Giovedì 3 Luglio 2025
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Secondo una nuova analisi di alcuni accademici, il Regno Unito si posiziona a buoni livelli nel campo tecnologico e scientifico, ma non tra i primi a livello mondiale.
La scienza britannica sta subendo un importante cambiamento spinto da numerosi fattori, tra cui Brexit e calo della produttività: il mese scorso è stato inaugurato il Dipartimento per la Scienza, l'Innovazione e la Tecnologia. Nell’occasione, Sir Paul Nurse, premio Nobel e direttore del Francis Crick Institute di Londra, ha pubblicato il proprio report riguardo ricerca e innovazione in Regno Unito. La premessa che la scienza britannica è a buoni livelli ma non eccezionali viene rafforzata anche dalla ripresa dei legami post-Brexit con Horizon, il programma di ricerca dell'UE.
Alcuni dati molto importanti ci vengono forniti analizzando alcune aree fondamenti della ricerca, come intelligenza artificiale e biologia sintetica. La percentuale delle citazioni del Regno Unito negli ultimi 100 articoli pubblicati riguardanti l'intelligenza artificiale è di 7,8 in generale, ma, escludendo il laboratorio DeepMind, questa scende all'1,9.
La biologia sintetica in UK è analogamente monopolizzata dal MRC Laboratory for Molecular Biology dell'università di Cambridge. Tre istituzioni statunitensi, incluso il MIT, superano individualmente l'intera produzione "synbio" del Regno Unito. Le tecnologie quantistiche, un altro punto di forza del governo, dovrebbero ricevere 2,5 miliardi di sterline nel prossimo bilancio.
Il paese si è aggiudicato per l'ultima volta il titolo di "superpotenza quantistica" tra il 2003 e il 2007, quando arrivò secondo per numero di citazioni su documenti ufficiali - ora si attesta al quinto posto. Il Regno Unito segue paesi come Stati Uniti e Cina, e preceduto da nazioni più piccole come Singapore, Svizzera e Danimarca.
Mentre il Regno Unito nel suo insieme spende circa il 2,5% del PIL medio OCSE del 2019 in ricerca e sviluppo, il contributo diretto del governo alla R&S interna è inferiore allo 0,5%, collocando il paese al 27° posto tra i 36 paesi OCSE e dietro a Sud Corea, Germania e Stati Uniti. Tra i punti da sviluppare sono inclusi: maggiore spesa nel settore scientifico; contesto politico meno volatile e attraente per gli investitori; burocrazia più semplificata; e una forte collaborazione con le istituzioni internazionali.
Fonte: https://on.ft.com/3Jm1G2E
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il numero di posti di lavoro vacanti tra dicembre e febbraio in UK è diminuito di 51.000 unità rispetto ai tre mesi precedenti. Nonostante il calo, il numero di posti di lavoro disponibili rimane elevato stabilendosi a 1,1 milioni, con 328.000 posti in più rispetto al periodo pre-pandemia (tra gennaio e marzo 2020).
Il tasso di inattività economica – ovvero le persone di età compresa tra 16 e 64 anni che non lavorano e non cercano lavoro - è sceso al 21,3% tra novembre e gennaio. Ci sono, tuttavia, ancora nove milioni di britannici economicamente inattivi che non fanno parte della forza lavoro in quanto studenti, pensionati o malati, e quindi non disponibili a lavorare.
James Reed, presidente della società di reclutamento Reed, ha affermato che questo calo non è motivo di panico: “Ci sono oltre 300.000 posti vacanti in più rispetto al periodo pre-pandemico di tre anni fa. Il mercato del lavoro è ancora piuttosto vivace”.
L'occupazione è nuovamente aumentata, ma questa volta trainata dai lavoratori part-time e da quelli autonomi. I salari hanno subito un aumento rispetto allo scorso anno, ma sono ancora ben al di sotto del tasso di inflazione: su base mensile vi sono alcuni dati che indicano come la crescita salariale stia iniziando a bloccarsi. Con i tassi di disoccupazione ancora molto bassi rispetto agli standard internazionali, il mercato del lavoro rimane tuttavia un punto di forza del Regno Unito.
