Domenica 6 Luglio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Dal punto di vista delle relazioni internazionali l’obiettivo principale di fine mandato del presidente Moon è quello di firmare assieme al governo del Nord la fine ufficiale dello stato di belligeranza fra le due Coree; un avvenimento di per sé di immenso valore storico. Tuttavia, sebbene sia già stato dichiarato che i governi di Seoul e Washington abbiano già redatto una bozza del testo del trattato di pace, le prospettive di successo restano basse poiché il trattato di per sé non offrirebbe una garanzia allo stop dello sviluppo di armi nucleari al nord e comunque la Corea del Nord non ha ancora preso azioni concrete per dimostrare una genuina intenzione di firmare il trattato di pace. Proprio l’incognita sul nucleare, assieme al ruolo che la Cina avrebbe nel processo di firma del trattato di pace, è uno dei principali motivi che vede una buona parte dell’opinione pubblica contraria al progetto portato avanti dal presidente Moon che viene anche accusato dall’opposizione di essere troppo “idealista” ed accondiscendente nei confronti del regime del Nord. Da rilevare, nonostante la politica di apertura verso la Cina (il primo paese di destinazione dell’export coreano) portata avanti con decisione da Moon durante tutto il suo mandato, una crescente avversione dell’opinione pubblica coreana verso il paese vicino, ormai giunto ai minimi storici di gradimento. I motivi di questo fenomeno vanno cercati nelle continue, per quanto pretestuose, rivendicazioni da parte cinese sulla “non coreanità” a favore di una “origine sinica” di importanti elementi della tradizione storica e culturale coreana; nonché le continue ingerenze cinesi nella questione nordcoreana, il protezionismo economico applicato dalla Cina per colpire l’export coreano verso il paese, le continue violazioni territoriali dei pescherecci cinesi che si recano illegalmente a pescare in territorio coreano e che stanno recando ingenti danni ai pescatori coreani e non per ultimo la pandemia da Covid-19). Da segnalare anche il deteriorarsi delle relazioni economiche e politiche con il Giappone, anche esse giunte ad uno dei loro minimi storici, causate sia da motivi di competizione economica (come la scelta del governo di Tokyo del blocco dell’export nipponico in Corea di materiali per i semiconduttori) che per avvenimenti legati al periodo dell’imperialismo nipponico (in primis le comfortwomen e la sovranità coreana su Dokdo).
I due favoriti per la presidenza alle prossime elezioni; Yoon Suk-yeol del partito d’opposizione “Potere dei Cittadini” e Lee Jae-myung del “Partito Democratico” del quale fa parte l’attuale presidente Moon, sebbene Lee non sia considerato un appartenente alla frangia pro-Moon.
I principali punti della politica estera che Lee Jae-myung vuole portare avanti in caso di vittoria sono: un “pragmatismo fondato sulla ricerca dell’interesse nazionale” (partendo dal lavoro svolto dall'amministrazione Moon, la sua politica verso il Nord include la creazione di una "economia di pace" nella penisola coreana; ovvero progetti che prevedano uno sviluppo economico cooperativo fra nord e sud in vista della riunificazione.), il giocare un ruolo guida nei rapporti fra Stati Uniti e Corea del nord (un approccio alla questione nucleare nordcoreana che prevede un allentamento graduale delle sanzioni con il punto fermo che le sanzioni sarebbero immediatamente ripristinate se la Corea del Nord non manterrà le sue promesse di denuclearizzazione.), una diplomazia bilanciata nella rivalità USA-Cina (secondo Lee non c'è motivo di limitare lo spazio di manovra della Corea scegliendo la Cina, il suo principale partner commerciale, o gli Stati Uniti, il suo alleato politico e storico. Sottolinea che una diplomazia competente dovrebbe mirare a far sì che sia Washington che Pechino cerchino una più stretta cooperazione con Seoul.) e un approccio duale con il Giappone (ovvero la speranza di riuscire a creare un rapporto veramente permanente di interscambio fra Corea e Giappone ma allo stesso tempo rimaendo vigile sull’atteggiamento del Giappone verso le dispute territoriali e storiche). Per Yun Seok-yeol invece i punti principali sono: rafforzare l’alleanza strategica fra Corea e USA (Yun allineerebbe più esplicitamente la Corea del Sud agli Stati Uniti, respingendo la cosiddetta “ambiguità strategica” del governo Moon), aumentare la deterrenza verso la Corea del Nord (propone una più stretta collaborazione con gli Stati Uniti nel mantenimento delle sanzioni alla Corea del Nord, rinviando la cooperazione economica intercoreana ad una fase di effetti progressi nel processo di denuclearizzazione del Nord. Attualmente si oppone anche alla politica di Moon di ottenere la dichiarazione di porre formalmente fine alla guerra di Corea senza prima ottenere risultati concreti nella denuclearizzazione), la ricerca di politiche volte ad aprire e riformare la Corea del nord (aprire linee rosse di comunicazione trilaterale tra Corea del Sud, Stati Uniti e Corea del Nord e fornire assistenza umanitaria incondizionata alla Corea del Nord) migliorare i rapporti con il Giappone rafforzando la fiducia reciproca ed il mutuo interesse (anche rafforzando la cooperazione militare fra i due paesi).
