Notizie mercati esteri

Mercoledì 29 Settembre 2021

“Orizzonte Europa”: attualmente la Svizzera è considerata Paese terzo

La Svizzera verrà considerata fino a nuovo ordine Paese terzo non associato al programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE «Orizzonte Europa» e ai relativi programmi e iniziative. Anche in questa modalità i ricercatori in Svizzera possono partecipare ai bandi, seppur in misura limitata, e ottenere un finanziamento diretto da parte della Confederazione. In linea di principio, tuttavia, non è più possibile partecipare a progetti singoli, in particolare nell'ambito di futuri bandi del Consiglio europeo della ricerca, delle Azioni Marie Skłodowska-Curie e del Consiglio europeo dell'innovazione. L'associazione completa della Svizzera a «Orizzonte Europa» rimane l'obiettivo dichiarato del Consiglio federale.

Nel programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE Orizzonte Europa sono previste due modalità di partecipazione per gli Stati non membri dell'Unione europea: in qualità di Paesi terzi associati oppure di Paesi terzi non associati. Il 12 luglio 2021 la Commissione europea (CE) ha informato la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) che la Svizzera ha lo statuto di Paese terzo non associato per tutti i bandi nel 2021.

Anche in questa modalità i ricercatori svizzeri hanno la possibilità di partecipare a Orizzonte Europa nonché ai programmi e alle iniziative correlate e di candidarsi per le componenti del programma e gli strumenti di finanziamento aperti a loro. Di norma, però, non ricevono dalla CE un finanziamento per i costi di progetto. In tal caso il finanziamento è erogato dalla SEFRI ogni volta che è ammessa una partecipazione. Il Parlamento ha già approvato il finanziamento della partecipazione svizzera al pacchetto Orizzonte per un importo di 6,15 miliardi di franchi, così come la possibilità di un finanziamento diretto ai ricercatori svizzeri.

I ricercatori in Svizzera sono attualmente esclusi dalla partecipazione a progetti singoli (Consiglio europeo della ricerca, Azioni Marie Skłodowska-Curie, Consiglio europeo dell'innovazione). Fanno eccezione, tuttavia, i bandi già chiusi ERC Starting Grants e ERC Consolidator Grants: la CE valuterà le proposte di progetto presentate dai ricercatori presso le istituzioni svizzere ospitanti sulla base della portabilità di questi finanziamenti (grants). In caso di valutazione positiva da parte della CE, la SEFRI propone di finanziare direttamente i ricercatori in Svizzera.

Per tutti i bandi del 2021 che non danno a ricercatori e innovatori in Svizzera una possibilità di candidatura/valutazione, la SEFRI sta preparando proposte di misure transitorie adeguate nel quadro del processo creditizio della Confederazione (preventivo). Se necessario, il Consiglio federale si occuperà a tempo debito anche di misure sostitutive a lungo termine.

Il Consiglio federale ribadisce la volontà di ottenere l'associazione al programma, ma al momento non sono in corso negoziati tra la Svizzera e l'Unione europea. Per quanto riguarda la futura associazione della Svizzera a «Orizzonte Europa», la CE pone come condizioni il versamento del secondo contributo all'allargamento e la stipula di un cosiddetto Specific Agreement, che disciplina la partecipazione della Svizzera ai programmi dell'UE ed è già citato nel mandato negoziale della Svizzera. Per la Commissione europea, inoltre, la ripresa delle trattative va inquadrata nel contesto delle relazioni globali tra la Svizzera e l'Europa.

 

«Orizzonte Europa»
Il più ambizioso programma quadro di ricerca e innovazione mai lanciato dall’Unione europea, nonché il più grande al mondo, vanta un budget di oltre 95 miliardi di franchi nel periodo dal 2021 al 2027. Congiuntamente a Next Generation EU, il pacchetto di misure straordinarie per favorire la ripresa, Orizzonte Europa si prefigge di promuovere la transizione verde e quella digitale in tutta Europa. La Svizzera era pienamente associata al programma precedente, Orizzonte 2020, e punta al medesimo statuto per «Orizzonte Europa» e per i programmi e le attività connesse (cioè Euratom, ITER e Digital Europe).

