Notizie mercati esteri

Giovedì 2 Marzo 2023

Rep. Ceca - Le compravendite immobiliari sono diminuite lo scorso anno del 50%

Le compravendite nel settore immobiliare sono diminuite lo scorso anno di circa il 50%. Lo indica uno studio realizzato dall’Associazione Bancaria Ceca e il progetto Dataligence.

Nel caso dei nuovi appartamenti le transazioni sono diminuite del 57%, soprattutto per effetto del calo dei mutui ipotecari. Le compravendite delle case familiari o di appartamenti di vecchia costruzione sono invece calate di circa il 50%. Nel 2022 sono state registrate 61.000 transazioni di questo tipo e 8.000 transazioni relative ai nuovi appartamenti.

I prezzi degli immobili residenziali continuano tuttavia a resistere e il calo è stato di solo il 4%. “Al calo relativamente contenuto dei prezzi degli immobili contribuisce anche il numero ridotto di mutui ipotecari in difficoltà, in quanto sul mercato non arriva un numero maggiore di immobili in vendita” ha indicato l’analista dell’Associazione Bancaria Ceca Jakub Seidler.

Fonte: https://bit.ly/3EMb91F

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 2 Marzo 2023
Giovedì 2 Marzo 2023

Mercato del lavoro: carenza di lavoratori specializzati in Germania e Italia

Il mercato del lavoro in Germania

Da tempo in Germania mancano i lavoratori qualificati e attualmente i posti vacanti nel Paese sono circa 2 milioni.

Secondo un'indagine della Camera dell'Industria e del Commercio tedesca (DIHK), più di un'azienda su due in Germania (53%) non ha sufficiente forza lavoro ed è costretta a ridurre i volumi di produzione.

Tra i settori più colpiti, l’industria e l’edilizia, con il 58% delle aziende che devono far fronte alla mancanza di personale. La situazione è ancora peggiore nel settore dei servizi sanitari e sociali. Qui il 71% degli intervistati dal DIHK ha dichiarato di essere in difficoltà e alcune strutture sono state costrette a chiudere.

Attualmente, le prospettive per l'economia tedesca non sono delle migliori, a causa della scarsità di lavoratori soprattutto per i settori del futuro come quello energetico, il digitale o l'espansione delle infrastrutture.

Secondo l'indagine del DIHK, un'azienda su tre spera in una maggiore facilità di assunzione di lavoratori qualificati stranieri. Una grande opportunità per rafforzare le relazioni tra la Germania e gli altri Paesi.

Il ricorso a più forza lavoro internazionale non è però sufficiente a risolvere il problema. Anche un corretto orientamento degli studenti al percorso di studio e di lavoro più adeguato è un tema per la Germania. La Camera dell’Industria e del Commercio dell’Assia (IHK Hessen) ha recentemente sottolineato come i percorsi di formazione professionale siano poco valorizzati, rispetto agli studi universitari.

 

Il mercato del lavoro in Italia

La situazione in Italia non è molto diversa. Secondo gli i dati di Unioncamere e Anpal riferiti a gennaio 2023, le aziende sono alla ricerca di oltre mezzo milione di lavoratori e la difficoltà di reperimento è cresciuta. Se l’anno scorso si attestava al 38,6%, quest’anno è al 45,6%.

Anche per l’Italia l’attrazione di talenti internazionali è vista come una possibile soluzione. A causa della crisi demografica, la popolazione in età lavorativa si ridurrà di circa il 7% entro il nuovo anno. Gli immigrati, che attualmente sono il 10% dei residenti in Italia, rappresentano quindi un’importante risorsa.

Secondo uno studio condotto da BCG, infatti, le organizzazioni con un altro numero di immigrati nei leadership team hanno una redditività superiore di circa il 15% e il 75% di probabilità in più di essere innovatori a livello mondiale.

