Notizie mercati esteri

Venerdì 28 Luglio 2023

Recessione dell’economia tedesca: conseguenze in Europa e in Italia

La Germania, uno dei Paesi trainanti dell’economia europea, sta affrontando un periodo di recessione, con un PIL stimato per il 2023 in calo dello 0,4%. Sia l’industria automobilistica che l’edilizia, così come i consumi, sono in contrazione. Nel frattempo, la popolazione tedesca sta invecchiando e, come l’Italia, il Paese fatica a trovare forza lavoro qualificata che sostituisca i lavoratori in pensione.

Economia tedesca: le cause della recessione

Sebbene il Cancelliere Federale della Germania, Olaf Scholz, abbia dichiarato che le prospettive per l’economia tedesca siano buone, grazie alla crescita del settore delle energie rinnovabili, le proiezioni sulla sua performance sono contraddittorie. Da una parte, la Commissione Europea ha previsto una crescita del PIL dello 0,2% nel 2023; dall’altra, il Kiel Institute for the World Economy (IfW) e l’istituto IfO (Istituto Leibniz per la ricerca economica), hanno calcolato rispettivamente una perdita di 0,3 e 0,4 punti percentuali. Le principali cause sarebbero l’inflazione e la politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea, unitamente a un aumento delle assenze per malattia (che hanno ridotto la produzione) e il calo dei consumi. Secondo le stime, nel primo trimestre del 2023, le famiglie hanno consumato 1,2% in meno e a maggio 2023 avrebbero percepito un’inflazione del 18%.

Il calo nell’industria meccanica e di altri veicoli (navi, treni, aerei) nel trimestre invernale del 2023 è, secondo gli economisti della Commerzbank, un cattivo segnale: si prevede infatti una crescita nel breve periodo grazie all’aumento del potere d’acquisto e alla stabilità del mercato del lavoro, con un aumento dell’1,8% nel 2024, ma con una successiva stagnazione allo 0,4% annuo dal 2027.

Gli sviluppi sarebbero in buona parte dovuti ai cambiamenti demografici che, nei prossimi anni, vedranno una netta riduzione della forza lavoro a causa dell’eleva quota di pensionamenti e di un minor numero di cittadini in età da lavoro. Proprio per questo motivo il Cancelliere Scholz starebbe cercando di facilitare l’ingresso di manodopera qualificata extra-UE, creando tensioni nel dibattito politico.

Le conseguenze in Europa e in Italia

Le conseguenze della recessione tedesca sull’Europa e sui rapporti economici e commerciali con l’Italia sono molteplici. La contrazione dell’economia tedesca si sta verificando, innanzitutto, durante un periodo di ripresa di quella italiana: secondo la Commissione europea, infatti, il PIL italiano aumenterà dell’1,2% nel 2023. Le economie dei due Paesi, tuttavia, sono molto integrate, soprattutto nei settori food&beverage e automotive, nonché nei settori chimico e meccanico. Il capo della Federazione degli industriali tedeschi (BDI), Siegrfried Russwurm, teme che i prezzi dell’energia e la scarsità di manodopera porteranno molte aziende estere a lasciare la Germania.

Il rallentamento tedesco preoccupa le Camere di Commercio, ma – come ha sottolineato il presidente di ITKAM Emanuele Gatti – non si tratta di una crisi sistemica come quella provocata dalla pandemia Covid e la guerra tra Russia e Ucraina. In Germania, come in Italia, giocano infatti un ruolo importante anche le aziende familiari, che possono contribuire alla ripresa.

 

Fonte: https://tinyurl.com/579mxuuh

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Fabbisogno energetico: collaborazione tra Italia e Germania per produzione e importazione di idrogeno

Il settore energetico Italia-Germania

Nel settore energetico Italia e Germania affrontano problematiche simili legate alle priorità di politica estera, alle fonti energetiche alternative e agli investimenti nell’ambito del Next Generation EU. La dipendenza dei due Paesi dalle importazioni di gas è cresciuta nel corso degli anni a causa della riduzione della produzione energetica nazionale (dovuta, ad esempio, alla decisione della Germania di eliminare il nucleare e il carbone entro il 2035 e alla rinuncia al nucleare da parte dell'Italia). L'importazione di gas è cresciuta in modo esponenziale dal 2015 in poi, sostenuta da nuove infrastrutture e dall’avvicinamento a fornitori alternativi alla Russia (in particolare Africa settentrionale e Medio Oriente).

