Notizie mercati esteri

Venerdì 14 Luglio 2023

Brasile - La Banca Centrale alza la proiezione della crescita economica dall'1,2% al 2% nel 2023

Dopo la crescita espressiva dell'economia brasiliana nel primo trimestre (1,9%), la Banca Centrale (BC) ha alzato la stima per l'espansione del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel 2023, dall'1,2% al 2%. La nuova proiezione fa parte del Rapporto Trimestrale sull'Inflazione, pubblicato giovedì 29 giugno.

Nonostante la stima più ottimistica, è ancora al di sotto di quanto previsto dal Ministero delle Finanze, che vede già quest'anno una crescita dell'economia brasiliana intorno al 2,4%. Il mese scorso, il Segretariato per la Politica Economica (SPE) aveva già aggiornato la sua stima ufficiale della crescita del PIL quest'anno all'1,9%, rispetto a una proiezione dell'1,6% a marzo.

La stima del Ministero delle Finanze tiene conto del cosiddetto “carry over”: in caso di variazione zero del PIL nei prossimi tre trimestri, rispetto al periodo gennaio-marzo, il solo effetto di carry over statistico porterebbe la crescita nell'intervallo del 2,4% quest'anno, secondo i calcoli del Ministero.

Il conto della Banca Centrale, che compare nel Rapporto sull’Inflazione, mostra che, dal lato dell'offerta, dopo il positivo andamento dell'agroalimentare di inizio anno, la BC ha alzato la stima dell'espansione dell'agricoltura dal 7% al 10%. Invece, la revisione per il settore è passata dallo 0,3% allo 0,7%. Nel caso dei servizi, la Banca Centrale ha modificato la previsione di crescita dall'1,0% all'1,6%.

Per quanto riguarda le componenti della domanda, il Rapporto ha modificato la crescita attesa dei consumi delle famiglie dall'1,5% all'1,6% e ha aumentato la previsione di un aumento dei consumi delle amministrazioni pubbliche dallo 0,7% all'1%.

Il documento indica anche che la proiezione per il 2023 della Formazione Lorda di Capitale Fisso (FBCF) – misura il volume degli investimenti produttivi nell'economia – è passata da zero a un calo dell'1,8%.

Nel Bollettino Focus di questa settimana, la crescita media del PIL di quest'anno è del 2,18%.

 

Inflazione

Il Rapporto sull’Inflazione ha anche fornito proiezioni per l'inflazione a breve termine, da giugno a settembre. Per l’Indice Generale dei Prezzi al Consumo (IPCA) - l'indice ufficiale dell'inflazione - per giugno, la Banca Centrale ha rivisto da un aumento dello 0,29% a un calo dello 0,08%, a causa di stime inferiori per alimenti per le famiglie e beni industriali. Nel caso dei beni, il vettore principale è il programma di sconti sui veicoli, avviato nel mese di giugno.

"Il provvedimento, che prevede un meccanismo di sconto sponsorizzato per l'acquisto di autoveicoli, dovrebbe comportare un calo dei prezzi delle auto a giugno, con parziale inversione di tale effetto nei mesi successivi".

La previsione della BC per l'IPCA a luglio è di un aumento dello 0,29% e, per agosto, di un aumento dello 0,25% e, a settembre, di un aumento dello 0,26%. In 12 mesi l'inflazione scende dal 3,94% di maggio al 3,16% di giugno, riflettendo ancora le esenzioni fiscali create lo scorso anno, ma raggiunge il 5,38% a settembre, secondo i calcoli dell'autorità monetaria.

Secondo la BC, lo scenario di riferimento fino a settembre prevede basse variazioni dei prezzi alimentari, in linea con la stagionalità favorevole e con l'evoluzione favorevole dei prezzi all'ingrosso dei prodotti agricoli.

Tra i prezzi regolamentati, i prezzi della benzina saranno probabilmente messi sotto pressione dall'ennesima fase del nuovo gravame delle imposte federali all'inizio di luglio, con parziale compensazione per la dissipazione degli aumenti osservati nel trimestre precedente nei prezzi dei prodotti farmaceutici, del gioco d'azzardo e tassi dell'acqua e liquami.

La BC ha inoltre affermato di attendersi l'accoglimento di variazioni minori nel piano sanitario, in vista dell'annuncio da parte dell'Agenzia Nazionale di Sanità Integrativa (ANS) di un limite massimo di riadeguamento dei piani individuali e familiari regolamentati inferiore a quello autorizzato nel precedente anno.

A proposito degli industriali, la BC ha affermato che le prospettive per i prossimi mesi dipendono dagli effetti della misura di sconto sui veicoli, che sarà rinnovata, come ha detto mercoledì 28 giugno il ministro delle Finanze, Fernando Haddad.

