Giovedì 3 Luglio 2025
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Il governo UK si starebbe muovendo troppo lentamente con i progetti infrastrutturali per raggiungere i propri obiettivi economici e climatici. La National Infrastructure Commission (NIC) ha affermato che il governo dovrebbe concentrarsi su un numero minore di iniziative ma più grandi e mirate, per favorire la crescita del paese e il raggiungimento di un'economia a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, la copertura della banda larga iperveloce è migliorata, ma i progressi nell'efficienza energetica delle case nel Regno Unito non sono stati all’altezza.
Come riportato dalla Commissione, gli sviluppi dei principali obiettivi infrastrutturali sono stati incerti nell'ultimo anno. Il NIC ha chiesto maggiori certezze sullo stato di HS2, la nuova linea ferroviaria ad alta velocità che è in ritardo di circa due anni, e sulla Northern Powerhouse Rail, un importante sistema ferroviario per il nord dell'Inghilterra. Secondo quanto afferma il report, c'è stata una crescita nello sviluppo della banda larga e dell'elettricità green.
La National Infrastructure Commission si era posta in maniera critica nei confronti dell'installazione di fonti di riscaldamento a basse emissioni di carbonio o della garanzia di un equilibrio sostenibile dell'approvvigionamento idrico. Il rapporto ha evidenziato il divario tra ambizione e realtà: il governo vorrebbe installare almeno 600.000 pompe di calore all'anno entro il 2028, ma nel 2021 ne sono state posizionate solo 55.000. Lo stesso si è verificato con le stazioni di ricarica per i veicoli elettrici pubblici (EV): l’obiettivo è instaurare 300.000 punti entro il 2030, ma al momento se ne contano solamente 37.000.
La Commissione ha esortato poi il governo ad allontanarsi da "finanziamenti su piccola scala” per concentrarsi su progetti meno numerosi ma più grandi, così da consentire ai centri regionali di accedere ai finanziamenti e di aumentare i propri poteri decisionali. Al momento ci sono 10 priorità su cui il governo dovrebbe lavorare, tra cui il miglioramento dell'efficienza energetica domestica e l'introduzione più rapida dei punti di ricarica pubblici per veicoli elettrici.
C’è inoltre la necessità di finalizzare nuove proposte circa l'etichettatura sull'efficienza idrica e i regolamenti edilizi per raggiungere l'obiettivo di consumo di 110 litri al giorno entro il 2050.
"Una politica ambiziosa e stabile da parte del governo, insieme a una regolamentazione efficace, è fondamentale per fornire al settore privato la certezza di cui ha bisogno per investire", afferma il rapporto. Un portavoce del Tesoro britannico ha dichiarato: "Siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi net zero e stiamo spendendo 12,6 miliardi di sterline per ridurre il consumo energetico nazionale del 15%".
All'inizio di marzo, il segretario ai trasporti Mark Harper ha affermato che il governo stava investendo più di 40 miliardi di sterline per trasformare il settore in tutto il paese.
Fonte: https://bbc.in/40dIXxn
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Non è un mistero che la Danimarca sia uno dei Paesi europei dov’è più semplice fare business, al punto che la Banca Mondiale l’ha posizionata al primo posto in Europa e al quarto nel mondo nell’edizione 2020 del suo “Ease of doing business index”. È facile dunque dedurre che l’ambiente danese sia altrettanto favorevole per le startup tecnologiche: Copenaghen, in particolare, ha visto la nascita di diversi unicorn (imprese che hanno raggiunto il valore di 1 miliardo di dollari), tra cui Zendesk, Trustpilot e Pleo. Al 2021, la Danimarca aveva raggiunto il numero, ragguardevole date le ridotte dimensioni del Paese, di 4300 startups e 30 investitori venture capital attivi.
In questo articolo, elencheremo i diversi fattori che hanno determinato il successo del florido ecosistema danese e, in particolare, di quello copenaghense per le startup.
