Sabato 5 Luglio 2025
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Un nuovo gigante nel settore farmaceutico
Due grandi aziende danesi, Novozymes e Chr. Hansen, si sono fuse per creare un gigante del settore farmaceutico. Novozymes e Chr. Hansen sono entrambe società di bioscienze: Novozymes sviluppa, produce e fornisce enzimi industriali a diversi settori come l'agricoltura, la salute degli animali, gli alimenti e le bevande; mentre Chr. Hansen sviluppa soluzioni di ingredienti naturali per l'industria alimentare, nutrizionale, farmaceutica ed agricola. Sia Chr. Hansen che Novozymes producono enzimi, microrganismi e altri ingredienti utilizzati, tra l'altro, nella produzione di alimenti, detersivi e mangimi.
La fusione è stata denominata Novonesis, indicando un nuovo inizio: "Novonesis riflette da dove veniamo, cosa possiamo raggiungere e cosa vogliamo diventare insieme. In Novonesis vogliamo unire le menti più brillanti e la migliore scienza e tecnologia del settore per aiutare i clienti e le aziende a prosperare e allo stesso tempo rendere possibile la soluzione di alcune delle più grandi sfide che tutti noi dobbiamo affrontare", ha dichiarato Ester Baiget, presidente e CEO di Novozymes.
Impatto della fusione sul mercato
La fusione definitiva delle due aziende è prevista per il primo trimestre del 2024. Questa unione promette di portare numerosi benefici sia per le aziende coinvolte che per il ruolo della Danimarca come hub biotecnologico. La nuova entità, Novonesis, si posizionerà tra le principali aziende di biosoluzioni a livello mondiale, con una forza lavoro di 10.000 persone e un fatturato annuo di 27 miliardi di corone danesi. Si prevede inoltre che la fusione porterà a risparmi significativi, di 1,5 miliardi di euro in quattro anni, grazie alle sinergie tra le due entità. Tuttavia, per competere efficacemente a livello globale e sviluppare il settore delle biosoluzioni, è necessario un aggiornamento della legislazione dell'UE, considerando gli investimenti significativi effettuati da Cina e Stati Uniti e la loro legislazione flessibile in questo campo.
Biotecnologie e Opportunità d'Investimento in Danimarca
La Danimarca, patria di aziende farmaceutiche globali come Novo Nordisk e Lundbeck, ha un settore biotecnologico e farmaceutico rinomato a livello mondiale, caratterizzato da un'innovazione che risale al 1900. Con una reputazione eccellente nella ricerca sul cancro, sul sistema nervoso centrale, sul diabete e sulle malattie infettive, questo settore è sinonimo di alta qualità, produttività e sostenibilità. Fattori come un panorama produttivo avanzato, un ambiente commerciale favorevole e un clima politico che supporta l'industria biotecnologica, favoriscono ulteriormente l'espansione del business nel Paese.
Inoltre, la Danimarca possiede la migliore infrastruttura di distribuzione al mondo. Infatti, poiché il 90% della produzione farmaceutica danese viene esportata e circa il 20% delle esportazioni totali della Danimarca è costituito da prodotti farmaceutici, l'aeroporto di Copenaghen rappresenta l'hub del Nord Europa per la logistica e la supply chain del settore farmaceutico.
Infine, il Paese offre un ambiente produttivo a basso rischio, come un approvvigionamento energetico altamente affidabile, un'esposizione minima ai cambiamenti climatici, una bassa probabilità di disastri naturali e una forte attenzione alla sicurezza informatica. A ciò si aggiunge la forte attenzione del paese alla sostenibilità e all’agenda green. Per tutte queste ragioni la Danimarca si conferma una destinazione di investimento attraente per gli operatori del settore biotecnologico e farmaceutico. Novonesis segna un importante sviluppo nel settore farmaceutico, creando un gigante delle bioscienze con notevoli prospettive di crescita e impatto sul mercato globale.