"C'è incertezza su questi effetti, sia in relazione all'impatto di giugno, sia all'entità della loro inversione dopo la fine degli sconti sponsorizzati dal governo", ha affermato la BC, aggiungendo che, ad eccezione della misura, il percorso è uno di disinflazione per il gruppo.

Per la componente sottostante dei servizi, la BC vede una ripresa della disinflazione iniziata a metà 2022, ma lentamente. Mentre la media dei nuclei dell'inflazione dovrebbe continuare su un percorso discendente, ma ancora al di sopra dell'obiettivo di inflazione.

 

Stima per il credito

La Banca Centrale ha inoltre adeguato le sue proiezioni per il mercato del credito nel 2023. L'istituzione ha aumentato dal 7,6% al 7,7% la proiezione di crescita per il saldo del credito totale quest'anno.

All'interno del credito complessivo, la proiezione del saldo dell'operatività verso privati ​​passa da un incremento dell'8,4% ad un incremento del 9,9%. Nel caso delle aziende, l'aspettativa era di un aumento dal 6,3% al 4,4%.

La proiezione del saldo del credito libero – quello che non utilizza risorse del risparmio o del BNDES (Banca Nazionale per lo Sviluppo) – è passata dal 7,1% a un aumento del 6,3%. All'interno del credito libero, la proiezione dell'espansione del credito ai privati ​​è passata dall'8,0% al 9,0%. Nel caso delle persone giuridiche, è aumentata dal 6,0% al 3,0%.

La proiezione della BC per il saldo del credito indirizzato, che utilizza risorse del risparmio o del BNDES, è aumentata dall'8,3% al 9,6%. All'interno del credito indirizzato, la proiezione di crescita del saldo per i privati ​​è passata dal 9,0% all'11,0%. Per le persone giuridiche la proiezione si è mantenuta al 7,0%. Le proiezioni precedenti erano contenute nel rapporto di marzo.

Le nuove proiezioni di crescita nominale dello stock di credito per il 2023, pur risultando leggermente superiori a quelle indicate nel precedente rapporto, continuano a indicare un processo di decelerazione del credito, soprattutto nel comparto libero, compatibile con il ciclo di stretta monetaria”, ha valutato la BC.

 

Transazioni correnti

La Banca Centrale ha inoltre aggiornato le sue proiezioni per la bilancia dei pagamenti nel 2023. La proiezione per il risultato delle transazioni correnti nel Paese è passata da un deficit di USD 32 miliardi a USD 45 miliardi. Invece la proiezione per gli investimenti diretti nel paese (IDP) quest'anno è rimasta a USD 75 miliardi.

L'aumento del deficit previsto è dovuto principalmente alla riduzione della bilancia commerciale, da Real BRL (R$) 62 miliardi a R$ 54 miliardi, con una riduzione del valore delle esportazioni e un aumento del valore delle importazioni”, ha evidenziato la BC.

Per quanto riguarda il saldo netto degli investimenti di portafoglio esteri - comprese azioni e titoli a reddito fisso -, la proiezione è passata da un disavanzo di 5 miliardi di dollari a un saldo pari a zero. Precedenti proiezioni erano contenute nel Rapporto Trimestrale sull’Inflazione di marzo.

Fonte: https://tinyurl.com/mrye8mcj

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Venerdì 14 Luglio 2023
Giovedì 13 Luglio 2023

Gruppo argentino investe 18 milioni di euro in un terminal portuale in Europa

La PTP Group, holding logistica specializzata in operazioni sull'idrovia e concessionario di (la zona franca nei pressi di Rosario), ha avviato formalmente i lavori del Terminal del Porto della Baia di Cadice, Spagna. In questo modo, il gruppo argentino espande la sua impronta portuale internazionale per fornire soluzioni "porta a porta" per le importazioni e le esportazioni di rinfuse e alimenti.

La PTP Group cerca di collegare l'America Latina con l'Europa attraverso un corridoio logistico che ha all'estremità meridionale la Zona Franca di Rosario in Argentina e, nell'estremo Nord, il Terminal del Porto della Baia di Cadice, in Spagna, che sarà sviluppato in tre fasi e sarà operativo nel primo trimestre 2024.

La Zona Franca di Rosario è un'enclave logistica di oltre 50 ettari senza precedenti, essendo la prima e unica zona franca in Argentina con un porto annesso al sito che sarà operativo nel prossimo mese di dicembre.

