Notizie mercati esteri

Mercoledì 3 Maggio 2023

Regno Unito - Sainsbury's punta su linee a marchio proprio più economiche

Sainsbury's, il secondo più grande gruppo di supermercati in UK, si è posto l'obiettivo di espandere le linee di prodotti a marchio proprio entro la fine dell’anno, visto la crisi del costo della vita che i consumatori stanno affrontando. Come riportato dai dati ufficiali, i cittadini britannici acquistano sempre più prodotti a marchio proprio, solitamente più economici dei prodotti delle grandi marche.

Secondo le stime di Kantar, nelle quattro settimane antecedenti il 16 aprile, le vendite di prodotti a marchio proprio in UK sono aumentate del 13,5% su base annua, con le linee di prodotti più economiche in aumento del 46%.  

"Lavoreremo maggiormente sui prezzi dei prodotti nelle prossime settimane e mesi, è un'area su cui siamo davvero focus", ha risposto ai giornalisti il ​​CEO di Sainsbury, Simon Roberts, dopo i risultati raggiunti nel biennio 2022-23. Oltre ad acquistare più prodotti a marchio proprio, i clienti stanno acquistando articoli specifici - come surgelati - recandosi sempre più frequentemente nei supermercati ma decidendo di non mangiare fuori casa.

"I clienti stanno risparmiando dove possono, decidendo di rimanere più spesso a casa", ha affermato Simon Roberts, evidenziando un numero record di clienti durante il periodo pre Pasqua. L'attività di merchandising generale Argos ha visto inoltre forti aumenti nelle vendite di beni di consumo nel settore dell’elettronica, ma un calo nella categoria dei mobili per la casa.

Fonte: https://reut.rs/3ACi0IB

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Maggio 2023
Mercoledì 3 Maggio 2023

Il PM britannico spinge per un accordo sul controllo dei passaporti nei paesi UE

Il primo ministro britannico Rishi Sunak vorrebbe sfruttare le nuove relazioni con l'Unione Europea per rendere più facile per i cittadini britannici viaggiare nei paesi UE - soprattutto dopo che i recenti ritardi che si sono verificati alle frontiere. La speranza del primo ministro è di raggiungere un accordo per consentire ai cittadini britannici di utilizzare i varchi elettronici dell'UE per i controlli dei passaporti: questo accelererebbe le verifiche alla frontiera.

Non è stato ancora raggiunto un accordo formale: Sunak incontrerà la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen al vertice del G7 in Giappone a maggio. Il primo ministro britannico ha lavorato per ricostruire i legami tra Bruxelles e Londra dopo i precedenti governi Johnson e Truss. A marzo, Rishi Sunak e Ursula Von Der Leyen hanno delineato un nuovo accordo sulle regole commerciali post-Brexit in Irlanda del Nord.

Il portavoce del primo ministro britannico, Max Blain, ha affermato che il governo sta lavorando con gli stati dell'UE. La portavoce della Commissione europea Anitta Hipper ha dichiarato che un nuovo programma di “ingresso-uscita” è in fase di sviluppo e potrebbe includere "un sistema automatizzato per i cittadini di paesi terzi": i valichi di frontiera sono una questione fondamentale nel dibattito post Brexit.

L'UE al momento permette solo ai cittadini europei e alle nazioni affiliate al proprio Spazio Economico Europeo di utilizzare i suoi e-gate per i passaporti. Il Regno Unito invece consente già ai visitatori dell'UE di utilizzare gli e-gate all’entrata nel paese: una disparità nella regolamentazione dei viaggi. Il governo spagnolo ha deciso unilateralmente di consentire ai cittadini britannici di utilizzare i suoi e-gate l'anno scorso: il Regno Unito spera che un accordo simile possa essere esteso a tutti i paesi dell’Unione Europea.