Fonte: https://bit.ly/3rflA6h
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Nel 2021 il mercato dell'alloggio in Svizzera si è surriscaldato: le pigioni degli appartamenti nuovi o nuovamente affittati, a livello nazionale, sono infatti aumentate dell'1% su base annua. Si tratta della progressione maggiore dal 2014.
A evidenziare il rincaro, sulla scia di una riduzione degli sfitti, è un indice elaborato dalla piattaforma immobiliare Homegate in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo. Più nel dettaglio spicca però l'aumento, ben superiore alla media svizzera, emerso nelle regioni di montagna: in particolare nei Grigioni, dove è stato del 4,7%, mentre a Uri e a Nidvaldo sono stati rilevati incrementi rispettivamente del 2,7% e del 2,5%.
Il Ticino, con un +0,4%, si sottrae invece a questo trend. A Lugano si è tuttavia rilevato un aumento del 2,2%: per la maggiore città del cantone potrebbe quindi profilarsi un'inversione di tendenza, visto che dal 2015 l'indice faceva segnare sostanzialmente una diminuzione.
Lugano può essere messa a confronto con altre realtà urbane, che non offrono un quadro unitario: le pigioni sono scese a Ginevra (-1,9%) e Losanna (-0,3%), mentre sono salite a Zurigo (+0,5%, dopo il +2,9% del 2020) e a Berna (+2,6%).
In un comunicato diffuso la prima settimana di gennaio gli esperti Homegate rilevano che, se negli anni precedenti si era assistito a un aumento delle superfici non affittate, con conseguente stagnazione o addirittura calo delle pigioni, nel 2021 si è verificata una evidente inversione di tendenza. Il numero di appartamenti sfitti è diminuito significativamente. Questo ha portato a un aumento dei prezzi, tanto più che il tema dell’alloggio, con la pandemia, ha riacquistato importanza: i consumatori sono maggiormente disposti a spendere per la casa.
Fonte: https://bit.ly/33vBQb8
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Nel 2021 l’amministrazione Moon si è concentrata sull’aumentare i posti di lavoro per porre rimedio al calo dell’occupazione verificatosi nell’anno precedente a causa della pandemia; per fare ciò il governo ha puntato molto sulla collaborazione dei leader dei “chaebol” (conglomerati), coinvolgendoli nel progetto di creare posti di lavoro per i giovani. Il progetto, che ha sempre visto l’attiva partecipazione del presidente in persona, è stato sicuramente un successo visto il netto calo della disoccupazione giovanile rispetto al 2020.
Il numero di occupati è in costante aumento da marzo 2021, raggiungendo i 27,79 milioni a novembre 2021, 553.000 in più rispetto all'anno precedente mentre in ottobre il numero di occupati è aumentato di 652,000. I dati mostrano che il numero di disoccupati è sceso a 734.000 a novembre, in calo di 233.000 rispetto all'anno precedente. Il tasso di disoccupazione del paese è sceso di 0,8 punti percentuali su base annua per arrivare al 2,6% di novembre. La percentuale più bassa di qualsiasi novembre dal 2013. Il tasso di disoccupazione per i giovani adulti - quelli di età compresa tra 15 e 29 anni - è sceso di 2,6 punti percentuali su base annua per arrivare al 5,5%. Il numero di persone economicamente inattive (coloro che non lavorano né cercano attivamente lavoro o persone al di fuori della forza lavoro) è diminuito a novembre per il nono mese consecutivo. Il numero di queste persone è sceso di 23.000 durante il 2021 per arrivare a 16,65 milioni di persone economicamente inattive a novembre 2021.
Tuttavia, la ripresa del lavoro rimane disomogenea tra i settori poiché alcuni segmenti di servizi, come ospitalità e vendita al dettaglio, stanno soffrendo difficoltà lavorative aggiuntive a causa del picco di casi di COVID-19 iniziato a novembre e le conseguenti rigide restrizioni. Il settore all'ingrosso e al dettaglio ha registrato un calo di 123.000 posti di lavoro a novembre, superiore rispetto al calo di 113.000 del mese precedente. Il segmento delle arti, dello sport e del tempo libero ha visto diminuire di 22.000 posti di lavoro durante il 2021. Il settore degli alloggi e dei servizi di ristorazione ha registrato una perdita di posti di lavoro a novembre dopo due mesi consecutivi di guadagni. Tali settori hanno perso 86.000 posti di lavoro su base annua a novembre, passando da un aumento annuo di 22.000 a ottobre. Il settore manifatturiero, una delle spine dorsali dell'economia del paese, ha registrato un aumento annuale di 51.000 posti di lavoro il mese scorso, il primo aumento in quattro mesi. Il numero dei lavoratori a tempo indeterminato è cresciuto di 611.000 su base annua a novembre e quello dei lavoratori a tempo determinato è aumentato di 106.000. Nonostante la ripresa complessiva del lavoro, il numero di lavoratori a giornata e di persone che hanno assunto lavoratori per gestire le proprie attività è in calo. I posti di lavoro per i lavoratori a giornata sono diminuiti di 175.000 unità l'anno a novembre e i lavoratori autonomi che hanno assunto lavoratori hanno riportato un calo annuale di 4.000 unità, segnando il 36° mese consecutivo di calo. Il numero dei lavoratori autonomi che non hanno assunto lavoratori, invece, è aumentato di 42.000 rispetto a un anno fa. La Bank of Korea prevede che il numero di lavoratori complessivo a fine 2021 sarà aumentato di 350.000 rispetto al 2020 e che aumenterà di 250.000 nel 2022.
Per quanto riguarda i lavoratori stranieri si è calcolato che a maggio 2021 855.000 stranieri (la cifra include anche 31000 naturalizzati coreani) stavano lavorando in Corea, ovvero 7.000 in più rispetto allo stesso mese del 2020; segno che il 2021 ha anche visto una ripresa dell’impiego di lavoratori stranieri.
Nonostante i successi dal punto di vista della ripresa dell’occupazione le misure restrittive anticovid hanno provocato grandi difficoltà agli esercenti di piccole e medie attività commerciali; sicuramente la categoria più colpita dai danni economici provocati dalla pandemia. Il “Ministero delle Piccole e Medie Imprese e Startup” ha stimato a dicembre 2021 che nel 2020, nonostante i ristori emessi dal governo, per gli effetti della pandemia 871000 esercenti di piccole imprese abbiano dichiarato fallimento (il 13.5% del totale). La situazione non è cambiata di molto nel 2021 e soprattutto l’introduzione di misure più restrittive di quelle adottate nei picchi precedenti a partire dal 18 dicembre è stata vista soprattutto dagli esercenti del settore della ristorazione e dei locali notturni come il colpo di grazia alle loro attività. Il governo in risposta a ciò ha promesso di mettere in atto misure di supporto alle piccole e medie imprese più incisive rispetto a quelle attuali prima della fine del mandato ma rimane da vedere quanto queste misure possano fare per risollevare la già critica situazione. Si possono leggere questi dati come una conferma del sempre presente contrasto in Corea fra chaebol e PMI. Si prevede che anche sotto la prossima amministrazione la ricerca di un equilibrio fra i chaebol e le PMI sarà al centro delle politiche governative.
Fonte: https://bit.ly/3rjf1PY
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Caposaldo dell’azione politica dell’amministrazione Moon nel 2021 è stata la politica mirante alla riduzione dei prezzi delle proprietà immobiliari, in particolare di quelle della capitale, poiché già nel 2020 il continuo salire dei prezzi delle abitazioni aveva reso praticamente impossibile, soprattutto per le nuove generazioni, l’acquistare una casa di proprietà; tuttavia le politiche adottate dal governo non hanno risolto la situazione e lo stesso Moon ha affermato nel novembre 2021 che il fallimento delle sue politiche sulle proprietà immobiliari è il suo più grande risentimento.
