Energia

Venerdì 20 Maggio 2022

Per il “Sakarya Field”, il maxi-giacimento di gas naturale sul Mar Nero, è previsto un sostegno statale con un investimento di 10 miliardi di dollari

Secondo un decreto presidenziale pubblicato nel mese di marzo scorso sulla Gazzetta Ufficiale, il Governo di Ankara sosterrà il progetto del giacimento di gas naturale scoperto nel 2020 nel Mar Nero. Il valore dell'investimento del progetto Turkish Petroleum (TPAO) è stimato in 145 miliardi di lire turche (circa 10 miliardi di dollari) e la durata del progetto sarà di 11 anni.

Per lo sfruttamento del giacimento di gas, che creerà posti di lavoro per oltre 1.000 persone, è prevista l'esenzione dai dazi doganali, l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) e un abbattimento di tutte le tasse. L’espansione del progetto porterà la capacità di produzione annua della Turchia a 14 miliardi di metri cubi (bcm).

Il giacimento di Sakarya al largo della provincia settentrionale di Zonguldak ha volumi stimati in 540 miliardi di metri cubi.

I dati più recenti diffusi dall'Autorità di regolamentazione del mercato dell'energia (EPDK) mostrano che il consumo di gas naturale della Turchia è stato di 59,6 miliardi metri cubi nel 2021, con un aumento del 24% rispetto all'anno precedente, mentre le importazioni della Turchia sono cresciute del 22% a 58,7 miliardi di metri cubi.

Si stima che il flusso annuo di gas naturale dal giacimento di Sakarya (il gas verrebbe trasportato dal porto di Fiyos alla rete nazionale turca grazie anche all’ingegneria della nostra SAIPEM), potrebbe variare tra 15 e 20 miliardi di metri cubi, corrispondenti a circa il 30% del consumo annuo di gas della Turchia.

Secondo i piani di Ankara, l’impianto dovrebbe entrare in funzione nei primi mesi del prossimo anno contribuendo a ridurre sensibilmente le importazioni estere, in particolare dalla Federazione Russa. La Turchia, infatti, riceve quasi il 98% del gas che consuma dal gasdotto Blue Stream e Turkish Stream attraverso il Mar Nero dalla Russia e dall’Azerbaigian attraverso il gasdotto TANAP e dall’Iran oltre che il GNL dal Qatar, Algeria e Nigeria.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 20 Maggio 2022
Venerdì 20 Maggio 2022

Danimarca - Il piano per superare la dipendenza dal gas Russo

L’Europa è fortemente dipendente dal gas russo. Lo dimostra una stima pubblicata da Eurostat, in cui viene sottolineato come più del 40% del gas, ovvero oltre 380 milioni di metri cubi al giorno e 140 miliardi di mcm all’anno, utilizzato dall’UE, sia proveniente dalla Russia.

La proposta per una soluzione, che permetterebbe all’Europa di essere indipendente dalle importazioni, arriva da Dan Jørgensen, Ministro per il clima e l’energia danese, il quale ha recentemente annunciato il suo totale impegno nella promozione del green energy plan come risposta alla guerra in Ucraina.

Cosa prevede il piano:

La previsione del Ministro è la costruzione di due isole energetiche, situate in punti strategici differenti, che abbiano il potere di alleggerire la dipendenza dell’Europa, ma in primis della Danimarca, dalla Russia.

La prima verrà costruita nel Mare del Nord, posizionata a 80 km a Ovest della penisola dello Jutland, e avrà inizialmente il potere di fornire energia green a 3 milioni di famiglie europee, producendo 3 gigawatt.

La seconda invece, sarà costruita sull’isola di Bornholm, nel Mar Baltico, con una potenza di 2 gigawatt.

Con una superficie di 120 000 metri cubi, grosse quanto 18 campi da calcio, le isole ecologiche verranno collegate a 200 turbine eoliche e forniranno energia a milioni di famiglie europee, con un costo stimato di 210 miliardi di corone.

Insieme saranno in grado di alimentare almeno 5 milioni di case con il potenziale di espandersi a 10 milioni in futuro.

Il ministro danese ha sottolineato, inoltre, come l’energia prodotta non sarà solamente per uso domestico, ma anche per auto, camion, aerei o treni, aiutando e favorendo il completo commercio internazionale.

