Domenica 6 Luglio 2025
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Dopo il pollame e la carne bovina, è ora il turno della carne di maiale a lanciare l'allarme sul deterioramento della sovranità alimentare della Francia. Non siamo ancora arrivati allo stesso livello, ma l'autosufficienza della carne suina sta perdendo terreno.
La causa è un calo della produzione del 10% in 3 anni, direttamente collegato alla scomparsa degli allevamenti. La Francia ha ancora 10.000 allevamenti di suini ed è ancora il 3° produttore in Europa, ma i più vecchi non trovano nuovi proprietari e potrebbe presto scendere dal podio.
Il consumo di carne suina è destinato ad aumentare nuovamente nel 2024, ma il numero di allevamenti francesi è in calo. La carne di maiale rimane la preferita dei francesi, avvantaggiando le importazioni: infatti, un prodotto di salumeria su cinque è importato.
Di conseguenza, la bilancia commerciale francese si sta deteriorando, poichè il volume delle importazioni supera quello delle esportazioni. Si spera in una ripresa grazie a un nuovo accordo con la Cina, diventata il primo mercato di sbocco davanti all'Italia.
Tuttavia, la soluzione prevista per limitare le importazioni a basso costo sarebbe quella di consolidare la produzione e non necessariamente aumentarla. In quest'ottica, Inaporc ha appena lanciato un’ "iniziativa di responsabilità sociale d'impresa". L'obiettivo di questa iniziativa, nota come "la carne di maiale di domani", è quello di ripristinare il 100% dell'offerta di carne suina francese entro il 2035. Gli obiettivi sono molteplici: sovranità alimentare, attrattività, ambiente, ecc. Per raggiungerli sono stati fissati una serie di cambiamenti, tra cui: la diagnosi di tracciabilità, la riduzione dell'uso di antibiotici e la decarbonizzazione degli edifici.
2023 non è stato un anno di successo per il settore biologico in Francia. Il calo delle vendite è stato interroto, ma la situazione rimane fragile.
Con appena 5 milioni di euro di attività in più, il fatturato del settore si è stabilizzato a 12 miliardi (contro - 4,6% nel 2022). In termini di volume, invece, nessuna ripresa in vista, con un calo del 7% degli acquisti.
La percentuale di prodotti biologici sulle nostre tavole è scesa al di sotto del 6%, rispetto al doppio degli altri Paesi europei. Nonostante ciò, ci sono alcuni aspetti positivi, come ad esempio i negozi specializzati che hanno registrato un aumento delle vendite del 2,2% nel 2023, o il ritorno dei clienti occasionali. La vendita diretta alla fattoria, invece, registra un balzo dell'8,7 %, con i francesi che si riforniscono direttamente dai produttori.
L'obiettivo principale è ridurre la dipendenza dalla grande distribuzione. Inoltre, pizzerie, catering e gelaterie sono tra i nuovi target da conquistare. Non c'è nulla di inevitabile in questo, visto che la Germania è riuscita a incrementare le vendite biologiche del 5%. Ma questa mancanza di crescita si ripercuote sulla produzione. La Francia ha perso terreno, con un calo della produzione biologica di 54.000 ettari. Ciò ha indotto il governo ad aumentare di 15 milioni di euro gli aiuti agli agricoltori biologici in difficoltà.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)
La Banca d'Inghilterra (BoE) ha deciso di mantenere i tassi d'interesse al 5,25% per la settima volta consecutiva, in quella che ha descritto come una decisione "finemente bilanciata". Questa mossa ha deluso le speranze dei Conservatori di un impulso all’economia e alle finanze delle famiglie a sole due settimane dalle elezioni britanniche del 4 luglio.
Nonostante ciò, la BoE ha segnalato che una riduzione potrebbe essere possibile già nella prossima riunione di agosto, spingendo i trader ad aumentare le decisioni d’investimento su un taglio dei tassi in estate.
La decisione di giovedì, presa dal Comitato di Politica Monetaria (MPC) con un voto di sette a due, è in linea con le aspettative degli economisti e mantiene i tassi al livello più alto degli ultimi 16 anni. Questa decisione è arrivata nonostante i dati del giorno precedente mostrassero che l'inflazione generale è scesa all'obiettivo del 2% della BoE per la prima volta in tre anni. Tuttavia, l'inflazione dei servizi è risultata più alta del previsto, al 5,7%.
Andrew Bailey, il governatore della BoE, ha dichiarato: "È una buona notizia che l'inflazione sia tornata al nostro obiettivo del 2%. Dobbiamo essere sicuri che la stessa rimanga bassa e per questo abbiamo deciso di mantenere i tassi al 5,25% per ora."
La decisione della BoE sarà una delusione per il Primo Ministro Rishi Sunak, che si è attribuito il merito del calo dell'inflazione e ha suggerito che il suo governo ha aperto la strada a tagli dei tassi. I trader ora prevedono una probabilità superiore al 40% di un primo taglio di un quarto di punto alla riunione della BoE del 1° agosto - dopo le elezioni - in aumento rispetto di circa un terzo prima dell'annuncio di giovedì.
I verbali della riunione hanno mostrato che alcuni membri dell'MPC che hanno votato per mantenere i tassi hanno giudicato la decisione "finemente bilanciata", un segno che si stanno avvicinando a votare per un taglio.La sterlina è scesa dello 0,2% contro il dollaro a 1,2688 dopo la decisione. La decisione della BoE lascia l’Inghilterra indietro rispetto alla Banca Centrale Europea e alla Banca del Canada, che hanno già iniziato ad abbassare i tassi d'interesse. Al contrario, la Federal Reserve degli Stati Uniti ha anch'essa mantenuto i tassi fermi finora, con le sue ultime previsioni che suggeriscono che potrebbe tagliare solo una volta quest'anno.
(Contributo editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il settore delle università occupa un posto di primo piano all’interno del sistema economico dell’Australia, generando nel 2023 un giro d’affari di oltre 37 miliardi di dollari australiani (AUD). Le università australiane godono di una reputazione in ascesa nelle classifiche mondiali; tuttavia, la forte dipendenza finanziaria delle università dagli studenti internazionali non è priva di sfide. Al contempo, si osserva una sempre maggiore propensione alla mobilita internazionale degli studenti universitari australiani.
Classifiche e prestigio
Il crescente prestigio delle università australiane è confermato dalla loro performance nei ranking mondiali. L’ultima edizione della classifica QS World University Rankings, gestita dal consulente globale per l'istruzione superiore Quacquarelli Symonds, ha visto l'Università di Melbourne (University of Melbourne, fondata nel 1853) raggiungere un nuovo massimo storico posizionandosi al 13° posto nel mondo, salendo dal 14° posto dell'anno scorso. Anche l'Università di Sydney (University of Sydney, fondata nel 1850) è salita di una posizione arrivando al 18° posto, mentre l'Università del Nuovo Galles del Sud (University of New South Wales, fondata nel 1948) è rimasta stabile al 19°.