Da quando il presidente Moon è entrato in carica nel maggio 2017, il prezzo medio di un appartamento di 84 metri quadrati a Seoul, l'opzione più comune, è aumentato del 92%. Il governo Moon, che ha provato tasse più pesanti e tagli ai prestiti per stabilizzare i prezzi non è riuscito ad invertire il trend. Infatti, ad esempio i prezzi (aggiustati all’inflazione) degli immobili residenziali nel paese sono aumentati del 23,9% durante il periodo da luglio a settembre 2021 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La calmierazione dei costi delle proprietà immobiliari sicuramente resta una delle principali priorità di politica interna che la futura amministrazione dovrà affrontare subito dopo il suo insediamento.
Si stima che i prezzi delle case aumenteranno anche nella seconda metà del 2022, dopo le elezioni presidenziali di marzo, anche se si ritiene che l'aumento non dovrebbe essere così drammatico come quello del 2021 a causa dell'aumento dei tassi d’interesse da parte della Bank of Korea e di più restrittive restrizioni sui prestiti in risposta al tapering della FED statunitense.
É comunque considerato estremamente improbabile che la Corea possa ripetere il crollo della bolla patrimoniale che il Giappone ha sperimentato negli anni '90, poiché i mercati sono troppo diversi e non comparabili fra loro; infatti, all’epoca i giapponesi hanno acquistato le loro case principalmente con prestiti, ma questo non sta accadendo in Corea perché a causa delle restrizioni sui prestiti non sarebbe nemmeno possibile richiedere un prestito grande abbastanza da comprare un'abitazione.
Si ritiene che la futura amministrazione ricorrerà a misure mirate a ridurre il numero dei proprietari di multiple abitazioni, fornire case più economiche ma di qualità nella capitale o rendere più facile per le persone in periferia vivere nella capitale con altri mezzi.
Fonte: https://bit.ly/3qdAL0k
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Il Ministero dell'Economia ha evidenziato che il Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano nel 2021 avrà una crescita del 5,3%, e una stima che il PIL nazionale crescerà del 2,5% nel 2022.
Uno dei principali fattori di preoccupazione è l'inflazione, che dovrebbe essere superiore alle attese nel 2022, portando ad un aumento dei tassi di interesse fissati dalla Banca Centrale.
Questa situazione si prevede che genererà meno investimenti da parte delle imprese e meno creazione di posti di lavoro, e una riduzione del potere di acquisizione delle famiglie, con accesso limitato al credito e disoccupazione.
Ma c’è l’aspettativa che nel 2022 possa esserci ancora un trend di recupero delle perdite anche per le opportunità presenti nel mercato estero, dovute all'apprezzamento del cambio, per la svalutazione della moneta Real, e all'e-commerce, che negli ultimi anni è cresciuto significativamente.
Santa Catarina - Con un aumento del 9,8% negli ultimi 12 mesi, l'economia di Santa Catarina è il fiore all'occhiello del panorama nazionale, avendo generato 184mila posti di lavoro e con una crescita stimata superiore alla media brasiliana.
Diversi segmenti economici rilevanti dell'economia dello Stato sono caldi, come l’alimentare, l'edilizia e la metallurgia.
Fonte: https://glo.bo/3tcpZJH
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)
Secondo i calcoli dell’IMF la Corea nel 2022 continuerà a classificarsi, per il terzo anno consecutivo, come decima potenza economica mondiale (quarta dell'Asia dopo Cina, Giappone ed India, paesi molto più grandi della Corea in quanto a territorio e popolazione) in termini di PIL nominale. Sempre secondo la stessa istituzione finanziaria il PIL nominale della Corea ammonterà 1,91 trilioni di dollari nel 2022 (nel 2021 è stato stimato ammontare a 1,82 trilioni di dollari); con una crescita del PIL reale del 3.3% rispetto al 2021 (Nel 2021 il PIL reale è stato stimato essere cresciuto del 4.3% rispetto al 2020).
A dicembre 2021 il governo di Seoul ha invece calcolato una crescita nel 2022 del PIL reale del paese al 3,1%, affermando che le esportazioni e i consumi dei privati probabilmente guadagneranno terreno nonostante l'accresciuta incertezza economica provocata dalla pandemia. Quest’ultima proiezione è superiore alla previsione di crescita del 3% fatta a giugno 2021 dallo stesso governo.
