Lunedì 12 Maggio 2025
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Come annunciato dalla compagnia aerea ellenica AEGEAN AIRLINES, a breve riprenderanno i voli diretti da Salonicco verso Milano Malpensa e Roma Fiumicino con tre voli settimanali per ognuna delle destinazioni.
I collegamenti effettuati da AEGEAN erano stati sospesi nel 2018.
Queste nuove rotte si affiancano a quelle già esistenti performate da Ryanair che vede Salonicco collegata a: Roma, Milano, Bologna, Treviso-Venezia, Napoli.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
Nonostante i colli di bottiglia causati dalla pandemia alla catena di approvvigionamento globale, la rapida ripresa economica della Turchia, i suoi progressi nelle vaccinazioni e la forte resilienza del sistema industriale hanno portato le organizzazioni internazionali a rivedere le loro previsioni di crescita 2021 relative al Paese.
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) prevede che il Pil cresca dell’8,4% nel 2021 (in aumento rispetto alle precedenti stime pari al +5,7%). Anche la Banca Mondiale ha alzato le sue stime di crescita dal 5% all’8,5% per il 2021. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), invece, nel suo rapporto “World Economic Outlook” di ottobre 2021 ha previsto che l'economia turca crescerà del 9% nel 2021.
Lo stesso FMI, inoltre, prevede per il 2022 una crescita economica del 3,3% e un tasso di disoccupazione dell’11%.
Secondo i dati dell'Ente di Statistica turco (TÜİK), l’economia turca è cresciuta dell’1,8% nel 2020; del 7,2% nel primo trimestre del 2021 e del 21,7% nel secondo trimestre del 2021.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Negli ultimi anni il sentimento nazionalista cinese ha avuto un impatto sempre maggiore sui trend di consumo: i giovani consumatori cinesi sono sempre più interessati a brand e prodotti locali che onorano la loro cultura tradizionale. Diversi brand cinesi hanno, infatti, già visto una maggiore crescita dei profitti rispetto ai brand stranieri nel mercato interno.
Il trend, chiamato guochao in cinese (China Chic), si è fatto strada fino a diventare uno dei movimenti chiave dell’ultimo anno. In precedenza, erano i marchi globali a stabilire le tendenze della moda e i rivenditori locali tendevano a imitare i loro design, nei primi 4 mesi dell’anno corrente, invece, i brand cinesi hanno rappresentato il 75% dei marchi più cercati su Baidu rispetto al solo 45% di cinque anni fa, secondo un rapporto del motore di ricerca. I prodotti digitali, l'abbigliamento e i prodotti di bellezza sono tra le prime tre categorie più popolari.
Il trend “China Chic” combina elementi della cultura tradizionale cinese con le tendenze della moda odierna per formare uno stile unico: i prodotti presentano design caratterizzati da un forte simbolismo cinese, icone associate al sentimento di orgoglio nazionale che sono state frequentemente utilizzate dai brand nazionali. Guochao, oltre al mondo del fashion, è un trend in espansione anche in altri mercati di consumo, come l’industria alimentare, cosmetica, automobilistica e tecnologica.
I brand cinesi hanno compiuto progressi significativi nell’utilizzo di know-how tecnologico per la produzione di prodotti di consumo sempre più innovativi e di qualità, ed hanno guadagnato grande reputazione facendo affidamento sui vantaggi di un prezzo inferiore, sulla praticità e qualità competitiva dei prodotti. Nonostante il trend stia conquistando una quota di mercato in proporzione maggiore nella fascia medio-bassa, il settore luxury è ancora ampiamente dominato dai brand stranieri, in particolare europei.
Guochao rappresenta, perciò, un’opportunità di crescita anche per i brand internazionali: diversi brand occidentali stanno già sperimentando il trend integrando elementi della cultura tradizionale cinese nei loro design, in modo da poter arrivare ai consumatori cinesi.
Fonte: https://s.nikkei.com/3F0bQlD
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)
Secondo i dati pubblicati dalla "Borsa Energetica Ellenica", il prezzo medio dell'energia elettrica si assesterà sui 222,51 euro/MW.
Dovrebbe quindi essere il secondo mercato energetico più caro dopo quello Italiano.
Il gas CNG fa da traino ai prezzi che stanno salendo alle stelle.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
Nei primi sei mesi del 2021 il flusso turistico internazionale in entrata in Turchia ha fatto registrare 5,8 milioni di presenze straniere in crescita del 22,8 per cento rispetto all’analogo periodo del 2020 quando le presenze si attestarono su 4,5 milioni.
