Venerdì 24 Ottobre 2025
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Stefano Colli-Lanzi, presidente del Gruppo GI che si occupa di job placement in Polonia, nonché principale azionista di GI Group Poland afferma che l'inflazione o l'aumento dei costi non sono fenomeni che porteranno il mercato del lavoro ad una crisi a lungo termine.
La sfida più importante sarà la demografia. I maggiori problemi del mercato del lavoro sono il risultato della pandemia ed alcuni di loro potrebbero effettivamente ostacolare la crescita dell'economia e quindi farla tornare allo stato in cui si era prima del COVID-19, anche sul mercato del lavoro.
Tuttavia, si deve tenere presente che si tratta di turbolenze che non sono il risultato di un normale ciclo economico. Gli sbalzi associati alla pandemia si notano dalla disparità nel ritmo di sviluppo dei singoli paesi: alcuni sono già tornati al percorso di crescita e si stanno sviluppando ancora più velocemente di prima, altri sono ancora alle prese con gli effetti della crisi generata dal coronavirus.
Il presidente del Gruppo GI sottolinea che molti mercati nelle economie in via di sviluppo come, ad esempio, quello polacco sono cresciuti. I cambiamenti tecnologici hanno fatto sì che anche le esigenze dei datori di lavoro siano diverse, richiedono altre competenze da parte dei dipendenti la cui acquisizione deve diventare ancora più rapida al fine di soddisfare le esigenze delle imprese. I dipendenti si aspettano di più dai loro datori di lavoro, per esempio una maggiore flessibilità. Infine, Colli-Lanzi sottolinea che la pandemia, avendo accelerato lo sviluppo della digitalizzazione delle imprese, potrebbe creare problemi tra chi lavora in mansioni semplici che possono essere automatizzate.
Fonte: https://bit.ly/3LJP31R
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
economiesuisse, la Federazione delle piccole e grandi imprese, si pronuncia risolutamente a favore del proseguimento della via bilaterale e contro una strategia attendista da parte del Consiglio federale in materia di politica europea. Secondo l’organizzazione, una possibile soluzione per risolvere le questioni istituzionali potrebbe essere quella di combinare approcci settoriali ad un accordo globale regolamentando la partecipazione al mercato. Nell’ambito del programma per il clima dell’economia, economiesuisse lancia una nuova campagna a favore di obiettivi di protezione del clima fondati sulla scienza.
“La Svizzera è confrontata ad importanti sfide in materia di politica economica”, ha dichiarato Christoph Mäder, Presidente di economiesuisse, in occasione della conferenza stampa annuale dell’organizzazione mantello dell’economia svoltasi a Berna. La politica europea si trova di fatto in crisi dopo l’abbandono dei negoziati sull’accordo istituzionale. L’erosione progressiva della via bilaterale nuoce alla piazza economica svizzera. “Bisogna agire subito”, ha dichiarato Christoph Mäder, invitando il Consiglio federale ad adottare rapidamente misure per sbloccare la politica europea e garantire l’affidabilità della via bilaterale. Oltre a un chiaro segnale da parte della Confederazione di voler continuare sulla via bilaterale, è ora necessaria un'agenda comune con l'UE basata sugli interessi strategici della Svizzera e dell'UE.
Specialmente nei settori della Borsa e delle banche, della tecnica medica, della ricerca e dell’approvvigionamento elettrico soluzione rapide hanno la priorità. È inoltre indispensabile chiarire gli aspetti istituzionali, poiché le imprese hanno un bisogno urgente di certezza del diritto nelle loro relazioni economiche con l’UE. Per questo, economiesuisse propone per esempio un approccio settoriale in combinazione ad un accordo globale atto a regolamentare la partecipazione al mercato.
Poiché l'industria d'esportazione è la più colpita dall'attuale stallo politico europeo, le sue condizioni quadro nel commercio multilaterale devono essere migliorate, per esempio espandendo costantemente la rete di libero scambio o partecipando ad aree di libero scambio plurilaterali con un focus sulla regione del Pacifico-Asia. Questa mattina economiesuisse ha pubblicato queste e numerose altre proposte per le relazioni tra la Svizzera e l’UE in una nuova pubblicazione sulla politica europea.
