Notizie mercati esteri

Martedì 21 Dicembre 2021

In Lussemburgo l’Export artigianale cresce nonostante il Covid

Nonostante la crisi, il numero di imprese artigiane che esportano all'estero continua a crescere. Questo dato riguarda la metà degli intervistati nell'ultimo sondaggio della Camera dell’Artigianato. Si tratta soprattutto di aziende con più di 50 dipendenti che operano principalmente nella Grande Regione.

40% nel 2014, 41% nel 2016, 38% nel 2018, 50% nel 2020: le imprese artigiane del Lussemburgo esportano ogni anno di più. Uno slancio che il Covid non ha fermato, secondo l'ultimo studio della Camera dell'Artigianato. Secondo Elke Hartmann, responsabile del dipartimento consulenza e servizi, le più attive all’estero sono state le piccole e medie imprese, specialmente nel settore della ristrutturazione edilizia. La crisi avrebbe spinto i clienti a usare fornitori, prestatori di servizi e produttori regionali, segnalando una tendenza verso i prodotti locali che potrebbe continuare in futuro.

Il settore della comunicazione è quello che lavora di più all'estero, al 71%. Questo è seguito da ingegneria meccanica (57%), costruzione (52%), cibo (35%) e moda e bellezza (27%). Sono le aziende più grandi che esportano di più, anche se la differenza è leggera: 56% per quelle con 50-249 dipendenti, rispetto al 44% per quelle con 0 dipendenti.

La Grande Regione rimane anche il territorio preferito: il 37% dell'attività estera è in Belgio, il 30% in Francia, il 25% in Germania e l'8% in altre aree. In particolare, i Paesi Bassi (2%), il Portogallo (1%), la Svizzera (1%), gli Stati Uniti (1%) e l'Asia (1%).

Il 40% delle aziende lussemburghesi spiega il proprio successo all'estero con le relazioni commerciali esistenti e il 29% con la qualità.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

 

Ultima modifica: Martedì 21 Dicembre 2021
Martedì 21 Dicembre 2021

Svizzera: nel 2019 crescita del PIL in quasi tutti i Cantoni

Nel 2019 in quasi tutti i Cantoni svizzeri è stata osservata una progressione del prodotto interno lordo (PIL) ai prezzi dell’anno precedente. I Cantoni che spiccano maggiormente sono Obvaldo (+3,5%), Glarona (+3,2%), Zugo (+2,7%), Basilea Città (+2,6%), Lucerna (+2,6%) e Vallese (+2,5%). Sono queste le cifre che emergono dalle ultime stime dell’Ufficio federale di statistica (UST).

Nel 2019 il PIL nazionale è cresciuto dell’1,2% ai prezzi dell’anno precedente, segnando un rallentamento rispetto al 2018 (+2,9%). I settori di attività che nel 2019 hanno dimostrato maggiore dinamicità sono stati ad esempio l’industria farmaceutica (+10,4%), i servizi bancari (+3,1%) e le attività del settore sanitario (+3,0%). Hanno invece subito un rallentamento la fabbricazione di macchinari e apparecchi (–6,2%), il commercio all’ingrosso (–2,4%) e le attività delle sedi sociali (–4,5%). Questi andamenti a livello nazionale si ripercuotono a livello regionale in modo eterogeneo, a seconda della struttura delle economie cantonali.