La prima previsione era quella di rendere operative le isole eoliche entro il 2030, ma ora, la Danimarca, sulla scia della guerra in Ucraina, sta cercando di ridurre, non solo per un fattore ambientale, l’utilizzo e le importazioni di combustibili fossili. Ad inizio 2022, infatti, già il 48.6% del totale proveniva da energia eolica.

La speranza del ministro Jørgensen in una piena e completa collaborazione tra i paesi europei: "L'UE deve diventare indipendente dai combustibili fossili russi il più velocemente possibile e il modo migliore di procedere è che i paesi europei lavorino insieme per aumentare e accelerare la costruzione di energia rinnovabile nel Mare del Nord".

Per questo motivo sono in atto accordi politici con Germania, Belgio e Paesi Bassi per avviare l’analisi dei collegamenti con le isole energetiche.

Si tratta del più grande piano mai messo in atto nella storia danese, dimostrando il forte impegno del Paese a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, dando un contributo significativo agli obiettivi europei in materia rinnovabile.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 10 Giugno 2022
Data evento

Dom, 5 Maggio, 2024 - 20:58

Iscrizioni non ancora aperte.

Prossimi eventi:

Mer 03 Lug, 2024

(Subtec Convention Centre, Singapore)
Houston
5 Maggio 2024 -

In occasione dell'edizione 2022 dell'OTC (offshore Technology Conference), la fiera sull'energia più importante al mondo, che si tiene a Houston dal 2 al 5 maggio, la Italy-America Chamber of Commerce of Texas, in collaborazione con ITA, le principali Camere bilaterali e le organizzazioni di categoria, organizza un evento di networking, cui parteciperà anche la delegazione di aziende italiane presenti alla fiera di Houston.

L’evento si svolgerà domenica 1 maggio alle 18:30 a Houston (orario locale).

Per maggiori informazioni: https://www.iacctexas.com/  

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

Martedì 5 Aprile 2022

Mercato energetico del gas: il tentativo tedesco di diversificare le fonti di approvvigionamento

La costante minaccia russa di interrompere le forniture di gas all’Europa ha portato molti paesi europei - Germania compresa - ad accelerare la ricerca di fonti energetiche alternative al gas russo, che costituisce il 55% delle importazioni di gas in Germania. L’attenzione del governo tedesco è caduta inevitabilmente sul Qatar, che si posiziona attualmente come terzo produttore di gas naturale al mondo, con ben 177 miliardi di m3 di gas all’anno e come uno dei maggiori esportatori di gas naturale liquefatto a livello globale.

Il ministro tedesco dell’economia Robert Habeck si è dunque recentemente recato nell’emirato del golfo persico per gettare le basi per una partnership energetica proiettata sul lungo periodo. Il ministro Habeck è stato accompagnato a Doha da una folta delegazione che comprendeva anche l’AD del gruppo siderurgico Thyssenkrupp Martina Merz e l’AD della compagnia elettrica RWE Markus Krebber. Lo stesso Krebber ha affermato che Doha e in generale il Qatar rappresentano una realtà estremamente importante nel mercato dell’approvvigionamento energetico per l’Europa.

In preparazione alla visita a Doha Habeck aveva già avuto un colloquio con il suo omologo qatariota. Tra i temi toccati nell’incontro ricordiamo l’ampliamento delle energie rinnovabili nell’ottica di utilizzare le risorse naturali disponibili nel modo più efficiente possibile. Un ulteriore punto trattato è stato l’avvio di forniture di idrogeno, su cui il mercato energetico sta scommettendo sempre di più per limitare la dipendenza energetica dal gas russo e allo stesso tempo accelerare la transizione verso un’economia a impatto climatico zero. Durante i vari colloqui Habeck ha inoltre sottolineato la necessità di garantire standard lavorativi migliori e tutelare maggiormente i diritti umani in Qatar, affermando che ciò sarebbe al contempo un valore aggiunto dal punto di vista economico e raccogliendo il consenso del ministro dell’economia qatariota.