In totale, 38 università australiane sono state classificate, tra cui nove che si sono piazzate tra le prime 100 e tre tra le prime 20.
Le più prestigiose università australiane sono tradizionalmente affiliate al Gruppo delle Otto, che include oltre alle già citate Università di Melbourne, Università di Sydney e Università del Galles del Sud anche l’Università Nazionale Australiana, l’Università del Queensland, l’Università Monash, l’Università dell’Australia Occidentale e l’Università di Adelaide.
Studenti internazionali
A livello nazionale, le università australiane si trovano a dover affrontare una sfida significativa a causa della loro crescente dipendenza dalle tasse degli studenti stranieri.
A febbraio 2024, il numero di stranieri con un visto studentesco ha superato i 700.000 rispetto ai circa 580.000 pre-pandemia. L'Università di Sydney e l'Università di Melbourne avevano la più alta percentuale di studenti internazionali, rispettivamente al 43% e al 45%. Nelle università del Nuovo Galles del Sud, il ritorno ai livelli pre-pandemici delle iscrizioni di studenti internazionali nel 2023 ha visto un aumento del 12% rispetto all'anno precedente, portando a un totale di 166.178 studenti universitari stranieri.
Le università guadagnano quasi il doppio dalle tasse degli studenti stranieri rispetto a quelle degli studenti nazionali, con una media di 41.117 dollari per studente internazionale contro i 22.996 dollari per studente nazionale. Le tasse degli studenti internazionali hanno contribuito con quasi 9 miliardi di dollari alle entrate totali delle università nel 2022, secondo gli ultimi dati, rappresentando quasi un quarto delle entrate totali (34,7 miliardi di dollari). All'Università di Sydney, le tasse degli studenti internazionali hanno rappresentato 1,4 miliardi di dollari delle entrate totali dell'istituzione nel 2022, superando ampiamente il miliardo di dollari proveniente dal governo federale.
Alcuni studi, come quello fatto da NAP, hanno inoltre dimostrato come la spesa degli studenti internazionali abbia contribuito a determinare più della meta dell’aumento di 1.5% del PIL australiano nel 2023, evidenziando la grande importanza di questo gruppo nell’economia australiana. Tuttavia, questa consistente presenza non comporta solo benefici finanziari per le università e l’economia australiana in generale, ma arricchisce anche i loro campus con una diversità di prospettive e background. Ciò favorisce la creazione di un ambiente di apprendimento globale e inclusivo oche migliora l'esperienza educativa per tutti gli studenti, preparandoli a operare in un mondo sempre più interconnesso e globale.
Sfide
L’aumento del numero di studenti internazionali ha portato con sé preoccupazioni riguardo alla disponibilità di alloggi e alla sostenibilità finanziaria delle istituzioni accademiche, in quanto le università hanno iniziato a fare sempre più affidamento sulle entrate derivanti dalle tasse degli studenti internazionali. Questo ha anche messo in evidenza la vulnerabilità del sistema universitario australiano ai cambiamenti geopolitici ed economici globali, come dimostrato durante la pandemia quando sono state introdotte forti limitazioni agli spostamenti internazionali avendo un impatto immediato sulle entrate delle università. La necessità di diversificare le fonti di entrate e ridurre la dipendenza dagli studenti internazionali diventa quindi cruciale per garantire la sostenibilità a lungo termine delle istituzioni accademiche australiane.
L'introduzione di un disegno di legge che consentirebbe al ministro dell'istruzione di stabilire un numero massimo di nuove iscrizioni di studenti internazionali potrebbe ulteriormente influenzare la situazione finanziaria delle università d’Australia. Data la forte dipendenza delle università dagli studenti internazionali, questo provvedimento potrebbe danneggiarle fortemente, come suggerito dai rappresentanti del Gruppo delle Otto a maggio 2024.
Passando al contesto più specifico del Nuovo Galles del Sud, le università dello stato ricevono ben 40% delle loro entrate dalle tasse studentesche da solo tre paesi stranieri: Cina, India e Nepal. Nel 2023, queste tre nazioni hanno contribuito con 2,5 miliardi di dollari, pari al 71,7% delle entrate totali derivanti dagli studenti internazionali. Questo livello di dipendenza rappresenta un significativo rischio di concentrazione per l'intero settore universitario del Nuovo Galles del Sud. Le variazioni nei tassi di approvazione dei visti, nelle condizioni geopolitiche o economiche, o nelle restrizioni di viaggio di questi Paesi potrebbero influenzare drasticamente le entrate e la stabilità finanziaria delle università.
Nel 2023, otto delle dieci università del Nuovo Galles del Sud hanno riportato deficit netti, con solo l'Università di Sydney e l'Università di Newcastle che sono riuscite a evitare il rosso, grazie al successo nell'attrarre studenti internazionali. Infatti, la diminuzione del numero di studenti nazionali a tempo pieno, calato del 2,6% nel 2023, aggrava ulteriormente la situazione.
Mobilità internazionale
Gli studenti australiani stanno dimostrando un crescente interesse per le esperienze di studio all'estero, come evidenziato da un recente studio. Il 76% degli studenti considera importanti queste opportunità, un aumento rispetto al 66% del 2020, principalmente per i benefici occupazionali e accademici che offrono. Le università australiane stanno collaborando con istituzioni straniere per facilitare queste esperienze. In particolare, vi sono opportunità di partnership con università italiane, che potrebbero rafforzare i legami accademici e culturali tra i due paesi, arricchendo l'esperienza educativa degli studenti australiani attraverso programmi di scambio e collaborazioni di ricerca.
L'Australia ha uno dei più grandi settori tecnologici nell'emisfero meridionale. Il contributo economico del settore al PIL è aumentato del 79% dal 2016-17, raggiungendo 167 miliardi di dollari australiani nel 2020-21. Questo equivale a circa l'8,5% del PIL. L'adozione digitale rapida durante COVID-19 ha fatto sì che il settore tecnologico dell'Australia crescesse del 26% - o di 34 miliardi di dollari - nell'anno fino a giugno 2021. Il Consiglio Tecnologico dell'Australia ha fissato un obiettivo affinché la tecnologia contribuisca con 250 miliardi di dollari all'anno al PIL dell'Australia entro il 2030. Questo sarebbe equivalente a 1,2 milioni di posti di lavoro. (dati: 800 aziende fintech, 551 startup agritech, 600 aziende edtech, 800 milioni di dollari australiani investiti annualmente).