Risultati complessivamente in crescita per le economie cantonali
La crescita economica su scala cantonale era ripartita in modo relativamente equilibrato rispetto ai risultati nazionali. È comunque stata particolarmente marcata nei Cantoni di Obvaldo (+3,5%), Glarona (+3,2%), Zugo (+2,7%), Basilea Città (+2,6%), Lucerna (+2,6%) e Vallese (+2,5%).
Nei Cantoni di Obvaldo e Lucerna i settori dell’industria manifatturiera e le attività del settore terziario (commercio, attività immobiliari, servizi d’informazione, attività specialistiche) hanno consentito di creare un contesto globalmente performante. Nel Cantone di Glarona, l’economia ha registrato una progressione generalmente sostenuta e focalizzata sui settori dell’energia e dei servizi finanziari. La crescita del Cantone di Zugo è da ascrivere all’industria manifatturiera e alle attività del settore terziario (servizi finanziari, servizi alle imprese).
Basilea Città ha tratto benefici dai buoni risultati del settore dei servizi (commercio, servizi d’informazione, attività professionali, scientifiche e tecniche) e dalla congiuntura favorevole per quanto concerne l’industria farmaceutica. Infine, nel 2019 anche il Vallese ha presentato un quadro economico di tutto rispetto, grazie al netto incremento registrato dalle industrie manifatturiere, dal settore dell’energia, dai servizi alle imprese ma anche dalle attività del settore sanitario.
I Cantoni in cui si osserva un calo del PIL ai prezzi dell’anno precedente sono tre: Basilea Campagna (–0,1%), Nidvaldo (–0,3%) e Zurigo (–0,5%). I primi due hanno entrambi subito le conseguenze del calo registrato da determinati rami dell’industria manifatturiera, settore particolarmente importante per il Cantone di Nidvaldo. Dal canto suo, Basilea Campagna ha sofferto del rallentamento nelle attività di commercio e trasporto. Il caso di Zurigo è particolare: il Cantone è stato interessato da una contrazione dell’attività nel settore dei servizi (in particolare il commercio all’ingrosso), e ancor più dal contraccolpo dovuto agli eventi sportivi internazionali che si erano svolti nel 2018. Questo effetto congiunturale ha avuto un forte impatto sul PIL di Zurigo nel 2019.
Le diminuzioni contenute del PIL di Basilea Campagna e Nidvaldo nonché la natura ben specifica del calo della crescita economica zurighese consentono comunque di relativizzare la portata di queste evoluzioni negative.

Crescente dinamicità dei contributi alla crescita
Per quanto concerne i singoli contributi alla crescita nazionale, nel 2019 il Cantone di Zurigo (–0,1%) ha perso il suo ruolo tradizionale di motore economico nazionale passando il testimone in particolare a Berna (+0,19%), Basilea Città (+0,14%) e Ginevra (+0,14%). Di conseguenza, i contributi alla crescita sono risultati meglio ripartiti tra i Cantoni svizzeri.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1458

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

 

 

Ultima modifica: Martedì 21 Dicembre 2021
Martedì 21 Dicembre 2021

Una procura sovranazionale dell'UE per le indagini penali relative a frodi IVA transfrontaliere

Nasce in Lussemburgo la procura sovranazionale dell’Unione Europea. D’ora in poi, saranno condotte nel granducato le indagini penali relative a frodi i.v.a. transfrontaliere per importi superiori a dieci milioni di euro, corruzioni, riciclaggi, truffe con danno finanziario europeo al di sopra di centomila euro.

Per l’Unione Europea è fondamentale tutelare i propri interessi finanziari garantendo ai cittadini la certezza di un corretto utilizzo del loro denaro.

Segnatamente è nevralgica l’azione dell’Ufficio Europeo per la Lotta alle Frodi (Olaf) nel contrasto alle irregolarità in sede di esecuzione del bilancio dell’Unione.

In questo contesto è sorta la PROCURA EUROPEA (EPPO – European Public Prosecutor’s Office), nell’ottica di realizzare la compiuta riforma di Eurojust attraverso una più efficace difesa degli interessi finanziari dell’Unione mediante l’applicazione di un diritto penale più integrato con la strategia della Commissione.

Gli Stati membri, dal 2019, hanno recepito nei rispettivi ordinamenti nazionali la direttiva 2017/1371 (Pif) circa la lotta alle frodi in danno degli interessi finanziari dell’Unione.