Fonti: http://tinyurl.com/mtyj82dd ; http://tinyurl.com/tdjjp2s2; http://tinyurl.com/ykjsnf8j; http://tinyurl.com/bp69sjhv; http://tinyurl.com/2s3s3dbc
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Nel corso del 2022, la Repubblica Ceca ha sperimentato un notevole aumento dei prezzi dei terreni agricoli, raggiungendo una media di 12.885 euro per ettaro, rispetto ai 3.662 euro del 2013. Questa crescita, trainata dalle regioni occidentali e dalla Boemia Centrale, ha influenzato anche gli affitti, con una media di 151 euro per ettaro.
Il mercato immobiliare di Praga ha mostrato segnali di stabilità nel terzo trimestre dell'anno, lo indicano i dati di Deloitte. Il "Rent Index" - sempre di Deloitte - invece indica una contrazione nei canoni d'affitto in tutta la Repubblica Ceca.
I prezzi dell'immobiliare e dei terreni agricoli in Cechia - rispetto al 2012/2013 - registrano un generale raddoppio dei prezzi.
Il taglio dei tassi d'interesse della Banca Centrale Ceca potrebbe essere volano per il mercato immobiliare? Durante la sua riunione tenutasi giovedì 8 febbraio, la Banca Centrale Ceca (ČNB) ha annunciato una riduzione dei tassi d'interesse di mezzo punto percentuale. Questa mossa segue il trend avviato lo scorso dicembre, quando i tassi erano diminuiti dello 0,25%. La decisione è stata influenzata dall'andamento dell'inflazione, che ha mostrato un rallentamento nei mesi finali del 2023. Si prevede che l'inflazione si avvicinerà al 3% entro gennaio, avvicinandosi alla soglia superiore della fascia di tolleranza. La riduzione del tasso base, portato al 6,25%, potrebbe, quindi, avere un impatto sul mercato immobiliare, rendendo i mutui più convenienti per l'acquisto di abitazioni.
Fonte: http://tinyurl.com/5n74rmcy
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Dopo un lungo periodo di stagnazione, il commercio al dettaglio in Repubblica Ceca mostra segni promettenti di ripresa secondo l'Ufficio di Statistica Ceco. I dati di dicembre evidenziano un aumento dei ricavi del 1,6%, segnalando un miglioramento nell'economia. Tuttavia, rimangono sfide, come la contrazione dei ricavi nel settore alimentare e la carenza di turisti stranieri, specialmente a Praga, che continua a influenzare i pernottamenti.
Fonte: https://www.camic.cz/it/news/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La “Noval Group”, azienda italiana di Cardito (NA), specializzata in infissi e porte, ha avviato una collaborazione con “Pimeks”, leader turco nel design di infissi.
La partnership ha portato al lancio del sistema "Alu-Wood" per finestre e porte miste alluminio-legno. Il 12 gennaio ad Ankara, Pimeks ha organizzato l’evento per celebrare l’accordo con il marchio italiano, in cui ha partecipato anche Luigi Castaldo, CEO di Noval Group.
Noval distribuisce i suoi prodotti in 15 nazioni e ha oltre 200 distributori in Italia, mentre Pimeks opera in 17 paesi e ha contribuito con i propri prodotti a progetti significativi in Turchia, come il “Galataport” di Istanbul e il centro commerciale “Atakule” ad Ankara.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Nel 2023, con la vendita di 65.558 unità, la Turchia ha costituito uno dei mercati europei di auto elettriche (EV) più importanti, rappresentando il 6,9% delle vendite totali, in netto aumento rispetto all'1,5% registrato nel 2022, secondo i dati diffusi dall'Automotive Distributors and Mobility Association (ODMD).
La crescita del settore automobilistico in Turchia non si è limitata alle sole auto EV. Anche i velivoli “ibridi” hanno segnato infatti un aumento delle vendite del 62,8% (104.804 unità vendute nel 2023). Complessivamente gli autoveicoli venduti, compresi quelli commerciali, hanno raggiunto nel 2023 ben 1,2 milioni di unità, segnando un aumento del 57,4% su base annua.