L'Australia è inoltre, una potenza emergente nell'energia rinnovabile grazie alle vaste risorse solari e eoliche e alla ricchezza di terre rare e altri minerali, risorse attraenti per gli investitori interessati all'esportazione di energia rinnovabile. Con enormi riserve di minerali essenziali per la transizione verso un'economia a zero emissioni, l'Australia detiene grandi quantità di zinco, nichel, tantalio, litio e cobalto, oltre a abbondanti minerali delle terre rare. Inoltre, i dati mostrano che l'Australia sta registrando una crescita costante nell'energia rinnovabile, con la produzione elettrica da fonti rinnovabili che ha rappresentato il 29% del totale nel 2021. Globalmente, l'Australia si posiziona sesta nell'indice di attrattività delle energie rinnovabili, sviluppato da EY. L'indice considera fattori come imperativi energetici, stabilità delle politiche, capacità di realizzazione dei progetti e diversità delle risorse naturali. L'obiettivo dell'Australia è diventare un esportatore chiave di energia rinnovabile entro il 2030, una direzione strategica che potenzia l'attrattività degli investimenti.
L'Australia è una delle destinazioni di investimento più efficienti per la generazione di energia solare, grazie a una combinazione di geografia ideale e un ambiente legale ed economico favorevole. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, l'Australia ha il terzo costo più basso per la generazione di energia solare tra i principali produttori di energia solare. Il Paese ha ottenuto risultati notevoli nell'energia solare e nei brevetti per le tecnologie rinnovabili, con obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni, è diventata una destinazione attraente per gli investimenti stranieri nel settore delle energie rinnovabili.
In termini di produzione energetica solare, l'Australia è tra i principali produttori al mondo, sia in termini assoluti che pro capite. Progetti su larga scala, come l'AREH nella regione di Pilbara, stanno generando interesse e investimenti globali, puntando alla produzione di idrogeno verde per l'esportazione.
L'Australia, negli ultimi anni è diventata una pioniera dell'idrogeno, iniziano il suo percorso con la prima spedizione mondiale di idrogeno liquefatto in Giappone. L'Agenzia Internazionale dell'Energia afferma che Europa e Australia stanno guidando la strada nei progetti di produzione di idrogeno. Ciò significa che l'Australia avrà la capacità di esportare idrogeno verso centri ad alta domanda in Asia, inclusi Giappone, Singapore, India e Corea. L’Australia con oltre cento progetti di idrogeno in cantiere resta all'avanguardia nella produzione di idrogeno.
L'industria manifatturiera contribuisce a circa il 6% del PIL australiano e sostiene 826.200 posti di lavoro. Inoltre, contribuisce in misura significativa alla ricerca, allo sviluppo e alle esportazioni australiane. Nonostante abbia avuto un ruolo fondamentale nella risposta sanitaria alla COVID-19, l'industria manifatturiera australiana ha subito un declino nello sviluppo. Molte aziende faticano ad eguagliare le economie di scala dei concorrenti globali a causa delle grandi distanze geografiche dell'Australia dai mercati globali e tra i centri urbani. Poiché il settore manifatturiero è cruciale per un'economia moderna, il governo australiano sta investendo per rivitalizzare il paese come Nazione manifatturiera e per evidenziare che l'Australia è aperta agli affari.
Il governo australiano ha intensificato il supporto per la rinascita e lo sviluppo delle capacità manifatturiere, focalizzandosi su settori ad alto valore. L'Australia è la dodicesima economia mondiale con una popolazione di soli 26 milioni di abitanti, con un valore aggiunto lordo reale (GVA) di circa €1.182 miliardi e circa €657 miliardi di investimenti esteri diretti. Di questi ultimi, circa €74,4 miliardi sono destinati al settore manifatturiero. Inoltre, in New South Wales, l'industria manifatturiera è un settore trainante dell'economia, contribuendo per €79,7 miliardi al PIL dello stato e generando esportazioni per un valore di €10,2 miliardi.
Con questa strategia, il governo mira a far riconoscere l'Australia come una Nazione manifatturiera sostenibile e di alta qualità, contribuendo a creare un'economia forte, moderna e resiliente per tutti gli australiani. Una parte cruciale della strategia è creare condizioni economiche favorevoli e semplificare il sistema commerciale, garantendo un sistema competitivo a livello internazionale che favorisca l'espansione del mercato.
Le priorità manifatturiere nazionali rappresentano settori chiave con vantaggi competitivi e di rilevanza strategica per la produzione del Paese:
L'Australia vanta alcuni punti di forza che supportano lo sviluppo del settore manifatturiero e attraggono investimenti:
Nel 2022, l'investimento estero diretto nel settore manifatturiero australiano è stato di 118,4 miliardi di dollari australiani, in aumento del 2,9% rispetto al 2021. Il settore ha registrato un aumento degli introiti di 7,6 miliardi di dollari australiani (17,8%) nel 2021-2.
Il supporto governativo per l'innovazione e la commercializzazione industriale è robusto e include il nuovo Fondo Nazionale di Ricostruzione da A$15 miliardi. Questo fondo guiderà gli investimenti nelle aree prioritarie dell'economia australiana focalizzate sull'aggiunta di valore e lo sviluppo delle capacità, sfruttando i punti di forza naturali e competitivi dell'Australia. Sette aree prioritarie riceveranno attenzione particolare:
Questo programma fornirà diverse opzioni di finanziamento, come prestiti, investimenti in equity e garanzie.
L’industria aerospaziale è infine una delle più diversificate, dinamiche e in espansione: si stima una crescita del suo fatturato fino a 8 miliardi di euro entro il 2030. L’Agenzia Spaziale Australiana è stata istituita solo due anni fa con l’obiettivo di renderla competitiva a livello internazionale in tempi celeri. Anche grazie al Memorandum di intesa di cooperazione firmato tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella australiana, si tratta di un settore che offre ottime opportunità alle aziende italiane.
Il progressivo cambiamento delle preferenze dei consumatori australiani e stranieri verso prodotti biologici ha sostenuto l’espansione del settore e della filiera del biologico in Australia negli ultimi anni. Con le aspettative di un’ulteriore e forte crescita nel breve futuro, l’industria offre importanti opportunità anche alle aziende italiane che vi operano.
Quadro generale e outlook
Il settore biologico in Australia è in forte espansione, sostenuto da una crescente domanda globale di prodotti biologici dovuta a crescenti preoccupazioni per la salute alimentare. Negli ultimi cinque anni, i ricavi del settore sono aumentati a un tasso medio annuo dell'8,4%, raggiungendo i 2,8 miliardi di dollari nel 2023-24. Si prevede una crescita del 9,0% nell'anno in corso, grazie a un aumento della domanda da parte della produzione di alimenti e a una crescente consapevolezza della salute che alimenta la domanda interna di cibo biologico. Al 2023, i prodotti biologici grezzi contribuiscono per il 57% del valore totale del settore, mentre i prodotti trasformati rappresentano il 43%.