Dipendenza energetica di Germania e Italia da Paesi terzi

Nonostante nel 2022 il consumo di gas della Germania sia diminuito del 14% rispetto al 2021, lo scorso anno il Paese ha importato 1.449 TWh di gas naturale (1.652 TWh nel 2021), proveniente, per la maggior parte, dalla Norvegia (33%) e dalla Russia (22%, contro il 52% nel 2021).

L’importazione di gas dalla Russia è diminuita, a causa della guerra in Ucraina, anche in Italia. Se infatti fino al 2021 la Russia è stata la prima esportatrice di gas metano in Italia (38% del fabbisogno), nel 2022, il 35% del gas è arrivato dall’Algeria (+12% rispetto al 2021), che è diventata il primo fornitore del Paese.

Produzione di idrogeno: un’opportunità per una maggiore indipendenza

Ogni anno nel mondo vengono prodotti 65 milioni di tonnellate di idrogeno: il 96% tramite steam reforming del gas naturale, il 4% tramite elettrolisi dell'acqua. L'idrogeno è meno conveniente rispetto ai suoi concorrenti fossili ed è quindi economicamente redditizio solo in nicchie. Gli esperti ritengono che la situazione potrebbe cambiare in futuro e vedono nell'idrogeno verde la possibilità di ovviare ai problemi di approvvigionamento.

Sia Italia che Germania potrebbero giovare di questa risorsa e sono partner ideali per una cooperazione nel campo dell’idrogeno verde. L'Italia dispone di molte risorse per la produzione di energia rinnovabile e, di conseguenza, di idrogeno verde. Inoltre, grazie al piano di ricostruzione del PNRR, sono in corso grandi investimenti nel settore dell'idrogeno. Sul piano ambientale, la diffusione dell’idrogeno come fonte energetica genererebbe entro il 2050 una riduzione di 97 milioni di tonnellate di CO2, ovvero del 28% delle emissioni registrate nel 2018.

Con la sua strategia nazionale per l'idrogeno (“The National Hydrogen Strategy”), la Germania si concentra invece sull'espansione delle tecnologie, della produzione, dello stoccaggio, delle infrastrutture e delle applicazioni, compresa la logistica. A maggio 2021 sono stati lanciate 62 grandi opere tedesche con oltre 8 miliardi di euro di finanziamenti federali e statali.  In Germania, la produzione su larga scala di idrogeno tramite elettrolisi e il suo utilizzo nel sistema energetico e industriale, insieme all'accoppiamento dei settori, aprirebbero la strada alla terza fase della transizione energetica. Affinché questo avvenga, tuttavia, i convertitori di energia devono essere pronti per l'applicazione e il lancio sul mercato in Germania al più tardi entro il 2025.

Prospettive future di collaborazione tra Italia e Germania nel settore

Nel maggio 2023 i ministeri dell'Energia di Italia, Austria e Germania hanno firmato una lettera congiunta in cui hanno espresso il loro sostegno allo sviluppo di un "corridoio meridionale dell'idrogeno" nell'Unione Europea

Grazie alla sua posizione geografica, l’Italia rappresenta un importante punto di passaggio per il trasporto di idrogeno dal Nord Africa all'Europa centrale; per questo motivo il consorzio composto dall'italiana Snam, la tedesca Bayernet (controllata del gruppo Bayerngas), Trans Austria Gasleitung (Tag) e SeaCorridor, joint venture tra Snam ed Eni, responsabile dei gasdotti tra l’Italia e l’Algeria, nonché Gas Connect Austria (partecipata sia da Snam che da Allianz), ha manifestato l’intenzione di sviluppare il Corridoio SoutH2. Il SoutH2 sarà un corridoio di condutture a idrogeno che collegherà il Nord Africa all'Europa centrale (Algeria e Tunisia alla Baviera attraverso l'Italia e l'Austria). La rete di gasdotti trasporterà l'idrogeno verde prodotto nel Mediterraneo meridionale ai consumatori europei. L’idrogenodotto avrà una lunghezza di 3.300 km entrerà in funzione nel 2030.

Con il suo sviluppo, le aziende e i governi partecipanti vogliono garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di idrogeno. Si tratterebbe di un progetto chiave per la creazione di una dorsale dell'idrogeno interconnessa e diversificata in Europa.

 

Fonte: https://tinyurl.com/2p8wdwfj

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Brasile - La Zona Franca di Manaus avrà R$ 1,6 miliardi in nuovi investimenti

La Zona Franca della città di Manaus riceverà circa R$ 1,6 miliardi (circa € 0,29 miliardi) in nuovi investimenti, che potrebbero portare alla creazione di oltre 1,6 mila nuovi posti di lavoro. Secondo il vicepresidente e ministro dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi del Brasile, Geraldo Alckmin, il valore sarà destinato a nuove imprese nell'ampliamento degli impianti delle industrie esistenti.

L'annuncio è stato dato questo mercoledì (12) durante il programma Bom Dia, Ministro, prodotto da Empresa Brasil de Comunicação (EBC).

"Voglio portare buone notizie sulla Manaus Free Trade Zone Superintendence (Suframa): avremo quasi R$ 1,6 miliardi in nuovi investimenti. In nuove fabbriche o nell'espansione delle industrie esistenti", ha detto Alckmin evidenziando l'interesse del governo a mantenere il Polo de Manaus, responsabile di oltre 100 mila posti di lavoro diretti nella regione.

Durante il programma, Alckmin ha informato che la firma del contratto di gestione dell'Amazon Biobusiness Center (CBA) è prevista per il 25 luglio.

"A Manaus, firmeremo il primo contratto di gestione con un'organizzazione sociale [Fundação Universitas de Estudos Amazônicos], con l'intervento dell'Istituto di Ricerca Tecnologica di San Paolo. Il nostro obiettivo è fare in modo che la biodiversità amazzonica diventi reddito, occupazione, aziende e business”, ha spiegato il ministro sottolineando le potenzialità della regione per industrie come quella farmaceutica; cosmetici e alimentari.

 

Business center

Il decreto presidenziale che ha qualificato l'organizzazione sociale responsabile della gestione del CBA è stato firmato a maggio dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva, con la giustificazione di aggiungere valore e stimolare nuovi affari dalle risorse naturali che si trovano in Amazzonia. Fino ad allora, il CBA era chiamato Amazon Biotechnology Center.

Da allora, CBA ha avuto un business center operante su due fronti. Il primo, finalizzata alla ricerca che si traduca in prodotti “a scaffale” che integrino il portafoglio del centro, sarà offerta a potenziali investitori.

Il secondo fronte, in partnership con il settore privato, garantirà l'approvvigionamento di materie prime regolarmente e a prezzi competitivi, fornendo le condizioni minime per l'insediamento dell'industria e per la sostenibilità nel lavoro delle comunità direttamente coinvolte, come le persone lungo il fiume e le popolazioni native.

Tra gli esempi pratici delle attività del CBA vi sono lo sviluppo di catalizzatori da fanghi per la produzione di biocarburanti; l'uso di input locali e residui di fabbrica per ottenere bioplastiche, cellulosa e membrane batteriche che possono anche essere trasformate in bevande probiotiche, come il kombucha; processi avanzati per ottenere açaí liofilizzato, burro di cupuaçu e oli essenziali con la buccia d'arancia; e la produzione di coloranti naturali da oltre 2.600 specie di microrganismi nella regione.

Fonte: https://tinyurl.com/2p93kkwf

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

 

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Venerdì 28 Luglio 2023

Il gigante della moda al dettaglio H&M annuncia l'intenzione di aprire negozi in Brasile

Il grande magazzino svedese H&M ha annunciato oggi che prevede di sbarcare in Brasile nel 2025, con negozi fisici e operatività online.

Cosa è successo?

"Apriremo il nostro primo negozio e attività online in Brasile nel 2025", ha affermato il CEO del gruppo, Helena Helmersson. Per supportare la sua espansione nel paese, H&M sta collaborando con il gruppo Dorben, che ha operazioni di vendita al dettaglio in 10 paesi in America Centrale e meridionale.

Il colosso del fashion retail ha già provato a venire in Brasile altre volte. Nel 2014 la rete ha cercato di aprire un negozio in Avenida Paulista, ma ha rinunciato.

Il marchio ha già negozi in altri paesi dell'America Latina. H&M ha aperto il suo primo negozio in America Latina in Messico nel 2012, ed è attualmente presente in Perù, Uruguay, Cile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Panama e Costa Rica.

Uno dei leader nel settore del fast fashion, H&M è il secondo più grande rivenditore al mondo, dopo la spagnola Zara.

"Con una popolazione di oltre 210 milioni di abitanti in Brasile e un forte apprezzamento per la moda, esiste un notevole potenziale di espansione nel mercato” - H&M, in un comunicato

Fonte: https://tinyurl.com/54k59ehr

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

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Venerdì 28 Luglio 2023

Con una popolazione più piccola nel Censimento, il Brasile è "più ricco" di quanto immaginato

Una delle principali rivelazioni dei dati precedenti del Censimento del 2022 – preso con due anni di ritardo a causa della pandemia, e poi per mancanza di budget – è stato il fatto che la popolazione brasiliana è arrivata lo scorso anno notevolmente inferiore a quanto previsto.

Tra le varie conseguenze più immediate che ciò comporta c'è il fatto che la popolazione brasiliana, in media, è anche un po' più ricca di quanto immaginato, poiché tutto il denaro disponibile nel Paese – misurato dal Prodotto Interno Lordo (PIL) – necessita essere diviso da meno persone.

Nei calcoli preliminari effettuati dall'economista Silvia Matos, ricercatrice presso la Fondazione Getúlio Vargas (FGV), il PIL pro capite del Brasile ha chiuso lo scorso anno il 5,8% in più, ovvero qualcosa come R$ 2.600 in più all'anno per ogni persona, rispetto a quanto calcolato prima del Censimento.

Secondo il conto precedente, il PIL pro capite brasiliano era di R$ 46.155. Con la notizia che il Brasile ha effettivamente meno persone, questo pezzo di PIL che appartiene a ogni persona è salito a R$ 48.829.

 

“Scomparse” 12 milioni di persone

Diffusi a fine giugno dall'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), i primi dati del Censimento del 2022 hanno rivelato che la popolazione del Paese, lo scorso anno, ha raggiunto poco più di 203 milioni di persone. Il numero esatto è 203.062.512.

Sono quasi 12 milioni in meno rispetto all'ultima stima importante, fatta dallo stesso IBGE cinque anni fa, che era di 214,8 milioni.

Finì quindi per essere ricalcolato anche il ritmo di crescita della popolazione, che si è dimezzato: con i nuovi numeri si è scoperto che il tasso medio di crescita della popolazione brasiliana, nell'ultimo decennio, era dello 0,5% annuo. Prima, sarebbe stato nell'intervallo dell'1%.

"Un gruppo di persone è scomparso, e non si trattava solo di poche persone, è una differenza molto forte", afferma Silva, ricercatrice senior nell'area dell'economia applicata presso FGV.

È solo che la torta rimane fondamentalmente la stessa; quindi, stiamo dividendo la torta tra meno persone; Il PIL pro capite è questo”.

Silvia fa notare che i conti del nuovo PIL pro-capite sono ancora preliminari, visto che l'IBGE ha diffuso, per ora, solo i grandi numeri del Censimento, e dovrebbe ancora dettagliare e aggiustare l'indagine.

“Ma le grandi tendenze non cambieranno”, dice l'economista.

Tra le possibili spiegazioni per l'enorme divario nel risultato della popolazione c'è un processo di invecchiamento più rapido, oltre all'ulteriore perdita di vite umane a causa della pandemia.

 

Misura del reddito

Il PIL pro-capite è un conto che divide il PIL totale del Paese, che era di R$ 9,9 trilioni nel 2022 in Brasile, per la popolazione.

Non è un'indicazione precisa della qualità della vita o della ricchezza reale delle persone, in quanto non controlla il grado di distribuzione, ma dà un'indicazione del livello di reddito medio del Paese.

È questa metrica, ad esempio, che permette di confrontare il livello di un'economia con altre e di verificare se si tratta di un Paese ad alto, medio o basso reddito.

 

Conteggio completo

La grande differenza tra i dati demografici precedenti e quelli del Censimento è dovuta al fatto che le stime periodiche effettuate dall'IBGE, come la precedente, sono solo proiezioni, effettuate attraverso campionamenti e statistiche.

Il Censimento, a sua volta, è il conteggio ampio, completo e ufficiale fatto dell'intera popolazione. Poiché è un processo costoso e laborioso, viene eseguito solo una volta ogni dieci anni.

Ma proprio per questo è fondamentale la ricerca e la base per tutte le grandi politiche pubbliche e anche per la metodologia dei grandi numeri dell'economia, come il tasso di disoccupazione e lo stesso PIL.

Tutti questi, tra l'altro, sono dati che potrebbero finire per essere rivisti, in una certa misura, a causa della sorpresa demografica che l'edizione 2022 del Censimento ha portato. “Anche il passato è incerto”, dice Silvia.

 

Meno persone, meno crescita

La ricercatrice di FGV e altri specialisti avvertono però che una popolazione più piccola e che cresce di meno non è esattamente una buona notizia, poiché significa anche un potenziale di crescita inferiore.

Una minore crescita della popolazione riduce la disponibilità di lavoro e la crescita diventa più difficile”, afferma l'economista del FGV.

I Paesi giovani crescono più velocemente perché hanno un'abbondante offerta di posti di lavoro. Ciò che il Censimento indica è che la nostra transizione demografica, verso una popolazione più anziana, è stata più rapida di quanto immaginato. Il problema è che siamo ancora un Paese a reddito medio-basso. Siamo invecchiati prima di diventare ricchi. La sfida ora sarà ancora più ardua”.

 

Fonte: https://tinyurl.com/36tjmh9h

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

CNI prevede una crescita del PIL del Brasile del 2,1% nel 2023

La Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI) prevede che quest'anno l'economia brasiliana crescerà del 2,1% rispetto allo scorso anno e il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell'industria sarà dello 0,6%, con un calo dello 0,9% nell'industria di trasformazione. I dati provengono dal Rapporto di Congiuntura – 2º trimestre del 2023, pubblicato questo giovedì (13), e mostrano un rallentamento rispetto al 2022, con uno scenario particolarmente sfidante per l'industria e per le attività al dettaglio più sensibili al credito.

Il Brasile ha difficoltà di crescita perché, pur avendo una sovrapproduzione di prodotti agricoli, l'industria nazionale manca di competitività, soprattutto a causa della complessità del sistema fiscale. I tassi di interesse sono esorbitanti, rendono il credito più scarso e danneggiano l'industria e i consumatori. Ma le attese sono positive, con l'avanzamento della riforma tributaria al Congresso e il calo dell'inflazione, che consentiranno alla Banca Centrale di iniziare a ridurre i tassi di interesse. Inoltre, il governo deve accelerare l'attuazione di una politica industriale, in modo che il Paese abbia un maggiore inserimento nelle filiere produttive globali, in modo innovativo e sostenibile”, afferma il presidente della CNI, Robson Braga de Andrade.

Secondo il direttore dell'Analisi Economica della CNI, Marcelo Azevedo, è necessaria cautela nell'analizzare la crescita del PIL del Brasile nel 2,1%. Questa percentuale riflette l'aspettativa di un aumento del 13,2% del PIL dell'agricoltura quest’anno; tuttavia, l'industria e i servizi hanno rallentato, il che mostra un'economia meno sana di quanto desiderato.

“L'espansione del 2,1% è rilevante, ma se isoliamo il risultato dell'agricoltura, il ritmo di crescita in Brasile è rallentato. Il settore dell'industria deve affrontare gli effetti degli alti tassi di interesse, con restrizioni sul credito bancario, che vediamo penalizzare sia gli imprenditori che i consumatori. Inoltre, anche il settore dei servizi, che ha accumulato progressi significativi dal 2020, è ora in fase di rallentamento”, spiega Marcelo Azevedo.

 

Proiezioni per il 2023

 

Il settore dell’Industria delle costruzioni dovrebbe crescere dell'1,5%

Il PIL delle Costruzioni è cresciuto del 10% nel 2021 e del 6,9% nel 2022. Tuttavia, il forte aumento dei costi di costruzione e il contesto di tassi di interesse elevati hanno contribuito alla perdita di dinamismo nel 2023. Le modifiche apportate al programma Minha Casa Minha Vida1 annunciate a giugno di questo anno dovrebbero entrare in vigore nel 2024.