La quota record di veicoli elettrici è stata trainata dal marchio turco Togg e dall’ingresso di nuovi player nel mercato locale, come la Tesla e la cinese BYD.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
I flussi di ingresso di visitatori stranieri registrati a dicembre scorso segnano nuovamente un aumento (+3,51%) rispetto all’analogo mese del 2022. La Turchia ha accolto 2,5 milioni di stranieri secondo i dati presentati dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 31 gennaio.
Nel 2023 invece, il numero di turisti nel Paese, pari a 49,3 milioni, è aumentato del 10,42% rispetto allo stesso periodo del 2022 (presenze che salgono a 56,7 milioni se si considerano i cittadini turchi che risiedono all’estero, rispetto ai 51,4 milioni del 2022). Nel periodo tra gennaio e dicembre 2023, Istanbul ha accolto il 35,30% dei visitatori stranieri, pari a circa 17,3 milioni, seguita da Antalya (14,7 milioni), Edirne (4,7 milioni) e Muğla (3,3 milioni).
In termini di provenienza geografica, nell’arco temporale considerato, i turisti russi si sono collocati al primo posto (6,4 milioni), seguiti da tedeschi (6,2 milioni), inglesi (3,8 milioni), bulgari (2,8 milioni) e iraniani (2,5 milioni). Gli italiani, nel periodo in osservazione, hanno fatto registrare 602 mila presenze rispetto alle 420 mila del 2022.
Il Ministro della Cultura e del Turismo Mehmet Nuri Ersoy ha affermato che nel 2024 il Paese potrebbe accogliere 60 milioni di turisti che salirebbero a 90 milioni nel 2028.
Il turismo rappresenta una fonte cruciale per l’economia del Paese e dal settore originano entrate importanti per contenere il cronico deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti; le entrate sono infatti nel 2023 sono aumentate del 17% rispetto al 2022, raggiungendo il massimo storico di USD 54,32 mld. Ersoy prevede un aumento a USD 60 mld quest'anno e fino a USD 100 mld nei prossimi 5 anni.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel 2023 l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 27,4 mld, ha registrato un incremento del 3,4% rispetto al 2022. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono aumentate del 6,5% (USD 14,9 mld), mentre le importazioni sono rimaste pressoché invariate (-0,04%) e si sono attestate a USD 12,4 mld. La bilancia commerciale mostra un saldo positivo per L’Italia pari a USD 2,6 mld.
Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Russia, Cina, Germania, Svizzera e Stati Uniti) e il quinto cliente (dopo Germania e Stati Uniti, Iraq e Regno Unito).
Le esportazioni italiane costituiscono il 4,1% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 4,8% delle importazioni complessive italiane.
In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 49,7 mld) e seguita da Parigi (USD 21,8 mld) e Madrid (USD 19,2 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.
Nel 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+100,2%) e degli “articoli in ferro e acciaio” (+51.7%) In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-71,1%).
In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 25,1% rispetto al 2022, con un valore di USD 3,4 mld.
La dinamica dell’export turco mostra invece un calo negli acquisti italiani di “ferro e acciaio” (-50,8%) e “rame” e “materie plastiche”, a fronte di una crescita nel settore “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+23,6%); “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” si confermano la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore di USD 2,8 mld.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel periodo di riferimento, le esportazioni di Francia e Germania verso la Turchia sono cresciute rispettivamente del 22,6% e del 18,8%; l’export britannico hanno registrato un aumento del 10%.
L’interscambio della Turchia con il resto del mondo nel 2023 segnala gli incrementi delle esportazioni turche verso la Svizzera (+74%), gli EAU (+63,6%), e Federazione Russa (+16,9%) mentre sul lato delle importazioni i volumi dagli EAU segnano un +157,9% e quelli dalla Spagna un +35,4% e dalla Svizzera (+29,8%). Calo degli acquisti dalla Russia (-22,5%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi il 31 gennaio scorso da Turkstat, in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di dicembre 2023 le esportazioni e le importazioni turche sono ammontate rispettivamente a USD 23 mld (21,41 se si scorporano energia e oro) e USD 29,39 mld (20,799 se si scorporano energia e oro).
In rapporto allo stesso mese del 2022, si è registrata una diminuzione, per le prime, dello 0,4% (-1,7% se si scorporano energia e oro) mentre, per le seconde, si è registrato un decremento dell’11% (-4,2% se invece si scorporano energia e oro).
Nel 2023, invece, le esportazioni sono equivalse a USD 255,7 mld (+0,6% rispetto al periodo intercorso tra gennaio e dicembre del 2022), a fronte di importazioni per USD 361,7 mld (-0,5%).
Tra gennaio e dicembre dello scorso anno, è stato riportato un deficit complessivo di USD 105,9 mld, in diminuzione del 3,2% se comparato ai dodici mesi del 2022.
A livello geografico, lo scorso dicembre, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati Germania (USD 1,679 mld), USA (USD 1,314 mld), Iraq (USD 1,254 mld), Regno Unito (USD 1,217 mld) e Italia (1,22 mld).
Nel 2023, invece, essi sono stati Germania (USD 21,092 mld), USA (USD 14,826 mld), Iraq (USD 12,786 mld), Regno Unito (USD 12,468 mld), e Italia (USD 12,381 mld).
Relativamente alle importazioni, a dicembre 2023, i primi Paesi fornitori sono stati Russia (USD 4,209 mld), Cina (USD 3,270 mld), Germania (USD 2,514 mld), Italia (USD 1,470 mld), e Stati Uniti (USD 1,330 mld).
Nel periodo intercorso tra gennaio e dicembre dell’anno passato, invece, essi sono stati Russia (USD 45,602 mld), Cina (USD 44,980 mld), Germania (USD 28,684 mld), Svizzera (USD 19,902 mld), Stati Uniti (USD 15,778 mld) e Italia (USD 14,994).
Con questi dati l’interscambio tra Italia e Turchia ha superato nel 2023 i 27 miliardi di dollari. L’Italia si conferma pertanto come principale partner commerciale della Turchia nell’area del mediterraneo e il secondo a livello europeo.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi il 12 gennaio scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli IDE è stato nei primi undici mesi del 2023 pari a USD 9,2 mld, in calo del 27% rispetto al periodo gennaio-novembre 2022. Il dato degli IDE in Turchia da gennaio a novembre 2023 è stato pari a USD 4,8 mld in capitale azionario, USD 3,3 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri e USD 1,4 mld tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 300 mln.
Nei primi 11 mesi dell’anno, con una quota pari al 56% del totale degli IDE, i Paesi UE complessivamente considerati si sono confermati i principali investitori in Turchia.
Per quanto riguarda i singoli Paesi, al primo posto resta saldamente l’Olanda seguita da Germania, Qatar e Federazione Russa.
Per quanto riguarda il solo mese di novembre, al primo posto troviamo il Qatar (47%), seguito da Germania (11%) e Regno Unito (7%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
È stata lanciata in orbita venerdì 19 gennaio 2024 la capsula spaziale “SpaceX Crew Dragon” alloggiata nel razzo “Falcon 9” per il suo viaggio verso la “Stazione Spaziale Internazionale” (ISS).
A bordo della missione Axiom-3, decollata dal Kennedy Space Center della NASA a Cape Canaveral, il primo astronauta turco Alper Gezeravcı (ex pilota caccia e capitano della Turkish Airlines) assieme allo svedese Marcus Wandt (ex pilota di caccia e collaudatore della Swedish Aeroplane Corp.), l’italiano Walter Villadei (Colonello dell’Aeronautica Militare) e il Comandante della missione, lo spagnolo Michael Lopez-Alegria.
Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan ha definito la partecipazione del primo astronauta in orbita “un momento storico per il Paese e un importante passo in avanti nel secondo secolo della nostra Repubblica, il secolo della Turchia".
In orbita l’equipaggio ha condotto esperimenti scientifici, molti dei quali incentrati sugli effetti del volo spaziale sulla salute. Gli esperimenti a bordo della navicella verranno poi studiati dalle università turche che collaborano al Programma Spaziale del Paese, tra cui spiccano le università di Yıldız, Haliç Usküdar e di Nişantaşı di Istanbul, l’università Hacettepe e il TÜBITAK Space Technologies Research Institute di Ankara.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)