Il settore è destinato a continuare a crescere in modo sostenuto. La crescente domanda dei mercati australiani ed esteri è pronta a spingere ulteriormente la crescita dei ricavi del settore. Da una parte, l'aumento continuo dei redditi disponibili dovrebbe rafforzare la domanda dei consumatori; dall’altra, le catene di supermercati stanno aumentando la disponibilità di prodotti biologici. Si prevede che i ricavi del settore aumenteranno a un tasso annuo del 10,4% nei prossimi cinque anni, raggiungendo i 4,7 miliardi di dollari entro il 2028-29. Sebbene alcune problematiche di approvvigionamento possano limitare l'espansione del settore, l'aumento dell'uso della tecnologia da parte degli agricoltori e l'innovazione nei prodotti e nei processi sono destinati a migliorare i processi di produzione biologica.
Customer Insights
La crescita del settore biologico in Australia è guidata da considerazioni dei consumatori riguardanti la salute e l'ambiente, una tendenza che si è rafforzata durante la pandemia di COVID-19 ma che era già in atto nel decennio precedente. Secondo l'Australian Organic Market Report 2021, gli Australiani stanno acquistando più prodotti biologici che mai: l'80% dei compratori ha acquistato un prodotto biologico nei precedenti 12 mesi, corrispondente a circa 9 milioni di nuclei familiari. La penetrazione dei prodotti biologici nelle famiglie è cresciuta del 3,6%, raggiungendo il 92%, ovvero oltre 565.000 nuove famiglie. Il 37% dei consumatori di prodotti biologici ha aumentato la propria spesa alimentare destinata a questi prodotti. Più della metà dei consumatori controlla i marchi di certificazione sui propri acquisti biologici, e il 39% dichiara che eviterebbe di acquistare un prodotto biologico se non presentasse un marchio di certificazione. Inoltre, il 62% dei consumatori riconosce il logo del marchio Australian Certified Organic Bud. Questi dati evidenziano una crescente domanda di prodotti sostenibili che migliorano la salute e il benessere, rispettando gli animali e l'ambiente, sottolineando il potenziale di forte crescita dell'industria biologica in Australia.
Filiera del biologico
L'Australia è leader mondiale in ettari di terreni agricoli biologici, con oltre 53 milioni di ettari di terreni certificati, la maggior parte dei quali destinati al bestiame, che rappresentano complessivamente circa il 70% del totale globale. Questo conferisce all'Australia un vantaggio distintivo nella filiera del mercato globale dei prodotti biologici, poiché i consumatori di tutto il mondo cercano fonti alimentari alternative per motivi di salute. Le verdure e la frutta biologiche sono tra i prodotti più consolidati del settore, spesso servendo come punto di ingresso per i produttori biologici a causa dei loro costi iniziali più bassi e della minore necessità di terra. Anche le vendite di carne bovina biologica sono aumentate notevolmente, spinte dalla forte domanda sia sul mercato interno che su quello di esportazione.
La filiera dell’industria biologica australiana è costituita alla base principalmente da piccoli operatori, con un totale di 3.035 imprese certificate biologiche in attività: il 53% coinvolto nella produzione, il 45% nella trasformazione e il 2% in entrambe le attività. Le principali catene di supermercati sono pronte a offrire una selezione maggiore di alimenti biologici, inclusi prodotti a marchio privato che mirano a consumatori disposti a pagare un prezzo premium inferiore. Tuttavia, queste catene richiedono quantità e qualità del prodotto coerenti, spingendo molti agricoltori a migliorare la coerenza della loro produzione di pari passo con l’espansione delle loro operazioni.
Sebbene i margini di profitto per gli agricoltori biologici siano generalmente più alti rispetto a quelli convenzionali, grazie al prezzo premium pagato dai consumatori, l'industria rimane altamente frammentata e le tecniche di coltivazione biologica non sono ancora efficienti come quelle convenzionali. Inoltre, il potere d'acquisto significativo dei supermercati potrebbe esercitare pressioni al ribasso sui prezzi, a meno che gli agricoltori non si uniscano per formare cooperative e migliorare il loro potere negoziale.
Certificazioni
I prodotti biologici destinati al mercato australiano non devono rispettare mandatoriamente uno standard particolare o essere certificati per essere etichettati come "biologici"; al momento non esiste infatti una definizione legale unica per l'uso del termine "biologico". Tuttavia, le aziende che fanno dichiarano che un loro prodotto è biologico, come attraverso una certificazione, devono essere in grado di provare tale dichiarazione.
Gli standard più diffusi includono:
Importazione dall’Italia
Non essendovi l’obbligo legale di ottenere una specifica certificazione per potersi dichiarare biologici, anche i prodotti importati non sono sottoposti a obblighi specifici di certificazione al di fuori di dover essere in grado di provare la loro dichiarazione. Rimangono tuttavia valide le varie e severe normative australiane per l’importazione di prodotti alimentari, che includono requisiti in materia di biosicurezza, sicurezza alimentare ed etichettatura.
Per maggiori informazioni, consultare i seguenti collegamenti utili:
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)
Ieri NBP(Banca Nazionale Polacca) nel suo rapporto ha riassunto la massa monetaria in Polonia, che è aumentata di oltre 24 miliardi di PLN. Tale variazione è stata principalmente dovuta all’aumento del valore dei depositi e delle altre passività nei confronti del settore delle imprese non finanziarie e altri istituti finanziari. I nuovi dati indicano che nel maggio 2024, il valore della massa monetaria è stato di 2 bilioni 330,9 miliardi di PLN, quindi era 24 miliardi di PLN in più rispetto alla fine di aprile di quest’anno. Secondo i dati statistici ci sono in giro 376 miliardi 471 milioni di PLN in contanti. Allo stesso tempo, il valore dei depositi e delle altre obbligazioni nel settore delle imprese non finanziate è aumentato di 15,5 miliardi di PLN, cioè del 3,3%, raggiungendo 487,5 miliardi di PLN. Il debito del settore domestico è aumentato di 2,2 miliardi di PLN al livello di 784,2 miliardi di PLN. L’analista del PIE (Istituto Economico Polacco), Sergiej Druchyn, tra i principali fattori di creazione di moneta, indica che il valore delle attività estere nette (13,3%), dei crediti e altri debiti (1,6%) e del debito netto delle istituzioni del governo centrale (7,5%) sono in aumento.