Oltre all’emiro, il ministro Habeck ha incontrato anche i ministri degli esteri e delle politiche energetiche. Al fine di stipulare una partnership energetica con l’emirato, la Germania dovrebbe costruire dei terminali GNL nella zona di Brunsbüttel, nello Schleswig-Holstein. Al termine dei colloqui Habeck ha comunicato che la partnership energetica dei due paesi è quasi in dirittura di arrivo e che le aziende della delegazione tedesca hanno già avviato le trattative con le loro controparti qatariote.

Già a febbraio l’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani aveva manifestato l’intenzione di voler raddoppiare l’estrazione di gas, incrementando anche la capacità di produzione di GNL da 77 milioni di tonnellate all'anno a 126 milioni di tonnellate all'anno entro il 2027, operazione che dovrebbe costare circa 51 miliardi di dollari.

La visita del ministro Habeck si inserisce su una scia di visite di ministri di paesi UE a paesi che rappresentano attori chiave nel mercato energetico del gas. Lo stesso ministro italiano degli affari esteri di Maio si era recato prima in Algeria e poi ai primi di marzo proprio a Doha, per stipulare un accordo per incrementare le forniture di gas all’Italia. Il Qatar è per l’Italia al momento il terzo importatore di gas naturale- dopo Russia e Algeria- e il primo di gas naturale liquefatto, per una fornitura di 6,9 miliardi di metri cubi all’anni che corrisponde quasi al 10% del totale delle importazioni, contro il 40% del gas russo.

Fonti: https://bit.ly/37df5KV; https://bit.ly/3DJuSNH; https://bit.ly/3x5Ot9r   

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Venerdì 6 Maggio 2022
Giovedì 23 Dicembre 2021

Asse Italia-Francia su crescita, energia e semiconduttori

Un asse industriale e strategico tra Italia e Francia in settori di particolare rilevanza come quelli della crescita economica, dell’energia e dei semiconduttori. È quanto emerge dalle parole del ministro francese dell’Economia, delle finanze e del rilancio Bruno Le Maire: “Italia-Francia, mai così unite. Draghi e Franco hanno fatto un ottimo lavoro”.

Come si legge in una nota diffusa dal Mise, nel corso dell’incontro bilaterale a Palazzo Piacentini tra il ministro Giancarlo Giorgetti e il ministro Le Maire è stata confermata la forte intesa tra Italia e Francia sulla politica industriale e la convergenza sui temi strategici per favorire la crescita dell’economica attraverso investimenti nei settori della microelettronica e della transizione green.

Crescita e ripresa economica: buoni risultati dell’economia francese, in linea con quelli dell’economia italiana.

Grazie ad un 6% di crescita nel 2021 e una previsione di oltre il 4% nel 2022, i risultati italiani sono più che positivi. Altrettanto favorevole la situazione economica francese: 6,25% di crescita nel 2021, 4% nel 2022. Quindi, alla luce di questi risultati, è possibile affermare che Mario Draghi in Italia e Emmanuel Macron in Francia abbiano preso le decisioni giuste per rilanciare l’attività economica.

D’altro canto, per rendere la ripresa economica di entrambi i Paesi costante sarà fondamentale rendere durevoli questi risultati grazie alle riforme strutturali che sia Francia che Italia stanno intraprendendo. A tal proposito, Le Maire ha salutato con spirito benaugurante “le decisioni prese con coraggio e costanza da Mario Draghi, come quelle sulla riforma della giustizia o fiscale”. Ha aggiunto che la Francia passerà all’applicazione integrale della riforma dell’indennità di disoccupazione, e punterà molto sulla formazione dei lavoratori, visto che oggi molte imprese si lamentano della difficoltà di reclutarli, nonostante i nodi sulla questione delle pensioni.

L’unica nota dolente di questa vigorosa ripartenza economica riguarda la difficoltà nel trovare personale da assumere, in Francia come in Italia. Alcuni mestieri vanno resi più attraenti e sarà fondamentale investire nella formazione dei giovani.

 

Riforma del mercato dell’energia, di fronte all’aumento dei prezzi:

I due ministri hanno affrontato anche il tema dell’aumento del costo dell’energia, sottolineando come sia stato necessario introdurre in questo periodo misure finalizzate ad alleviare l’impatto sull’industria e i consumi delle famiglie. Al contempo hanno condiviso la necessità di avviare una riflessione in ambito europeo sulla politica energetica, che riguardi sia l’utilizzo del gas che la possibilità di discutere del nucleare pulito di ultima generazione.

