Lunedì 12 Maggio 2025
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Le esportazioni turche hanno raggiunto 21,468 miliardi di dollari nel solo mese di novembre, in crescita del 25,6% con una performance nettamente migliore di Italia, Israele, Grecia, Senegal e Canada, i migliori Paesi che a novembre hanno fatte registrare un aumento delle vendite all’estero dei propri prodotti. Le vendite turche nei primi 11 mesi del 2021 hanno totalizzato 203,141 miliardi di dollari, superando il livello pre-pandemico, ha dichiarato il Ministro del commercio Mehmet Mus. Il deficit della bilancia commerciale è diminuito del 13,55% rispetto all'anno precedente e ammonta a 39,2 miliardi di dollari con un grado di copertura export/import in aumento che ha superato l’80%. I proventi delle esportazioni hanno segnato anche una ripresa delle riserve internazionali (115 miliardi di dollari USA).
Si tratta di un nuovo record dell’export turco che nel mese di ottobre scorso aveva già raggiunto il record storico con 20,8 miliardi di dollari, secondo un comunicato del Presidente dell'Associazione esportatori turchi (TİM), İsmail Gülle. Commentando i dati resi noti a novembre, ha aggiunto che “un tasso di cambio stabile significa esportazioni stabili ma i numeri mostrano anche che, indipendentemente dal tasso di cambio, la Turchia nel 2021 supererà il suo record storico nel volume di merci esportate".
Dal lato dell’import, dopo l’aumento registrato nel mese di ottobre (+13% con 22,3 miliardi di dollari) a novembre si è registrata invece una contrazione degli acquisti dell’8,3%.
A livello settoriale si segnala una crescita più elevata delle vendite nei beni intermedi con 10,4 miliardi di dollari USA seguite dai beni di consumo (con 7,9 miliardi e dei beni di investimento con 2,2 miliardi). Per quanto riguarda la destinazione dell’export, la Germania a novembre è stato il primo mercato di sbocco delle vendite turche con 1,6 miliardi di dollari USA, seguita dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, rispettivamente con 1.3 miliardi e 1.2 miliardi di dollari.
Gli acquisti hanno invece interessato le materie prime (principalmente combustibili) con 17,6 miliardi di dollari seguite da beni di investimento (2,6 miliardi di dollari) e i beni di consumo (1,9 miliardi). I principali fornitori sono stati Cina (2,5 miliardi di dollari) seguita da Federazione Russa (2,4 miliardi) e Germania (1,5 miliardi di dollari).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)
La fiera PLMA, dedicata al private label nel settore agroalimentare, che doveva tenersi a Chicago dal 30 gennaio al 1 febbraio è stata cancellata a causa della nuova ondata di Covid. L'organizzazione ha fatto sapere che verrà organizzata un'edizione virtuale dal 28 al 31 marzo 2022.
Fonte: https://plma.com/
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
La capacità eolica offshore del Vietnam aumenterà di 36 GW entro il 2045, secondo l'ultima bozza del Power Development Master Plan VIII.
Aumenterà a 4 GW entro il 2030, 10 GW entro il 2035 e a 23 GW entro il 2040. L'energia eolica offshore rappresenterà circa il 2,6% della capacità di generazione totale di energia elettrica nel 2030 e il 10,8% nel 2045. I parchi eolici offshore saranno situati principalmente nel nord e nel sud del paese.
Nella precedente bozza del piano, il Ministero dell'Industria e del Commercio aveva fissato l'obiettivo di aumentare la capacità di energia eolica offshore a 2-3 GW, ovvero l'1,5-2% del totale, entro il 2030.
In una riunione tenutasi per discutere l'ultima bozza venerdì, Mathias Hollander, senior manager del Global Wind Energy Council (GWEC), ha affermato che il Vietnam può avere una capacità di energia eolica offshore di 5-10 GW entro il 2030. La produzione di energia eolica offshore del paese ha un un'efficienza di oltre il 50%, simile a quella dell'energia idroelettrica, ha osservato.
Secondo i calcoli del GWEC, il Vietnam dovrà investire 10-12 miliardi di dollari per i primi 4-5 GW di capacità eolica offshore, ma il vento è una fonte infinita, quindi il Paese non dovrà continuare ad alimentare i parchi eolici, così come fa con centrali a carbone o a gas.