Un Paese altamente digitale
Secondo il Digital Economy and Society Index della Commissione Europea, la Danimarca è, insieme alla Finlandia, il Paese leader in Europa per quanto riguarda la connettività a banda larga e al terzo posto per copertura dei very high capacity network (vale a dire, fibra ottica o 5G). L’infrastruttura tecnologica danese è dunque di alto livello.
Inoltre, l’impegno del governo danese ad un approccio “digital by default”, con l’utilizzo della carta come mero strumento di ultima istanza, coniugato ad un avvicinamento stringente sul tema della cybersicurezza e della privacy (con, ad esempio, un utilizzo particolarmente diffuso dell’autenticazione a due fattori per transazioni finanziarie e altri importanti servizi), fa sì che si possa aprire un business direttamente online e renderlo operativo in appena 24 ore.
Forte rete di cluster per imprenditori tech
La presenza di un cospicuo numero di cluster tecnologici nel paese è fonte indiscutibile di attrazione per le imprese di oggi e di domani. Infatti, la Danimarca con il programma Health Tech Hub Copenhagen è una delle nazioni europee in più rapida crescita per gli investimenti nel settore delle biotecnologie, con una comunità e uno spazio di coworking per le principali startup Health-tech. Qui, dal BioInnovazition Institute viene gestito uno dei principali incubatori nel campo delle Life Science, con programmi di ampia risonanza nell’ambito delle ricerche di terapie contro il cancro (IO Biotech).
Sullo stesso piano si collocano i cluster relativi ai campi delle “Advanced Manufacturing & Robotics”. La città di Odense, infatti, racchiude uno dei principali hub di robotica in Europa, che ospita circa 175 startup e scaleups, 40 programmi di istruzione superiore e 10 istituti di ricerca. Per dare un esempio dell’importanza di questi cluster tecnologici, si pensi solo che la Blue Ocean Robotics ha raccolto 335 milioni di corone danesi nel solo gennaio del 2022.
Forza lavoro altamente qualificata
Il succitato Digital Economy and Society Index della Commissione Europea evidenzia come la Danimarca si piazzi al quinto posto in Europa per la qualità del suo capitale umano nell’ambito della digital economy. L’ecosistema di start-up può godere, infatti, di una delle forze lavoro più qualificate nell’intera area UE: questo dipende dalla presenza di università specializzate come la IT University of Copenhagen e la Danish Technical University (DTU).
Politiche e organizzazioni di supporto
Per il governo danese la presenza di imprenditori stranieri in Danimarca crea crescita economica, occupazione e connessioni alla rete globale di startup, reinventano le industrie, creano posti di lavoro e aumentano la competitività della Danimarca. Consci di questi valori aggiunti, il governo danese predispone percorsi incoraggianti per chi avvia una startup nel paese, con permessi di soggiorno e di lavoro permanenti di due anni e con ulteriore estensione di tre anni se l’azienda è in regola. Il paese poi, già in partenza, presenta una situazione liberale in termini di affari e questo si riflette nel contesto normativo con un’assenza di restrizioni sugli investimenti, capitali e utili liberamente rimpatriabili e un’aliquota dell’imposta societaria al 28%.
Fonte: https://bit.ly/3Kczssw
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il cibo geneticamente modificato potrà essere commerciato in Inghilterra a seguito di un cambiamento legislativo. I sostenitori della tecnologia affermano che questo accelererà lo sviluppo di colture più resistenti riutilizzabili in futuro, a causa del cambiamento climatico. I critici, invece, riportano che il la nuova tecnologia potrebbe avere effetti disastrosi sulla produzione alimentare del paese e sull'ambiente.
Con editing genetico si intende la modifica di precise sezioni del DNA di un organismo per migliorarne alcune caratteristiche. La nuova legge apre quindi la porta allo sviluppo di animali da allevamento geneticamente modificati, ma sarà necessario un ulteriore voto dei parlamentari prima che sia consentito in Inghilterra. I governi scozzese, gallese e nordirlandese invece non hanno dato il via libera all'uso commerciale dell'editing genetico.
Il capo consulente scientifico del Dipartimento per l'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali (DEFRA), il prof. Gideon Henderson, ha affermato che le nuove regole miglioreranno la produzione alimentare e porteranno nuovi posti di lavoro e investimenti in Inghilterra.
Ciò che è cambiato è che ora possiamo utilizzare le nuove tecniche sviluppate in laboratorio nelle piantagioni, in modo da avere raccolti migliori e portarli sul mercato più facilmente, usando questa tecnologia per migliorare i risultati agricoli e la produzione alimentare in UK e nel mondo".
Il Precision Breeding Act consente tuttavia solo modifiche genetiche che potrebbero anche essere state prodotte naturalmente o attraverso i tradizionali metodi di incrocio già in uso oggi. Questo consentirà ai ricercatori di apportare modifiche genetiche precise al DNA di una pianta, ad esempio aggiungendo un gene per stimolarne la crescita o ridurne la dipendenza dai fertilizzanti.
I critici degli OGM, come Pat Thomas di Beyond GM, temono che le colture geneticamente modificate non saranno sottoposte a test approfonditi, il che potrebbe comportare l'introduzione di tossine e allergeni nella catena alimentare. C'è anche la preoccupazione di come verrà gestita l’etichettatura del cibo, e non è chiaro come verrà impedito agli alimenti modificati provenienti dall'Inghilterra di entrare in altre parti del Regno Unito, dove sono ancora vietati.
Il governo scozzese ha una lunga storia di opposizione agli OGM e desidera rimanere al passo con l'UE, anche se la sua decisione è contrastata da NFU Scotland, il quale afferma che questa decisione sta mettendo gli agricoltori scozzesi in una posizione di svantaggio competitivo. Il governo dell'Irlanda del Nord dovrà invece seguire il protocollo negoziato con l'UE, rimanendo al passo con le norme relative alle colture GM in Europa.
C'è tuttavia entusiasmo per l'uso dell'editing genetico tra alcuni coltivatori inglesi. Il National Institute of Agricultural Botany, appena fuori Cambridge, si prende cura di nuove varietà di colture per gli agricoltori del Regno Unito da più di cento anni. Il capo del laboratorio, il prof. Mario Caccamo, ha dichiarato di voler utilizzare questa tecnologia per sviluppare nuove varietà che possano crescere bene nelle condizioni di caldo e secco che il Regno Unito sta vivendo più regolarmente, a causa del cambiamento climatico.
Il Regno Unito è tra i leader mondiali nella ricerca sulla genetica delle piante, ma questa competenza non è riuscita a decollare a causa del precedente divieto all’utilizzo di questa tecnologia per sviluppi commerciali, come riportato dalla normativa UE. La speranza è che il cambiamento legislativo possa attirare nuovi investimenti, portando così nuove imprese, e generando nuovi posti di lavoro.
Fonte: https://bbc.in/40kRz5e
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Secondo gli ultimi dati, il mese scorso le famiglie britanniche hanno ridotto i pasti fuori casa e hanno invece acquistato maggiormente nei supermercati e nei discount, dando un inaspettato impulso alle vendite al dettaglio.
Le vendite al dettaglio sono rimbalzate inaspettatamente dell'1,2% a febbraio rispetto al mese precedente, riportando i volumi di vendita al livello pre-pandemia, come affermato l'Office for National Statistics. "Nell'ultimo mese, i grandi magazzini e i negozi di alimentari hanno ottenuto ottimi risultati in quanto i consumatori, affrontando le pressioni del cost of living, hanno ridotto i pasti fuori casa e le spese per il takeaway", ha dichiarato Darren Morgan, statistico dell'ONS.
Giovedì la Banca d'Inghilterra ha dichiarato di aspettarsi che l'inflazione scenderà più rapidamente del previsto nei prossimi mesi, a causa del calo dei prezzi dell'energia e dell'estensione dei sussidi da parte del governo come riportato nel bilancio pubblicato la scorsa settimana.
I dati aggiornati mostrano che il complessivo delle vendite al dettaglio a febbraio è ancora inferiore del 3,5% rispetto all'anno precedente.
I volumi di vendita nei negozi di alimentari hanno subito meno perdite e sono calati del 2,3% rispetto all'anno precedente, nonostante i dati ufficiali di mercoledì mostrino un aumento del 18% dei prezzi di alimenti e bevande nell'anno fino a febbraio, il più alto dal 1977.
"Questi dati si aggiungono ulteriormente all'idea che la recente resilienza delle attività sia ancora forte. Tuttavia, con le finanze delle famiglie britanniche sotto pressione, qualsiasi miglioramento delle vendite al dettaglio potrà avvenire solamente a seguito dell’indebolimento delle spese “non al dettaglio” come quelle nei ristoranti", ha affermato Ashley Webb, economista di Capital Economics.
Fonte: https://reut.rs/40ACf4j
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La Gran Bretagna ha il tasso di inflazione più alto nel G7, essendo l'unica nazione nel gruppo delle economie avanzate con un’inflazione a doppia cifra dopo l'aumento shock dello scorso mese. In termini generali, l'inflazione è più alta nel Regno Unito che altrove: nell'Eurozona, l'inflazione annua è rallentata all'8,5% a febbraio, in calo rispetto al picco del 10,6% di ottobre, mentre negli Stati Uniti è scesa al 6% il mese scorso, in diminuzione rispetto al massimo del 9,1% della scorsa estate.
Sia nel Regno Unito che nell'Eurozona, la core inflation – utilizzata dai banchieri centrali perché è un parametro che esclude energia e cibo, fornendo così un quadro più chiaro delle pressioni inflazionistiche – è aumentata più del previsto: dal 5,8% di gennaio al 6,2% di febbraio per il Regno Unito, e dal 5,3% al 5,6% per l’Eurozona.
Sebbene l'inflazione possa variare di mese in mese, smentendo un andamento costante e rendendo più difficile isolare la Brexit come forza trainante del fenomeno, ci sono ancora ragioni per cui il Regno Unito potrebbe trovarsi peggio di altre nazioni. La Brexit ha aumentato i tempi di consegna e i costi per le importazioni oltremanica, un fattore che probabilmente si rifletterà sui consumatori.
Justin King, ex amministratore delegato di Sainsbury, ha affermato che il settore alimentare del Regno Unito è stato "significativamente interrotto" dall'uscita dall'UE. Una ricerca della London School of Economics ha mostrato che la Brexit ha aggiunto quasi 6 miliardi di sterline ai costi alimentari nel Regno Unito ma tuttavia non può essere considerato l’unico motivo. I coltivatori hanno incolpato i supermercati britannici di aver diminuito le retribuzioni, limitando così l'offerta, e inoltre sono diminuiti i finanziamenti del governo a sostegno della produzione alimentare.
Gli economisti hanno affermato che l'aumento delle bollette energetiche è stato uno dei principali fattori dell’aumento dei costi alimentari, influenzando il prezzo di fertilizzanti, del carburante per i mezzi agricoli e per i camion, dei forni dei panifici e delle linee di produzione delle fabbriche alimentari. Oltre all'interruzione della catena di approvvigionamento e ai costi energetici, anche i salari sono stati determinanti. In risposta allo shock inflazionistico, i lavoratori hanno chiesto ai datori di lavoro stipendi più elevati, mentre la mancanza di personale in molti settori, ha costretto le aziende a offrire salari più alti per assumere nuova forza lavoro o mantenere i propri dipendenti.
La migrazione netta verso il Regno Unito ha continuato a salire fino a raggiungere un livello record dalla Brexit, trainata soprattutto dagli arrivi da nazioni non UE. Una ricerca del Centre for European Reform ha suggerito che la Brexit potrà portare a un deficit di 330.000 persone di forza lavoro in UK. La mancanza di personale potrebbe quindi costringere i datori di lavoro ad aumentare i salari, con un potenziale ulteriore incremento dell'inflazione.
Fonte: https://bit.ly/3lBFJEN
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La Bank of England dovrebbe alzare i tassi d’interesse per l'undicesima volta consecutiva, dopo un aumento a sorpresa dell'inflazione. La Banca sta cercando di controllare le deboli prospettive economiche della Regno Unito e le recenti preoccupazioni del settore bancario, e dovrebbe annunciare presto la sua decisione sui tassi.
Nonostante la maggior parte degli economisti ritenesse che l'inflazione fosse sulla buona strada per diminuire, dopo aver toccato il picco dell’11% lo scorso ottobre, i dati di mercoledì hanno tuttavia mostrato che il fenomeno inflazionistico è salito nuovamente al 10,4%.
Mercoledì, la Federal Reserve americana ha alzato i suoi tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale mentre la scorsa settimana, la Banca Centrale Europea, ha mantenuto i suoi piani e ha alzato i tassi di 50 punti base nonostante le turbolenze del Credit Suisse, una mossa ripetuta giovedì dalla stessa Banca nazionale svizzera.
Ben Nicholl, gestore dei fondi della Royal London Asset Management, ha affermato che il balzo dell'inflazione in UK è stato un momento scioccante, aggiungendosi ad una serie di segnali che anticipano come la BoE farà fatica a riportare l'inflazione al suo obiettivo attuale del 2%. La crescita dei salari sta diminuendo, nonostante sia ancora al di sopra della sua media storica, e c’è una grave carenza di lavoratori: questo potrebbe mantenere alto il tasso inflazionistico nel mercato del lavoro.
La Bank of England è stata la prima grande banca centrale ad iniziare ad aumentare i tassi d’interesse nel dicembre 2021 e sembrava che, come la Bank of Canada, potesse presto fermare l’aumento. Il mese scorso il governatore della BoE Andrew Bailey ei suoi colleghi hanno affermato di essere pronti ad agire con la forza se le prospettive porteranno persistenti pressioni inflazionistiche.
L'economista di ING Bank James Smith ha detto che si aspettava un rialzo dei tassi, ma che probabilmente questo sarà l’ultimo aumento imposto della Bank of England. "Supponendo che i dati più ampi sull'inflazione continuino a indicare un allentamento delle pressioni, sospettiamo che il comitato della Banca sarà a suo agio nel mettere in pausa l’aumento dei tassi già dal prossimo incontro di maggio".
Fonte: https://reut.rs/3JC4ybL
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L'analisi settoriale su innovazione digitale in Ontario, presenta un quadro positivo per attori sia pubblici che privati interessati ad accrescere o investire nei processi di trasformazione digitale sul territorio canadese. Inoltre, la presenza e il successo di alcune realtà aziendali italiane come Leonardo e IDS North America, sono testimonianza delle potenzialità che il mercato canadese offre a quanti interessati al settore dell' innovazione digitale.
Grazie, infatti, ad investimenti in tecnologie digitali e informazione, il settore tecnologico canadese ha visto una crescita tre volte maggiore rispetto all’intera economia del paese dal 2013. Tra i paesi del G7 risulta essere al primo posto tra i Digital Risers, ovvero il primo paese in grado di aumentare maggiormente la propria competitività digitale (2018 e il 2020).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
La bilancia dei pagamenti con l’estero ha registrato lo scorso anno un disavanzo da oltre 400 miliardi di corone. Lo indicano i dati della Banca Centrale Ceca.
Nel 2022 la bilancia dei pagamenti con l’estero ha registrato un deficit da 415 miliardi di corone, in peggioramento rispetto al 2021, quando il disavanzo era stato di soli 168 miliardi di corone. Lo scorso anno è stato quindi superato il record negativo del 2007, quando il deficit aveva toccato 177 miliardi di corone. La bilancia dei pagamenti è in deficit dal 2021, negli anni precedenti aveva invece segnato un attivo.
L’andamento è stato determinato dal forte disavanzo del commercio estero e anche dall’andamento nel settore dei redditi da capitale. Nel capitolo dei redditi da investimenti diretti il disavanzo ha superato i 404 miliardi di corone con uscite per oltre 508 miliardi di corone.
Fonte: https://bit.ly/3Z4WMgg
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il costo della vita è aumentato inaspettatamente dopo che la carenza di verdura ha contribuito a spingere i prezzi del settore agrifood ai massimi da 45 anni. Anche i prezzi degli alcolici nei ristoranti e nei pub hanno fatto aumentare le spese a carico delle famiglie britanniche, con l'inflazione salita al 10,4%.
La Bank of England deciderà tuttavia nei prossimi giorni se aumentare, abbassare o mantenere invariati i tassi d’interesse, continuando la propria battaglia per ridurre il fenomeno inflazionistico. I tassi sono stati aumentati 10 volte da dicembre 2021, nel tentativo di rendere più costosi i prestiti e disincentivare le persone a spendere, sperando così di fermare l'aumento dei prezzi così rapidamente.
Per calcolare l'inflazione, l'Office for National Statistics (ONS) sta tenendo traccia dei prezzi di centinaia di articoli di uso quotidiano. Il continuo aumento dei costi degli alimentari è stato tuttavia un fattore determinante: pomodori, peperoni e cetrioli sono stati tra gli ortaggi più colpiti – soprattutto a seguito delle condizioni meteorologiche estreme in Spagna e Nord Africa. L'ONS ha inoltre affermato che l'inflazione alimentare ha raggiunto il 18,2% a febbraio - il più alto in 45 anni – e i prezzi di latte, olio d'oliva, zucchero e uova sono aumentati nuovamente.
Minette Batters, presidente della National Farmers Union (NFU), ha dichiarato che i prezzi dell’agroalimentare sono aumentati in parte sia a causa dei "costi straordinari" che gli agricoltori hanno dovuto affrontare e sia per la carenza di coltivatori. L'inflazione è scesa per tre mesi consecutivi fino allo scorso febbraio, ma il balzo a sorpresa mostra che le pressioni su famiglie e imprese sono tutt'altro che finite. Tuttavia, il capo economista dell'ONS, Grant Fitzner, ha ribadito che le prospettive a lungo termine per il Regno Unito "non sono così negative", prevedendo una diminuzione dell’inflazione quest'estate con il calo dei prezzi dell'energia.
Sembra essere comunque un percorso più tortuoso di quanto sperato e questo complicherà i piani della Bank of England. La Banca e la sua controparte statunitense, la Federal Reserve, bilanceranno le preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione con i timori di una possibile instabilità finanziaria globale, prima di prendere una decisione.
Yael Selfin, capo economista di KPMG, ha affermato che l'aumento dell'inflazione ha complicato la decisione della Bank of England sui tassi di interesse. Gli economisti si aspettavano che la Banca mantenesse gli stessi tassi alla luce dei recenti timori sulla stabilità del settore bancario, ma seguendo il fenomeno inflazionistico, si prospetta un ulteriore aumento dal 4% al 4,25%.
Fonte: https://bbc.in/3ngRIrJ
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La Banca Centrale Ceca (ČNB) non teme il contagio delle difficoltà del settore bancario negli Stati Uniti e in Svizzera. Al quotidiano Hospodářské noviny lo ha detto il vicegovernatore Jan Frait.
Secondo Frait il rischio di ripercussioni sul settore bancario ceco delle recenti difficoltà di alcune banche americane e della Credit Suisse è “ridotto, persino trascurabile”. Gli stress test delle banche ceche inoltre indicano la forte resilienza degli istituti cechi negli scenari avversi. “Le banche ceche hanno a disposizione molti attivi altamente liquidi. Fino al 30% di questi attivi è il denaro depositato presso noi della ČNB” ha detto Frait.
Secondo il vicegovernatore della ČNB non è fonte di preoccupazione neppure un’alta quota dei bond detenuti dalle banche. Grazie agli attivi liquidi gli istituti cechi non sono spinti a vendere i titoli di Stato, qualora abbiano bisogno della liquidità. Altra liquidità potrebbe essere erogata dalla stessa ČNB, ha sottolineato Frait.
Fonte: https://bit.ly/40bcZSu
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)