Questo corridoio rafforza la crescita economica e sociale di entrambe le regioni, offrendo vantaggi competitivi per il commercio internazionale e incoraggiando lo sviluppo professionale degli abitanti della zona attraverso la creazione di posti di lavoro diretti e indiretti. Inoltre, rappresenta una porta d'ingresso nell'Unione Europea e un primo passo per futuri progetti d’investimento. 

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Giovedì 13 Luglio 2023
Giovedì 13 Luglio 2023

Stato attuale del settore tecnologico in Spagna – il rapporto di KPMG

La società internazionale di consulenza KPMG ha pubblicato un rapporto sullo stato attuale del settore tecnologico in Spagna, elaborato sulla base delle risposte fornite dagli imprenditori del settore energetico nell'ambito dell'indagine Prospettive Spagna 2023, condotta tra dicembre 2022 e febbraio 2023.

Secondo questi dati, gli imprenditori del settore tecnologico mostrano innanzitutto un atteggiamento positivo sia nella valutazione dello stato odierno del settore che in quello dei prossimi 12 mesi. L'84% reputa la situazione attuale dell’industria tecnologica come buona o eccellente. Solo il 15% la giudica come pessima o discreta.

Questa visione ottimistica emerge anche nelle prospettive di fatturato: quasi tutti i manager intervistati (96%) prevedono un aumento del fatturato nel 2023 e il 79% di loro afferma che crescerà di oltre il 5%. Per quanto riguarda le previsioni di assunzione, il 75% delle aziende tecnologiche prevede di aumentare la propria forza lavoro. L'incertezza e la complessità dell'attuale contesto economico non sembrano quindi avere effetti particolarmente negativi sulle previsioni di investimento.

Questi maggiori investimenti in capitale umano si concentreranno in particolare sul potenziamento delle competenze dei professionisti, nonché sull'attrarre e trattenere i migliori talenti. Tutto ciò alla luce della necessità di trovare i profili specifici di cui le organizzazioni hanno bisogno per affrontare le sfide attuali in un ambiente sempre più competitivo. Infatti, sulla base dei dati del rapporto, due imprenditori su tre (67%) hanno dichiarato che destineranno parte dei loro investimenti al reclutamento e alla formazione di professionisti.

Inoltre, il 60% degli imprenditori si concentrerà anche sul potenziamento della digitalizzazione e dei nuovi strumenti tecnologici, ed oltre un 50% destinerà risorse alla promozione delle attività di Ricerca & Sviluppo.

In merito alle priorità, la questione a cui gli imprenditori dedicano maggiori attenzioni nelle loro strategie aziendali continua a essere la capacità di attrarre e trattenere i talenti. Alla luce dei risultati dell'indagine, l'88% afferma che questo tema sarà uno dei loro principali punti di interesse nei prossimi 12 mesi.

Allo stesso tempo, per il 65% degli intervistati anche l'espansione e la crescita internazionale rientrano tra le priorità strategiche degli imprenditori del settore. Più della metà (54%) dichiara di avere una presenza in altri mercati e che intende rafforzarla nel 2023, mentre il 19% prevede di avviare il proprio percorso di crescita internazionale quest'anno.

L'importanza del talento e la necessità di promuovere nuove competenze è intesa non solo come una priorità strategica, ma anche come una sfida ineludibile per le aziende del settore. Due intervistati su tre (69%) vedono nella necessità di attrarre i talenti di cui hanno bisogno uno dei principali rischi per la loro azienda.

Infatti, il 77% dichiara di avere difficoltà a reclutare i talenti di cui necessita e l’88% (23 punti in più rispetto al dato nazionale) riconosce che la carenza delle competenze professionali di cui hanno bisogno rappresenta un rischio per la crescita delle loro organizzazioni. Questi dati evidenziano la portata della sfida del talento per le aziende del settore tecnologico, le quali svolgeranno un ruolo chiave nella trasformazione digitale del Paese.

Inoltre, la costante e rapida trasformazione che l'industria tecnologica sta attraversando rende necessario che le aziende sfruttino e traggano il massimo potenziale dai diversi aiuti e incentivi finalizzati all'innovazione. A questo proposito, più della metà degli intervistati (54%) afferma che la propria organizzazione ha richiesto o intende richiedere i fondi del Piano di ripresa e resilienza europeo.

Per quanto riguarda gli incentivi per le attività di Ricerca & Sviluppo e di innovazione tecnologica, più della metà degli imprenditori (56%) riconosce di sfruttare meno del 25% di questi incentivi. Solo poco più di uno su quattro afferma di usufruire di più del 50% di questi aiuti. Dall'altra parte, gli incentivi che suscitano maggiore interesse sono quelli che offrono detrazioni fiscali o aiuti per il finanziamento dei progetti, dei quali si avvalgono rispettivamente il 71% e il 60% degli intervistati.