Nel frattempo, il costo unitario per 1.000 kWh di elettricità generata da un parco eolico offshore è di circa 83 dollari, in calo rispetto ai 255 dollari del 2010. Si prevede che scenderà ulteriormente a 58 dollari entro il 2025.
Con una costa di 3.260 km, basso livello del mare e alta velocità del vento (7-10 metri al secondo a un'altezza di 100 metri), il Vietnam è un magnete emergente per l'energia eolica offshore nel sud-est asiatico, affermano gli esperti.
Fonte: https://bit.ly/3yWM8wN
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))
Con 458 domande di brevetti depositate presso l’OEB nel 2020, la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra sale sul podio francese.
Le regioni Ile de France e Alvernia-Rodano-Alpi raggiungono il primo e secondo posto, rispettivamente con 6.507 e 1.463 domande di brevetti depositate nel 2020 presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti (OEB). La Région Sud (PACA) supera l’Occitania, che fino a quel momento occupava la terza posizione, con 458 domande, grazie ad un aumento del 40,9% di depositi, record francese in materia.
Con un totale di 180.250 domande in Europa (-0,7%), l’OEB sostiene che il ricorso ai brevetti non abbia sofferto più di tanto la pandemia del Covid-19. Nella top 5 dei Paesi con il maggior numero di domande troviamo gli Stati Uniti (44.293), la Germania (25.954), il Giappone (21.841), la Cina (13.432) e la Francia (10.554).
I trasporti in pole position
L’ecosistema francese dell’innovazione è uno dei pochi in Europa, che non ha subito un rallentamento (+3,1%), affiancato inoltre da una forte crescita nell’ambito delle tecnologie mediche (+17,5%, 576 domande) e dei prodotti farmaceutici (+21,8%, 472 domande). Con 1.016 domande di brevetto (+4,6%), è quello dei trasporti il settore che resta più innovante all’interno dell’esagono, grazie ai suoi fiori all’occhiello come il gruppo PSA, Michelin, Renault, Valeo, Alstom o Safran.
UNA REGIONE MOLTO INTRAPRENDENTE
La regione Sud-PACA si appresta a ricevere il premio REE, attribuito dal Comitato Europeo delle Regioni.
Distinguere e ricompensare le regioni dell’Unione Europea che “dimostrano una strategia d’eccellenza e d’innovazione in materia di politica nei confronti delle imprese, qualsiasi sia la loro dimensione, livello di ricchezza o competenze”, è l’obiettivo del premio Regione Europea Intraprendente REE assegnato ogni anno dal Comitato Europeo delle Regioni. Nel 2020, il premio REE è stato attribuito alla città di Gdansk partner del voivodato di Pomerania (Polonia), alla regione economica di Göteborg (Svezia) e alla regione Navarra (Spagna). Vista la situazione, l’anno scorso la giuria ha deciso di fondere il processo di candidatura allora in corso con la competizione per l’eru 2022, creando così un premio speciale 2021-2022 che assegnerebbe questo marchio d’eccellenza a non solo tre, bensì a sei regioni. Tra le vincitrici di questa edizione speciale Covid vediamo il comune di Gabrovo (Bulgaria), quello di Castelo Branco (Portogallo), la regione Helsinki-Uusimas (Finlandia), quella di Madrid (Spagna), il voivodato della Slesia (Polonia) e la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, territori “che hanno dimostrato una notevole capacità nel riorientare il loro sviluppo economico dopo un anno”, spiega la regione Sud nel suo comunicato di auto congratulazioni, “le fasi di una ripresa europea sostenibile.”
Fonte: https://bit.ly/3J934ou
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Nel mese di ottobre, il Ministro delle Finanze lussemburghese, Pierre Gramegna, ha presentato ufficialmente la legge di bilancio per l’anno 2022, delineando la politica economica che il Governo del Lussemburgo intende portare avanti nei prossimi anni. In particolare, emergono come temi centrali la lotta contro il cambiamento climatico, la crisi degli alloggi, ma anche l’educazione e la digitalizzazione.
Sul piano dei fondamentali macroeconomici, il 2021 dovrebbe chiudersi con un deficit stimato a 416 milioni di euro (0,6% del PIL). Nel 2022, invece, si stima un quasi ritorno al pareggio di bilancio, con un deficit più ridotto, stimato a 143 milioni.