In base agli attuali piani dell'Unione Europea - che dovrebbero essere attuati entro il 2024 per semplificare le procedute alle frontiere - ai cittadini del Regno Unito e di altri paesi terzi potrebbero semplicemente essere richieste le impronte digitali e la biometria facciale per ottenere un’"esenzione dal visto".

Fonte: https://bloom.bg/424aZMh

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Maggio 2023
Mercoledì 3 Maggio 2023

Il Segretario dell'Economia britannico stabilisce una task force nell’Asset Management

L'Asset Management Task Force del Segretario per l’Economia britannico vedrà la partecipazione di cinque nuovi dirigenti senior specializzati in investimenti e nella gestione patrimoniale. Hans Georgeson (CEO, Royal London Asset Management), Mark Murray (Senior Partner, Artemis), Joseph Pinto (CEO, M&G Asset Management), Nick Ring (CEO EMEA, Columbia Threadneedle) e Andrew Telfer (CEO, Baillie Gifford) si sono uniti alla task force sulla scia delle recenti riforme di Edimburgo, con lo scopo di guidare ulteriormente la crescita e la competitività del paese nel settore dei servizi finanziari.

Il Segretario Economico ha anche lanciato un nuovo gruppo di lavoro sul settore tecnologico, che funzionerà parallelamente alla task force per esaminare l'impatto delle nuove tecnologie sul settore dell'asset management. Il gruppo - presieduto da Michelle Scrimgeour (CEO, Legal and General Investment Management) - lavorerà per sviluppare i vantaggi settoriali per investitori e imprese, identificando le principali opportunità offerte dalle tecnologie. Il gruppo sarà composto da esponenti del governo, autorità del settore e parti interessate non legate alla gestione patrimoniale.

Il rapporto prodotto dalla task force spiegherà i risultati ottenuti e fornirà nuove raccomandazioni per il governo, le autorità che operano nella regolamentazione degli asset finanziari e l'industria. I precedenti rapporti prodotti dalla task force – come quello sulla gestione di fondi in UK - hanno avuto molto successo.

Andrew Griffith, Segretario economico al Tesoro, ha dichiarato: “L’asset management è di fondamentale importanza per l'economia del paese. Il Regno Unito è in una buona posizione per sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie nei servizi finanziari e attendiamo con grande interesse i risultati del nuovo Technology Working Group".

Fonte: https://bit.ly/41ZEIWG

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Maggio 2023
Mercoledì 3 Maggio 2023

Le politiche per l’immigrazione in Danimarca

Cenni storici

Tradizionalmente, la Danimarca non veniva considerata come un Paese di immigrazione. Ciò era dovuto alla sua popolazione relativamente omogenea di 5,4 milioni di abitanti, al forte senso di identità nazionale e al fatto che, fino a poco tempo fa, i flussi migratori risultavano essere moderati. La maggior parte degli immigrati in Danimarca proveniva, infatti, da altri Paesi nordici ed occidentali e il Paese registrava più emigrazione che immigrazione.

All’inizio degli anni Settanta, tuttavia, un numero crescente di immigrati, soprattutto rifugiati con familiari a carico, nonché ex lavoratori ospiti, hanno posto pianta stabile nel paese andando a costituire le fondamenta di quello che oggi è uno tra gli stati maggiormente multiculturali d’Europa.

Oggi, l'immigrazione in Danimarca è costituita prevalentemente da richiedenti asilo ma il paese riceve ogni anno un certo numero di cittadini provenienti dai Paesi occidentali, in particolare dai Paesi scandinavi, dall'UE e dal Nord America, che di solito vengono a lavorare o a studiare per un periodo di tempo limitato.

 

L’Immigrazione in Numeri

Stando ai dati pubblicati dal Centro Nazionale Danese per l'Integrazione, la popolazione della Danimarca è costituita per il 95% da autoctoni, un 3% da emigrati in Danimarca provenienti da altri Paesi e il 2% discende da genitori stranieri.