Nel 2022 quindi si prevede che, come e più che nel 2021, la Corea continuerà a mostrare segni di forte ripresa dalla pandemia tra esportazioni robuste e consumi in ripresa; con il proposito del governo di portare il paese definitivamente fuori dalla crisi economica provocata dalla pandemia entro il primo quadrimestre del 2022.
Le principali sfide economiche che la Corea dovrà affrontare nel 2022 sono la calmierazione dei prezzi delle proprietà immobiliari, frenare la crescita dell'inflazione ed aumentare i posti di lavoro, soprattutto nei settori più colpiti dalla pandemia.
Fonte: https://bit.ly/3fovgGh
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Secondo quanto dichiarato dal North American Industry Classification System (NAICS), l’industria chimica è classificabile in diverse sub-categorie che vanno dai prodotti chimici di base, a pesticidi e fertilizzanti, saponi, composti per la pulizia e preparati per la cura del corpo e molto altro.
L'analisi in allegato considera le categorie dei prodotti chimici di base e quella delle resine sintetiche, gomme e fibre sintetiche poiché maggiormente rappresentative del tessuto industriale canadese.
Nel 2020, l'industria chimica in Canada ha realizzato 52 miliardi di dollari di prodotti (con un calo del 4,3% rispetto al 2019), rappresentando uno dei settori più rilevanti per l’economia canadese. Le aziende sono prettamente concentrate nelle province dell’Ontario, dell’Alberta e del Québec. La provincia dell'Ontario produce il 45% della produzione mondiale del paese.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
La Danimarca è lo stato più digitale d'Europa. La Danimarca ha una popolazione di circa 5.8 milioni di abitanti e di questi, il 97% ha accesso a internet. L’utilizzo di internet è molto diffuso tra i cittadini al punto che il Digital Economy and Society Index pone la Danimarca in cima ai paesi UE per livello di digitalizzazione. I servizi pubblici digitali sono molto sviluppati e la popolazione è in grado di utilizzare internet e gli e-devices in numerose pratiche quotidiane: l’88% degli utilizzatori di internet danesi si serve dei servizi di e-Banking mentre quelli che si affidano allo shopping online corrispondono all’82%.
E-commerce. Questi dati, e in particolare il dato riguardante lo shopping online, sono molto importanti ed è interessante vederli in un’ottica temporale per poter comprendere quali sono i potenziali sviluppi futuri. Negli ultimi anni si è registrata una costante crescita nel numero di “online shoppers”, passando da 3.4 milioni nel 2016 a 3.9 milioni nel 2021. Il COVID-19 ha positivamente impattato sul numero di acquirenti online e probabilmente contribuirà alla crescita attesa per il 2022 quando si prospetta gli acquirenti online raggiungano i 4 milioni.
I settori. In termini di mercato, i settori in cui viene registrata la maggiore richiesta sono l’abbigliamento (in linea con gli altri paesi scandinavi), l’elettronica, i media. Nello specifico, il 28,6% degli acquisti di abbigliamento vengono effettuati online, il 23,5% dell’elettronica e 22,4% dei media (ad esempio piattaforme streaming); ben si posizionano anche prodotti di salute e bellezza e di sport e divertimento, rispettivamente il 15,3% e il 10,2%.
L'offerta. La maggior parte delle realtà produttive e di servizi, che vanno dal piccolo al grande operatore, per rimanere competitive si trovano nella situazione di proporre prezzi adeguati e modalità di acquisto on line user-friendly e veloci. Questo è soprattutto determinato dalle alte aspettative che i consumatori danesi hanno. In relazione a questo ultimo punto, data la dimensione e le caratteristiche del Paese (relativamente poco esteso e pianeggiante), la maggior parte di essi si aspetta la consegna il giorno seguente o al più tardi dopo dieci giorni dall’ordine. Inoltre, il 77% dei cittadini danesi possiede uno smartphone e, questo dato, fa sì che uno su quattro acquisti avvenga tramite esso: questo significa elaborare siti web adatti allo smartphone e facilitare il processo di acquisto veloce.
Le opportunità. L’importanza e la strategicità di investire nell’e-commerce si può comprendere anche consultando altri dati quali, ad esempio, la crescita stimata del volume di mercato degli acquisti online che è pari al 5,5% entro il 2024, e il tasso di penetrazione che dovrebbe passare da 85,4% nel 2020 a 89% nel 2024 (eCommerceDB., 2021).
Data la vasta gamma di settori coinvolti da questo fenomeno, dalle bevande ai giocattoli, dai prodotti di bellezza e per la casa al cibo, anche gli operatori internazionali che già sono presenti o che ancora devono inserirsi nel mercato danese, dovrebbero considerare questi punti se interessati ad espandere la loro attività in Danimarca.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il Trade and Technology Council Eu-Usa si è aperto ufficialmente con il summit di mercoledì 29 settembre 2021 a Pittsburgh, Pennsylvania. L’evento ha segnato il primo passo di un’iniziativa dai contorni ancora non definiti ma dal potenziale immenso, presentata il 15 luglio scorso al summit Ue-Usa di Bruxelles dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal Presidente americano Joe Biden.
L’idea alla base è la creazione di una piattaforma di dialogo continuo, con degli eventi ciclici per misurarne il progresso, per il coordinamento su una serie di settori-chiave. I fili conduttori sono tecnologia e commercio, ma le sfide che Ue e Usa sono chiamate ad affrontare sono di portata globale, e spaziano dalla concorrenza alla politica estera. La mole di lavoro è tale che la prima riunione servirà soprattutto a definire le sfere d’azione.
A rappresentare gli europei saranno due vicepresidenti della Commissione, Margrethe Vestager (commissario alla concorrenza) e Valdis Dombrovskis (commissario al commercio). Sul lato americano ci saranno il segretario di Stato Antony Blinken, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la rappresentante per il Commercio Katherine Tai, che funge da consigliere presidenziale in materia di commercio internazionale.
Partendo dalla definizione di cosa non sarà il Ttc è bene chiarire che non si tratta di un nuovo trattato di libero scambio in stile Ttip né strettamente di un accordo commerciale. Anzi, il forum dovrebbe evitare di trattare i contrasti complessi che hanno ostacolato il rapporto Ue-Usa, come la disputa sulla concorrenza e gli aiuti statali tra Airbus e Boeing o l’accesso si reciproci mercati dei settori alimentari.
Non si tratterà nemmeno di uno strumento per unificare le strategie politiche, interne o estere, dei due alleati. Sarà piuttosto di un canale sempre aperto in cui le istituzioni Ue e Usa possono parlare e coordinarsi. Il nocciolo del Ttc sarà costituito dall’identificazione di aree in cui conviene che Ue e Usa lavorino insieme per definire standard comuni, identificare le sfide da approcciare assieme e costruire una risposta che sia adeguata, efficace e più forte in quanto condivisa.
Si parte da dieci gruppi di lavoro, ognuno focalizzato su un argomento ben definito. Gli argomenti spaziano dal mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento (per esempio, quella dei semiconduttori) agli standard tecnologici (intelligenza artificiale, internet of things, biotecnologie, robotica e altre tecnologie emergenti), passando per la risposta alla crisi climatica (investimenti, misure come il Cbam) e come rispondere a quei Paesi che, sfruttando la tecnologia o meno, vìolano i diritti umani, o influenzano il mercato in maniera anticoncorrenziale.
Altri gruppi di lavoro si occuperanno di sicurezza e competitività digitali (standard di sicurezza, diversificazione dei fornitori telco, 5G e 6G) come anche del trattamento dei dati (inclusa la responsabilità delle piattaforme, la regolazione dei contenuti, big data e pubblicità mirata).
Si passa poi dal controllo dell’export (con un occhio per le tecnologie con potenziali applicazioni nocive, come i sistemi di sorveglianza) allo screening degli investimenti dall’estero (potenziandoli attraverso la condivisione di informazioni), fino a migliorare l’accesso alle tecnologie digitali per le Pmi.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
Il presidente della Camera Alberghiera dello stato Nueva Esparta (Venezuela), Alberto Annecchino, ha assicurato che l'occupazione dell'hotel sull'isola di Margarita è di circa il 95% durante il periodo natalizio.
Ha sottolineato che l'isola non ha presentato problemi di elettricità in questa stagione e ha sottolineato che la maggior parte degli hotel sono dotati di centrali elettriche.
Annecchino ha evidenziato che oltre il 70% della popolazione è vaccinata e hanno rispettato i necessari controlli di biosicurezza di fronte all'afflusso di turisti dalla Russia.
Fonte: https://bit.ly/3pQ13pu
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)