Mercoledì 14 Maggio 2025
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Secondo l’Agenzia polacca degli investimenti e del commercio (PAIH) la Polonia è la terza location più popolare per gli investimenti esteri in Europa, dopo Gran Bretagna e Germania. Nel 2020 PAIH ha gestito quasi 200 progetti di investimento del valore di quasi 40 miliardi zloty (è un aumento del 10% rispetto all’anno precedente per quanto riguarda il valore dei progetti). Gli investimenti riguardavano soprattutto i settori della elettro-mobilità, le fonti di energia rinnovabile e il settore IT. Quanto al valore degli investimenti i protagonisti più importanti sono la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Invece nel quadro del progetto Polska Strefa Inwestycji (la Zona polacca degli investimenti) nel primo semestre del 2020 il 75% degli investimenti apparteneva alle aziende polacche. PAIH ha dichiarato inoltre che a causa della crisi Covid-19 la dinamica degli investimenti è diminuita, principalmente a causa dell’incertezza tra gli investitori. In risposta alla pandemia PAIH ha introdotto ulteriori soluzioni per promuovere gli investimenti, quali la linea verde aperta 24 ore su 24 e le visite virtuali delle location che in molti casi hanno consentito di prendere le decisioni legati agli investimenti a distanza. Nel 2020 sono stati conclusi 58 progetti mediati da PAIH del valore complessivo di oltre 2,7 euro (oltre 12 miliardi di zloty).
FONTE: notizia tratta dal servizio POLONIA OGGI, di proprietà di Comunicazione Polska
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Sono stati presentati dal Ministero Federale dell'Economia e dell'Energia (BMWi) i risultati di uno studio sugli effetti della trasformazione digitale.
Thomas Jarzombek, commissario del BMWi per l'economia digitale e le start-up: "Con l'indice di digitalizzazione, abbiamo ora un quadro aggiornato e differenziato della situazione relativa alla digitalizzazione delle aziende ogni anno e possiamo monitorare gli sviluppi. Nel primo anno in corso, i posti di partenza sono praticamente determinati. Possiamo vedere che ci sono enormi differenze nel grado di digitalizzazione tra le industrie. Anche le piccole e medie imprese non stanno ancora sfruttando appieno il loro potenziale di digitalizzazione. È proprio qui che entrano in gioco i programmi BMWi come "Digital Jetzt" e i centri di competenza PMI 4.0 in tutto il paese".
I settori più avanzati in termini di digitalizzazione sono l'industria dell'informazione e delle comunicazioni (ICT), la costruzione di veicoli e i settori dell'ingegneria elettrica e meccanica. Le grandi aziende (oltre 249 dipendenti) mostrano un grado di digitalizzazione significativamente più elevato rispetto alle medie imprese (50-249 dipendenti). Le piccole imprese (1-49 dipendenti) hanno ancora il maggiore potenziale di digitalizzazione.
La Germania meridionale è in testa per quanto riguarda il grado di digitalizzazione. Anche aree metropolitane come Berlino, Dresda, Hannover, Amburgo, Monaco e Colonia raggiungono valori molto elevati.
Fonte: https://bit.ly/3aF34fw
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
A metà gennaio 2020 è stato annunciato che il più grande parco eolico offshore della Danimarca, Kriegers Flak, è pronto per iniziare a fornire allo Stato danese green energy. Tuttavia Kriegers Flak verrà superato, in termini di potenziale di produzione di energia elettrica, da un nuovo ambizioso progetto: Thor (CPH Post, 2020).
Il parco eolico Thor è il primo dei tre grandi parchi eolici offshore in costruzione in Danimarca, che saranno operativi prima del 2030. Ciò è stato deciso a seguito dell’accordo sull’energia risalente a giugno 2018, che tutti i partiti politici danesi hanno sostenuto e sottoscritto (Danish Energy Agency, 2020).
Thor, che sarà situato nel Mare del Nord a ovest del fiordo di Nissum, si troverà a una distanza di almeno 20 km dalle coste danesi. Il nuovo parco eolico prende il nome “Thor” da Thorsminde, il villaggio sulla costa più vicino al sito. Il parco eolico avrà una capacità produttiva di 800 MW - 1.000 MW, e sarà connesso alla rete elettrica tra il 2025 e il 2027. L’Agenzia Danese per l’Energia concluderà il processo di gara d’appalto, con le offerte finali, nel quarto trimestre del 2021 (CPH Post, 2020).
Tra le condizioni poste nel bando di gara per la realizzazione della nuova wind farm, una novità rilevante rispetto ai bandi precedenti è l’inclusione di una sottostazione offshore e una connessione alla rete dal parco eolico al punto di connesione onshore. Fino a questo momento è stata infatti Energinet, una società pubblica indipendente sotto il Ministero dell’Ambiente danese, a costruire e rendere funzionante le varie sottostazioni offshore nei progetti precedenti.
Tuttavia, Energinet continuerà ad avere la responsabilità di costruire e gestire la connessione alla rete onshore, dalla sottostazione onshore alla rete di trasmissione generale. Il vincitore della gara d’appalto è tenuto a versare a Energinet il costo complessivo per la realizzazione della connessione alla rete elettrica generale (previa approvazione della Commissione Europea) (Danish Energy Authority, 2019).
L’ Agenzia Danese per l’Energia ha pre-approvato le domande di sei aziende che hanno partecipato alla gara d’appalto.
Fonte: https://cphpost.dk/?p=122044
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Lunedì il governo britannico ha registrato il raddoppiamento del volume dei trasporti in Irlanda verso e dai porti dell’UE nel mese di gennaio. Molti distributori, infatti, hanno preferito questo percorso al transito attraverso l’Inghilterra, a causa dei blocchi e dei ritardi provocati dalla Brexit.
Per decenni il cosiddetto “ponte” britannico ha offerto agli esportatori il percorso piú veloce tra l’Irlanda ed il territorio europeo. L’uscita del Regno Unito dall’UE alla fine del 2020 ha causato il triplice aumento dei collegamenti diretti negli ultimi 12 mesi, principalmente verso i porti francesi.
Lo scorso mese si era registrato un crollo del 50% nel volume dei trasporti tra Irlanda e Gran Bretagna, secondo le stime del governo britannico. I dati includevano anche il consistente commercio diretto tra i Paesi limitrofi.
Secondo il governo, il forte crollo è stato dovuto a diversi fattori, tra cui lo stoccaggio merci pre-Brexit, le restrizioni per la prevenzione di contagi dal Coronavirus e i nuovi controlli doganali post-Brexit. Le attuali stime, invece, vedono i volumi accresciuti dell’11% di settimana in settimana nel mese di gennaio.
La maggior parte dei nuovi collegamenti diretti con l’UE sono stati inaugurati dal porto di Rosslare, a sud-est dell’Irlanda.
Fonte: https://reut.rs/3jlcyjP
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Intervista a Giovanni Brandimarti – Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Svezia