Solo un quarto degli stranieri che vivono in Danimarca ha ottenuto la cittadinanza e i requisiti di naturalizzazione sempre più severi tendono a limitarne l'accesso. Il numero di nuovi cittadini è sceso al minimo degli ultimi 40 anni nel 2019, quando solo 1.781 persone hanno acquisito la cittadinanza; nel 2020, invece, 7.076, secondo Statistics Denmark.

Stando ai dati raccolti sui movimenti migratori all’interno del paese scandinavo, al 2023, si conferma una forte preferenza verso il Paese da parte degli stati dell’Europa dell’Est, con la Polonia che conta circa 47.000 persone e, a seguire, Ucraina e Romania che rispettivamente contano 39.000 e 38.000 persone. Il Paese presenta anche una forte comunità araba con circa 140.000 abitanti tra Siria, Turchia, Iraq e Iran.

 

Politiche all’Immigrazione

La Danimarca, come gli altri paesi scandinavi, è una nazione piccola e altamente sviluppata la cui cultura è basata sull’omogeneità culturale e sulla fiducia sociale.

Lo Stato danese, negli anni, ha sviluppato uno stato sociale universalistico basato su alti livelli di prestazioni pubbliche quali: assistenza sanitariaistruzionesussidi di disoccupazione, ecc. Queste strutture di welfare hanno portato ad una quantità significativa di interventi statali in ambito sociale volti ad una ridistribuzione economica tra i vari gruppi sociali. Inoltre, il sistema di egualitarismo sociale si fonda, al tempo stesso, sul presupposto che i cittadini si guadagnino i loro diritti contribuendo (attraverso la tassazione), nel corso di una vita di lavoro attivo, al mantenimento e alla crescita della ricchezza nazionale.

Allo stesso tempo, per un'integrazione riuscita, l’obiettivo del governo danese è sempre stato quello dell'inclusione individuale e dell'acculturazione ai costumi della vita danese, questo perché il sistema politico danese (a differenza di quello di altri Paesi nordici) non si basa sul riconoscimento delle minoranze e solo in casi eccezionali ammette diritti e rivendicazioni culturali basati sullo status di minoranza.

Tuttavia, occorre evidenziare come oggi gli immigrati vengano visti come una presenza non propriamente gradita e ciò, a causa di una più difficile e non pienamente riuscita assimilazione culturale.

CPR Number

Oggi, in Danimarca, il primo passo verso l’integrazione possiamo dire essere a carico del privato cittadino. Egli, infatti, qualora sia intenzionato a lavorare sul territorio danese, ha l’onere di registrarsi presso le autorità statali per il rilascio del così detto “CPR Number”; esso è rappresentativo di un codice identificativo che attesta la vostra residenza all’interno del paese. Il CPR Number è essenziale se si vuole aprire un conto bancario, accedere all'assicurazione sanitaria, prendere in prestito libri dalla biblioteca, pagare le tasse, ricevere uno stipendio e così via, insomma, è indispensabile se si è decisi a vivere nel paese.

Per il suo ottenimento sono richiesti alcuni requisiti di base:

  • Essere in Danimarca da più di 3 mesi;
  • Avere un Registration Certificate;
  • Avere un posto dove dormire.

 

Tirando le somme

La Danimarca è un paese particolare, con una ideologia politica e culturale molto differente se comparata con paesi come l’Italia. La Danimarca può, sì essere vista come un paese di opportunità ma, al tempo stesso, è un paese che non transige del rispetto delle proprie regole interne e della propria cultura. Quello danese è un popolo accogliente ma non integrativo, all’interno del quale l’integrazione va meritata.

Proprio di quest’ultimo aspetto è bene tenerne conto qualora si sia un’impresa, un libero professionista o un semplice cittadino in cerca di un futuro all’interno di questo paese.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Maggio 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Piena intesa tra Svizzera e Italia su annose questioni fiscali

Telelavoro e nuovi accordi fiscali. Il Ministro delle economie e delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti e la consigliera federale Karin Keller-Sutter, hanno firmato l’accordo amichevole che risolve annose questioni tra i due stati, rimaste in sospeso.

Un dialogo disteso ha permesso ai due stati confinanti di trovare un assetto propizio a durature relazioni fiscali e commerciali.

La dichiarazione politica concernente la regolarizzazione di alcune questioni fiscali pendenti permette così all’Italia di togliere la Svizzera dalla black list persone fisiche stilata nel 1999. Questa positiva risoluzione permette di eliminare ogni lacciuolo amministrativo che rendeva talvolta farraginose alcune relazioni fiscali tra i due Paesi.

Non è tutto: è stata trovata anche una soluzione transitoria relativa all’imposizione del telelavoro per i lavoratori frontalieri, che rimarrà valida fino al 30 giugno 2023.

La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter ha affermato: “La dichiarazione firmata dirime finalmente due importanti questioni fiscali aperte tra Svizzera e Italia.” Giorgetti ha anche espresso fiducia verso la volontà del Parlamento italiano di ratificare il nuovo accordo relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri sottoscritto nel 2020. In Svizzera l’accordo è stato approvato dalle Camere federali già nel marzo del 2022.

Fonte: https://bit.ly/40GHRtv

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Brasile - Surplus commerciale in aumento

Surplus commerciale ancora su nel 2022, non solo per trainato dei prezzi delle materie prime

Nel 2022 l’interscambio commerciale brasiliano (la somma di esportazioni e importazioni) ha registrato un incremento del 21%, dopo quello del 36% nel 2021, raggiungendo la nuova cifra record di 607 miliardi di dollari.

L’incremento del valore dell’export (a 334,5 miliardi), spiegato dal miglioramento del commercio mondiale, dall’apertura di nuovi mercati di sbocco a causa del conflitto in Ucraina e dall’aumento del prezzo delle commodities ha superato quello dell’import (a 272,7 miliardi), che ha beneficiato principalmente dell’incremento dei prezzi di petrolio e altri beni energetici. La crescita di export e import, rispettivamente leggermente superiore e inferiore alle attese, ha determinato un saldo migliore di quello previsto: 62 miliardi di dollari (3,2% del PIL), nuovo record della serie storica.

La quota del surplus originato dalla Cina è calata al 47% (dal 66% nel 2021), mentre quella dell’export acquistato dal gigante asiatico, la cui economia è in rallentamento, è scesa al di sotto del 30%. Nonostante ciò, va segnalata la positiva apertura nello scorso novembre del mercato cinese al mais brasiliano. Il valore dell’export di quest’ultimo è triplicato nel 2022 non solo per l’aumento del prezzo, ma anche perché il prodotto brasiliano ha conquistato gli spazi lasciati aperti dalla crisi dell’Ucraina, quinto produttore a livello globale.

Nella classifica dei fornitori di importazioni, capeggiata dalla Cina, l’Italia si è confermata al settimo posto – al secondo tra i paesi UE, dopo la Germania. L’interscambio bilaterale con l’Italia è aumentato dell’11,3% (a 10,4 miliardi di dollari), riportandosi a un livello di poco inferiore rispetto al record registrato nel 2011. Il saldo commerciale, a favore dell’Italia dal 2009, si è ridotto a 0,6 miliardi di dollari.

Le importazioni brasiliane dall’Italia hanno registrato un balzo del 2% (a 5,6 miliardi di dollari): gli acquisti di prodotti chimici e farmaceutici (la seconda categoria di prodotti italiani più rilevante sull’import brasiliano con una quota del 21%) sono aumentati più della media (+19%), mentre hanno segnato un calo del 9% macchinari e apparecchiature elettriche.

Le prospettive per il 2023 continuano a essere positive, nonostante l’attesa frenata per il commercio mondiale. Secondo l’Associazione per il Commercio Estero del Brasile il saldo commerciale potrebbe addirittura aumentare perché il progressivo rientro dei prezzi delle materie prime, già iniziato negli ultimi mesi, colpirebbe prima e con intensità maggiore nel prossimo anno le commodities energetiche di quelle minerali e agricole.

Fonte: Rivista AFFARI numero 176 | pagine 56 e 57: https://bit.ly/41HAX8x

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Praga ha investito lo scorso anno oltre 16 miliardi di corone

La città di Praga Capitale ha realizzato lo scorso anno investimenti per oltre 16 miliardi di corone. Lo ha comunicato il municipio.

Nel 2022 il municipio della metropoli ceca ha realizzato investimenti per 16,5 miliardi di corone, circa 6,4 miliardi di corone in più rispetto al 2021. Sono praticamente raddoppiati a nove miliardi di corone i fondi destinati agli investimenti nel settore dei trasporti. Tra i grandi progetti infrastrutturali avviati c’è la costruzione della metro D, che è costata al municipio oltre quattro miliardi di corone.

Il municipio ha poi speso oltre un miliardo di corone per l’acquisto dei terreni e di altri immobili. Circa 300 milioni di corone sono andati a finanziare i lavori di ristrutturazione e potenziamento del Palazzo delle Fiere a Holešovice. Del 50% sono poi aumentati gli stanziamenti per la cultura e il turismo.

Fonte: https://bit.ly/3As7svs

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Tra le città statunitensi con il livello di disoccupazione più basse, 4 su 5 sono in Florida

Tra le aree metropolitane degli Stati Uniti che hanno registrato i tassi di disoccupazione più bassi, quattro su cinque si trovano in Florida, grazie alla sua robusta attrattività turistica, l'aumento della popolazione e la crescita degli investimenti commerciali.  

Secondo le ultime classifiche del Bureau of Labor Statistics, il tasso di disoccupazione più basso è stato registrato nella città di Miami, con 1 milione di abitanti e un tasso del 2,2% nel febbraio 2023, paragonabile a quello di Birmingham, Alabama. Le altre grandi città della Florida, Jacksonville, Tampa e Orlando, hanno registrato tassi di disoccupazione inferiori al 2,7% nello stesso mese, mentre la media nazionale si è attestata al 3,5% a marzo.  

La Florida ha registrato un'elevata immigrazione di cittadini statunitensi che si allontanano dalle zone più fredde e dai costi più elevati del Nord-Est. Infatti, secondo le ultime stime del Census Bureau, la Florida ha registrato il maggior incremento di popolazione dovuto all'immigrazione interna di qualsiasi altro Stato dal luglio 2021 al luglio 2022, con una crescita di oltre 300.000 residenti e la percentuale di crescita più alta. 

Il Sunshine State offre prezzi più accessibili e un clima più mite rispetto alle costose città costiere, in primis San Francisco e New York. L'afflusso di residenti ha aumentato la domanda dei consumatori, e quindi un maggior numero di lavoratori per soddisfare la crescente domanda di nuove unità abitative.  

Anche il turismo in Florida ha registrato un boom negli ultimi mesi, grazie anche all'inverno più mite rispetto agli altri anni. Più di 137 milioni di persone hanno visitato lo Stato lo scorso anno, superando il totale del 2019. L'ultimo trimestre del 2022 è stato il sesto consecutivo in cui il numero di visitatori ha superato i livelli pre-pandemia.

La Florida ha beneficiato anche del trasferimento di aziende nello Stato, in quanto titani della finanza come Citadel, Goldman Sachs e Blackstone hanno tutti annunciato l'intenzione di trasferire parte o tutte le loro attività a Miami, e altre aziende del settore finanziario seguiranno.

L'economista della Florida International University, Mihaela Pintea, ha dichiarato che l'economia della Florida è solitamente legata agli andamenti dell'economia nazionale, che hanno effetti sempre più amplificati nel Sunshine State.

Fonte: https://cnn.it/442KfO7

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

 

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Regno Unito - 100 milioni di sterline per aiutare il paese a costruire una nuova generazione di intelligenza artificiale

100 milioni di sterline è il budget stanziato per dare il via alla realizzazione di nuovi progetti in ambito di intelligenza artificiale. La Task Force, modellata sul successo della Task Force sui vaccini COVID-19, svilupperà l'uso sicuro e affidabile di questa nuova tecnologia e garantirà al paese di rimanere competitivo a livello globale.

I modelli di base - inclusi modelli di linguaggio di grandi dimensioni come ChatGPT e Google Bard - sono una categoria di sistemi di intelligenza artificiale che si sviluppano su enormi volumi di dati come testo, immagini, video o audio. Con l'intelligenza artificiale destinata a contribuire con miliardi di sterline al PIL del paese, il lavoro della task force aiuterà a far crescere ulteriormente l’economia britannica. Il finanziamento sarà investito dalla Foundation Model Taskforce in nuove infrastrutture e appalti di servizi pubblici, per creare opportunità di innovazione nazionale. I primi progetti di servizi pubblici dovrebbero essere lanciati nei prossimi sei mesi.

La task force, annunciata come parte dell'Integrated Review Refresh, riunirà esperti del governo e del settore, e riferirà direttamente al Primo Ministro e al Segretario per la Tecnologia. Ciò fa seguito alla riunione del gabinetto durante la quale i ministri hanno concordato sul potenziale dell'IA, sull'importanza vitale di mantenere la fiducia delle persone nel suo utilizzo e sulla necessità di una regolamentazione che mantenga i consumatori al sicuro senza impedirne l'innovazione.

 Il primo ministro Rishi Sunak ha dichiarato: “Sfruttare il potenziale dell'intelligenza artificiale offre enormi opportunità per far crescere la nostra economia, creare posti di lavoro e costruire un futuro migliore. Investendo nelle tecnologie emergenti attraverso la nostra nuova task force di esperti, potremo continuare ad aprire la strada allo sviluppo di un'IA sicura e affidabile.” 

Il Segretario per la Scienza, l'Innovazione e la Tecnologia, Michelle Donelan, ha sottolineato che: “Se sviluppata in modo responsabile, l'IA può avere un impatto trasformativo in quasi tutti i settori. Può rivoluzionare il modo in cui sviluppiamo nuovi trattamenti medici, affrontiamo il cambiamento climatico e miglioriamo i nostri servizi pubblici. Dobbiamo agire ora per cogliere le opportunità che l'AI potrà offrirci in futuro. Stiamo sostenendo la nostra task force di esperti con i finanziamenti per trasformare in realtà le nostre ambizioni.”

 La task force sarà guidata da un presidente esperto, che sarà annunciato nel corso dell'estate. Matt Clifford, presidente dell'Agenzia per la ricerca avanzata e l'innovazione, consiglierà il primo ministro e il segretario alla tecnologia sullo sviluppo della task force mentre la nomina è in corso.

I modelli Foundation si basano su una potenza di calcolo significativa e questo investimento si aggiunge a circa 900 milioni di sterline per un nuovo supercomputer "exascale" e una risorsa di ricerca AI dedicata. La task force svolgerà un ruolo cruciale nel garantire che il finanziamento pluriennale annunciato nel budget sia investito strategicamente per rafforzare la capacità del paese.

Fonte: https://bit.ly/41HvazP

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Il sistema pensionistico in Danimarca

Focus Preliminare

Anzitutto, il sistema pensionistico danese viene suddiviso in tre diverse forme pensionistiche: Le pensioni statalile pensioni del mercato del lavoro e le pensioni individuali. Esso, è quindi concepito per permettere il conferimento della pensione da più fonti e, tutte e tre, concorreranno a garantire al lavoratore e alla sua famiglia un tenore di vita dignitoso, sia quando lascerà il mercato del lavoro che in caso di malattia o morte; insomma, possiamo dire che la pensione danese arrivi a qualificarsi come una vera e propria sorta di prodotto assicurativo.

