Mercoledì 3 Dicembre 2025
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Nel mondo della gestione dei rifiuti urbani, l'innovazione e la sostenibilità sono diventati imperativi cruciali. Recentemente, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è stato in visita presso il termovalorizzatore di Copenaghen, uno degli esempi di innovazione in questo settore. Questa visita non è stata solo un'opportunità per apprezzare una best practice, ma anche un’ispirazione per il futuro della capitale italiana.
Il termovalorizzatore di Copenhagen, celebrato come esempio di modernità, efficienza e sostenibilità, si prevede sia il modello per il progetto che prenderà vita a Santa Palomba, Roma, la cui inaugurazione è prevista nel 2026. Gualtieri ha espresso fiducia nel fatto che questa nuova struttura, in linea con il suo predecessore danese, non solo solleverà la pressione sulla gestione dei rifiuti di Roma, ma contribuirà anche alla trasformazione dell'area circostante.
Tra i principali vantaggi del termovalorizzatore della Capitale Danese, infatti, vi è il suo impatto positivo sull'ambiente e sulla comunità. Non solo gestisce i rifiuti indifferenziati, riducendo così il ricorso alle discariche e mitigando i danni all'ambiente, ma produce anche energia e calore che possono essere utilizzati per riscaldare le case e alimentare le infrastrutture della città. Inoltre, il recupero di materiali, come metalli dalle ceneri pesanti, mostra un impegno verso l'economia circolare ed il riciclo, riducendo l'impatto complessivo sulla produzione di nuove risorse.
Come funziona un termovalorizzatore?
Il funzionamento di un termovalorizzatore è un processo complesso ma efficace. I rifiuti non riciclabili vengono conferiti all’inceneritore e scaricati nella vasca di raccolta e miscelazione. In seguito, vengono inceneriti a temperature estremamente alte, generando vapore ad alta pressione, che viene immesso in un turbogeneratore per essere convertito in energia elettrica e, successivamente, utilizzato per scaldare l’acqua che alimenta la rete del teleriscaldamento della città. I gas prodotti vengono quindi depurati per ridurre le emissioni nocive nell'atmosfera. In uscita dal circuito della caldaia, arrivano a un sistema di depurazione e filtrazione, che trattiene i microinquinanti, tra cui metalli pesanti, diossine e furani.
Connessioni tra Italia e Danimarca nella gestione dei rifiuti
L'Italia affronta ancora sfide significative nella gestione dei rifiuti. Secondo Utilitalia, mancano impianti per trattare oltre 5,7 milioni di tonnellate di spazzatura all'anno, con una grave carenza di impianti, soprattutto nel Centro e nel Sud del paese. Questo porta a una dipendenza eccessiva dalle discariche, un problema che deve essere risolto entro i prossimi anni per rispettare gli obiettivi di riciclaggio dell'UE e ridurre l'impatto ambientale complessivo.
In Italia, i termovalorizzatori sono concentrati principalmente nel Nord del paese, con pochi impianti nel Centro e nel Sud. Questa disparità geografica riflette le differenze nella gestione dei rifiuti tra le regioni italiane, con alcune che si affidano pesantemente agli inceneritori per la loro soluzione di smaltimento. I principali inceneritori in Italia sono quelli di Acerra e Brescia. Il primo, è di proprietà della Regione Campania ed è considerato tra le più all’avanguardia in Europa, grazie alle tecnologie con le quali è stato progettato e realizzato. Il termovalorizzatore di Acerra riesce a trattare più di 732mila tonnellate di rifiuti all’anno e a produrre energia equivalente al fabbisogno di 239mila famiglie. Si stima che l’impianto abbia consentito di evitare oltre 15 discariche da un milione di tonnellate di rifiuti, per una superficie equivalente a 210 campi da calcio.
A causa del livello di saturazione delle discariche, intere regioni inviano gran parte dei rifiuti in Danimarca, dove vengono sottoposti al processo di incenerimento. Questo comporta un aumento notevole dei costi di gestione dei rifiuti che, nel lungo periodo va a gravare considerevolmente nelle tasche dei cittadini.