Nonostante il sistema finanziario globale stia mostrando una certa fragilità dopo i crolli delle banche negli Stati Uniti, la Bank of England potrebbe decidere di sospendere ulteriori aumenti dei tassi previsti la prossima settimana. La crescita salariale sembra essere comunque in una fase di stallo, come riportato dall'Office for National Statistics. Lo stipendio medio settimanale in UK, esclusi i bonus, a gennaio era di 589 sterline, in aumento di 1 sterlina rispetto al mese precedente.
Darren Morgan, direttore delle statistiche economiche presso l'ONS, ha dichiarato: "Sebbene il tasso di inflazione sia leggermente diminuito, resta ancora più alto della crescita salariale: questo significa che la retribuzione reale continua a diminuire".
Fonte: https://bbc.in/40azJ4x
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Una serie di laboratori modulari con una terrazza sul tetto sono sorti a Canada Water, nel sud-est di Londra, e dovrebbero essere ufficialmente aperti a fine maggio. A seguito della crescente domanda di spazi destinati alla ricerca, la società britannica British Land ha deciso di creare un grande polo scientifico, parte di un nascente cluster locato a sud del Tamigi.
Il promotore immobiliare FTSE 100 e il fondo pensione australiano AustralianSuper hanno incaricato Stanton Williams Architects, di progettare un edificio destinato allo studio delle “scienze della vita” di 300.000 piedi quadrati, dalle dimensioni di cinque campi da calcio. Ospiterà laboratori in grado di gestire vari tipi di sostanze chimiche e altre strutture destinate alla ricerca e allo sviluppo scientifico.
Lo studio Stanton Williams ha recentemente completato un centro di ricerca per il Great Ormond Street Hospital di Londra e ha vinto lo Stirling Prize per il suo Sainsbury Laboratory a Cambridge, un istituto di ricerca finanziato in modo indipendente all'interno della School of Biological Sciences.
Chiamati Paper Yard, i laboratori a Canada Water hanno impiegato solo nove mesi per essere costruiti e saranno pronti entro la fine di maggio. British Land potrebbe facilmente aggiungere nuovi laboratori modulari in futuro, potenzialmente raddoppiando o triplicando lo spazio, a seconda delle richieste.
Secondo i dati di Cushman & Wakefield, lo sviluppo scientifico nel triangolo d'oro degli hub scientifici (Oxford – Cambridge – Londra) è rimasto piuttosto limitato nel 2022, e mentre la costruzione di due nuovi hub dovrebbe iniziare il prossimo anno, ma non saranno inaugurati prima di giugno 2025.
Il programma per le scienze della vita fa parte di un massiccio progetto di rigenerazione da 5,6 miliardi di sterline di British Land a Rotherhithe, situato a sud del Tamigi. Il programma trarrebbe vantaggio dalla sua vicinanza a tre importanti ospedali di insegnamento e ricerca: il Guy's Hospital di London Bridge; L'ospedale St Thomas a Waterloo e l'ospedale King's College a Denmark Hill. Dall'altra parte del Tamigi, il Canary Wharf Group, che negli ultimi decenni ha trasformato le zone portuali di East London in un nuovo centro finanziario, ha espresso l'ambizione di creare un nuovo cluster scientifico. A dicembre il gruppo ha ricevuto l'autorizzazione alla costruzione di una torre di 23 piani con il 60% di spazio per laboratori, con la speranza di attrarre piccole imprese operanti nelle biotecnologiche.
I progetti daranno una spinta al settore scientifico di Londra, con altri cluster presento al Francis Crick Institute a King's Cross, a Paddington, e White City nella zona ovest di Londra.
Il governo del Regno Unito ha ripetutamente dichiarato la sua ambizione di trasformare il paese in una superpotenza nelle “scienze della vita”; nonostante l'industria farmaceutica abbia deciso di spostare le sperimentazioni cliniche all’estero. Il capo di GSK Emma Walmsley ha recentemente affermato che il Regno Unito è a un punto di svolta.
