissioni totali di gas serra in Danimarca.
A livello pratico, per chi lavora nell'ambito delle installazioni, il BR23 comporta la stesura di una dichiarazione ambientale di prodotto per i materiali utilizzati da contratto. Non è invece richiesta la stesura dell’analisi del ciclo di vita, poiché è il cliente, il consulente o l'appaltatore principale ad essere responsabile di tale parte.
Per le aziende metalmeccaniche, invece, le nuove regole deliberano che, in funzione di produttore o fornitore di materiali da costruzione, l’azienda fornisca le dichiarazioni ambientali di prodotto dei materiali.
Ciò non è ancora obbligatorio per legge, ma prepararsi anticipatamente e fornire queste documentazioni può essere una buona idea per acquisire un vantaggio competitivo in relazione ai competitors.
Fonte: https://bit.ly/3UTnPJX
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Nel mondo dell'energia pulita poche aree sono dinamiche come il mercato delle auto elettriche. La crescita globale delle vendite di auto elettriche negli ultimi 3 anni è triplicata, anche se la pandemia ha ridotto il mercato delle auto convenzionali e i produttori hanno dovuto affrontare colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento.
Rispetto al 2019, la percentuale di auto elettriche nel mondo è triplicata nel 2021. Nel 2019, 2,2 milioni di auto elettriche sono state vendute in tutto il mondo, rappresentando solo il 2,49% delle vendite globali di auto. Nel 2020, il mercato complessivo delle auto si è contratto, ma le vendite di auto elettriche sono in controtendenza salendo a 3 milioni e rappresentando il 4,1% delle vendite totali di auto.
Le auto elettriche contribuiscono ad evitare il consumo di petrolio e le emissioni di CO2.
La Cina è il leader mondiale nella vendita di auto elettriche. Per anni, il Paese asiatico ha utilizzato come strategia quella di trasferire generosi sussidi per aumentare l'acquisto di veicoli elettrici nel Paese.
La China Passenger Car Association (CPCA) prevede che nel 2022 potrebbero essere vendute circa 5,5 milioni di auto elettriche e ibride plug-in. Questo numero è molto più alto dei 3,4 milioni di auto elettriche vendute nel 2021, che supera del 47% quella del continente europeo.
Fuori dai grandi mercati, le auto elettriche stanno crescendo lentamente. È il caso del Brasile, dell'India e dell'Indonesia, paesi in cui la ““market share” è inferiore all'1%.
Il Brasile si sta muovendo lentamente per elettrificare la sua flotta. Tra i motivi principali ci sono: mancanza di incentivi pubblici e prezzo elevato. Secondo un'indagine di ABVE (Associazione Brasiliana Veicoli Elettrici), la flotta elettrificata del Paese nel 2021 era di 77.259 mila. Nell'aprile 2022, il numero di auto elettrificate è balzato a 90.109. Tuttavia, tra le auto elettriche vendute, la maggior parte sono ancora ibride, con solo l'8% puramente elettriche, chiamate BEV (Battery Electric Vehicle).
In Brasile, i pochi incentivi esistenti provengono dai comuni, come il municipio di San Paolo e la sua legge sul clima. E gli incentivi previsti si riferiscono all'esenzione dall'IPVA, mentre non vi è ancora alcuna esenzione dall'IPI, ad esempio.
Attualmente l'IPI di un'auto elettrica "pura" è il doppio di quello di un'auto flessibile popolare, secondo ABVE.
Il Programma Rota 2030 prevede la concessione di tre benefici, tra i quali l'applicazione differenziata dell’imposta per la produzione industriale (IPI) per le imprese.
È inoltre allo studio al Parlamento un altro provvedimento, che esenta i veicoli elettrici e ibridi dalla tassa di importazione fino al 31 dicembre 2025.L'aspettativa con la proposta è di ridurre fino al 20% il prezzo finale dell'elettrificato in Brasile. Ma il provvedimento deve ancora essere approvato.
Fonte: https://bit.ly/3Mm2YvG
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)
Dopo l'invasione russa dell’Ucraina, l'Unione Europea si trova ad affrontare un nuovo scenario geopolitico che rimarca la necessità di ricorrere a energie rinnovabili e soluzioni sostenibili. A fine giugno, il governo danese ha concluso un accordo con il parlamento per accelerare la transizione verde. L’accordo raggiunto prevede l’istituzione di un nuovo fondo di investimento, denominato “fondo verde”, un ambizioso piano sulle energie rinnovabili e l’adozione di una nuova tassa sulla produzione di anidride carbonica.