Le nuove disposizioni hanno accresciuto la protezione del bilancio dell’UE armonizzando definizioni, sanzioni e termini di prescrizione circa i reati che ledano i suoi interessi finanziari.

Tale direttiva peraltro ha posto le basi per la PROCURA EUROPEA, che indaga sulle maxi frodi dell’I.V.A., in attuazione dell’art. 86 TFUE e del regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio sulla cooperazione rafforzata e sull’istituzione, per l’appunto, della PROCURA EUROPEA (EPPO).

Il 28 settembre 2020, in Lussemburgo, la Procuratrice capo Laura Codrua Kövesi ed i sostituti procuratori europei (quello italiano è il Dott. Danilo Ceccarelli, per tanti anni alla Procura di Imperia) si sono insediati nella prima Procura sovranazionale dell’UE competente per indagini e procedimenti penali (europei).

Questo Ufficio Giudiziario diverrà operativo alla fine di quest’anno e vi parteciperanno ventidue Paesi, Italia e Francia incluse (non hanno ancora aderito:Ungheria, Irlanda, Polonia, Svezia,Danimarca).

L’azione dell’EPPO si concentrerà sulle frodi e su tutti i reati che ledano gli interessi finanziari dell’UE.

Dunque, un corposo elenco che va dalle condotte contro il bilancio comunitario e gli interessi finanziari dell’UE: frodi I.V.A. transfrontaliera oltre i dieci milioni di euro,  corruzione, al riciclaggio ed alle truffe oltre i centomila euro.

E’ stimato che le frodi transfrontaliere causino, annualmente, un danno per almeno cinquanta miliardi di euro ai bilanci degli Stati UE; si consideri che, nel 2017, gli Stati membri hanno segnalato irregolarità fraudolente su fondi UE per circa cinquecento milioni.

L’EPPO, ossia la PROCURA EUROPEA, condurrà, dal Lussemburgo, le indagini penali sul territorio dei singoli Stati membri ed i casi saranno poi trattati dai Tribunali nazionali.

Attualmente, solo le Magistrature delle varie nazioni possono indagare e perseguire le frodi a danno del bilancio dell’UE; tuttavia, i loro poteri si arrestano ai confini nazionali, rivelandosi poco efficaci contro molti reati costruiti su schemi transfrontalieri.

Il nuovo Ufficio Giudiziario di Città del Lussemburgo colmerà, insomma, le attuali lacune della cooperazione giudiziaria (nonostante l’esistenza di organi quali Olaf od Eurojust) o delle indagini amministrative sulle irregolarità e sulle attività fraudolente nello spazio europeo.

La PROCURA EUROPEA lavorerà come un Ufficio Giudiziario unico in tutti i Paesi dell’UE partecipanti organizzando la collaborazione fra le forze dell’ordine europee e nazionali, oggi caratterizzata da iniziative investigative di natura quasi esclusivamente individuale.

L’EPPO è costruita su due livelli: uno centrale ed uno nazionale.

Quello centrale, in Lussemburgo, formato dal Procuratore capo europeo, da due vice e da ventidue procuratori europei (uno per ogni Paese partecipante).

Mentre il livello decentrato sarà rappresentato da Procuratori delegati europei che si troveranno nei Paesi dell’UE partecipanti.

Il livello centrale supervisionerà le indagini e i procedimenti giudiziari nazionali.

Di norma, saranno i Procuratori delegati europei a svolgere le indagini e l’azione penale nel loro paese.

La Procura Europea sovranazionale sostanzia quella cooperazione rafforzata introdotta col trattato di Amsterdam e legittima i gruppi di Stati ad organizzarsi su temi ad hoc che non rientrino già tra le competenze esclusive dell’UE.