Nel solo mese di giugno scorso sono stati registrati oltre 2 milioni di visitatori stranieri con un consistente recupero rispetto alle 200 mila presenze di giugno 2020 quando la situazione epidemiologica aveva imposto severe restrizioni ai viaggi da e verso la Turchia.
Secondo le rilevazioni locali disponibili a fine luglio 2021, sempre nel primo semestre del 2021, oltre 2,7 milioni di turisti stranieri hanno visitato la città di Istanbul (ai primi posti i viaggiatori tedeschi e americani seguiti dai francesi e dai russi) mentre un recupero consistente è stato anche registrato nelle principali località balneari della costa mediterranea.
La pandemia in Turchia, secondo i dati locali resi disponibili, avrebbe avuto ricadute minori sul turismo ed il Paese sarebbe in assoluto tra i meno colpiti a livello globale con una performance del 15 per cento più alta rispetto alla media mondiale.
In una prospettiva ottimistica, il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehnet Nuri Ersoy, ha affermato nei mesi scorsi che il target per la fine del 2021 resta invariato con l’aspettativa di circa 25 milioni di presenze complessive e con entrate stimate in 20 miliardi di euro.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo le statistiche del Dipartimento generale delle dogane, nel pieno della pandemia il settore ha guadagnato 77,58 miliardi di dollari negli ultimi nove mesi del 2021. Di questo ammontare ottenuto, l'esportazione di telefoni e componenti ha contribuito con 41,02 miliardi di dollari, in aumento dell'11,5% su base annua.
Tra i principali mercati di esportazione troviamo la Cina con un fatturato di 9,8 miliardi di dollari, in crescita del 52%, gli Stati Uniti con un valore di 7,09 miliardi di dollari, in aumento dell'1,1% e l'UE con 5,56 miliardi di dollari, in calo del 18%.
Nel frattempo, il valore delle esportazioni di apparecchi elettronici, computer e componenti ha superato i 36,56 miliardi di dollari, con un aumento del 13,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con 9,3 miliardi di dollari provenienti dalle esportazioni negli Stati Uniti, in crescita del 26,5%; 7,8 miliardi di dollari dalla Cina, in calo del 6,2% e 4,63 miliardi di dollari dall'UE, in aumento del 7%.
Come mostrano questi dati positivi degli ultimi nove mesi, l'industria elettronica è sulla buona strada per guadagnare tra $ 97 miliardi e $ 100 miliardi entro la fine di quest'anno, rispetto a un fatturato di $ 91,98 miliardi dello scorso 2020 - ha dichiarato a Vietnam News Đỗ Thị Thuỳ Hương, membro del Comitato esecutivo della Vietnam Electronics Industries Association (VEIA).
Hương, infatti, ha affermato che l'industria elettronica ha registrato il più alto fatturato di import-export degli ultimi 10 anni. Ha anche preso il comando del fatturato delle esportazioni tra le industrie di trasformazione e manifatturiera e rappresenta il 30-40% del PIL nazionale nel periodo. E nonostante le sfide poste dalla pandemia, l'industria ha mostrato segnali positivi negli ultimi nove mesi, ha dichiarato ancora Hương, la quale attribuisce la crescita di questo periodo del fatturato delle esportazioni del settore a un aumento della domanda di prodotti per la comunicazione utilizzati per il lavoro a distanza e per l'apprendimento (come telefoni cellulari, computer, TV e dispositivi).
Un considerevole numero di aziende che producevano prodotti informatici ed elettronici in altri paesi sono state costrette a chiudere a causa dell'impatto del virus. Ciò ha portato i produttori locali ad ottenere più contratti, ha affermato ancora Hương.
Tuttavia, non si può negare che la quarta ondata di COVID-19 abbia avuto un impatto sulle aziende di elettronica, in particolare quelle nel sud e nelle due province settentrionali di Bắc Giang e Bắc Ninh, ha detto Hương a Vietnam News.
Il membro del Comitato esecutivo della VEIA ha infatti affermato che l’associazione continuerà a supportare le imprese di elettronica per assicurare la prevenzione del COVID-19 e la ripresa delle attività commerciali.
All'inizio di agosto, le aziende di elettronica avevano inviato otto raccomandazioni al primo ministro Phạm Minh Chính nelle quali sottolineavano l'importanza di vaccinare i dipendenti delle imprese di elettronica il prima possibile.
Le imprese hanno presentato una petizione allo Stato per consentire loro di elaborare in modo proattivo soluzioni per garantire una produzione sicura durante la pandemia e quindi registrarsi a queste soluzioni con le autorità locali, invece di applicare rigidamente i modelli “three-on-the-spot” e “one road two places”.
Hanno anche suggerito al governo di indirizzare i governi locali e i dipartimenti sanitari per unificare le linee guida mediche sulla prevenzione della pandemia. Ciò aiuterebbe ad allontanare prontamente i ‘casi F0’ dalle imprese, in modo che queste ultime possano continuare le loro attività di produzione.
Nel frattempo, le aziende hanno anche chiesto una riduzione del 50% per tutti i tipi di imposta (come l'imposta sul valore aggiunto, l'imposta sul reddito delle società, l'imposta sulle importazioni e il personal income for employees) e un'estensione da sei a 12 mesi del periodo entro il quale è dovuto il pagamento delle tasse.
È stato anche suggerito che i canoni di locazione dei terreni, un onere per le imprese, vengano ridotti del 50% con un’estensione di 12 mesi del periodo di pagamento.
Nel suo rapporto, Fitch Solutions ha previsto che l'industria dell'elettronica di consumo del Vietnam accelererà nel 2021 sulla scia della ripresa della fiducia dei consumatori dovuta all'introduzione dei vaccini contrastanti la diffusione del COVID-19.
L'industria continuerà a crescere attraverso una combinazione di potere d'acquisto e modernizzazione demografica ed economica che ha conferito al Vietnam una forte prospettiva regionale, con i fornitori pronti a sfruttare una classe media in espansione e il flusso di first-time buyers.
Fonte: https://bit.ly/3cnUVxh
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))
Nel 2021 le esportazioni Made in Italy sono andate incontro ad una forte crescita globale. Secondo le stime, le esportazioni italiane di beni in valore cresceranno quest’anno dell’11,3%, aumento che permetterà nel 2021 un pieno ritorno ai livelli pre-pandemia. Le vendite di beni prodotti in Italia raggiungeranno, verosimilmente, quota 482 miliardi di euro, per poi continuare ad aumentare del 5,4% nel 2022.
In questo scenario, le esportazioni italiane verso la Cina hanno registrato un aumento del 53,3% nel primo quadrimestre del 2021. Secondo recenti dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, le esportazioni italiane verso il mercato cinese ad agosto 2021 hanno visto una crescita del 13,1% su base annua (+18,4% rispetto ad agosto 2019) e del 35,1% nei primi otto mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 (+19,4% rispetto ai primi otto mesi del 2019). Nel periodo compreso tra gennaio ed Agosto 2021 sono stati esportati dall’Italia un totale di 10,2 miliardi di euro verso la Cina. Questo dato, seppur inferiore al picco di 15,5 miliardi di euro raggiunto nel 2018, conferma il trend in crescita dei prodotti Made in Italy in Cina.
Le esportazioni relative al fashion Made in Italy hanno raggiunto un primato storico nel mercato cinese. Tra gennaio e giugno 2021 la Cina ha, infatti, aumentato del 46% le importazioni di articoli del comparto tessile-moda dal mondo e, in questo scenario, i prodotti italiani hanno visto un incremento del 96% rispetto allo stesso periodo del 2020, superando quelli francesi e confermando il loro ruolo protagonista nelle importazioni fashion cinesi.
Il successo del Made in Italy non fa riferimento esclusivamente al settore moda: la Cina rappresenta uno dei mercati chiave per l’export agroalimentare italiano, anche grazie allo stimolo proveniente dall’ accordo Cina-UE per la tutela dei prodotti DOP e IG siglato lo scorso mese di marzo. In particolare, la Cina è diventata il mercato in più rapida crescita per il formaggio Made in Italy. La Cina è diventata, inoltre, il più grande acquirente straniero di marmo italiano, rappresentando circa la metà delle vendite internazionali e, secondo i rapporti, anche le esportazioni di mobili italiani in Cina sono in aumento.
La spiegazione del forte aumento della domanda di prodotti Made in Italy nel mercato cinese può essere attribuita a vari fattori, tra cui l’impossibilità dei consumatori cinesi di acquistare all’estero ed il conseguente aumento dei consumi interni; il fenomeno di “revenge spending” come effetto della pandemia; la continua evoluzione dei gusti dei consumatori cinesi, che preferiscono sempre più la qualità e i brand capaci di risaltare l’artigianato tradizionale.
Fonti: https://bit.ly/3n0fp4Y; https://bit.ly/3H7OQTs; https://bit.ly/3CZBsP9; https://bit.ly/3BYIWQQ; https://bit.ly/3bUis8z
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)
Nei primi otto mesi del 2021, secondo l’elaborazione dell’Ufficio ICE di Istanbul su dati diffusi all’inizio di ottobre da Turkstat, l’interscambio commerciale tra Turchia e Italia ha superato i 14 miliardi di dollari.
Rispetto all’analogo periodo del 2020, il volume totale è aumentato del 43,1 per cento attestandosi a 14,5 miliardi di dollari USA rispetto ai 10,2 miliardi del medesimo periodo dell’anno precedente. I dati dei primi 8 mesi del 2021 appaiono ancor più incoraggianti se confrontati con quelli pre-pandemici del 2019 per l’analogo periodo. Rispetto ai primi 8 mesi del 2019, infatti, l’interscambio complessivo nel 2021 è superiore di ben oltre 2 mld di dollari (12,3 mld di dollari vs. 14,5 mld di dollari) corrispondenti ad un +17%.
L’Italia si posiziona dunque quale 5° partner commerciale con una quota del 4,7 per cento, precedendo Regno Unito e Francia e dopo Germania, Cina, Russia e USA. Il nostro Paese si conferma quinto fornitore della Turchia e il quarto cliente nei primi otto mesi del 2021.
L’interscambio totale della Turchia con il resto del mondo nel periodo in osservazione 2021 ha registrato un incremento pari a +30,4%, passando da 237,8 a 310,2 miliardi di Dollari USA mentre e il deficit commerciale è sceso a 29,8 miliardi USD.
Nei confronti con l’Unione Europea, principale partener commerciale di Ankara, l’interscambio è aumentato nel periodo considerato del 34,6% passando da 85,4 miliardi di Dollari USA nel 2020 a 114,9 miliardi registrati nei primi otto mesi dell’anno in corso.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
I casi di Covid-19 in salita e la situazione d'emergenza negli ospedali pubblici hanno portato il governo greco di Nea Dimokratia a prendere decisioni severe in fatto di contenimento della pandemia.
A partire sabato 6 novembre, per entrare in un qualsiasi ristorante, bar, locale pubblico, ufficio pubblico, banca, ecc, sarà necessario esibire una certificazione di vaccinazione, di guarigione (entro i 6 mesi) o risultato negativo da rapid-test valido solo per 48 ore.
Sono escluse dalla misura alcune attività e servizi quali: supermercati, negozi di generi alimentari e i luoghi di culto.
Inoltre, da sabato 6 novembre, tutti i lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati) di ogni ordine e grado e non vaccinati, saranno obbligati a presentare al proprio datore di lavoro ben 3 rapid test settimanali ad esito negativo e a proprie spese.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)
Il Primo Ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, è intervenuto alla COP26 di Glasgow, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, elencando gli impegni del Granducato nella lotta ai cambiamenti climatici e ribadendo la posizione del Paese sul nucleare.
Sottolineando l’importanza di intensificare gli sforzi comuni a livello internazionale, Bettel ha salutato favorevolmente la scelta del Presidente statunitense Biden di aderire agli accordi sul clima di Parigi, richiamando al maggior senso di responsabilità che dovrebbe guidare l’azione delle principali economie a livello globale.
Di seguito, alcune dichiarazioni del Primo Ministro:
“(…) Per essere un successo, Glasgow deve assolutamente agire e raggiungere un accordo su, in primo luogo, le regole relative al mercato del carbonio e in secondo luogo, la sincronizzazione dei calendari di aggiornamento dei contributi nazionali. Il mio paese, il Lussemburgo, continuerà ad affrontare la sfida con determinazione. Abbiamo aumentato il nostro obiettivo di riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030 per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questi obiettivi sono ora ancorati nella legge sul clima, e gli obiettivi settoriali annuali vincolanti completeranno questo. Il nostro governo ha introdotto il trasporto pubblico gratuito e ha potuto raddoppiare la produzione di energia rinnovabile, coprendo così il consumo di tutte le famiglie del Granducato di Lussemburgo. Oggi sono lieto di annunciare che il mio governo ha appena adottato la sua strategia nazionale di azione climatica a lungo termine, che stabilisce il percorso per un'economia decarbonizzata, circolare, resiliente e competitiva. Per il nostro paese, l'energia nucleare non è un'opzione sicura o sostenibile. Il principio del primato dell'efficienza energetica e della massima diffusione delle energie rinnovabili guiderà i nostri sforzi e faremo in modo che la transizione sia socialmente giusta e inclusiva, coinvolgendo i nostri cittadini nella definizione di questi obiettivi. Devono far parte di questo dibattito.”
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)