 

I consumi delle famiglie saranno superiori dell'1,8% nel 2023 rispetto al 2022

I consumi delle famiglie dovranno essere sostenuti dall'aumento del 6,8% del reddito reale nel 2023, poiché la concessione di credito ai privati ​​è in calo da settembre 2022, con un anticipo solo a marzo 2023. Anche gli stimoli fiscali, come le modifiche nel programma Bolsa Família2 nel gennaio 2023, dovrebbero contribuire all'aumento dei consumi in segmenti come mercati e farmacie.

 

Il mercato del lavoro continua con un basso tasso di disoccupazione

Il mercato del lavoro tende a mantenere un basso tasso di disoccupazione. La stima della CNI è di un'espansione del 2% del numero di occupati nel quarto trimestre del 2023 rispetto al quarto trimestre del 2022. La crescita delle occupazioni dovrebbe contribuire a una diminuzione di 1 punto percentuale del tasso di disoccupazione medio per il 2023 rispetto al 2022. La previsione è per un tasso di disoccupazione dell'8,3%.

 

Rallenta l'inflazione, IPCA dovrebbe chiudere l'anno al 4,9% e Selic al 12%

Tra i gruppi che compongono l'IPCA (Extended Consumer Price Index), i prezzi dei gruppi industriali e alimentari sono quelli che hanno maggiormente contribuito alla decelerazione dell'inflazione. L'alimentare è in rallentamento da dicembre 2022, a causa: della stabilizzazione dei prezzi in Real BRL delle materie prime agricole, seppur ancora su livelli elevati; minore pressione sui prezzi degli input agricoli e degli allevamenti, per la riduzione degli impatti della guerra in Ucraina; e l'apprezzamento della moneta nazionale. Per i prezzi industriali la decelerazione dovrebbe mantenersi per tutto il 2023 e i prezzi di questo gruppo chiudono quest'anno con un aumento del 2,4%.

 

Il mercato del credito si contrarrà del 3,6% in termini reali

Il calo del credito è principalmente spiegato da: alti tassi di interesse; dall'aumento delle inadempienze di imprese e consumatori; dall'alto livello di indebitamento e impegno del reddito familiare; e l'aumento degli accantonamenti bancari (a causa di eventi avversi relativi a grandi società di vendita al dettaglio in Brasile).

 

I conti del governo federale iniziano a mostrare i primi segni di deterioramento nel 2023

Il settore pubblico consolidato – che comprende governi federali e regionali (Stati e Comuni) e le loro società statali – dovrebbe chiudere il 2023 con un disavanzo primario dell'1,1% del PIL, a fronte di un superavit dell'1,3% del PIL nel 2022. Il debito pubblico torna a crescere nel 2023, dopo due anni di calo.

 

Il settore esterno punta a risultati positivi

Quest'anno sarà favorevole alle vendite estere, in particolare di prodotti agricoli e agroindustriali brasiliani. La previsione per le esportazioni è di USD 330,8 miliardi alla fine dell'anno. Le importazioni raggiungeranno i USD 268,4 miliardi. Se queste proiezioni saranno confermate, la CNI prevede un saldo della bilancia commerciale di USD 62,4 miliardi per il 2023.

In allegato tabella Prospettive per l'economia brasiliana - 2023


Note:

1 Minha Casa Minha Vida: è un programma federale di alloggi in Brasile, che sovvenziona l'acquisto di una casa o di un appartamento per famiglie con reddito fino a R$ 1.800 e facilita l'accesso alla proprietà per le famiglie con reddito fino a R$ 9.000.

2 Bolsa Família: è un programma di trasferimento di denaro diretto con condizionalità, a beneficio delle famiglie che vivono in condizioni di povertà estrema

 

Fonte: https://tinyurl.com/466wbrx3

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Il South Yorkshire nominato come prima zona di investimento in UK

Le comunità di Sheffield, Rotherham, Doncaster e Barnsley beneficeranno di migliaia di nuovi posti di lavoro e di investimenti per 1,2 miliardi di sterline nell'ambito della prima Advanced Manufacturing Investment Zone del Regno Unito. Dodici zone di investimento saranno istituite in tutto paese, in aree vicino ad università e gruppi di industrie ad alta crescita per offrire vantaggi direttamente alle comunità locali.

Basandosi sui punti di forza della regione, la South Yorkshire Investment Zone sarà sviluppata insieme all'Università di Sheffield e alla Sheffield Hallam University. Si prevede che la zona di investimento contribuirà a sfruttare circa 1,2 miliardi di sterline di finanziamenti privati e contribuirà a sostenere più di 8.000 posti di lavoro entro il 2030. Il Cancelliere Jeremy Hunt ha accolto con favore il primo di questi investimenti incontrando i dirigenti dell’azienda Boeing nella Fabbrica 2050 dell'AMRC, una struttura di ricerca e sviluppo di tecnologie produttive.

Le aree beneficeranno inoltre di ulteriori finanziamenti governativi fino a 80 milioni di sterline. Ciò potrebbe avvenire attraverso programmi di formazione specialistica su misura e il sostegno alle imprese locali nelle catene di approvvigionamento del settore, contribuendo a stimolare una maggiore attività commerciale e produttiva.

Jeremy Hunt ha dichiarato: “La nostra prima zona di investimento è un brillante esempio di come guideremo la crescita in tutto il paese. Questa ha già garantito oltre 80 milioni di sterline di investimenti privati, incluso il sostegno di Boeing, e contribuirà a sostenere più di 8.000 posti di lavoro entro il 2030".

Il segretario di Stato per il livellamento, l'edilizia abitativa e le comunità Michael Gove ha affermato: “Questo annuncio è un momento significativo per il South Yorkshire: diventa la sede della prima zona di investimento manifatturiera avanzata d'Inghilterra. Ciò contribuirà a far salire di livello la regione, creando posti di lavoro e stimolando la crescita economica”.

L’annuncio di un investimento di oltre 80 milioni di sterline per un portafoglio di progetti di ricerca e sviluppo sarà sostenuto da Boeing e servirà a sviluppare il settore aerospaziale. Boeing collaborerà con i partner del settore, Spirit AeroSystems e Loop Technology presso l'Università di Sheffield Advanced Manufacturing Research Center (AMRC) Factory 2050 nello Sheffield Business Park.

Il progetto, cofinanziato dall'industria e dal governo, anche attraverso il programma dell'Aerospace Technology Institute, e con il sostegno della South Yorkshire Mayoral Combined Authority e dell'Università di Sheffield, pone il Regno Unito come un paese all'avanguardia nella ricerca, sviluppo e produzione aeronautica: si prevede che la domanda di aerei commerciali sarà superiore a 40.000 nei prossimi 20 anni.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Nuovi dati su inflazione USA

A giugno 2023 i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati mensilmente meno delle attese. Lo scorso mese i prezzi sono cresciuti dello 0,2% rispetto a maggio, contro stime per un rialzo dello 0,3% e facendo segnare il minore incremento tendenziale da oltre due anni. Su base annuale il dato generale ha messo a segno un +3%.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Si è svolta a Milano la terza edizione del ciclo di incontri “Türkiye Century Investment Reception"

Si è tenuto a Milano il 20 giugno, dopo le tappe a Londra e Parigi, l’ultima è in programma a Vienna, la terza edizione del ciclo di incontri “Türkiye Century Investment Reception", organizzato dall’Ufficio Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia. Riuniti il mondo imprenditoriale turco e italiano alla presenza dell'Ambasciatore della Repubblica di Türkiye a Roma Omer Gücük, del Viceministro per le Imprese e il “Made in Italy” Valentino Valentini e dal Presidente dell'Ufficio Investimenti turco Burak Dağlıoğlu.

L’incontro si è imperniato sulle opportunità di investimento in Turchia a margine del quale si sono successivamente tenuti incontri B2B tra la comunità imprenditoriale italiana e turca in diversi settori industriali. L'Ambasciatore Ömer Gücük, nel suo discorso di apertura, ha sottolineato gli ottimi rapporti tra i due Paesi: “Le relazioni tra la Turchia e l'Italia risalgono a molto tempo fa e grazie a proficui rapporti soprattutto nel settore commerciale, possiamo vantare una profonda sinergica collaborazione economica che è cresciuta nel corso degli ultimi anni”; l’Ambasciatore Gücük ha poi aggiunto che nel 2022 l’interscambio commerciale ha raggiunto un nuovo picco e si è attestato a 26 miliardi di dollari di merci e servizi scambiati: “un risultato importante che ha consentito di far crescere le opportunità di investimenti tra le aziende dei due Paesi e commemorare anche in Italia il 100° anniversario della nostra Repubblica", ha poi concluso il diplomatico turco.