Christoph Mäder ha inoltre menzionato la riforma fiscale internazionale dei paesi membri dell’OCSE/G20, che ritiene un’altra sfida essenziale. Questa riforma intende limitare la concorrenza fiscale. Gli ambienti economici sono soddisfatti che il Consiglio federale abbia già annunciato le grandi linee del progetto per l’attuazione di questa riforma in Svizzera. In virtù di queste, l’imposizione minima dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2024. Il progetto in questione apporta alle imprese interessate la certezza del diritto e le protegge da un’ulteriore imposizione all’estero. Secondo Christoph Mäder, le imprese attendono dalla Confederazione e dai Cantoni che essi utilizzino il loro margine di manovra finanziario e giuridico per promuovere la piazza economica. Tali misure sono indispensabili per proteggere a lungo termine gli impieghi e il gettito fiscale in Svizzera. «Occorre dar prova di creatività e coraggio», ha sottolineato Christoph Mäder, appellandosi alla Confederazione e ai Cantoni. Egli ha evocato l’abolizione della tassa di bollo d’emissione in occasione della votazione popolare del 13 febbraio come un mezzo semplice ed efficace per aumentare l’attrattività della piazza economica.
Nuovo impulso per il programma per il clima dell’economia
Il programma per il clima dell’economia, presentato da economiesuisse un anno fa, riceve un nuovo impulso: concentrandosi su obiettivi basati sulla scienza secondo il metodo della Science Based Targets initiative (SBTi), gli ambienti economici confermano il loro obiettivo zero emissioni nette entro il 2050. Essi intensificano così gli sforzi per diventare la forza più innovativa ed efficace nella protezione del clima.
L’idea dietro la SBTi è semplice: dal momento che il riscaldamento climatico non deve superare 1,5 gradi, può essere emesso a livello mondiale soltanto un certo volume di gas ad effetto serra. Con la SBTi, ogni impresa può stabilire obiettivi climatici fondati sulla scienza e decidere essa stessa a quale ritmo deve ridurre le proprie emissioni per raggiungere l’obiettivo zero emissioni nette entro il 2050. Le imprese raggiungono così i loro obiettivi climatici in maniera autonoma, competitiva e senza prescrizioni legali, lungo tutta la catena di valore. La SBTi è un metodo standardizzato e ampiamente riconosciuto dagli esperti per valutare e ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. Oggi, oltre 60 imprese svizzere hanno già adottato questa iniziativa. Il numero di imprese che hanno stabilito degli obiettivi climatici sulla base della SBTi aumenta in maniera quasi esponenziale, sia in Svizzera che a livello internazionale.
Nel corso dei prossimi 12 – 24 mesi, economiesuisse farà appello alla SBTi nella sua comunicazione interna ed esterna, affinché il maggior numero possibile di imprese si lasci convincere da questo approccio fondato sulla scienza. Per attuare questo progetto, la federazione opera in collaborazione con le associazioni di categoria e le Camere di commercio associate nonché con Go for Impact, un’associazione che raggruppa attori provenienti dagli ambienti economici e scientifici ma anche dai poteri pubblici.
Anche altri progetti di cooperazione in vista dell’applicazione del programma per il clima sono in fase di sviluppo. La collaborazione tra economiesuisse e NZZ Connect è già in corso ed è sfociata nella creazione della piattaforma Sustainable Switzerland dedicata alla sostenibilità. Le imprese e organizzazioni interessate possono informarsi da subito sulla SBTi sul sito www.sustainableswitzerland.ch/sbti e fissare un primo colloquio gratuito con esperti di questioni climatiche ed energetiche.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1486
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Dopo essere passata in rosso per la prima volta in 20 mesi a dicembre 2021, la bilancia commerciale della Corea ha registrato un deficit record di 4,89 miliardi di dollari nel primo mese del 2022. È la prima volta in 14 anni, ovvero dalla crisi finanziaria globale del 2008, che la Corea non registrava un deficit commerciale per due mesi consecutivi.
Gli analisti prevedono che le prospettive di un surplus commerciale annuale sono incerte nel 2022 a causa del recente declassamento delle prospettive economiche per i principali mercati di esportazione della Corea (Stati Uniti e Cina), nonché un aumento sostenuto dei prezzi di petrolio, gas, carbone e altre fonti di energia che hanno un forte impatto sulle importazioni.
Sebbene le esportazioni abbiano continuato a crescere, sono state superate da un aumento sempre maggiore delle importazioni. Arrivando al valore di 55,42 miliardi di dollari, le esportazioni di gennaio 2022 sono aumentate del 15,2% rispetto allo stesso mese del 2021.
Il governo coreano aveva previsto che nel 2021-2022 il tasso di aumento delle esportazioni sarebbe gradualmente diminuito, mentre il tasso di aumento delle importazioni sarebbe rimasto più alto; però non aveva previsto che la bilancia commerciale stessa sarebbe stata negativa.
Attualmente il valore del Won s trova in calo in calo ma secondo alcuni analisti questo non avrà un impatto rilevante sulle esportazioni. In genere un calo del valore del won porta a un aumento dei volumi e del valore delle esportazioni in quanto aumenta la competitività dei prezzi dei prodotti di esportazione ma si teme che potrebbe aumentare il rischio di inflazione a causa dell’aumento dei prezzi d'importazione e ciò, combinato con la diminuzione dei consumi, potrebbe avere un risultato negativo dannoso per i lavoratori irregolari e gli operatori autonomi delle piccole imprese.
Fonte: https://bit.ly/3Jxopr3
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Il Governo italiano ha prorogato, fino al 15 marzo 2022, le restrizioni – che già erano in vigore – per l’entrata dei cittadini brasiliani nel Paese. La misura è stata adottata dal Ministero della Salute italiano che ha mantenuto il Brasile nella lista dei paesi “E”, la quale non permette viaggi per motivi non essenziali, come il turismo.
L’ingresso in Italia è consentito solo per ragioni di lavoro, salute, studio, assoluta urgenza e rientro presso il proprio domicilio per i cittadini italiani/UE/Schengen e per i loro familiari; per le persone che hanno una relazione affettiva comprovata e stabile con cittadini italiani/UE/Schengen; per la partecipazione di atleti, tecnici, giudici e commissari di gara a competizioni; per rappresentanti della stampa estera e per accompagnatori ad eventi sportivi di livello agonistico, riconosciuti di interesse nazionale preminente, con provvedimento del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e del Comitato Italiano Paraolimpico (CIP) e regolate da un protocollo di sicurezza specifico, adottato dall’ente sportivo organizzatore dell’evento.
Anche nei casi consentiti, è comunque necessario il rispetto di alcuni requisiti per poter entrare:
Fonte: https://bit.ly/3LxIyin
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)
Nella sua seduta del 2 febbraio 2022, il Consiglio federale ha deciso di revocare da domani, giovedì 3 febbraio, l’obbligo del telelavoro e la quarantena dei contatti. Ha inoltre posto in consultazione fino al 9 febbraio ampi allentamenti su cui deciderà il 16 febbraio, a seconda dall’evoluzione della situazione epidemiologica.
Il Consiglio federale constata un'evoluzione positiva della situazione negli ospedali. Malgrado il numero delle infezioni registri livelli record, non è subentrato un sovraccarico delle strutture e l'occupazione dei posti letto nelle unità di terapia intensiva è calata ulteriormente. Una delle ragioni di questa evoluzione è probabilmente l'elevato tasso di immunizzazione raggiunto dalla popolazione grazie alla vaccinazione o agli anticorpi prodotti dopo aver contratto la malattia. Con la variante Omicron si registrano inoltre meno decorsi gravi che con le varianti precedenti. Sempre più segnali sembrano indicare un'imminente fine della fase acuta della crisi e il conseguente passaggio alla fase endemica.
