Venerdì 4 Luglio 2025
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La Danimarca, in virtù della propria conformazione fisica e posizione geografica, è una delle maggiori nazioni marittime al mondo. Invero, l’attività delle compagnie appartenenti al settore marittimo danese rappresenta circa un quarto delle esportazioni totali del paese, e da queste derivano sia indirettamente che direttamente circa il 4% dei posti di lavori della Danimarca.
In questo contesto di dipendenza del paese dallo sfruttamento dei mari che lo circondano, appare necessaria la collaborazione dell’Autorità Marittima Danese (DMA) con le aziende private del settore, al fine di supportare la crescita del cluster marittimo danese, attraverso la creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo. Il settore marittimo è infatti regolato prevalentemente da norme stabilite a livello internazionale, che sovente risultano essere delle barriere legislative per le aziende che vi operano, in quanto l’evoluzione legislativa non sempre riesce a stare al passo con le innovazioni tecnologiche implementate in risposta alle necessità correlate a temi in costante evoluzione come, ad esempio, la tutela dell’ambiente.
L’Autorità Marittima Danese, quindi, attraverso l’istituzione del DMA Regulatory Future Lab si propone come un partner facilitatore per l’applicazione delle nuove soluzioni d’innovazione nel settore marittimo, aiutando le aziende private a superare barriere normative attraverso la gestione di richieste che necessitano di un controllo ed un’accettazione da parte delle autorità competenti.
Per la Danimarca e le sue istituzioni, è di primaria importanza poter sostenere le aziende nello sviluppo e nell’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, soprattutto nell’ambito di processi contemporanei, che sempre più stanno condizionando il modo di fare business in tutti i settori, come la transizione green, la decarbonizzazione e la digitalizzazione. Per il paese è perciò necessario poter supportare le idee d’innovazione che nascono dal settore privato, attraverso progetti come il Future Lab, e che spesso si sviluppano più rapidamente dell’aggiornamento legislativo sia internazionale che del paese.
Dal punto di vista pratico, il DMA Regulatory Future Lab si propone di aiutare le aziende private del settore in diverse fasi del processo di innovazione. Da un lato, supporta la stessa nascita e crescita di idee innovative ancora quindi nel corso della loro fase embrionale e di test, dall’altro gestisce l’applicazione di progetti già pronti per essere implementati. Sostenendo un processo di co-creazione di soluzioni innovative attraverso una partnership con aziende private, il DMA Regulatory Future Lab avvia una collaborazione il più possibile adattata e personalizzata alla risoluzione del caso specifico, che inizia con una perizia approfondita del progetto da implementare, al fine di comprenderne al meglio la natura e definire in modo preciso il tipo di sostegno da attuare. Successivamente, è l’Autorità Marittima Danese che fissa una base di approvazione, che servirà all’azienda come quadro per condurre analisi, test e valutazioni del progetto, al fine che questo sia conforme alla regolamentazione per l’approvazione da parte della DMA.
Attraverso il lavoro del DMA Regulatory Future Lab, l’Autorità Marittima Danese intende creare un ambiente sempre più favorevole alla crescita delle aziende che operano nel settore navale del mercato danese, supportando la realizzazione di tecnologie e soluzioni innovative, che possano sviluppare il settore, che al momento della loro esecuzione sfidano l’attuale sistema di regolamentazione statale.
Fonti: https://bit.ly/3CVpiYI; https://bit.ly/3DiE3pN
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il governo polacco ha 6 giorni per prendere la decisione di chi costruirà la prima centrale nucleare in Polonia. La Polonia ha due possibilità, prendere l'offerta dagli americani oppure dei francesi. La sensazione è che sarà scelta l’offerta degli americani, ovvero l'azienda Westinghouse Polonia.
La costruzione della centrale è cruciale in Polonia visto che senza il nucleare la Polonia non sarà in grado di realizzare una strategia di Green Deal europeo, che postula la notevole limitazione dell'emissione di gas serra per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L'azienda Westinghouse stima il contributo dell’industria polacca al 50%, però con il tempo la partecipazione polacca crescerà. Infatti, l’azienda americana ha già cominciato a dialogare con le aziende polacche.