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1438

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Ristrutturazioni energetiche degli edifici, grande occasione per la Polonia

L'ex primo ministro Jerzy Buzek ritiene che l'ondata di ristrutturazioni sia il primo grande programma introdotto dall'Unione europea nell'ambito del Patto Verde europeo. L’europarlamentare sottolinea che la Polonia ha molte aziende specializzate nell'ammodernamento termico degli edifici e quindi si distingue dagli altri paesi europei. Secondo Buzek questa è una delle migliori idee per ridurre le emissioni di anidride carbonica di almeno il 55%. Le analisi della Commissione Europea mostrano che ben il 75% degli edifici nell'Unione Europea sono inefficienti dal punto di vista energetico, gli immobili rappresentano il 40% del consumo energetico europeo e il 36% delle emissioni di gas serra. I dati forniti mostrano inoltre che attualmente solo l'1% degli edifici viene ristrutturato ogni anno. La Commissione Europea prevede che la strategia "Ondata di ristrutturazioni" potrebbe creare 160 mila posti di lavoro in Europa.

 

Fonte: PoloniaOggi (https://bit.ly/2XWlnKP)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Repubblica Ceca: nella seconda metà dello scorso anno è ripreso il consumo delle famiglie

Il consumo delle famiglie ceche ha registrato una forte ripresa nel terzo trimestre dello scorso anno. Lo ha indicato l‘Ufficio di Statistica Ceco.

Rispetto al precedente trimestre i consumi delle famiglie hanno registrato un aumento di oltre il 5 %. Le entrate delle famiglie sono aumentate di circa il 3 %. Rispetto all‘anno precedente i consumi sono rimasti in calo del 2,7 %, mentre le entrate sono cresciute del due percento.

Nel terzo trimestre le aziende hanno registrato un leggero aumento dell‘utile da esercizio lordo, che è cresciuto a 45,2 %. “Il tasso dell‘utile è stato influenzato del condono dei contributi per le piccole imprese e dalle sovvenzioni” nota l‘Ufficio di Statistica. È continuato il calo del tasso degli investimenti, nell‘ordine del due percento, che ha toccato il 26,7 %.

L‘Ufficio di Statistica ha confermato le precedenti stime dell‘andamento del PIL con un aumento rispetto al secondo trimestre di quasi il sette percento e un calo rispetto all‘anno precedente del 5 %. Secondo gli analisti le cifre mostrano una solida ripresa economica nel terzo trimestre.

Fonte: https://bit.ly/3ienrV8

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

La Danimarca non è lontana da una società cashless

Se l’avvento del Covid-19 ha rappresentato una catastrofe sotto la quasi totalità dei punti di vista, l’epidemia ha anche apportato dei cambiamenti che alcuni considerano positivi. Tra questi, il pericolo di contagio causato dalla permanenza del virus sulle superfici ha accelerato il processo di eliminazione del contante, specie in una società già propensa all’utilizzo di forme di pagamento alternative come quella danese.

In un report della Banca Nazionale Danese, è stata registrata una diminuzione dal 28% al 17% dell’utilizzo di banconote e monete in Danimarca presso i principali distributori del paese (Copenhagen Post, 2021). La scarsa domanda di contante ha addirittura portato la Nationalbank a smettere di stampare la propria moneta nazionale nel 2015, esternalizzando questa funzione presso un’azienda francese (The Local, 2014).

Tra i motivi che spingono la Danimarca verso un futuro sempre più cashless svetta la sicurezza. Al momento, la legge prevede che gli esercizi danesi debbano accettare il cash tra le 6 e le 22. Nonostante questo, è possibile rifiutare pagamenti in contanti nelle ore notturne per le attività commerciali che si trovino in zone considerate a rischio rapina.

Inoltre, per i commercianti le banconote portano con sè costi significativi legati al tempo. In un report del 2018, lo Swedish Retail & Wholesale Council aveva stimato che i negozianti svedesi spendessero in media 113 minuti al giorno per la gestione del contante, con costi annessi pari al 4.1% del loro valore (Handelsrådet, 2018). A confronto, le spese relative alla gestione di pagamenti con carta di credito erano pari in media allo 0.4% dell’ammontare delle transazioni (Handelsrådet, 2018). Il graduale allontanamento dal cash è dunque un fenomeno che avvolge l’intera Scandinavia e, di conseguenza, l’economia danese.

A dicembre 2020, alcune banche nel quartiere di Vesterbro a Copenaghen sono diventate le prime nel paese ad eliminare la possibilità di prelevare contanti (The Local, 2020), dando vita ad un trend destinato a coinvolgere sempre più intermediari finanziari.