Il Consiglio federale ritiene che sia giunto il momento di ridurre nuovamente le restrizioni adottate per contrastare la diffusione del coronavirus e ha deciso di revocare con effetto immediato l'obbligo del telelavoro e la quarantena e di porre in consultazione altri importanti allentamenti. Occorre tuttavia continuare a restare vigili.
Revoca dell'obbligo del telelavoro e della quarantena dei contatti
L'obbligo del telelavoro viene tramutato in raccomandazione. I datori di lavoro continuano a essere tenuti a proteggere i loro dipendenti da un'infezione. Il telelavoro costituisce un provvedimento efficace in questo senso. È mantenuto l'obbligo della mascherina sul posto di lavoro.
La quarantena dei contatti è revocata per la prima volta dall'inizio della crisi. Il 12 gennaio scorso il Consiglio federale l'aveva già abbreviata e limitata alle persone che vivono nella stessa economia domestica. Con il forte aumento dei contagi questo provvedimento ha perso efficacia. In seguito a questa decisione sono abrogate anche le disposizioni dell'ordinanza COVID-19 perdita di guadagno sull'indennità di perdita di guadagno in caso di quarantena dei contatti.
Tuttavia, chi risulta positivo al test per il SARS-CoV-2 ed è quindi portatore di un'alta carica virale resta tenuto a mettersi in isolamento per evitare di contagiare altre persone.
I due provvedimenti erano stati oggetto di una precedente consultazione ed entrano in vigore giovedì 3 febbraio. Con la nuova ordinanza sono revocate con effetto immediato tutte le quarantene disposte dai Cantoni. Non è necessaria una revoca esplicita da parte dei Cantoni.
In consultazione due varianti per la revoca dei provvedimenti restanti
I Cantoni, le parti sociali, le commissioni parlamentari e le associazioni interessate hanno tempo fino al 9 febbraio per esprimersi sull'abrogazione degli altri provvedimenti. Il Consiglio federale propone due varianti a seconda di quando sarà raggiunto il picco dell'ondata epidemica e prenderà una decisione nella seduta del 16 febbraio.
Variante 1: revoca in blocco dei provvedimenti
L'ordinanza COVID-19 situazione particolare potrebbe essere revocata in blocco il 17 febbraio. Una riapertura totale comporta però rischi epidemiologici, poiché potrebbe accelerare nuovamente la circolazione del virus. Questa opzione entra in linea di conto soltanto se è stato superato il picco dell'ondata epidemica. Il tasso di immunizzazione della popolazione deve essere sufficiente e il numero di contagi e ricoveri in calo.
Sarebbero revocate tutti i provvedimenti di protezione, in particolare:
Il piano di protezione per l'organizzazione di grandi manifestazioni dovrà tuttavia rimanere in vigore, poiché non possono essere escluse nuove restrizioni. Anche l'obbligo d'isolamento per chi risulta positivo al test per il SARS-CoV-2 dovrà restare in vigore. Inoltre dovranno essere adottati provvedimenti supplementari per proteggere le persone particolarmente a rischio. Il Consiglio federale chiederà inoltre ai Cantoni se deve essere mantenuto l'obbligo della mascherina sui trasporti pubblici, nel commercio al dettaglio e nelle strutture sanitarie.
Variante 2: revoca dei provvedimenti in due fasi
Qualora il 16 febbraio la situazione epidemiologica fosse ancora troppo incerta, il Consiglio federale intende procedere per gradi, in modo da poter valutare la situazione dopo ogni allentamento.
In una prima fase, il Consiglio federale propone i seguenti allentamenti dal 17 febbraio:
In una seconda fase saranno revocati i provvedimenti di protezione restanti: l'obbligo della mascherina, la regola «2G» e l'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni al chiuso. Il passaggio alla seconda fase comporterà l'abrogazione dell'ordinanza COVID-19 situazione particolare.
Consultazione su ulteriori provvedimenti
Parallelamente alla revoca dei provvedimenti il Consiglio federale pone in consultazione ulteriori adeguamenti.
Per chi entra in Svizzera non si applicheranno più provvedimenti sanitari di confine; questo significa che potranno essere revocati l'obbligo del test per le persone non vaccinate o non guarite e la registrazione dei dati di contatto all'entrata in Svizzera.
Inoltre, dovranno essere revocati i cosiddetti certificati COVID svizzeri, per esempio i certificati per turisti o quelli rilasciati in seguito a un test anticorpale o antigenico rapido. Continueranno a essere emessi i certificati riconosciuti dall'Unione europea. Questi devono essere mantenuti per il traffico internazionale di viaggiatori fintantoché altri Stati applicano restrizioni all'entrata. È anche possibile che, per accedere a ristoranti o musei, in determinati Paesi continuerà a essere richiesto il certificato COVID.
Infine, il Consiglio federale pone in consultazione nuove prescrizioni per l'assunzione dei costi dei medicamenti per il trattamento ambulatoriale della COVID-19.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1485
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Lo scorso anno l'economia catalana è cresciuta del 5,9%, recuperando circa la metà delle perdite del 2020 dovute al Covid-19.
Il PIL, tuttavia, continua a registrare un - 6,2% rispetto al periodo pre-pandemia. Nell'ultimo trimestre del 2021, l'economia catalana ha registrato una crescita del 2.2% intertrimestrale.
Fonte: https://bit.ly/3BlAnAZ
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana – Barcellona)
L’industria della ristorazione che si richiama alla cucina italiana negli ultimi anni ha registrato un’importante crescita negli Stati Uniti. Si calcola che le vendite annuali si aggirino attorno ai 79 miliardi di dollari. Sono oltre 70.000 i ristoranti USA che si definiscono italiani ed impiegano circa 1,3 milioni di lavoratori.
Tuttavia, è da considerare il fatto che i dati riportati da diversi istituti di statistica non distinguono tra quei ristoranti che offrono ai loro clienti piatti tradizionali italiani, creati utilizzando prodotti genuini, rispetto a quelle catene o ristoranti indipendenti che offrono una cucina che può essere considerata italo-americana. Nel computo totale vengono inclusi tutti le tipologie di ristoranti, comprese le grandi catene di pizzerie o altre catene, come Olive Garden, che non offrono un’esperienza autentica della cucina italiana.
In ogni caso, questi numeri sono interessanti perché se confrontati con le ultime rilevazioni del 2014, segnano un incremento notevole e un trend in crescita del desiderio del consumatore americano di apprezzare cibo italiano. Si pensi che nel 2014 le dimensioni del mercato si aggiravano intorno ai 62 miliardi di dollari. Quindi, si registra una crescita del 7,8% del mercato nel 2022 e una crescita media annua del 4,4% tra il 2017 e il 2022 del giro d’affari della ristorazione italiana negli Stati Uniti.
Fonte: IBIS World
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)
La Hyundai Motor Co., la più grande casa automobilistica della Corea, ha dichiarato che le sue vendite sono diminuite del 12% a gennaio 2022 rispetto al gennaio 2021 a causa della carenza di chip a livello globale.
Hyundai Motor ha venduto 282.204 veicoli a gennaio 2022; segnando un calo rispetto ai 321.068 veicoli venduti a gennaio 2021.
Le vendite interne sono diminuite del 22% arrivando a 46.205 unità dalle 59.501 unità di gennaio 2021. Anche le vendite all'estero sono diminuite del 9,8% arrivando a 235.999 veicoli venduti rispetto ai 261.567 veicoli venduti a gennaio 2021.
Per tutto il 2021, le vendite complessive di Hyundai sono aumentate del 3,9% arrivando 3,89 milioni di veicoli venduti rispetto ai 3,74 milioni di veicoli venduti nel 2020.
Per il 2022 la compagnia ha fissato un obiettivo di vendita di 4,32 milioni di veicoli.
Fonte: https://bit.ly/3JrfiYN
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Il 9 dicembre 2021, il Parlamento danese ha approvato una legge che modifica il Sickness Benefit Act e il Maternity Act (diritto esteso per il datore di lavoro al rimborso e per i lavoratori autonomi all’indennità di malattia a causa del Covid-19 parallelamente ad un nuovo periodo temporaneo di diritto all’indennità di disoccupazione a causa del Covid-19). La legge è entrata in vigore il 16 dicembre 2021.
Indennità di malattia
La legge prevede che i datori di lavoro abbiano diritto al rimborso dell’indennità di malattia dal primo giorno di assenza dei dipendenti che abbiano certificato:
La stessa procedura si applica ai lavoratori autonomi.
Il rimborso anticipato o indennità di malattia non sono previsti nel caso in cui il lavoratore dipendente o autonomo presenti sintomi senza essere positivo al test, sia in grado di lavorare da casa, sia andato in isolamento fiduciario o nel caso in cui l’assenza sia dovuta agli effetti a lungo termine del Covid-19.
Primo giorno di assenza
Se ad un dipendente o ad un lavoratore autonomo viene raccomandato di autoisolarsi dalle autorità sanitarie, il primo giorno di assenza coincide con il primo giorno di isolamento.
Se un dipendente o un lavoratore autonomo riceve un risultato positivo al test Covid, il primo giorno di assenza coincide con il giorno in cui si presentano i sintomi e non il giorno in cui ha ricevuto il risultato positivo del test.
Contatto stretto
Un dipendente è da considerarsi contatto stretto a fronte di una raccomandazione da parte delle autorità sanitarie di autoisolarsi. Le linee guida attuali prevedono che i soggetti vaccinati non debbano autoisolarsi e che perciò non abbiano diritto al rimborso anticipato o indennità di malattia anticipata.
Certificato di infezione o isolamento
Il datore di lavoro ha il compito di assicurarsi che il dipendente sia realmente infetto da Covid-19 o che debba autoisolarsi in quanto contatto stretto, prima di poter richiedere il rimborso anticipato. A tale scopo, il datore può richiedere al dipendente il certificato di positività oppure un’autocertificazione di autoisolamento.
Successivamente, il rimborso potrà essere richiesto tramite NemRefusion.
Un lavoratore autonomo, invece, deve segnalare l’assenza con il modulo NR 104C, che può trovare sul sito di KL.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il "Ministero dell’Industria" ha affermato che la Corea stanzierà nel 2022 841 miliardi di won per la ricerca e lo sviluppo di materiali e componenti chiave nel tentativo di ridurre la dipendenza del paese dalle forniture estere e aumentare la competitività delle industrie locali.
Si tratta di un aumento del 22% rispetto al budget del 2021, poiché il paese ha intensificato gli sforzi per potenziare l'industria dei materiali e dei componenti; in particolare dopo le restrizioni imposte dal Giappone sulle esportazioni di prodotti chiave nel 2019.
Nel 2019, il Giappone ha imposto norme più severe sulle esportazioni verso la Corea di tre materiali critici per la produzione di semiconduttori e display flessibili, citando come causa il sistema di controllo lassista coreano sugli oggetti strategici che possono essere dirottati per uso militare.
La Corea ha interpretato la mossa giapponese come una rappresaglia contro le sentenze della Corte Suprema Coreana del 2018 che ordinano alle aziende giapponesi di risarcire i coreani che sono stati vittime dei lavori forzati imposti durante il dominio coloniale giapponese del 1910-45 sul paese.
Secondo il "Ministero del Commercio, dell'Industria e dell'Energia", 321,8 miliardi di won saranno investiti in progetti di ricerca e sviluppo per garantire tecnologie chiave per 185 importanti articoli di vari settori; come metalli rari per batterie e materiali chimici avanzati.
Il governo assegnerà anche 199,1 miliardi di won per sostenere lo sviluppo di tecnologie per i principali materiali e componenti in nove settori, tra cui semiconduttori, display, bio ed energia.
Il ministero inizierà a ricevere domande da aziende e istituzioni locali da inizio febbraio e sceglierà i progetti da supportare ad aprile.
Fonte: https://bit.ly/36120nh
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)