Con alcune Westinghouse ha già firmato un accordo iniziale. Il piano della costruzione è ambizioso, prevede di finire i lavori entro il 2033 e il presidente della Westinghouse sostiene che questo piano è fattibile. La costruzione della centrale è complicata e complessa e ha bisogno delle aziende e dei lavoratori specializzati in questa materia. Come sostiene Westinghouse parte della costruzione potrà essere effettuata dalle aziende polacche finora specializzate nelle centrali a carbone. Inoltre, la costruzione di tale centrale creerebbe circa 10 mila di posti di lavoro nel campo dell'edilizia e poi circa 20-30 mila di posti nella rete dell'erogazione energetica.
Fonte: POLONIA OGGI
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Le imprese edili hanno migliorato le attese di crescita di quest’anno per il loro settore. Lo indica il report trimestrale dell’agenzia CEEC Research.
In media le aziende prevedono che l’edilizia crescerà quest’anno dell’1,9%. Nel report precedente veniva atteso un calo. Oltre il 60% delle aziende crede che il settore registrerà un aumento, le più ottimiste sono le piccole e medie imprese con una previsione di crescita del 2,2%.
Per il 2023 invece le aziende rimangono molto prudenti e attendono un calo del 3,7%. “I direttori delle aziende temono maggiori pressioni per la limitazione degli investimenti statali” ha indicato il direttore esecutivo dell’agenzia Michal Vacek. Sul settore potrebbero avere un impatto negativo anche il calo della domanda delle famiglie e la difficoltà nel reperire la manodopera.
Fonte: https://bit.ly/3eLzzic
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.
La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nei primi sette mesi del 2022 l’aumento delle esportazioni dell’Italia (+19%) è nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+1,9%), e dal Regno Unito (+0,5%), mentre la Francia ha fatto registrare un +12,2% rispetto ai primi sette mesi del 2021. Si registrano invece, sempre nel periodo in osservazione, incrementi delle quote di export dalla Turchia verso la Germania (+12,2%), il Regno Unito (3,3%) e verso la Francia (+5,7%). In ambito Ue, l’Italia si posiziona invece al secondo posto con oltre 15 miliardi di interscambio totale con la Turchia, seconda solo alla Germania (25 miliardi di dollari) e prima di Francia (11 miliardi di dollari) e Spagna (10 miliardi di dollari).
Il turismo rappresenta un importante settore dell’economia turca ed il ritmo di crescita registrato nel primo semestre del 2022 spinge a rivedere al rialzo le aspettative sia per quanto riguarda gli arrivi internazionali nel Paese che per quanto concerne gli introiti generati. Dopo l’eccezionale risultato della festa religiosa di Eid al-Adha dello scorso luglio, che ha fatto registrare il tutto esaurito con un numero di turisti impressionante e i successivi aumenti di presenze del mese successivo, le stime del Ministero del Turismo dello scorso mese di settembre sono in rialzo con l’obiettivo di 37 miliardi di dollari di entrate turistiche e 47 milioni di turisti entro il 2022, una stima indubbiamente ottimistica se si considerano i 29,3 milioni di turisti stranieri che hanno visitato la Turchia nel periodo gennaio- agosto 2022. Il dato dei primi 8 mesi di quest’anno è raddoppiato rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso (+108,5%) quando furono 14 milioni le presenze in Turchia.
A tale proposito Mehmet Işler, vicepresidente della “Türkiye Hoteliers Federation” (TÜROFED) ha affermato: “non ci aspettavamo un risultato così netto considerando le incertezze legate all'invasione russa dell'Ucraina e la susseguente crisi economica, eppure proprio gli arrivi dalla Federazione russa tra giugno e agosto scorso hanno evidenziato un continuo aumento, in particolare nelle località di Antalya, Bodrum e Dalaman”.
Per quanto riguarda il turismo dalla Russia, l’ottimo risultato registrato dalla Turchia questa estate è stato in particolare agevolato dalla possibilità concessa da alcune banche locali di utilizzare il circuito delle carte di credito della Federazione russa (MIR) nonché dal mantenimento dei collegamenti aerei tra Turchia e Russia.