È rilevante sottolineare che, quando i dirigenti delle aziende tecnologiche vengono interrogati sulle questioni a cui l'Esecutivo Centrale dovrebbe dare la priorità in termini fiscali, gli incentivi agli investimenti e il miglioramento della competitività sono le risposte più comuni (81% degli intervistati). Allo stesso modo, il 58% evidenzia l’importanza della certezza del diritto e il 52% la necessità di misure fiscali per favorire la liquidità delle imprese.

Infine, il settore tecnologico si trova anche ad affrontare sfide e rischi normativi crescenti di fronte a un ecosistema digitale in rapida evoluzione e alle sue implicazioni. A questo proposito, la maggior parte delle aziende (90%) reputa i rischi associati alla privacy, alla sicurezza e alla governance dei dati uno dei principali rischi legali che la loro organizzazione deve affrontare. Seguono i rischi associati alla normativa sulla protezione online degli utenti o dei clienti (69%) e quelli relativi alla protezione dei beni immateriali (67%).

Fonte: https://tinyurl.com/5ffcrk6v

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Giovedì 13 Luglio 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

Danimarca - Pari opportunità e diritti umani

Le Donne Danesi e la Leadership Aziendale

Sono passati 161 anni da che il governo danese ha istituito il Danish Trade Act, garantendo, così, alle donne danesi non sposate di lavorare alle stesse condizioni degli uomini. D’allora molto è cambiato, oggi le donne hanno preso il loro posto in tutti i settori lavorativi, dal campo delle costruzioni, alla finanza, al management.

Negli anni, i numerosi studi internazionali e nazionali hanno dimostrato come la diversità all’interno delle aziende sia in grado di rafforzare e consolidare il risultato economico, di migliorarne l’aspetto decisionale e di aumentarne le capacità a innovare. Avere una governance aziendale con diversità ed equilibrio di genere può quindi migliorare le performance aziendali.

In Danimarca, e più propriamente a partire dalle file che compongono lo stesso parlamento danese, le donne rappresentano attualmente il 43% dei suoi membri e il 35% dell’attuale governo ma, ciononostante, la percentuale di rappresentanza femminile in ruoli aziendali di primo piano pare essere ancora molto inferiore.

Nelle aziende danesi, infatti, i consigli di amministrazione continuano ad essere a maggioranza maschile, con percentuali rimaste stabili nell’arco temporale 2014 - 2021. Secondo Denmark Statistics, se noi guardiamo al solo settore produttivo, la proporzione di donne nei consigli di amministrazione è superiore nelle aziende con più di 250 dipendenti, specialmente nelle aziende ad alto contenuto tecnologico dove la loro presenza si attestava al 28% al 2021. Nelle piccole e medie imprese, invece, si registrano i più bassi livelli egualitari tra donne e uomini che ricoprono tali ruoli.

Gender Balance

L’introduzione di una quota di genere in Danimarca ha aumentato il numero di donne all’interno dei consigli di amministrazione. Già nel 2012, la Danimarca aveva introdotto una nuova legislazione volta a spingere le grandi aziende danesi a puntare all’obiettivo del 40% di assunzioni per il "genere sotto rappresentato" all’interno dei loro consigli di amministrazione; legge, questa, che ha creato un’improvvisa richiesta di più donne nei consigli di amministrazione con conseguente raddoppiato delle posizioni femminili dopo la riforma.

Tuttavia, oggi la Danimarca si colloca solamente al centoduesimo posto secondo il World Economic Forum per quanto riguarda l’uguaglianza di genere e, soprattutto, la presenza delle donne nei vertici aziendali.

Consigli di Amministrazione femminili e legami familiari

Se è vero che l’introduzione di una quota rosa in Danimarca abbia portato ad un maggior reclutamento delle assunzioni femminili in posizioni aziendali apicali, allo stesso tempo, uno studio condotto dal Department of Economics in UCPH ha mappato la presenza delle donne nei consigli di amministrazione e le connessioni tra loro ed eventuali legami di natura familiare. Le donne, infatti, con legami familiari con direttori e amministratori delegati in carica hanno più del doppio delle probabilità di entrare in un consiglio di amministrazione.

In conclusione, il sopracitato studio mette in dubbio gli effetti reali di queste norme, concludendo che la legge, anziché sostenere una più ampia diversità basata sul merito e facilitare l'accesso ai consigli di amministrazione per tutte le donne qualificate, possa aver spianato la strada a nomine legate alla famiglia.

La Danimarca e la comunità LGBT+

La Danimarca si configura come uno dei maggiori paesi friendly per la comunità LGBT+. Il paese è, infatti, uno dei primi ad aver introdotto nel 1989 il diritto per le coppie omosessuali di contrarre in matrimonio; nel 2023 la Danimarca si è qualificata come il terzo paese in Europa per apertura e grado di protezione legale riconosciuto alle persone LGBT+. Quest’apertura e le sue forme di tutela hanno fatto della Danimarca un paese riconosciuto come liberale e dalle larghe vedute.

Tuttavia, le statistiche mostrano come ancora le persone LGBT+ subiscano discriminazioni e sfide, tant’è che una persona su tre nel paese, si stima subisca discriminazioni basate sulla propria identità di genere. Ciò dimostra come si debba continuare a lavorare sulle loro tutele e a livello culturale.

Un’ulteriore vittoria per tale comunità è stato il Marriage Act del 2012 che ha riconosciuto l’opportunità per le coppie omosessuali consacrare le proprie unioni all’interno della stessa chiesa evangelico-luterana con pari diritti delle coppie eterosessuali.

Migliori diritti per le famiglie arcobaleno

Negli ultimi anni, in Danimarca si sono registrati dei progressi per quanto riguarda le famiglie arcobaleno. Per esempio, nel 2022 il Parlamento danese ha approvato una legge che prevede che le coppie lesbiche non debbano più dimostrare come è stato concepito il loro bambino. E la partner femminile della donna incinta diventerà automaticamente co-madre e quindi genitore legale del bambino. Inoltre, sono state approvate nuove regole per il congedo parentale delle famiglie arcobaleno. A partire da gennaio 2024, la normativa prevede accordi flessibili per le famiglie LGBT+, in cui fino a quattro genitori - i due genitori legali e i due genitori sociali - possono condividere una parte del congedo parentale.

«Credo che la Danimarca sia il primo Paese al mondo in cui è possibile dividere il congedo parentale tra le famiglie in questo modo. È un riconoscimento storico per le famiglie arcobaleno il fatto che ora sia possibile condividere il congedo parentale tra più di due genitori», afferma l'amministratore delegato di LGBT+ Denmark, Susanne Branner Jespersen.

Conclusioni

Se sul fronte della parità di genere la Danimarca, come il resto dei paesi europei, ha sicuramente ancora tanta strada da fare, sul fronte dei diritti civili l’ago della bilancia pende verso un’importante prospettiva liberale che, nell’attuale contesto mondiale, la portano a qualificarsi come uno dei paesi con le più ampie vedute, in cui le persone di qualunque orientamento possono trovare un ambiente integrativo e proattivo.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Luglio 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

Annunciate nuove zone di investimento per far crescere l'economia in Scozia

La regione della città di Glasgow e il nord-est della Scozia saranno le nuove zone di investimento in UK, a seguito di un accordo tra il governo britannico e quello scozzese. Le zone di investimento sono una parte cruciale della politica del governo del paese per fornire crescita economica, più posti di lavoro, e nuove opportunità per la popolazione locale.

Gli incentivi fiscali e i finanziamenti messi a disposizione dai due governi attrarranno investimenti, miglioreranno le competenze dei lavoratori, forniranno supporto specializzato alle imprese e miglioreranno le infrastrutture.

Le zone di investimento copriranno principalmente istituti di ricerca come le università, e si concentreranno nello sviluppo di alcuni settori prioritari come la tecnologia, le industrie creative, le scienze della vita, la produzione avanzata e il settore green. Sosterranno i cluster per aumentare la competitività del paese nelle industrie ad alto potenziale, sfruttando i punti di forza e le risorse esistenti per aumentare le opportunità per le comunità locali e guidare la crescita della produttività.

Il segretario di Stato per il livellamento economico Michael Gove ha dichiarato: “Questa è una pietra miliare storica poiché amplieremo l'opportunità del programma di Investment Zone, per far crescere l'economia in tutto il Regno Unito. Apprezzo molto l'approccio costruttivo che il Primo Ministro e il Vice Primo Ministro hanno mostrato negli incontri che ho avuto con loro nelle ultime settimane. Vogliamo lavorare insieme per vedere prosperare l’intero paese. Sia Aberdeen, Glasgow, e le aree circostanti, sono state al centro del successo economico del Regno Unito per generazioni, grazie a loro siamo riusciti a sviluppare importanti costruzioni navali sul Clyde e ad ottimizzare la ricerca di petrolio e gas nel Mare del Nord”.

Le due aree del partenariato economico scozzese beneficeranno ciascuna di investimenti finanziari complessivi da 80 milioni di sterline su un periodo di cinque anni. I leader regionali, le imprese e le università assumeranno un ruolo guida nella definizione dei piani regionali, per garantire che le zone di investimento possano sviluppare uno spirito imprenditoriale. Le discussioni inizieranno ora con entrambe le regioni per presentare proposte dettagliate.

Il Segretario di Stato britannico per la Scozia, Alister Jack, ha affermato: “Questa è una notizia entusiasmante per Glasgow e Aberdeen: l'istituzione di due zone di investimento in queste aree rafforzerà i loro punti di forza già esistenti, contribuendo ad attrarre investimenti, far crescere la nostra economia e creare posti di lavoro in settori prioritari. Ciò si baserà sui grandi progressi già osservati con i Freeport a Inverness, Cromarty Firth e Firth of Forth.

Abbiamo lavorato in sinergia con il governo scozzese, il che dimostra ancora una volta gli obiettivi che possiamo raggiungere quando i due governi lavorano congiuntamente. Il Regno Unito è concentrato sul livellamento economico in tutto il paese, il che include l'investimento di oltre 2,2 miliardi di sterline in progetti in Scozia".

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Luglio 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

La produzione di auto in UK aumenta del 27% a maggio rispetto all'anno precedente

La produzione automobilistica in UK è aumentata per il quarto mese consecutivo a maggio, trainata da una maggiore domanda di veicoli elettrici. La Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) ha dichiarato che sono state prodotte 79.046 auto il mese scorso, con un aumento di quasi il 27% su base annua. Questo è ancora inferiore del 31,9% rispetto ai livelli di produzione del 2019.

Mentre l'allentamento delle restrizioni della catena di approvvigionamento ha incrementato la produzione di veicoli, l'industria automobilistica continua a fare i conti con le regole sulle esportazioni post-Brexit. In base all'accordo commerciale concordato con l’Unione Europea, la regola sull'origine richiede che, per poter beneficiare di un commercio senza tariffe, una percentuale delle componenti dei veicoli elettrici dell’automobile dovrà essere prodotta localmente – questo a partire dal 2024.

I volumi combinati di veicoli elettrici ibridi, ibridi plug-in ed elettrici a batteria sono aumentati del 95,4% a maggio, raggiungendo le 27.636 unità, ed hanno rappresentato il 35% di tutte le auto prodotte - ha affermato SMMT.

Le esportazioni hanno rappresentato il 79,5% della produzione totale, con l'UE che rimane il mercato più grande.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Luglio 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

Brasile - Ipea rivede la crescita del PIL agroalimentare per il 2023 dall'11,6% al 13,2%

I ricercatori dell'Istituto di Ricerca Economica Applicata (Ipea) hanno rivisto dall'11,6% al 13,2% la stima di crescita del settore agricolo nel 2023. La giustificazione dell'alta sopra prevista nel primo trimestre dell'anno, confrontando la previsione con il risultato rilasciato dall'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), è la revisione al rialzo della produzione di bestiame e colture con un peso significativo nel valore aggiunto di colture, come la soia.

Secondo i dati del Sistema dei Conti Nazionali Trimestrali dell'IBGE, il settore agricolo è cresciuto del 18,8% nel primo trimestre di quest'anno. La previsione Ipea, fatta a marzo, era di una crescita interannuale del 13% anche nello stesso periodo.

Tale differenza è giustificata, tra l'altro, dalla revisione positiva delle stime sulla produzione di soia, la cui previsione di crescita è stata rivista dal 21,3% ad un incremento del 24%, secondo l'ultima Indagine Sistematica sulla Produzione Agricola dell'IBGE.

Anche la produzione bovina ha presentato un risultato superiore a quanto precedentemente previsto da Ipea, con un incremento del 3% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente.

Altri punti salienti sono la revisione delle stime di produzione per la canna da zucchero e il mais, che sono cresciute rispettivamente dall'1,3% e dal 10,2% al 6,6% e all'11,5%. Nell'allevamento, la produzione bovina ha guadagnato importanza e la stima annuale per il segmento è stata rivista dal 2,6% al 3,3%.

Secondo Ipea, anche l'aspettativa di crescita della produzione di caffè e cotone dovrebbe contribuire al mantenimento di elevati tassi di crescita interannuale del settore agricolo nel secondo e terzo trimestre di quest'anno.

Il ricercatore di Ipea José Ronaldo Souza Júnior e il ricercatore associato Pedro Garcia hanno fatto le nuove proiezioni sulla base di nuove stime dell'Indagine Sistematica sulla Produzione Agricola e delle Indagini Trimestrali sulla Macellazione, sul Latte e sulle Uova di Gallina dell'IBGE.

 

Fonte: https://tinyurl.com/52y73rty

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Luglio 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

Gli investimenti esteri in Spagna superano i 34.178 milioni nel 2022, il secondo dato più alto registrato nella serie storica

Gli investimenti esteri in Spagna hanno superato i 34.178 milioni di euro (M€) in termini lordi nel 2022, che è la seconda cifra più alta raggiunta da quando i dati sono stati registrati (1993), secondo i dati pubblicati nel Registro degli Investimenti esteri DataInvex del Segreteria di Stato per il Commercio. Rispetto al 2021, si tratta di un aumento del 13,9%.

In termini netti, la cifra degli investimenti non ETVE ha raggiunto i 23.892 milioni di euro, il 9,8% in più rispetto al 2021. Analizzando i dati dell'ultimo anno, oltre l'87% degli investimenti esteri si è diretto a società non quotate.

Geograficamente, gli Stati Uniti sono il principale investitore in Spagna, concentrando l'emissione del 27,7% dei flussi di investimento non-ETVE ricevuti dal paese. Seguono il Regno Unito (con il 17,8% dell'investimento) e la Germania (14%).

L'Italia si posiziona al 7º posto con investimenti lordi per un totale di 991 milioni di € nel 2022, una cifra superiore del 24,6% ai 795 milioni dell'anno precedente, e una media di 1094 milioni di € annuali nel periodo 2018-2022.

Per settori, più della metà del totale degli investimenti esteri in Spagna (55,1%) riguarda i servizi, seguiti dal settore industriale (42,2%) e, successivamente, dalle costruzioni (2,5%) e dal settore primario (0,2%) . Inoltre, nel 2022 il settore manifatturiero ha superato i 10.111 milioni di euro, un record. Il settore delle telecomunicazioni ha ricevuto oltre 2.713 milioni, il miglior dato degli ultimi 10 anni. Le energie rinnovabili nel loro complesso hanno ricevuto oltre 2.800 milioni, di cui 872 milioni sono andati all'eolico (terzo miglior dato della serie storica) e 1.971 al solare (quarto miglior dato della serie). Il settore programmazione e informatica ha raggiunto la cifra di 1.400 milioni, secondo miglior dato della serie dopo il 2021. Il settore ricerca e sviluppo ha superato gli 800 milioni di euro, più del doppio rispetto a qualsiasi altro anno.

Investimenti esteri da parte delle comunità autonome (regioni)

La Comunità di Madrid, i Paesi Baschi, la Catalogna, la C. Valenciana e l'Andalusia sono le regioni che hanno ricevuto i maggiori investimenti estero nel 2022. Madrid, in particolare, ha rappresentato la destinazione di oltre il 50% del valore degli IDE in Spagna. Le cinque Comunità Autonome menzionate rappresentano l'87,6% di tutti gli investimenti esteri ricevuti. Andalusia, l'Aragona, la Castiglia-La Mancia ei Paesi Baschi hanno tutti raggiunto i loro migliori dati storici.

 

Investimenti in progetti greenfield

Gli investimenti esteri in progetti greenfield in Spagna hanno raggiunto il livello più alto dell'intera serie storica nel 2022, superando i 44,560 milioni di dollari e hanno creato più di 96.000 posti di lavoro, secondo FDI Markets, il database dei progetti greenfield del Financial Times Group.

La Spagna ha ricevuto 860 progetti greenfield da capitali stranieri nel 2022, il che colloca il Paese iberico al sesto tra quelli che hanno ricevuto il maggior numero di progetti greenfield a livello globale, davanti a potenze come Cina, Francia o Giappone. Il numero di progetti greenfield è aumentato nell'ultimo anno rispetto agli 838 progetti di questo tipo nel 2021 e ai 554 nel 2020. 

La Spagna inoltre sta registrando risultati molto promettenti anche nelle forme più avanzate e produttive di investimento estero. Nel 2022, infatti, il Paese è stato il terzo destinatario mondiale di progetti greenfield nel settore 'Energie Rinnovabili' e nel settore "ICT e Infrastrutture digitali", il 4° Paese che riceve il maggior numero di progetti che prevedono lo svolgimento di attività di R&S ed il 4° nel numero di progetti nell'ambito dell'automotive o legati all'idrogeno pulito.

Fonte: https://tinyurl.com/24c8k2jh

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Martedì 12 Settembre 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

Miliardi di investimenti esteri per migliaia di nuovi posti di lavoro in tutto il Regno Unito

Decine di migliaia di nuovi posti di lavoro saranno creati in tutto il Regno Unito grazie a miliardi di sterline di investimenti esteri. Le nuove statistiche del governo rivelano che saranno creati quasi 80.000 posti di lavoro grazie a oltre 1.600 progetti di investimenti esteri diretti (IDE) in tutto il Regno Unito come Scozia, Galles, Inghilterra settentrionale, Midlands e sud-ovest.