Nonostante ciò, Pierre Gramegna ha spiegato di non voler abbandonare una politica di alti investimenti. Così, l'anno fiscale 2022 prevede investimenti pubblici record che dovrebbero ammontare a 3,2 miliardi di euro, pari al 4,4% del PIL. Per il periodo dal 2022 al 2025, Pierre Gramegna prevede investimenti finanziati dallo Stato per quasi 14 miliardi di euro, e da prestiti fino a 4 miliardi.
In particolare, il budget del 2022 per gli investimenti sul clima e sull’ambiente è stimato a 765 milioni e, secondo le previsioni, è destinato ad aumentare nel tempo, fino a raggiungere i 975 milioni entro il 2024.
Parallelamente, per combattere il riscaldamento globale, il governo continua a investire nello sviluppo continuo della rete ferroviaria e tranviaria. Nel periodo 2020-2025, sarà investito un totale di 2,5 miliardi di euro. La spesa di investimento del solo fondo ferroviario raggiungerà i 300 milioni di euro nel 2022. Uno stanziamento di 262 milioni verrà stanziato per il potenziamento del tram della capitale nel periodo 2021-2025.
Lo Stato, inoltre, investirà 228 milioni di euro nel 2022 nella costruzione di alloggi a prezzi accessibili, con un incremento del 77% rispetto al 2021.
Tra il 2021 e il 2025, il governo prevede di investire 1,1 miliardi di euro in termini di digitalizzazione, in particolare per alcuni progetti faro nel campo della cybersecurity, delle infrastrutture 5G e delle comunicazioni ultraveloci e sicure, di cui 235 milioni nel 2022.
Il bilancio 2022 prevede anche l'assunzione di 2.300 persone nel servizio pubblico, di cui 1.000 nel settore dell'istruzione. Anche il bilancio di quest'ultimo aumenterà del 10% a 3,1 miliardi di euro.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
Buone notizie arrivano dall’orizzonte della auspicata fine della pandemia da Covid-19 per Italia e Germania. In Italia il 3° trimestre si sta sviluppando bene a livello economico. Il Fondo Monetario Internazionale si aspetta che l'economia italiana cresca del 5,8% nel 2021. Tra i consumatori, la fiducia, già in aumento, è balzata verso l'alto nel settembre 2021.
In Germania, il valore delle esportazioni di beni e servizi è sceso del 2,5% in agosto rispetto al mese precedente (luglio: +2,1%). Tuttavia, a causa del forte aumento dei prezzi all'esportazione, è probabile che le esportazioni siano diminuite in termini reali. Il volume delle esportazioni di beni a ottobre è stato in totale di 121,3 Miliardi di Euro. Le importazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,5% in termini nominali in agosto rispetto al mese precedente. In luglio, c'era stato ancora un leggero calo (-0,1%). In un confronto a due mesi, a ottobre le importazioni sono aumentate dell'1,9%, per un totale di 108,5 Miliardi di Euro. Tuttavia, a causa del forte aumento dei prezzi delle importazioni, è probabile che esse siano diminuite in termini reali.
A livello nazionale, i principali indicatori sul commercio estero dipingono un quadro misto. I nuovi ordini dall'estero sono crollati del 9,5% in agosto rispetto al mese precedente. Tuttavia, questo calo è stato preceduto da un plus segnato da grandi ordini (+10,4%). In generale, gli ordini esteri sono aumentati complessivamente del 5,7%. Le aspettative di esportazione per il settore manifatturiero hanno parzialmente recuperato a settembre dal significativo smorzamento del mese precedente e continuano quindi ad essere superiori alla media. Circa un quarto delle aziende si aspetta un miglioramento nei livelli di produzione ed esportazione nei prossimi tre mesi.
Nonostante i livelli di produzione e import/export negativamente influenzati dalle circostanze mondiali, la Germania non perde il suo ruolo di locomotrice dell’Europa. Soprattutto, lo stato e le aziende tedesche hanno investito ingenti risorse nella digitalizzazione delle loro attività. Secondo Bitkom, un’azienda che mette insieme più di 2000 altre aziende partner operanti in diversi settori, l’85 delle aziende possiede un marketplace online o si affida a grandi piattaforme quali Amazon, Ebay e Zalando per raggiungere i clienti finali tramite l’Internet. Infatti, il 75% dei venditori tedeschi vede la digitalizzazione come una change per la crescita delle loro aziende, solo il 22% come un possibile rischio. Fino a ottobre 2021, il 35% delle aziende ha investito in soluzioni digitali per aumentare le loro vendite.
