Mercoledì 7 Maggio 2025
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La città di Rosario, attraverso la provincia di Santa Fe, ha presentato nell'ultimo trimestre quattro bandi volti a stimolare, promuovere e investire nello sviluppo scientifico e tecnologico.
Tali programmi prevedono il finanziamento di progetti finalizzati all’innovazione tecnologica e alla trasformazione delle aziende del territorio. Uno di questi programmi è il “CDAT” e consiste nel miglioramento di spazi esistenti o nella creazione di nuovi spazi di impresa attraverso infrastrutture tecnologiche. Un secondo bando, “Eventos Científicos, Tecnológicos y de Innovación”, mira a intensificare le attività che stimolino e agevolino lo scambio dell’informazione scientifica e tecnologica. Un terzo programma, “Emprende EBT”, promuove il passaggio e l’innovazione tecnologica, lo sviluppo tecnologico imprenditoriale e l’inserimento di conoscenze intensive per accelerare il processo di innovazione delle Imprese con Base Tecnologica. Infine, l’ultimo bando, “Innovar Santa Fe”, punta a potenziare le capacità competitive delle micro, piccole e medie imprese attraverso l’incentivo di progetti di sviluppo tecnologico e di innovazione.
A questo proposito, Ingeap, grazie alla partecipazione al programma “Innovar Santa Fe” e al relativo sussidio di $2,5 milioni, è riuscita a sviluppare il proprio progetto. L’azienda si propone infatti di offrire un servizio di informazione geografica destinata non solo alle imprese di costruzione o immobiliari ma anche al sistema municipale. Le aziende locali attraverso questi programmi, dunque, sono pronte a ricevere finanziamenti dalle autoritá di competenza con l’obiettivo di investire acquisire know how e accedere alla commercializzazione di prodotti e servizi innovativi o ad alta tecnologia valorizzando il potenziale innovativo espresso dal sistema delle imprese italiane.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Lo scambio tra la Cina e il resto del mondo in termini di import-export ha registrato un aumento pari al 28.2% su base annua, raggiungendo, tra gennaio e maggio del 2021, un totale di 14.76 triliardi di Yuan. Anche con il diffondersi della pandemia da COVID-19, infatti, lo scambio per via ferroviaria è incrementato di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne lo scambio per via marittima, nonostante si sia verificato un primo momento di blocco, è poi seguita una rapida ripresa delle spedizioni, sostenuta dall’aumento della domanda di beni di consumo generalmente trasportati tramite container e grazie alle misure di stimolo approvate da diversi paesi.
Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, Zhao Lijian, ha affermato che l’economia cinese continuerà a crescere stabilmente, dando il proprio contributo alla ripresa economica globale duramente colpita dalla pandemia. In quest’ottica di internazionalizzazione, è stata annunciata dall’Amministrazione Nazionale dell’Immigrazione l’introduzione in Cina di 16 nuove misure con lo scopo di rendere più efficace lo scambio commerciale nei porti, concentrate soprattutto sull’ottimizzazione delle procedure amministrative per le compagnie di navigazione e di trasporto merci straniere.
Il direttore del dipartimento di controllo delle frontiere, Liu Haitao, ha sottolineato l’importanza di queste misure all’interno del più ampio contesto di cooperazione internazionale tra la RPC e gli altri paesi. Secondo Liu, queste nuove misure introdotte hanno lo scopo di avvantaggiare e stimolare il commercio tra le imprese, riducendo i costi affrontati da queste ultime. Sarà inoltre fornito, secondo l’ente sopracitato, un supporto per lo sdoganamento nei porti cinesi attivo 24 ore su 24, permettendo così una riduzione delle tempistiche di oltre il 10%.
Tra le numerose nuove misure, ad esempio, le navi internazionali avranno possibilità, a seguito di una pre-dichiarazione e pre-ispezione, di avanzare una richiesta per una licenza amministrativa, con opportunità di estenderla ad altri porti anziché, come in precedenza, richiederla in ognuno dei luoghi di arrivo.
L’intenzione è quella di estendere questi accordi, volti a facilitare lo sdoganamento, sia ad altri porti sul territorio cinese, che ai paesi presenti lungo la Via della Seta, così da rendere più fluido il commercio internazionale, garantire efficacia logistica ed eliminare possibili cause di rallentamento.