 

Semi-conduttori 

Al fine di favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dei semi-conduttori è stato anche concordata la necessità di rivedere le regole per gli aiuti di Stato in ambito UE.

Parlando di semi-conduttori Le Maire afferma: «Si tratta del terzo grande tema strategico dell’uscita dalla crisi pandemica, dopo la scarsità di manodopera e il prezzo dell’energia. Si può riassumere in una parola: indipendenza. I semi-conduttori sono indispensabili e li troviamo ovunque: in un’auto elettrica se ne trovano diverse migliaia. Le fabbriche di Stellantis, che sono un orgoglio franco-italiano, sono costrette a rallentare la produzione perché non ci sono abbastanza semi-conduttori. Siamo pronti a sostenere il gruppo franco-italiano STMicroelectronics che produce semi-conduttori di alta qualità vicino a Grenoble e in Italia. È imperativo che STMicroelectronics aumenti le sue capacità di produzione e riaffermi una preferenza europea. Dobbiamo cooperare e coordinarci».

Quindi, affinché l’Unione europea possa essere meno dipendente dalla catena di approvvigionamento a Oriente e a Occidente è necessario rimettere mano alle norme sugli aiuti di Stato.

Fonte: https://bit.ly/3FhpNvU

 

(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Enel Green Power raddoppia la scommessa dell’energia rinnovabile nel mercato australiano

Enel Green Power, uno tra i maggiori players internazionali nel settore delle energie rinnovabili, punta al mercato australiano per espandere la fornitura di energia verde.  

Attraverso una mossa che porta la compagnia italiana a competere con le 3 big nazionali - AGL, Origin Energy ed Energy Australia – EGP accetta la sfida posta da un’entrata nel paese ancora piuttosto recente, risalente infatti al solo aprile 2017, e coglie l’opportunità di un mercato pronto ad accogliere i servizi green offerti dall’azienda.

I tre impianti fotovoltaici di Bungala One, Bungala Two e Cohuna sono il punto di partenza per un’espansione dell’offerta di energia verde che, grazie all’ottenimento della licenza di vendita nel NEM (National Electricity Market), raggiunge il consumatore finale ufficializzando l’entrata della compagnia nel mondo nell’energy retail markets australiano. Fattore discriminate su cui EGP punta per distinguersi dalla concorrenza e continuare il percorso di crescita nel mercato domestico sarà “concentrarsi su aree e clienti in cui EGP sa di poter offrire una proposta unica che riunisca tecnologia, servizi energetici e approvvigionamento di energia rinnovabile in un modo non eguagliabile dai competitors” - come affermato dal country manager Werther Esposito in un’intervista rilasciata all’Australian Financial Review. Enel vuole portare al cliente la propria consolidata esperienza internazionale e presentarsi come un gigante verde, che nonostante la sua imponenza, sia di facile approccio e che soprattutto offra finanziamenti a basso costo congeniali alle esigenze del consumatore.

Nella sua corsa alla crescita nel mercato australiano, Enel ha portato avanti nel solo 2019 6 progetti, prodotto 309,20 MW tramite energia solare e proposto sistemi di automatizzazione dell’offerta che aiutino le aziende nella transizione verso una scelta verde.

Fonte: https://bit.ly/32jFtk3

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia)

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 21 Ottobre 2021

L'economia verde del Regno Unito quattro volte più grande del settore manifatturiero

Secondo una nuova analisi, l'economia a basse emissioni di carbonio del Regno Unito ora vale più di 200 miliardi di sterline, quattro volte la dimensione del settore manifatturiero del paese, con una crescita che dovrebbe accelerare nei prossimi anni.

Nonostante quello che gli esperti dicono essere un sostegno poco brillante e irregolare da parte del governo centrale, l'analisi ha rilevato che più di 75.000 aziende, dai produttori di turbine eoliche agli impianti di riciclaggio, impiegano più di 1,2 milioni di persone nell'economia verde.

Gli esperti affermano che il settore non solo ha il potenziale per aiutare ad affrontare la crisi climatica, ma anche creare posti di lavoro sostenibili e migliorare la qualità della vita delle persone, con trasporti più puliti, riduzione dell'inquinamento atmosferico e case più isolate.

