Domenica 6 Luglio 2025
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Gerson Hernández, presidente della Camera Bolivariana di Costruzione del Venezuela, ha assicurato questo giovedì che l'Esecutivo Nazionale è disposto a stabilire qualsiasi tipo di alleanza pubblico-privato per raggiungere obiettivi specifici e specifici nel campo dell'edilizia abitativa e dell'edilizia.
Ha detto che dal 2020 ad oggi sono stati fatti progressi significativi per quanto riguarda la riattivazione dei lavori.
Ha precisato che secondo le statistiche gestite dalla Camera, "abbiamo fatto progressi del 16% nella riattivazione dell'apparato produttivo".
Fonte: https://bit.ly/32rC6Hs
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)
Enel Green Power, uno tra i maggiori players internazionali nel settore delle energie rinnovabili, punta al mercato australiano per espandere la fornitura di energia verde.
Attraverso una mossa che porta la compagnia italiana a competere con le 3 big nazionali - AGL, Origin Energy ed Energy Australia – EGP accetta la sfida posta da un’entrata nel paese ancora piuttosto recente, risalente infatti al solo aprile 2017, e coglie l’opportunità di un mercato pronto ad accogliere i servizi green offerti dall’azienda.
I tre impianti fotovoltaici di Bungala One, Bungala Two e Cohuna sono il punto di partenza per un’espansione dell’offerta di energia verde che, grazie all’ottenimento della licenza di vendita nel NEM (National Electricity Market), raggiunge il consumatore finale ufficializzando l’entrata della compagnia nel mondo nell’energy retail markets australiano. Fattore discriminate su cui EGP punta per distinguersi dalla concorrenza e continuare il percorso di crescita nel mercato domestico sarà “concentrarsi su aree e clienti in cui EGP sa di poter offrire una proposta unica che riunisca tecnologia, servizi energetici e approvvigionamento di energia rinnovabile in un modo non eguagliabile dai competitors” - come affermato dal country manager Werther Esposito in un’intervista rilasciata all’Australian Financial Review. Enel vuole portare al cliente la propria consolidata esperienza internazionale e presentarsi come un gigante verde, che nonostante la sua imponenza, sia di facile approccio e che soprattutto offra finanziamenti a basso costo congeniali alle esigenze del consumatore.
Nella sua corsa alla crescita nel mercato australiano, Enel ha portato avanti nel solo 2019 6 progetti, prodotto 309,20 MW tramite energia solare e proposto sistemi di automatizzazione dell’offerta che aiutino le aziende nella transizione verso una scelta verde.
Fonte: https://bit.ly/32jFtk3
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia)
Ramón Goyo, presidente dell'Associazione degli esportatori venezuelani (AVEX), ha riferito che le esportazioni nel paese sono aumentate del 30% rispetto al 2020.
Goyo ha spiegato che il settore privato ha pensato di generare reddito attraverso le esportazioni, per compensare le perdite dovute al calo dei consumi interni.
Goyo ha anche affermato che i maggiori prodotti di esportazione attualmente sono quelli del mare, come gamberetti, gamberi, granchi, pesce fresco, tra gli altri.
Ha anche aggiunto che rum, cacao, cioccolato, legno, frutti tropicali, prodotti per l'igiene personale e il settore automobilistico sono altri prodotti che hanno mostrato dati di esportazione migliori nel 2021.
Fonte: https://bit.ly/3yRpgP5
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)
Sempre più, imprese private e istituzioni pubbliche sono esposte a rischi di attacchi cibernetici.
È necessario, infatti, sviluppare strategie preventive per salvaguardare i dati aziendali grazie alla collaborazione con imprese specializzate, in particolare per i settori finanziari, sanitari e professionali.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
In un contesto di rallentamento globale degli investimenti internazionali a causa della crisi COVID-19, 77 progetti sono stati comunque conclusi nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
Da marzo 2020 stiamo affrontando una crisi sanitaria ed economica senza precedenti. Nonostante un calo delle decisioni di investimento del 17% rispetto al 2019 (anno record), sono emersi 77 progetti di investimento internazionale per un totale di 1.851 posti di lavoro creati e mantenuti grazie al supporto di attori regionali che hanno sostenuto le imprese straniere. In questo contesto, i settori Salute ed Energia hanno trainato particolarmente questa crescita.