Anche il numero di viaggiatori internazionali provenienti da altri Paesi mostra una continua tendenza al rialzo: da gennaio ad agosto Regno Unito e Germania hanno fatto registrare quasi 7 milioni di arrivi, un numero non atteso ad inizio stagione, e i dati disponibili riferiti ai primi sette mesi del 2022 indicano un numero di presenze di oltre 23 milioni di visitatori (26 milioni se si considerano i cittadini turchi che vivono all'estero) in crescita del 128,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Nel solo mese di agosto la Turchia ha ospitato 6,6 milioni di visitatori stranieri con un incremento del 52,84% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Dalla seguente tabella si evince che nei mesi in osservazione i tedeschi rappresentano il 13,13% delle presenze totali, seguiti dai russi (10,24%) e dai britannici (8,05%).
Julia Simpson, presidente e CEO della “World Travel and Tourism Council” (WTTC), ha dichiarato: “la Turchia sta diventando una destinazione incredibilmente popolare e prevediamo che alle attività turistiche saranno direttamente riconducibili oltre il 14% del PIL e il settore potrebbe raggiungere i livelli pre-pandemia entro il 2023”. Citando i dati del World Travel and Tourism Council, Simpson ha affermato che il settore ha conosciuto una straordinaria espansione contribuendo con oltre 526 miliardi di lire turche (circa 60 miliardi di dollari) all'economia nazionale nel 2021, quando il tasso di cambio della valuta nazionale veniva scambiato con il dollaro in media a 8,88 (oggi siamo a 18,45) e una spesa complessiva da parte dei turisti stranieri che, sempre lo scorso anno, è stata pari a 249 miliardi di lire turche (circa 13,7 miliardi di dollari).
A livello di distribuzione, dal 1 gennaio al 15 settembre, città come Istanbul, la mediterranea Antalya ed Edirne nella Turchia nordoccidentale, al confine con Bulgaria e Grecia, hanno intercettato la gran parte dei flussi turistici internazionali. L’incidenza per Istanbul è stata del 41,3% del flusso totale con 6,8 milioni di presenze, seguita da Antalya con il 24,7% e più di 4 milioni di turisti ed Edirne con una quota del 10,7% sul totale e quasi 2 milioni di visitatori.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
I dati i più aggiornati sui flussi di investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia, pubblicati lo scorso 12 settembre dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali (YASED), indicano che nei primi sette mesi del 2022 gli IDE in entrata sono stati pari a 6,11 miliardi di dollari (-0,2% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno). In particolare, nel mese di luglio scorso, sono ammontati 658 milioni di dollari (16% del deficit delle partite correnti); “a losing momentum” definisce il risultato di luglio l’ultimo rapporto di YASED rispetto ai mesi di maggio e giugno scorsi.
Nel dettaglio l’afflusso di IDE è stato guidato nel mese in osservazione, per un valore di 306 milioni di dollari, dai ricavi dalle vendite delle proprietà immobiliari a cittadini stranieri (erano stati più del doppio nel mese di maggio con oltre 650 milioni di dollari) seguiti dall’acquisizione di partecipazioni azionarie (387 milioni di dollari) che rallentano insieme agli investimenti derivanti da crediti e depositi commerciali e sottoscrizioni di titoli obbligazionari.
Se consideriamo i primi sette mesi del 2022, la quota percentuale di IDE affluita sotto forma di vendite immobiliari ai residenti stranieri raggiunge il 62% del totale mentre i primi tre settori economici che hanno conquistato la quota maggiore degli afflussi di capitale estero in forma di acquisizione di partecipazioni azionarie sono stati i settori del commercio all'ingrosso e al dettaglio e ITC apparecchiature elettriche ed elettroniche.