Fonti: https://bit.ly/3H5SD36; https://bit.ly/30QRsFh; https://bit.ly/3GZ3zzk; https://bit.ly/3eij9Ki
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
Danimarca, un punto strategico per accesso alla Sandinavia. L’organizzazione infrastrutturale danese permette il facile accesso al mercato scandinavo da parte degli altri Paesi UE, nonché un immediato interscambio tra gli stessi Paesi scandinavi. La qualità delle infrastrutture, che si concretizza ad esempio in una percentuale pari al 65% di next-day deliveries, consegne effettuate nel corso di una sola giornata, rende la Danimarca un punto di partenza ottimale per l’espansione della propria attività commerciale sui mercati dei Nordics (MFA of Denmark, 2021).
Logistica, supply chain e infrastrutture, giocano un ruolo fondamentale nel rendere la Danimarca la terza economia più competitiva al mondo e seconda economia più competitiva dell’UE (World Competitiveness Ranking, 2021). La rete elettrica danese è una delle più affidabili d’Europa e garantisce l’ottimo funzionamento dei sistemi stradali e ferroviari. In aggiunta, il settore delle telecomunicazioni in Danimarca si contraddistingue per affidabilità e l’accesso a internet a banda larga è disponibile quasi ovunque. Le infrastrutture IT che accompagnano tutte le operazioni, oltre ad essere funzionanti, permettono di offrire servizi di distribuzione e di logistica tecnologicamente avanzati. Oltre a ciò, la posizione geografica della Danimarca la rende un eccellente hub di trasporto per il Nord Europa, la Scandinavia e la regione del Mar Baltico.
Il trasporto via terra. Quando si considera nello specifico la distribuzione via terra, vengono in mente due punti di collegamento fondamentali: Great Belt Bridge, inaugurato nel 1998, e Øresund Bridge, tra Svezia e Danimarca. Ad incrementare la velocità del trasporto via terra, si aggiunge anche la costruzione del Fehmarn Belt Bridge. Il Fehmarn Belt Bridge sarà lungo 18 km e includerà quattro corsie per gli autoveicoli e due linee ferroviarie tra l’isola danese di Lolland e quella tedesca di Fermar. I lavori per la realizzazione di quello che sarà il più grande progetto infrastrutturale del Nord Europa sono già iniziati all’estremità meridionale (Germania) e la data di consegna è prevista per il 2029 (GCR, 2021).
Il trasporto via aria. Gli aeroporti, quattro, sono un particolare punto di forza del sistema di distribuzione danese. Oltre ad essere operativi per quanto concerne il trasporto passeggeri, eccellono anche per i cargo. In particolare, l’aeroporto di Copenaghen (CPH) nel 2020 è stato eletto dalla Air Transport Research Society (ATRS) aeroporto più efficiente d’Europa che opera con più di 25-40 milioni di passeggeri. Anche nel periodo di crisi pandemica, il CPH ha registrato un aumento considerevole del numero delle merci, in transito da e per la Scandinavia, con significativi aumenti di volume di DPI, prodotti farmaceutici, alimenti e parti di macchinari. Non solo, dall’inizio del Covid-19, diverse compagnie aeree asiatiche, mediorientali e nordamericane hanno mostrato un forte interesse verso CPH offrendo diverse tratte, con frequenza settimanale, che trasportano solo merci.
Il trasporto via mare. Il 75% delle spedizioni danesi avvengono via mare e partono da 25 porti diversi, in grado di offrire connessioni giornaliere con i principali porti europei ed extra UE, per un volume annuale complessivo di circa 64 milioni di tonnellate di merci (MFA of Denmark, 2021).
Inoltre, con la Blue Growth Strategy 2018-2025, la Danimarca si propone di diventare il punto di riferimento per la digitalizzazione nel settore marittimo. Le aziende straniere hanno infatti l’opportunità di richiedere fondi dall’ Innovationsfonde (Fondo per l’Innovazione in Danimarca), in particolare per le tecnologie green nel settore marittimo, se si stabiliscono in Danimarca o costituiscono partnership con aziende e/o ricercatori danesi.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Più del 60% dei farmaci consumati nel paese sono fabbricati per aziende nazionali, che operano nel settore farmaceutico da oltre 50 e 70 anni, ha affermato Tito López, presidente della Camera dell'industria farmaceutica (Cifar) e vicepresidente della Confederazione Venezuelana degli Industriali, Conindustria.