Secondo i dati pubblicati, le regioni settentrionali dell’Inghilterra hanno registrato enormi guadagni nell’ultimo anno, con Yorkshire e The Humber che hanno ottenuto 103 progetti di IDE, creando 7.378 nuovi posti di lavoro - un aumento del 97% rispetto al 2021/22 e del 423% rispetto al 2020/21 - mentre nel nord-ovest e nel nord-est, si sono registrati 198 progetti.

Inoltre, in soli tre anni, il Nord Ovest e il Nord Est hanno visto 604 nuovi progetti, portando a 25.872 nuovi posti di lavoro. Le Midlands hanno registrato decine di nuovi progetti: nel 2022/23 sono stati assegnati 265 progetti di IDE con 11.091 posti di lavoro, e 47 progetti in Galles con 3.062 posti di lavoro - un aumento del 71% rispetto ai 1.793 del 2021/22.

Il ministro degli investimenti britannico Lord Johnson ha dichiarato: “Queste statistiche dimostrano che il Regno Unito è un ottimo posto per investire e un fantastico trampolino di lancio per avviare nuove attività di successo. I dati odierni confermano che gli investitori guardano oltre Londra e il sud-est del paese, alla ricerca di opportunità di crescita. Questi investimenti supportano le nostre industrie e creano posti di lavoro per il futuro, dall'industria aerospaziale e automobilistica ai servizi finanziari e tecnologici. Guardiamo ora al Northern Ireland Investment Summit e al Global Investment Summit di questo autunno, che riuniranno alcuni dei più grandi attori del mondo”.

Il settore automobilistico ha visto 76 nuovi progetti di IDE nel 2022/23, portando a 3.807 nuovi posti di lavoro – rispetto ai 1.786 di due anni fa. Il governo sta cercando di rendere il Regno Unito una superpotenza tecnologica e scientifica entro il 2030 e gli ultimi dati confermano che sta andando nella direzione giusta. Il settore delle scienze della vita vedrà 3.546 nuovi posti di lavoro, mentre le biotecnologie e i prodotti farmaceutici ne vedranno 2.089. Complessivamente negli ultimi tre anni, entrambi i settori avranno visto 15.608 nuovi posti di lavoro dai soli progetti di IDE.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Luglio 2023
Mercoledì 12 Luglio 2023

Il Regno Unito collaborerà più strettamente con l'UE nel settore finanziario

Il Regno Unito ha firmato un memorandum con l'UE per aumentare la cooperazione sui servizi finanziari. Insieme istituiranno un forum per incontrarsi due volte l'anno e discutere la regolamentazione sugli standard del settore.

Il cancelliere Jeremy Hunt ha affermato che la costruzione di una relazione cooperativa sarà di reciproco vantaggio, vista l’interconnessione tra i mercati finanziari UK e UE. Il memorandum d'intesa che è stato firmato è qualcosa di nuovo nell'accordo commerciale e di cooperazione post Brexit. "Entrambe le parti condivideranno informazioni sul settore e lavoreranno insieme per affrontare sfide comuni e coordinare le proprie posizioni" - come affermato dallo stesso memorandum.

Daniel Ferrie, portavoce della Commissione Europea, ha dichiarato che la cooperazione "creerà un forum per facilitare il dialogo tra le due parti". "Questo non ripristinerà tuttavia l'accesso del Regno Unito all'UE, né pregiudicherà le nostre future decisioni". A marzo, Regno Unito e UE hanno firmato il Windsor Framework, con l’obiettivo di facilitare il passaggio delle merci in arrivo in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna, riducendo così il numero di controlli. L'accordo è stato visto come un segno di miglioramento delle relazioni tra le due parti.

Dopo il Windsor Framework, la firma del memorandum sui servizi finanziari è un'altra indicazione che il Regno Unito è diventato più conciliante nel suo approccio all'UE, rispetto ai precedenti primi ministri Boris Johnson e Liz Truss, e potrebbe potenzialmente segnalare un maggiore allineamento in futuro. Jeremy Hunt ha affermato che si tratta di un "importante punto di svolta", mentre il commissario per i servizi finanziari dell'UE, Mairead McGuinness, ha dichiarato che il Windsor Framework "ha permesso di proseguire le relazioni con il Regno Unito attraverso un partenariato congiunto, basato sulla fiducia, la cooperazione e la fornitura di benefici per i cittadini di entrambe le parti".

L'UE ha rappresentato il 37% delle esportazioni UK di servizi finanziari nel 2019 e il Regno Unito ha mantenuto la sua posizione di centro finanziario europeo più importante anche dopo la Brexit.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 12 Luglio 2023