Notizie mercati esteri

Giovedì 28 Ottobre 2021

Canada – L’industria dell’acqua in bottiglia

La responsabilità federale per la regolamentazione dell'acqua in bottiglia venduta in Canada è condivisa tra Health Canada e Canadian Food Inspection Agency (CFIA) le quali stabiliscono rispettivamente standard di salute e sicurezza e gestione di ispezione e applicazione. 

Ai fini della vendita, è necessario che i prodotti soddisfino particolari requisiti prima di poter essere venduti su territorio canadese. Tra questi: standard microbiologici specifici, trattamenti accettabili e requisiti di etichettatura. 

Oltre ai regolamenti federali che stabiliscono standard nazionali, province e territori possono prevedere requisiti aggiuntivi nelle proprie giurisdizioni. 

L'aumento del consumo di acqua in bottiglia ha spostato negli anni il prodotto oltre il mercato di nicchia. L'industria è considerata un importatore netto di acqua nella regione dei Grandi Laghi: Un rapporto della Commissione congiunta internazionale (IJC) del 1999, affermava che per ogni litro di acqua in bottiglia esportato, 9 litri d'acqua erano importati nella regione dei Grandi Laghi. (Nel 2005 il Ministero delle risorse naturali dell'Ontario aggiornava la statistica affermando che ad ogni litro esportato corrispondevano 14 litri di acqua importati). 
Inoltre, secondo quanto dichiarato dalla Canadian Bottled Water Association, nel 25% dei casi, l'acqua in bottiglia è acqua comunale filtrata venduta a un premio (sovrapprezzo). Sono un esempio i marchi Aquafina e Purelife di Nestlé che utilizzano risorse pubbliche dell'Ontario.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Giovedì 28 Ottobre 2021
Giovedì 28 Ottobre 2021

Nuovo afflusso di capitali in Vietnam

Sin dal 2020 la crescente tendenza al rialzo della crescita economica, guidata in parte dall’aumento degli investimenti esteri e da un buon controllo della situazione pandemica, ha fatto in modo che il Vietnam abbia ottenuto un grande plauso da parte delle più alte organizzazioni internazionali, le quali si aspettano un’ottima prospettiva di crescita economica da parte di questo Paese. Tuttavia, alcuni rischi potrebbero ancora persistere.

Secondo una fonte affidabile, una società tra i più grandi rivenditori online cinesi e membro del Fortune Global 500, dovrebbe investire in Vietnam quest'anno. L'azienda opera anche nella logistica, con sofisticate tecnologie di consegna data-driven. “Quando l'azienda entrerà in Vietnam, il panorama della vendita al dettaglio online e della logistica del paese sarà probabilmente cambiato, con una maggiore concorrenza”, rivela una fonte anonima che lavora attualmente presso questa azienda.

Le entrate totali al dettaglio del Vietnam nella prima metà del 2021 hanno raggiunto 1,99 quadrilioni di VND (86,52 miliardi di dollari), una crescita del 6,2% su base annua. Secondo l'Ufficio di Statistica Generale (GSO), questa cifra è relativamente alta, soprattutto considerando che la pandemia di COVID-19 ha costretto il pubblico a stringere la cinghia. “La nostra azienda investirà in Vietnam grazie alla buona crescita economica del Paese, al buon controllo della pandemia, a una classe media in crescita con un grande potere di spesa e a un aumento degli investimenti diretti esteri (IDE) nel mercato”, ha sottolineato la fonte, aggiungendo che l'industria della logistica in Vietnam si sta sviluppando fortemente. “Tutte le aziende di logistica dovrebbero registrare una crescita a due cifre quest'anno", ha affermato la fonte, "Svilupperemo principalmente servizi logistici di “business-to-customers” in Vietnam nel prossimo periodo".

Il GSO ha riferito che, nonostante le difficoltà, il settore della logistica locale nei primi 6 mesi del 2021 è attualmente ancora in crescita, grazie a diverse ragioni, tra cui la ripresa dell'economia mondiale. Il trasporto totale di merci in Vietnam ha raggiunto 903,5 milioni di tonnellate, un aumento dell'11,5% rispetto a quello del -7,8% nello stesso periodo dello scorso anno. La cifra nel secondo trimestre ha raggiunto i 439,6 milioni di tonnellate, con un aumento del 15,2% su base annua. 

