Sabato 5 Luglio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Attualmente in Polonia ci sono sette impianti di riscaldamento che utilizzano acqua geotermica. Si tratta principalmente di strutture locali connesse agli impianti di riscaldamento, tra cui ci sono quelle di: Stargard e Pyrzyce nel Voivodato della Pomerania Occidentale, Zakopane, Poddębice nel Voivodato di Łódź o a Mszczonów, Voivodato della Masovia. Entro il prossimo inverno ne entreranno in funzione altri, perché a Konin e Koło e Sieradz verranno avviati gli impianti di riscaldamento. "Le forniture del calore agli abitanti di Konin collegati alla rete di riscaldamento comunale sono pianificate per la prossima stagione di riscaldamento 2024/2025" assicura Sławomir Lorek, presidente della Miejskie Przedsiębiorstwo Energetyki Cieplnej di Konin, in un'intervista a money.pl. Ci sono sempre più investimenti geotermici in Polonia, che supportano, tra gli altri: accesso ai sussidi concessi negli ultimi anni dal Fondo nazionale per la protezione dell’ambiente e la gestione delle acque (NFOŚiGW). Si tratta dei Programmi Geotermia Plus o Fornitura di acque termali in Polonia. Solo in quest’ultimo caso sono stati finanziati oltre 40 investimenti. Di particolare interesse è l'investimento del comune di Szaflary nel distretto di Nowy Targ. Tuttavia, i lavori sono stati interrotti a una profondità di circa 6 km. All'inizio di aprile, quando è stata effettuata la perforazione a una profondità di 5,9 metri, sono state trovate rocce molto dure. Attualmente si stanno valutando ulteriori ricerche.(Polonia Oggi, Gazzetta Italia)
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
La Danimarca conta una popolazione di quasi 6 milioni di persone; di queste, il 9.4%, ovvero all’incirca 565.000 persone, sono stranieri che, nel corso degli anni, si sono trasferiti nel paese per motivi di lavoro o di studio. Per quanto riguarda gli italiani che vivono in Danimarca, secondo i dati del 2022, le persone provenienti dal Bel Paese sono circa 12.000. Si tratta di un dato in forte crescita: nel giro di un decennio, infatti, il numero di connazionali in terra danese è più che raddoppiato.
Quali sono, quindi, le motivazioni che spingono migliaia di lavoratori stranieri a trasferirsi in Danimarca ogni anno? Le caratteristiche del mercato del lavoro danese sono favorevoli?
Negli anni, la Danimarca è diventata una meta sempre più ambita da molti expat grazie all’alta qualità di vita e alla moltitudine di servizi a cui si può accedere, come l’assistenza sanitaria o l’inserimento dei figli in classi speciali per l’apprendimento della lingua danese per facilitarne l’inserimento nelle classi danesi.
Di quali professioni è carente la Danimarca?
La Danimarca offre numerose opportunità per lavoratori stranieri qualificati in diversi settori. Per esempio, l’industria tecnologica danese è in costante sviluppo ed offre numerose possibilità a coloro che operano in questo ambito.
Guardando ai recenti dati, nel 2030, la Danimarca dovrà fronteggiare un deficit di circa 90,000 lavoratori qualificati e specializzati in diversi settori, dovuto alla mancanza di personale con nuove competenze specifiche o riqualificazioni. Inoltre, secondo una recente pubblicazione di inizio anno, sul territorio danese, ci sono diverse posizioni aperte per lavoratori stranieri con un alto livello di educazione. Ad esempio, le aziende danesi stanno cercando managers nel settore della logistica e dell’amministrazione, ma anche nel campo della produzione e dei servizi, delle scienze naturali e dell’ingegneria, della sanità, dell’istruzione, della tecnologia, dell’informazione e della comunicazione. Per quanto riguarda i lavoratori stranieri con qualifiche specifiche, ci sono posizioni aperte negli stessi settori menzionati sopra, ma anche nell’ambito legale, della ristorazione, e della costruzione specializzata. In generale, c’è domanda per posizioni nei settori STEM, sanitario, infermieristico, alberghiero, dell’insegnamento, della gestione e amministrazione, anche di risorse umane, del marketing e della finanza.
