Lunedì 27 Ottobre 2025
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Il settore estero spagnolo ha continuato a crescere a settembre, con un aumento delle esportazioni dell'1,9% su base annua. Si tratta del terzo mese consecutivo di aumento, come dimostrano i dati commerciali dichiarati dalle dogane e raccolti nel Rapporto mensile sul commercio estero del Ministero dell'Economia, del Commercio e delle Imprese, redatto dalla Segretaria di Stato per il Commercio.
Le esportazioni del mese di settembre 2024 hanno raggiunto 31.596,9 milioni, il secondo valore più alto per un mese di settembre. In termini destagionalizzati e con la correzione del calendario, le esportazioni sono cresciute del 2,0% su base annua.
L'aumento dell'exporft spagnolo va in controtendenza rispetto ad alcune tra le principali economie europee, come Germania e Francia, che hanno registrato cali su base annua rispettivamente del -0,3% e del -4,3%. Al di fuori dell'Unione Europea, le esportazioni dal Regno Unito sono diminuite del 10,4% su base annua e quelle dal Giappone dell'1,7% su base annua, mentre quelle dagli Stati Uniti e dalla Cina sono cresciute rispettivamente dello 0,2% e dell'1,6%.
Le importazioni, invece, hanno registrato 34.888,2 milioni di euro, il secondo dato più alto di settembre nella serie storica, con un aumento dello 0,1% su base annua.
Il deficit commerciale ha continuato a ridursi del 14,3% su base annua a settembre, attestandosi a 3.291,3 milioni, grazie al fatto che il deficit energetico, che rappresenta più della metà del totale, è diminuito del 37,6%, con le importazioni di energia in calo del 22,7% su base annua.
A livello settoriale, spiccano le eccedenze nel settore alimentare, delle bevande e del tabacco (1.156,9 milioni di euro), nel settore automobilistico (1.019,3 milioni di euro) e nei semilavorati non chimici (633,1 milioni di euro).
Il surplus commerciale con l'Unione Europea è aumentato del 32% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 2.605,6 milioni di euro (ricordiamo che il surplus ha raggiunto i 1.973,3 milioni di euro nel settembre 2023). I mercati di destinazione con i maggiori surplus a settembre sono stati Francia (1.847,7 milioni di euro), Portogallo (1.569,4 milioni di euro) e Regno Unito (1.260,0 milioni di euro).
Settori e mercati di destinazione
A settembre, i settori con i maggiori contributi positivi al tasso di variazione annuale delle esportazioni (1,9%) sono stati: alimentari, bevande e tabacco (1,3 punti percentuali), prodotti chimici (1,2 punti) e manufatti di consumo (0,5 punti). Il settore alimentare, delle bevande e del tabacco ha raggiunto il massimo storico del mese (crescita del 7,9% su base annua).
Per quanto riguarda i mercati di destinazione, le esportazioni verso l'UE-27 hanno rappresentato il 63,3% del totale e sono aumentate del 3,2% rispetto all'anno precedente. Le cifre record del mese sono state raggiunte in 13 destinazioni dell'UE, tra cui Italia, Polonia e Svezia.
Le esportazioni verso destinazioni extra-UE hanno rappresentato il 36,7% del totale e nel mese sono stati raggiunti picchi record in mercati importanti per la Spagna, come Regno Unito, Marocco e Messico.
Dati sul commercio estero da gennaio a settembre 2024
Nell'anno cumulato fino a settembre 2024, le esportazioni di beni hanno raggiunto 286.805,8 milioni di euro, il secondo miglior dato della serie storica per lo stesso periodo. Le importazioni hanno invece registrato 313.896,9 milioni di euro.
Il deficit commerciale è diminuito dell'8,5% a 27.091 milioni di euro, mentre il deficit energetico ha continuato la sua tendenza al ribasso ed è sceso del 10,6% a 22.238,1 milioni di euro. I settori con le maggiori eccedenze sono stati: alimentare, bevande e tabacco (13.957,9 milioni di euro), automobilistico (6.565,7 milioni) e semilavorazione non chimica (5.181,3 milioni).
Con l'Unione Europea, il surplus del periodo è aumentato a 25.762,4 milioni di euro, mentre il deficit commerciale con i Paesi terzi è sceso a 52.853,4 milioni di euro. I Paesi con cui l'economia spagnola ha registrato le maggiori eccedenze sono stati: Francia (16.963,8 milioni di euro), Portogallo (11.590,0 milioni) e Regno Unito (10.158,0 milioni).
Per quanto riguarda le comunità autonome, quelle che hanno registrato la maggiore crescita delle esportazioni sono state le Isole Canarie (18,3%), seguite da Castiglia e León (16,2%) e dall'Estremadura (11,7%).
Il numero di esportatori regolari (quelli che hanno esportato più di 1.000 euro nell'anno di riferimento e in ciascuno dei tre anni immediatamente precedenti) è cresciuto del 4,8% nel periodo cumulato fino a settembre 2024, raggiungendo i 44.838 esportatori, superando già il dato dell'intero 2023 (43.834). Questi esportatori hanno esportato 275.492,1 milioni di euro, il 96,1% del totale e il 2,9% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
Con un prezzo elevato per le tasche della maggior parte dei brasiliani, l'olio d'oliva è diventato un oggetto ambito dai clienti nelle promozioni del Black Friday. Anche se il prezzo del prodotto è salito alle stelle negli ultimi 12 mesi, accumulando un aumento del 50%.