Gli esperti avvertono che se il Regno Unito vuole effettuare la necessaria transizione rapida ed equa verso un'economia a basse emissioni di carbonio, il governo deve mobilitare tutti i settori della società - dai sindacati alle autorità locali, dai gruppi comunitari alle imprese - dietro un "programma nazionale di trasformazione”.

Il professor Patrick Devine-Wright, dell'Università di Exeter e autore principale dell'IPCC, ha dichiarato: "Abbiamo bisogno che tutti si uniscano o non abbiamo alcuna possibilità di raggiungere questi obiettivi ambiziosi e di evitare quelle che saranno conseguenze climatiche davvero, davvero dannose.”

Ha detto che nei prossimi anni molti aspetti quotidiani della vita delle persone dovranno cambiare, dal modo in cui le case sono riscaldate a come le persone si spostano in città, da cosa mangiano a dove lavorano.

"Abbiamo bisogno di niente meno che un processo di trasformazione sociale in atto insieme a questa visione di nuove tecnologie, dispositivi e infrastrutture", ha affermato Devine-Wright. "A meno che non colleghiamo tutti quei punti, non penso che accadrà nei tempi richiesti".

La recente ricerca mostra che il settore a basse emissioni di carbonio vale 205,7 miliardi di sterline nel Regno Unito. Utilizzando la stessa metodologia, kMatrix ha scoperto che il settore manifatturiero vale 55,6 miliardi di sterline e il settore delle costruzioni vale 132,9 miliardi di sterline.

L'energia eolica, delle onde e delle maree e quella solare sono cresciute rapidamente negli ultimi anni, secondo i dati, che mostrano che complessivamente il settore a basse emissioni di carbonio è cresciuto del 7,4% durante l'anno finanziario dal 2018/19 al 2019/20 e si è contratto di -9,0 % dal 2019/20 al 2020/21 ma si prevede che riprenderà nella ripresa post-Covid.

Nel corso della prossima settimana, il Guardian evidenzierà schemi e progetti a basse emissioni di carbonio in tutto il Regno Unito - dagli agricoltori rigenerativi alle società di riciclaggio private, passando per il carburante per jet a idrogeno, il whisky netto zero, i costruttori di retrofit e il latte di canapa - mostrando come non solo stanno aiutando a ridurre emissioni ma anche migliorare le comunità, creare posti di lavoro e migliorare le condizioni di vita.

L’attuale natura ad hoc dell'economia a basse emissioni di carbonio, con alcuni settori e regioni che corrono avanti mentre altri vengono lasciati indietro, ha sollevato timori che le disuguaglianze esistenti possano essere radicate a meno che il governo non stabilisca un piano chiaro.

Gli esperti affermano che i sindacati, le autorità locali e le comunità devono avere un ruolo diretto nel processo, specialmente nelle aree che dipendono da industrie ad alto tenore di carbonio, per garantire che il passaggio a un'economia verde sia rapido ed equo.

Hannah Martin, del gruppo della campagna Green New Deal UK, ha affermato che ora c'è "un ricco arazzo di attività comunitarie incentrate sul clima" con "persone che si uniscono per costruire comunità resilienti che saranno il modello di come vivremo in futuro".

Ha evidenziato una serie di progetti, dagli orti comunali ai programmi regionali di riqualificazione domestica. Ma ha avvertito: “Il cambiamento a livello di comunità non può essere fatto separatamente da una strategia olistica alla velocità e alla scala richieste dal governo centrale, che deve sia fornire il supporto normativo e finanziario necessario alle comunità locali per innovare e creare risposte alla crisi climatica che sono unici per la loro situazione ed esperienza.”

Il governo del Regno Unito è stato ampiamente criticato per non aver formulato proposte politiche dettagliate per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi climatici.

Nick Molho, direttore esecutivo di Aldersgate Group, un'alleanza di leader aziendali e politici, ha affermato che per la transizione zero netto per fornire posti di lavoro alle comunità locali in tutto il Regno Unito, l'imminente strategia zero netto del governo dovrebbe includere una stretta collaborazione con le autorità locali e la comunità gruppi.

