Notizie mercati esteri

Giovedì 23 Dicembre 2021

Il telelavoro è aumentato del 40% in America Latina durante la pandemia

È passato più di un anno dalla comparsa del covid-19 in America Latina e sebbene alcuni paesi della regione abbiano allentato le restrizioni imposte per cercare di contenere i contagi, oggi un buon numero di latinoamericani continua a essere messo in quarantena e a lavorare da remoto (telelavoro), conclude l'ultimo studio del Grupo de Diarios América (GDA) e Digital Trends, che analizza l'impatto della pandemia sulle abitudini dei consumatori digitali.

Porto Rico registra la più alta percentuale di consumatori di telelavoro, con il 76%. Seguono Messico e Costa Rica con il 74% ciascuno, in Argentina è del 70% e in Colombia raggiunge il 67%. All'altro estremo ci sono Panama (45%), Ecuador (48%), Uruguay (51%), Venezuela (54%) ed El Salvador (55%).

Fonte: https://bit.ly/3ssOySA

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Minas Gerais avrà due nuovi raccordi ferroviari

Petrocity e Macro Desenvolvimento, le aziende incaricate dell’installazione e della gestione di due nuovi raccordi ferroviari che attraverseranno Minas Gerais, sono alla ricerca di investitori per l’esecuzione dei progetti, autorizzati lo scorso giovedì 9 dicembre dal Ministero delle Infrastrutture (MInfra) e il cui inizio è previsto per la fine del decennio.

La prima linea ferroviaria sarà la Estrada de Ferro Juscelino Kubitschek (EF-030) che collegherà Barra de São Francisco (ES) a Brasília, attraversando 34 città di Minas Gerais. Questa linea si estenderà per 1.108 km e trasporterà principalmente pietre ornamentali, legno, cotone, prodotti siderurgici e grano. La sua realizzazione, che è a carico della ditta di costruzioni Odebrecht e che prevede un investimento di 14,2 miliardi di Reais, faciliterà la circolazione di molti prodotti riducendone allo stesso tempo i costi logistici. Inoltre, secondo quanto affermato dal presidente delle ferrovie Petrocity, José Roberto Barbosa da Silva, sono in programma altri due progetti che, con la costruzione della Estrada de Ferro JK, raggiungeranno i 30 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni.

La Macro Desenvolvimento, invece, svilupperà un tratto ferroviario di 610 km che collegherà il comune Presidente Kennedy (ES) a quello di Conceição do Mato Dentro e di Sete Lagoas. Questo segmento metterà in contatto diverse regioni produttive di Minas Gerais – quelle che si occupano dell’estrazione di minerale di ferro, calcare, marmo, ardesia e argilla, oltre che della produzione di ghisa – al Porto Centrale, a Presidente Kennedy. Si stima che questo raccordo trasporterà carichi di 26 milioni di tonnellate l’anno per un investimento totale di 14,30 miliardi di Reais. La sua realizzazione richiederà dieci anni, e, secondo le parole del CEO della Macro Desenvolvimento, Fabrício Cardoso Freitas, favorirà l’intermodalità dei trasporti e soddisferà “la necessità di costruzioni moderne che supportino il trasporto di carichi elevati in modo agile, efficiente e competitivo per provvedere alla crescente domanda nazionale, destinata al commercio internazionale”.

Per quanto riguarda l’ampliamento della metropolitana di Belo Horizonte, è stata fissata un’udienza pubblica, promossa dal Segretariato di Stato per le Infrastrutture e la Mobilità (Seinfra), il giorno 23 dicembre. Il progetto, strutturato dalla Banca Nazionale dello Sviluppo Economico e Sociale in collaborazione con il governo federale, prevede la modernizzazione e l’espansione della Linea 1, la conclusione della costruzione della Linea 2 e l’erogazione di servizi per 30 anni, al fine di attrarre l’expertise privata, ampliare l’offerta di trasporti e rendere più facile ed efficiente l’accesso alle tecnologie necessarie alla modernizzazione dei servizi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

L’economia lussemburghese tiene alla prova del Covid: scongiurata la temuta ondata autunnale di fallimenti societari

Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia, il numero di fallimenti non è aumentato a causa della crisi sanitaria.