Il Ministero della pianificazione e degli investimenti (MPI) ha comunicato al Governo i suoi due scenari di crescita economica per la seconda metà del 2021. Nel primo scenario, per raggiungere l'obiettivo di crescita del 6% per il 2021, l'economia dovrebbe crescere del 6,2% nel terzo trimestre e del 6,5% nel quarto trimestre. Nel secondo scenario, affinché l'economia cresca del 6,5% quest'anno, l'economia dovrebbe salire del 7% nel terzo trimestre e del 7,5% nel quarto trimestre.

Previsioni rialziste

Sebbene il Governo abbia mostrato grande cautela nel dirigere l'economia, che si sta gradualmente riprendendo, un certo numero di organizzazioni di alto profilo si aspettano che la situazione in Vietnam migliori, affermando che l'economia è fortemente supportata da una serie di fattori, e da un crescente afflusso di IDE che continuano a fungere da pilastri chiave per la crescita economica nel prossimo periodo.

La Banca Mondiale ha recentemente pubblicato una nuova previsione, affermando che l'economia vietnamita crescerà del 6,6% nel 2021 e del 6,5% nel 2022, dovuto a un aumento degli investimenti e della produzione, tutto ciò però è subordinato alla futura situazione pandemica. Gli analisti globali FocusEconomics hanno dichiarato che il PIL in Vietnam quest’anno crescerà ad un ritmo più veloce, ci sarà un forte settore manifatturiero che guiderà l'attività interna e il miglioramento della domanda estera stimolerà le esportazioni. “Tuttavia, l'impatto della recente ondata di casi quotidiani di COVID-19 sul settore turistico, già soffocato, rimane un rischio chiave al ribasso di tali prospettive. I nostri analisti prevedono un'espansione del PIL del 6,9% nel 2021 e del 6,8% nel 2022", si legge nella nota.

Nel frattempo, l'Asian Development Bank (ADB) ha anche previsto che l'economia vietnamita dovrebbe crescere del 6,7% nel 2021 e del 7% nel 2022, una crescita forte e costante resa possibile dal successo del Vietnam nel contenere la pandemia di COVID-19. Lo slancio di crescita dovrebbe continuare grazie alle riforme in corso per migliorare il contesto imprenditoriale e alla partecipazione del Vietnam a molteplici accordi di libero scambio che coinvolgono quasi tutte le economie avanzate. Secondo l'ADB, nel 2021 gli investimenti saranno incentivati ​​dal miglioramento dell'erogazione degli investimenti pubblici, dalla continua diversione della produzione dalla Cina al Vietnam, dalla ripresa dell'economia cinese e dall'attuazione di un accordo commerciale con l'Unione europea per liberalizzare notevolmente commercio.

Fonte: https://bit.ly/3ptnroD

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Giovedì 28 Ottobre 2021
Giovedì 28 Ottobre 2021

Investimenti diretti verso gli USA 2021

Gli IDE in entrata negli Stati Uniti sono scesi a 164 miliardi di dollari nel 2020, un calo del 40% rispetto al 2019, segnando l'afflusso più basso in oltre un decennio. Secondo il World Investment Report della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), i flussi di investimenti dovrebbero aumentare a livello globale del 15% nel 2021 grazie a forti attività di fusione e acquisizione transfrontaliere e al sostegno agli investimenti pubblici su larga scala. Per il terzo trimestre consecutivo, gli Stati Uniti hanno registrato flussi di IDE in entrata per oltre 70 miliardi di dollari. Se la tendenza attuale persiste, il 2021 potrebbe effettivamente essere un anno forte per gli IDE in entrata verso gli Stati Uniti, in linea con la media annua di 272 miliardi di dollari registrata nel decennio degli anni 2010.

Allo stesso tempo, segnali incoraggianti di ripresa possono vedersi nel settore dei mezzi di trasporto o dei macchinari, dove i flussi di IDE sono in aumento dalla riapertura dell'economia globale. Il settore dei mezzi di trasporto rimane una fonte forte e costante di afflusso di IDE con investimenti in media di 3,5 miliardi di dollari negli ultimi quattro trimestri. D'altra parte, il settore alimentare ha registrato una raccolta netta negativa nel secondo trimestre del 2021, il che significa che il valore del disinvestimento da parte degli investitori esteri è stato superiore al valore del capitale appena investito in questo settore.

Anche gli afflussi di IDE dai paesi europei di origine hanno seguito modelli diversi. Dopo due trimestri caratterizzati da investimenti eccezionalmente elevati, i flussi di IDE dal Regno Unito sono scesi da 34,6 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2021 a 4,6 miliardi nel secondo trimestre del 2021. Si osserva una piccola variazione per gli IDE svizzeri diretti negli Stati Uniti, con un aumento da afflussi netti negativi a netti positivi negli ultimi trimestri. Nel frattempo, gli IDE tedeschi hanno registrato un aumento sostanziale per il quarto trimestre consecutivo. Con un afflusso di 23 miliardi di USD, il secondo trimestre del 2021 è stato il trimestre più forte dal 2014.