Ieri la Commissione Europea ha versato alla Polonia circa 700 milioni di euro da utilizzare per investimenti che contribuiranno alla riduzione delle emissioni di gas serra nei settori dell'energia, dell'industria e dei trasporti. Oltre alla Polonia, questi fondi sono stati destinati ad altri 9 Paesi dell'Unione Europea: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Romania. 2,967 miliardi di euro sosterranno un totale di 39 progetti energetici. Gli investimenti devono sostenere la modernizzazione dei sistemi energetici, la riduzione delle emissioni di gas serra e il miglioramento dell'efficienza energetica. I progetti si concentrano sulle fonti di energia rinnovabili. In Polonia i fondi saranno utilizzati per modernizzare l'infrastruttura di ricarica per i veicoli commerciali pesanti. Nella Repubblica Ceca i fondi saranno utilizzati per l'installazione di nuovi impianti fotovoltaici e in Ungheria per sviluppare sistemi di teleriscaldamento basati sulle energie rinnovabili. Il vicepresidente della Commissione Europea Marosz Szefczovicz ha dichiarato che il Fondo di modernizzazione è uno strumento fondamentale per sostenere la decarbonizzazione e che, sostenendo i paesi nella modernizzazione, investiamo nelle tecnologie pulite. Come riferito dalla Commissione europea, si tratta dell'esborso più alto del Fondo di modernizzazione fino ad oggi. Il fondo sostiene 13 stati membri a basso reddito nel passaggio alla neutralità climatica.
Grazie alle vendite online, i marchi di moda polacchi stanno conquistando il mercato europeo, informa Zalando. Nel suo nuovo rapporto scrive che oltre la metà delle aziende di moda polacche sono già presenti all'estero e che nel 2022 oltre il 40% dei ricavi delle più grandi aziende proverrà da clienti stranieri. Secondo lo studio, il mercato europeo è estremamente attraente per gli imprenditori polacchi grazie al gran numero di clienti e ai margini potenzialmente più elevati. Tuttavia, l’espansione all’estero significa anche sfide per molti marchi, la più importante delle quali è la questione della complicata politica fiscale e logistica nel settore del trasporto merci. Oltre alle difficoltà operative, le aziende temono la concorrenza della Cina, la cui crescita è temuta da più della metà dei marchi di moda polacchi.
La Polonia è salita nell’IMD World Competitiveness Ranking 2024, posizionandosi al 41º posto, il miglior risultato degli ultimi quattro anni. Sebbene siano migliorati alcuni indicatori chiave come l’efficienza economica, l’efficacia del governo e l’infrastruttura, la competitività aziendale è leggermente diminuita. Nella classifica, stilata dall’Istituto Svizzero per lo Sviluppo della Gestione (IMD), la Polonia si è posizionata dietro al Giappone e alla Spagna, ma ha superato l’Italia. Singapore ha conquistato il primo posto, salendo di tre posizioni e detronizzando la Danimarca. La Svizzera si è classificata al secondo posto. Nei primi posti dominano i paesi europei, ma anche alcuni asiatici, come Hong Kong e Taiwan. Gli Stati Uniti si sono posizionati al 12º posto, mentre la Cina al 14º. Nella regione, la Polonia ha avuto un risultato medio: si sono posizionate meglio la Repubblica Ceca, la Lituania e l’Estonia, mentre più in basso la Romania, l’Ungheria e la Slovacchia. Gli esperti sottolineano che la competitività economica non si basa solo sul PIL e sulla produttività, ma anche su aspetti politici, sociali e culturali. I governi giocano un ruolo chiave nel creare condizioni favorevoli per uno sviluppo sostenibile. Il professor Arturo Bris osserva che le piccole economie, come la Svizzera o la Danimarca, raggiungono più facilmente un consenso politico e beneficiano di un buon accesso ai grandi mercati. La Germania, invece, ha problemi di rapidità di adattamento, evidenti soprattutto nel contesto dei cambiamenti globali e della guerra in Ucraina. Bris sottolinea che le future economie competitive saranno quelle che meglio si adatteranno al contesto globale in evoluzione, creando al contempo valore e benessere per i loro cittadini.
(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Nell'ultimo giorno della sua visita ufficiale in Italia, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha dichiarato, in una conferenza stampa tenutasi sabato 15, che il Brasile è pronto a firmare l'accordo di libero scambio tra il Mercosur e l'Unione Europea. Secondo lui, l’accordo dipende ora solo dal fatto che il blocco europeo vada alle elezioni dell’Assemblea nazionale in Francia, anticipate alla fine di giugno, dopo lo scioglimento del Parlamento da parte del presidente Emmanuel Macron.
“Siamo certi che l’accordo sarà vantaggioso per il Sud America, il Mercosur e per gli imprenditori e i governi dell’Unione Europea”.
Del tema si è parlato con la presidente della Commissione Europea, Ursula Gertrud von der Leyen, durante la permanenza del presidente Lula in Puglia, dove ha partecipato al vertice del G7, il gruppo dei Paesi più ricchi.
Tassazione dei super-ricchi
Il presidente ha inoltre affermato di aver discusso ancora una volta con i leader europei la proposta di tassare i super-ricchi, che crea un'imposta globale minima del 2% sulla ricchezza dei miliardari, che riguarderebbe solo circa 3.000 persone nel mondo. “Ho invitato tutti ad unirsi alla lotta contro le disuguaglianze, contro la fame e contro la povertà, non è possibile che ci siano una mezza dozzina di persone che hanno più ricchezza del PIL [Prodotto interno lordo] di Inghilterra, Spagna, Portogallo e Germania insieme.”
Governo
Lula ha inoltre difeso ancora una volta una riforma della governance globale, che ha contraddistinto l'attuale presidenza del G20, basata sull'inclusione sociale e sulla lotta alla fame e alla povertà globale. Ha invitato i leader a partecipare al lancio del Programma nazionale per combattere la fame e la povertà, a luglio, a Rio de Janeiro.
Secondo il presidente è necessario che gli imprenditori europei aumentino il commercio estero per migliorare il flusso della bilancia commerciale. “È necessario aumentare la redditività di ciascun Paese, il commercio estero, il flusso della bilancia commerciale e chi se ne occupa è un imprenditore, non un governo. Il governo si limita ad aprire le porte, ma gli imprenditori sono quelli che faranno affari”, ha affermato.
Lula ha affermato che i leader europei sono flessibili riguardo alla necessità di cambiamenti nella governance internazionale, compresa la ripresa dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e l’inclusione della Cina nel gruppo. “Non siamo mai stati così sulla strada giusta come lo siamo ora riguardo alla necessità di un cambiamento nella governance globale, in tutti gli aspetti, dalla modifica del Consiglio di Sicurezza e la partecipazione di diversi continenti, alla questione del funzionamento del Consiglio Le istituzioni di Bretton Woods”.