Fonte: https://bit.ly/3FfcegG

 

(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)

 

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Lunedì 20 Dicembre 2021

Il Vietnam lancia l’air security force per gestire potenziali atti terroristici, minaccia per la sicurezza aerea

Il Ministero della Pubblica Sicurezza del Vietnam ha istituito una forza di sicurezza aerea incaricata di combattere il terrorismo e garantire la sicurezza sui voli operati da compagnie aeree locali, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa del Vietnam.

Ad Hanoi si è tenuta una cerimonia per lanciare l'unità di sicurezza aerea, che è sotto la gestione del Dipartimento per l'immigrazione del Vietnam. La forza ha il compito di prevenire e combattere il terrorismo, prevenire e gestire le interferenze illecite e garantire la sicurezza sui voli delle compagnie aeree vietnamite. Gli ufficiali monitoreranno le situazioni relative alla sicurezza dell'aviazione, oltre a raccogliere e analizzare le informazioni per prevedere la cospirazione, i metodi e gli schemi che minacciano la sicurezza dei voli nazionali e internazionali.

L'unità presenterà inoltre proposte al Dipartimento per l'immigrazione in merito a piani per rilevare, prevenire e gestire in modo proattivo atti di terrorismo o minacce alla sicurezza aerea. Inoltre, gli ufficiali saranno responsabili del coordinamento con gli equipaggi di cabina per affrontare le interferenze illecite e le situazioni impreviste che compromettono la sicurezza a bordo degli aeromobili. Sono autorizzati a utilizzare armi, strumenti e mezzi tecnici in conformità con la legge per neutralizzare questi atti illeciti. In casi particolari, l'unità proporrà il rinvio di un volo se ha motivi sufficienti per identificare potenziali attività terroristiche o illegali.

Secondo il Ministero della Pubblica Sicurezza, il Vietnam non ha registrato alcuna prova dell'intenzione di compiere atti illeciti da parte di organizzazioni terroristiche. Tuttavia, il sud-est asiatico, con più di 300 milioni di musulmani, sta emergendo come fonte di manodopera per le organizzazioni terroristiche islamiche radicali. Le agenzie rappresentative degli Stati Uniti e di altri paesi che partecipano alla coalizione antiterrorismo degli USA rischiano di diventare il bersaglio di possibili attacchi terroristici. Pertanto, il Dipartimento per l'immigrazione ha deciso di collaborare con le agenzie competenti per preparare l'organizzazione e il funzionamento della forza di sicurezza aerea all'inizio del 2020. Con l'approvazione del Ministero della Pubblica Sicurezza, le unità competenti hanno reclutato e addestrato ufficiali per questa forza speciale.

Fonte: https://bit.ly/30HDwNC

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

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Lunedì 20 Dicembre 2021

Il Lussemburgo si conferma un luogo di innovazione. Il Global Innovation Index 2021 nel dettaglio

L’edizione 2021 del Global Innovation Index studia circa 80 indicatori raggruppati in "input di innovazione" e "output di innovazione". Svolgendo un’indagine su 132 economie del mondo, l’obiettivo del rapporto è di cogliere le sfaccettature multidimensionali dell’innovazione.

Il Lussemburgo si colloca al 23° posto, che è più basso degli anni precedenti, ma ancora tra i primi posti della classifica dei paesi. In relazione al PIL, la performance del paese è superiore alle aspettative per il suo livello di sviluppo. Produce anche più output di innovazione rispetto al suo livello di investimenti in innovazione.

In particolare, il Lussemburgo è al 1° posto per 8 dei circa 80 indicatori che compongono il Global Innovation Index. I suoi primi posti includono indicatori come la mobilità terziaria in entrata, l'accesso alle TIC, le prestazioni ambientali, l'occupazione ad alta intensità di conoscenza e i pagamenti di proprietà intellettuale rispetto al commercio totale.