I dati di luglio mostrano ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito tra i principali investitori in Turchia, con la quota di maggioranza (pari al 63%) degli IDE totali in entrata nel Paese: la Svizzera nel mese in considerazione si piazza al primo posto con il 23% dei flussi in entrata seguita dall’Italia e dall’Irlanda. In questo mese il nostro Paese è balzato al 2° posto anche grazie alla recente acquisizione, da parte della TISG Italia (società attiva nel settore della nautica di lusso del Gruppo CG Holding S.p.A.), di una importante quota della TISG Turchia YAT A.S.. A questa operazione si aggiunge la fusione della “ProntoPro” con la turca “Armut” nel settore dell’e-commerce.
Sempre nel mese in osservazione si osserva una maggiore presenza degli investimenti di capitale azionario da parte dei Paesi Europei e dell’Asia orientale che continuano ad ampliare la loro presenza in Turchia.
Nel 2021 gli IDE in entrata si attestarono a 14,1 miliardi di dollari (+48% rispetto al 2019) con una quota globale pari allo 0,86% e hanno finanziato oltre il 40% del deficit delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Nel primo semestre del 2022, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca Centrale, gli afflussi totali di IDE nel Paese sono ammontati a 5,5 miliardi di dollari, in aumento del 21% su base annua che potrebbero attestarsi alla fine dell’anno a 14,8 miliardi di dollari, rispetto appunto ai 14,1 miliardi di dollari dello scorso anno.
Nel semestre in considerazione i Paesi Bassi occupano la prima posizione con 590 milioni di dollari di IDE verso la Turchia, seguiti da Svizzera (513 milioni di dollari) e da Germania (211 milioni di dollari). Commentando i recenti dati sugli IDE il Presidente dell'Ufficio per l’attrazione degli investimenti (ISPAT), Burak Dağlıoğlu, ha osservato che “la Turchia continua ad essere un “faro” per molte aziende straniere in svariati settore della propria economia grazie ad una offerta diversificata dei propri prodotti e servizi che possono oggi competere su scala globale”. Dağlıoğlu ha anche aggiunto che la Turchia è diventata un importante e strategico polo di R&S di tutta la regione con una infrastruttura logistica importante e in crescita e con un ecosistema di startup tecnologiche all’avanguardia che sempre nel primo semestre dell’anno le hanno ricevuto 1,4 miliardi di dollari di investimenti.
L’obiettivo di Ankara resta quello di aumentare la propria quota globale dei IDE in entrata dallo 0,85% attuale all’1,6% entro il prossimo anno.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
L'economia della Turchia è cresciuta del 7,6% annuo nel secondo trimestre dell'anno, confermando la robusta crescita registrata anche durante il primo trimestre del 2022 (+7,3%) grazie all’aumento delle esportazioni e della domanda interna e malgrado un raffreddamento dell’attività produttiva durante il primo semestre dell’anno causata dal rallentamento delle economie dei principali partner commerciali della Turchia. L'aumento del PIL è stato più rapido del previsto, poiché l'inflazione, la più alta degli ultimi 24 anni, ha spinto i consumatori ad anticipare gli acquisti in previsione dell’aumento dei prezzi. Gli analisti tuttavia prevedono che l’economia rallenti in modo significativo nella seconda metà dell’anno in previsione di un raffreddamento dell’attività produttiva in Europa mentre i dati resi noti lo scorso 27 settembre dall’OECD stimano una crescita dell’economia turca al 5,4% quest’anno (le precedenti stime dell’OECD si era fermate al 3,7%) e del 3% del 2023 mentre sempre secondo l’Organizzazione internazionale il tasso di inflazione atteso in Turchia alla fine del 2022 si attesterebbe al 71%.
Nel frattempo, sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK), ha reso pubblici gli indici di fiducia nelle varie componenti dell’economia turca del mese di agosto su quello precedente di luglio: quello economico generale principale è sceso dello 0,2% su base mensile lo scorso mese di agosto rispetto al mese precedente mentre l’indice di fiducia dei consumatori (72,2) è aumentato del 7,4% nel periodo in osservazione restando però ben al di sotto della soglia di 100 punti. Quello composito del clima di fiducia delle imprese ha fatto registrare un +6,1%; guardando alle singole componenti si rileva un leggero calo di fiducia del settore reale (-1,1%) mentre nel settore dei servizi il calo è stato dell'1,3%. Anche nel settore del commercio al dettaglio si registra un calo dello 0,4% (112,9). I settori che hanno invece fatto registrare una dinamica positiva sono stati quelli delle costruzioni (+1,5%)
“Medium Term Program” pubblicato il 5 settembre 2022 dal Ministero delle Finanze
Segnali più ottimistici sulle prospettive del PIL turco e sugli altri indicatori congiunturali e macroeconomici provengono invece dall’ultimo “Medium Term Program” 2022.2024, elaborato dal Ministero delle Finanze lo scorso 5 settembre.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
L’8 settembre scorso, nella splendida cornice del prestigioso ed iconico Mall della Capitale turca “Atakule”, collocato sulle alture di Cankaya che dominano la città di Ankara, l’Ambasciatore Giorgio Marrapodi ha presentato, davanti ad oltre 300 ospiti appartenenti al mondo politico, culturale, imprenditoriale, dell’arte, dello spettacolo e della stampa, la campagna Be IT di promozione del Made in Italy a sostegno delle esportazioni italiane e dell’internazionalizzazione del sistema economico nazionale.
Si tratta di una campagna di comunicazione “Italy is simply extraordinary: be IT” promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con ITA Italian Trade Agency. L’obiettivo della campagna di nation branding è quello di raccontare al pubblico turco in maniera originale e innovativa l’Italia, i suoi valori e talenti, le sue competenze e le straordinarie potenzialità. La campagna si sviluppa principalmente sui canali digitali ma viene presentata con eventi mirati attraverso la rete diplomatica consolare Italiana nel mondo. Dopo l’apertura dell’evento da parte dell’Ambasciatore Marrapodi, che nel suo discorso introduttivo ha anche ricordato candidatura di Roma ad ospitare l'edizione 2030 dell'Expo Universale, l’artista Sissa Micheli ha presentato la raccolta fotografica “Mountain Pieces. Reflecting History Memoriali Performativi Contro La Guerra”.
I bellissimi scatti dall’artista nell’Alta Val Pusteria affrontano il tema della guerra e della pace, consentendo al visitatore di guardare oltre lo scenario delle montagne dove la bellezza contrasta con il passato bellico.
La serata all’Atakule è poi continuata con l’esposizione curata dall’Associazione Turca dei Lettori di Fumetti dedicata al fumetto italiano che in Turchia ha una lunga tradizione. Durante l’evento, infine, si sono esibiti musicisti che hanno offerto al folto pubblico canzoni italiane, un noto gruppo jazz locale. Vi è stata infine un’esibizione di opere italiane da parte di un baritono e di una soprano.
Sponsor della serata Calzedonia Group, marchio con una presenza di grande successo in Turchia. All’evento hanno anche partecipato con propri stand Ducati, presente in Turchia attraverso l’importatore locale Korlas, ed il Gruppo Campari (rappresentato in Turchia dalla Carlsberg Türkiye Group) che ha offerto agli ospiti presenti l’Aperol Spritz.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il 2 settembre scorso, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi ha ospitato, per un collegamento attraverso l’“hub Turchia” al Forum di Ambrosetti di Cernobbio, il Viceministro dell’Energia Alparslan Bayraktar per la prima sessione del Forum dal titolo “Le sfide globali del futuro e gli impatti sull’economia. Lo scontro è avvenuto: e adesso?”.
Il Viceministro turco è intervenuto dall’Ambasciata d’Italia in Ankara, in videoconferenza a conclusione del panel moderato da Monica Maggioni, Direttrice del TG1 della RAI, sul “ruolo dell’Azerbaijan per la sicurezza energetica. Il nuovo ordine globale. Il ruolo dell’Asia e dell’Africa nel turbolento scenario geopolitico attuale”, permettendo, alla fine del dibattito l’inclusione della prospettiva geopolitica turca.
Il Viceministro Bayraktar, nel commentare gli interventi di tre analisti che hanno rappresentato modelli e concezioni diverse del sistema delle relazioni internazionali in Cina, Russia e USA, alla luce della guerra in Ucraina e della susseguente crisi energetica, ha fornito la visione strategica turca in tema energetico evidenziando in particolare l’interesse della Turchia di continuare a potenziare le infrastrutture già esistenti nel Paese.