L’allontanamento definitivo dal contante preoccupa però alcuni osservatori, come Christina Strauss, chairman di De hjemløses Landsorganisation (SAND). In un’intervista al Copenhagen Post datata fine 2020, Strauss osservava come l’impossibilità di prelevare andrebbe a colpire soprattutto le fasce più fragili della popolazione, tra cui i senzatetto e gli anziani. Mentre i secondi restano tendenzialmente meno inclini ad adottare soluzioni di pagamento digitale, per i primi potrebbero presentarsi problemi più strutturali. Strauss sottolinea come, in assenza di sportelli bancari per il prelievo, per i senzatetto sprovvisti di carta di credito diverrebbe impossibile accedere agli schemi di supporto sociale a loro destinati. Il rischio è che alcuni senzatetto possano ricercare contante in altri modi, potenzialmente sfociando nell’illegalità.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Venerdì 3 Settembre 2021

Le 12 Proposte di Comeos per rilanciare l'e-commerce in Belgio

Nel mese di giugno, la federazione commerciale e dei servizi Comeos ha presentato il suo piano generale al governo per dare una spinta all'e-commerce belga. "Abbiamo tutto il necessario per sviluppare pienamente il commercio digitale in Belgio. Con questo piano, stiamo dando un grande impulso al settore e all'occupazione", ha affermato Dominique Michel, CEO della federazione del commercio e dei servizi, durante un’intervista con Trends Tendances. Negli ultimi cinque anni, il commercio online è raddoppiato in Belgio. Questo passaggio dal commercio tradizionale all’e-commerce (e al social commerce) era già in fase di attuazione ma la crisi da Covid ne ha diffuso la popolarità. L'anno scorso, il numero di belgi che hanno acquistato online è aumentato drasticamente del 12%. Mai prima d'ora si era registrata una percentuale così alta. “Uno sviluppo che è irreversibile”, sottolinea la federazione Comeos, “dato che sono i grandi attori stranieri che attualmente registrano tassi di crescita maggiori. Ecco perché, secondo l'associazione, è necessario un ambizioso piano generale per il commercio digitale. "Un piano che rafforzerà in modo sostenibile i rivenditori, i dipendenti dei negozi e l'ambiente di vendita al dettaglio del futuro", afferma.

Infatti, Comeos ha già elaborato dodici proposte politiche che ha presentato al governo il 23 giugno. La federazione sostiene che con queste proposte si potrebbero creare 22.500 nuovi posti di lavoro in Belgio entro il 2025, e assegnare così al commercio un ruolo chiave nella ripresa dell'economia nazionale e locale.

Una delle proposte è quella di ridurre il peso sui salari bassi e medi. "I governi precedenti hanno cercato di ridurre il costo del lavoro e di controllarlo, per portarlo più in linea con i paesi vicini. Questo ha avuto successo per i salari più alti, ma non per quelli più bassi", analizza Comeos. "Ecco perché oggi un ingegnere non costa tanto di più in Belgio che nei paesi vicini, ma un cassiere o un logista è fino a un quarto più caro qui.” Inoltre, la federazione del commercio e dei servizi preferirebbe che il lavoro serale e domenicale venisse semplificato, considerando che più della metà degli ordini di e-commerce sono effettuati dopo le 18. "L'orario di lavoro in Belgio è regolato molto rigorosamente. Nel negozio del futuro, tuttavia, dovrebbe essere possibile avere orari di apertura più lunghi (ad esempio fino alle 22) e organizzare il click & collect al di fuori dell'orario d'ufficio", si legge nel suo comunicato. Comeos propone di iniziare a lavorare di notte da mezzanotte invece che dalle 20.00 e di avere un contratto collettivo specifico per il commercio elettronico in modo che il lavoro serale o domenicale sia automaticamente incluso nelle regole di lavoro. Inoltre, gli acquisti serali dovrebbero essere consentiti per servire meglio i consumatori, permettendo ai negozi non alimentari di essere aperti fino alle 22.00 (invece delle 20.00). Resta solo da aspettare la risposta del governo De Croo alle dodici proposte e-commerce.

Fonte: https://bit.ly/2UR5C67

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)

Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2021
Venerdì 3 Settembre 2021

Produzione e importazione di formaggi e prodotti lattiero-caseari in Canada

Il Canada è uno dei principali paesi produttori di formaggio al mondo rinomato a livello internazionale per la sua varietà ed alta qualità. Consumato in tutto il mondo, il formaggio canadese ha raggiunto un'esportazione di circa 10,68 milioni di chilogrammi nel 2019, per un valore pari a circa 77,6 milioni di dollari canadesi. 

Quando si tratta di prodotti lattiero - caseari, il Canada ha un deficit commerciale: nello stesso anno ha importato 36,04 milioni di chilogrammi di prodotti lattiero-caseari. 