Gli 80 indicatori sono raggruppati in sette aree principali. La migliore performance del Lussemburgo è nell'area delle produzioni creative, dove si classifica al 3° posto. È al 9° posto nel campo della sofisticazione delle imprese.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

 

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Lunedì 20 Dicembre 2021

Il Lussemburgo è la dodicesima economia più competitiva del mondo

Il Lussemburgo è al 12° posto nell'edizione 2021 della classifica IMD World Competitiveness Ranking delle economie più competitive del mondo. Rispetto al 2019, il Granducato ha migliorato la sua classifica di tre posti.  Il podio è occupato da Svizzera, Svezia e Danimarca. I suoi paesi vicini Germania, Belgio e Francia si trovano rispettivamente al 15°, 24° e 29° posto.

Il Lussemburgo è al 10° posto per la sua performance economica, in particolare grazie al commercio internazionale, all'occupazione e all'economia interna. È anche al 10° posto per la sua efficienza di governo, principalmente grazie alle sue forti prestazioni nei settori della finanza pubblica, della legislazione commerciale e del quadro sociale e istituzionale.

È al 13° posto nella categoria efficienza delle imprese, in particolare grazie alla sua produttività ed efficienza e alla finanza. Ottiene il suo posto più basso, il 24°, nella categoria delle infrastrutture, dove tuttavia se la cava bene in termini di infrastrutture di base e istruzione.

Sulla base dell’Executive Opinion Survey, i fattori chiave di successo del Lussemburgo secondo un campione di soggetti intervistati sarebbero: la stabilità e la prevedibilità della politica, il dinamismo dell'economia, l’ambiente favorevole alle imprese, il regime fiscale competitivo, la forza lavoro qualificata.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

 

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Lunedì 20 Dicembre 2021

Il ruolo dell’industria sci-tech nello sviluppo strategico della Cina

Nell’ambito del percorso intrapreso dalla Cina verso la costruzione di un Paese socialista moderno con il 14° Piano Quinquennale (2021-2025), l'innovazione dell’industria sci-tech ha acquisito un ruolo vitale per lo sviluppo del Paese.

La Cina si pone come obiettivo quello di raggiungere l'autosufficienza scientifica e tecnologica: fin dal 2012, il Paese considera l’innovazione sci-tech una priorità all’interno della sua agenda strategica per aumentare la competitività, la crescita e la sostenibilità del Paese.

Secondo il Global Innovation Index pubblicato dal World Intellectual Property Organization il 20 settembre scorso, la Cina si posiziona al 12° posto nella classifica mondiale dei Paesi più innovativi, un aumento di 10 posizioni rispetto al 22° posto che occupava nel 2017.

La Cina è l'unica economia a medio reddito ad essere stata inclusa nella top 30 del Global Innovation Index per diversi anni: con una spesa in R&D di 2,44 trilioni di RMB nel 2020, la Cina vanta la presenza di ben 17 dei migliori cluster scientifici e tecnologici al mondo, tra i quali quello comprendente le città meridionali di Shenzhen, Hong Kong e Guangzhou, che occupa il secondo posto nella classifica, e quello di Pechino che occupa il terzo posto.

Il 3 novembre 2021, durante la cerimonia annuale tenutasi in onore di illustri scienziati, ingegneri e ricercatori a Pechino, il presidente Xi Jinping ha premiato i rappresentanti di oltre 264 progetti sci-tech per i loro eccezionali contributi all'innovazione scientifica e tecnologica. Nella stessa occasione, il premier Li Keqiang ha affermato che il Paese continuerà a incoraggiare la ricerca, ha sottolineato il ruolo guida che le aziende di ogni tipo devono assumere nell'ambito dell’innovazione e l’importanza della protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Il premier Li ha inoltre confermato la volontà di apertura del Paese verso la comunità internazionale nel settore della scienza e della tecnologia per incentivare maggiore collaborazione e il raggiungimento di risultati win-win.

Nel corso degli anni, la Cina ha gettato solide basi per la promozione dell'innovazione costruendo infrastrutture e apparati scientifici, tra cui il FAST, acronimo di Five hundred meter Aperture Spherical Telescope, attualmente il più grande e più sensibile radiotelescopio al mondo; l'HL-2M Tokamak, il reattore di fusione nucleare conosciuto come "sole artificiale"; lo Shanghai Synchrotron Radiation Facility; il prototipo di computer quantistico "Jiuzhang", che ha segnato l’avanzamento cinese nel percorso verso il calcolo quantistico su larga scala.

Questi sono soltanto alcuni dei più importanti progetti strategici nazionali sci-tech implementati in più campi, tra cui l'intelligenza artificiale, l'informatica quantistica, i circuiti integrati, la neuroscienza, la scienza e la tecnologia spaziale e l'esplorazione terrestre e marina.

Mentre la Cina entra in una nuova era di sviluppo ad alta qualità, l'innovazione sci-tech continua a fare da forza trainante. In particolare, la regione di Pechino-Tianjin-Hebei, il delta del fiume Yangtze e la Greater Bay Area di Guangdong-Hong Kong-Macao si stanno evolvendo in basi leader per lo sviluppo di alta qualità. Secondo il piano di sviluppo economico e sociale del Paese per i prossimi cinque anni, il Paese aumenterà la spesa media annua in ricerca e sviluppo almeno del 7% e garantirà che il valore aggiunto delle industrie strategiche emergenti rappresenti oltre il 17% del suo PIL.

Fonti: https://bit.ly/3E7rPNM; https://bit.ly/3e2S2m8; https://bit.ly/3e06T0y   

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)

   

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Lunedì 20 Dicembre 2021

Nestlé mira a trasformare il Vietnam nel centro mondiale di approvvigionamento di cibo e bevande

In qualità di azienda leader globale con coesione e comprensione locali, Nestlé è impegnata ad espandere le sue attività di investimento per aiutare il Vietnam a diventare il centro della catena di approvvigionamento alimentare e delle bevande (F&B) mondiale.Nestlé Vietnam ha annunciato un investimento extra di 132 milioni di dollari nella sua fabbrica Nestlé Tri An nella provincia meridionale di Dong Nai all'inizio del mese di ottobre per aumentare la sua capacità di lavorazione delle linee di caffè di alta qualità. L'investimento mira a trasformare il mercato vietnamita in un centro per la produzione e la fornitura di caffè di alto valore per i mercati nazionali e internazionali.

Binu Jacob, amministratore delegato di Nestlé Vietnam, ha affermato che il mercato vietnamita può diventare un centro di produzione di prodotti F&B confezionati per tutto il mondo grazie alla forza lavoro qualificata del paese e alla grande etica del lavoro.

"Nestlé Vietnam è riconosciuto come uno dei sistemi operativi più efficienti e flessibili in tutti i mercati in cui è presente il Gruppo Nestlé". Inoltre, ha aggiunto che lo stabilimento Nestlé Tri An è uno dei più grandi impianti di produzione di Nestlé in Vietnam e anche uno dei più grandi e moderni impianti di lavorazione del caffè del gruppo nella regione. Con l'obiettivo di produrre caffè di alta qualità per soddisfare le esigenze dei consumatori vietnamiti, i prodotti realizzati nello stabilimento Nestlé Tri An vengono esportati in più di 25 paesi in tutto il mondo.

"Il nuovo investimento in questo impianto di lavorazione del caffè aiuterà Nestlé Vietnam a produrre un'ampia gamma di prodotti. Con linee di produzione, attrezzature e tecnologie avanzate, Nestlé Vietnam continua a migliorare il valore dei prodotti agricoli vietnamiti, in particolare i prodotti del caffè, e allo stesso tempo aumentare le esportazioni di prodotti "Made in Vietnam" nella regione e nel mondo", ha osservato. Suan Win Lee, direttore della catena di approvvigionamento di Nestlé Vietnam, ha affermato che l'azienda ha riconosciuto l’opportunità per espandere la produzione di caffè in Vietnam nei prossimi anni. Nestlé è attualmente il più grande acquirente di caffè con un valore di acquisto annuale totale di circa il 20-25% della produzione totale di caffè del Vietnam, che equivale a $ 700 milioni all'anno.

Inoltre, i prodotti Nestlé realizzati in Vietnam sono venduti in oltre 25 paesi in tutto il mondo, comprese aree ad alta domanda come Europa, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Australia.

Nei primi tre trimestri del 2021, Nestlé Vietnam ha registrato una crescita a doppia cifra delle sue esportazioni di caffè rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un risultato molto positivo dato che la quarta ondata della pandemia ha colpito le attività commerciali e le catene di approvvigionamento di Nestlé e dei suoi partner nazionali e internazionali.

Il Vietnam è il secondo esportatore mondiale di caffè Robusta, ed è anche ai primi posti in termini di produttività. Pertanto, a breve termine, il Vietnam dovrebbe prestare maggiore attenzione ai miglioramenti della produttività, della certificazione e delle pratiche agricole sostenibili per soddisfare la crescente domanda di caffè a livello globale", ha affermato Suan Win Lee.

Di recente, Nestlé Vietnam è stata insignita del certificato di Prestigioso Esportatore del 2020 dal Ministero dell'Industria e del Commercio. Nestlé Vietnam è l'unica impresa straniera nel settore del caffè riconosciuta dal ministero. Fondata nel 1995, Nestlé Vietnam ha costantemente ampliato gli investimenti e diversificato i prodotti per soddisfare la crescente domanda alimentare e nutrizionale e migliorare la qualità della vita delle persone di oggi e delle generazioni future. Ad oggi, Nestlé Vietnam ha investito un totale di 730 milioni di dollari in Vietnam, impiega 2.200 persone e gestisce quattro stabilimenti. L'azienda è stata votata tra le prime 3 imprese sostenibili nel 2020 nel settore manifatturiero dal Vietnam Business Council for Sustainable Development sotto la Camera di commercio e industria del Vietnam. L'anno scorso, Nestlé Vietnam è stata elogiata dal Ministero delle finanze per aver fornito contributi significativi alle casse statali del Vietnam.

 

Fonte: https://bit.ly/3EbhkZZ

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

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Lunedì 20 Dicembre 2021

Fitch conferma il rating AAA per il Lussemburgo

L'agenzia di rating americana Fitch ha confermato ancora una volta il rating AAA del Lussemburgo con un outlook stabile. Lo stesso rating è stato assegnato dalle agenzie Moody's, Standard & Poor e DBRS Morningstar, che conferma ancora una volta la buona situazione finanziaria del paese basata su un approccio di bilancio equilibrato.

La struttura economica del Lussemburgo e la sua percentuale relativamente bassa di "servizi a contatto", così come l'ampio sostegno fornito dal governo alle imprese e alle famiglie colpite dalle restrizioni, hanno permesso al paese di superare la crisi con una forte performance economica. Il suo Pil reale era già tornato ai livelli pre-pandemia nel quarto trimestre del 2020, e Fitch prevede una crescita del Pil del 4,6% nel 2021, del 3% nel 2022 e del 2,3% nel 2023. L'agenzia prevede anche che il deficit pubblico scenderà a -2,3% del PIL nel 2021 e non supererà il -0,8% due anni dopo.

La situazione equilibrata dei conti pubblici precedente alla pandemia, così come il reddito pro capite eccezionalmente alto, hanno permesso al Paese di attuare una robusta risposta economica alla pandemia mantenendo stabili i fondamentali.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

 

Ultima modifica: Lunedì 20 Dicembre 2021
Lunedì 20 Dicembre 2021

Madrid concentra il 60% degli investimenti in Spagna nel primo semestre dell’anno

Secondo gli ultimi dati del Registro de Inversiones, in Spagna si sono registrati 6.894 milioni di euro di investimenti produttivi tra gennaio e giugno 2021, dopo due dei peggiori trimestri dal 2012. Questi dati vanno inseriti nel loro giusto contesto, dal momento che soffrono di un marcato effetto calendario (storicamente, le segnalazioni in alcuni settori tendono a concentrarsi negli ultimi trimestri dell'anno, con la media dei secondi semestri superiore del 30% rispetto a quelle del primo nell'ultimo decennio) e sono comunque cifre preliminari, che possono essere successivamente riviste al rialzo.

I dati relativi seguono questa linea. Dopo il 2020 in cui, in controtendenza rispetto all’andamento a livello mondiale ed europeo, i flussi di investimenti produttivi lordi ricevuti da Madrid sono aumentati del 25%, raggiungendo i 18.548 milioni di euro, il Registro annovera investimenti produttivi per 4.150 milioni nel primo semestre del 2021, il 60% del totale nazionale.

Spiccano in questo primo semestre gli investimenti a Madrid dagli Stati Uniti, 1.474 milioni di euro, più della metà dei quali concentrati nel settore delle Telecomunicazioni, e con rilevanti investimenti anche in Altre attività sportive. Gli Stati Uniti si confermano quindi come principale paese investitore a Madrid nell'ultimo decennio.

 

La Francia, con 669 milioni e con un grande peso nei dati del settore energetico e dei servizi finanziari, e il Regno Unito (495 milioni, tra cui spiccano gli investimenti nella Produzione di bevande e nell'approvvigionamento energetico) sono i paesi che completano il podio degli investimenti. Tra i primi 5 maggiori investitori figurano anche la Cina (329 milioni, quasi interamente nel settore energetico) e i Paesi Bassi (241 milioni, con un andamento abbastanza diversificato). Altri quattro Paesi hanno già superato i 100 milioni di investimenti in questi primi sei mesi dell'anno.

 

Progetti greenfield

I dati forniti da fonti private come fDi Markets del Financial Times, che dal 2003 monitora le operazioni di investimento greenfield transfrontaliero, consentono di ottenere prospettive avanzate sull'evoluzione degli investimenti nel corso dell'anno a Madrid.

Dopo un 2020 in cui sia il numero di progetti che gli investimenti associati sono diminuiti in modo significativo per l'effetto della pandemia, a Madrid è evidente la ripresa nel 2021. Secondo l'ultimo aggiornamento, con dati da gennaio ad agosto, a Madrid sono già stati annunciati un centinaio di progetti (il 22% di quelli annunciati in Spagna), con un investimento associato di 2.028 milioni di dollari e la creazione di 7.381 posti di lavoro locali.

Non a caso, Madrid è la terza città per numero di progetti greenfield ricevuti in Europa dal 2003 e la dodicesima nel mondo.

 

Filiali di società estere

L'Istituto Nazionale di Statistica spagnolo (INE), nel suo recente aggiornamento annuale (con i dati del 2019) sulle filiali estere in Spagna, indica un aumento del 9,5% del numero, del 6,9% dell'occupazione e dell'8,4% delle spese per il personale.

Sebbene queste imprese rappresentino appena lo 0,47% del totale delle imprese dei settori analizzati dall'INE (Industria, Commercio e Servizi del mercato non finanziario), il loro impatto sull'economia nazionale è molto rappresentativo: contribuiscono al 28,1% del fatturato, 15,3 % sull'occupazione, 24,2% sui costi del personale e 39,5% sulle esportazioni.

Madrid, nell'ultimo aggiornamento che ha consentito confronti tra regioni, ha concentrato in Spagna il 38% delle affiliate estere, il 53% dell'occupazione, il 56% del fatturato e il 45% delle esportazioni.

 

Fonte: https://www.monedaunica.net/

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Lunedì 20 Dicembre 2021