Ammette l'esistenza e la partecipazione di nuovi attori, alcuni dei quali si sono dedicati all'importazione di prodotti non fabbricati nel paese, che è in fase di revisione, e inoltre c'è stata una riattivazione nella parte farmaceutica, perché la maggior parte degli imprenditori che fare la vita nel settore, hanno dovuto mettere le mani in tasca, perché la politica della riserva legale ha impedito la leva finanziaria nei confronti del settore, costringendoli a scegliere altre opzioni.
Fonte: https://bit.ly/32ljysx
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)
Al COP26, la Borsa del Lussemburgo ha aderito alla Net Zero Financial Service Providers Alliance (NZFSPA). LuxSE si impegna a sostenere la transizione verso un futuro sostenibile, non solo verificando il proprio impatto ambientale, ma anche responsabilizzando gli stakeholder e i prodotti con i quali lavora.
In una dichiarazione ufficiale, Julie Becker, CEO, spiega: "Stiamo lavorando verso l'obiettivo delle emissioni nette zero all'interno delle nostre stesse operazioni e, altrettanto importante, siamo impegnati a garantire che i nostri prodotti e servizi supportino un'ambizione elevata, impegnandoci con tutti i nostri clienti e stakeholder sulle questioni di sostenibilità e aiutandoli a definire percorsi credibili per raggiungere le emissioni nette zero di gas serra."
LuxSE è uno dei sei nuovi firmatari dell'alleanza insieme al London Stock Exchange, Singapore Exchange, Hong Kong Stock Exchange, Mexican Stock Exchange e Johannesburg Stock Exchange. Altri membri come Bloomberg, Deloitte, KPMG e PwC erano già membri.
Tutti i membri della NZFSPA - che è sostenuta dalle borse valori sostenibili delle Nazioni Unite - sono impegnati a riferire sui loro progressi verso il raggiungimento di obiettivi di emissioni di gas serra basati sulla scienza. Inoltre, sono impegnati a garantire che i loro servizi e prodotti si allineino con l'obiettivo di raggiungere un'economia netta zero entro il 2050.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)
A partire sabato 11 dicembre 2021, chi giungerà in Brasile per via aerea dovrà esibire il “passaporto sanitario” del vaccino contro il covid-19 come requisito per l’accesso al Paese. Il provvedimento, pubblicato nella gazzetta ufficiale nazionale, il Giornale Ufficiale dell’Unione (Diário Oficial da União – DOU), e firmato il 9 dicembre dal ministro della Salute, dal ministro della Casa Civile, dal ministro della Giustizia e da quello delle Infrastrutture, è valido sia per l’ingresso di stranieri che per il rientro di brasiliani.
Le misure eccezionali e temporanee per contenere la diffusione del nuovo coronavirus prevedono che i viaggiatori esibiscano alle compagnie aeree un certificato di vaccinazione, accettando solo le persone vaccinate con CoronaVac, Oxford/AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Janssen e la cui ultima dose sia stata somministrata almeno 14 giorni prima dell’ingresso in Brasile.
Chi viaggia dovrà presentare anche la Dichiarazione Sanitaria del Viaggiatore (DSV), il documento che certifica l’accettazione delle misure sanitarie da rispettare durante la permanenza nel Paese. Inoltre, sarà necessario esibire un test clinico (RT-PCR) negativo eseguito 72 ore prima dell’imbarco, oppure un test antigenico negativo svolto nelle 24 ore precedenti alla partenza.
Le procedure di contenimento prevedono che i non vaccinati, all’arrivo in Brasile, si sottopongano ad una quarantena di 5 giorni, trascorsi i quali eseguiranno un test per verificare l’assenza di una possibile infezione da covid-19; nel caso di positività del viaggiatore, l’isolamento continuerà.
L’ingresso per via terrestre è sempre ammesso previo possedimento di certificato vaccinale o di test negativo. Tuttavia, sono previste alcune eccezioni concesse dal Governo per questioni umanitarie.
Per quanto riguarda la variante Omicron, è stato introdotto il divieto temporaneo di imbarco per il Brasile per i cittadini stranieri che abbiano soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti in Sudafrica, Botswana, Eswatini, Lesotho, Namibia e Zimbabwe. Queste restrizioni non si applicano ai brasiliani che rientrano nel Paese, ai cittadini stranieri residenti in Brasile e ai loro familiari e ai professionisti in missione ufficiale.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)