Per far fronte a questa crisi nel mercato del lavoro, il governo danese ha creato la “Positive List for Skilled Workers”, ovvero un elenco di professioni qualificate per cui non c’è sufficiente personale in Danimarca. La lista viene aggiornata due volte l’anno, il primo di gennaio e il primo di luglio, e le professioni sono divise per settore, rendendo la ricerca semplice ed intuitiva. Ovviamente, coloro che ricevono un’offerta di lavoro possono poi, facilmente, fare domanda sia per il permesso di soggiorno che per il permesso di lavoro in Danimarca.
Di recente, il governo danese ha anche introdotto il cosiddetto “fast-track scheme” per la concessione di permessi di lavoro, che ha consentito ad un numero sempre maggiore di aziende di poter assumere dipendenti stranieri; questa procedura offre benefici ai lavoratori, che, per esempio, hanno il diritto di lavorare sia in Danimarca che all’estero.
Infine, una nuova proposta di legge, che ha l’intento di modificare i requisiti necessari per l’apertura di un conto corrente, è stata annunciata sempre dal governo danese. L’obiettivo è quello di creare una maggiore flessibilità nella concessione dei permessi di soggiorno una volta concluso il periodo di “short-term track” sotto il Fast Track Scheme. Il Parlamento esprimerà il proprio voto su questa proposta di legge nel mese di luglio 2024.
Conclusione
Il mercato del lavoro danese offre opportunità lavorative sia a professionisti con comprovata esperienza, sia a giovani laureati o giovani professionisti qualificati in numerosi settori, data l’elevata offerta di posti lavoro che non può essere soddisfatta dalla forza lavoro danese.
Nel rendere la Danimarca una meta ambita per i lavoratori stranieri, oltre alle numerose possibilità di trovare lavoro, si aggiunge anche un alto standard di qualità della vita e un’alta efficienza burocratica, che permette di ottenere documenti in breve tempo.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Nonostante una debole crescita economica, l'economia francese ha creato oltre 75.000 posti di lavoro nel primo trimestre del 2024, secondo i dati pubblicati dall'Insee.
Il governo francese ha pianificato di diminuire le indennità di disoccupazione entro la fine dell'anno, in previsione di una ripresa economica nel 2025. A fine marzo, il numero totale di salariati in Francia era di 27,15 milioni, con un incremento dello 0,7% rispetto all'anno precedente e del 5,2% rispetto ai livelli pre-crisi del Covid-19. Questo rappresenta quasi 1,4 milioni di posti di lavoro aggiuntivi dal 2019.
Il settore privato ha registrato una forte crescita, con 61.100 nuovi posti di lavoro, mentre il settore pubblico ha aggiunto 14.000 posti. Il settore terziario, in particolare i servizi alle imprese (+22.200) e l'ospitalità-ristorazione (+20.400), ha visto il maggior incremento degli effettivi. Anche l'industria ha continuato a crescere, con 7.300 nuovi posti di lavoro, sostenendo l'idea di una reindustrializzazione del paese promossa dal governo.
Nonostante queste cifre positive, la crescita è stata trainata principalmente da contratti a tempo determinato e apprendistato, in contrasto con la tendenza degli ultimi anni che vedeva un aumento dei contratti a tempo indeterminato (CDI) e una diminuzione dei contratti a tempo determinato. Questo potrebbe indicare un effetto congiunturale legato ai Giochi Olimpici, piuttosto che un cambiamento strutturale del mercato del lavoro.
L'economista Eric Heyer dell'OFCE sottolinea che l'occupazione ha resistito meglio del previsto. Tuttavia, invita alla prudenza, poiché a partire dalla pandemia le previsioni sull'occupazione sono state spesso imprecise. Heyer suggerisce che l'effetto dei Giochi Olimpici potrebbe sostenere l'occupazione nel breve termine, ma il vero test sarà vedere se questa crescita continuerà e si allineerà con i guadagni di produttività a lungo termine.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
L'industria aeronautica francese, crollata durante la pandemia e poi ostacolata da problemi di approvvigionamento e di assunzione, si sta ora riprendendo.
Secondo le stime dell'INSEE, il settore dovrebbe recuperare gran parte del terreno perso nel 2019.
La produzione dovrebbe aumentare del 10% quest'anno e il prossimo. Le esportazioni aeronautiche dovrebbero crescere del 10%-15% nel 2024 e 2025.
Questa ripresa economica dovrebbe avere un impatto positivo anche sulla produttività. Rispetto al periodo pre-crisi, la produttività del lavoro nel settore è diminuita di oltre il 30%. Si tratta di un calo molto più marcato rispetto ad altri settori.