Il nuovo fondo verde. Il fondo sarà pari a 7.2 miliardi di euro. Dal 2024 al 2040 sosterrà la transizione ecologica della Danimarca e la graduale eliminazione dei combustibili fossili.
Il piano sulle energie rinnovabili. Governo e parlamento hanno concordato un incremento storico dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Il piano mira ad offrire 4 gigawatt di energia offshore supplementare entro il 2030. Oltre ai 2 gigawatt già concordati, la Danimarca potrà ora quintuplicare la produzione di energia eolica sul mare nei prossimi otto anni. L'accordo mira anche a quadruplicare la produzione totale di elettricità da energia solare ed eolica sulla terraferma fino al 2030. L'obiettivo è che tutto il gas in Danimarca sia verde entro il 2030 e che il riscaldamento a gas nelle case danesi venga completamente eliminato a partire dal 2035.
Tassa sulla CO2. La riforma fiscale è il più grande passo verso gli obiettivi climatici del Paese. Il World Economic Forum ha definito questa riforma come la tassa sulle emissioni di CO2 più ambiziosa al mondo. Con la riforma, le emissioni di CO2 della Danimarca saranno ridotte di 4,3 milioni di tonnellate fino al 2030, pari ad una riduzione del 70% rispetto al 1990. Dall’altra parte le aziende non verranno lasciate sole, infatti questa riforma crea condizioni prevedibili consentendo al settore privato di adattarsi. Allo stesso tempo, si è adottato un accordo su un aiuto mirato per la conversione ecologica delle aziende più colpite dalla tassa sulla CO2. La riforma riduce così al minimo il rischio che emissioni e posti di lavoro vengano delocalizzati.
"La Danimarca ha uno degli obiettivi climatici più ambiziosi al mondo e con l'accordo sulla riforma fiscale abbiamo fatto un grande passo avanti verso il nostro obiettivo di riduzione del 70% delle emissioni di CO2 entro il 2030. La tassa sulla CO2 è uno strumento importante nella transizione dall'energia nera a quella verde, e un segnale forte del fatto che è vantaggioso diventare ecologici, mentre diventa sempre più costoso rimanere fedeli ai combustibili fossili", ha dichiarato il Ministro del Clima, dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità Dan Jørgensen. La Danimarca diventerà un polo energetico verde per l'Europa, con un'enorme espansione nel settore delle energie rinnovabili.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Con l’obiettivo di aiutare le piccole e medie imprese in Argentina nel cammino verso la transizione ecologica, l’italiana Enel X e Banco Santander Argentina hanno stretto un accordo per finanziare l’acquisto da parte delle PMI argentine di soluzioni energetiche innovative, rinnovabili o ad elevata efficienza.
Da una parte l’azienda italiana proporrà soluzioni energetiche su misura per il mercato argentino, mentre dall’altro Santander metterà a disposizione dei finanziamenti della durata di quattro o cinque anni che permettano alle imprese di investire nelle rinnovabili e in seguito recuperare la spesa attraverso il risparmio in bolletta.
In Argentina tutto il comparto della green economy è ancora in una fase embrionale e di conseguenza queste forme di investimento costituiscono una novità ma soprattutto un’opportunità di crescita sia per le aziende argentine che per gli investitori stranieri.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
La Thailandia ha fame di energia verde. Bangkok deve rivedere le proprie politiche energetiche per adempiere agli impegni presi durante gli Accordi di Parigi. Inoltre, urge correre ai ripari per alleviare la crisi climatica già in atto e salvaguardare gli ecosistemi Thailandesi. Un passaggio necessario, quello che porterà dalla dipendenza da petrolio, gas e carbone verso le energie rinnovabili. La seconda economia dell’ASEAN punta in primis su eolico e fotovoltaico. L’obbiettivo è chiaro, arrivare al 2030 con un mix energetico che comprenda per il 30% energie rinnovabili e al 2065 alla neutralità carbonica.
Le opportunità non mancano per l’Italia. Come ribadito dall’ Ambasciatore italiano in Thailandia, Lorenzo Galanti, c’è una chiara intenzione tra le parti di mantenere vivo il dialogo e lo scambio di conoscenze nel settore energetico.
Fondamentali saranno gli incontri Italia-ASEAN. Roma si impegna a sviluppare una cooperazione proficua e scambio di know-how in materia energetica. Bisogna ricordare come lo scambio commerciale tra Italia e Thailandia stia crescendo dopo lo scossone della pandemia. Numeri che fanno ben sperare a più ampie collaborazioni.
Fonte: https://bit.ly/3IXRhcM
(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)