Fonte: https://bit.ly/3la5DiV
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Un limite ai profitti e la mancanza di incentivi offerti a nuovi attori nel settore petrolifero stanno bloccando lo sviluppo delle energie rinnovabili in Gran Bretagna; come affermano funzionari del settore che stanno premendo per alcuni cambiamenti prima della pubblicazione del budget di questa settimana.
Il governo britannico si è posto importanti obiettivi soprattutto nella produzione eolica, cercando di raggiungere il punto di Net-Zero entro il 2050 e diventando così più indipendente dal punto di vista energetico – soprattutto a seguito dell'interruzione dell'approvvigionamento causata dall'invasione russa dell'Ucraina.
Alcuni rappresentanti del settore delle energie rinnovabili hanno affermato che questi obiettivi potrebbero non essere raggiunti senza cambiamenti dal punto di vista politico, soprattutto visto come altri paesi stiano lavorando maggiormente per attrarre investimenti nel settore della green energy.
Tra le questioni più controverse c'è l'Electricity Generator Levy (EGL), che il governo ha implementato dall'inizio di quest'anno per combattere i prezzi elevati dell'energia, e che l'industria definisce una tassa “inaspettata".
Rod Wood, amministratore delegato presso lo sviluppatore di energia eolica Community Wind Power, è tra coloro che cercano modifiche all'EGL nel budget del 15 marzo: "La tassazione (EGL) sta per mettere la parola fine agli obiettivi rinnovabili che il Regno Unito si era prefissato", ha affermato. In particolare, vorrebbe includere un'indennità di investimento paragonabile a quella che le compagnie petrolifere e del gas ricevono come riportato nella Energy Profits Levy (EPL).
Gli obiettivi del governo britannico includono l'aumento della capacità eolica offshore a 50 gigawatt (GW) dai circa 14 GW attuali. Wood ha inoltre sottolineato che senza modifiche fiscali, la sua azienda sarebbe costretta a fermare lo sviluppo di tre progetti scozzesi onshore, per un totale di 1,2 GW, che entro il 2025 potrebbero generare energia sufficiente per più di un milione di case.
"Quando si guarda a quanto sono aumentati i costi nel Regno Unito rispetto ai pacchetti offerti dagli Stati Uniti, non è difficile capire perché conviene trasferire il business in US", ha affermato.
Altri sviluppatori affermano che la combinazione di tassazione, alti prezzi dell'energia, difficoltà nella catena di approvvigionamento, inflazione e aumento dei tassi di interesse può minacciare i loro progetti.
La scorsa settimana la compagnia danese Orsted ha dichiarato che il suo progetto “Hornsea 3” nel Mare del Nord, che con circa 3 GW sarebbe il parco eolico più grande del mondo una volta costruito, potrebbe essere sospeso a meno che non ottenga sostegno come agevolazioni fiscali, soprattutto a causa dell’aumento dei costi.
Un altro grande progetto è la Norfolk Offshore Wind Zone del gruppo Vattenfall. Rob Anderson, il suo direttore del progetto, ha affermato che il governo britannico "deve mostrare il suo sostegno al settore nel bilancio della prossima settimana, attraverso quote di capitale".
Anche i produttori di petrolio e gas, soggetti a una tassa sui guadagni straordinari dal maggio 2022, si stanno battendo per un ottenere cambiamento. L’imposta sull'Energy Profit Levy (EPL) che lo scorso anno ha aumentato l'aliquota fiscale al 75%, una delle più alte al mondo, sta restringendo l'accesso dei produttori a possibili finanziamenti.
Gli sviluppatori di energie rinnovabili affermano che il settore del petrolio e del gas ha goduto per anni di agevolazioni fiscali, mentre gli attivisti green sottolineano come il settore non dovrebbe più ricevere alcun incentivo data la necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili.
L'industria britannica dei combustibili fossili, tuttavia, ha dichiarato che è ancora necessario investire nel bacino del Mare del Nord e che il combustibile prodotto in casa è molto meno inquinante rispetto all'importazione di petrolio e gas da luoghi lontani dove l'approvvigionamento potrebbe essere interrotto più facilmente. Le aliquote fiscali più elevate dovrebbero entrare in vigore solo quando i profitti derivano da prezzi superiori a un prezzo minimo ancora da concordare, basato su una media storica, piuttosto che l'intero profitto indipendentemente dal prezzo come avviene attualmente.