A tale riguardo il Viceministro ha anche ricordato il Southern Corridor che collega la regione del Mar Caspio all’Europa in alternativa a Eastmed per affrancarsi dal gas russo ma anche eventuali futuri collegamenti con Israele. Particolare attenzione è invece stata data allo sfruttamento del giacimento di gas naturale di Sakarya nel Mar Nero che, assieme al potenziamento delle energie rinnovabili (la Turchia si colloca nella top 10 al mondo) potrebbe rappresentare alternative percorribili per reperire fonti di approvvigionamento di energia alternative senza tralasciare i recenti contatti tra la russa Rosatom per gli investimenti nella costruzione della prima centrale nucleare turca di Akkuyu.
I lavori del Forum Ambrosetti sono poi stati seguiti da un folto gruppo di qualificati imprenditori italiani e turchi ospitati dall’Ambasciatore Marrapodi il 3 e 4 settembre presso Palazzo di Venezia ad Istanbul.
Il Forum Ambrosetti nell’edizione di quest’anno “Lo scenario di oggi e domani per le strategie competitive” è stato anticipato da un messaggio del Presidente Mattarella, mentre al termine della Prima sessione del 2 settembre è intervenuto in videoconferenza il Ministro degli Affari Esteri Di Maio.
Chi è il Viceministro dell’Energia Alparslan Bayraktar Attualmente Viceministro presso il Ministero presso il Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali (MENR), ha ricoperto il ruolo di Sottosegretario aggiunto alla Direzione Generale delle Relazioni Esterne dell’Unione Europea presso il MENR tra il 2016 e il 2018 e di Membro del Consiglio di Amministrazione presso l’Autorità di Regolamentazione del Mercato dell’Energia tra il 2010 e il 2016. Prima di assumere incarichi pubblici, ha lavorato nel settore privato in Turchia e all’estero. È stato Presidente della Confederazione dei regolatori dell’energia (ICER) e dell’Associazione regionale dei regolatori dell’energia (ERRA). Attualmente è presidente del “World Energy Council Turkey”.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
La crescita economica in Polonia dovrebbe scendere al 4% nel 2022 e all'1,6% nel 2023 a causa dell'elevata inflazione, dell'inasprimento della politica monetaria, dell'impatto negativo della fiducia legata alla guerra in Ucraina e di un rallentamento della domanda da parte dei principali partner commerciali.
La guerra sta anche danneggiando l'economia globale, in quanto porta a interruzioni commerciali e provoca shock nei mercati alimentari e dei carburanti. Ciò si traduce in un'elevata inflazione e, di conseguenza, in un inasprimento della politica monetaria da parte di molte banche centrali in tutto il mondo.
La Banca Mondiale ha abbassato le sue previsioni di crescita per il 2023 per la maggior parte dei paesi in Europa e in Asia centrale. Tuttavia, una guerra prolungata potrebbe causare danni economici e ambientali ancora maggiori. Il Piano Nazionale di ripresa dovrebbe sostenere gli investimenti pubblici, ma qualsiasi ritardo negli esborsi è un rischio.
L'inflazione media annua in Polonia sarà del 13,2% nel 2022, del 10,1% nel 2023 e del 4,9% nel 2024 (rispetto al 5,1% dello scorso anno), prevede la Banca Mondiale. Dalla metà del 2021, l'inflazione ha continuato ad accelerare notevolmente, raggiungendo oltre il 16% ad agosto, ben al di sopra dell'intervallo obiettivo. L'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime agricole, nonché le continue interruzioni nelle catene di approvvigionamento, hanno contribuito all'aumento dell'inflazione. La crescita dei prezzi è continuata nonostante un pacchetto fiscale volto a frenare l'inflazione. Il deficit fiscale delle amministrazioni pubbliche polacche sarà del 3,6% del PIL nel 2022, del 3,5% del PIL nel 2023 e del 2,6% del PIL nel 2024, secondo le previsioni della Banca Mondiale.
Fonte: POLONIA OGGI
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)