Le importazioni dei prodotti agroalimentari in Canada sono cresciute esponenzialmente negli ultimi 20 anni con le importazioni dall’Italia quasi triplicate, con un incremento medio annuo del +6,8%.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Martedì 28 Settembre 2021
Venerdì 3 Settembre 2021

Brasile: Il nuovo quadro normativo delle ZPES dovrebbe stimolare l'attrazione commerciale nel Ceará

Il Presidente della Zona di Processamento degli Esporti (ZPE) di Ceará, Eduardo Neves, ha celebrato l’approvazione della Legge 14.184/2021 che flessibilizza il settore e dovrebbe rendere più interessanti nuovi investimenti.

La notizia è stata celebrata anche dal presidente della Compagnia Siderurgica di Pecém (CSP), Marcelo Botelho, durante un incontro con il governatore Camilo Santana.  Per il CSP, il nuovo quadro normativo “offre una maggiore flessibilità nel servizio al mercato delle lamiere d’acciaio”.

Con la nuova legge, i benefici fiscali degli ZPE sono garantiti, ma i progetti dovranno avere più libertà di azione e contrattazione dei prodotti.

Scopri i principali aggiornamenti del nuovo modello di funzionamento delle ZPE in Brasile:

  • Non vi saranno restrizioni sul volume delle vendite sul mercato interno, a condizione che siano state riscosse le imposte sospese sull’acquisto di fattori produttivi con interessi maturati e multe
  • La zona ZPE potrà essere discontinua
  • L’autorizzazione per far in modo che le aziende installate nelle ZPE costituiscano filiali al suo difuori, quando si tratta di unità ausiliaria dedicata a funzioni di supporto amministrativo o gestionale o tecnico
  • La durata del regime può essere prorogata per periodi supplementari fino a 20 anni
  • Autorizzazione per l’intermediazione di imprese commerciali esportatrici nelle esportazioni di prodotti fabbricati nelle ZPE

Secondo il Presidente della ZPE Ceará, il nuovo quadro normativo consentirà alle imprese una maggiore flessibilità per adeguarsi alle condizioni di mercato, potendo valutare l’impatto delle dinamiche dei tassi di cambio e il livello della domanda sui mercati nazionali ed esteri.

“È importante perché siamo pionieri e il quadro dà un passo avanti alla legislazione degli ZPE. In precedenza, le aziende dovevano esportare l’80% della loro produzione e internalizzare il 20%. Togliendo questo obbligo l’azienda può esportare il 100% della produzione o anche mettere tutto sul mercato interno a seconda della situazione di scambio”, ha sottolineato.

Eduardo Neves ha anche sottolineato l’importanza di mantenere i benefici fisici per le aziende che sono installate nella ZPE, che, alleato alla flessibilità, può aumentare la capacità di attrarre nuovi affari a Ceará.

“Le altre condizioni e benefici continuano ad essere validi e questa ‘zona libera è un’importante attrazione di investimento per Ceará. Questa flessibilità ci permetterà di farlo più agevolmente”, ha commentato Neves.

Come opera una ZPE?

Una Zona di Processamento di Esporti, o ZPE, è un distretto industriale in cui le società ivi insediate possono operare con una serie di vantaggi fiscali, quali la sospensione fiscale, la libertà di cambio, e possono ancora essere soggette a procedure amministrative semplificate.

Le aziende installate in una ZPE, prima dell’approvazione della Legge 14.184/2021 erano obbligate a esportare minimo 80% della produzione.

È sempre importante ricordare che l’area di azione della nostra Camera include tutta la regione del Nordest e, specificatamente nello stato di Caerá, abbiamo delegazioni speciali a sua disposizione per approfittare di questa e altre opportunità di affari e investimenti.

 

Fonte: https://bit.ly/3zGLvGQ

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2021
Venerdì 3 Settembre 2021

Introduzione di nuove normative per l’importazione di prodotti cosmetici cruelty-free in Cina

L’industria cosmetica in Cina ha assistito negli ultimi anni a una crescita esponenziale. Nonostante le difficoltà affrontate a causa della patologia polmonare COVID-19, la R.P.C. si attesta al secondo posto sul mercato globale della cosmesi per livello di consumi. Si prevede infatti che le importazioni di prodotti cosmetici e prodotti per la cura della persona raggiungeranno la cifra record di 455.3 miliardi di Yuan (circa 60 milioni di Euro) nel 2021.