Economia mondiale
Un altro tema in linea con il dibattito sulla transizione energetica, che secondo Lula è una priorità anche per il Brasile, è l’utilizzo di materie prime critiche nella produzione di minerali. Il presidente ha sottolineato che i paesi più ricchi sono disposti ad aiutare i paesi che possiedono questi minerali, affinché la lavorazione possa essere effettuata nel Paese d'origine, in modo che possano acquistarli pagando il valore aggiunto. “Si tratta di una grande innovazione e questo è unanime nel G7. Aiuterà molto il Brasile, che ha un territorio molto vasto e molti minerali, e, soprattutto, i paesi africani, perché dovranno finanziare un processo di industrializzazione”, ha affermato.
Italia
Il presidente ha parlato anche dell'incontro con il primo ministro italiano Giorgia Meloni, che ha ospitato il vertice dei paesi più ricchi, nel quale ha sottolineato il rapporto tra i due paesi e l'ha invitata a visitare il Paese con il maggior numero di italiani fuori dall'Italia. “Ho cercato di mostrarle la storia del rapporto tra Brasile e Italia e l'importanza del suo contatto con i quasi 230.000 italiani che vivono in Brasile, sono quasi 1.400 le aziende che investono in Brasile e generano oltre 150.000 posti di lavoro”, ha evidenziato.
Pubblicato il 15/06/2024 - Di Fabíola Sinimbú - Giornalista presso Agência Brasil – Brasilia
Fonte: Agência Brasil | Politica
(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
1.- L'importanza della compliance. La sua origine e l’esonero da responsabilità
1.1.- Origine della responsabilità penale delle persone giuridiche
La responsabilità penale delle persone giuridiche è stata introdotta in Spagna con la riforma del Codice penale mediante la Legge Organica 5/2010, entrata in vigore il 23 dicembre 2010.
Si tratta di un'integrazione attuata mediante una normativa piuttosto specifica, in cui spicca l'articolo 31 bis del Codice penale. Detta Legge Organica nasce dall'esigenza di rispondere alla criminalità che si stava diffondendo in seno alle aziende e rappresenta quindi un cambiamento in termini di responsabilità penale delle persone giuridiche, in quanto, da un modello basato sul principio societas delinquere non potest (la società non può delinquere), si è passati a un altro modello di imputazione che accetta la responsabilità penale delle persone giuridiche. Successivamente, la riforma introdotta dalla Legge Organica 1/2015, del 30 marzo, emendata dalla L.O. 10/1995, del 23 novembre, del Codice penale, ha apportato modifiche all'art. 31 bis e ha introdotto una serie di miglioramenti tecnici, ad esempio
Riguardo alla definizione dei soggetti da cui possono derivare azioni con responsabilità penale per la persona giuridica, oltre all'importanza di istituire programmi di compliance penale in modo da poter valutare l'esonero o l'attenuazione della responsabilità della persona giuridica.
1.2.- Il programma come fattore di esonero e/o attenuazione della responsabilità penale della persona giuridica.
Come si evince dalla lettura dell'articolo 31 bis del Codice penale, le persone giuridiche possono essere ritenute penalmente responsabili dei reati commessi all'interno della loro azienda. Tuttavia, l'art. 31 bis disciplina l'esonero dalla responsabilità penale qualora siano stati introdotti piani di prevenzione. Nello stesso senso, l'articolo 31, quarto comma, del Codice penale stabilisce quali siano le circostanze attenuanti per la responsabilità penale delle persone giuridiche, ovvero:
• Aver confessato l'infrazione alle autorità prima di venire a conoscenza del procedimento giudiziario nei propri confronti.
• Aver collaborato alle indagini sui fatti fornendo, in qualsiasi momento del procedimento, prove nuove e decisive per chiarire la responsabilità penale derivante dai fatti.
• Aver provveduto in qualsiasi momento del procedimento, purché prima del dibattimento, a riparare o attenuare il danno causato.
• Aver stabilito, prima dell'inizio del dibattimento, misure efficaci per prevenire e individuare eventuali reati futuri.
Questi principi dimostrano l'importanza dei programmi di prevenzione dei reati che, se adeguatamente predisposti, possono esimere dalla responsabilità penale le persone giuridiche o attenuare la portata della loro responsabilità.
I modelli di prevenzione dei reati devono dare una buona immagine di osservanza della legge, affrontando l'analisi dei rischi penali, oltre a implementare un piano di compliance e garantire la formazione del personale. Al contempo, queste misure dovrebbero essere periodicamente riesaminate, poiché, se vengono soltanto attuate e non debitamente monitorate, potrebbero rendere inapplicabile la circostanza attenuante.
Come si può notare, a seguito della riforma del Codice penale introdotta dalla L.O. 1/2015, è indispensabile tutelare le persone giuridiche da eventuali responsabilità penali che potrebbero insorgere in seguito all'intervento degli organi direttivi, come pure di qualsiasi dipendente, attraverso l'adozione di determinate misure preventive.
Oltre a quanto sopra, quali sono i vantaggi di un buon programma di compliance penale per esonerare la persona giuridica da eventuali responsabilità?
Disporre di una solida struttura di compliance all'interno di un'organizzazione genera una serie di vantaggi per l'organizzazione stessa, sia dal punto di vista finanziario che strategico oltre che di creazione di valore.
Da un lato, se analizziamo i vantaggi finanziari di una struttura di compliance istituita nell'organizzazione, vediamo che il primo di essi è rappresentato dal risparmio nell'evitare le sanzioni che potrebbero essere comminate per la mancata osservanza delle normative. D'altra parte, sembra chiaro che avere un programma di compliance ha dei vantaggi strategici in quanto è in grado di creare valore, sia per gli azionisti che per il resto dei gruppi di interesse. Inoltre, sia la pubblica amministrazione che alcune aziende richiedono alle imprese collaboratrici di attestare l'implementazione di un sistema di compliance penale.
2. Requisiti dei modelli di organizzazione e gestione.
Come abbiamo già accennato, per le due ipotesi di imputazione previste dall'art. 31 bis e dall'art. 31, quarto comma, del Codice penale, è prevista l'esenzione o l'attenuazione della responsabilità penale nel caso in cui la persona giuridica si sia dotata di un efficace modello di organizzazione e gestione per la prevenzione dei reati.
La domanda fondamentale è, quindi, quali requisiti debba soddisfare questo modello per ottenere l'esonero.
Il requisito fondamentale a tal fine è l'esistenza di una cultura della compliance all'interno dell'azienda. È vero che il Codice penale fissa delle linee guida minime che l'azienda deve rispettare per non incorrere in responsabilità, ma il problema è come implementarle, da dove cominciare? I requisiti aggiuntivi sono: impegno etico, formazione e documentazione del modello.
2.1. - Impegno etico
In primo luogo, occorre un impegno nei confronti dei valori etici e dell'osservanza delle norme, a iniziare dall'alta dirigenza. Il modo più abituale per esprimere questo impegno è la definizione di un Codice etico o di condotta, che costituirà l'asse portante dell'intero sistema. È essenziale che questo Codice sia messo a disposizione di tutti gli interessati e redatto con un linguaggio comprensibile per renderlo accessibile ai destinatari.
2.2.- Identificazione e valutazione dei rischi
I modelli organizzativi e gestionali devono essere perfettamente adattati all'azienda e ai suoi rischi specifici. In altre parole, un modello generico non è valido per tutte le aziende, anzi deve tenere conto delle peculiarità di ciascuna di esse. Per portare a termine questa identificazione, è necessario seguire una serie di passi fondamentali, tra cui i seguenti:
a. Conoscenza dell'azienda
b. Quadro giuridico
La prima cosa da prendere in considerazione sono i reati di cui può essere responsabile una persona giuridica. In Spagna, una persona giuridica non risponde di tutti i reati tipizzati nel Codice penale, ma solo in quei casi specificatamente determinati. Tali casi sono attualmente i seguenti:
• Traffico illegale di organi umani.
• Contro l'integrità morale.
• Occultamento di cadavere.
• Traffico di esseri umani.
• Molestie sessuali.
• Prostituzione, sfruttamento sessuale e corruzione di minori.
• Scoperta e rivelazione di segreti e pirateria informatica.
• Truffa (I): truffa comune, specifica e impropria.
• Frustrazione dell'esecuzione.
• Insolvenza perseguibile.
• Danno informatico.
• Relativi alla proprietà intellettuale e industriale, al mercato e ai consumatori: proprietà intellettuale, industriale, divulgazione di segreti aziendali, contro i diritti dei consumatori, contro il mercato e corruzione negli affari.
• Riciclaggio di capitali.
• Finanziamento illegale dei partiti politici.
• Contro le finanze pubbliche e contro la previdenza sociale: frode fiscale, contro la previdenza sociale e frode delle sovvenzioni.
• Contro i diritti dei cittadini stranieri.
• Urbanizzazione, costruzione e edificazione non autorizzata.
• Contro le risorse naturali e l'ambiente.
• Contro gli animali.
• Relativi alle radiazioni ionizzanti.
• Rischi causati da esplosivi e altri agenti.
• Contro la salute pubblica e il traffico di stupefacenti.
• Contraffazione di valuta.
• Falsificazione di carte di credito e debito e travellers cheque.
• Corruzione.
• Traffico di influenze.
• Appropriazione indebita.
• Odio ed esaltazione.
• Organizzazioni e gruppi terroristici.
• Terrorismo.
• Contrabbando.
Nel valutare i rischi, occorre tenere presente che, oltre alle fattispecie di reato intenzionali, alcuni reati possono comportare una responsabilità della persona giuridica a titolo di negligenza.
c. Analisi dello storico dell'azienda, dei protocolli esistenti, colloqui personali, ecc.
2.3.- Adozione di accordi decisionali interni.
2.4.- Risorse finanziarie (è necessario che l'azienda fornisca al dipartimento di compliance risorse finanziarie sufficienti per disporre dei mezzi tecnici e umani necessari per svolgere la propria funzione).
2.5.- Obbligo di segnalare le irregolarità (Canale whistleblowing).
2.6.- Sistema disciplinare (due funzioni: (i) comunicare all'organizzazione l'impegno nei confronti del programma di compliance e l'intolleranza verso le non conformità e (ii) svolgere un'azione dissuasiva e preventiva).
2.7.- Formazione
2.8.- Organismo di vigilanza e controllo
L'organismo deve avere le seguenti caratteristiche: (i) essere unipersonale o collegiale, (ii) disporre di personale che abbia le conoscenze e l'esperienza sufficienti per svolgere tale funzione, (iii) disporre dei mezzi tecnici necessari, (iv) avere accesso ai processi interni e alle informazioni necessarie per poter svolgere la propria funzione, e (v) essere in grado di svolgere tutte le mansioni o di supervisionare il funzionamento complessivo del modello.
In questo senso, la persona responsabile è solitamente il cosiddetto "Compliance Officer", le cui funzioni sono le seguenti:
• Assicurarsi, attraverso la necessaria implementazione e il relativo sviluppo del contenuto, che tutti i dirigenti e i dipendenti dell'azienda siano a conoscenza del Programma di compliance e delle norme giuridiche applicabili.
• Individuazione precoce di eventuali rischi e proposta per la loro mitigazione.
• Identificazione di possibili violazioni del Programma di compliance.
• Gestione adeguata dei rischi che possono derivare dalla non conformità.
• Supervisione del sistema di controllo interno sul rispetto delle regole e degli standard etici implementati dalla Società, monitorando l'efficacia dei controlli interni stabiliti per mitigare il rischio di non conformità, prestando particolare attenzione a quelli di maggiore rischio o gravità normativa o reputazionale.
• Gestione del canale di whistleblowing e delle indagini interne, attraverso l'implementazione di meccanismi che garantiscano la riservatezza delle comunicazioni e proteggano sempre il segnalante in buona fede da qualsiasi forma di ritorsione.
• Proporre al Consiglio di amministrazione miglioramenti e/o aggiornamenti da apportare al Codice di condotta e ad altri manuali e procedure aziendali.
• Fornire consulenza all'azienda sui vari regolamenti e controlli a cui è soggetta.
3.- Eventuale collaborazione
La nostra collaborazione professionale sarebbe finalizzata alla definizione e allo sviluppo di un Programma di conformità o di Compliance (PC), con l'obiettivo di garantire il rispetto della normativa in vigore e di prevenire l'eventuale responsabilità penale della persona giuridica, in caso di commissione di reati da parte dei suoi organi direttivi e/o dipendenti. La collaborazione si svilupperebbe in tre fasi:
> FASE 1: ANALISI E PIANO D'AZIONE
• Riunioni con il team della Società per raccogliere dati che ci aiutino a identificare i rischi potenziali che potrebbero verificarsi nel corso della normale operatività.
• Analisi dei rischi con il management della Società e definizione della documentazione necessaria per adeguarsi alle vigenti normative.
> FASE 2: SVILUPPO E IMPLEMENTAZIONE DI UN MPC (Modello di prevenzione della criminalità)
• La revisione di tutta la documentazione già esistente, sia amministrativa che aziendale, al fine di modificarla e adattarla se necessario.
• Preparazione della documentazione che costituirà il Piano di compliance dell'azienda.
• Formazione, sia per quanto riguarda i dirigenti che il personale professionale della Società.
Fonte: Maio Legal - www.maiolegal.com
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
Il Ministero dell’Industria e del Commercio ha preparato un nuovo bando a sostegno del fotovoltaico.
A disposizione delle piccole, medie e grandi imprese saranno tre miliardi di corone. Il bando è finanziato dal programma OP TAK, quindi sono esclusi i progetti realizzati a Praga. Il valore minimo dei costi d’investimento è di tre milioni di corone e il sostegno varia secondo la dimensione aziendale del richiedente. Il bando comincerà a ricevere le domande a partire dal 28 giugno.
“Entro il 2030 vogliamo quintuplicare la potenza installata delle centrali fotovoltaiche” ha detto il ministro Jozef Síkela. A frenare i progetti sono, tuttavia, spesso gli ostacoli burocratici e le resistenze delle popolazioni locali.
La Repubblica Ceca vuole potenziare i suoi investimenti nell’industria e nella ricerca spaziale.
Il Ministero dei Trasporti ha lanciato una nuova iniziativa con il titolo Viaggio Ceco nello Spazio, che dovrà aggregare le risorse e le potenzialità del settore pubblico, privato e quello della ricerca. Uno degli obiettivi concreti dell’iniziativa è il viaggio nello spazio dell’astronauta ceco dell’Agenzia Spaziale Europea Aleš Svoboda. Il progetto, tuttavia, vuole anche stimolare gli investimenti nel settore e l’interesse degli studenti e dei giovani ricercatori.
Del potenziamento delle risorse ha parlato anche il premier Petr Fiala notando che paesi come l’Austria o il Belgio investono di più nel settore spaziale della Repubblica Ceca. “Dobbiamo colmare questo gap” ha detto il premier. Secondo Fiala sono coinvolte nei progetti dell’ESA 150 aziende e istituzioni accademiche.
Fonte: https://mdcr.cz/Media/Media-a-tiskove-zpravy/Startuje-projekt-na-co-nejvetsi-vyuziti-potencialu
La Repubblica Ceca si aggiudica un importante investimento nella produzione di chip da parte della società americana Onsemi.
L’azienda americana ha annunciato questa settimana di aver scelto il proprio stabilimento di Rožnov pod Radhoštěm, nella parte est del Paese, per potenziare la sua produzione di chip intelligenti. Onsemi stava cercando da oltre un anno la località dove effettuare l’investimento il cui valore è stimato in due miliardi di dollari. La produzione dello stabilimento dopo l’allargamento dovrebbe fortemente aumentare. Non sono stati invece diffusi i dati sul sostegno che Onsemi riceverà dal governo ceco. Il pacchetto è ancora oggetto di trattativa.
“L’investimento di Onsemi in Repubblica Ceca è, dopo un lungo periodo, una buona notizia per il futuro dell’industria ceca” ha indicato l’analista capo dell’UniCredit Bank Pavel Sobíšek. Anche altri analisti valutano positivamente l’investimento, che porterà nuovo valore aggiunto all’industria ceca.
Fonte: https://www.newstream.cz/money/investice-onsemi-nakopne-celou-ceskou-ekonomiku-shoduji-se-analytici
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Ieri il Collegio dei Commissari ha deciso di inserire la Polonia nella procedura per deficit eccessivo a causa della debolezza dei dati fiscali per il 2023. La Reuters ha riferito che la procedura sarà avviata nei confronti della Polonia e di altri sei paesi: Italia, Francia, Malta, Ungheria, Belgio e Slovacchia. Le proposte sono attese per luglio. Il corrispondente di TVN 24 Maciej Sokołowski ha riferito che in autunno la Commissione europea presenterà le misure che la Polonia dovrà adottare per ridurre il deficit. La soglia del deficit nell'Unione Europea è del 3%, anche se quest'anno, a causa della situazione geopolitica, si prevede che i commissari avranno una visione diversa della spesa per la difesa. Secondo i dati dell'Ufficio Centrale di Statistica, il deficit in Polonia ammonta al 5,1% del PIL. I dati si riferiscono al bilancio del 2023, quando il PiS era al potere. Altri 11 Paesi dell'Unione europea si trovano in una situazione simile a quella della Polonia, ma la Commissione europea ha tenuto conto di fattori quali il rapporto tra debito pubblico e il PIL inferiore al 60% e anche il PIL o il deficit vicino al 3% o valutato come temporaneo. La Commissione europea ha già applicato questa procedura nel 2010 allora, nel giro di pochi anni, il deficit in Polonia del 5-7% è sceso sotto il 3%.
(Fonte: Polonia Oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia
Gli economisti di PKO BP prevedono che la crescita del PIL polacco nel 2024 sarà del 3,7%, e nel 2025 aumenterà al 3,8%. L’inflazione a fine 2024 sarà del 4,6%, e alla fine del primo trimestre del 2025 salirà a quasi il 6%. Globalmente e a livello nazionale, l’economia sta attraversando un “atterraggio morbido”, mentre gli Stati Uniti mostrano una resistenza economica senza previsioni di recessione. La ripresa nell’area dell’euro, in particolare in Germania, potrebbe accelerare grazie ai tagli dei tassi di interesse e alla diminuzione dei prezzi dell’energia, con effetti positivi sull’economia polacca. In Polonia il primo trimestre del 2024 ha portato la prevista ripresa economica con una crescita del 2%. PKO BP mantiene la previsione di crescita del PIL al 3,7% nel 2024 e al 3,8% nel 2025, con una maggiore spesa dei consumatori e investimenti più deboli. L’inflazione in Polonia è stata migliore delle aspettative e la previsione dell’inflazione media annua per il 2024 è del 3,5%. A fine 2024 l’inflazione sarà del 4,6%, e nel primo trimestre del 2025 raggiungerà il picco vicino al 6%, per poi scendere al 3,3% a dicembre 2025. Le probabilità di un taglio dei tassi di interesse nel 2024 sono scese sotto il 50%, e il primo taglio è previsto per luglio 2025.
(Fonte: Polonia Oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia
Gli esperti dell'agenzia americana vedono la Polonia sulla strada di una crescita economica sempre più rapida. Si prevede che un’ulteriore ripresa derivi da una graduale ripresa dei consumi e degli investimenti. Fitch, una delle tre maggiori agenzie di rating del mondo, mantiene un atteggiamento positivo nei confronti del tasso di crescita dell'economia polacca. Egli stima che quest'anno il PIL polacco accelererà al 2.8%. e fino al 3.2%. nel 2025-2026. Nel rapporto gli esperti di Fitch indicano che il risultato per il primo trimestre di quest'anno del 2% è stato trainato dalla crescita della spesa delle famiglie e del governo mentre la crescita del commercio netto e degli investimenti è rimasta debole. Si prevede che un’ulteriore crescita derivi da una graduale ripresa dei consumi privati e degli investimenti. Secondo l’agenzia, la crescita dei salari nominali a due cifre, l’aumento delle prestazioni sociali e un calo significativo dell’inflazione sostengono la spesa delle famiglie. A loro volta, l’aumento della spesa militare e il maggiore assorbimento dei fondi dell’UE nell’ambito delle nuove prospettive finanziarie per il 2021-2027 aumenteranno gli investimenti complessivi quest’anno.
(Fonte:Polonia Oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia