Notizie mercati esteri

Martedì 16 Maggio 2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia - febbraio 2023

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel bimestre del 2023 - rispetto all’analogo periodo del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento dell’8,6%, che colloca l’Italia al 6° posto tra i maggiori partner commerciali con 4,2 miliardi di dollari di interscambio ed una quota del 3,4% sul totale importato dalla Turchia. L’Italia in ambito UE si piazza al secondo posto preceduta dalla Germania (7,4 miliardi di merci e servizi venduti) e prima di Francia (3,3 miliardi) e Spagna (2,7 miliardi), confermandosi come primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo. Nei mesi gennaio-febbraio 2023, le esportazioni italiane sono state poco più di 2,184 miliardi di dollari con un incremento dell’export in valore del 22,7% rispetto al 2022, che collocano, come detto, il nostro Paese al 6° posto tra i principali fornitori della Turchia preceduti da Russia, Svizzera, Cina, Germania e Stati Uniti. L’Italia balza invece al quarto posto, subentrando al Regno Unito, tra i principali clienti dopo Germania, Stati Uniti e Russia con 2,034 miliardi di dollari di beni acquistati. La bilancia commerciale è piuttosto in equilibrio, con un lieve saldo positivo per l’Italia di poco inferiore ai 150 milioni di dollari.

La dinamica dell’export italiano nei mesi in osservazione è stata trainata dalle vendite di combustibili e oli minerali (+241,3%) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+226,4%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di prodotti chimici (95,8%). È risultato in calo invece l’export di ferro e acciaio (-12,2%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel mese in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati su un valore di circa 259 milioni di dollari.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel bimestre gennaio-febbraio 2023 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia superiore agli incrementi registrati dalla Germania (+16% rispetto al nostro +22,7%) e dalla Francia (+14,7%), che guadagna quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti. La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel bimestre in osservazione un calo negli acquisti italiani ferro e acciaio mentre e un aumento di combustibili (+100%) mentre la prima voce dell’import italiano resta quella degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” con quasi mezzo miliardo di dollari.

Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni complessive della Turchia, nel primo bimestre 2023 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione russa (+132,1%) mentre la dinamica dell’import turco segna, tra i più cospicui aumenti, un incredibile +1.450,6% dalla Svizzera (da imputare ad una forte impennata della richiesta di oro) nonché un forte incremento dell’import dagli Emirati Arabi (+56.3%).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 16 Maggio 2023
Martedì 16 Maggio 2023

Celebrata ad aprile presso la Bilkent University di Ankara la VI giornata della Ricerca Italiana nel mondo

In occasione della Giornata della Ricerca italiana nel Mondo, con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Meccanica della Bilkent University, si è tenuto presso l'Aula Magna della facoltà di Ingegneria ad Ankara, un seminario sulla tribologia e le ricerche per le applicazioni di materiali di ingegneria sostenibili ad alta durata e resistenza. Il seminario è stato curato da Luca Biancofiore, Professore Associato di meccanica dei fluidi presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Bilkent, ed è stato condotto dal Prof. Giuseppe Carbone, Ordinario di Meccanica Applicata e Direttore del Dipartimento di Meccanica Matematica presso il Politecnico di Bari, appositamente giunto ad Ankara per l’occasione.

All'intervento introduttivo del Prof. Biancofiore ha fatto seguito un discorso del Vicerettore dell’Università di Bilkent, Prof. Mustafa C. Pinar, che ha fornito al pubblico di ricercatori e studenti presenti alcune informazioni circa l’Università e la fondazione Bilkent. Il Prof. Pinar ha specificato che nella facoltà d'Ingegneria vi sono studenti di circa 50 diverse nazionalità e che l'Ateneo, fondato 40 anni fa, è fortemente impegnato in molteplici collaborazioni a livello internazionale, tra cui alcune con l'Italia (nell’università turca insegnano 5 docenti italiani).

Nell'intervento di saluto dell'Ambasciata, oltre a porre in rilevo l'importanza della Giornata della Ricerca che viene celebrata in Turchia sin dalla sua istituzione, è stato richiamato il ruolo della ricerca per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Con l'occasione sono stati ricordati i più recenti successi della ricerca italiana nel mondo le diverse Università ed Istituzioni turche che nel corso degli ultimi sei anni hanno cooperato con l'Ambasciata nell’organizzazione di questa giornata.

L'occasione è stata inoltre utile per presentare ai numerosi studenti turchi presenti le opportunità di studio in Italia, aspetto che ha visibilmente richiamato la loro attenzione, stimolato anche dalla proiezione dei video forniti per l’occasione dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che hanno suscitato l'apprezzamento degli studenti presenti. Hanno partecipato, in qualità di uditori invitati da questa Ambasciata, anche alcuni rappresentanti dei settori di ricerca e sviluppo delle aziende italiane presenti in Turchia, tra cui in particolare Pirelli che, nella sua pluridecennale esperienza in Turchia, ha fatto del settore Ricerca e Sviluppo uno dei suoi principali punti di forza. Nella parte tecnica del seminario, il Prof. Giuseppe Carbone ha illustrato attraverso una presentazione approfondita ma al contempo facilmente fruibile, le caratteristiche della tribologia intesa come scienza che studia l'attrito e l'usura dei materiali, gli studi che la riguardano e i vari campi di applicazione soprattutto nell'ottica dello sviluppo sostenibile. In particolare, egli ha illustrato il collegamento tra tribologia e sostenibilità, mettendo l'accento su come la tribologia contribuisca all'efficienza energetica, attraverso una minore dispersione di energia e delle emissioni da attrito oppure, al contrario, anche garantendo una massimizzazione dell'energia prodotta con lo stesso mezzo.

Il Prof. Carbone ha inoltre colto l'occasione per illustrare e promuovere le attività di ricerca del Politecnico di Bari con particolare riguardo agli studi che, traendo ispirazione dalla natura, mirano a sviluppare nuove applicazioni della tribologia in diversi campi e settori, dalle strade ferrate agli pneumatici.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 16 Maggio 2023
Martedì 16 Maggio 2023

L’Italia scende nuovamente in campo per una collaborazione con Ankara post-terremoto

Si torna lentamente ad una certa “normalità” in alcuni dei distretti colpiti dai devastanti sismi del 6 febbraio scorso come quelli di Nurdağı e Islahiye della provincia meridionale di Gaziantep, che oggi ospita l'85% dei 7.020 container necessari per offrire un riparo ai sopravvissuti al terremoto. Sono infatti 6.175 i container già installati, con il numero complessivo di sfollati che ha trovato riparo in un container giunto a quota 20 mila; un numero destinato a crescere nelle prossime settimane riducendo quelle persone che ancora vivono nelle tendopoli. Anche il commercio internazionale sta riprendendo nelle 11 province gravemente colpite, facendo registrare esportazioni per circa 1,6 miliardi di dollari ad aprile con un aumento del 63,3% rispetto al mese precedente secondo i dati resi noti dall'Assemblea degli esportatori turchi (TİM). Il Ministro del Commercio, Mehmet Muş, ha affermato che l'impatto negativo dei sismi sul commercio internazionale nelle aree terremotate indubbiamente continua, ma la sua intensità si sta gradualmente attenuando.

Dopo l’importante aiuto prestato in occasione delle prime, drammatiche, fasi dell’emergenza attraverso le squadre di ricerca e soccorso e l’ospedale da campo del villaggio di Defne, l’Italia continua a collaborare intensamente con la Turchia. Una delegazione tecnico scientifica coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, si è recata nella Capitale turca dal 24 al 26 aprile, allo scopo di avviare contatti per una più stretta collaborazione scientifica. La missione italiana ha coinvolto i rappresentanti ad alto livello della DPC e del Ministero della Cultura e di diversi enti ed istituzioni scientifiche come la Fondazione EUCENTRE, il Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica e Strutturale (ReLUIS), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Istituto di Geologia Ambientale e Geo-ingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGAG).

L'obiettivo è stato quello di condividere con le controparti turche, tra cui il CNR turco (Tubitak), il Ministero dei Trasporti, la Protezione Civile turca (AFAD) e le Università di Ankara METU e TED, le principali esperienze acquisite durante i sismi che hanno colpito nel recente passato entrambi i Paesi e stringere alcuni primi contatti utili alla formazione di partenariati duraturi al fine di accrescere le capacità di prevenzione.

Nel corso degli incontri è emersa la volontà di instaurare dei Gruppi di lavoro e di una visita congiunta ad Antiochia, particolarmente colpita dai sismi del 6 febbraio e individuata per le sue particolari caratteristiche storico culturali, per l'avvio di un progetto pilota per il recupero dei beni culturali danneggiati. Tra le aree di potenziali collaborazioni, ne sono emerse alcune come l’analisi delle scosse di assestamento e la valutazione delle capacità strutturali degli edifici nonché le tecniche ingegneristiche per la ricostruzione che potrebbero vedere coinvolte le aziende italiane. Tra gli altri temi toccati, va sottolineato quello di sviluppare ulteriormente la rete internazionale di condivisione di informazioni geologiche e sismologiche utili per la prevenzione e mitigazione del rischio sismico nei Paesi del Sud Europa e lo sviluppo delle conoscenze ingegneristiche utili alla progettazione di strutture capaci di resistere alle scosse telluriche e l’accessibilità ai fondi e programmi europei.

Il 25 aprile si è anche svolta una particolare cerimonia in onore delle squadre di soccorso turche e straniere presso il Palazzo Presidenziale. In tale occasione il Presidente Erdogan, ringraziando solennemente le squadre di ricerca e soccorso turche e internazionali, ha ricordato che i sismi del 6 febbraio scorso hanno causato più di 50.000 vittime, danneggiato migliaia di edifici e lasciato senza casa decine di migliaia di persone, sottolineando che più di 11 mila sono state le formazioni di soccorso provenienti da 90 Paesi. Il Presidente ha poi consegnato una speciale targa di ringraziamento all’Ambasciatore d’Italia in Turchia e ad un rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 16 Maggio 2023
Martedì 16 Maggio 2023

L’Ambasciata d’Italia in Turchia promuove la candidatura di Roma ad ospitare l’Esposizione Universale nel 2030

Il Coordinatore della campagna di promozione EXPO Roma 2030, Ambasciatore Sebastiano Cardi, si è recato lo scorso mese ad Istanbul dove nella prestigiosa cornice di Palazzo di Venezia ha presentato alla società civile e alla comunità imprenditoriale della capitale economica della Turchia la candidatura italiana all’Expo 2030. All'evento hanno partecipato anche l'Inviato Speciale del Comitato promotore per l'area, Fabio Nicolucci, e l'Avv. Pierfrancesco Torrisi, sempre del Comitato promotore, a cui è stata affidata l'esposizione tecnica della candidatura.

Durante l’evento, aperto dall’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi, sono stati messi in evidenza i punti di forza della candidatura di Roma soprattutto nella prospettiva dei potenziali interessi della Turchia. In particolare, l'Ambasciatore Cardi ha segnalato come l'Expo a Roma rappresenti per la Turchia - un Paese che condivide con l'Italia la comune tradizione storico-culturale mediterranea - un'occasione perfetta per presentare al mondo la sua forte capacità innovativa e contribuire a una visione comune del futuro di città, territori e delle persone che vi convivono.

Nel corso della presentazione, non sono mancati i richiami alle comuni radici mediterranee di Italia e Turchia e all'estensione e alla profondità dei nostri legami economici e culturali, ponendo in evidenza, in una prospettiva più ampia e valorizzando il principio di alternanza geografica, il sostegno ricevuto dall'UE alla candidatura italiana, in qualità di unico Paese membro dell'UE a concorrere. La presentazione ha avuto un particolare focus sui potenziali vantaggi che potrebbero derivare alla Turchia da un EXPO a Roma rispetto alle candidature concorrenti, ponendo in particolare l'accento sulle ricadute positive per i rapporti economici e culturali bilaterali nonché per l'immagine della Turchia, anche in chiave di maggiore facilità di accesso al mercato europeo, ricordando al riguardo il successo ottenuto dal padiglione allestito dalla Turchia per l'EXPO di Milano nel 2015.

Expo Roma 2030 vale per l’Italia 50,6 miliardi di euro, 11 mila nuove imprese e 300 mila posti di lavoro: per superare le candidature avversarie si punta alla storia millenaria della Capitale e alle sue bellezze artistiche, agli investimenti infrastrutturali del dopo-expo (l’area dedicata all’expo si trasformerà in un “polmone verde” della città con una importante riqualificazione delle zone limitrofe dell’area expo), all’alto numero di turisti che Roma è in grado di attirare rispetto alle concorrenti e al ruolo di coprotagonista che Odessa - anch’essa candidata all’Esposizione Universale - potrebbe svolgere in caso di vittoria di Roma. Dopo la recente visita degli Ispettori del BIE a Roma, si attende il voto finale del Bureau International des Expositions previsto il 23 novembre prossimo cui parteciperanno 171 Paesi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

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Martedì 16 Maggio 2023

La responsabilità sociale nelle aziende danesi

Il presente articolo analizza il tema della Corporate Social Responsibility (o CSR), un tema di sempre più ampia importanza se collocato in un contesto come quello odierno, in cui vi è una sempre più ampia attenzione alle tematiche sociali e ambientali connesse con le attività d’impresa.

Per comprendere meglio l’argomento è bene, anzitutto, specificare cosa si intenda per CSR e quali implicazioni essa abbia per le imprese sia da un punto di vista organizzativo che operativo. Prima di tutto, quando parliamo di Corporate Social Responsibility ci stiamo riferendo ad un approccio sinteticorazionaleetico e responsabile di intendere l’impresa e i rapporti tra essa e il mercato. La CSR ha l’obiettivo di estendere alla vita imprenditoriale quelle nozioni di reciprocità e responsabilità tipiche di una visione d’impresa democratica, attenta ai bisogni dei suoi stakeholders e all’ambiente in cui si opera.

La stessa Commissione Europea, attraverso un apposito Green Book, ha definito la Responsabilità Sociale delle Organizzazioni come: «una integrazione Volontaria delle imprese a quelle preoccupazioni sociali ed ecologiche connesse alle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate. Quindi, essere Socialmente Responsabili, significa soddisfare gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo nell’ambiente nel capitale umano e nei rapporti con le altre parti interessate».

Lo Stato danese e la CSR

Quanto al governo danese, esso si posiziona tra i primi paesi a livello mondiale quando si tratta di promuovere la responsabilità sociale delle imprese. Esso ha, infatti, una strategia completa per la CSR, con iniziative che vanno dalla possibilità di adottare diversi strumenti di CSR, al dialogo con le parti interessate, sino ai requisiti legali per la rendicontazione della disciplina stessa.

La responsabilità sociale d'impresa (RSI) consiste nell'aiutare volontariamente le imprese a rispondere alle sfide ambientali e sociali, sia a livello nazionale che globale. A tal proposito, la Danish Business Authority aiuta le imprese danesi a riconoscere l’accrescimento della loro competitività e creare valore per il loro business attraverso le attività di CSR; al tempo stesso, la Danish Business Authority coordina le iniziative governative che attuano il piano d'azione del governo per la CSR e, inoltre, sviluppa conoscenze e strumenti per le imprese e le altre parti interessate alla sua implementazione.

A partire dal 2009, alle maggiori aziende della Danimarca è stato richiesto di rendicontare le loro attività nell’ambito della Corporate Social Responsability. Infatti, nel 2008 il parlamento danese ha stabilito che mille delle più grandi imprese danesi dovessero rendere conto delle loro attività in materia di CSR direttamente all’interno dei loro report annuali.

Un ulteriore esempio del ruolo svolto dal governo danese per incentivare le aziende ad abbracciare i principi della responsabilità sociale è stata la “strategia inclusiva per il mercato del lavoro” che il governo ha, appunto, sviluppato per affrontare il crescete problema della disoccupazione e dell’esclusione sociale. Attraverso la creazione di “soft law”, piuttosto che con uno specifico quadro normativo, il governo danese ha identificato le attività di CSR come «un risultato integrato e collaborativo che comporta l’offuscamento dei confini tra sfera privata, pubblica e civile». Nell'esempio della "strategia del mercato del lavoro inclusivo", il governo danese ha, perciò, utilizzato partenariati pubblico-privati, politiche di congedo per malattia, clausole sociali negli accordi di contrattazione collettiva e posti di lavoro sovvenzionati, come strumenti per incentivare le imprese all’adozione di politiche socialmente responsabili.

L’implementazione della CSR nelle aziende danesi

I Paesi scandinavi, in generale, sono negli anni riusciti a guadagnarsi la reputazione di leader della sostenibilità a livello globale e, proprio in tale contesto, la Danimarca risulta aver fatto da apripista.

Probabilmente, proprio la tradizione imprenditoriale danese, caratterizzata dalla forte presenza di fondazioni industriali, ha determinato le condizioni ideali per l’implementazione delle politiche di CSR, con una governance aziendale che include un interesse a lungo termine rivolto al bene comune della società e dell’ambiente in cui si opera.

Per quanto riguarda l'evoluzione della "CSR danese", possiamo osservare l’esistenza di un crescente interesse tra le aziende danesi nell’unire la CSR agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) fissati dalle Nazioni Unite nella meglio nota Agenda 2030, come contributo alla CSR e alla transizione verso la sostenibilità. Gli obiettivi di SDGs combinano target politici con visioni di sviluppo economico e di giustizia sociale e sono, pertanto, importanti per l'etica aziendale e la CSR, sia dal punto di vista delle imprese che dei governi. Gli SDG costituiscono così un motore per lo sviluppo economico, etico e per il cambiamento sociale in Danimarca.

Un esempio dei benefici nell’adozione delle politiche di responsabilità sociale da parte delle imprese danesi è sicuramente il caso Ørsted, compagnia operante nel settore petrolifero e del gas che ha aumentato la sua produzione di energia verde dal 15% nel 2009 al 71% nel 2018 con, dunque, una rilevante riduzione delle emissioni di Co2. Dietro al successo della Ørsted vi è sicuramente la sua struttura di Corporate Governance che, essendo ad unico proprietario di controllo, le ha permesso di ridurre i costi di agenzia. In secondo luogo, gli incontri annuali di Ørsted sono aperti al pubblico e ai media e, proprio quest’ultimo aspetto, risulta essere un metodo non legale di creare responsabilità per l'azionista di controllo, impedendogli di dirottare risorse aziendali a benefici privati a discapito di quelli socialmente utili.

Le PMI Danesi e la Responsabilità Sociale

A meritare un’ultima menzione è lo sviluppo delle attività di CSR da parte delle PMI danesi. Sapendo, infatti, che il tessuto imprenditoriale europeo risulta essere caratterizzato per lo più da piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, è interessante vedere come i dati riportati dal sito Danmarks Statistik, mostrino un’importante adozione di tali politiche, prassi e strategie sociali all’interno dei propri business.

Secondo la Danmark Statistick, oggi, un’azienda su cinque (con 5-9 dipendenti) ha aumentato la propria attenzione e il proprio impegno in relazione alla propria responsabilità sociale. Ci sono quindi, oggi, più microimprese che hanno aumentato i loro sforzi verso la RSO rispetto a quelli che gli hanno diminuiti. Ad esempio, dai risultati riportati, si evince come i contributi ad attività sportive e culturali, attraverso contributi e sponsorizzazioni, che spesso possono essere un modo per le aziende di dimostrare responsabilità sociale, nel paese scandinavo siano aumentati del 21%.

Conclusioni

Tirando le somme, possiamo dire che il dibattito attorno alle politiche di Corporate Social Responsibility è, e riamane, sempre più aperto, e la sua attuazione è oggi un elemento forse imprescindibile per l’implementazione delle strategie imprenditoriali. Per quanto controversa, la CSR risulta essere oggi una certezza nella delineazione delle strategie d’imprese danesi che, visti gli alti livelli di welfare sociale che caratterizzano il paese, pongono le stesse e le loro attività sotto una forte pressione da parte del giudizio sociale.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 16 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Rep. Ceca - I tassi d’interesse per le imprese sono al massimo

I tassi d’interesse dei mutui erogati alle imprese sono al loro massimo da circa vent’anni. Lo indicano i dati della Banca Centrale Ceca.

I tassi medi per i mutui erogati in corone sono aumentati a 8,9%. Si tratta di un forte aumento considerando che i tassi dei mutui corporate erano fermi intorno al 2% soltanto due anni fa. Secondo gli analisti i tassi non dovrebbero cambiare in maniera significativa nel corso di quest’anno.

Il forte aumento dei tassi d’interesse ha portato le imprese ad adottare alcune strategie per ridurre i costi di finanziamento. Ove possibile le imprese ceche cercano di accedere ai mutui in euro sfruttando il gap tra i tassi applicati dalla Banca Centrale Ceca e la BCE. Negli ultimi mesi il valore dei mutui in euro è cresciuto fortemente. Le aziende inoltre cercano sempre più di frequente fonti di finanziamento alternative al canale bancario.

Per gli approfondimenti clicca QUI.

Fonte: https://bit.ly/3I1uE8b

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

La Green Economy in Danimarca e la Mobilità Elettrica

Quando nel 1973 iniziò la crisi petrolifera, la Danimarca era uno dei paesi OECD maggiormente dipendenti da questo tipo di forniture energetiche. Con più del 90% delle forniture energetiche nazionali basate sull’importazione di petrolio, l’elevato prezzo di queste energie ha spinto il paese e la politica interna verso un riorientamento del settore delle energie interne, volgendo lo sguardo verso le energie rinnovabili.

Gli investimenti in energie rinnovabili hanno rappresentato per il Paese una sfida vinta, che ha dimostrato al mondo intero come sia possibile creare crescita senza consumare più energia.  Oggi, il PIL nazionale è più che raddoppiato dal 1980, mentre il consumo di energia è cresciuto del solo 6%. Oggi, più di 75.000 persone detengono “lavori verdi” su una forza lavoro nazionale di 2,75 milioni di persone, con un prefissato programma climatico futuro che potrebbe anche alla creazione di ulteriori 300.000 lavori verdi.

La Cultura Danese delle Biciclette

Che il popolo danese ami le biciclette non è un mistero, basta infatti mettere piede in una qualsiasi città della Danimarca per sentirsi immediatamente spettatori di una competizione ciclistica come il “Tour de France”; ma invece no, è la normale routine del popolo scandinavo, nelle cui città sfrecciano centinaia di biciclette da ogni angolo di strada.

In Danimarca le persone vanno in giro con qualsiasi condizione atmosferica e a ogni ora del giorno, le biciclette sono utilizzate per piacere, per lavoro, come mezzi di trasporto merci o dagli stessi pendolari: «La bicicletta è la migliore amica di un danese» e ad attestarlo ci pensano i numeri; nella sola città di Copenaghen si contano 675.000 biciclette contro sole 120.000 auto.

Non deve stupire, dunque, come nuove forme di mobilità eco sostenibile abbiano presto trovato un terreno fertile nel paese scandinavo. Oggi, infatti, a sfrecciare accanto alle tradizionali o più evolute biciclette, si affiancano quelle elettriche, di privati cittadini che montano motori elettrici o quelle a noleggio offerte da aziende di bike sharing. Proprio il mercato del bike sharing rappresenta, oggi, un segmento di mercato del valore di $ 1.75m con diverse compagnie che operano su tutto il territorio nazionale e che offrono proposte differenti

Il Mercato delle Auto-Elettriche in Danimarca

I nuovi dati mostrano come le vendite di auto elettriche stiano aumentando sia sul mercato privato che su quello aziendale. Oggi il 36% delle auto di nuova immatricolazione sono elettriche e lo stock totale di auto elettriche è aumentato del 65,4 per cento in un anno, tanto che a fine marzo lo stock ammontava a 127.000 auto su un totale di 2,8 milioni di autovetture distribuite tra famiglie e imprese. Ciò corrisponde al 4,5% di tutte le autovetture in Danimarca

Per il primo ministro danese Lars Løkke Rasmussen «Le auto a diesel e benzina sono il passato». La decisione del governo di vietare la vendita di nuovi veicoli diesel dal 2030 e di quelli ibridi dal 2035. L’impegno è arrivato durante l’incontro formale del governo danese per varare la prossima roadmap climatica al 2050. L’obiettivo è quello di diventare un paese a zero emissioni di CO2 entro metà secolo, grazie soprattutto alla crescita delle rinnovabili, eolico in testa. “Certo si tratta di un obiettivo ambizioso, ma è esattamente quello che dobbiamo provare a fare”, ha detto Rasmussen al Parlamento.

La Danimarca si qualifica quindi come uno dei paesi sempre più proiettati alla transizione ecologica, dove industri della green economy possono trovare terreno fertile per nuovi progetti volti al rispetto dell’ambiente.

 

Fonte: https://bit.ly/3BeRu8m

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Le fabbriche dell'Asia settentrionale bloccate nel declino

Le potenze esportatrici dell'Asia settentrionale continuano a soffrire a causa della debolezza del commercio globale e di una ripresa economica discontinua in Cina.

I dati relativi all'Asia settentrionale sono in forte contrasto con quelle del Sud-Est asiatico, dove la Thailandia ha guidato la regione con un valore PMI da record di 60,4.

Le indagini hanno mostrato ancora una volta un crescente divario tra l'Asia settentrionale e le performance relativamente positive delle fabbriche più a sud.  Oltre al dato PMI record della Tailandia, anche la vicina Indonesia e le Filippine si sono attestate al di sopra di 50.

Fonte: https://bit.ly/3nVOjiT

 

(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Aumentano le voci all’interno della Banca Centrale Ceca per il rialzo dei tassi

All’interno della Banca Centrale Ceca (ČNB) aumentano le voci a favore del rialzo dei tassi d’interesse. Un rialzo non è stato escluso neppure dal governatore Aleš Michl, che in precedenza era contrario alla misura.

Nella seduta del consiglio della ČNB di mercoledì 3 maggio erano a favore di un rialzo tre consiglieri su sette. Nella precedente seduta aveva votato a favore della misura solo un consigliere. “Possono non compiersi le aspettative del mercato che i tassi hanno già raggiunto il loro apice” ha dichiarato Michl dopo la seduta del board.

Secondo il governatore della banca centrale la maggiore spinta inflattiva domestica proviene dai conti pubblici e dalla spesa governativa. Michl ha esortato l’esecutivo a preparare un piano di consolidamento credibile delle finanze pubbliche. Secondo il premier Petr Fiala dell’andamento dell’inflazione è responsabile soprattutto la banca centrale. Il governo sta tuttavia lavorando a una manovra, che dovrebbe ridurre di 70 miliardi di corone, un punto percentuale del PIL, il deficit strutturale della pubblica amministrazione.

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Fonte: https://bit.ly/44TF6YS

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Il cambio dovrebbe rimanere sotto la soglia di 24 corone per euro

Il cambio della corona ceca non dovrebbe indebolirsi in maniera significativa nei prossimi mesi. Lo indicano le nuove stime della Banca Centrale Ceca (ČNB).

Per quest’anno la ČNB prevede un cambio medio di 23,7 corone per euro. Nelle ultime settimane la corona ceca è stabilmente sotto la soglia di 24 CZK per euro registrando i livelli più bassi dal 2008. La corona ceca dovrebbe rientrare sopra la soglia nel corso del prossimo anno, quando la banca centrale prevede un cambio medio di 24,3 CZK per euro.

La ČNB ha anche migliorato le sue stime di crescita. Quest’anno il PIL dovrebbe aumentare dello 0,5% e durante il prossimo anno del 3%. In lieve crescita anche le stime dell’inflazione, che anche quest’anno dovrebbe rimanere a doppia cifra.

Per gli approfondimenti CLICCA QUI

Fonte: https://bit.ly/42tTp4V

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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