L’impatto di questa crisi non è quindi neutro. Si manifesta, ad esempio, quest’anno con l’arrivo dell’Italia al primo posto degli investitori stranieri nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, sorpassando così gli Stati Uniti, da diversi anni in testa. La vicinanza geografica, tra le altre, spiega questa situazione in particolare. Per fare un confronto, questi due Paesi sono responsabili del 32% dei progetti e del 28% dei posti di lavoro, mentre la Germania e il Regno Unito registrano il 10% dei progetti.
“Il nostro territorio”, dice Renaud Muselier, Presidente della Regione PACA, “ha saputo attrarre questi investitori grazie ai suoi molteplici punti di forza, in particolare il posizionamento geostrategico tra Europa e Africa, il suo potenziale di innovazione, la qualità della sua formazione e del suo tessuto economico. Attrattività ed esportazione giocano un ruolo molto importante nel nostro piano regionale che mira a uscire dalla crisi economica il più rapidamente possibile e per questo abbiamo creato nel dicembre 2020 il Team France Invest Région Sud. Quest’ultimo riunisce tutti gli attori dell’ecosistema regionale e mira a supportare gli investitori nei loro progetti nella Regione.”
Più che mai, la ripresa richiede apertura e cooperazione internazionale. La Regione di Nizza e Marsiglia, con il suo ecosistema su misura, ne è l’esempio perfetto.
Fonte: https://bit.ly/3mmBvOx
(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)
Segnali positivi provengono dal settore turistico, uno dei più importanti dell’economia turca, che contribuisce per il 12% all’economia del Paese. Le entrate derivanti dal turismo secondo TurkStat, l’Istituto di Statistica nazionale, sono aumentate del 181,8% su base annua nel terzo trimestre del 2021, dopo il crollo del 2020 causato dal Covid-19. Gli ultimi dati messi a disposizione dall’ente statistico, evidenziano un crescente numero di visitatori stranieri da gennaio a settembre 2021 (+86% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) raggiungendo i 21,5 milioni di visitatori stranieri (di cui 3,9 cittadini turchi che risiedono stabilmente all’estero). Il Ministero della Cultura e del Turismo ha stimato per la fine del 2021 un totale di 28 milioni di turisti; un risultato molto positivo ma ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici del 2019, quando la Turchia accolse nell’analogo periodo 40,7 milioni di turisti stranieri. Le mete più gettonate sono state le città mediterranee di Antalya con una quota vicina al 40% sul totale, seguita da Istanbul che ha attirato 5,8 milioni di visitatori stranieri con una quota del 33% e Edirne, città nordoccidentale del Paese ai confini con Grecia e Bulgaria. Per quanto riguarda le nazionalità, si trovano i russi al primo posto (3,5 milioni), seguiti da tedeschi (13%), francesi, americani, ucraini e bulgari.
L’obiettivo del Paese, secondo il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, resta quello di raggiungere i 50 milioni di turisti che consentirebbero un aumento delle entrate del settore pari a 50 miliardi di dollari entro il 2023 ed un allineamento ai mercati di prossimità, in primis Spagna e Grecia, principali concorrenti della Turchia. Ersoy ha anche sottolineato il ruolo che la svalutazione della Lira ha avuto nel favorire il rilancio del comparto turistico. L’obiettivo, secondo il Ministro, sarà quello di aumentare anche il turismo domestico, in particolare quello religioso, e al contempo favorire le opportunità nel turismo sanitario (il trapianto dei capelli e in genere la chirurgia plastica sono settori molto apprezzati all’estero), in quello culinario nonché potenziare i progetti turistici, ad esempio nella regione Egea della Turchia.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)
Come previsto, le Camere federali in seduta plenaria hanno eletto il presidente della Confederazione per il 2022 e il vice presidente del Consiglio federale.
Un appuntamento – dall’esito, perlopiù scontato – che può fornire il tasso di gradimento di un Consigliere federale fra i parlamentari sulla base dei voti ricevuti.
Con 156 voti su 197 schede valide (ne erano state distribuite 237) Ignazio Cassis sarà il presidente della Confederazione nel 2022. Il 1. Gennaio succederà a Guy Parmelin, che un anno fa era stato eletto con 188 voti.