Fonte: Dati forniti dallo U.S. Bureau of Economic Analysis (BEA) in relazione al primo ed al secondo quadrimestre 2021.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

 

Ultima modifica: Giovedì 28 Ottobre 2021
Giovedì 28 Ottobre 2021

L’industria del design in Danimarca

Dal 16 al 18 settembre 2021 si è tenuto a Copenaghen 3 Days of Design, il principale appuntamento dedicato al design in Danimarca. L'evento consiste nell’esposizione, in diversi luoghi della città, di una selezione curata di pezzi di design prodotti da brand affermati in Danimarca e all’estero. Gli spettatori hanno quindi potuto godere della bellezza degli articoli esposti, ammirando ad esempio pezzi d’arredamento, luci e lampade, e sentendo i loro creatori descrivere e raccontare le proprie concezioni artistiche.

La prima edizione di 3 Days of Design risale al 2014 e, da allora, il numero dei visitatori e la notorietà dell’evento stesso sono in costante aumento, rendendo questa iniziativa sempre più importante per lo scenario artistico nazionale e internazionale. L’evento è aperto al pubblico e invita non solo i più interessati e appassionati a scoprire le novità nel settore, ma anche numerosi designer, buyer, intenditori e giornalisti. Una peculiarità che incuriosisce chi partecipa all’evento è la tematica, selezionata ad hoc ogni anno, che riflette i principali trend globali con l’obiettivo di collegare il design alla quotidianità. Non stupisce quindi che il tema dell’edizione 2021 sia stato la sostenibilità, tematica a cui tutti i settori dell’economia stanno rivolgendo il loro interesse.

L’importanza di 3 Days of Design per la Danimarca è sicuramente data dalla rilevanza che il settore del design ha nel Paese scandinavo. Oltre a giocare un ruolo chiave in termini socioeconomici, l’industria del design ricopre un ruolo fondamentale per il commercio internazionale danese. Dal 2008 al 2016, gli export nel settore sono aumentati da 8,5 a 12,4 miliardi di euro, una crescita pari al 4,2%. Guardando agli effetti diretti e indiretti che il settore ha sull’economia, ricordiamo come l’industria del design coinvolga 117.000 lavoratori, di cui 79.200 in modo diretto, e porti all’ economia danese revenues pari a 46,8 miliardi di euro.

Questi numeri fanno quindi riflettere sulle numerose opportunità che il settore del design, e questo tipo di attività commerciali in un senso più ampio, possono offrire. 3 Days of Design, che ha visto la partecipazione di numerosi designer, realtà aziendali locali e internazionali e la partecipazione di diverse istituzioni, può essere un trampolino di lancio importante e un punto di partenza per i trend del futuro.

Le condizioni favorevoli e le opportunità offerte tramite 3 Days of Design si aggiungono a un contesto nazionale riconosciuto come tra i migliori in cui fare business (la World Bank nel suo “Doing Business” report, classifica infatti la Danimarca come terzo Paese più favorevole al mondo per aprire e mantenere una attività, preceduto solo da Nuova Zelanda e Singapore). Data la grande interrelazione che il settore del design ha con altri settori strategici dell’economia, risulta quindi fondamentale che Stato e imprenditori ne riconoscano il valore e l’enorme potenziale.

Fonte: https://bit.ly/3B7Ulxg

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Giovedì 11 Novembre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

Le esportazioni dell'UE verso la Gran Bretagna aumentano a giugno mentre diminuiscono nel resto del mondo

Le esportazioni dall'Unione Europea verso la Gran Bretagna sono aumentate a giugno dopo un inizio volatile del primo anno del paese al di fuori del mercato unico, mentre le esportazioni del blocco verso il resto del mondo sono leggermente diminuite nello stesso mese.

L'ufficio statistico dell'UE, Eurostat, ha dichiarato venerdì che le esportazioni destagionalizzate verso la Gran Bretagna sono aumentate del 4,7% a giugno nel mese, mentre le importazioni dal Regno Unito sono rimaste "quasi invariate" e le esportazioni del blocco verso altri paesi sono diminuite dello 0,6%.