Fonti: https://bit.ly/3jtxlDx; https://bit.ly/3DA7UZ5; https://bit.ly/3BsZwZn; https://bit.ly/3Bx8o0d; https://bit.ly/3Dw1ABN
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)
L’Ente Nazionale di Assistenza al Volo (Enav), la società responsabile del controllo del traffico aereo in Italia, ha concluso un contratto di 2,15 milioni di euro per modernizzare i sistemi in Brasile.
L’accordo è stato firmato con la Commissione per l’Implementazione del Sistema di Controllo dello Spazio Aereo (Ciscea), organo subordinato alla Forza Aerea brasiliana (FAB), tramite una consociata Enav, IDS AirNav.
“Il Brasile si conferma come uno dei clienti più importanti tra più di 100 paesi dove il Gruppo Enav opera con servizi di consulenza aeronautica e fornitura di servizi avanzati di software per la gestione del traffico aereo” dice il CEO dell’azienda italiana, Paolo Simioni.
Il contratto prevede la modernizzazione dei sistemi per la validazione delle procedure di volo strumentale, per la progettazione di rotte e spazi aerei, per la gestione della cartografia aeronautica e per la pubblicazione di dati fondamentali per il controllo del traffico aereo.
“Questo nuovo contratto, che possiede una durata di 24 mesi, permetterà a Ciscea di fornire i propri servizi di traffico aereo grazie al supporto di un sistema tecnologico all’avanguardia dell’industria dell’aviazione civile”, ha aggiunto Enav.
Fonte: https://bit.ly/3DnsqMe
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Nella giornata di mercoledì 14 luglio, la Commissione Europea ha annunciato un nuovo piano climatico volto a realizzare i propositi contenuti nel già noto European Green Deal.
Primo fra tutti, andava spiegato come realizzare l’ambizione già annunciata di rendere l’Europa un continente ad emissioni zero entro il 2050. Tra le politiche presentate da Ursula von der Leyen vi è una riduzione delle Greenhouse Gas Emissions (GHG) pari al 55% nel 2030, comparato al livello di emissioni del 1990. Una delle maggiori novità introdotte per raggiungere questo obiettivo intermedio è lo stop totale ad auto a diesel o benzina entro il 2035. Vi è poi una tassa sul carburante aereo, accompagnata da un’esenzione fiscale decennale per alternative dal minore impatto ambientale. Inoltre, una ‘carbon border tariff’ che aumenterebbe i costi di importazione per i produttori extra-europei di materiali come ferro e cemento in base al loro inquinamento. La tassazione permetterebbe di evitare che compagnie straniere, non soggette alle regolamentazioni europee, possano trarre un vantaggio competitivo in termini di costo nei confronti delle aziende europee. Di conseguenza, la tassa sarebbe volta anche ad evitare che queste ultime spostino la produzione all’estero.
Eppure, se il blocco dei 27 si sta ora muovendo in questa direzione, ciò non significa che alcuni paesi non avessero già intrapreso questa strada. Tra questi, attraverso il Climate Act del 2020, la Danimarca ha infatti sancito l’obiettivo di ridurre le emissioni nazionali di GHG del 70% nel 2030 rispetto al 1990: un risultato che andrebbe potenzialmente oltre quello comunitario di ben il 15%.
Per riuscire nella realizzazione di uno dei piani nazionali più ambiziosi in Europa in chiave ambientale, il governo danese ha già adottato una serie di misure contenute nel cosiddetto New Global Climate Action Strategy. Tra le politiche adottate, vi è una riforma della tassazione ambientale introdotta anch’essa nel 2020 (The Local, 2020). La riforma prevede un aumento della tassazione sull’energia, congiuntamente ad investimenti e fondi pari a 4.5 miliardi di corone per aziende che operino con scarso impatto ambientale. Il governo si è inoltre proposto di arrestare la ricerca di petrolio del Mare del Nord entro il 2050, oltre a stabilire l’obiettivo di avere 775mila autoveicoli elettrici nel 2030, ovvero un enorme incremento del +3775% rispetto alle attuali 20mila unità (Reuters, 2021).
Nonostante questi sforzi, il Consiglio Danese sul Cambiamento Climatico, stabilitosi a fronte del Climate Act dello scorso anno, ha stimato che le misure attuali porterebbero ad un calo delle emissioni GHG nel 2030 di “solo” il 54%. Questo dato, che sarebbe già di per se in linea con le aspettative annunciate dalla Commissione Europea, lascia presagire che ulteriori sforzi potrebbero essere compiuti dal governo danese a breve in merito alla questione climatica. Ad esempio, il paese non è ancora riuscito ad elaborare una effettiva tassazione sulla produzione di CO2, ma potrebbe farlo in futuro. In una nazione in cui più di un terzo del consumo energetico già proviene da fonti sostenibili, sembrano insomma poterci essere ulteriori margini di miglioramento.
L’orientamento della Danimarca, determinata nel portare a compimento risultati ancora maggiori di quelli ritenuti soddisfacenti dalla Commissione Europea, pone il paese in una posizione di leadership nello scenario continentale per quanto concerne la lotta al riscaldamento globale.
Fonte: https://bit.ly/3knYMOk
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il Sole 24 ore segnala che il settore agroalimentare ha avuto una crescita esponenziale (+5,7%, da 5,61 a 5,93 miliardi di euro), questa è legata ai lockdown che hanno tenuto i consumatori in casa. Un grande sviluppo si è visto anche nel settore chimico-farmaceutico (7,73 miliardi, +0,9%), un incremento che è legato alla capacità delle imprese italiane e tedesche di operare “joint production”.
Durante la pandemia, le catene del valore che collegano Italia e Germania hanno continuato ad alimentare flussi fondamentali per entrambi i Paesi. La qualità dei rapporti di collaborazione e fornitura alla base del joint production italo-tedesca li rende difficilmente sostituibili. Al tempo stesso però la pandemia ha mostrato che bisogna essere pronti a rimodulare rapidamente le catene di approvvigionamento. In questo contesto, le imprese italiane e tedesche devono cogliere appieno l’accelerazione delle trasformazioni aziendali che si è verificata nell’ultimo anno per ripartire insieme, restare indispensabili le une per le altre e stare al passo con i mercati internazionali.
Il vero boom, però, c’è stato nel settore della siderurgia, nel quale l’Italia ha esportato il 51,2% in più rispetto al 2019 (pari a 8,48 miliardi rispetto ai 5,61 miliardi del 2019). La ragione di questa crescita sarebbe nell’accorciamento delle catene del valore deciso dalle imprese tedesche.
Per venire incontro alle difficoltà delle aziende, lo Stato tedesco ha supportato quest´ultime con una serie di contribuiti, tra cui: aiuto di novembre, emessi €6,41 Mrd; aiuto di dicembre, emessi €6,85 Mrd; aiuto ponte III, emessi €15,49 Mrd; aiuto alla ripartenza, emessi €1,31 Mrd.
Dal 23 luglio, inoltre, il governo federale continua a sostenere le imprese, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti di tutti i settori, con l'aiuto ponte III Plus, mettendo a disposizione €9,81 Mrd.
Le aziende particolarmente colpite dalla pandemia, come il turismo il settore dello spettacolo e museale, possono richiedere ulteriori sussidi.
Fonti:
https://bit.ly/3sQUbYN; https://bit.ly/3yoXhEm; https://bit.ly/3sTB7ZZ; https://bit.ly/38gt1Bh; https://bit.ly/3Bk1bjM; https://bit.ly/3jkMRBn; https://bit.ly/3jojmi4
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
La città di Rosario è recentemente risultata vincitrice del contest realizzato dal World Resources Institute for Sustainable Cities. La città ha presentato il progetto “Produzione sostenibile di alimenti per una Rosario resiliente” attraverso il quale mostra come far fronte alle sfide sociali e ambientali. La proposta di Rosario, infatti, punta a incrementare la produzione locale di alimenti, preservare gli spazi verdi urbani e periferici e rappresenta un progetto chiave nella strategia climatica della città.
Dal punto di vista imprenditoriale, le aziende di Rosario che stanno investendo nello sviluppo tecnologico e nella sostenibilità sono molteplici. Nel campo medico, la nuova startup Diagnóstica si serve di tecnologie digitali per offrire un innovativo servizio di monitoraggio e controllo dei pazienti in forma remota. In ambito alimentare, Michroma spicca come una delle poche imprese dedite alla sostituzione di coloranti e aromi artificiali di alimenti e bibite tramite altri di origine naturale. Infine, in materia di coltivazione emergono le aziende Bioceres e Bioheuris; queste si occupano rispettivamente di ridurre l’impronta di carbonio dell’industria agricola e di sviluppare colture resistenti ai diserbanti attraverso l’utilizzo di biotecnologie.
Le esperienze di Rosario favoriscono il vincolo fra il mondo scientifico della ricerca e quello imprenditoriale. Inoltre, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e di modelli di produzione sostenibile, la città di Rosario promuove lo sviluppo locale e impulsa l’economia prestando attenzione all’ecosistema del territorio.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
L'11 dicembre 2001, dopo 15 anni di negoziati, la Cina è diventata ufficialmente stato membro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Un evento significativo per la politica di riforma e di apertura del paese che ha segnato una tappa importante nella partecipazione della Cina alla globalizzazione economica.
Il 2021 segna il ventennale dell’adesione della Cina all'OMC che ha contribuito a rendere la Cina la seconda più grande economia del mondo. La globalizzazione ha inoltre permesso ai consumatori cinesi di acquistare prodotti stranieri ad un prezzo contenuto rendendo la scelta sempre più ampia e diversificata per i consumatori domestici.
I progressi nell’ integrazione della Cina con il mondo si riflette nello sviluppo del porto di Ningbo Zhoushan, situato nella provincia orientale dello Zhejiang. Nel 2001, il flusso dei container in partenza dal porto ammontava a 1,2 milioni di TEU. Vent’anni dopo, la portata dei container è aumentata di oltre venti volte. Il porto più trafficato della Cina, Ningbo Zhoushan, ha acquistato il primo posto al mondo in termini di turnover del carico per dodici anni consecutivi.
Dopo l'adesione all'OMC, la Cina ha effettuato una revisione su larga scala di leggi e regolamenti, e ha costruito un sistema giuridico conforme alle regole commerciali multilaterali. La Cina ha inoltre ridotto sostanzialmente le tariffe di importazione e altre barriere non tariffarie, continuando il processo di liberalizzazione e di apertura dell’economia cominciato nel 1978.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)
Tralasciando le terribili conseguenze della pandemia, possiamo considerare che l’impatto del Covid-19 sulle attività di vendita online è stato positivo. In Brasile, c’è stato un aumento del 72,96% nelle transazioni di e-commerce fino a novembre 2020.
Sono state realizzate azioni per garantire la continuità di queste attività, con l’aumento dell’utilizzo di nuove tecnologie di comunicazione, con applicazioni specifiche e presenza sui social media, al fine di garantire il contatto con il mercato consumatore.
Secondo un’indagine della Federazione brasiliana delle banche (FEBRABAN), il consumatore brasiliano sta superando gradualmente le paure e le incertezze derivanti dalla pandemia e mostrando una maggiore propensione all’acquisto di beni e servizi. Stimolate dalle nuove restrizioni richieste a causa dell’ulteriore aumento del contagio da Covid-19, le vendite di e-commerce continuano a crescere.
I dati più recenti, di novembre 2020, hanno mostrato un nuovo incremento delle vendite online in Brasile: rispetto a ottobre, la crescita è stata espressiva del 56,41%, probabilmente guidata dalla vicinanza alle festività di fine anno.
La variazione accumulata negli ultimi 12 mesi (novembre 2019 – novembre 2020) è stata del 75,95%. I dati provengono dall’indice MCC-ENET, sviluppato dalla Camera brasiliana dell’economia digitale (camara-e.net) in collaborazione con il Movimento Compre & Confie.
La distribuzione degli acquisti realizzati su Internet, per settore, a novembre, è stata la seguente: Attrezzature per ufficio e informatica (40,8%); mobili ed elettrodomestici (25,3%); tessuti, abbigliamento e calzature (12,2%). Nella sequenza sono presenti altri elementi per uso personale e domestico (8,2%); articoli farmaceutici, medici, ortopedici, profumeria e cosmetici (8,0%); ipermercati, supermercati, alimentari, bevande e tabacchi (3,3%); e, infine, libri, giornali, riviste e cancelleria (2,2%). Questo indicatore si basa anche sull’Indagine Mensile sul Commercio di IBGE.
Fonte: https://bit.ly/3jrmB8w
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Secondo le stime della Banca Nazionale Danese relative al primo trimestre del 2021, i cittadini danesi risultano quelli con la maggiore disponibilità di asset liquidi liberi tra quelli dell’Unione Europea. Per ricchezza finanziaria netta si intende la differenza tra gli asset finanziari delle famiglie (come ad esempio pensioni e depositi bancari) e debiti. In altre parole, una volta risarciti tutti i debiti dovuti (e.g. mutui e prestiti), in media ad ogni danese rimangono circa 1,3 milioni di corone danesi, ovvero poco meno di 175mila euro a testa.
La Danimarca risulta prima in questa statistica, seguita da Olanda, Svezia, Lussemburgo e Belgio; il dato medio UE risulta invece essere di 450mila corone, pari a circa 60mila euro (Nationalbanken, 2021). Un dato significativo se si tiene conto che il paese figurava solo sesto nel terzo trimestre del 2019 (CPH Post, 2021). Certamente, è necessario tenere in considerazione che il dato medio non discrimina in base all’età, ignorando che gli individui più anziani tendono ad avere una ricchezza finanziaria netta maggiore grazie ad un salario individuale più alto.
Nel primo trimestre del 2021, il cittadino danese medio ha messo da parte l’11.9% del proprio salario netto in risparmi (CPH Post, 2021). I motivi dietro ad un rialzo dei risparmi di questo tipo sono individuabili in tre fattori chiave, tutti legati alla pandemia (Congressional Research Service, 2020). Il primo è che, a causa della maggiore incertezza legata al futuro dovuta al Coronavirus, gli individui tendono razionalmente ad aumentare i propri risparmi per cautelarsi. In secondo luogo, l’impossibilità di spendere il proprio stipendio in beni di consumo a causa delle misure restrittive ha naturalmente significato un aumento dei soldi non spesi, cioè del risparmio. Infine, misure di stimolo fiscale hanno in diverse circostanze aumentato il reddito individuale, facendo in modo che il risparmio assoluto crescesse anche nei casi in cui il saving rate fosse rimasto immutato.
Ad ogni modo, è importante capire quale potrebbe essere l’impatto di un risparmio individuale tanto elevato sull’economia danese. In generale, un alto risparmio da parte delle famiglie ha un effetto duplice nel breve e nel lungo periodo. Nel breve, infatti, tassi di risparmio più elevati si traducono in una decrescita del consumo, risultando in una decrescita ceteris paribus della domanda aggregata e del GDP. Questo è certamente negativo in un periodo di contrazione economica come può essere una pandemia, in quanto la conseguente diminuzione dei consumi si traduce in una decrescita economica ancora maggiore di quanto non accadrebbe altrimenti.
Conversamente, nel lungo periodo maggiori risparmi si riflettono in un incremento del consumo (nel momento in cui i risparmi correnti vengono spesi) e dell’investimento, dato che gli asset liquidi vengono conservati presso intermediari finanziari che li utilizzano per dare sostegno alle imprese. Il potenziale incremento ulteriore dei consumi futuri all’interno dell’economia danese da un lato, e la crescente capacità di banche ed investitori di supportare le aziende, possono quindi rendere la Danimarca un mercato ancora più attraente per coloro che decidessero di scommetterci nel medio-lungo periodo.
Fonte: https://bit.ly/3joCA7z
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il Ministero federale dell'economia e dell'energia (BMWi) sta finanziando, nell’ambito della Artificial Intelligence Innovation Competition, quattro nuovi progetti di ricerca sulla prevenzione e la gestione delle crisi.
L'obiettivo generale è quello di fornire nuovi e innovativi aiuti decisionali e servizi elettronici personalizzati con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. I progetti devono sviluppare e testare soluzioni concrete per le aziende, l'amministrazione, la politica e la ricerca come punti di partenza per offerte e modelli di business praticabili e conformi alla protezione dei dati.
I quattro progetti: il progetto SPELL (Semantic Platform for Intelligent Decision-making and Operational Support in Control Centres and Situation Management) sta sviluppando una piattaforma per un processo decisionale intelligente e un supporto operativo nei centri di controllo e nella gestione delle situazioni di crisi. Il nucleo del progetto ResKriVer (Communication & Information Platform for Resilient, Crisis-Relevant Supply Networks) è lo sviluppo e l'implementazione di una piattaforma per la raccolta, la generazione e la comunicazione di informazioni rilevanti per le crisi. Nel progetto CoyPu (Cognitive Economy Intelligence Platform for the Resilience of Economic Ecosystems) si sta sviluppando una piattaforma in grado di poter fare previsioni di alta qualità e aggiornate in relazione alle crisi del futuro. Inoltre, è in fase di sviluppo il progetto PAIRS (Privacy-Aware, Intelligent and Resilient CrisiS Management) che dovrebbe essere in grado di prevedere e identificare scenari di crisi in modo più rapido e affidabile in futuro.
Il BMWi mira a promuovere con un finanziamento di 44 milioni di euro l'applicazione dell'intelligenza artificiale tra le PMI in Germania. Le iniziative di collaborazione appena lanciate saranno finanziate per un periodo di tre anni.
Fonte: https://bit.ly/3ziBW0N
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)