Anche in Italia, tuttavia, l’orientamento e la formazione sono temi decisivi. L’Italia è infatti il Paese europeo con il più alto numero di giovani (15-34 anni) che non lavorano. Il 66% dei Neet (persone che non studiano e non lavorano), sono persone che hanno smesso di cercare lavoro perché scoraggiate. Questa tendenza all’inattività riguarda soprattutto i diplomati (32%) o giovani con un titolo di studio minore (16%). Il dato più significativo per i disoccupati (chi cerca regolarmente lavoro) è invece il tempo: 1l 36% cerca lavoro da più di un anno. In questo contesto, i percorsi di studio professionalizzanti, come quelli offerti dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS), rappresentano una reale opportunità di specializzazione e di inserimento nel mondo del lavoro in settori quali meccatronica, mobilità, nuove tecnologie della vita, efficienza energetica, comunicazione e tecnologie per i beni culturali.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Giovedì 2 Marzo 2023
Giovedì 2 Marzo 2023

Interscambi commerciali 2022/23: focus Italia e Germania

Economia europea nel 2022

Il 2022 è stato un anno complessivamente positivo per l’economia dell’Unione Europea.

Nella prima metà del 2022 la crescita del PIL reale nell'UE ha mostrato una tendenza al rialzo, grazie alla ripresa della spesa da parte dei consumatori. Sono aumentate, in particolare, le spese nei servizi: conseguenza dell'allentamento delle misure di contenimento della pandemia COVID-19. L'espansione è proseguita nel terzo trimestre, anche se a un ritmo più lento.

Dopo una solida prima metà del 2022, a causa della Guerra tra Russia e Ucraina l'economia dell'UE è entrata in una fase difficile, che ha rafforzato l’inflazione a livello mondiale. Ciononostante, secondo le stime, il PIL reale del 2022 sarebbe aumentato del +3,3% nell'UE (+3,2% nella zona euro): valori ben al di sopra del +2,7% prospettato nelle previsioni intermedie d'estate.

Quali sono state le conseguenze della situazione geopolitica sugli scambi commerciali dei Paesi Italia e Germania alla fine dell’anno?

Commercio Estero: confronto tra Italia e Germania

Secondo i dati ISTAT, nel 2022 l’export italiano è diminuito del -2,4% in volume, ma è cresciuto del +13,5% in termini monetari. Tale crescita è stata sostenuta principalmente dagli scambi con i paesi extra Ue, verso cui il valore delle esportazioni è aumentato del +18,2%. Nell’area Ue l’aumento è stato invece del +8,6%. Anche l’import ha visto una riduzione dei volumi (-11,4%), ma un aumento del valore: +7,7% nel complesso, dovuto a un + 4,5% dall’area Ue e + 11,7% dall’area extra Ue.

I settori che hanno contribuito maggiormente all’aumento dell’export sono: mezzi di trasporto (+43,7%), prodotti petroliferi raffinati (+32,7%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+26,9%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+13,8%).

I paesi che hanno maggiormente contribuito all’incremento dell’export sono stati: Stati Uniti (+22,5%), Francia (+14,6%), Svizzera (+24,3%), Turchia (+38,4%) e Germania (+7,0%). L’export verso la Russia si è confermato in forte flessione (-27,7%).

Gli scambi commerciali della Germania hanno avuto un andamento simile. Secondo i dati pubblicati da statista.de, anche in Germania, l’import è diminuito del -6,1% e l’export del -6,3% a dicembre 2023, ma i risultati annuali sono in crescite. Rispetto a dicembre 2021, infatti, l’export è aumentato del +5,9% e l’import del +3%.

Nel dicembre 2022 il valore dei beni esportati è ammontato a 127,4 miliardi di euro e di quelli importati a 117,4 miliardi. La bilancia commerciale estera ha quindi chiuso con un surplus di 10,0 miliardi.

La maggior parte delle esportazioni tedesche è stata destinata agli Stati Uniti, mentre il Paese da cui la Germania ha importato di più è stato la Repubblica Popolare Cinese. Come l’Italia, anche la Germania ha ridotto le relazioni commerciali con la Federazione Russa. Le esportazioni, in particolare, sono diminuite del 16,7%.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

Ultima modifica: Giovedì 2 Marzo 2023
Martedì 28 Febbraio 2023

Danimarca - la Bilancia delle Partite Correnti

In un anno complicato da tensioni geopolitiche regionali e globali, nonché da notevoli sfide economiche (quali tassi di inflazione a livelli non visti da decenni a questa parte), la Danimarca ha saputo mantenere dritta la barra economica, specie in tema di commercio estero.

Il conto delle partite correnti danese nel 2022

Nel 2022, infatti, il conto delle partite correnti danese ha registrato un forte incremento del surplus rispetto all’anno precedente, passando da 226 a 358 miliardi di corone danesi: un aumento, anno su anno, del 58%.  Questo incremento si deve, in massima parte, all’aumento del profitto da transazioni di servizi, passato, in un anno, da 77 a 198 miliardi di corone. Questo si deve in buona misura all’aumento delle tariffe dei trasporti marittimi, che si sono ripercosse in profitti da record per aziende come Maersk, colosso danese tra i maggiori armatori al mondo, che ha registrato un profitto di 203 miliardi di corone (circa 27 miliardi di euro).  Il surplus nel commercio in beni, invece, si è ridotto di 11 miliardi di corone (-11% rispetto al 2021). Questo decremento è stato in parte frutto proprio degli aumenti nel settore dei trasporti marittimi.

Aumenti significativi di esportazioni ed esportazioni

Al netto della bilancia delle partite correnti, che inquadra la Danimarca come paese particolarmente export-oriented, è necessario indicare che non sono solo le esportazioni di beni e servizi ad essere aumentate ma anche le importazioni, che sono cresciute del 24% rispetto al 2021, passando da 1315 a 1634 miliardi di corone. Contrariamente alle esportazioni, che, come detto, sono state trainate dai servizi, l’incremento delle importazioni è stato suddiviso equamente tra beni e servizi. Si è registrata una crescita notevole, ad esempio, nell’ambito delle importazioni di food & beverage da altri paesi UE, maggiore del 16% nel quarto quadrimestre 2022 rispetto a quello dell’anno precedente.

Fonte: https://bit.ly/3ZkliuV

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 1 Marzo 2023
Martedì 28 Febbraio 2023

La regione di Bratislava continua a essere tra le regioni più ricche nell’Unione Europea

La regione di Bratislava continua a essere tra le regioni più ricche in tutta l’Unione Europea. Lo indicano i dati dell’Eurostat riferiti all’anno 2021.

Il PIL pro capite, calcolato tenendo conto del potere d’acquisto, è stato a Bratislava pari al 149% della media dell’Unione Europea. Si tratta di un dato particolarmente importante dato che non si parla della sola città di Bratislava ma di tutta la regione.

Per un confronto, l’area più ricca dell’Italia è stata la provincia di Bolzano con il 151%, seguita dalla Lombardia con il 128%. La città di Budapest emerge a sorpresa con un valore del 156%.

Le regioni europee più ricche sono Lussemburgo con il 268% della media UE, le due regioni in cui è divisa l’Irlanda e la regione di Bruxelles.  Praga, con il 203% della media dell’Unione Europea, ha il quinto dato più alto in tutta la comunità europea.

Le regioni più povere si trovano invece in Bulgaria. Nessun’altra regione slovacca raggiunge la media dell’UE. Il resto del Paese viaggia tra il 60 e 50% della media UE.

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

Ultima modifica: Martedì 28 Febbraio 2023
Giovedì 23 Febbraio 2023

Rep. Ceca - La corona al massimo da 15 anni rispetto all’euro

La corona ceca ha raggiunto il massimo da 15 anni nei confronti dell’euro.

Mercoledì il cambio si è fermato a 23,64 corone per euro. Si tratta del valore più forte della corona da luglio del 2008, quando il cambio era di 22,97 corone per euro. Il rafforzamento della corona nei confronti della moneta unica europea sta continuando da diverse settimane.

Secondo la Camera di Commercio Ceca il rafforzamento della corona è un effetto passeggero. L’ente prevede un livello del cambio intorno a 25 corone per euro. Le imprese esportatrici cominciano a temere gli effetti di un eccessivo rafforzamento, che tuttavia aiuterebbe a moderare l’inflazione da importazione.

Fonte: https://bit.ly/3Sr4f7q

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Febbraio 2023
Giovedì 23 Febbraio 2023

Rep. Ceca - I tassi d’interesse dei mutui abitativi rimangono sotto il 6%

I tassi d’interesse dei mutui abitativi in Repubblica Ceca continuano a rimanere sotto il 6%. Lo indicano i dati dell’Associazione Bancaria Ceca.

