Notizie mercati esteri

Giovedì 13 Aprile 2023

Statistiche sul turismo in Turchia - febbraio 2023

Sulla base dei dati provvisori resi noti dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 24 marzo, il numero di viaggiatori stranieri nel mese di febbraio 2023 è stato pari a 1,9 milioni (+21,3% sull’analogo periodo del 2022).

I dati indicano ai primi tre posti le città di Istanbul (57,96% sul totale) con 1,1 milione di presenze, seguita a distanza da Edirne al confine con Grecia e Bulgaria (11,9%) e da Antalya (10,5%).

Se si prende in considerazione il bimestre gennaio-febbraio 2023, i turisti stranieri che hanno visitato la Turchia sono stati quasi 4 milioni con un incremento del 37,3% rispetto all’analogo periodo del 2022. A livello geografico, i turisti della Federazione russa si collocano al primo posto, seguiti da bulgari e tedeschi.

Nel 2022, il numero di visitatori ha segnato una forte ripresa sull’anno precedente (+75%) con le presenze dall’estero che sono salite a 51,4 milioni di cui più di 7 milioni rappresentati da cittadini turchi residenti all’estero. Anche le entrate del turismo l’anno scorso hanno fatto segnare un incremento del 53,4% attestandosi a 46,3 miliardi di dollari. Il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, ha recentemente dichiarato che gli arrivi stranieri dovrebbero raggiungere i 60 milioni nel 2023 e i 90 milioni nel 2028. Per quanto riguarda le entrate da questo comparto, il Governo di Ankara prevede un aumento fino a 56 miliardi di dollari nel 2023, e 100 miliardi entro il 2028.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

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Giovedì 13 Aprile 2023

Statistiche del mercato immobiliare in Turchia del mese di febbraio 2023

Lo scorso 15 marzo sono stati resi pubblici da parte della TÜİK i dati riferiti al mese di febbraio 2023 delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Il settore ha fatto registrare un sensibile calo (-18%) non solo sull’analogo mese del 2022 ma anche rispetto al mese precedente di gennaio 2023, registrando il livello più basso da maggio 2021. Istanbul si colloca ancora una volta al primo posto con 15 mila unità vendute (18,7% del totale) seguita dalla capitale Ankara con 8.235 (10,3%) e Izmir con poco più di 5 mila unità vendute (6,3%) che scavalca, per il mese in osservazione, la città di Antalya.

In calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le abitazioni acquistate con mutui (-12,7). La tipologia di compravendita con finanziamenti rappresenta il 21,7% di tutti gli immobili venduti in Turchia. Più sensibile invece il calo registrato a febbraio 2023 sia degli acquisti di immobili nuovi (18,8%) che di quelli di seconda mano (70.176) rispetto a dicembre 2022.

I cittadini della Federazione russa (1/4 degli acquisti totali) si piazzano al primo posto con 1.183 unità acquistate, rispecchiando un andamento costante dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni occidentali. I russi, la maggior parte dei quali ha ottenuto la cittadinanza turca grazie all’acquisto di immobili, sono seguiti a distanza dagli iraniani, iracheni e ucraini (gli acquisti di quest’ultimi si concentrano in modo particolare nella provincia meridionale di Antalya).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

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Giovedì 13 Aprile 2023

Aggiornamento al 13 marzo 2023 dei flussi in entrata degli investimenti esteri

I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 13 marzo dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che a gennaio 2023 gli IDE in entrata in “equity capital” sono stati pari a 253 milioni di dollari, seguiti dai ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari (514 milioni) e dagli per strumenti di debito (ossia crediti e depositi commerciali, sottoscrizioni di titoli obbligazionari e prestiti) che hanno totalizzato nel mese in osservazione 61 milioni di dollari.

I disinvestimenti segnano invece il livello più basso degli IDE e si attestano a 13 milioni di dollari.

Nello specifico, nel mese di gennaio 2023, lo stock di investimenti in entrata si è attestato a 815 milioni di dollari (+5% sul mese precedente di dicembre 2022). I saldi negativi degli IDE nel mese di gennaio 2023 hanno rappresentato l’8,3% del deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti.

A gennaio 2023, il settore “vendite all’ingrosso e al dettaglio” ha fornito il più grande un contributo agli IDE in entrata pari al 30% del totale degli “equity capital” seguito da quello delle “vendite di prodotti chimici e farmaceutici” (21%). Apporto pari al 3% è stato quello delle vendite dei prodotti in metallo.

A gennaio 2023, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito i più importanti investitori in Turchia, detenendo una quota pari al 70% degli IDE totali in entrata nel Paese, con una crescita del 12%. Il blocco UE più Regno Unito è seguito dai Paesi dell’Asia orientale (13%) che hanno scavalcato gli altri Paesi dell’Europa (+6%); seguono i Paesi CIS e quelli delle Americhe e del Medio Oriente.

A livello di Paesi, nel rank riferito al mese in osservazione, i Paesi Bassi si piazzano al primo posto (30% degli IDE totali in entrata con un +14%), l’Olanda precede l’Irlanda (17%), la Germania (9%) e la Cina; entrano nella top 10, Taiwan e Hong Kong.

Nel 2022, i flussi di IDE in entrata in Turchia si erano attestati a 13 miliardi di dollari con la Spagna al primo posto con 1,6 miliardi di dollari che ha preceduto Paesi Bassi (863 milioni) e Svizzera (737 milioni). Nel complesso, il 2022 ha registrato un -2,4% rispetto al 2021.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

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Giovedì 13 Aprile 2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia - gennaio 2023

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel mese di gennaio 2023 - rispetto all’analogo mese del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento del 16,8% che colloca l’Italia al 5° posto tra i maggior partner commerciali con 1,9 miliardi di interscambio totale ed una quota del 3% sul totale importato dalla Turchia. L’Italia in ambito UE si piazza al secondo posto preceduta dalla Germania (3,6 miliardi di merci e servizi venduti) e prima della Francia mentre nell’area del Mediterraneo si conferma il primo partner commerciale della Turchia.

Nel mese di gennaio 2023, le esportazioni italiane sono state poco più di 1 miliardo di dollari con un incremento dell’export in valore del 32,7% rispetto a gennaio 2022 collocando il nostro Paese al 6° posto tra i principali fornitori della Turchia preceduta da Russia, Svizzera, Cina, Germania e Stati Uniti.

Si mantiene invece stabile quale 5° cliente dopo Germania, Stati Uniti, Russia e Regno Unito con 917 milioni di dollari di beni acquistati con un decremento dell’import in valore del 10,2% e un saldo positivo per l’Italia di poco più di 100 milioni di dollari.

La dinamica dell’export italiano nel mese in osservazione è stata trainata dalle vendite di combustibili e oli minerali (+241,3% rispetto al mese di gennaio 2022) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+226,4%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di prodotti chimici (95,6%). Sono risultati in calo l’export di ferro e acciaio (-27,4%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel mese in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati a 259 milioni di dollari.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel mese di gennaio 2023 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia superiore agli incrementi registrati dalla Germania e dal Regno Unito , mentre la Francia ha fatto registrare un leggero calo delle sue vendite. In ambito Ue, come detto, l’Italia è seconda solo alla Germania (1,7 miliardi di dollari) e si posiziona prima di Francia e Spagna, guadagnando quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti.

La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel mese di gennaio 2023 un forte calo negli acquisti italiani di combustibili e oli minerali mentre la prima voce dell’import italiano resta quella degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” con 175 milioni di dollari.

Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni della Turchia nel 2022 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione russa (+149,5%) e la Svizzera (+136,4%) mentre la dinamica dell’import turco segna, tra i più cospicui aumenti, un incredibile +1.164% degli elvetici (da imputare ad una impennata della richiesta di lingotti d’oro che a seguito dei terremoti del 6 febbraio è al momento preferito al mattone come bene rifugio).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

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Giovedì 13 Aprile 2023

Houston - Calendario eventi del settore agroalimentare

La Italy-America Chamber of Commerce of Texas presenta ufficialmente il programma degli eventi dedicati al settore agroalimentare per l'anno 2023 fino al primo trimestre del 2024.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

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Giovedì 13 Aprile 2023

Transizione energetica Germania e Italia sulla strada dell’idrogeno verde

Il Next Generation EU (NGEU) e l’Agenda 2030 sono alcuni degli strumenti attraverso i quali l’Europa sta affrontando la fornitura di elettricità, calore e combustibili. Crisi climatica, crisi energetica e crisi economico-finanziaria sono le principali ragioni per cui l’UE tende sempre di più verso la produzione e l’utilizzo di energie rinnovabili. Il 2022 è stato un’ottima annata per la transizione energetica, in particolare in termini di nuovi impianti eolici (+33%) e solari (+47%). Sia la Germania che l’Italia hanno fatto progressi significativi nell’ultimo anno.

I progressi in Italia e Germania

Italia e Germania hanno elevati consumi e una dipendenza da fonti energetiche fossili. Finora entrambi i paesi si sono affidati prevalentemente alle importazioni da altri paesi, ma nel 2022 hanno aumentato il numero di installazioni e di relativa energia green generata.

Nel 2022 la Germania è stato il Paese europeo con la maggiore percentuale di crescita in termini di nuove installazioni di impianti eolici e fotovoltaici, che hanno prodotto 8 gigawatt in più di energia. Complessivamente la Germania ha registrato circa il +9% in più di elettricità generata da fonti rinnovabili rispetto al 2021.

In Italia, al contrario, l’energia eolica ha sviluppi più lenti e ha visto l’installazione di meno di mezzo gigawatt di capacità. Buone, invece, le prospettive per l’energia solare: l’aumento di 2,6 GW nel 2022 ha superato per la prima volta dal 2014 la soglia annua di 1 GW. Dal 2023 al 2026 il Paese potrebbe installare da un minimo di 16,4 gigawatt ad un massimo di 34 gigawatt.

Verso l'idrogeno verde

Grazie alla crescita delle fonti di energia rinnovabile, sta aumentando l'interesse degli attori privati e pubblici per l'idrogeno verde, ovvero idrogeno prodotto con elettricità rinnovabile o a bassissima intensità di emissioni. L’idrogeno verde si ottiene attraverso un processo di elettrolisi; la successiva trasformazione produce energia e vapore acqueo (la sua produzione ha quindi un basso impatto ambientale) e rappresenta una valida alternativa ai combustibili fossili, in quanto può essere prodotto ovunque, stoccato ed utilizzato in diversi settori.

L´Italia dispone di fattori geografici e infrastrutturali favorevoli per la produzione di Idrogeno verde: risorse naturali (sole, vento, acqua) e condizioni climatiche adatte, la vicinanza all’Africa e una rete di gasdotti di oltre 32.600 km. Il Paese dispone inoltre di piano di investimenti di circa 3,7 miliardi di euro per progetti legati all'idrogeno con 10 hydrogen valleys in fase di realizzazione (in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia). L’Italia ha tuttavia necessità di ulteriori espansioni infrastrutturali: si stimano come necessari almeno 15 GW di elettrolizzatori e 70 GW di rinnovabili, mentre il piano italiano per l’idrogeno verde è fermo a 5 GW di elettrolizzatori entro il 2030. Il Paese dovrebbe inoltre avviare collaborazioni con altre aziende europee per lo sviluppo di tecnologie innovative legate all'idrogeno.

Dall´altro lato, la Germania ha avviato un piano per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2045 e una strategia nazionale per l'idrogeno, che prevede un fabbisogno fino a circa 90-110 TWh entro il 2030. Complementarmente rispetto all’Italia, la Germania dispone di brevetti (contribuisce alla quota di brevetti mondiali legati all’idrogeno per l’11%, mentre l'Italia solo per il 2%) e si concentra sull'espansione delle tecnologie, della produzione, dello stoccaggio, delle infrastrutture e delle applicazioni, compresa la logistica.

Sia Italia che Germania potrebbero giovare di questa risorsa e sono partner ideali la cooperazione transfrontaliera nell'ambito della produzione di idrogeno verde.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

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Giovedì 13 Aprile 2023

Nuovo record nell’interscambio tra Italia e Germania: i dati del 2022

Da decenni la Germania è il primo partner commerciale per l’Italia e i dati dell’interscambio del 2022 hanno mostrato un’ulteriore crescita rispetto 2021. Lo scorso anno, i rapporti economici bilaterali tra Italia e Germania sono cresciuti del +18,2%, per un valore di circa 168,5 Mld/€: numeri che rappresentano un nuovo massimo, rispetto al precedente record di 144 Mld/€ raggiunto nel 2021. Se la Germania si posiziona al primo posto tra i partner commerciali italiani, l’Italia è invece al 6° posto tra i fornitori e i mercati di destinazione dell’export tedesco.

I dati elaborati dall’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, indicano la Germania come primo mercato di destinazione dell'export dell'Italia, che nel 2022 si è attestata una quota del mercato tedesco pari al 12,4%, nonché suo primo fornitore, con una quota di mercato del 13,9%. La Germania è infatti il primo partner italiano sia per le esportazioni, che hanno raggiunto i 77,5 miliardi (+15,8%), che per le importazioni (+20,2%, per un valore di 91 Mld/€). I settori chiave dell’interscambio sono quelli industriali: siderurgia, chimico-farmaceutico e macchinari: tutti settori già consolidati e in crescita in termini monetari.

La categoria merceologica più esportata dall’Italia in Germania è quella dei metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti), che ha generato 15.221,5 Mln/€ (19,6% sull’export totale in Germania), seguito da Macchinari e apparecchi n.c.a. (9.982,3 Mln/€, 12,9% delle esportazioni), Mezzi di trasporto (8.859,6 Mln/€, 11,4%), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (7.421,8 Mln/€, 9,6%), Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (5.745,4 Mln/€, 7,4%) Sostanze e prodotti chimici (5.605,1 Mln/€, 7,2%).

I principali prodotti della Germania importati in Italia sono stati, invece: Mezzi di trasporto (13.099,3 Mln/€; 14,4% sull’import totale dell’Italia dalla Germania), Sostanze e prodotti chimici (11.260,9 Mln/€, 12,4% delle importazioni), Macchinari e apparecchi n.c.a. (10.837,9 Mln/€, 11,9%) Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (10.584,0 Mln/€, 11,6%), Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (9.661,3%, 10,6%), Apparecchi elettrici (6.404,2 Mln/€, 7%).

Non sempre, tuttavia, l’aumento del valore è coinciso con un aumento dei volumi dei prodotti esportati: il maggiore valore è infatti in parte dovuto all’inflazione. Settori come quello dei macchinari e l’agroalimentare per l’export italiano e il settore della gomma ed dell’elettrotecnica-elettronica per l’export tedesco, hanno visto un aumento anche a livello quantitativo. Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio Italo-Germanica AHK L’export del comparto siderurgico ha invece visto una contrazione nei volumi: in Germania sono infatti diminuiti i livelli di produzione, con un conseguente aumento dei prezzi. 

Secondo quanto riportato dalla AHK, la guerra tra Russia e Ucraina ha favorito la regionalizzazione, invece di compromettere gli scambi commerciali: le regioni trainanti dell’interscambio sono state, per l’Italia, quelle settentrionali: al primo posto la Lombardia (in cui il valore complessivo dell’interscambio si è attestato a 56,2 Mln/€), seguita da Veneto (24,1 Mln/€), Emilia-Romagna (19 Mln/€) e Piemonte (14,8 Mln/€); al quinto posto il Lazio con un valore generato di 11,4 Mln/€. In Germania, invece, il Baden-Württemberg ha raggiunto livelli record, generando tra import e export un valore di 34,2 Mln/€ e superando la Baviera (che si è aggiudicata il secondo posto, con 27,8 Mln/€); a seguire, la Renania Settentrionale-Vestfalia (27,4 Mln/€), la Bassa Sassonia (10,2 Mln/€) e l’Assia (9,8 Mln/€).  

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

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Giovedì 13 Aprile 2023

The Ocean Race - Tappa a Itajaí stato di Santa Catarina, Brasile

Lo stato brasiliano di Santa Catarina (SC) ospita, nel mese di aprile, l'unica tappa di The Ocean Race 2023 in America Latina. La tappa si svolge nella città di Itajaí.

La Ocean Race riunisce alcuni dei migliori velisti del mondo. I velisti della più grande regata transoceanica del mondo iniziano ad arrivare nelle acque di Itajaí nei primi giorni di aprile.

Per l'occasione è stato ufficialmente inaugurato uno stand dedicato a Genova, la città italiana che sarà la destinazione finale della competizione. Lo stand, allestito al The Ocean Live Park, nome dato a Vila da Regata, presenta le potenzialità e le diverse vocazioni della città italiana, ultima tappa della più grande regata transoceanica del mondo.

L'ingresso alla Vila da Regata de Itajaí è aperto al pubblico. La Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile invita a visitare lo stand, dove ha preparato una serie di attività interessanti per raccontare un po' dell'incredibile e ricca storia di Genova e della sua vocazione internazionale.

The Ocean Race Live Park ha anche attrazioni con gastronomia, spettacoli musicali e mostre, oltre alla fiera commerciale dedicata al business del settore.

L'organizzazione prevede che più di 500.000 persone passeranno per il luogo fino al 23 aprile, quando i marinai lasceranno la città a Santa Catarina e si dirigeranno a Newport (USA).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)

 

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Giovedì 13 Aprile 2023

Porsche investe un miliardo di euro in Slovacchia

La casa automobilistica tedesca Porsche sta investendo oltre 1 miliardo di euro in uno stabilimento per la produzione di moduli di batterie per auto elettriche a Horná Streda, creando 600 posti di lavoro.

Inizialmente l'investimento avrebbe dovuto essere di 250 milioni di euro, ma Porsche ha deciso poi aumentarlo. La costruzione, iniziata a gennaio, è stata rallentata a causa della lentezza del processo di autorizzazione da parte delle autorità slovacche.

L'impianto dovrebbe iniziare la produzione alla fine del 2024, producendo batterie per il modello Porsche Cayenne prodotto a Bratislava. L'impianto comprenderà anche un centro di sviluppo tecnologico delle batterie, con 60 ingegneri già pronti a lavorarvi.

Porsche ha già uno stabilimento di utensili a Dubnica nad Váhom con 200 dipendenti e un fatturato annuo di 21 milioni di euro. Si tratta del terzo investimento da un miliardo di euro nel settore automobilistico locale negli ultimi tre anni, dopo il nuovo stabilimento Volvo e dell'espansione dello stabilimento Volkswagen di Bratislava.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

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Giovedì 13 Aprile 2023

Slovacchia - Settore automotive

L’industria automobilistica slovacca è uno dei principali attori dell'industria automobilistica globale. La Slovacchia è infatti tra i venti maggiori produttori di auto al mondo. L’industria automobilistica rappresenta il 50% della quota della produzione industriale totale slovacca, il 13% del PIL complessivo del Paese ed il 42% delle esportazioni totali del paese.

La produzione automobilistica è al momento per lo più concentrata nelle regioni della Slovacchia occidentale (regione di Bratislava 52%, regione di Trnava 57%, regione di Zilina 69%). A causa della produttività elevata ed in costante aumento, la produzione in questo settore non è più classificata come a basso costo.

Tuttavia, rimane competitiva in termini di costi a livello regionale ed europeo. La forza lavoro slovacca è nota per la sua flessibilità, eccellente qualificazione e alta produttività.  La Slovacchia ha prodotto più di un milione di automobili nel 2022. Nel settore operano più di 350 subfornitori con 176.000 lavoratori addetti direttamente nel settore (261 000 se si considerano anche i lavoratori coinvolti non direttamente). I produttori già presenti sono Stellantis, KIA, Volkswagen, Jaguar e Land Rover.

La casa automobilistica tedesca Porsche ha deciso di investire oltre un miliardo di euro in uno stabilimento per la produzione di moduli di batterie per auto elettriche a Horná Streda, creando 600 posti di lavoro. L'impianto dovrebbe iniziare la produzione alla fine del 2024, producendo batterie per il modello Porsche Cayenne prodotto a Bratislava nello stabilimento della VW. L'anno scorso lo stabilimento Volkswagen di Bratislava ha aumentato le vendite del 2% a 9,7 miliardi di euro e l'utile ante imposte del 5% a 278 milioni di euro. La produzione è scesa del 14% a 269.000 autovetture a causa di problemi alla catena di approvvigionamento, ma sono aumentate le vendite dei costosi modelli SUV. L’azienda ha investito nello stabilimento lo scorso anno 345 milioni di euro. Nel 2023-27, VW prevede di investire un miliardo di euro per lanciare la produzione di 11 nuovi modelli, tra cui la VW Passat e la Škoda Superb entro quest'anno e la Porsche Cayenne elettrica nel 2025. Gli investimenti creeranno 70.000 mq di nuovi capannoni. L'anno scorso l'impianto ha ridotto la sua forza lavoro di 600 unità, portandola a 10.900 addetti, ma prevede di assumere centinaia di lavoratori nel 2023. Il loro stipendio medio, esclusi i dirigenti, era nel 2022 di 2.273 euro. Lo stabilimento produce attualmente i modelli VW Touareg, Audi Q7 e Q8, Porsche Cayenne, VW up! e Škoda Karoq.

Lo stabilimento automobilistico Stellantis di Trnava interromperà invece la produzione del modello Peugeot 208 nell'ottobre del 2023. Durante i fine settimana, l'impianto preparerà un nuovo programma di produzione, che comprende l'assemblaggio di nuove auto elettriche (probabilmente Citroën C3 Aircross e Opel Crossland). Un investimento di 180 milioni di euro aumenterà la capacità produttiva dell'impianto di 50.000 auto all'anno.

La Volvo aprirà una fabbrica dedicata alla produzione di auto elettriche in Slovacchia per rafforzare la sua posizione nel passaggio alla vendita di soli veicoli a batteria. La casa automobilistica svedese, sostenuta dalla cinese Geely, spenderà 1,2 miliardi di euro per un nuovo stabilimento a Košice che è già in via di costruzione. La Volvo prevede di costruire 250.000 automezzi l’anno una volta che l’impianto andrà a regime nel 2027

 Il produttore slovacco di batterie per auto elettriche Inobat ha avviato la produzione di batterie a Voderady nel marzo 2023. Utilizza una linea di produzione da 45 MWh che il fornitore cinese Wuxi Lead ha spedito in Slovacchia. Le sue linee sono utilizzate anche da CATL, Northvolt, Panasonic, Samsung, LG e Volkswagen. Inobat sta avviando un centro di sviluppo a Kysuce.

Il Ministero dell'Economia ha inviato per le osservazioni il Piano d'azione per l'elettromobilità per il 2022-26, secondo il quale entro il 2026 dovranno essere aggiunte 3.000 stazioni di ricarica per auto elettriche. Alla fine dello scorso anno in Slovacchia c'erano 1.020 stazioni. Il Ministero vuole stanziare 30 milioni di euro dal Recovery Fund per la costruzione di 228 stazioni di ricarica sulle autostrade e sulle strade di prima categoria. Non esclude nemmeno sovvenzioni per l'acquisto di auto elettriche, pur non specificando le fonti di finanziamento. È prevista la creazione di un prezzo speciale dell'elettricità per la ricarica delle auto elettriche.

La casa automobilistica Kia di Žilina ha annunciato che nel 2025 inizierà la produzione di un nuovo modello elettrico di segmento C. Non sono stati forniti dettagli sul volume di produzione o sul modello specifico. Nel 2020 aveva informato che avrebbe avviato la produzione di auto elettriche a Žilina nel 2024. Entro il 2030, Kia vuole aumentare le vendite di auto elettriche dagli attuali 160.000 mezzi all'anno a 1,2 milioni e l’impianto di Žilina sarà la sua base di produzione europea di auto elettriche. 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

 

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