Tuttavia, questo calo potrebbe essere solo temporaneo. L'anno scorso Airbus ha aperto una nuova linea di assemblaggio in Francia per la produzione dell'A320, l'aereo più utilizzato al mondo.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
Il deficit commerciale della Francia si è ridotto per il settimo mese consecutivo. La bilancia commerciale è migliorata di 2,7 miliardi rispetto alla fine del 2023, raggiungendo i 17,6 miliardi.
Ciò si spiega con un aumento delle esportazioni e un calo delle importazioni.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che il deficit rimane più alto di quello precedente alla pandemia, più vicino ai 14 miliardi.
Nel primo trimestre del 2024, l'economia francese ha registrato una diminuzione delle importazioni, principalmente attribuibile al calo dei prezzi globali anziché a una riduzione dell'attività economica. Questa riduzione ha riguardato sia gli approvvigionamenti energetici che i prodotti manifatturieri, come macchinari e prodotti farmaceutici.
D'altra parte, le esportazioni francesi sono aumentate grazie all'aumento dei volumi di beni esportati, con un notevole incremento delle vendite di prodotti chimici, profumi, cosmetici e prodotti metallurgici.
Tuttavia, si è osservato un calo delle esportazioni di apparecchiature meccaniche, elettriche, elettroniche e informatiche, così come dei materiali di trasporto e delle automobili. In termini geografici, i saldi commerciali con l'Asia, l'Africa e l'Europa (esclusa l'UE) hanno registrato miglioramenti, mentre quelli con l'Unione europea, l'America e il Medio Oriente si sono deteriorati. Questa variazione dei saldi commerciali è indicativa di cambiamenti nelle dinamiche economiche e commerciali sia all'interno che al di fuori dell'Europa.
Contenuto a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
Nel 2023, la Francia è stata il principale Paese ospitante di progetti internazionali in Europa per 5 anni consecutivi. Nonostante ciò, soffre della concorrenza degli Stati Uniti e della Cina.
Siamo di fronte al paradosso francese: criticata all'interno dei propri confini, ma considerata un paese scelto dagli stranieri per gli investimenti. Infatti, secondo EY, sono state prese 1.194 decisioni di insediamento o di espansione, con la creazione e il mantenimento di 40.000 posti di lavoro.
Questi buoni risultati dovrebbero essere un vantaggio per il prossimo vertice di Choose France.
Gli investimenti esteri contribuiscono a raggiungere due obiettivi del governo francese: la rivitalizzazione della regione e la reindustrializzazione del Paese.
I punti di forza di questi investimenti contribuiscono alla trasformazione energetica del Paese e molti di essi riguardano il settore dell'intelligenza artificiale, essenziale per la sovranità della Francia.
Il debito e il deficit preoccupano i francesi, ma non allarmano le imprese straniere. Per loro, la Francia è un'infrastruttura affidabile e un mercato forte.
Tuttavia, quando si tratta di investimenti esteri, la Francia fidelizza più che attrarre. Le ragioni sono diverse, tra cui i costi dell'energia, la mancanza di competitività e la complessità dell'accesso ai finanziamenti.
Inoltre, il calo di attrattiva della Germania è un campanello d'allarme per l'Europa. Stiamo anche assistendo a un aumento dei progetti internazionali negli Stati Uniti e in Cina.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia
L’imprenditorialità femminile è un motore di innovazione e sviluppo economico ed è un fenomeno in costante crescita che riflette la determinazione e la creatività delle donne nel mondo degli affari. Tuttavia, non è un percorso privo di sfide, che vanno dalla discriminazione di genere agli accessi limitati alle fonti di finanziamento.
Imprese femminili in Germania
Ma com’è la situazione dell’imprenditorialità femminile in Germania? Il panorama imprenditoriale femminile presenta numeri modesti con solo il 15,8% delle imprese guidate da donne su un totale di 3,8 milioni di aziende nel 2022. Le imprenditrici tedesche hanno un’età media di 52 anni e sono attive soprattutto nel commercio, nella manutenzione di autoveicoli, nella pubblica amministrazione, difesa e previdenza sociale. Ciò nonostante, la quota di aziende femminili resta ancora molto bassa ed è concentrata nel settore del commercio. Il Paese affronta sfide come la scarsità di risorse e di sostegno adeguato, che rappresentano ostacoli significativi alla crescita delle imprese femminili nel lungo termine. Tuttavia, in Germania sono presenti politiche e programmi mirati per favorire l’imprenditorialità femminile e promuovere un ambiente imprenditoriale più inclusivo e diversificato.