In conclusione, è evidente come, nonostante i progressi, ci sono ancora sfide da affrontare. La gestione dei rifiuti rimane una questione complessa che richiede un impegno continuo da parte delle autorità e della comunità nella prevenzione alla produzione di rifiuti non riciclabili. Infine, è necessario che la ricerca e la sperimentazione della cattura della CO2 prodotta da questi impianti continui. Solo attraverso un approccio integrato e sostenibile alla gestione dei rifiuti possiamo sperare di garantire un futuro più pulito e più sano per le generazioni a venire.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Il progetto H2Silesia prevede la costruzione di una grande fabbrica di idrogeno verde con una potenza di circa 105 MW, situata in Alta Slesia, con l’obiettivo di produrre circa 13.000 tonnellate di idrogeno all’anno. La fabbrica mira a fornire idrogeno rinnovabile per l’industria pesante e il trasporto a emissioni zero. Polenergia, l’unica azienda polacca coinvolta nel programma Hy2Infra dell’UE, potrebbe ricevere un finanziamento di fino a 142,77 milioni di euro. Il programma Hy2Infra è un’iniziativa dell’Unione Europea nell’ambito degli Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo, con la partecipazione di sette paesi membri: Polonia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. “L’idrogeno come vettore di energia verde può accelerare notevolmente l’abbandono dei combustibili fossili e la costruzione di un’economia a emissioni zero. È il carburante del futuro”, dice Iwona Sierżęga, membro del consiglio di Polenergia. H2Silesia è uno dei progetti idrogeno in corso di sviluppo da parte di Polenergia, con un altro progetto chiamato H2HUB Nowa Sarzyna situato in Podcarpazia e in fase avanzata di realizzazione. Quest’ultimo prevede la costruzione di un impianto da 5 MW per la produzione di idrogeno verde.
Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
L'azienda italiana Enel potrebbe fare un significativo cambiamento nei suoi piani riguardo alla sua presenza in Argentina. Dopo una serie di incontri e discussioni con il presidente argentino Javier Milei, Enel ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di riconsiderare la sua decisione di ritirarsi dal paese sudamericano.
La discussione si è incentrata sulla proposta del nuovo governo argentino di deregolamentare il settore energetico, una strategia accolta con favore da Milei e dalla sua fazione politica. In particolare, Enel ha mostrato interesse per le chiare visioni di Milei riguardo alla ripresa del settore energetico, alla liberalizzazione del mercato e alla risoluzione delle questioni irrisolte del passato.
L'inversione di tendenza da parte di Enel è stata accolta con favore da entrambe le parti. Questo potenziale cambiamento di rotta non solo rappresenta un'opportunità per l'Argentina di mantenere un ruolo importante nel settore energetico del paese, ma anche un'occasione di collaborazione ed engagement tra Italia e Argentina.
Enel è una delle utilities più importanti d'Europa, con una presenza internazionale imponente. La sua permanenza in Argentina potrebbe portare benefici significativi ad entrambi i paesi. Da un lato l'Argentina potrebbe godere di investimenti continui nel settore energetico, contribuendo così alla crescita economica e alla stabilità del settore. Dall'altro, l'Italia potrebbe consolidare la propria presenza nel mercato argentino, sfruttando opportunità di collaborazione e promuovendo lo sviluppo economico bilaterale.
Inoltre, la simpatia ideologica tra il governo italiano e il presidente Milei potrebbe favorire ulteriori interazioni e partnership tra i due paesi. Questa prospettiva di collaborazione non solo rafforzerebbe i legami bilaterali, ma potrebbe anche aprire la strada a nuove opportunità commerciali e di investimento.
La decisione finale di Enel rimarrà soggetta a ulteriori discussioni e valutazioni. Tuttavia, questa possibilità di collaborazione nel settore energetico rappresenta un passo significativo verso un futuro più prospero e congiunto per entrambi i paesi.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Sono stati pubblicati i nuovi dati dell'Ufficio centrale di statistica riguardanti i salari in Polonia. Nonostante il rallentamento di dicembre, i salari medi a gennaio sono cresciuti nuovamente a un tasso a due cifre, raggiungendo la crescita reale più alta da diversi anni con una forte riduzione dell'inflazione. Il salario medio lordo nel settore delle imprese a gennaio 2024 è stato di 7.768,35 PLN, con un aumento annuo del 12,8%. Rispetto a dicembre 2023, quando la media ha superato per la prima volta gli 8.000 PLN, la dinamica è aumentata di nuovo, superando le ottimistiche previsioni degli economisti. In termini mensili, la media salariale è diminuita del 3,3%, un effetto stagionale legato a bonus e incentivi di dicembre. L'aumento del salario minimo a 4.242 PLN ha contribuito a mantenere la crescita dei salari a doppia cifra. Nonostante un leggero raffreddamento del mercato del lavoro, l'occupazione rimane alta. La crescita reale dei salari è stata di circa l'8,9%, il risultato più alto dall'aprile 2008, alimentando i consumi e la ripresa economica. A gennaio, l'occupazione nelle imprese è aumentata dello 0,3% su base mensile, ma è diminuita dello 0,2% su base annua. La percentuale di disoccupazione registrata è salita al 5,4% a gennaio, ma rimane relativamente bassa. Gli economisti prevedono una possibile diminuzione del numero di posti di lavoro nei prossimi mesi, ma la crescita della disoccupazione sarà limitata.
Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Il gruppo americano Bechtel, in collaborazione con Westinghouse, ha avviato la costruzione di una centrale nucleare in Polonia, firmando i primi contratti con aziende locali per il supporto tecnico. Aziende come Energoprojekt-Katowice, Prochem e Summa Linguae sono coinvolte, offrendo servizi di regolamentazione, supporto nella documentazione autorizzativa e servizi di traduzione. “Il potenziale di questo progetto è straordinario e apre prospettive per una vasta collaborazione con la catena di approvvigionamento polacca. Speriamo che si uniscano presto altre aziende polacche a questo gruppo di fornitori”, dice Margaret Jackson, responsabile della supply chain di Bechtel. Bechtel e Westinghouse sono partner delle Centrali Nucleari Polacche per la fornitura di tre reattori AP1000, con la prima centrale prevista in Pomerania nel 2033, richiedendo un investimento di circa 100 miliardi di złoty. A settembre, le società americane hanno firmato un accordo con le Centrali Nucleari Polacche per la progettazione, coinvolgendo rappresentanti dell’industria polacca. La durata dei lavori prevista è di 18 mesi.
Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Una storia di 150 anni che inizia con un mese e mezzo di viaggio in condizioni precarie, in fondo a una nave, aggrappato alla famiglia e speranza per un futuro dall'altra parte dell'oceano. Così arrivarono circa 400 italiani sulla costa brasiliana il 21 febbraio 1874, pionieri di un movimento che ha attirato 1,4 milioni di persone in 50 anni. La traversata, effettuata sulla nave La Sofia, da Genova allo Spirito Santo, ha cambiato per sempre non solo la vita di ciascuno di questi esploratori, ma la cultura e l'economia brasiliana, che da allora hanno acquisito innegabili contorni italiani.
Gli italiani sono stati pionieri e hanno aperto la strada ad altri flussi migratori di massa in Brasile, sottolinea il coordinatore della formazione del Museo del Caffè, Henrique Trindade. "Sono stati responsabili della trasformazione del fenomeno migratorio in un movimento di massa. Sono gli italiani, infatti, ad affrontare insieme i primi grandi ostacoli delle piantagioni di caffè all'interno di San Paolo, per esempio, e che cominciano ad organizzarsi per cercare di migliorare la loro vita, per avere certi risparmi da inviare ai parenti che sono rimasti in Italia o per ricostruire la loro vita in Brasile", spiega.
Al fine di evidenziare la stretta vicinanza tra i due paesi e il significativo contributo che la comunità italiana ha offerto alla formazione della moderna società brasiliana, la rete diplomatico-consolare italiana in Brasile terrà diversi eventi tematici durante tutto l'anno. L`Ambasciatore Alessandro Cortese, in presenza del Vice Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli, aprirà le celebrazioni nel "Palazzo Italia, a Rio de Janeiro. Durante la cerimonia sarà presentato il logo ufficiale del 150˚ Anniversario dell'Immigrazione Italiana e sarà inaugurato il "Polo Culturale Italia No Rio" - Arte, Design, Innovazione e Gastronomia".
Con l'occasione, sarà inaugurata anche la mostra fotografica "Architettura - l'influenza italiana nella formazione del paesaggio di Rio", organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro e rimarrà aperta fino al 26 aprile.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)
Le spedizioni dalle aziende italiane in Brasile, secondo le stime dell'agenzia di credito all'esportazione locale Sace, dovrebbero crescere del 4,5% nel 2024 rispetto all'anno precedente, a un record di 5,3 miliardi di euro. Le esportazioni verso il Messico salirebbero del 5,5%, a 6,4 miliardi di euro nello stesso periodo.
L'agenzia ritiene che l'iniziativa di reindustrializzazione del Brasile rappresenterà un'opportunità per le aziende di vendere più macchinari dopo un calo delle esportazioni negli ultimi dieci anni. Anche le iniziative rispettose dell'ambiente legate alla transizione energetica sono considerate un'opportunità. Il macchinario rappresenta la maggior parte delle esportazioni italiane in Brasile, ma ha perso terreno nell'ultimo decennio a causa del rallentamento della produzione industriale brasiliana. Questo ha danneggiato anche il commercio, con le esportazioni italiane in Brasile - il suo secondo più grande partner commerciale nelle Americhe, dietro solo degli Stati Uniti. Solo nel 2022 tornò ai livelli pre-crisi.
L'Italia è il settimo fornitore di beni in Brasile, ma vede nella reindustrializzazione brasiliana, e nell'ambizione di essere un leader nella transizione energetica, la possibilità per le esportazioni di crescere in media del 3,6% nel 2025 e 2026.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)
La produttività del 2024 raccolto di piantagioni di caffè nel sud e centro-ovest dello stato di Minas Gerais, il più grande stato produttore di caffè in Brasile, dovrebbe superare le proiezioni iniziali nella zona di attività di Cooxupé, ha dichiarato il Presidente della cooperativa principale del paese dei coltivatori di caffè Arabica.
I 29,5 sacchi per ettaro inizialmente previsti per il 2024 nelle principali regioni produttrici di Cooxupé sarebbero inferiori ai 29,8 sacchi/ha registrati nel 2023, secondo i numeri della cooperativa. Ma Melo ha indicato che la proiezione iniziale sarà superata, spiegando che i dati precedentemente raccolti da Cooxupé erano preliminari.
L'area sotto la produzione di caffè nel sud e nel centro-occidentale del Minas Gerais dovrebbe crescere di 10.000 ettari rispetto alla scorsa stagione, a 187.155.000 ettari.
La produzione stimata nella regione potenzialmente supererà i 5,5 milioni di sacchi di 60 kg, secondo i dati presentati, contro 5,3 milioni della scorsa stagione nel sud e nel centro-ovest dello stato.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)
L’economia di Costa Rica ha dimostrato resilienza nella prima metà del 2023, superando le aspettative con un tasso di crescita del 4.7%, trainata da una solida domanda nazionale ed internazionale. Il successivo calo dell’inflazione e della deflazione nei mesi di giugno e luglio ha portato la Banca Centrale a ridurre gradualmente il tasso di interesse ufficiale, stimolando i consumi privati e gli investimenti. Si prevede tuttavia che le incertezze globali ed il rallentamento della crescita dei principali partner commerciali modereranno la domanda esterna nel 2024, con una proiezione di crescita del 3,3%, dopo la performance osservata nel 2023.
Parallelamente a queste dinamiche economiche, si anticipa che gli sforzi per stabilizzare l'inflazione e migliorare le condizioni lavorative sul mercato genereranno risultati positivi. Le proiezioni suggeriscono una riduzione del tasso di povertà, passando dal 13,8% nel 2023 al 13,5% nel 2024, con il potenziale di una maggiore mitigazione attraverso misure di assistenza sociale dirette a gruppi storicamente emarginati. Il panorama fiscale continua a rappresentare un punto focale, con continui sforzi di consolidamento rafforzati dalle norme fiscali destinate a controllare la crescita delle spese. L'obiettivo è raggiungere un rapporto debito/PIL pari a circa il 60% per il 2025, evidenziando un compromesso con la responsabilità fiscale.
Le relazioni economiche tra Costa Rica e Italia svolgono un ruolo significativo. L’Italia è il quindicesimo mercato di destinazione delle esportazioni costaricane, coprendo l’1% del totale. D'altro canto, la Costa Rica si colloca al 101° posto come destinazione delle esportazioni italiane, costituendo meno dello 0,1% di queste esportazioni. Nonostante ciò, grandi aziende italiane come Enel Green Power e Ghella hanno una presenza notevole in Costa Rica, favorendo la collaborazione nei settori delle energie rinnovabili e dell’edilizia civile.
Nel 2022, il volume degli scambi tra i due paesi ha raggiunto i 463,5 milioni di euro, un aumento notevole rispetto ai 366 milioni di euro del 2021. Mentre le importazioni italiane dal Costa Rica consistono prevalentemente in colture permanenti (90% in prodotti come banane, ananas e caffè), le importazioni costaricane dall'Italia coprono una varietà di prodotti, inclusi alimentari, macchinari e forniture mediche.
La creazione di un Fondo per progetti di partenariato pubblico-privato in Costa Rica alla fine del 2023 testimonia l’impegno del Paese per lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture. Con il potenziale di catalizzare fino a 1,2 miliardi di dollari entro il 2030, il fondo si concentra su settori quali trasporti sostenibili, energia, acqua, servizi igienico-sanitari e infrastrutture sociali, integrando criteri di sostenibilità e requisiti di responsabilità fiscale.
Tuttavia, permangono sfide, soprattutto nel settore del lavoro. Le società multinazionali in Costa Rica hanno registrato un significativo rallentamento nella creazione netta di posti di lavoro nel 2023, con solo il 27% dei posti di lavoro generati rispetto al 2022. I fattori che contribuiscono a questo declino includono le incertezze economiche globali, il blocco delle assunzioni e la concorrenza in regimi speciali.
L'indice dei prezzi al consumo (CPI) del Costa Rica ha registrato un calo annuo dell'1,77% nel 2023, segnando la prima variazione negativa dal 2015. Sebbene ciò indichi un impatto duraturo sulle tendenze occupazionali, gli sforzi del governo, comprese le collaborazioni con organizzazioni internazionali come il FMI, cercano di affrontare le sfide economiche e promuovere la crescita sostenibile. Questo fenomeno è in linea con il panorama economico globale più ampio e segnala la necessità di strategie di adattamento.
Affrontando le sfide economiche, il Costa Rica collabora con le organizzazioni globali per combattere e migliorare la situazione. Una recente valutazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una crescita del PIL reale di circa il 3,5% nel 2024, sostenuta da robuste esportazioni e da una ripresa della domanda interna. L’aspettativa è che l’inflazione torni nell’intervallo obiettivo della Banca Centrale entro la metà del 2024, e gli sforzi fiscali del governo stanno contribuendo a una diminuzione del rapporto debito/PIL, che attualmente è intorno al 60%.
In conclusione, le prospettive economiche del Costa Rica nel 2024 si presentano come una narrazione distintiva, caratterizzata da resilienza, collaborazione e tattiche di adattamento. Quest’anno il Paese deve affrontare sfide economiche, ma con partenariati strategici, disciplina fiscale e iniziative di sviluppo sostenibile. il Paese cerca di superare questi ostacoli e rafforzare i propri legami economici, compresi quelli con l’Italia, per un futuro più prospero.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Industria y Comercio Ítalo-Costarricense)
Istituito nel 2019 dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, il premio è attribuito, con cadenza annuale, a personalità che, in ambiti professionali più disparati, con differenti traiettorie di vita professionale e personale, si sono distinte favorendo, a vario titolo, rapporti virtuosi fra i due Paesi.
Si è svolta a Zurigo il 7 marzo, presso la di Swisscom, la cerimonia di consegna del premio I Numeri UNO 2023 con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Berna.
Giunto alla sua quarta edizione, il Premio è stato assegnato a:

Chi sono i numeri UNO? Donne e uomini che, in ambiti diversi, seguendo traiettorie professionali e personali differenti, si sono distinti, contribuendo, a vario titolo, a consolidare, con la forza dell’esempio, strette relazioni fra l’Italia e la Svizzera.
Le loro sono storie di successo che si riverberano positivamente su un’intera comunità.
Come è avvenuto anche per le precedenti edizioni, la consegna del Premio verrà accompagnata dalla pubblicazione di un volume che raccoglie la presentazione dei premiati.
Il volume, al pari delle informazioni relative al Premio. è pubblicato anche in versione digitale sul sito inumeriuno.ch
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)