L'aumento mensile delle esportazioni verso la Gran Bretagna ha seguito un crollo, un'impennata e un secondo calo all'inizio di quest'anno, che sono stati registrati anche nelle importazioni, poiché le aziende si sono adattate alle nuove esigenze commerciali dopo la Brexit. Il commercio dell'UE con il resto del mondo è rimasto sostanzialmente stabile nella prima metà dell'anno.

Le esportazioni destagionalizzate verso la Gran Bretagna sono rimaste al di sotto dei livelli degli ultimi mesi del 2020 a giugno, ma sono state superiori a quelle di giugno 2020, quando le restrizioni per il COVID erano più severe, hanno mostrato i dati di Eurostat.

Nell'anno, i dati non rettificati hanno mostrato che il blocco di 27 paesi ha registrato un aumento del 22,3% delle esportazioni a giugno per un volume totale di 188,3 miliardi di euro (221,1 miliardi di dollari) e un aumento del 29,6% delle importazioni con un surplus commerciale di 14,8 miliardi di euro, in calo rispetto ai 20 miliardi di euro di giugno 2020.

La più piccola zona euro, che comprende 19 dei 27 membri dell'UE, ha registrato un aumento di quasi del 22% delle esportazioni e un aumento di quasi del 17% delle importazioni nel mese che ha portato a un surplus di 18,1 miliardi di euro a giugno da 7,5 miliardi di euro a maggio. A giugno 2020, il surplus della zona euro era di 20 miliardi di euro.

Nella prima metà dell'anno, le importazioni dell'UE di beni dalla Gran Bretagna sono state di quasi il 20% inferiori ai livelli dello stesso periodo del 2020 e anche a giugno e maggio sono state inferiori ai volumi registrati alla fine dello scorso anno, secondo i dati di Eurostat.

Le cifre erano in contrasto con i dati diffusi giovedì dall'Ufficio britannico per le statistiche nazionali (ONS) che mostravano che le esportazioni britanniche verso l'Unione europea a maggio e giugno hanno superato i loro livelli immediatamente prima di lasciare il mercato unico all'inizio di quest'anno, escludendo commercio volatile di metalli preziosi.

La discrepanza è in parte dovuta a un cambiamento nel modo in cui Eurostat calcola il commercio con la Gran Bretagna dopo la Brexit.

Quando la Gran Bretagna faceva ancora parte del mercato unico dell'UE, tutte le merci che si spostavano dalla Gran Bretagna a uno stato membro dell'UE erano trattate come esportazioni britanniche.

Ma dall'inizio dell'anno, le merci che avevano un'origine al di fuori della Gran Bretagna, ad esempio la Cina, sono ora trattate come importazioni da quel paese, piuttosto che dalla Gran Bretagna.

"Le statistiche pubblicate da Eurostat per il 2021 non sono sulla stessa base delle statistiche degli anni precedenti", ha affermato l'ONS il mese scorso. "Le maggiori flessioni osservate nei dati di Eurostat in questo periodo di tempo rifletteranno non solo i cambiamenti nel commercio, ma anche il fatto che le importazioni vengono registrate come provenienti da paesi diversi rispetto a prima", ha aggiunto.

Eurostat ha concordato con questa interpretazione dei suoi dati.

Nella prima metà di quest'anno, le esportazioni verso la Gran Bretagna sono aumentate del 5,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, portando a un surplus commerciale dell'UE con il paese di 69,6 miliardi di euro a giugno, ha affermato Eurostat.

 

Fonte: https://reut.rs/3lqbIFg

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

Regno Unito: il settore del pollame in difficoltà per Brexit e Covid-19

Il British Poultry Council ha affermato che i produttori alimentari stanno affrontando gravi carenze di personale a causa della Brexit poiché la chiusura parziale della catena di Nando’s di agosto ha messo in luce i problemi aggravati dalle ricadute del Covid.

Il Consiglio ha affermato che i suoi membri, tra cui 2 Sisters Food Group, il più grande fornitore del paese di pollo da supermercato, hanno confermato che un posto di lavoro su sei è rimasto vuoto a causa del fatto che i lavoratori dell'UE hanno lasciato il Regno Unito dopo la Brexit.

Ci sono già stati avvisi di carenza di tacchini questo Natale, poiché la carenza di autisti di consegna, personale del macello e altri lavoratori fa aumentare gli stipendi e altri costi.

L'amministratore delegato del British Poultry Council, Richard Griffiths, ha affermato che il gruppo ha scritto al Ministro degli Interni, Priti Patel, questo mese chiedendo al governo di allentare le regole sull'immigrazione, ma non ha ancora ricevuto risposta.

La scorsa settimana KFC ha affermato che i problemi della catena di approvvigionamento stavano interrompendo le scorte di cibo e imballaggi a livello nazionale. Anche i supermercati hanno faticato a riempire gli scaffali a causa di una grave carenza di conducenti di mezzi pesanti.

"Abbiamo assistito a una perdita di personale lungo tutta la catena di approvvigionamento, in particolare nelle nostre aziende associate", ha affermato Griffiths. "I nostri membri stanno segnalando fino al 16% di posti vacanti al momento come risultato diretto della limitazione delle politiche sull'immigrazione e chiediamo al governo di alleggerirli e di guardare alle competenze e allo sviluppo".

A luglio, Ranjit Singh Boparan, il miliardario fondatore di 2 Sisters, ha affermato che il "pingdemic" - che ha costretto un gran numero di lavoratori sani ad “autoisolarsi” dopo essere stato avvisato dall’App di test e dal tracciamento di NHS - ha semplicemente smascherato un'industria già in crisi. a causa della carenza di manodopera legata alla Brexit.

All'interno della sua forza lavoro di 16.000 membri, la maggior parte dei quali lavora nei suoi impianti di produzione di polli e piatti pronti, il 15% dei posti di lavoro non era occupato. La Brexit ha "ridotto drasticamente i lavoratori disponibili in tutto il settore alimentare" con i posti di lavoro di base più difficili da riempire, hanno affermato 2 sorelle. La società era anche alle prese con l'aumento del costo degli ingredienti, l'inflazione dei salari e le assenze legate al Covid, ha affermato.

"Il problema critico del lavoro da solo significa che al momento camminiamo sul filo del rasoio ogni settimana", ha detto Boparan, che ha avvertito che senza l'aiuto del governo lo spreco alimentare aumenterebbe "semplicemente perché non può essere elaborato o consegnato".

Il British Poultry Council ha affermato che l'aumento dei salari per attirare i lavoratori domestici non è la risposta. L'esperienza del settore negli ultimi anni è stata che "la volontà e la disponibilità non sono presenti nella forza lavoro del Regno Unito", ha affermato Griffiths.

"Operiamo in aree che hanno generalmente un'elevata occupazione, quindi la disponibilità di manodopera nel Regno Unito non è presente", ha detto alla BBC, indicando i problemi del personale nel settore dell'ospitalità e la cronica carenza di autisti di mezzi pesanti.

Siamo solo una parte della catena di approvvigionamento e questo riguarda tutti. Non siamo soli qui. Questo è un problema enorme che deve essere affrontato in tutto il settore e il governo deve riconoscere il problema".

 

Fonte: https://bit.ly/2YzUBIl

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

Il Brasile dovrebbe avere una crescita inferiore tra le principali economie nel 2022

La crescita dell'economia brasiliana dovrebbe ridursi dal 4,9% nel 2021 all'1,8% nel 2022, dati inferiori alla media mondiale risultando, il prossimo anno, con la peggiore performance tra le economie più rilevanti del pianeta.
I numeri fanno parte del Rapporto sullo sviluppo e il commercio 2021 dell'Unctad (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo), che cita, nel caso brasiliano, le incertezze politiche e la crisi energetica come fattori negativi per la crescita.
In un rapporto pubblicato a luglio, l'FMI (Fondo monetario internazionale) ha anche classificato il Brasile con la peggiore performance prevista per il 2022 in un elenco di 16 paesi.
Nell’ultimo periodo molti analisti hanno rivisto le proprie previsioni, indicando un scenario addirittura peggiore di quello delineato dall'Unctad.
Alcune istituzioni già stimano una crescita inferiore all'1% per il Brasile il prossimo anno.
L'Unctad stima che la crescita globale rallenterà dal 5,3% di quest'anno al 3,6% nel 2022, lasciando il reddito mondiale ancora del 3,7% al di sotto di quello che sarebbe se fosse mantenuto il trend pre-pandemia.
Ciò rappresenta una perdita di reddito cumulativa prevista di circa 13 trilioni di dollari nel triennio 2020-2022. La produzione mondiale raggiungerebbe solo il livello previsto in base alla tendenza pre-pandemia nel 2030.
Per l'istituzione, politiche timide o, peggio, le regressioni possono spingere la crescita ancora più in basso. La questione è più grave se si considera che la crescita nell'ultimo decennio, dopo la crisi del 2008/2009, è stata la più bassa dal 1945.

Fonte: https://bit.ly/2Z1Cf3m

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

Regno Unito: le vendite di auto usate aumentano a causa della carenza di nuovi modelli

Le vendite di auto di seconda mano nel Regno Unito sono più che raddoppiate negli ultimi mesi a causa dell'allentamento delle restrizioni sul coronavirus e della carenza di nuovi modelli.

