Economia

Lunedì 24 Gennaio 2022

Negli USA aumentano i lavoratori “on demand”

Senza ombra di dubbio la forza lavoro americana sta cambiando se si considera la crescita mai vista prima di lavoratori americani che decidono di lasciare le loro posizioni di lavoro per diventare autonomi. 

Secondo il report Freelance Forward: 2021, pubblicato dalla piattaforma specializzata nell’ambito del lavoro, Upwork

  • 59 milioni di americani hanno lavorato autonomamente negli scorsi 12 mesi, cifra che rappresenta il 36%, circa un terzo, della totalità della forza lavoro
  • La quota di lavoratori autonomi non temporanei ha raggiunto livelli mai visti prima e la crescita è stata sicuramente spinta dalla pandemia, se si considera che la quota è cresciuta dal 33,8% al 35% tra il 2020 e il 2021. 
  • Il freelancing è cresciuto maggiormente tra i lavori con i più alti livelli d’istruzione. Dei lavoratori laureati il 51% lavora autonomamente, +6% rispetto al 2020. Tra coloro invece che posseggono solamente un diploma di scuola superiore, il fenomeno si è ridotto dal 37% del 2020 al 31% del 2021. 

Questi dati sono destinati a crescere nei prossimi mesi che coincideranno con il picco del cosiddetto “The Great Resignation”, ovvero quel fenomeno di massa che sta attraversando il mondo del lavoro americano, dove milioni di lavoratori lasciano volontariamente ogni mese il lavoro dipendente per soluzioni più autonome oppure, quando possibile, per anticipare la pensione. 

Alcune indagini a campione rivelano come il 56% degli americani dipendenti sta considerando al momento di mettersi in proprio nel prossimo futuro. Si nota tuttavia come l’impatto economico del lavoro autonomo sia positivo sull’economia americana, generando un totale di $1,3 trillioni, +$100 milioni rispetto al 2020

Questo fenomeno è sicuramente da imputare ad un cambio radicale della mentalità, in termini di priorità di vita, che sta avvenendo negli Stati Uniti, ma anche al nuovo potere contrattuale e negoziale che una classe di lavoratori particolarmente qualificata ha acquisito negli ultimi anni grazie al fenomeno del “The Great Resignation” e alla scarsità di talento nel mercato del lavoro statunitense. 

Fonte: https://bit.ly/33MOmDB

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Lunedì 21 Febbraio 2022
Lunedì 24 Gennaio 2022

Corea del sud: la BOK ha riportato il tasso base al livello pre-pandemia

Venerdì 14 gennaio la Banca Centrale della Corea (BOK) ha alzato il tasso base di 25 punti portandolo all'1,25%; riportandolo così al livello precedente all'inizio della pandemia.

A seguito della sua prima riunione dell'anno per la fissazione dei tassi, il consiglio per la politica monetaria della BOK ha effettuato il suo terzo aumento dei tassi dall’inizio della pandemia, dopo i precedenti aumenti dei tassi di 25 punti base ad agosto e novembre. La mossa di agosto ha posto fine a più di un anno di tasso di interesse record dello 0,5 percento, che il BOK aveva mantenuto per alleviare i problemi della pandemia.

Il rialzo del tasso del 14 febbraio ha riportato il tasso di riferimento al livello di marzo 2020, prima che il BOK effettuasse tagli dei tassi. Il governatore della BOK Lee Ju-yeol ha accennato ad ulteriori aumenti dei tassi nel 2022.

Fonte: https://bit.ly/3FLxkCI

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

 

Ultima modifica: Lunedì 24 Gennaio 2022
Lunedì 24 Gennaio 2022

Il numero delle imprese fallite in Repubblica Ceca è cresciuto nel 2021

Il numero delle imprese in Rep. Ceca, di cui è stato dichiarato il fallimento, è cresciuto nel corso dello scorso anno. Lo indica l’agenzia CRIF.

Nel corso del 2021 sono fallite 742 aziende, circa un quinto in più rispetto al 2020. Si tratta del numero più alto dal 2017. “La crescita dei fallimenti è stata determinata da diversi fattori – nota l’analista dell’agenzia Věra Kameníčková – Molte imprese, che avrebbero cessato l’esistenza già nel 2020, rimanevano in attività grazie agli aiuti statali e al fatto che per la maggior parte del 2020 non avevano l’obbligo di dichiarare bancarotta senza indugi”. I settori più colpiti dai fallimenti sono stati i trasporti e la logistica e i servizi amministrativi. Gli incrementi maggiori sono stati registrati nei servizi amministrativi e nell’accoglienza e ristorazione.

A calare sono stati invece i fallimenti dei lavoratori autonomi. È stato decretato il fallimento di circa 6.300 imprenditori individuali, il 14 percento in meno rispetto al 2020. I settori con maggiore concentrazione di bancarotte sono stati il trasporto, l’edilizia, l’accoglienza e la ristorazione.

Fonte: https://bit.ly/33yMXAt

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Lunedì 24 Gennaio 2022
Lunedì 24 Gennaio 2022

Prospettive per l'economia coreana nel 2022 fra esportazioni in aumento e crescita dell'inflazione

Il Ministero delle Finanze ha recentemente affermato che l'economia coreana è in ripresa dalla pandemia grazie ad esportazioni solide, ma si teme che il picco dei casi di COVID-19 e il rafforzamento delle regole di distanziamento sociale danneggino la domanda interna.

Il Ministero ha affermato che le vendite nei grandi magazzini e gli acquisti online sono aumentati a dicembre, ma il sentimento dei consumatori è peggiorato a causa dell’aumento dei casi di coronavirus.

La spesa tramite carte è aumentata del 18,1% rispetto all'anno scorso a dicembre, segnando l'undicesimo mese consecutivo di guadagni. Le vendite nei grandi magazzini sono invece aumentate del 30,8% su base annua.

Tuttavia, le vendite nei discount store sono diminuite del 3,5% su base annua e l'indice del sentimento dei consumatori è sceso per la prima volta in quattro mesi a dicembre.

Nel terzo trimestre, la spesa privata è scesa dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, che avevano segnato un aumento del 3,6% nel secondo trimestre.

Le vendite al dettaglio, un indicatore della spesa dei consumatori, a novembre sono arrivate al minimo in 16 mesi nonostante a novembre il paese aveva allentato le restrizioni nell'ambito dello schema "Living with COVID-19".

La valuta coreana si è fortemente indebolita nei confronti del dollaro USA nelle ultime settimane a causa delle aspettative che la Fed dovrebbe inasprire la sua politica monetaria a un ritmo più veloce del previsto. Il Won è diminuito dell'8,6 percento l'anno scorso rispetto al Dollaro Americano.

Un Won più debole esercita una pressione al rialzo sull'inflazione, poiché aumenta il costo delle importazioni, però nel frattempo, mette le esportazioni coreane in vantaggio in termini di competitività di prezzo.

Fonte: https://bit.ly/3nKYsvo

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

 

Ultima modifica: Lunedì 7 Febbraio 2022
Lunedì 24 Gennaio 2022

Secondo un sondaggio in Corea 4 lavoratori autonomi su 10 stanno pensando di chiudere la loro attività

Quattro lavoratori autonomi su dieci in Corea stanno valutando la possibilità di chiudere le loro attività a causa del rallentamento delle vendite provocato delle rigide regole di distanziamento sociale applicate per lungo tempo dal governo durante la pandemia da coronavirus.

Secondo il sondaggio condotto dalla Federation of Korean Industries (FKI), 500 persone che gestiscono ristoranti, negozi al dettaglio e altre attività di servizi, il 40,8% ha affermato che sta valutando la possibilità di chiudere la propria attività.

Tra gli intervistati, il 30,7% ha espresso preoccupazione per la debole risposta dei consumatori poiché la pandemia continua a influenzare la loro attitudine verso i consumi. Il 28,2% ha citato il calo delle vendite e dei profitti come motivo principale. Il 22.9% ha citato le rigide regole di distanziamento sociale e le limitazioni agli orari di apertura. Il 17,8% ha citato l’insufficienza dei ristori governativi e d il conseguente l'aumento degli oneri derivanti dai prestiti.

I piccoli commercianti e i lavoratori autonomi sono stati la categoria più duramente colpita dalle regole di distanziamento sociale e soprattutto dai limiti agli orari di apertura delle attività messi in atto dal governo per combattere la pandemia.

Il governo prevede di mantenere almeno fino al 6 febbraio il coprifuoco alle 21 per ristoranti e caffè, aumentando al contempo il limite dei commensali a sei dagli attuali quattro.

Fonte: https://bit.ly/35aix87

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

 

Ultima modifica: Lunedì 24 Gennaio 2022
Venerdì 14 Gennaio 2022

Si prevede una diminuzione della crescita dell'inflazione in Corea nel 2022

Il ministro delle finanze Hong Nam-ki ha affermato che il governo deve mobilitare tutti i mezzi disponibili per domare la crescita dell’inflazione e stabilizzare il mercato immobiliare nel nuovo anno.

L'inflazione al consumo della Corea è cresciuta nel 2021 al ritmo più veloce degli ultimi 10 anni a causa dell'aumento dei costi energetici e dei prezzi elevati dei prodotti agricoli.

I prezzi al consumo sono aumentati del 2,5% su base annua nel 2021, accelerando da un aumento dello 0,5% del 2020. Il 2021 ha anche segnato il guadagno su base annua più veloce dal 2011, quando l'inflazione al consumo è aumentata del 4%.

La crescita dell'inflazione dovrebbe rallentare quest'anno rispetto allo scorso anno, ma si prevede che i prezzi al consumo oscilleranno intorno al 2% tra i problemi della catena d’approvvigionamento globale, i prezzi elevati del petrolio e la ripresa economica dalla pandemia.

La Bank of Korea (BOK) ha fissato le sue prospettive di inflazione per il 2022 al 2%. Il ministero delle finanze prevede che i prezzi al consumo aumenteranno del 2,2% il prossimo anno.

Fonte: https://bit.ly/33jKycD

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

 

Ultima modifica: Venerdì 14 Gennaio 2022
Venerdì 14 Gennaio 2022

Inflazione USA ai massimi dal 1982

Il 2021 ha visto chiudere le stime di crescita dell’inflazione ai massimi storici dal 1982, causata da una domanda crescente di beni di consumo da parte dei consumatori e dalla crisi diffusa della supply chain derivante dalla attuale situazione pandemica. 

L’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 7% nel mese di dicembre, rispetto allo stesso mese del 2020, e del 6,8% nel mese precedente di novembre. Il trend di crescita dell’inflazione sembra consolidarsi intorno a valori che eccedono il 6%, mai così alti dagli anni 80. 

I prezzi delle auto e di altri beni durevoli continuano a influenzare la crescita dell’inflazione, aiutati dagli squilibri di domanda e offerta derivanti dalla pandemia. 

Un altro importante fattore a cui imputare questa crescita vertiginosa dell’inflazione è certamente l’aumento dei prezzi dell’energia, dovuto principalmente alle distorsioni del mercato causate dalla pandemia e dalla situazione geopolitica instabile di alcuni paesi, maggiori esportatori di queste materie prime.

Questa crescita repentina dell’inflazione è seguita anche da una rapida crescita dell’occupazione e dei salari: il Dipartimento del Lavoro americano stima che il tasso di disoccupazione sia calato dal 4,2% al 3,9% nel mese di novembre e che nel mese di dicembre il salario orario sia in media cresciuto del 4,7% rispetto all’anno precedente, con una crescita media del 3% rispetto ai livelli pre-pandemici. Al contempo, nel mese di dicembre, la National Federation of Independent Business ha registrato come il 49% delle piccole imprese stia pianificando un aumento dei prezzi nei prossimi tre mesi

La variante Omicron ha rapidamente peggiorato le stime di crescita e rallentato l’economia. Molte fabbriche stanno adottando soluzioni molto costose per mantenere attive e al massimo della capacità le loro linee produttive, dovendo poi agire inevitabilmente sui prezzi al consumo dei loro prodotti. La crisi globale della supply chain ha quindi contributo a peggiorare la crescita dell’inflazione, in particolare nelle industrie che utilizzano i semiconduttori come l’automotive, i comparti del mobile e gli elettrodomestici. Recenti studi dell’Institute for Supply Management sembrano però evidenziare un parziale riassestarsi della crisi della supply chain mostrando un lieve calo nei tempi di consegna e nei prezzi nel mese di dicembre 2021

Fonte: https://on.wsj.com/3fomIit

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Venerdì 14 Gennaio 2022
Venerdì 14 Gennaio 2022

In Svizzera rincaro annuo medio dello 0,6% nel 2021

Nel dicembre 2021 l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è diminuito dello 0,1% rispetto al mese precedente, attestandosi a 101,5 punti (dicembre 2020 = 100). Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il rincaro è stato del +1,5%. Nel 2021 il rincaro annuo medio è stato invece del +0,6%. È quanto emerge dai risultati dell’Ufficio federale di statistica (UST).

Il rincaro annuo medio del 2021 corrisponde al tasso di variazione tra la media annua dell’IPC per il 2021 e quella per il 2020. La media annua equivale alla media aritmetica dei 12 indici mensili dell’anno civile. Nel 2021, il rincaro annuo medio è stato del +0,6%. Questa crescita è riconducibile in particolare all’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi e degli affitti delle abitazioni. Sono invece diminuiti i prezzi dei viaggi forfetari internazionali e dei medicamenti. In media, i prezzi dei prodotti indigeni sono aumentati dello 0,3%, mentre quelli dei prodotti importati sono aumentati dell’1,5%. Il rincaro annuo medio è stato del –0,7% nel 2020 e del +0,4% nel 2019.
La flessione dell’IPC dello 0,1% nel dicembre 2021 rispetto al mese precedente è riconducibile a diversi fattori, tra cui la diminuzione dei prezzi dell’olio da riscaldamento. Sono calati anche i prezzi dei trasporti aerei, come pure quelli dei carburanti. Hanno invece registrato un aumento i prezzi del noleggio di veicoli personali, dei pernottamenti in albergo e delle automobili d’occasione.

Fonte: https://bit.ly/3nqVA6T

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Venerdì 14 Gennaio 2022
Lunedì 10 Gennaio 2022

Previsioni per l’Economia brasiliana nel 2022

Il Ministero dell'Economia ha evidenziato che il Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano nel 2021 avrà una crescita del 5,3%, e una stima che il PIL nazionale crescerà del 2,5% nel 2022.

Uno dei principali fattori di preoccupazione è l'inflazione, che dovrebbe essere superiore alle attese nel 2022, portando ad un aumento dei tassi di interesse fissati dalla Banca Centrale.

Questa situazione si prevede che genererà meno investimenti da parte delle imprese e meno creazione di posti di lavoro, e una riduzione del potere di acquisizione delle famiglie, con accesso limitato al credito e disoccupazione.

Ma c’è l’aspettativa che nel 2022 possa esserci ancora un trend di recupero delle perdite anche per le opportunità presenti nel mercato estero, dovute all'apprezzamento del cambio, per la svalutazione della moneta Real, e all'e-commerce, che negli ultimi anni è cresciuto significativamente.

Santa Catarina - Con un aumento del 9,8% negli ultimi 12 mesi, l'economia di Santa Catarina è il fiore all'occhiello del panorama nazionale, avendo generato 184mila posti di lavoro e con una crescita stimata superiore alla media brasiliana.

Diversi segmenti economici rilevanti dell'economia dello Stato sono caldi, come l’alimentare, l'edilizia e la metallurgia.

Fonte: https://glo.bo/3tcpZJH

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)

 

Ultima modifica: Lunedì 24 Gennaio 2022
Lunedì 10 Gennaio 2022

L'economia coreana nel 2022

Secondo i calcoli dell’IMF la Corea nel 2022 continuerà a classificarsi, per il terzo anno consecutivo, come decima potenza economica mondiale (quarta dell'Asia dopo Cina, Giappone ed India, paesi molto più grandi della Corea in quanto a territorio e popolazione) in termini di PIL nominale. Sempre secondo la stessa istituzione finanziaria il PIL nominale della Corea ammonterà 1,91 trilioni di dollari nel 2022 (nel 2021 è stato stimato ammontare a 1,82 trilioni di dollari); con una crescita del PIL reale del 3.3% rispetto al 2021 (Nel 2021 il PIL reale è stato stimato essere cresciuto del 4.3% rispetto al 2020).

A dicembre 2021 il governo di Seoul ha invece calcolato una crescita nel 2022 del PIL reale del paese al 3,1%, affermando che le esportazioni e i consumi dei privati probabilmente guadagneranno terreno nonostante l'accresciuta incertezza economica provocata dalla pandemia. Quest’ultima proiezione è superiore alla previsione di crescita del 3% fatta a giugno 2021 dallo stesso governo.

Nel 2022 quindi si prevede che, come e più che nel 2021, la Corea continuerà a mostrare segni di forte ripresa dalla pandemia tra esportazioni robuste e consumi in ripresa; con il proposito del governo di portare il paese definitivamente fuori dalla crisi economica provocata dalla pandemia entro il primo quadrimestre del 2022. 

Le principali sfide economiche che la Corea dovrà affrontare nel 2022 sono la calmierazione dei prezzi delle proprietà immobiliari, frenare la crescita dell'inflazione ed aumentare i posti di lavoro, soprattutto nei settori più colpiti dalla pandemia.

 

Fonte: https://bit.ly/3fovgGh

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

Ultima modifica: Lunedì 24 Gennaio 2022