Il ministro delle finanze Jeremy Hunt, in una riunione a dicembre, ha respinto le richieste dell'industria petrolifera e del gas di modificare la tassa sui guadagni “eccezionali”.
Ulteriori incontri, anche a fine febbraio, con i funzionari del Tesoro hanno avuto luogo, ma non ci si aspetta alcun cambiamento rispetto al bilancio del 15 marzo, hanno detto due fonti anonime del settore.
Nel frattempo, il più grande produttore di petrolio e gas della Gran Bretagna, Harbour, ha annunciato tagli di posti di lavoro. La multinazionale TotalEnergies ha tagliato di un quarto il suo programma di investimenti nel Regno Unito.
Fonte: https://bbc.in/402FtgB
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Dopo che le statistiche ufficiali hanno mostrato che l'economia è cresciuta più del previsto a gennaio, il primo ministro Rishi Sunak ha detto che i dati confermano che il piano del Governo funziona: l'economia è infatti cresciuta dello 0,3% a gennaio, riprendendosi dal brusco calo di dicembre.
La crescita di gennaio ha fatto seguito ad una contrazione dello 0,5% dell'economia nel mese di dicembre. Il primo ministro ha aggiunto che i dati mostrano che lo stato dell'economia è "migliore di quanto la gente avesse temuto".
Rachel Reeves, cancelliere del partito laburista, ha dichiarato: "I risultati di oggi mostrano che la nostra economia sta ancora avanzando lentamente seguendo il “declino controllato” iniziato dal partito conservatore".
Il ritorno degli studenti a scuola ha contribuito a rilanciare l'economia, generando un aumento nella produzione del settore dell'istruzione. L'ONS ha affermato che questo settore è cresciuto del 2,5% a gennaio, dopo un calo del 2,6% del mese precedente. Cresce anche l'attività nelle arti, nello spettacolo e nel tempo libero, principalmente grazie al ritorno della Premier League. Questi numeri sono migliori del previsto, ma l'economia non è ancora cresciuta in tre mesi - ed è quello che ci si aspetta di nuovo tra gennaio e marzo.
Finora i consumatori si sono dimostrati più resilienti all'aumento dei prezzi dell'energia e dei tassi di interesse. Le previsioni di bilancio della prossima settimana avranno un punto di partenza migliore rispetto all'ultima volta, grazie alla riduzione dei prezzi dell'energia.
Sebbene ora sia possibile evitare del tutto una recessione formale, per ora l’andamento generale dell'economia è stabile, a seguito degli aumenti delle tasse e dei tassi d’interesse più elevati.
Tuttavia, i dati di gennaio hanno mostrato un calo della produzione sia nel settore manifatturiero che in quello delle costruzioni.
"Guardando più approfonditamente, le cifre suggeriscono che l'economia si trova su un terreno più debole di quanto sembri", ha affermato Ruth Gregory, vicecapo economista britannico presso Capital Economics.
Gli scioperi a febbraio potrebbero aver colpito la crescita economica, con l'impatto dei successivi aumenti dei tassi di interesse che deve ancora essere avvertito da parte dell'economia.
Tuttavia, altri economisti hanno dimostrato maggiore ottimismo, tra cui Goldman Sachs, che ha previsto che il Regno Unito eviterà una recessione.
Il paese continua a fare i conti con un alto tasso di aumento dei prezzi, o inflazione, con conseguente compressione del costo della vita. Sebbene sia leggermente diminuita negli ultimi mesi poiché i prezzi all'ingrosso del gas sono diminuiti, l'inflazione rimane al livello più alto da quasi quattro decenni.
La Banca d'Inghilterra ha alzato i tassi di interesse al 4% - il più alto dal 2008 - nel tentativo di sedare l'inflazione. Sebbene ciò avvantaggi alcuni risparmiatori, ha anche aumentato le pressioni su molti titolari di mutui.
Fonte: https://bbc.in/402FtgB
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L'economia del Regno Unito si è ripresa a gennaio dopo un crollo prenatalizio, con una crescita dello 0,3% e un aumento nel settore dei servizi.
Nell'ultima indagine sullo stato dell’economia britannica prima del bilancio della prossima settimana, l'Office for National Statistics (ONS) ha dichiarato un ampio rilancio delle attività nei settori dell'istruzione, della salute e ricreativo. Anche l'aumento dei medici di base e di altri servizi sanitari privati ha avuto un ruolo importante, in quanto numerose persone con problemi di salute hanno potuto richiedere assistenza privatamente, evitando così le lunghe liste d'attesa del SSN.
Gli analisti avevano previsto una crescita mensile dello 0,1%, dopo una combinazione di scioperi e inflazione che avevano pesato sull'economia britannica. A dicembre si era poi registrato un crollo del PIL dello 0,5%. Gli ultimi dati dovrebbero essere d’incoraggiamento per il cancelliere Jeremy Hunt, in vista della pubblicazione del bilancio, quando illustrerà le politiche fiscali e di spesa del governo.
Gli analisti hanno tuttavia affermato che l'economia UK è ancora in ritardo rispetto ai paesi “rivali” nel G7 e il rischio di una recessione nella prima metà dell'anno è elevato.
Come riportato dall’ONS, l'economia britannica è in ritardo dello 0,2% rispetto al picco pre-pandemia.
Yael Selfin, capo economista britannico di KPMG, ha dichiarato che avere prezzi energetici all'ingrosso più bassi darebbe una spinta all'economia, "ma questo potrebbe non essere sufficiente per evitare una recessione nella prima metà dell’anno, poiché la spesa dei consumatori rimane debole con le famiglie che continuano ad essere schiacciate da prezzi elevati e dai maggiori tassi di interesse”.
La maggior parte degli analisti prevede una recessione meno profonda rispetto all'inizio dell'anno, anche se la ripresa sarà altrettanto lenta.
Darren Morgan, direttore delle statistiche economiche dell'ONS, ha dichiarato: "I principali motori della crescita di gennaio sono stati il ritorno degli studenti nelle aule, dopo le assenze insolitamente elevate nel periodo precedente al Natale, i club di calcio della Premier League sono tornati a giocare regolarmente dopo la fine della Coppa del Mondo e gli operatori sanitari privati hanno avuto un mese molto positivo. Anche i servizi postali si sono parzialmente ripresi dagli effetti degli scioperi di dicembre. Questi dati sono stati tuttavia in qualche modo controbilanciati da un notevole calo nel settore edile con un rallentamento dei progetti infrastrutturali e dell'edilizia abitativa, registrando così un altro mese negativo, in parte a causa delle forti piogge".
L'economia del Regno Unito ha evitato per un soffio di scivolare in recessione alla fine dello scorso anno, ma la Bank of England ha previsto una recessione nella prima metà di quest'anno, in parte a causa del balzo del tasso base della banca centrale al 4%.
Fonte: https://bit.ly/3YJRKWb
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il Regno Unito ha scalato la classifica internazionale dei paesi più attraenti per i lavoratori altamente qualificati, a seguito delle modifiche al regime migratorio introdotte dopo la Brexit.
L'OCSE ha affermato che il Regno Unito ha scalato la lista riguardante l’”attrattività dei talenti" più velocemente di qualsiasi altro paese dal 2019, classificandosi tra i primi 10 davanti a Stati Uniti e appena dietro a paesi più piccoli come Australia e Nuova Zelanda, che hanno a lungo lavorato sull’immigrazione come fattore per incrementare la propria forza lavoro. Secondo l'organizzazione con sede a Parigi, la Gran Bretagna ha scalato la classifica dopo aver abolito la precedente quota di lavoratori altamente qualificati, visti i risultati molto positivi.
Il Regno Unito ha anche offerto visti post-laurea più “generosi”, consentendo agli studenti internazionali di cercare lavoro una volta terminato il proprio percorso di laurea. Allo stesso tempo, alcuni stati sono scesi in classifica, a causa di lunghi ritardi o di alte percentuali di rifiuto nelle domande per ottenere il visto e - nel caso degli studenti - di aumenti delle tasse universitarie. Questi fattori possono fare una grande differenza, in quanto i lavoratori considerati altamente qualificati sono, come riportato dall’OCSE, "sempre più in grado di scegliere il paese di destinazione migliore per sé stessi e la propria famiglia".
Il regime di migrazione post-Brexit in UK - descritto in una ricerca pubblicata questa settimana come "il più grande sconvolgimento del sistema degli ultimi 50 anni” - era destinato ad agevolare l'assunzione di lavoratori altamente qualificati da qualsiasi parte del mondo. Il numero di migranti con un'istruzione universitaria che lavorano nel Regno Unito è raddoppiato dal 2010 raggiungendo i 3,4 milioni, e secondo Jean-Christophe Dumont, capo della migrazione internazionale presso l'OCSE, questa quota di forza lavoro è in espansione con un aumento dal 16% al 23%.
Tuttavia, il nuovo sistema di migrazione del Regno Unito offre ai datori di lavoro che in precedenza utilizzavano forza lavoro da paesi europei, scarso accesso ai visti per i lavoratori considerati meno qualificati. Dopo una forte attività di lobbying, i ministri stanno ora valutando la possibilità di allentare le norme sui visti per i ruoli di formazione intermedia nell'edilizia e in altri settori, soprattutto a causa della mancanza di manodopera post-pandemia.
Come riportato da Jean-Christophe Dumont, la creazione di percorsi di visto per i lavoratori con qualifiche di medio livello, sarebbe in linea con i cambiamenti politici di altri paesi dell'OCSE, tra cui Germania e Spagna.
Fonte: https://on.ft.com/3FjrI5k
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L’EU-UN Procurement Seminar 2023 è pronto a partire. L’evento, ormai alla sua 19° edizione, si configura come un’opportunità unica per tutte quelle aziende italiane che desiderano avvicinarsi al mondo dei rifornimenti alle Nazioni Unite.
Qualche dato statistico: L’Italia svetta nella classifica dei Paesi fornitori dell’ONU, posizionandosi al 20° posto con -al 2021- una fetta di mercato pari a 350 milioni di dollari, su un totale di circa 30 miliardi. Complessivamente, sono quasi 2mila le imprese italiane che nel corso degli anni hanno inviato forniture all’ONU. 70 di queste per volumi superiori a 1 milione di dollari.
Obiettivi: L’iniziativa si propone di offrire alle aziende italiane (ed europee) la possibilità di immergersi nel mondo del procurement onusiano, presentando alcuni approfondimenti per settore il cui scopo è esplorare le diverse opportunità in programma. In particolare, l’edizione 2023 prevede delle sessioni in materia di food (trasporti e logistica), energie rinnovabili, sicurezza -fisica e cyber-, IT, e carburanti. A corollario, sono state programmate delle presentazioni ad-hoc su Missioni di Peace-keeping, Banca Mondiale e varie Agenzie ONU.
Dove e quando: L’evento si terrà in presenza il 17 e 18 aprile 2023 presso la Bohemian National Hall di New York (321 E 73rd Street, New York, 10021). La scadenza per la registrazione delle aziende è il 17 marzo prossimo.
Per maggiori informazioni si prega di consultare la LOCANDINA in allegato e il seguente SITO WEB.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce)
Tra gli aspetti che rendono la Danimarca un Paese di particolare interesse per gli operatori business si può certamente citare la cultura del lavoro danese, particolarmente apprezzata per le sue caratteristiche di orizzontalità e flessibilità, ma spesso non del tutto compresa da chi è abituato al modello italiano, che ne è del tutto dissimile.
Uno strumento teorico che può rivelarsi particolarmente utile nel mettere in evidenza le peculiarità della workplace culture danese è la teoria delle dimensioni culturali, ideata negli anni ’60 dallo psicologo e sociologo olandese Geert Hofstede per descrivere gli effetti che la cultura di una certa società esercita sui valori dei suoi membri, il che ha chiaro rilievo per la workplace culture di un Paese. Tra le dimensioni, alcune delle più rilevanti per evidenziare la differenza con la cultura lavorativa italiana sono la “Power Distance”, la “Masculinity”, e l’“Uncertainty avoidance”.
Power distance: l’orizzontalità della gerarchia danese
Nel modello di Hofstede, la dimensione della “power distance” indica la modalità di gestione delle ineguaglianze di potere all’interno di una società: questo indice ha un punteggio più alto tanto più i membri di una società si aspettano che il potere sia distribuito in maniera ineguale e accettano lo status quo.
In questo senso, la Danimarca vanta un punteggio estremamente basso nella scala di Hofstede: questo indica che l’ambiente di lavoro danese vanta un’atmosfera informale ed egualitaria, dove la gestione del potere è decentralizzata; la comunicazione è diretta e ci si riferisce a ciascuno (anche ai dirigenti) con il nome proprio. Nell’ambiente di lavoro danese si attribuisce molta importanza al lavoro collettivo, in seno al quale ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo individuale, valorizzando l’autonomia e la proattività del singolo dipendente.
In questo, la Danimarca si discosta notevolmente dal modello italiano che si caratterizza per una maggiore rigidità della catena di comando e un maggiore controllo dei manager sui loro sottoposti.
Masculinity: l’importanza del work-life balance
Il termine “masculinity” viene impiegato da Hofstede per definire la condivisione, da parte dei membri di una società, di un sistema valoriale che incoraggia la ricerca del successo personale; il suo contrario, la “femininity”, indica invece la ricerca di equilibrio tra vita lavorativa e privata, ed in particolare la ricerca di un lavoro che gratifichi non solo dal punto di vista del “successo” personale che comporta, ma anche e soprattutto per il piacere che si prova quotidianamente nel farlo.
La società danese si caratterizza come fortemente “feminine”, e dunque orientata alla ricerca di equilibrio tra qualità del lavoro e qualità di vita: questo porta a risolvere le conflittualità tramite compromesso e decisione per unanimità e a garantire un orario di lavoro flessibile che garantisca adeguato tempo libero ad ogni dipendente. Il grado di flessibilità delle ore lavorative deriva dalla fiducia che il datore di lavoro nutre nei confronti del dipendente.
Uncertainty avoidance: flessibilità e capacità di gestione dell’incertezza
La dimensione della “Uncertainty avoidance” inquadra il grado in cui una società tenta di controllare il futuro, al fine di evitare situazioni nuove e ambigue. In questo ambito, Hofstede classifica i danesi come particolarmente flessibili, predisposti ad affrontare con serenità le incertezze e gli imprevisti in ambito lavorativo grazie anche al fatto che la curiosità e il problem-solving vengono incoraggiate dal metodo pedagogico dell’istruzione danese.
In Italia, al contrario, Hofstede rileva un alto grado di “Uncertainty avoidance”, il che indica l’alto grado di formalità della società italiana, che si rispecchia anche nella complessa architettura burocratica del Paese.
Fonte: https://bit.ly/3YOdb8t
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca
La Turchia rafforza la sua posizione nel panorama dell’energia eolica, collocandosi al 6° posto in Europa per capacità di potenza installata, secondo il rapporto "2022 European Wind Statistics and 2023-2027 Outlook" dell'Associazione europea per l'energia eolica, WindEurope.
Il rapporto rivela che la Turchia ha aggiunto 867 megawatt di capacità eolica nel 2022, portando la sua potenza totale installata a 11.969 megawatt, in aumento rispetto alla classifica del 2021. Il rapporto mostra, inoltre, che cinque Paesi (Germania, Spagna, Regno Unito, Francia e Svezia) rappresentano un terzo della potenza totale installata in Europa per un totale di 254.788 megawatt. La Germania ha la più alta capacità di energia eolica installata con 66.322 megawatt. Precedono la Turchia anche Spagna con 29.798 megawatt, Regno Unito con 28.499 megawatt, Francia con 21.135 megawatt e Svezia con 14.585 megawatt. La Turchia precede invece l’Italia che si colloca la 6° posto in Europa.
La Turchia ha previsto di installare nel quinquennio 2023-2027 ulteriori 8,2 GW, tutti onshore.
Il “wind energy target” della Turchia è di 18,1 GW entro il 2030 e 29,6 GW entro il 2035.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)