 

La Pensione Statale

Chiamata “Folkepension” la pensione statale danese è di norma un reddito versato regolarmente dal governo, la cui entità dipende dal soddisfacimento di una serie di fattori prestabiliti, quali: etàstato civilesituazione storia lavorativa, nonché, il luogo in cui si vive o si è vissuto.

Perciò, come prima cosa, occorre avere la cittadinanza danese e aver vissuto nel paese per un minimo di dieci anni prima del raggiungimento dell’età pensionabile. In Danimarca non esiste un’età fissa per andare in pensione ma un sistema progressivo, in cui, l’età pensionabile viene gradualmente innalzata ogni sei mesi, perciò, facendo un esempio, chi è nato al 31 dicembre del 1953 potrà andare in pensione all’età di 65 anni, mentre chi è nato nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 1954 al 30 giugno 1954, andrà in pensione all’età di 65½ anni e così via.

È chiaro che questo sistema non possa presentare una progressione tendente all’infinito, ecco perché, coloro che sono nati dopo il 1967, dichiarino: «al momento non sappiamo quale sia effettivamente la nostra età pensionabile; di base, raggiunti i cinquant’anni d’età, la persona fisica scopre quale sia la sua effettiva età pensionabile» ci dice Kathrine Damgaard della Camera di Commercio Italiana in Danimarca.

 

Le Pensioni del Mercato del Lavoro

Le pensioni derivanti dal mercato del lavoro sono, chiaramente, connesse con lo stato occupazionale, ma queste, in Danimarca, vanno a rappresentare una parte importante della futura quota pensionistica che verrà devoluta al beneficiario, costituendo così, per molti danesi, una parte significativa del futuro reddito pensionistico.

Nel paese scandinavo distinguiamo tre principali tipologie di pensioni lavorative: Quelle basate sui contratti collettivi, quelle stipulate tra il datore di lavoro e una società di previdenza privata e, infine, un particolare regime pensionistico per i dipendenti pubblici.

  • I regimi basati sui contratti collettivi costituiscono la maggior parte delle pensioni del mercato del lavoro e vengono applicati a un gruppo di dipendenti che in genere hanno lo stesso background professionale o formativo, indipendentemente dall'azienda in cui lavorano. Chiaramente tali contratti sono stipulati tra le organizzazioni dei lavoratori e le aziende.
  • Le pensioni aziendali sono, invece, liberamente stipulate tra il datore di lavoro e le società pensionistiche andando, quindi, a riguardare tutti i dipendenti della azienda in questione.
  • Infine, il regime pensionistico per i dipendenti pubblici segue le leggi e i regolamenti previste per gli operatori di questo settore.

Ma non è finita qui, esiste infatti una quarta opzione in cui il singolo cittadino può, in tutta autonomia, stipulare un proprio piano di risparmio con una banca o un fondo pensione, indipendentemente dal proprio datore di lavoro; la maggior parte delle banche e dei fondi pensione danesi sono, infatti, registrati presso “PensionInfo”.

 

La Pensione Danese per i Lavoratori Stranieri

In un paese in cui il 10% della forza lavoro è costituita da cittadini stranieri, la Skattestyrelsen, ossia l’Agenzia delle Entrate Danese, permette ai lavoratori stranieri che vengono a lavorare per brevi periodi nel paese, di vedersi accantonata una quota parte del proprio stipendio direttamente ai fondi pensionistici danesi. Una volta terminato il periodo lavorativo, la stessa Skattestyrelsen, consente al lavoratore di richiedere la riscossione della somma maturata.

Tirando le somme, è quindi evidente come il sistema pensionistico danese sia estremamente differente ed articolato rispetto a quello Italiano. Quello danese è un sistema pensionistico che richiama alla flessibilità del mondo del lavoro che già abbiamo visto nell’articolo precedente; una flessibilità, questa, che premia il lavoratore e punta ad assicurare un congruo sostentamento per il futuro suo e della propria famiglia.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023