Gli interessi dei mutui abitativi erogati in gennaio sono scesi al 5,93%. Nonostante il lieve calo del costo dei mutui, il mercato continua a registrare una diminuzione della domanda da parte dei clienti. Le banche hanno erogato nuovi mutui per 5,4 miliardi di corone, circa l’80% in meno rispetto a un anno fa e il 16% rispetto a dicembre. Continua l’andamento cominciato nel 2022, quando sono stati concessi 162 miliardi di corone di nuovi mutui, circa il 57% in meno rispetto al 2021.

Nonostante l’andamento negativo, le banche ceche non sono tentate ad erogare i mutui in euro. Tali prestiti vengono concessi solo a residenti che hanno redditi stabili e adeguati nella moneta comune.

Fonte: https://bit.ly/3Kus64r

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 23 Febbraio 2023
Giovedì 23 Febbraio 2023

Praga continua a essere tra le regioni più ricche nell’Unione Europea

Praga Capitale continua a essere tra le regioni più ricche in tutta l’Unione Europea. Lo indicano i dati dell’Eurostat riferiti all’anno 2021.

Il PIL pro capite, calcolato tenendo conto del potere d’acquisto, è stato a Praga pari al 203% della media dell’Unione Europea. Si tratta del quinto dato più alto in tutta la comunità europea. Le regioni più ricche sono Lussemburgo con il 268% della media UE, le due regioni in cui è divisa l’Irlanda e la regione di Bruxelles. Le regioni più povere si trovano invece in Bulgaria.

Nessun’altra regione ceca raggiunge la media dell’UE. Il sud-est del Paese, che include la Moravia meridionale e Vysočina, raggiunge l’85% della media UE, il dato più alto fuori Praga. La regione più povera, con il 61%, è il nord-ovest della Boemia, che raggruppa le regioni di Ústí nad Labem e di Karlovy Vary. Il dato complessivo del Paese è pari al 92% della media UE, in leggero calo rispetto a due anni precedenti.

Fonte: https://bit.ly/3m3bdDv

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Febbraio 2023
Giovedì 23 Febbraio 2023

Thailandia: Tassa per i turisti

Il governo thailandese ha confermato l'imposizione di una tassa da 300 Baht (circa 8,00 euro) ai turisti e ai viaggiatori stranieri che si recano nel Regno attraverso via aerea.
Da questa tassa sono esenti gli stranieri in possesso di permesso di lavoro o passaporto diplomatico. Per i turisti che arrivano via terra invece, sarà applicata una tassa minore di 150 Baht (4 euro circa).

Ad annunciarlo è stato il vice portavoce del governo Phiphat Ratchakitprakarn, il quale ha dichiarato che le tasse imposte serviranno a coprire le spese sanitarie dei turisti. 

Le autorità, che prevedono di ricevere tra i 25 e i 30 milioni di turisti quest’anno, mirano a raccogliere circa 3,9 miliardi di baht (circa 107 milioni di euro) dalla tassa, secondo quanto riporta il Bangkok Post.

Fonte: https://bit.ly/3xNNfPC

 

(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Giovedì 23 Febbraio 2023
Giovedì 23 Febbraio 2023

Gli investimenti diretti in Portogallo hanno superato i 7 miliardi di euro nel 2022

Secondo i dati della Banca del Portogallo (BdP), gli investimenti esteri diretti in Portogallo (IDE) hanno registrato una variazione netta totale di 7.354 milioni di euro da gennaio a dicembre 2022, con Regno Unito, Spagna e Stati Uniti come principali mercati di origine degli IDE.

Considerando i settori di attività, i servizi hanno raccolto 2.636 milioni di euro di IDE netti, in particolare catalizzati dalle attività finanziarie e assicurative (1.369 milioni di euro). Tuttavia, il principale settore destinatario degli investimenti diretti esteri nel Paese è stato quello dell'Elettricità, Gas e Acqua, con 1.709 milioni di euro.

Alla fine di dicembre 2022, la posizione (stock) degli IDE era pari a 169.962 milioni di euro, con un aumento del 4,9% rispetto a dicembre 2021 e con l'Unione Europea a detenere il 76,6% dello stock degli investimenti in Portogallo.

Fonte: https://bit.ly/41kPG9G

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Febbraio 2023