I marchi Terra de Camões e Andorinha guidano la categoria extravergine, in testa alle vendite. I prezzi variavano da R $ 28,99 a R $ 75 per bottiglia da 500 ml.
Secondo un sondaggio della società di consulenza Ebit Nielsen, tra il 16 e il 22 novembre, l'olio d'oliva è stato il prodotto più ricercato.
L'indagine indica una crescita delle vendite del prodotto del 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. E l’olio extravergine di oliva Gallo, Terras de Camões e Andorinha sono stati i più promossi durante il Black Friday.
Hanno contribuito a influenzare il prezzo dell’olio d’oliva, con escalation nei prezzi al dettaglio, sia la crisi produttiva degli ultimi 2 anni. Difatti, ci sono stati due anni di scarsi raccolti per i produttori di olio d'oliva in Portogallo e Spagna, che hanno trasformato il prodotto in "oro liquido", con prezzi che hanno raggiunto livelli record.
Ma, non meno determinante, il fattore che l’olio d’oliva extravergine è un prodotto di importazione, con relative tasse doganali, per mancanza di produzione locale in Brasile e destinato prevalentemente ad un pubblico di segmento A.
Inoltre, l’aumento del dollaro, la guerra in Ucraina e il fenomeno El Niño, che nel 2022 e nel 2023 hanno causato siccità e temperature elevate in Europa, hanno influenzato la raccolta delle olive e la stessa coltura dell’olivo, che impiega almeno due anni per la ripresa da eventi meteorologici di estrema gravità.
(Contributo editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria S. Catarina - Brasile)
Il seminario sul turismo, svoltosi a novembre presso l'Instituto Federal Catarinense (IFC) di Camboriú, comune del Brasile nello Stato di Santa Catarina, ha visto la partecipazione di grandi nomi del turismo nazionale e ha approfondito diversi temi.
Il primo round di conversazioni ha affrontato nel panel temi quali natura, avventura e sport, come il Museo in omaggio ad Ayrton Senna, il cicloturismo e il drift driving.
Ad un secondo turno di conversazioni ha partecipato il Segretario dell'Agricoltura di Gramado-RS, Eliezer Nascimento de Lima, che ha parlato dell'importanza del turismo rurale e degli imprenditori nel campo dell'ecogastronomia, dell'integrazione attraente e redditizia del prodotto dalla fattoria alla tavola.
Il terzo ed utimo tema è stato “La fede che muove il turismo”, affrontando il turismo religioso alla presenza di padre Wagner Calegário, del Santuario della Basilica Nossa Senhora da Piedade, a Caeté, Minas Gerais.
L'evento ha riunito studenti dell'Istituto, insegnanti, segretari e direttori del Turismo della regione, e la partecipazione di un rappresentante della CCIE-SC.
I temi scelti sono stati selezionati in base alle esigenze più avanzate del turismo sostenibile, rispetto dell’ambiente. Sono state indicate le possibilità di investimento in questi segmenti nello stato di Santa Catarina. In particolare, la possibilità di offrire opportunità di investimento nei prodotti made in Italy e nell'ecogastronomia di stile mediterraneo, in linea con il progetto “Ospitalità Italiana”.
(Fonte: Informativo ABIH –SC 14 novembre)
FCamara investe 30 milioni di R$, una crescita del 1400% rispetto allo scorso anno
FCamara, una società di consulenza tecnologica, ha indirizzato gran parte dei suoi sforzi verso una crescita esponenziale nello sviluppo dell'intelligenza artificiale.
In totale, l'azienda ha investito 30 milioni di R$ negli ultimi 12 mesi, concentrandosi su infrastrutture, processi, formazione e assunzioni, nonché su domande per i progetti dei suoi clienti. Questo importo rappresenta un aumento del 1400% rispetto all'anno precedente.
Nel 2024, il portafoglio di progetti focalizzati sull’uso dell’IA presso FCamara è cresciuto di oltre il 500%, al servizio di settori come la sanità, la finanza e l’industria in generale. Questi progetti possono essere soluzioni specifiche per l’intelligenza artificiale o soluzioni di consulenza che utilizzano l’intelligenza artificiale, entrambi mirati ad accelerare la creazione di nuove fonti di entrate per i clienti e ad aumentare la produttività del team, tra gli altri obiettivi.
“L’intelligenza artificiale richiede molta ricerca e sviluppo. Ciò richiede tempo, studio e investimenti. Questi sforzi, sia negli investimenti che nella formazione dei professionisti, creano progetti di eccellenza, sia internamente che in quelli che forniamo ai nostri clienti”, spiega Joel Backschat, CEO di FCamara.
FCamara - Fondata nel 2007 dal suo attuale CEO, Fabio Camara, è nato l'ecosistema FCamara (https://fcamara.com /). Una multinazionale con sedi operative in Europa e nel Regno Unito, con uffici in Portogallo, Londra, Dubai e Paesi Bassi. Con un'elevata specializzazione in settori quali vendita al dettaglio, sanità e mercati finanziari, le nostre soluzioni favoriscono l'accelerazione dei ricavi, aumentano l'efficienza operativa, attivano nuove fonti di reddito e creano progetti di grande impatto. Disponiamo inoltre di un nucleo di Intelligenza Artificiale che promuove l’adozione efficiente e integrata di queste tecnologie.
Il numero di piccole fabbriche di birra in Brasile è passato da 114 a 1.847 dal 2010. E lo spazio per aumentare la presenza di nuovi birrifici è molto ampio, considerando l'elevato consumo pro capite del consumatore brasiliano.
C’è stato un “Big Bang” delle birre artigianali in Brasile. A partire dagli anni 2010, ha cominciato ad emergere un universo completamente nuovo di bevande fermentate, con dozzine di nuovi tipi e centinaia di nuovi gusti.
Le bevande artigianali si sono espanse rapidamente. Sono già 45.600 le etichette e 3.500 le ricette registrate dai piccoli stabilimenti
Fino ai primi anni 2000 il mondo della birra brasiliana era un territorio piatto, sostanzialmente dominato da un unico gusto, la tipologia pilsner.
La fioritura della birra artigianale ha segnato l'inizio di un cambiamento nella cultura di questa bevanda a base di luppolo, malto e orzo. Gilberto Tarantino, presidente di Abracerva e titolare di un microbirrificio racconta che “una volta si parlava solo d'acqua, che dall'acqua dipendeva il sapore. Ma oggi i consumatori capiscono, ad esempio, che il lievito abbonda. Anche il malto può avere sapori diversi, così come il luppolo, che agisce come se fosse il pepe della birra. Termini come IPA, weizenbier, pale ale, stout e porter sono a diventate parte delle conversazioni nei bar e nelle feste in tutto il Brasile.
Tre grandi gruppi dominano ancora largamente il mercato: Ambev, Heineken e Petrópolis insieme rappresentano il 94,7% delle vendite di birra nel paese
Il mercato locale funziona molto bene ed offre grandi opportunità anche per piccoli ed esperti investirori.
Il Brasile è passato da 114 piccoli produttori di birra registrati presso il Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento (Mapa) nel 2010 a 1.847 nel 2023. Si tratta di una crescita del 1.520%, più di 16 volte in 13 anni. Oggi rappresentano un rispettabile fatturato annuo di 1,6 miliardi di Reais. In termini di valore, il calo ha raggiunto il 39,4% attestandosi a soli 8,6 milioni di dollari.
(Contributo editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria S. Catarina - Brasile)
Nell'ambito dello studio “Mappa dell'Idrogeno della Polonia”, Gaz-System ha analizzato il potenziale del mercato dell'idrogeno in Polonia, indicando la necessità di sviluppare un'infrastruttura di trasmissione nel periodo 2030-2035. Lo studio ha riguardato 199 progetti di produzione, consumo, distribuzione e stoccaggio di idrogeno, di cui 178 con dati completi sono stati qualificati per l'analisi. Le informazioni raccolte saranno utilizzate per definire la domanda di trasmissione dell'idrogeno e la sua concentrazione regionale. Gaz-System prevede che la produzione nazionale di idrogeno inizierà ad aumentare significativamente dopo il 2030, raggiungendo 1,11 milioni di tonnellate all'anno nel 2040, mentre il consumo salirà a 2,62 milioni di tonnellate. Il deficit previsto nella produzione nazionale potrebbe richiedere importazioni di idrogeno o un aumento della produzione. Il potenziale produttivo maggiore è concentrato nella Polonia nord-occidentale (Voivodati di Lubusz, Pomerania Occidentale e Pomerania), dove è prevista una produzione di 0,84 milioni di tonnellate entro il 2040. La capacità di elettrolizzatori prevista per il 2030 sarà di 5,6 GW, che supera notevolmente le ipotesi della Strategia polacca per l'idrogeno. D'altra parte, la maggiore domanda di idrogeno è dichiarata nel Voivodato della Grande Polonia e nella Polonia sud-occidentale e centrale, dove i consumatori dichiarano un fabbisogno di 2,13 milioni di tonnellate di idrogeno nel 2040. I settori di consumo principali saranno l'industria e gli impianti di cogenerazione. L'area di stoccaggio rimane poco sviluppata, con una capacità dichiarata di soli 0,013 milioni di tonnellate in tre impianti di stoccaggio sotterranei, che secondo Gaz-System è insufficiente. Tuttavia, 28 produttori e sei consumatori hanno espresso interesse per i servizi di stoccaggio, indicando la necessità di ulteriori investimenti in questo settore. Lo sviluppo del mercato è ostacolato dalla mancanza di infrastrutture di trasmissione e di cooperazione tra produttori e consumatori. Nel contesto normativo, l'emendamento alla legge sull'energia del 12 dicembre introduce disposizioni per il settore dell'idrogeno, che dovrebbero ridurre gli ostacoli allo sviluppo. Gaz-System prevede di creare una rete nazionale dell'idrogeno e studi di fattibilità per la trasmissione dell'idrogeno, integrando al contempo gli operatori di mercato. L'operatore precisa che i dati raccolti non rappresentano un impegno per azioni specifiche, ma sono la base per ulteriori analisi e per la pianificazione dello sviluppo delle infrastrutture.
(Fonte: Gazzetta Italia, Polonia Oggi)
Il Tribunale Distrettuale di Gliwice ha dichiarato il fallimento di Rafako, produttore di caldaie che impiega circa 900 persone. L'azienda aveva presentato istanza a settembre, motivandola con l'impossibilità di raggiungere un accordo con i creditori riguardo alla ristrutturazione del debito. Rafako non è riuscita a ottenere un capitale netto positivo né a garantire fondi per nuovi ordini, aggravando così i suoi problemi di liquidità. La notizia del fallimento ha causato un calo del valore delle azioni di quasi l'11%, portandolo a 0,315 zł. Recentemente, il titolo aveva registrato una ripresa a causa di speculazioni su un piano di salvataggio governativo, successivamente smentite dall'azienda. Nel suo periodo d’oro, Rafako valeva 900 milioni di złoty in borsa, mentre oggi la sua capitalizzazione è scesa a soli 40 milioni. I problemi dell’azienda derivano anche dai ritardi e dai guasti legati al blocco energetico di Jaworzno, che hanno portato a un conflitto con Tauron e a un aumento del numero di creditori. Il principale azionista di Rafako è Multaros Trading, con sede a Cipro (21,6% delle azioni), mentre il Fondo Polacco per lo Sviluppo, azionista di minoranza, ha espresso delusione per la mancata conclusione di un accordo che avrebbe potuto salvare l’azienda.
(Fonte: Gazzetta Italia, Polonia Oggi)
Il GUS (Ufficio Statistico Polacco) ha informato che lo stipendio medio nel settore delle imprese nel novembre 2024 è aumentato del 10,5% rispetto all’anno precedente, per l'importo di 8478,26 zloty lordi. I dati sulle retribuzioni medie mensili lorde nel settore delle imprese comprendono le retribuzioni di base e gli elementi aggiuntivi delle retribuzioni, compresi bonus, premi, indennità per il lavoro straordinario e prestazioni pensionistiche che sono importanti per la crescita economica perché i guadagni influenzano direttamente le opportunità di consumo dei polacchi. Il consumo privato è una componente importante della crescita del PIL. Nel terzo trimestre dell'anno, i consumi sono aumentati dello 0,3% rispetto all'anno precedente. GUS ha spiegato che nel novembre 2024, lo stipendio medio mensile lordo nel settore delle imprese era superiore a ottobre del 1,9% a causa di pagamenti bonus e premi festivi, giubileo e premi in occasione della Giornata dei Minatori (insieme agli stipendi base, sono anche inclusi nelle componenti degli stipendi). Gli economisti si aspettavano che la crescita annuale dei salari nel settore delle imprese sarebbe rimasta a due cifre (il consenso previsto ipotizzava un aumento del 10,0% rispetto all'anno precedente). Il GUS ha fornito i dati relativi all'occupazione nel settore delle imprese che sono diminuiti dello 0,5% rispetto all’anno precedente e sulla base mensile, dello 0,1%, raggiungendo 6462,7 mila posti di lavoro in meno. Gli economisti dell'Istituto Economico Polacco osservano che i tagli più consistenti di posti di lavoro possono essere osservati "nelle industrie più colpite dal recente rallentamento, come per esempio l'industria". Il settore delle imprese, per il quale i dati pubblicati ieri dal GUS, fanno parte dell'economia nazionale, comprende entità con un numero di dipendenti pari o superiore a 10 persone che svolgono attività imprenditoriali. La crescita dei salari continua a due cifre (10,5% anno su anno) nonostante una base elevata e un numero di giorni lavorativi inferiore rispetto a quello di un anno fa. Il bonus in miniera ha aiutato. “L'occupazione è diminuita dello 0,5% su base annua (5 mila posti di lavoro più di ottobre). Il mercato del lavoro sembra buono. La disoccupazione rimane ai minimi storici” hanno informato gli economisti di ING Bank Śląski.
(Fonte: Gazzetta Italia, Polonia Oggi)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Lo stabilimento di costruzione degli stampi a Tychy, parte di Stellantis-FCA Poland, prevede di licenziare 90 dipendenti entro la fine di novembre 2025, secondo quanto riportato dal portale tychy.info. Attualmente, lo stabilimento impiega circa 2600 persone e produce modelli come Fiat 500, Abarth 500 e Lancia Ypsilon. La decisione di riduzione è stata comunicata all’Ufficio del Lavoro Distrettuale di Tychy. I licenziamenti rappresentano un ulteriore passo nella ristrutturazione dell’azienda, che lo scorso anno ha chiuso la fabbrica di motori a Bielsko-Biała, con il licenziamento di 468 dipendenti. Le ragioni includono le nuove normative UE sulle emissioni e il calo della domanda di motori a combustione interna. Gli esperti sottolineano che le difficoltà nel settore automobilistico in Polonia sono dovute al calo della domanda, ai ritardi nei progetti e agli alti costi operativi. Sebbene il segmento dei produttori di componenti e accessori abbia registrato un aumento dell’occupazione, i produttori di veicoli e rimorchi mostrano cali. Il rapporto AutomotiveSuppliers evidenzia che simili processi di ristrutturazione stanno interessando tutta l’Europa, portando a riduzioni di personale e chiusure di stabilimenti.
I dati dell'Ufficio Centrale di Statistica hanno mostrato che gli investimenti sono cresciuti dello 0,1% su base annua nel terzo trimestre, i consumi privati sono aumentati dello 0,3% e la domanda interna è cresciuta del 4,4% su base annua. Un sondaggio condotto dalla PAP ha indicato che il mercato si aspettava un aumento degli investimenti del 2,2% su base annua, dei consumi privati del 3,0% su base annua e della domanda interna del 4,5% su base annua. Su base trimestrale, il PIL è sceso dello 0,1% contro lo 0,2% della precedente stima flash. “L'Ufficio Centrale di Statistica ha confermato che l'economia polacca è cresciuta del 2,7% a/a nel terzo trimestre. Ciò che sorprende è la struttura della crescita. I consumi, gli investimenti e le esportazioni hanno ristagnato, mentre la crescita delle scorte (+3,2 punti percentuali) ha superato il 100% della crescita del PIL. Una struttura assurda, ma che non si ripeterà nel 4° trimestre” si legge in un commento degli analisti di Bank Pekao. “L'Ufficio Centrale di Statistica ha confermato la crescita del PIL al 2,7% nel 3° trimestre. Riassumiamo la struttura come segue: consumi privati +0,3 per cento, investimenti +0,1 per cento, esportazioni -0,7 per cento" hanno scritto gli economisti di mBank. “Senza analizzare il contesto, questa potrebbe essere vista come una folle composizione recessiva. La crescita del PIL è stata 'fatta' dalle scorte. Più che di un aumento pro-ciclico di questa parte della contabilità nazionale, si tratta di un segnale di un inatteso rallentamento della domanda. Sappiamo già che il quarto trimestre è iniziato meglio e che anche i trimestri successivi saranno migliori”, hanno aggiunto.
(Fonte: Gazzetta Italia, Polonia Oggi)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
L’interscambio tra la Repubblica Ceca e l’Italia è rimasto stabile nel primo semestre dell’anno. Lo indicano i dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.
Il volume del commercio tra i due paesi è rimasto stabile a circa 228 miliardi di corone. In euro il volume ha raggiunto 9,1 miliardi di euro. Le esportazioni e le importazioni per la Repubblica Ceca hanno avuto un andamento omogeneo. Le vendite italiane verso la Repubblica Ceca hanno raggiunto 4,15 miliardi di euro, le vendite ceche in Italia 4,95 miliardi di euro.
Nell’interscambio è molto forte la quota dei macchinari industriali e dei mezzi di trasporto. Il commercio estero ceco sta tuttavia ancora aspettando una ripresa più vigorosa dopo la crisi energetica e dell’alta inflazione.
Fonte: https://csu.gov.cz/
I rapporti tra l’Italia e la Repubblica Ceca sono forti anche nell’ambito sportivo e non solo nel calcio
L’Ambasciata d’Italia a Praga ha organizzato mercoledì 11 settembre nei suoi saloni una serata dedicata alla Giornata dello sport italiano nel mondo, che ha visto la presenza del celebre ex calciatore del Genoa Tomáš Skuhravý o di Carlo Capalbo, un vero trait d’union nel settore della corsa tra l’Italia e la Repubblica Ceca grazie ai progetti RunCzech e Napoli Running. “La diplomazia sportiva è importante per promuovere le eccellenze italiane e sostenere l'internazionalizzazione delle imprese e delle filiere sportive“ ha indicato l’Ambasciatore italiano a Praga S.E. Mauro Marsili.
Nell’ambito dell’iniziativa verranno nei prossimi giorni realizzati altri eventi pubblici, tra cui sessioni di allenamento con l’allenatore italiano della nazionale ceca di beach volley maschile Andrea Tomatis, nominato allenatore dell’anno 2023 in categoria sport collettivi dal Comitato Olimpico Ceco. Tutte le iniziative per la Giornata dello sport sono organizzate dall’Ambasciata con il contributo dell'IIC di Praga, della Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca e del COMITES.
(Fonte: Ambasciata d’Italia)
La Repubblica Ceca e l’Italia sono allineate sul tema delle politiche comunitarie riguardanti il settore dell’automotive. Lo ha comunicato il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La scorsa settimana si è tenuta una videoconferenza tra il ministro italiano Adolfo Urso e quello ceco Jozef Síkela. Dall’incontro a distanza è emersa “piena sintonia tra le posizioni dell'Italia e quelle della Repubblica Ceca sulla necessità di rivedere la politica europea sull'auto”.
Del tema si parlerà questa settimana nel Consiglio Competitività, che riunisce i ministri di tutti i Paesi membri. Roma vorrebbe anticipare la revisione del vincolo di cessare la produzione delle auto con i motori termici dal 2026 al 2025. Le case automobilistiche europee inoltre spingono per rivedere il sistema di penalità, qualora non vendano un numero sufficiente di auto elettriche.
L’economia ceca ha continuato a crescere anche nel terzo trimestre di quest’anno. Lo indicano i dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.
La prima stima indica che nel terzo trimestre l’economia ceca è cresciuta dell’1,3% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il risultato è in miglioramento rispetto al secondo trimestre, quando l’aumento era stato dello 0,4%. Rispetto al trimestre precedente il Pil è cresciuto dello 0,3%.
“Alla crescita dell’economia nel confronto anno su anno hanno contribuito soprattutto i consumi finali delle famiglie, che crescono senza sosta dall’inizio dell’anno” ha indicato Vladimír Kermiet dell’ufficio di statistica. Un contributo positivo è arrivato anche dai consumi del settore governativo e dalla domanda estera, mentre l’impatto degli investimenti è stato negativo.
(Fonte: https://csu.gov.cz/rychle-informace/predbezny-odhad-hdp-3-ctvrtlet)
L’Italia si colloca tra le destinazioni più scelte dai cechi per acquistare una seconda casa all’estero, secondo i dati forniti dalla ČSOB, sulla base dei finanziamenti concessi.
Circa il 12% dei clienti che hanno usufruito del finanziamento di una delle più grandi banche ceche ha acquisito una seconda casa in Italia. E’ il secondo dato più alto dopo la Spagna. I cechi preferiscono le località al mare, con Albania e Croazia al terzo e quarto posto.
L’interesse dei cechi per le seconde case all’estero è in forte ascesa. “Se confrontiamo la domanda rispetto al 2022, siamo già ora con dati dopo dieci mesi a un livello superiore al 20%. Inoltre, in autunno attendiamo un aumento ancora più forte,” ha indicato Miroslav Zetek, membro del CdA di ČSOB. La banca ha un programma di mutui dedicato all’acquisto di case all’estero, Hypotéky bez hranic.
(Fonte: https://www.csob.cz/csob/servis-pro-media/tiskove-zpravy?id=TZ241114)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Flávia Albuquerque - Giornalista presso Agência Brasil
Il settore dei macchinari e delle attrezzature ha registrato una crescita nel mese di ottobre, con un fatturato netto totale del settore pari a 26,3 miliardi di R$, che rappresenta un aumento dell’11,3% rispetto al mese precedente e del 6,4% nel confronto annuale.
Il bilancio è stato pubblicato mercoledì (27) dall’Associazione Brasiliana dell’Industria dei Macchinari e delle Attrezzature (Abimaq). L’aumento è stato trainato dal miglioramento delle esportazioni e delle vendite sul mercato interno.
Le vendite nel mercato estero sono cresciute dell’8,2% rispetto al mese precedente. Rispetto allo stesso mese del 2023 si registra un leggero calo, pari allo 0,6%, dopo la crescita del 12,2% registrata a settembre 2024. Secondo Abimaq il calo rispetto allo stesso periodo del 2023 è dovuto alla contrazione dei prezzi relativi (- 5,2%).
In termini di quantità la crescita è stata del 5,4%. Nel mese, le esportazioni hanno raggiunto 1,407 miliardi di dollari, il miglior risultato del 2024. Da inizio anno, il risultato cumulato è stato inferiore del 7% rispetto al risultato del 2023 (da gennaio a ottobre), mantenendo la tendenza alla ripresa.
Le importazioni sono state pari a 2,7 miliardi di dollari nel mese di ottobre, il 6,1% in più rispetto a settembre e un aumento del 32,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Nel confronto mensile il consumo apparente nel settore dei macchinari e delle attrezzature, che considera la produzione industriale nazionale totale e le importazioni, meno le esportazioni, è aumentato del 10,5%. Rispetto a ottobre dello scorso anno si è registrato un aumento del 21,6%.
Personale occupato
Nel mese di ottobre si è registrato un miglioramento del numero degli occupati nel settore, che ammontano a 398mila addetti. La crescita è stata dello 0,1% rispetto a settembre e dell’1,5% rispetto a ottobre 2023.
(Fonte: Agência Brasil)
(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
La Commissione di supervisione finanziaria (KNF) polacca ha autorizzato l’apertura in Polonia della nuova banca Industrial Bank of Korea con sede a Seoul in Corea del Sud. Come ha annunciato la KNF in Polonia la banca coreana è registrata come società per azioni IBK Bank Polska SA. La IBK è una delle maggiore banche nella Corea del Sud ed è controllata dal governo coreano. La KNF ha accettato la struttura della nuova banca e il primo comitato esecutivo che sarà composto da tre membri: due polacchi e un coreano. Il presidente dell’azienda sarà Paweł Ziółkowski, Szymon Hajduk sarà uno dei membri del consiglio di amministrazione responsabile per la gestione dei rischi significativi e Ji Wook Kim sarà uno dei membri del consiglio di amministrazione responsabile della supervisione delle aree commerciali. La IBK Bank Polska SA sarà una banca che serve principalmente le piccole e medie imprese.