Lo scorso settembre, i tribunali del Lussemburgo hanno pronunciato 64 fallimenti. Nello stesso periodo dell'anno scorso, sono stati confermati 90 fallimenti. Nel 2019 e nel 2018, i tribunali hanno pronunciato 90 e 56 fallimenti a settembre.

La situazione è la stessa per ottobre. La magistratura lussemburghese ha pronunciato 78 fallimenti contro 153 nell'ottobre 2020 e 124 nell'ottobre 2019. Queste cifre mostrano ancora una volta che non c'è stata un'ondata di fallimenti tanto temuta a causa della crisi sanitaria. Statec, l’istituto di statistica nazionale, ha analizzato che il numero di fallimenti registrati in settembre e ottobre 2021 non è in aumento rispetto agli anni precedenti la pandemia di Covid-19 ed è anche inferiore alla media dei primi otto mesi del 2021.

Le aziende più colpite dai fallimenti in settembre e ottobre sono state le holding e i fondi d'investimento (11 fallimenti in settembre e 27 in ottobre) e quelle del settore economico e commerciale con 22 fallimenti in settembre e 10 in ottobre.

Per quanto riguarda le liquidazioni, i tribunali lussemburghesi hanno pronunciato la liquidazione di 82 società lo scorso settembre. Un anno prima, i tribunali avevano pronunciato 23 liquidazioni. Nel settembre 2018, 69 liquidazioni erano effettive. In ottobre, 79 aziende sono state liquidate, rispetto alle 142 dello stesso periodo dell'anno scorso e alle 66 dell'ottobre 2019. Per quanto riguarda i fallimenti, le imprese interessate da queste liquidazioni sono soprattutto le holding e i fondi d'investimento e quelle del settore economico e commerciale, con 11 liquidazioni pronunciate in settembre e 9 in ottobre.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Le ferrovie francesi: una mobilità sempre più sostenibile

Grazie agli accordi tra SNCF Alstom e EDF in arrivo nuovi convogli ibridi elettrico-idrogeno e nuove risorse energetiche da fonti rinnovabili.

Il futuro delle ferrovie statale francesi è sempre più green e legato alla transizione energetica, al fine di rendere il trasporto ferroviario la soluzione definitiva per la mobilità sostenibile. Due nuovi accordi sono stati siglati da SNCF a supporto di questo ambizioso progetto.

Il primo accordo è stato negoziato con il costruttore di treni Alstom per la fornitura di 12 treni ibridi elettrici-idrogeno per una capacità totale di 218 posti a sedere, da utilizzare per il trasporto regionale. Inizialmente l’iniziativa riguarderà solo quattro regioni pioniere (Auvergne-Rhône-Alpes, Bourgogne-Franche-Comté, Grand Est e Occitanie) ma l’obiettivo è quello di estendere la flotta a idrogeno ad altre regioni, seguendo il progetto del governo di trasformare la Francia in un modello di riferimento per la mobilità a idrogeno, come affermato da Jean-Baptiste Djebbari, ministro delegato per i Trasporti.

Il secondo accordo in questione vede la partecipazione del gruppo energetico EDF per l’accesso ventennale a energia da fonti rinnovabili. La società energetica si impegna infatti a fornire a SNCF la produzione elettrica di una centrale solare, la cui costruzione inizierà nei prossimi mesi. L’impianto fornirà 25 GWh di energia all’anno, cifra corrispondente circa alla metà del consumo necessario per il traffico Tgv annuale tra Parigi e Lille.

Una nota delle ferrovie francesi evidenzia come SNCF sia già l’operatore nel settore della mobilità con le più basse emissioni di gas serra in Francia, trasportando 11% dei passeggeri e generando meno dell’1% delle emissioni. Dati positivi che incoraggiano la compagnia a diminuire ulteriormente il suo impatto ambientale, SNFC conferma infatti la sua ambizione a coprire dal 40% al 50% dell’energia consumata con energia sostenibile, e sta dialogando a tal fine con operatori del settore energetico rinnovabile.

Fonte: https://bit.ly/3qvacD9

 

(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Focus: la digitalizzazione dell’economia tedesca

L’economia tedesca è diventata molto più digitale nell’ultimo anno, tanto che l’indice di digitalizzazione è salito di 8 punti dal 2020, raggiungendo 108 punti nel 2021. I motori di questo progresso sono stati sia un miglioramento di fattori esterni alle aziende come le infrastrutture tecniche, sia ad una digitalizzazione interna alle aziende con il passaggio all’Home-office, spinto dalla pandemia. La conseguenza è che lo scambio di informazioni tra diverse aree di business e il networking con altre aziende sono decisamente più digitali di quanto lo fossero un anno fa.

Il settore più avanzato a livello di digitalizzazione in Germania è il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC).  Le grandi imprese tedesche hanno un livello di digitalizzazione significativamente più alto rispetto alle PMI. La differenza è stata registrata anche a livello regionale: il sud della Germania ha raggiunto un ottimo livello di digitalizzazione, mentre l’est ha ancora spazio per crescere. Le zone rurali in particolare hanno ancora molta strada da fare se vogliono mettersi in pari col resto del paese.

L’indice di digitalizzazione è stato sviluppato su incarico del ministero federale dell’economia e dell’energia e il 2021 è stato il secondo anno di fila di rilevazione dell’indice. Il modello sul quale si basa la rilevazione della digitalizzazione delle aziende è il cosiddetto modello di maturità (Reifungsgradmodell).  Questo comporta un'analisi dettagliata delle attività interne dell'azienda in base alle categorie: processi, prodotti, modelli di business, qualificazione e attività di ricerca e innovazione.  Vengono anche presi in considerazione i fattori esterni che influenzano l’azienda, attraverso le categorie: infrastrutture tecniche, condizioni generali amministrative, società, capitale umano e panorama dell'innovazione.

I prossimi risultati dell'indice di digitalizzazione saranno disponibili nell'autunno 2022. Il progetto "Measuring the Degree of Digitalisation of the German Economy" viene portato avanti da un consorzio composto da ZEW - Leibniz Centre for European Economic Research GmbH Mannheim (leader del consorzio), l'Institut der deutschen Wirtschaft Köln e.V., l'Institut der deutschen Wirtschaft Köln Consult GmbH, il Forschungsinstitut für Rationalisierung e.V. an der RWTH Aachen e il Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung e.V.

Fonte: https://bit.ly/3FoaQZ7

  

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Il Vietnam gode di grandi vantaggi nell'attrazione degli investimenti esteri

Si stima che nel cambiamento di produzione globale attualmente in atto, il Vietnam sia in grado di competere per gli investimenti diretti esteri (IDE) contro i principali concorrenti, ha affermato Nguyen Bich Lam, ex direttore generale dell'Ufficio di Statistica Generale.

In un'intervista con la Vietnam News Agency, Lam ha citato il rapporto sugli investimenti del 2021 della “Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo” (UNCTAD) nel quale si affermava che nel 2020 il Vietnam ha attirato 16 miliardi di dollari di IDE, entrando tra i primi 20 paesi del mondo in termini di attrazione degli investimenti diretti esteri per la prima volta.

Nonostante il COVID-19, nei primi dieci mesi dell’anno, 23,74 miliardi di dollari sono stati investiti in 18 diversi settori in Vietnam, di cui il 53,7% (12,74 miliardi di dollari) in attività dedite alla lavorazione e alla produzione. Ciò significa che gli investitori stranieri stanno riponendo grande fiducia nel Vietnam come parte della catena di approvvigionamento globale.

Nello stesso periodo, 7,09 miliardi di dollari sono stati aggiunti ai progetti di investimenti diretti esteri già esistenti nella nazione, con un aumento del 24,2% su base annua, mentre il contributo di capitale straniero e l'acquisto di azioni hanno raggiunto i 3,63 miliardi di dollari.

Negli ultimi dieci mesi, il Vietnam ha registrato 267,93 miliardi di dollari di fatturato dall'esportazione, con un aumento del 28,2% annuo. Della somma, il settore degli IDE ha contribuito con oltre 196,7 miliardi di dollari, con un aumento annuo del 20,3%. Il valore delle importazioni delle imprese estere, nel frattempo, ha raggiunto quasi 176,9 miliardi di dollari, in crescita del 31,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e rappresentando il 65,7% del totale del paese.

Per quanto riguarda i vantaggi del Vietnam nell'attrarre investimenti stranieri, Lam ha affermato che l'ambiente macroeconomico e la politica sono stabili, l'economia è dinamica e il mercato dei consumi si sta espandendo con abbondanti fonti di approvvigionamento. Ha anche elencato importanti politiche rivolte all'attrazione degli investimenti esteri e al miglioramento del clima imprenditoriale.

Inoltre, il Vietnam è membro di molti accordi commerciali multilaterali e bilaterali su larga scala come l'Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP); l’Accordo di libero scambio UE-Vietnam (EVFTA); e i numerosi accordi commerciali bilaterali del Vietnam con gli Stati Uniti, la Repubblica di Corea, il Giappone e il Regno Unito.

Lam ha osservato che per attrarre e mantenere efficacemente gli investimenti stranieri in Vietnam, il governo e i ministeri, i settori e le località pertinenti devono implementare una serie di soluzioni. In particolare, nel prossimo periodo, il governo dovrebbe rivedere e adeguare prontamente le politiche di investimento estero per stare al passo con le fluttuazioni dell'economia globale e con i cambiamenti nelle strategie di attrazione degli investimenti esteri degli altri paesi.

Inoltre, ha sottolineato la necessità di costruire e mantenere vantaggi competitivi come condizioni di investimento aperte e un sistema legale trasparente; consolidare la già stabile base macroeconomica e politica; e avere la giusta strategia per gestire l'epidemia del COVID-19 e accelerare il processo di vaccinazione.

Fonte: https://bit.ly/3J7lBBx

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

L’Università del Lussemburgo rilancia la ricerca con un nuovo supercomputer

L'Università del Lussemburgo ha inaugurato il suo nuovo computer ad alte prestazioni (HPC). Chiamato AION, è in grado di eseguire 1,7 milioni di miliardi di calcoli al secondo. Annunciato all'inizio dell'anno scorso e inaugurato in data 10 novembre 2021 durante una cerimonia nel campus di Belval, questo nuovo strumento fornirà un supporto all'avanguardia ai ricercatori e ai partner dell'università.

Concretamente, questo supercomputer permetterà ricerche e innovazioni basate sul calcolo intensivo e l'analisi dei dati su larga scala, in particolare nei campi dell'informatica, della fisica dei materiali, della biomedicina e delle scienze della vita, della crittologia e dell'intelligenza artificiale, ma anche della storia digitale o delle simulazioni socio-economiche.

Il Professor Jens Kreisel, Vice-rettore per la ricerca dell’Università ha dichiarato che il nuovo supercomputer rafforzerà la posizione di leadership internazionale dell’ateneo lussemburghese nel campo dell’High Performance Computing, con effetti positivi sull’attrattività del paese per giovani talenti nel capo della ricerca.

Il lancio di AION si unisce al nuovo Master Europeo in High Performance Computing recentemente annunciato, che inizierà nel settembre 2022. Questo è il primo programma pilota paneuropeo di Master in HPC e sarà coordinato dall'Università del Lussemburgo.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Il Lussemburgo rivede al rialzo la sua quota di partecipazione al programma COVAX

Il Granducato offrirà altri 50.000 vaccini per la ridistribuzione di dosi anti-covirus ai paesi che ne hanno più bisogno di fronte alla pandemia.

Dei 2,8 milioni di vaccini ordinati o pre-ordinati dal Lussemburgo, non tutti sono destinati alla campagna di vaccinazione nel paese. Una parte è infatti dedicata alla cooperazione internazionale in termini di diffusione delle dosi necessarie per l'immunizzazione delle popolazioni di tutto il mondo. Così, dal 2020, Covax è stato istituito e il Granducato ha scelto di partecipare offrendo una quota del suo ordine effettuato tramite la Commissione europea.

Il Lussemburgo aveva stanziato inizialmente una quota contributiva di 2 milione per il programma Covax, corrispondenti a 350.000 di dosi redistribuite nei paesi in via di sviluppo. Questa cifra è stata recentemente rivista al rialzo ed ora ammonta ufficialmente a 400.000 dosi.

In aggiunta al contributo di solidarietà legato al programma Covax, la scorsa estate, il Granducato ha consegnato 56.000 dosi a Capo Verde.

La solidarietà si esprime anche attraverso l'invio di attrezzature. Una recente spedizione di frigoriferi appositamente attrezzati per la conservazione dei vaccini in Burkina Faso lo ha dimostrato. Così come il Lussemburgo continua a ricevere nei suoi ospedali pazienti infettati dal virus dai paesi vicini.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Il settore delle costruzioni in Venezuela ha compiuto importanti progressi nella sua riattivazione produttiva

Gerson Hernández, presidente della Camera Bolivariana di Costruzione del Venezuela, ha assicurato questo giovedì che l'Esecutivo Nazionale è disposto a stabilire qualsiasi tipo di alleanza pubblico-privato per raggiungere obiettivi specifici e specifici nel campo dell'edilizia abitativa e dell'edilizia.

Ha detto che dal 2020 ad oggi sono stati fatti progressi significativi per quanto riguarda la riattivazione dei lavori.

Ha precisato che secondo le statistiche gestite dalla Camera, "abbiamo fatto progressi del 16% nella riattivazione dell'apparato produttivo".

Fonte: https://bit.ly/32rC6Hs  

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Enel Green Power raddoppia la scommessa dell’energia rinnovabile nel mercato australiano

Enel Green Power, uno tra i maggiori players internazionali nel settore delle energie rinnovabili, punta al mercato australiano per espandere la fornitura di energia verde.  

Attraverso una mossa che porta la compagnia italiana a competere con le 3 big nazionali - AGL, Origin Energy ed Energy Australia – EGP accetta la sfida posta da un’entrata nel paese ancora piuttosto recente, risalente infatti al solo aprile 2017, e coglie l’opportunità di un mercato pronto ad accogliere i servizi green offerti dall’azienda.

I tre impianti fotovoltaici di Bungala One, Bungala Two e Cohuna sono il punto di partenza per un’espansione dell’offerta di energia verde che, grazie all’ottenimento della licenza di vendita nel NEM (National Electricity Market), raggiunge il consumatore finale ufficializzando l’entrata della compagnia nel mondo nell’energy retail markets australiano. Fattore discriminate su cui EGP punta per distinguersi dalla concorrenza e continuare il percorso di crescita nel mercato domestico sarà “concentrarsi su aree e clienti in cui EGP sa di poter offrire una proposta unica che riunisca tecnologia, servizi energetici e approvvigionamento di energia rinnovabile in un modo non eguagliabile dai competitors” - come affermato dal country manager Werther Esposito in un’intervista rilasciata all’Australian Financial Review. Enel vuole portare al cliente la propria consolidata esperienza internazionale e presentarsi come un gigante verde, che nonostante la sua imponenza, sia di facile approccio e che soprattutto offra finanziamenti a basso costo congeniali alle esigenze del consumatore.

Nella sua corsa alla crescita nel mercato australiano, Enel ha portato avanti nel solo 2019 6 progetti, prodotto 309,20 MW tramite energia solare e proposto sistemi di automatizzazione dell’offerta che aiutino le aziende nella transizione verso una scelta verde.

Fonte: https://bit.ly/32jFtk3

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia)

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021