Da parte sua, il Viceministro per le Imprese e il “Made in Italy” Valentino Valentini ha posto l’accento sulla cooperazione strategica tra i due Paesi (energia verde e digitalizzazione, ad esempio) sottolineandone il forte potenziale: “'Italia e Turchia sono due Stati con legami profondi e storici tra i loro popoli e governi: il nostro Paese è tra i più importanti investitori della Turchia e occupa la settima e la quinta posizione rispettivamente tra i principali Paesi fornitori e clienti della Turchia, con una presenza rilevante di aziende nazionali in tutto il territorio turco”; il Viceministro ha poi osservato: “il vasto potenziale tra i due Paesi può ampliare ulteriormente le relazioni economiche con la possibilità di incrementare anche gli investimenti turchi in Italia, oggi sottodimensionati rispetto agli investimenti italiani in Turchia”.

Burak Dağlıoğlu ha voluto evidenziare la forte collaborazione tra l’Ambasciata turca e l’ICE-Agenzia e l’importante contributo delle oltre 1.500 aziende italiane che operano in Turchia che hanno investito più di 5 miliardi di dollari negli ultimi due decenni. Armando Guastella, Associate Partner di Bain & Company, ha invece posto l’accento sulla sostenibilità come leva strategica per creare valore e scoprire nuovi prodotti e modelli di business mentre il Vicepresidente degli Affari Istituzionali di Pirelli, Aimone di Savoia Aosta, ha evidenziato la “success story” di Pirelli in Turchia.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia - aprile 2023

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nei primi quattro mesi del 2023 - rispetto all’analogo periodo del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento del 4,3%, che colloca l’Italia al 6° posto tra i maggiori partner commerciali con 8,9 miliardi di dollari di interscambio ed una quota del 3,8% sul totale importato dalla Turchia.

L’Italia in ambito UE si piazza al secondo posto preceduta dalla Germania (15,9 miliardi di merci e servizi venduti) e prima di Francia (7,2 miliardi) e Spagna (6,1 miliardi), confermandosi come primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo. Nei mesi gennaio-aprile 2023, le esportazioni italiane sono state 4,7 miliardi di dollari con un incremento dell’export in valore del 17,3% rispetto al 2022, che collocano, come detto, il nostro Paese al 6° posto tra i principali fornitori della Turchia preceduti da Russia, Germania, Cina Svizzera e Stati Uniti. L’Italia balza invece al terzo posto, subentrando al posto della Federazione Russa, tra i principali clienti dopo Germania e Stati Uniti con 4,1 miliardi di dollari di beni acquistati ma un calo del 7,4% di acquisti rispetto all’analogo quadrimestre del 2022. La bilancia commerciale in equilibrio nei quadrimestri passati vede oggi un saldo positivo per l’Italia superiore al mezzo miliardi di dollari.

La dinamica dell’export italiano nei mesi in osservazione non vede più ai primi posti le vendite di combustibili e oli minerali che sono invece diminuite dell’11,8% dopo mesi di crescita. Le vendite nei primi quattro mesi dell’anno sono invece state trainate dalla voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+85%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di autoveicoli e trattori (+72,9%). Continua il calo invece dell’export di ferro e acciaio (-31,3%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel mese in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati su un valore superiore al miliardo di dollari con una crescita del 20,1% sui mesi gennaio-aprile 2022.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel quadrimestre gennaio-aprile 2023 si assottiglia la crescita delle esportazioni dell’Italia rispetto agli incrementi registrati dalla Germania mentre perde quote nei confronti della Francia che fa registrare un +23,8% di export. L’Italia continua a guadagnare quote nei confronti del Regno Unito.

La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel quadrimestre in osservazione un calo generale (-7,4%): gli acquisti italiani di attrezzature elettriche ed elettroniche scendono del 51,3% mentre si registra un aumento di acquisti dalla Turchia di combustibile (+98,6%) mentre la prima voce dell’import italiano resta quella degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” con quasi un miliardo di dollari.

Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni complessive della Turchia, nei primi quattro mesi del 2023 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione Russa (+146,6%) mentre la dinamica dell’import turco continua a registrare tra i più cospicui aumenti, un +746,9% dalla Svizzera (lingotti) nonché un incremento dell’import dagli Emirati Arabi (+92,9%).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023