La Polonia rafforza la sua posizione tra i principali mercati logistici in Europa. Secondo il rapporto di Cushman & Wakefield, da gennaio a settembre 2024 il Paese si è classificato al secondo posto per contratti di locazione di spazi logistici, superato solo dalla Germania. Questo risultato è il frutto non solo di una domanda crescente di spazi moderni, ma anche del vantaggio competitivo della Polonia rispetto ai Paesi dell'Europa occidentale e centrale. La domanda in crescita si concentra soprattutto in settori come la logistica, l'e-commerce e la produzione, che generano la maggior parte delle richieste. Le aziende scelgono la Polonia per le condizioni favorevoli: affitti competitivi, costi energetici più bassi e manodopera conveniente. Gli sviluppatori immobiliari stanno cercando di rispondere a queste esigenze, ma il numero di nuovi progetti sta diminuendo, il che potrebbe portare a una carenza di spazi disponibili in futuro. Nel terzo trimestre del 2024 sono stati affittati oltre 1,1 milioni di metri quadri di spazi logistici, con un calo del 34% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, il 72% dei nuovi edifici è stato affittato prima della consegna, dimostrando il forte interesse per il mercato. In regioni come Mazovia, Łódź e Bassa Slesia, la disponibilità di spazi rimane limitata, il che potrebbe spingere gli investitori a pianificare nuovi progetti. I canoni di locazione sono stabili, ma grazie a incentivi finanziari gli affittuari possono ottenere sconti significativi. Con la diminuzione degli investimenti speculativi (progetti avviati senza contratti di affitto garantiti) e l'aumento della domanda per le posizioni chiave, la Polonia sta diventando un mercato sempre più competitivo per le aziende in cerca di spazi logistici. Gli esperti prevedono che il ruolo del Paese in questo settore continuerà a crescere. Grazie alla sua posizione strategica, all'infrastruttura in espansione e all'importanza crescente dell'e-commerce, la Polonia rimane una delle destinazioni più attraenti per gli investitori del settore logistico in Europa.
Le modifiche al contributo sanitario per gli imprenditori, che prevedono l'abolizione del pagamento sulla vendita dei beni strumentali, entreranno in vigore il 1° febbraio 2025, con un mese di ritardo rispetto alla data inizialmente prevista. La nuova normativa, pensata per rispondere alle richieste delle piccole imprese, include anche la riduzione della base minima per il calcolo del contributo sanitario al 75% del salario minimo. Rappresentanti di diverse forze politiche hanno sottolineato che la riforma è particolarmente vantaggiosa per le piccole attività, come officine e saloni di parrucchieri, e per le aziende con bassi guadagni. L’obiettivo principale è eliminare le norme sfavorevoli che obbligavano al pagamento del contributo sanitario sui redditi occasionali derivanti dalla vendita di macchinari e immobili, un onere pesante soprattutto per le microimprese. Sebbene la riforma comporterà una perdita di circa 570 milioni di złoty nel bilancio del Fondo Nazionale per la Salute (NFZ) nel 2025, i politici hanno concordato che si tratta di un costo accettabile. Il deficit sarà compensato con un contributo statale proveniente da un fondo di riserva, garantendo così la stabilità del sistema sanitario pubblico. Il progetto ha ricevuto il sostegno dei gruppi parlamentari di Lewica, Polska 2050 e PSL, che ne evidenziano l'importanza per migliorare le condizioni delle attività economiche in Polonia. Secondo i rappresentanti del governo, queste modifiche rappresentano un compromesso ragionevole tra gli interessi degli imprenditori e le esigenze del bilancio statale, favorendo la crescita degli investimenti e dello sviluppo economico.
La catena HalfPrice, di proprietà del Gruppo CCC, ha debuttato nel suo dodicesimo mercato. Il primo negozio HalfPrice in Spagna è stato aperto a Saragozza presso la Galeria Puerto Venecia, uno dei più grandi centri commerciali d'Europa. “L'espansione di HalfPrice nei mercati esteri occidentali è il nostro obiettivo strategico, soprattutto dopo il successo ottenuto nella nostra parte d'Europa. Questo format ha ottenuto un grande riconoscimento in ognuno dei Paesi in cui è già apparso. È arrivato il momento della Spagna, dove abbiamo piani di sviluppo promettenti” afferma Dariusz Miłek, il direttore generale di HalfPrice. La catena offre prodotti di marca a prezzi scontati appartenenti a categorie come abbigliamento, calzature, accessori, arredi per la casa, decorazioni, regali o articoli per animali. HalfPrice è già presente in paesi come Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Romania, Ucraina, Slovenia, Lituania, Lettonia e Ungheria.
(Fonte: Gazzetta Italia, Polonia Oggi)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Il World Economic Forum ha evidenziato il concetto di capitale naturale come una delle maggiori opportunità di business per il futuro. L'ente lo definisce come l'insieme dei beni naturali che comprende terra, suolo, acqua, aria e biodiversità. Queste risorse sono essenziali per il funzionamento dell’economia globale, poiché forniscono servizi vitali come la regolazione del clima, la purificazione dell’acqua e la fertilità del suolo.
Il concetto di capitale naturale propone un approccio innovativo e sistemico che ha un ampio campo di applicazione in Brasile.
Ogni risorsa naturale verrebbe trattata come un bene strategico. Questo approccio va oltre la preservazione, trasformando aree viste come passività ambientali, come le riserve legali e le aree di protezione permanente, in attività finanziarie.
Attraverso i crediti per la biodiversità, i pagamenti per i servizi ambientali e i crediti di carbonio, queste aree possono generare grandi ritorno finanziario e proteggere gli ecosistemi.
Il potenziale commerciale legato al capitale naturale è immenso e potrebbe generare una somma significativa di 10 trilioni di dollari entro il 2030, generando più di 400 milioni di posti di lavoro in areei quali la biodiversità e i servizi ecosistemici.
Il Brasile, con le sue vaste risorse naturali e la sua impareggiabile biodiversità, è nella posizione di guidare questa transizione verso l’economia verde, unendo la crescita economica alla rigenerazione ambientale.
La creazione di mercati finanziari che attribuiscano valore ai servizi ecosistemici, come i crediti per la biodiversità e la valutazione delle società che gestiscono beni naturali, può cambiare questa dinamica.
Ciò consentirà al capitale naturale di diventare un bene riconosciuto e apprezzato sul mercato, incoraggiando maggiori investimenti privati nel recupero e nella conservazione dell’ambiente.
(Contributo editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria S. Catarina - Brasile)
Approfittando della presenza dei leader del gruppo delle 20 maggiori economie del mondo (G20) a Rio de Janeiro, la Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI) e Business Europe hanno firmato una lettera congiunta chiedendo la firma di un accordo commerciale tra il Mercosur e l'Unione Europea (UE).
Secondo il documento, il trattato, in lavorazione da più di due decenni, aumenterebbe di quasi cinque volte l'integrazione del Brasile nel mercato globale, dicono gli imprenditori al G20.
Secondo i calcoli del CNI (Conf. Naz. Industria) , i partner con cui il Paese ha accordi attualmente consentono un accesso preferenziale (ad esempio a un tasso inferiore) a circa l’8% delle importazioni globali di beni. Con un accordo con il Blocco del Nord, questa percentuale salirebbe al 37% – tenendo conto che l’UE ha una quota del 29% delle vendite sul mercato interno – e aprirebbe maggiori opportunità di business in nuovi mercati.
Il settore dei servizi del Brasile, il più grande in termini di PIL, cresce dell’1% a settembre, oltre le aspettative, secondo i dati diffusi dall'Istituto brasiliano di geografia e statistica (IBGE) questo mese.
Il settore più importante del PIL, quello dei servizi, è un termometro della crescita dell'economia.
Secondo IBGE i servizi hanno raggiunto il punto più alto della serie storica.
La situazione economica può anche favorire la crescita dei servizi, ma non spiega da sola il buon andamento del settore”, ha affermato lIBGE.
Il segmento del turismo è dell’8,1% superiore al livello di febbraio 2020.
Tali attività sono cresciute in sei delle 17 località analizzate, con Rio de Janeiro (14,9%) che ha fornito il contributo positivo più rilevante, grazie al festival Rock in Rio.
Altri incrementi si sono verificati nell'informazione e comunicazione (1,0%); trasporti (0,7%) e servizi alle famiglie (0,4%).
Un rapporto pubblicato questo mese indica una riduzione del 55% della deforestazione nel bioma tra gennaio e giugno 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Ciò nonostante, tra gennaio e giugno sono stati distrutti 21.401 ettari di aree verdi del sistema, l’equivalente di 20.000 campi da calcio. Nello stesso periodo del 2023 la distruzione è stata di 47.896 ettari.
Il monitoraggio è effettuato dal Deforestation Alert System (SAD), una partnership tra le ONG Fundação SOS Mata Atlântica, Arcplan e MapBiomas.
Secondo il rapporto, la significativa riduzione è in gran parte dovuta al rafforzamento della ispezione, al taglio del credito per i disboscatori illegali e all’uso dei “sequestri immobiliari a distanza”, come vengono chiamate le restrizioni applicate alle aree deforestate rilevate dal monitoraggio a distanza, che ne impediscono l’uso commerciale.
La mappatura di MapBiomas indica che il processo di rigenerazione della vegetazione è attualmente maggiore della deforestazione, il che è un’ottima notizia.
Tuttavia, questa percentuale è ben al di sotto del limite minimo accettabile per la sua conservazione, che secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science è pari al 30%.
“Affinché il Brasile possa rispettare gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi, dobbiamo raggiungere la deforestazione zero in tutti i biomi entro il 2030” afferma Marcos Rosa, coordinatore tecnico di MapBiomas.
La Foresta Atlantica ha il potenziale per essere il primo bioma brasiliano a raggiungere questo obiettivo.
La deforestazione continua a verificarsi nelle foreste mature e più vecchie, che contengono una maggiore ricchezza di specie di flora e fauna.
(Contributo editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria S. Catarina - Brasile)