Nel 2020 il Consiglio di Stato della R.P.C. ha emanato il “Regolamento sulla supervisione e amministrazione dei cosmetici” (CSAR), entrato in vigore dal 1° gennaio 2021, introducendo una serie di nuove disposizioni riguardanti i requisiti di importazione e vendita di prodotti cosmetici in Cina e finalizzate a semplificare le procedure di ingresso, mantenendo standard di qualità e sicurezza adeguati.

Le relative misure amministrative sono entrate in vigore il 1° maggio 2021 con la pubblicazione delle “Disposizioni per la gestione dei fascicoli di registrazione e di notifica per i prodotti cosmetici” della National Medical Products Administration (NMPA). Tra le novità introdotte, il permesso di importazione concesso ai cosmetici ordinari senza la necessità di effettuare test sugli animali per le imprese che soddisfino due requisiti preliminari stabiliti dalla NMPA, quali:

  1. L’ottenimento della certificazione GMP (Good Manufacturing Practice) rilasciata dall’autorità governativa competente nel Paese di produzione;
  2. La presentazione dei risultati dei test di valutazione e controllo che attestino la sicurezza dei prodotti.

Sono previste eccezioni dall’esenzione per le imprese che producono cosmetici ordinari delle seguenti categorie: cosmetici destinati e bambini e/o neonati, cosmetici che contengono un nuovo ingrediente cosmetico, cosmetici il cui produttore è identificato come “key supervision target” dall’ NMPA.

La pubblicazione delle nuove disposizioni rappresenta dunque un’importante passo avanti per quei marchi cruelty-free che per molto tempo sono stati ostacolati nella loro entrata ed espansione nel mercato cinese della cosmesi.

Fonti: https://bit.ly/3BviiQ2; https://bit.ly/3jxuiKu; https://bit.ly/2WAdJ8e; https://bit.ly/2WBkRkb; https://bit.ly/3Brbq5T     

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)

Ultima modifica: Lunedì 10 Gennaio 2022
Venerdì 3 Settembre 2021

Il governo brasiliano azzera le tariffe di importazione di apparecchi per la generazione di energia solare

Il governo del Brasile ha deciso di azzerare, fino alla fine del 2021, i dazi all’importazione di una lista di apparecchiature tecnologiche utili per la produzione di energia solare.

La misura dovrebbe aiutare a rilanciare il business del settore in un momento in cui la svalutazione della valuta brasiliana (real) rispetto al dollaro statunitense causa un notevole aumento di costi per l’acquisto di componenti necessari per la generazione di energia solare.

In particolare, la Camera del Commercio estero (Camex) del Ministero dell’Economia brasiliano ha aggiunto all’elenco una dozzina di moduli fotovoltaici per l’energia solare, oltre a invertitori (“inverter”, che consentono la trasformazione della corrente da continua ad alternata) e altri accessori, come componenti dei cosiddetti “tracker”, che consentono ai pannelli di seguire il movimento del sole durante il giorno per massimizzare la produzione di energia.

Le tasse di importazione per i moduli solari in Brasile ammontavano al 12%, mentre altri elementi come gli inverter pagavano tariffe del 14%.

Gli impianti di generazione di energia solare sono cresciuti rapidamente nel paese negli ultimi anni e producono circa 3 gigawatt di potenza installata. Tuttavia, la fonte rappresenta attualmente poco meno del 2% della capacità operativa nel paese, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’energia elettrica (ANEEL), con un enorme potenziale di espansione.

La cancellazione dei dazi è operativa dal 1˚agosto.

Fonte: https://bit.ly/2WurEN7

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Venerdì 3 Settembre 2021

Foment richiede di rafforzare il ruolo della Catalogna e di Barcellona a Madrid

L'Institut d'Estudis Estratègics, think tank di Foment del Treball, pensa alle priorità della nuova legislatura e identifica la fine della crisi come un'opportunità per aumentare "la presenza e l'influenza" della Catalogna e di Barcellona nei centri decisionali di Madrid.

Questa tappa politica coincide con il dispiegamento dei fondi europei, una leva per grandi cambiamenti come: tassazione, sviluppo di infrastrutture chiave in attesa di esecuzione o un maggiore autogoverno e molti altri aspetti fondamentali. Non bisogna non farti trasportare dall'euforia ma restare concentrati sulla meta, poiché anche se si prevede una "vera esplosione economica", "la crescita da sola non risolverà le gravi sfide che ci attendono, che la pandemia ha accelerato".

Fonte: https://bit.ly/2Y2PXlz

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana – Barcellona)

Ultima modifica: Venerdì 3 Settembre 2021