Anno dopo anno, il mercato delle auto usate è cresciuto del 108,6% nel secondo trimestre, con oltre 2,2 milioni di veicoli che sono passati di mano, ha affermato la Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT).

Il numero di vendite è aumentato del 6,6% rispetto ai livelli pre-pandemia nel 2019.

Tuttavia, le auto a benzina hanno costituito la maggior parte delle vendite, con l'adozione dell'elettrico lenta.

Inoltre, l'aumento della domanda ha portato a un aumento delle vendite di auto usate più vecchie, con solo il 12,7% di tutti i veicoli venduti realizzati negli ultimi tre anni, il valore più basso mai registrato.

L'SMMT ha affermato che l'aumento delle vendite ha seguito l'allentamento delle restrizioni Covid da parte del paese, con la domanda in aumento con la riapertura delle attività.

Ford Fiesta, Vauxhall Corsa, Ford Focus e Volkswagen Golf erano i modelli più popolari, con nero, argento, blu e grigio come scelte di colore più comuni.

Marshall Motors, che è uno dei primi dieci concessionari di automobili del Regno Unito, ha dichiarato martedì di aver registrato entrate e profitti sottostanti nella prima metà dell'anno.

L'amministratore delegato Daksh Gupta ha affermato che la società ha "visto un eccezionale vantaggio nel mercato delle auto usate" poiché la carenza di chip per computer ha ridotto il numero di auto nuove sul mercato.

"In definitiva, ciò che ha fatto è aumentare significativamente i prezzi delle auto usate", ha detto al programma BBC Radio 4 Today.

Ha aggiunto che è "difficile stabilire" per quanto tempo ci sarebbe stata una domanda così elevata di auto usate "perché l'intera situazione si collega alla fornitura di auto nuove".

"La posizione non è chiara e molti produttori devono affrontare sfide di produzione molto complesse", ha affermato. "Ci aspettiamo che questa interruzione vada bene nel 2022".

Il capo di SMMT Mike Hawes ha affermato che molti consumatori si sono rivolti al mercato dell'usato a causa della carenza di nuove auto in un momento di "aumentata necessità di mobilità personale con le persone che rimangono diffidenti nei confronti dei trasporti pubblici mentre tornano al lavoro".

La carenza è stata collegata alla mancanza di parti. Quando i blocchi hanno costretto le linee di produzione a fermarsi, i produttori di microchip hanno deviato i chip che normalmente andrebbero nelle nuove auto al mercato dell'elettronica di consumo e l'offerta deve ancora riprendersi completamente.

Ha aumentato il prezzo delle auto di seconda mano, ha affermato l'SMMT. Una concessionaria, Nuneaton Cars, ha affermato che gli acquirenti stavano tentando di guardarsi l'un l'altro per ottenere auto usate già contrassegnate come vendute.

Nonostante l'aumento della domanda, le vendite di veicoli elettrici a batteria usati e ibridi plug-in hanno rappresentato solo l'1,3% delle vendite di auto usate nel secondo trimestre del 2021.

L'SMMT ha affermato che il mercato delle auto usate plug-in "non sta ancora vedendo l'accelerazione della diffusione come è stato visto nel mercato delle auto nuove".

"La portata della sfida per la transizione dell'intera flotta di auto usate dai combustibili tradizionali rimane significativa", ha affermato l'ente industriale.

La lenta diffusione dei veicoli più ecologici arriva nel mezzo di un importante rapporto scientifico delle Nazioni Unite che afferma che l'attività umana sta cambiando il clima in modi senza precedenti e talvolta irreversibili.

Nonostante ciò, Hawes ha affermato che il rimbalzo delle vendite è una "buona notizia" a causa del vivace mercato delle auto usate "necessario per mantenere forti valori residui che, a loro volta, supportano le transazioni di auto nuove".

"Ora abbiamo bisogno di vedere un simile rimbalzo nelle vendite di auto nuove per accelerare il rinnovamento della flotta necessario per fornire miglioramenti immediati e continui nella qualità dell'aria e nelle emissioni di carbonio", ha affermato.

Le immatricolazioni di auto nuove sono diminuite di quasi un terzo il mese scorso, segnando le peggiori vendite di luglio dal 1998.

Nel Regno Unito sono state immatricolate solo 123.296 nuove auto, con un calo del 29,5% rispetto a luglio 2020.

 

Fonte: https://bbc.in/2YBL1EP

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

Brasile – sfide per la ripresa economica

Il rilascio del Prodotto Interno Lordo (PIL) in Brasile per il secondo trimestre ha mostrato una leggera retrazione dell'attività produttiva dello 0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Questo valore negativo non era previsto dal mercato e, in un certo senso, ha reso gli analisti più scettici sulle nuove previsioni.

Allo stesso tempo, ha sollevato una questione centrale sulla velocità del recupero.

La domanda estera ha rilanciato l'economia nel secondo trimestre. Le esportazioni di beni e servizi sono cresciute del 9,4% rispetto al periodo immediatamente precedente e del 14,1% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Questa crescita è spiegata dalla forte domanda internazionale di prodotti agricoli, macchinari e attrezzature, industria automobilistica e minerali non metallici. Il deprezzamento del tasso di cambio, insieme all'apprezzamento dei prodotti negoziabili (tradables), ha dato impulso al commercio internazionale, contribuendo a un saldo commerciale positivo per 37,496 miliardi di dollari. Il saldo è superiore del 68,2% rispetto ai primi mesi del 2020, essendo il miglior primo semestre della storia.

I segnali recenti indicano che il ritmo di crescita nelle principali economie sviluppate e in quella cinese tende a ridursi, impattando sui prezzi internazionali. Associato a questo fattore, dovrebbe proseguire lo stimolo monetario da parte delle principali banche centrali. In effetti, si prospetta un contesto macroeconomico internazionale favorevole all'allocazione del capitale nelle economie emergenti, con una tendenza del dollaro al deprezzamento rispetto alle valute di questi paesi. Insomma, con prezzi delle materie prime più stabili e un dollaro più debole, lo spazio per la ripresa della domanda interna sarà ampliato, soprattutto nei paesi che hanno compiuto progressi nell'immunizzare le proprie popolazioni. È in questo contesto internazionale che si trova l'economia brasiliana.

Tuttavia si prevedono tre sfide centrali per un maggiore vantaggio economico.

In primo luogo, è necessario avanzare verso la stabilità politico-istituzionale. Nel progetto di bilancio per il prossimo anno, la proposta della PEC di rateizzazione delle spese con ordinanze del tribunale non è stata ben accolta dal mercato. Ha generato incertezza e preoccupazioni circa la creazione di un fondo che potrebbe aumentare le sue spese oltre il limite determinato dal tetto di spesa. Un percorso alternativo proposto dal ministro Fux sarebbe la revisione dei valori. In questa situazione, il CNJ consentirà al governo di spendere 39,9 miliardi di reais in debiti legali per tutto il 2022. I 49,1 miliardi di Reais rimanenti ha previsione di pagamento solo per il 2023.

La seconda sfida è affrontare l'attuale crisi idrica. In questo caso, l'impatto negativo sull'attività economica potrebbe essere una perdita di 1,25 punti percentuali di PIL. Con questo, il governo deve andare avanti con un piano per ridurre immediatamente i consumi energetici, riducendo gli sprechi ed evitando il razionamento forzato.

Il terzo fattore è legato al controllo dell'inflazione. Con l'instabilità istituzionale tra le potenze e la crisi idrica che esercitano pressioni sui prezzi amministrati, una più rapida ripresa dell'attività economica interna potrebbe generare maggiori pressioni sull'inflazione dei servizi, contaminando le aspettative di medio termine. Di conseguenza, la ripresa della nostra economia dovrebbe avvenire a un ritmo più moderato e focalizzata sul controllo dei tre principali rischi per l'instabilità socioeconomica.

 

Fonte: https://bit.ly/3C8ZsPq

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

L'economia verde del Regno Unito quattro volte più grande del settore manifatturiero

Secondo una nuova analisi, l'economia a basse emissioni di carbonio del Regno Unito ora vale più di 200 miliardi di sterline, quattro volte la dimensione del settore manifatturiero del paese, con una crescita che dovrebbe accelerare nei prossimi anni.

Nonostante quello che gli esperti dicono essere un sostegno poco brillante e irregolare da parte del governo centrale, l'analisi ha rilevato che più di 75.000 aziende, dai produttori di turbine eoliche agli impianti di riciclaggio, impiegano più di 1,2 milioni di persone nell'economia verde.

Gli esperti affermano che il settore non solo ha il potenziale per aiutare ad affrontare la crisi climatica, ma anche creare posti di lavoro sostenibili e migliorare la qualità della vita delle persone, con trasporti più puliti, riduzione dell'inquinamento atmosferico e case più isolate.

Gli esperti avvertono che se il Regno Unito vuole effettuare la necessaria transizione rapida ed equa verso un'economia a basse emissioni di carbonio, il governo deve mobilitare tutti i settori della società - dai sindacati alle autorità locali, dai gruppi comunitari alle imprese - dietro un "programma nazionale di trasformazione”.

Il professor Patrick Devine-Wright, dell'Università di Exeter e autore principale dell'IPCC, ha dichiarato: "Abbiamo bisogno che tutti si uniscano o non abbiamo alcuna possibilità di raggiungere questi obiettivi ambiziosi e di evitare quelle che saranno conseguenze climatiche davvero, davvero dannose.”

Ha detto che nei prossimi anni molti aspetti quotidiani della vita delle persone dovranno cambiare, dal modo in cui le case sono riscaldate a come le persone si spostano in città, da cosa mangiano a dove lavorano.

"Abbiamo bisogno di niente meno che un processo di trasformazione sociale in atto insieme a questa visione di nuove tecnologie, dispositivi e infrastrutture", ha affermato Devine-Wright. "A meno che non colleghiamo tutti quei punti, non penso che accadrà nei tempi richiesti".

La recente ricerca mostra che il settore a basse emissioni di carbonio vale 205,7 miliardi di sterline nel Regno Unito. Utilizzando la stessa metodologia, kMatrix ha scoperto che il settore manifatturiero vale 55,6 miliardi di sterline e il settore delle costruzioni vale 132,9 miliardi di sterline.

L'energia eolica, delle onde e delle maree e quella solare sono cresciute rapidamente negli ultimi anni, secondo i dati, che mostrano che complessivamente il settore a basse emissioni di carbonio è cresciuto del 7,4% durante l'anno finanziario dal 2018/19 al 2019/20 e si è contratto di -9,0 % dal 2019/20 al 2020/21 ma si prevede che riprenderà nella ripresa post-Covid.

Nel corso della prossima settimana, il Guardian evidenzierà schemi e progetti a basse emissioni di carbonio in tutto il Regno Unito - dagli agricoltori rigenerativi alle società di riciclaggio private, passando per il carburante per jet a idrogeno, il whisky netto zero, i costruttori di retrofit e il latte di canapa - mostrando come non solo stanno aiutando a ridurre emissioni ma anche migliorare le comunità, creare posti di lavoro e migliorare le condizioni di vita.

L’attuale natura ad hoc dell'economia a basse emissioni di carbonio, con alcuni settori e regioni che corrono avanti mentre altri vengono lasciati indietro, ha sollevato timori che le disuguaglianze esistenti possano essere radicate a meno che il governo non stabilisca un piano chiaro.

Gli esperti affermano che i sindacati, le autorità locali e le comunità devono avere un ruolo diretto nel processo, specialmente nelle aree che dipendono da industrie ad alto tenore di carbonio, per garantire che il passaggio a un'economia verde sia rapido ed equo.

Hannah Martin, del gruppo della campagna Green New Deal UK, ha affermato che ora c'è "un ricco arazzo di attività comunitarie incentrate sul clima" con "persone che si uniscono per costruire comunità resilienti che saranno il modello di come vivremo in futuro".

Ha evidenziato una serie di progetti, dagli orti comunali ai programmi regionali di riqualificazione domestica. Ma ha avvertito: “Il cambiamento a livello di comunità non può essere fatto separatamente da una strategia olistica alla velocità e alla scala richieste dal governo centrale, che deve sia fornire il supporto normativo e finanziario necessario alle comunità locali per innovare e creare risposte alla crisi climatica che sono unici per la loro situazione ed esperienza.”

Il governo del Regno Unito è stato ampiamente criticato per non aver formulato proposte politiche dettagliate per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi climatici.

Nick Molho, direttore esecutivo di Aldersgate Group, un'alleanza di leader aziendali e politici, ha affermato che per la transizione zero netto per fornire posti di lavoro alle comunità locali in tutto il Regno Unito, l'imminente strategia zero netto del governo dovrebbe includere una stretta collaborazione con le autorità locali e la comunità gruppi.

Molho ha chiesto che un organismo a livello del Regno Unito "sostenga la forza lavoro mentre l'economia del Regno Unito si sposta verso zero emissioni nette" sostenuto da enti di transizione locali - composti da rappresentanti dell'industria locale, del governo, dei sindacati e del settore educativo.

"[Loro] potrebbero essere incaricati di pianificare attentamente i cambiamenti necessari nelle loro aree per supportare una transizione di successo verso le emissioni nette zero", ha affermato.

 

Fonte: https://bit.ly/3aAbh53

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021