Ignazio Cassis sarà il quinto svizzero italiano ad assumere la carica. L’ultimo presidente della Confederazione ticinese è stato Flavio Cotti, carica che l’ormai defunto ministro locarnese ricoprì per ben due volte, nel 1991 e nel 1998, l’ultima volta quando era a capo della diplomazia elvetica, esattamente come Ignazio Cassis che guida il Dipartimento federale degli affari esteri dal 2017, anno della sua elezione in Consiglio federale.
Per il consigliere federale ticinese, la carica arriva in un momento difficile: il suo principale dossier, quello delle relazioni con l'Unione Europea, è arenato. I sondaggi lo danno come il meno influente e il meno popolare dei sette membri del Governo. La presidenza potrebbe però giovargli, come ha spiegato alla RSI il politologo Georg Lutz, professore dell'Università di Losanna, direttore della Fondazione svizzera per la ricerca nelle scienze sociali (FORS), per diversi anni direttore di progetto dello Studio elettorale svizzero (SELECTS).
Anche se il presidente della Confederazione non ha più potere, essendo un primus inter pares, è lui che conduce le sedute del Consiglio federale, e quindi ha un influsso sul tenore della discussione. Difficile dire se ce la farà, perché le dinamiche sono confidenziali, segrete. Di certo in caso di conflitti tra alcuni consiglieri federali, il presidente ha un ruolo importante.
Inoltre, Cassis avrà l’opportunità di contribuire a migliorare la coesione sociale durante la pandemia. Se poi riuscisse a sbloccare i rapporti bilaterali con l'Unione Europea sarebbe una conquista. Non va poi dimenticato il suo ruolo per il partito, il PLR, che in vista delle elezioni del 2023 rischia di perdere un posto in Consiglio federale. Se Cassis saprà cogliere le opportunità nell’anno presidenziale, ne trarrà vantaggio anche l'immagine del suo partito.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1469
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Al via i colloqui per la formazione del nuovo governo tedesco. In seguito alle elezioni del parlamento tedesco del 26 settembre 2021, 22 gruppi di lavoro tematici si incontreranno nelle prossime settimane per varare l’esecutivo entro i primi giorni di dicembre. Le tre coalizioni interessate sono SPD, FDP e i Verdi che cercheranno un’intesa su molteplici temi al fine di dare inizio al nuovo governo. Tra i temi, salario minimo, età elettorale e limite di velocità autostradale, che in Germania è 130km/h per il 70% dei tratti autostradali. Accordo comune vi è sulla protezione del clima e dell’ambiente, digitalizzazione e formazione. Tema discusso è l’innalzamento delle tasse. Un punto certo è la volontà di voler puntare su energie rinnovabili e avvicinare al 2038 la deadline già preannunciata per il definitivo declino del carbone nel Paese.
La cancelliera Merkel proprio prima di lasciare le redini del governo al futuro cancelliere, Olaf Scholz, ha rappresentato la Germania al summit G20 a Roma e presso la conferenza sul clima di Glasgow. Due appuntamenti di massima importanza per ribadire “l’importanza di reagire prima del declino”, posizione che sembra essere condivisa anche dal governo ancora in embrione. La cancelliera ha ricordato che gli stessi Paesi partecipanti al G20 emettono in totale il 75% delle emissioni di CO2 e non tutti hanno ratificato il trattato di Parigi sull’inquinamento climatico. È infatti fondamentale che si avvii velocemente il processo di trasformazione energetica verso un sempre più ampio utilizzo di fonti di energia rinnovabile.
Recenti analisi del Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) mostrano un grande divario tra i contributi nazionali determinati (NDC) presentati finora e gli obiettivi dell'accordo di Parigi sul clima. Un non rispetto delle leggi approvate dagli stati porterebbe a un innalzamento totale delle temperature di 2,7°C. L’implementazione da parte degli stati di ciò che è stato stabilito nel trattato di Parigi invece porterebbe a una diminuzione della temperatura di 2,2°C entro la fine del secolo. In ogni caso, molte organizzazioni ed enti internazionali si mostrano molto rigidi su questo tema, poiché come osservato dall’UNEP, gli annunci fatti finora per il 2030 dovrebbero essere sette volte superiori a quelli precedenti per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C entro la fine del secolo.
La “nuova Germania” di Scholz si appresta a condividere tutte queste posizioni, come già affermato in una conferenza stampa da Annalena Baerbock, la leader dei Verdi. L’impegno della Germania affianco a una Europa sempre più verde, sostenibile e a impatto zero sembra dunque continuare senza dubbio, mentre i grandi produttori dell’est sembrano non volere arrestare il loro passo in nome di qualcosa di molto più prezioso: la vita del nostro pianeta.
Fonti: https://bit.ly/3mmSAbi; https://bit.ly/3efkfWX; https://bit.ly/32aVYz7; https://bit.ly/3mpGmP6; https://bit.ly/3ssknee
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
I disoccupati registrati in novembre 2021 - Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), alla fine di novembre 2021 erano iscritti 116’244 disoccupati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 489 in meno rispetto al mese precedente. Nel mese in rassegna, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 2,5%. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 37’026 unità (-24,2%).
Disoccupazione giovanile
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è diminuito di 420 unità (-3,8%) arrivando al totale di 10’751, ciò che corrisponde a 6’739 persone in meno (-38,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Disoccupati di 50-64 anni
Il numero dei disoccupati di 50-64 anni è aumentato di 195 persone (+0,5%), attestandosi a 36’063. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 6’226 persone (-14,7%).
Persone in cerca d’impiego
Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 206’349, 2’496 in più rispetto al mese precedente e 44’790 (-17,8%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Posti vacanti annunciati
Il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%; dal 1° gennaio 2020 questo valore soglia è stato ridotto al 5%. Il numero dei posti annunciati all’URC è diminuito in novembre di 2’654 raggiungendo le 50’552 unità. Dei 50’552 posti, 36’015 sottostavano all’obbligo di annuncio.
Lavoro ridotto conteggiato nel mese di settembre 2021
Nel mese di settembre 2021 sono state colpite dal lavoro ridotto 52’555 persone, ovvero 7’211 in meno (-12,1%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 978 unità (-9,8%) portandosi a 9’028. Il numero delle ore di lavoro perse è diminuito di 367’139 unità (-12,7%), portandosi a 2’523’190 ore. Nel corrispondente periodo dell'anno precedente (settembre 2020) erano state registrate 11’872’123 ore perse, ripartite su 204’191 persone in 20’190 aziende.
Persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di settembre 2021
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di settembre 2021, 2’869 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1468
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
I ministri dell'Energia e dell'Economia hanno annunciato un budget di 40 milioni di euro specificamente per sostenere l'installazione di punti di ricarica nei garage, stazioni di servizio e supermercati in Lussemburgo. Ma non solo lì.
Questo segna una nuova tappa nella diffusione delle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici nel Granducato. La proposta di concedere sovvenzioni ai concessionari d'auto, alle stazioni di servizio e ad altri supermercati che vogliono dotarsi di stazioni di ricarica sarà presto presentata al consiglio di governo.
L’elenco delle aziende che beneficiano delle sovvenzioni annunciate dovrebbe essere molto più ampio dei soli rappresentanti del settore automobilistico. Così, la sovvenzione sarà destinata a sostenere qualsiasi tipo di azienda per iniziare a installare punti di ricarica per la sua flotta o i veicoli dei suoi dipendenti. Una richiesta fatta da molte aziende che desiderano passare a una flotta più elettrica o incoraggiare i loro dipendenti ad adottare la mobilità elettrica.
Nel suo discorso sullo stato della nazione lo scorso ottobre, il primo ministro aveva già detto qualche parola su questo aiuto per la diffusione delle stazioni di ricarica. Xavier Bettel (DP) aveva notato che il "successo delle auto elettriche" in Lussemburgo risiede nella dimensione dell'attuale rete di stazioni di ricarica. Da qui l'intenzione dichiarata: "Il governo sta lavorando su un programma di sovvenzioni per le stazioni di ricarica sul posto di lavoro. Questo piano dovrebbe essere lanciato all'inizio del prossimo anno.
Lo scorso luglio, l'Associazione europea dei costruttori di automobili ha contato più di 1.000 siti alimentati. Infatti, il Lussemburgo aveva 34,5 punti di ricarica elettrica per ogni 100 km di rete stradale. Questo rapporto la colloca al secondo posto in Europa in termini di concentrazione di punti di ricarica elettrica.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)