L’analisi della situazione in Germania sottolinea l’importanza di affrontare le disparità di genere nell’accesso al finanziamento e al sostegno imprenditoriale. Investire in programmi per le imprenditrici potrebbe favorire una maggiore partecipazione femminile nel panorama imprenditoriale, stimolando l’innovazione e contribuendo alla crescita economica. Anche il finanziamento e la partecipazione a progetti europei permette di incrementare la consapevolezza nell’ambito dell’imprenditorialità femminile e dell’uguaglianza di genere.
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania
Ieri il Consiglio dei Ministri ha accettato il progetto di bilancio per l’anno prossimo preparato dal Ministero delle Finanze. La seduta è stata la continuazione di quella interrotta il 10 giugno. In base alle previsioni del governo per il 2025 il PIL aumenterà del 3.7% e l’inflazione media annua ammonterà al 4.1%. La disoccupazione registrata resterà al 4.9% e il salario medio nell’economica nazionale aumenterà del 7.1%. Inoltre il governo ha approvato la proposta di aumentare il salario minimo l’anno prossimo fino a 4000 PLN lordo al mese e di stabilire un minimo di orario di 30.2 PLN. Gli aumenti di bilancio ammonteranno al 4% e il livello minimo di valorizzazione delle pensioni al 6.78%. Il viceministro delle Finanze, In questa situazione il governo ha inserito nel bilancio: la crescita del PIL al 3.7%, l’inflazione al 5% a metà anno, il tasso di disoccupazione del 2.7% e il 50% di debito del settore di finanza pubblica. Il governo ha deciso di aumentare il salario minimo ed i salari nel settore di bilancio nel 2025.
(Fonte: Polonia Oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia
Secondo gli ultimi dati Eurostat, ad aprile l'industria polacca ha prodotto il 4,7% in più rispetto all'anno precedente. I risultati dell'anno precedente hanno mostrato un calo del 4,2%. Inoltre il risultato di aprile è il quinto migliore in Europa, con aumenti maggiori registrati in Danimarca, Grecia, Slovenia e Slovacchia. In Germania e in Irlanda sono stati registrati indici bassi. Il calo in Germania è giunto all'undicesimo mese di fila e le diminuzioni maggiori hanno riguardato l'estrazione del carbone e la produzione di lignite, l'abbigliamento, la produzione di apparecchiature elettriche o di mobili. In Polonia, invece, le industrie più importanti sono state quelle di supporto all'estrazione, i prodotti chimici, l'abbigliamento e la produzione di mezzi di trasporto, escluse le automobili. Il declino è stato notato nel settore delle apparecchiature elettriche. Non sono state rese note cifre più precise, ma è molto probabile che si tratti della produzione di batterie per auto elettriche.(Polonia oggi,Gazzetta Italia)
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia
Oltre 30 delle aziende più dinamiche in Europa hanno sede in Repubblica Ceca. Lo indica la classifica Emea 500 di Deloitte, che prende in considerazione anche il Medio Oriente.
Dalla Repubblica Ceca provengono ben 32 aziende presenti nella classifica, che valuta i tassi di crescita negli ultimi tre anni. Per il paese si tratta di un buon risultato. Ad esempio la Germania raggiunge lo stesso numero della Repubblica Ceca, mentre la Polonia registra 37 aziende qualificate. Il numero più alto in assoluto è registrato dal Regno Unito con oltre 80 start-up, ma i risultati migliori relativi alla grandezza dell’economia arrivano dai paesi nordici con 50 aziende per Svezia e Finlandia e 42 per la Norvegia.
La crescita media negli ultimi tre anni delle 500 aziende presenti in classifica è di circa 2000%. Le start-up sono per lo più attive nei settori del software o della fintech. Con un’aumento di quasi 6000% tra le imprese ceche è prima la società FTMO, che si occupa di trading.
Fonte e fonte fotografia: https://www.deloitte.com/content/dam/assets-zone2/uk/en/docs/services/deloitte-private/2024/emea-tech-fast500-report-2023.pdf
Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca