Domenica 19 Ottobre 2025
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Vantaggi e misure europee
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo di materiali e prodotti esistenti, al fine di ridurre i rifiuti e l’impiego di materie prime. Per stimolare lo sviluppo dell’economia circolare, la Commissione europea ha presentato il primo piano d'azione per l’economia circolare (Circular Economy Action Plan) già nel 2015. Il nuovo piano d’azione, presentato nel 2020, è stato poi incentrato sulla sostenibilità dei prodotti, sula riduzione dei rifiuti e sul 'diritto alla riparazione'. Negli ultimi anni sono state infine introdotte misure aggiuntive, tra cui nuove regole sugli imballaggi volte a migliorarne il design e incentivarne il riutilizzo e il riciclo.
Attuazione delle norme in Italia
L’adozione delle norme europee in Italia è normata dalla “Strategia nazionale per l’economia circolare”, documento programmatico introdotto nel 2021, che individua le azioni, gli obiettivi e le misure per la transizione verso un’economia circolare e per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Il documento definisce una roadmap di azioni e di target misurabili da qui al 2035. Secondo il Circular Economy Report a cura dell’osservatorio Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2022 il numero di imprese che hanno implementato la pratica dell’economia circolare è amentato al 57% (rispetto al 44% nel 2021). Tuttavia, il 65% delle aziende che non hanno ancora implementato queste pratiche, non ha mostrato interesse nell’adottarle in futuro. La principale barriera all'adozione di pratiche manageriali per l’economia circolare sarebbe l’incertezza governativa. L’Italia è tuttavia uno dei Paesi europei più performanti con nell’attività di riciclo. Nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: percentuale in leggera crescita rispetto al record del 73% nel 2020 e un risultato che supera il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025.
Attuazione delle norme in Germania
In Germania, Il Governo federale sta sviluppando una Strategia nazionale per l'economia circolare (NKWS). L'NCWS è una strategia quadro in cui il governo federale definisce gli obiettivi, i principi fondamentali e le misure che supportano tutte le strategie relative alla politica delle materie prime. Obiettivi chiave della NKWS sono la protezione dell'ambiente e del clima, la riduzione dell'inquinamento e la tutela della biodiversità.
Anche la Germania ha un buon livello di riciclo (circa il 63% nel 2022), ma punta a raggiungere obiettivi più elevati nei prossimi anni. Secondo la NABU (Unione tedesca per la conservazione della natura e della biodiversità), tuttavia, la Germania consuma ogni anno circa 1,3 miliardi di tonnellate di materie prime per un consumo pro capite di 16 tonnellate all'anno. Per ora, inoltre, l’economia tedesca è ancora prevalentemente lineare, con un tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMU) solo del 12%. Tuttavia, se tutti i rifiuti prodotti ogni anno in Germania fossero completamente riciclati, la CMU potrebbe passare dal 12 al 22%. Oltre al riciclaggio, dunque, il Paese sta sviluppando anche altre misure e prevedendo investimenti in settori come quello energetico, al fine di ottimizzare l’impiego di materie prime.
Fonte: https://tinyurl.com/2cv33pam
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
La produzione automobilistica britannica è cresciuta nuovamente il mese scorso, registrando aumenti per il terzo mese consecutivo sia nella produzione di automobili sia nelle vendite internazionali - secondo i nuovi dati della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT).
I dati mensili dello SMMT hanno mostrato che le esportazioni sono aumentate del 14,7% rispetto ad aprile dello scorso anno, portando il numero totale di vendite internazionali a 54.820 unità. La produzione di auto è cresciuta del 9,9%, salendo a 66.527 unità realizzate, 5.973 in più rispetto ad aprile 2022. Più di otto auto su 10 sono state vendute all'estero, rendendo le esportazioni un fattore chiave.
JustAuto ha attribuito parte dell'aumento della produzione all'allentamento delle pressioni sulla catena di approvvigionamento, in particolare per quanto riguarda i semiconduttori. L'UE è rimasta il più grande mercato per il settore, seguita da Stati Uniti, Cina e Australia. Oltre la metà (58,4%) delle esportazioni è stata verso l'UE, con un aumento del 12,2% rispetto allo stesso mese del 2022. Le esportazioni verso la Cina sono diminuite del 3,6%, rendendolo l'unico mercato che ha visto una riduzione delle vendite internazionali.
Le auto elettriche e ibride hanno registrato una crescita significativa, con le vendite combinate in aumento del 56,2% - oltre un terzo della produzione totale. L'SMMT ha affermato che quest'anno sono stati prodotti 113.315 veicoli elettrici.
Mike Hawks, CEO di SMMT, ha dichiarato: “La produzione automobilistica nel Regno Unito sta ricominciando a funzionare, una buona notizia per il settore. Queste cifre mostrano come le esportazioni, in particolare verso l'Europa, continuino a essere il fondamento del settore automobilistico britannico. È importante salvaguardare la competitività delle relazioni commerciali tra UK e UE".
L'SMMT ha attirato poi l'attenzione sui requisiti delle norme di origine, contenuti nell'accordo commerciale e di cooperazione (TCA) tra Regno Unito e UE, che dovrebbero essere applicate dal prossimo anno in poi. Almeno il 40% del valore di qualsiasi auto elettrica dovrà provenire dall'UE o dal Regno Unito per evitare l'obbligo di pagare i dazi all'importazione, con questo numero che aumenterà al 45% dal 1° gennaio 2024. Dal 1° gennaio 2027 in poi, questo dovrebbe aumentare al 55%, con un requisito aggiuntivo riguardante la batteria dei veicoli ibridi.
Attualmente fino al 70% dei componenti delle batterie dei veicoli elettrici può provenire da paesi al di fuori del Regno Unito o dell'UE prima dell'applicazione delle tariffe: le case automobilistiche stanno chiedendo una rinegoziazione del TCA.
Fonte: https://tinyurl.com/46e7ksr9
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
I consumatori britannici hanno aumentato la propria spesa, con i volumi di vendita che hanno raggiunto i livelli massimi da metà 2021 - secondo i dati ufficiali sull’impatto dell'aumento dell'inflazione. Le vendite di aprile sono aumentate dello 0,5%, leggermente di più rispetto a marzo, quando sono crollate dell'1,2%. Gli economisti avevano previsto questo aumento, dopo dell’entrata in vigore degli aiuti governativi a sostegno di molte famiglie britanniche a basso reddito. Nel periodo febbraio-aprile 2023, le vendite sono aumentate dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti, il maggiore aumento dall’agosto 2021.
"Aprile ha visto un sorprendente aumento delle vendite al dettaglio, nonostante le continue pressioni inflazionistiche", ha dichiarato Oliver Vernon-Harcourt, responsabile della vendita al dettaglio di Deloitte. "L'ambiente economico rimane incredibilmente difficile per molti, ma la fiducia dei consumatori sta lentamente migliorando rispetto ai minimi storici registrati lo scorso anno".
Emma Mogford, gestore di fondi del Premier Miton Monthly Income Fund, ha affermato che l'aumento dei salari sta compensando parte della compressione del costo della vita. "Tuttavia, qualsiasi aumento della disoccupazione nel corso dell'anno potrebbe smorzare ancora una volta la fiducia", ha dichiarato.
L'inflazione è rallentata all'8,7% ad aprile, rispetto il 10,1% di marzo, ma si è trattato di un calo minore del previsto. Il governatore della Bank of England Andrew Bailey ha sottolineato che l'inflazione potrebbe rivelarsi "ostinata". I volumi delle vendite al dettaglio in aprile sono stati inferiori del 3,0% rispetto all'anno precedente. Le vendite di generi alimentari sono diminuite del 2,7% annuo, anche se si è trattato del secondo calo più piccolo dalla fine del 2021.
JD Sports Fashion ha dichiarato di aspettarsi che il proprio profitto supererà per la prima volta 1 miliardo di sterline ($ 1,26 miliardi) quest'anno; Marks & Spencer (MKS.L), uno dei rivenditori britannici più noti, ha previsto una modesta crescita dei ricavi. Su base mensile, le vendite di generi alimentari sono aumentate dello 0,7% dopo essere diminuite dello 0,8% a marzo.
Fonte: https://tinyurl.com/25j3ynjk
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il Comitato Esecutivo di Gestione (Gecex) della Camera del Commercio Estero (Camex) ha deciso di azzerare, fino al 31 dicembre 2025, la tassa di importazione su 628 macchine e attrezzature. Circa l'80% delle merci non viene prodotto in Brasile.
Secondo Camex, la riduzione tariffaria consentirà alle aziende di importare merci per un valore superiore a 800 milioni di dollari. Dei 40 settori dell'economia che ne beneficeranno sono la metallurgia, l'elettricità e il gas, le automobili, la cellulosa e la carta. La maggior parte dei prodotti proviene da Stati Uniti, Cina, Germania e Italia. Delle 628 attrezzature che avranno zero tasse di importazione, 564 sono di produzione industriale all'estero e 64 per l'informatica e le telecomunicazioni.
Capsule di gelatina e concentrato proteico
Il comitato ha inoltre approvato un provvedimento antidumping per le capsule di gelatina utilizzate nell'assunzione di medicinali e integratori. In questo modo, l'input, che viene importato dal Messico e dagli Stati Uniti, riceverà tasse aggiuntive per evitare danni all'industria nazionale.
“Dopo un'indagine condotta dalle autorità brasiliane del Dipartimento della difesa commerciale (Decom) del Dipartimento del Commercio Estero (Secex) del MDIC (Ministero dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi), è stata verificata l'esistenza del dumping, considerato una pratica commerciale sleale”, sottolinea una nota della Camex.
Il provvedimento durerà cinque anni per l'input, comunemente utilizzato nelle farmacie, negli integratori alimentari e nei prodotti veterinari.
Per quanto riguarda i concentrati proteici, Gecex ha escluso il prodotto dall'Elenco delle Eccezioni alla Tariffa Esterna Comune del Mercosur (Letec), dopo aver verificato la capacità produttiva nel Paese.
Secondo Camex, l'inclusione di questo prodotto in Letec con aliquota 0% ha causato perdite all'industria nazionale e, quindi, ora torna alla tariffa consolidata in Mercosur (11,2%). Ciò consentirà al settore produttivo di competere in una maggiore parità di condizioni di prezzo e di continuare a investire nell'aumento della capacità produttiva e nella generazione di posti di lavoro e reddito nel Paese.
I concentrati sono presenti nelle proteine della soia, consumate dagli sportivi.
Fonte: https://tinyurl.com/4e7zpejd
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Le famiglie britanniche hanno pagato circa 7 miliardi di sterline dall’inizio della transizione post Brexit, per coprire il costo aggiuntivo delle barriere commerciali sulle importazioni dall'UE nel settore agroalimentare – come riportato dai ricercatori della London School of Economics (LSE).
L'ultimo report dell'università ha rilevato che le barriere commerciali hanno ostacolato le importazioni, facendo aumentare la spesa media di 250 sterline. Il costo del cibo in UK è aumentato vertiginosamente del 25% dal 2019: se le restrizioni commerciali post-Brexit non fossero entrate in vigore, questo sarebbe stato del 17%, quasi un terzo in meno.
La somma dell'impatto della Brexit su tutte le famiglie britanniche ha raggiunto la cifra di 6,95 miliardi di sterline. “Tra dicembre 2019 e marzo 2023, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati di quasi il 25%. Questa analisi suggerisce che in assenza di Brexit questa cifra sarebbe inferiore di 8 punti percentuali (ovvero il 30%)". L'anno scorso, il centro LSE per le prestazioni economiche aveva sottolineato come l'uscita dall'UE avesse aggiunto in media 210 sterline alle spese in generi alimentari dei consumatori britannici nei due anni fino alla fine del 2021, per un costo totale di 5,8 miliardi di sterline.
Negli ultimi dati riportati dell'Office for National Statistics, la misura dell'inflazione dei prezzi al consumo è scesa all'8,7% ad aprile, rispetto al 10,1% di marzo, ma l'inflazione alimentare nell'ultimo anno è rimasta elevata al 19%.
Il Fondo monetario internazionale ha esortato il Regno Unito ad abbassare le barriere non tariffarie, così da ridurre l'inflazione. In un controllo sull'economia UK, l'organismo con sede a Washington ha affermato che il governo dovrebbe lavorare per ridurre l'inflazione generata dalle barriere commerciali, soprattutto dopo l'accordo di Windsor tra Londra e Bruxelles.
Fonte: https://tinyurl.com/2bm2unfe
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Secondo i dati diffusi il 24 maggio dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l'economia portoghese è cresciuta quattro volte più velocemente della media OCSE durante il primo trimestre del 2023, registrando la seconda migliore performance tra i 38 paesi che compongono l'Organizzazione.
Fino a marzo, rispetto agli ultimi tre mesi del 2022, la crescita media nell'area OCSE è stata dello 0,4%. In Portogallo, la ricchezza prodotta è aumentata dell'1,6%, valore inferiore solamente a quello registrato dalla Polonia, il cui Pil è cresciuto del 3,9%.
La maggior parte dei Paesi OCSE ha mostrato una crescita contenuta, nonostante la media sia superiore allo 0,2% registrato nell'ultimo trimestre del 2022. Nell'Eurozona nel suo complesso si è registrata un'evoluzione leggermente positiva, passando dalla stagnazione dell'ultimo trimestre del 2022 a un aumento dello 0,1% nel primo trimestre di quest'anno.
Fonte: https://tinyurl.com/y9jrwu4w
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)
Il primo ministro britannico Rishi Sunak e i capi delle principali società di intelligenza artificiale OpenAI, Google DeepMind e Anthropic lavoreranno insieme per garantire che i cittadini UK traggano vantaggi e benefici dall’utilizzo delle nuove tecnologie - hanno affermato in una dichiarazione dopo l'incontro di mercoledì.
Sunak e i leader delle aziende - Sam Altman di OpenAI, Demis Hassabis di Google DeepMind e Dario Amodei di Anthropic - hanno discusso dei rischi posti dall'IA, dalla disinformazione e della sicurezza nazionale.
Hanno parlato anche delle strategie che i diversi laboratori stanno sviluppando per gestire i possibili rischi e delle nuove collaborazioni internazionali in termini di sicurezza e regolamentazione dell’intelligenza artificiale e la robotica avanzata.
Il Regno Unito ha dichiarato lo scorso marzo che dividerà la responsabilità relative allo sviluppo dell’IA tra i suoi dipartimenti per i diritti umani, la salute, la sicurezza interna e il mercato concorrenziale, invece di creare un nuovo organismo con conoscenze specifiche del settore.
Fonte: https://tinyurl.com/bdpdpdh8
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Le modifiche al sistema di immigrazione a seguito della Brexit non hanno incentivato le aziende UK ad investire nuovi fondi nel reclutamento e nella formazione di lavoratori britannici, secondo un rapporto del Chartered Institute of Personnel Development.
Il CIPD ha analizzato l’approccio che le aziende britanniche hanno avuto nell’adattarsi al sistema di immigrazione a punti, dalla sua introduzione nel gennaio 2021. Il nuovo sistema è stato lanciato per aiutare ad attrarre lavoratori altamente qualificati e colmare le carenze di personale. Tuttavia, le restrizioni nell’assumere lavoratori migranti non hanno incoraggiato le aziende britanniche a reclutare e formare lavoratori nel paese come era stato previsto.
"Il nuovo sistema d’immigrazione avrebbe dovuto incoraggiare le aziende ad investire maggiormente in lavoratori locali, ma in troppi casi ciò non si è verificato", ha dichiarato Ben Willmott, responsabile delle politiche pubbliche per il CIPD, invitando il governo a fare di più per sostenere l'occupazione e la formazione dei lavoratori nel paese.
Il primo ministro britannico Rishi Sunak sta affrontando diverse pressioni, tra le condizioni tese del mercato del lavoro e la resistenza politica all'aumento della migrazione. Nel 2019, il partito conservatore si era impegnato a ridurre la migrazione netta annuale al di sotto delle 250.000 unità, entro le prossime elezioni. Tuttavia, i dati sulla migrazione netta, che verranno pubblicati questa settimana, dovrebbero mostrare un balzo ad almeno 700.000, più del doppio dei 335.000 registrati nel periodo precedente al voto sulla Brexit.
Fonte: https://tinyurl.com/2s4ctxub
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il tasso d’incremento dei prezzi alimentari è diminuito per il secondo mese consecutivo – come affermato dalla società di ricerca Kantar. I prezzi sono aumentati del 17,2% rispetto a un anno fa nelle quattro settimane fino a metà maggio, in calo rispetto al 17,3% del mese scorso. Questo è il terzo tasso più veloce registrato da Kantar dal 2008, anche se gli esperti prevedono che gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari diminuiranno ulteriormente entro la fine dell'anno.
A fine mese il cancelliere Jeremy Hunt incontrerà numerosi produttori britannici per discutere del costo del cibo e cercare alternative per alleviare la pressione sui consumatori. Secondo Fraser McKevitt, responsabile della vendita al dettaglio e dei consumatori di Kantar, il leggero calo di maggio dell'inflazione dei prezzi dei generi alimentari è stata "senza dubbio una buona notizia per gli acquirenti". Tuttavia, un calo dell'inflazione non significa che i prezzi stanno diminuendo, ma solo che il tasso di aumento sta rallentando. I cittadini stanno cercando di risparmiare denaro, anche optando per prodotti equivalenti a marchio “proprio” dei supermercati - ha affermato McKevitt.
Nonostante le pressioni sui prezzi, i cittadini britannici hanno speso 218 milioni di sterline durante la settimana dell'incoronazione - come suggerisce la ricerca di Kantar. Lo spumante e il vino fermo hanno riscosso grande successo, con vendite in aumento rispettivamente del 129% e del 33%. L'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari sta contribuendo ad alimentare l'inflazione, che ha toccato il 10,1% nell'anno fino a marzo. I prezzi del cibo sono aumentati nell'ultimo anno dopo che l'impennata delle tariffe dell'energia ha fatto salire i costi di produzione - i prezzi all'ingrosso sono tuttavia in calo.
La scorsa settimana, il primo ministro Sunak ha tenuto un vertice a Downing Street, e martedì il cancelliere incontrerà i produttori alimentari per discutere dei prezzi elevati. Jeremy Hunt avrà una riunione anche con l'Autorità per la Concorrenza e i Mercati, circa le indagini sui mercati dei carburanti e dei generi alimentari.
"I prezzi sono ancora molto più alti rispetto a 12 mesi fa, attualmente a 1,60 sterline contro 1,30 sterline dell'anno scorso, ma i rivenditori sanno quanto sia importante offrire anche piccoli risparmi su prodotti di base come per esempio il latte". Ad aprile, Aldi, Lidl e Asda si sono uniti ad altri supermercati come Sainsbury's e Tesco per tagliare il prezzo del latte.
Fonte: https://tinyurl.com/2nxyww9m
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Perché un’economia circolare?
L’importanza del passaggio verso forme di consumo più sostenibili per la Danimarca è dato dai dati stessi riguardanti gli alti livelli di consumo nel paese. Secondo il Global Footprint Network, il sovra-consumo danese rappresenta, infatti, il doppio della media mondiale. Allo stesso modo, secondo Statistics Denmark, nel 2018 la Danimarca ha avuto un consumo di risorse naturali di circa 23 tonnellate pro capite all'anno, tenendo conto anche delle importazioni e delle esportazioni. Il consumo danese è, quindi, significativamente superiore alla media UE di circa 15 tonnellate pro capite.
Il piano di azione per l’economia circolare
“The Danish Government's Action Plan for Circular Economy” rappresenta il piano nazionale volto alla prevenzione ed alla gestione dei rifiuti nell’arco temporale che va dal 2020-2032 varato dal Governo danese.
Tale piano descrive gli obiettivi, gli indicatori, le politiche e le iniziative previste dalla Danimarca verso l’intera catena del valore circolare, catena questa, che va dalla progettazione, al consumo, sino alla gestione dei rifiuti. Oltre a diverse iniziative lungo tutta la catena del valore in generale, il piano di azione per l’economia circolare, si concentra su tre aree aventi un impatto ambientale e climatico significativo quali: biomasse, edilizia e plastica. Il piano d’azione per l’economia circolare contiene un totale di centoventinove iniziative, molte delle quali sono incluse anche nel piano per il clima delle nazioni unite.
Gli effetti della strategia danese
Entrando più nello specifico e comparando le attività del governo danese con i parametri prefissati dalla UE, nel 2019 è stato riciclato circa il 44% dei rifiuti urbani; gli obiettivi dell'UE sono stati fissati per aumentare questo tasso ad almeno il 55% nel 2025, al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035 in tutti gli Stati membri.
Oggi gli impianti di incenerimento danesi presentano una sovra capacità di circa 700.000 tonnellate rispetto alla quantità di rifiuti idonei all'incenerimento prodotti in Danimarca.
Il Riciclo quale Forma di Sostengo Sociale
Un altro effetto da non sottostimare quando si parla di economia circolare e di sostenibilità, sono gli effetti diretti sulla sfera sociale della popolazione. Su tale corrente, se avrete svolto un viaggio in Danimarca, vi sarà sicuramente capitato di imbattervi in individui che girano per la città raccogliendo le vostre e le altre lattine abbandonate, che siano di una bibita gassata o di una birra appena consumata.
Questo fenomeno è dovuto proprio alla strategia circolare presente sul territorio danese che conferisce ai cittadini stessi la possibilità/responsabilità di partecipare attivamente alla catena di riciclaggio circolare, il tutto, incentivato da un ritorno economico per ogni lattina, bottiglia riciclata.
È chiaro, dunque, come questo forma di compenso monetario possa assumere le forme di un incentivo per la popolazione danese a fare ognuno la sua parte e, al tempo stesso, possa arrivare ad assumere le forme di un sostegno sociale per persone che si trovano a vivere condizioni economiche meno agiate.
Conclusioni
Che il cambiamento climatico stia assumendo sempre più le forme di un’emergenza mondiale è un dato ormai consolidato; questa consapevolezza pone, quindi, tutti i paesi verso nuove sfide e la Danimarca, come stiamo vedendo, è fortemente decisa a cavalcare quest’onda di cambiamento.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)