Molho ha chiesto che un organismo a livello del Regno Unito "sostenga la forza lavoro mentre l'economia del Regno Unito si sposta verso zero emissioni nette" sostenuto da enti di transizione locali - composti da rappresentanti dell'industria locale, del governo, dei sindacati e del settore educativo.

"[Loro] potrebbero essere incaricati di pianificare attentamente i cambiamenti necessari nelle loro aree per supportare una transizione di successo verso le emissioni nette zero", ha affermato.

 

Fonte: https://bit.ly/3aAbh53

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 21 Ottobre 2021
Venerdì 1 Ottobre 2021

Regno Unito: annunciato un nuovo impianto di stoccaggio dell’idrogeno da 290 milioni di sterline

Le aziende dell’energia SSE Thermal ed Equinor stanno sviluppando piani per uno dei più grandi siti di stoccaggio di idrogeno del mondo.

Le due società sono già comproprietarie dell'impianto di stoccaggio di gas di Aldbrough, dove sono presenti nove caverne saline sotto i terreni agricoli costieri dello Yorkshire orientale.

Originariamente commissionato nel 2011, un aggiornamento all’impianto di stoccaggio di gas del costo di 290 milioni di sterline potrebbe riconvertirlo in un’installazione apposita per l’idrogeno.

Sia SSE che Equinor hanno già collaborato nella creazione della centrale elettrica alimentata a idrogeno a Keadby, a sud dell'Humber; Equinor sta inoltre sviluppando l’impianto di produzione di idrogeno H2H a Saltend, sulla North Bank.

Il partenariato tra le due aziende rappresenta il primo progetto end-to-end per l’idrogeno del Regno Unito, in quanto andrà a collegare impianti di produzione, stoccaggio e di utilizzo del carburante.

Stephen Wheeler, amministratore delegato di SSE Thermal, ha dichiarato: "Siamo lieti di annunciare i nostri piani per lo sviluppo di questo impianto di stoccaggio dell'idrogeno, il quale sfoggerà tecnologia leader a livello mondiale e giocherà un ruolo fondamentale per l’economia dell’Humber e del resto del paese. Fornendo capacità di stoccaggio dell'idrogeno su larga scala, potremo procedere con la decarbonizzazione delle industrie pesanti, del calore, dei trasporti e di altri settori difficili da raggiungere, creando e salvaguardando posti di lavoro e investimenti cruciali in tutta la regione”.

Con una capacità iniziale prevista di almeno 320 GWh, l’impianto di Aldbrough sarebbe significativamente più grande di qualsiasi impianto di stoccaggio dell'idrogeno attualmente in funzione nel mondo.

Grete Tveit, vicepresidente senior di Equinor, ha dichiarato: "L'idrogeno sarà fondamentale per il Regno Unito nel raggiungimento dell’obiettivo delle zero emissioni nette. Ecco perché siamo lieti di collaborare con SSE Thermal nello sviluppo di questo impianto di stoccaggio presso il sito di Aldbrough, il quale mira a supportare i nostri partner di Zero Carbon Humber nell’ambizione comune di trasformare la nostra regione nel primo cluster del Regno Unito a zero emissioni di diossido di carbonio. Progetti come questi sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi e per contribuire a far diventare il Regno Unito uno dei leader mondiali nel settore delle basse emissioni di anidride carbonica".

 

Fonte: https://bit.ly/39Sc4xI

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 15 Ottobre 2021
Mercoledì 29 Settembre 2021

Ristrutturazioni energetiche degli edifici, grande occasione per la Polonia

L'ex primo ministro Jerzy Buzek ritiene che l'ondata di ristrutturazioni sia il primo grande programma introdotto dall'Unione europea nell'ambito del Patto Verde europeo. L’europarlamentare sottolinea che la Polonia ha molte aziende specializzate nell'ammodernamento termico degli edifici e quindi si distingue dagli altri paesi europei. Secondo Buzek questa è una delle migliori idee per ridurre le emissioni di anidride carbonica di almeno il 55%. Le analisi della Commissione Europea mostrano che ben il 75% degli edifici nell'Unione Europea sono inefficienti dal punto di vista energetico, gli immobili rappresentano il 40% del consumo energetico europeo e il 36% delle emissioni di gas serra. I dati forniti mostrano inoltre che attualmente solo l'1% degli edifici viene ristrutturato ogni anno. La Commissione Europea prevede che la strategia "Ondata di ristrutturazioni" potrebbe creare 160 mila posti di lavoro in Europa.

 

Fonte: PoloniaOggi (https://bit.ly/2XWlnKP)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 29 Settembre 2021
Giovedì 2 Settembre 2021

Il governo brasiliano approva la nuova legge sul gas

Il Presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, ha approvato il 4 agosto la Nuova Legge sul Gas (Legge nº 14.134, dell’8 aprile 2021). Il testo stabilisce un nuovo quadro normativo per il mercato del gas naturale in Brasile, modificando la regolamentazione delle attività previste nell’art. 177 della Costituzione Federale relativa al trasporto, flusso, trattamento, lavorazione, stoccaggio sotterraneo, condizionamento, liquefazione, rigassificazione e commercializzazione del gas naturale.

La Nuova Legge sul Gas consoliderà la formazione di un mercato del gas naturale aperto e competitivo, permettendo la concorrenza tra i fornitori e promuovendo una riduzione del prezzo finale del gas per il consumatore. Secondo i dati del Ministero delle Miniere e Energia (MME), sono previsti investimenti per circa 74 miliardi di R$ e la generazione di oltre 33mila posti di lavoro diretti e indiretti in 10 anni.

Con la nuova Legge, la costruzione e l’ampliamento dei gasdotti da parte del settore privato saranno effettuati attraverso l’autorizzazione dell’Agenzia Nazionale del Petrolio, Gas Naturale e Biocarburanti (ANP). La norma precedente prevedeva la concessione, ovvero la società interessata doveva vincere un’asta promossa dall’Agenzia, che generava maggiori ritardi, costi e minore attrattività per gli investimenti privati.

Con le discussioni iniziate nel 2013, il nuovo regolamento è il risultato di un ampio dibattito con esperti del settore e rappresenta un cambiamento importante, in quanto promuove l’apertura del mercato brasiliano del gas naturale ad altri competitor diversi da Petrobras. Si creano così le condizioni per la riduzione del prezzo del gas e, con questo, per la ripresa economica del Paese.

Sempre giovedì (8/4), il Consiglio Nazionale per le Politiche Agricole (Confaz) ha approvato l’adeguamento del Sistema Nazionale di Informazione Economica Fiscale (SINIEF), che uniforma e semplifica la normativa fiscale relativa all’attività di trattamento del gas naturale. Approvato all’unanimità in una riunione presieduta dal segretario speciale del Ministero delle finanze dell’economia, Waldery Rodrigues, il nuovo adeguamento SINIEF aggiorna gli standard fiscali, adeguandosi allo scenario di maggiore competizione di mercato proposto dalla Nuova Legge sul Gas.

Waldery Rodrigues ha sottolineato che la principale conquista del cambiamento stabilito con il nuovo adeguamento SINIEF per il gas naturale è garantire la sicurezza giuridica per gli operatori, con regole chiare per i nuovi agenti. Ciò stimolerà l’ingresso di nuovi partecipanti al mercato e, con più concorrenza, i valori finali caleranno, ha sottolineato. Il focus, quindi, è sull’utente, che avrà un aumento della qualità e una riduzione dei prezzi.

Il segretario speciale delle Finanze ha sottolineato l’importanza dell’adeguamento essendo stato approvato all’unanimità a Confaz, frutto di un intenso dibattito tra Unione, Stati, altri organi federali e agenti di mercato. Ha spiegato che l’obiettivo del governo è stimolare la partecipazione di più operatori nel mercato del gas, dentro il piano di dare al Brasile lo “shock dell’energia a basso costo”. Quello che prima era il monopolio di Petrobras ora sarà uno scenario aperto per la partecipazione di diversi agenti, nazionali e internazionali. L’Adeguamento SINIEF approvato oggi rappresenta uno dei pezzi di regolazione indispensabili
per garantire l’efficacia della Nuova Legge sul Gas, e Confaz ha adempiuto alla sua missione assicurando questo amplio cambiamento, ha sottolineato Waldery.

Fonte: https://bit.ly/3t2dvCC

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Giovedì 2 Settembre 2021