Mercoledì 7 Giugno 2023
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
I massimi esponenti del settore finanziario britannico hanno dichiarato che avrebbero definito un progetto per dare il via a Londra come centro finanziario globale post-Brexit entro il 2030. La City di Londra, sede dello storico distretto finanziario britannico, ha affermato che Lloyd's, Schroders, KPMG, Barclays e altri esperti del settore lavoreranno su una tabella di marcia per competere meglio con centri mondiali come New York e Singapore.
Il settore, che rappresenta il 12% della produzione economica del Regno Unito, è stato in gran parte tagliato fuori dalla politica europea dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE. Londra rimane il secondo centro finanziario più importante al mondo dopo New York, ma gli hub finanziari asiatici come Singapore si stanno avvicinando.
Il governo ha già proposto le "Edinburgh Reforms" che comprendono oltre 30 modifiche alle norme esistenti. Come affermato da Chris Hayward, la nuova iniziativa City's Finance for Growth “sarà una strategia a lungo termine, collocandosi al di sopra delle riforme delle singole leggi. Si concentrerà su tecnologia e innovazione, finanza sostenibile, mercato competitivo e commercio internazionale, e mirerà a fornire consigli attuabili e di alto livello per la competitività dei servizi finanziari britannici".
Il City Minister Andrew Griffith ha tuttavia escluso una divergenza radicale dalla politica di Stati Uniti e UE, affermando che ciò aumenterebbe i costi per le aziende globali.
Fonte: https://reut.rs/408Albm
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L'indebitamento del governo britannico è aumentato il mese scorso, in gran parte a seguito del programma di sostegno alle famiglie e alle imprese dopo l’aumento delle bollette energetiche. Il governo ha preso in prestito 16,7 miliardi di sterline a febbraio, 9,7 miliardi di sterline in più rispetto all'anno precedente, ed è il più alto prestito di febbraio degli ultimi 30 anni, come riportato dagli ultimi dati dell'Office for National Statistics.
Rispondendo alle cifre ONS, il Cancelliere Jeremy Hunt ha affermato: “I prestiti sono ancora alti perché siamo determinati a sostenere le famiglie e le imprese dopo l’aumento dei prezzi, spendendo circa £1.500 per famiglia. Ciò che ridurrà questi costi sarà una minore inflazione, motivo per cui rimane una delle nostre massime priorità dimezzarla entro quest'anno, facendo crescere la nostra economia e riducendo il debito". Nel bilancio della scorsa settimana, Hunt ha inoltre annunciato che il sostegno energetico del governo per le famiglie continuerà al livello attuale per altri tre mesi.
I dati odierni hanno mostrato che i pagamenti degli interessi sul debito pubblico a febbraio sono diminuiti di 1,3 miliardi di sterline su base annua, attestandosi sui 6,9 miliardi di sterline. Questi erano aumentati notevolmente nei mesi precedenti, a causa dell'effetto dell'inflazione sui Gilt indicizzati.
A solo un mese dalla fine dell'anno finanziario britannico, il settore pubblico ha finora preso in prestito 132,2 miliardi di sterline, 15,5 miliardi di sterline in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La cifra è ben al di sotto del deficit per l'intero anno di 152,4 miliardi di sterline (6,1% del PIL) previsto nel bilancio dall'Office for Budget Responsibility, l'organo di controllo della spesa del governo. Gli economisti hanno affermato che ci sono buone possibilità che l’indebitamento del paese sia inferiore alle attese per il 2022-23.
La spesa pubblica totale è stata di 80,8 miliardi di sterline il mese scorso, 9,5 miliardi di sterline in più rispetto all'anno precedente. Allo stesso tempo, le entrate fiscali totali sono aumentate di 4,9 miliardi di sterline a 77,8 miliardi di sterline.
Divya Sridhar, economista di PwC, ha dichiarato: “Guardando al futuro, l'OBR prevede prospettive fiscali più rosee di quanto precedentemente pronosticato. L'indebitamento nell'anno finanziario 2022-23 dovrebbe essere inferiore del 14% rispetto alle previsioni del novembre dello scorso anno. Questo a seguito di maggiori entrate e di una diminuzione della spesa pubblica, grazie al calo dei prezzi dell'energia più rapido del previsto”.
Fonte: https://bit.ly/3Tz5XV0
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Prevedendo un aumento di 22 miliardi di sterline tra spese e agevolazioni fiscali nel prossimo anno finanziario, il cancelliere britannico ha presentato il nuovo budget, sottolineando come l'economia britannica eviterà una recessione tecnica nel 2023 con un dimezzamento dell’inflazione nonostante la contrazione economica. Nel tentativo di impedire ai lavoratori più anziani di andare in pensione anticipatamente, Hunt ha inoltre annunciato a sorpresa la decisione di eliminare il tetto di 1 milione di sterline sui risparmi pensionistici esenti dalle tasse.
Durante la presentazione del budget si è ribadito di voler rilanciare l'economia britannica, con l'obiettivo di aumentare la forza lavoro attraverso sostegni mirati a genitori lavoratori, ad ultracinquantenni e a coloro che non sono in grado di lavorare a causa di problemi di salute e disabilità.
Tali misure includono:
La seconda grande mossa di Hunt è stata quella di incentivare gli investimenti delle imprese, con sgravi fiscali fino a 9 miliardi di sterline all'anno per le aziende che effettuano investimenti con lo scopo di aumentare la produttività, nel tentativo di sostenere una crescita economica a lungo termine.
Questa scelta arriva dopo le forti pressioni ricevute da parte di aziende e parlamentari conservatori, preoccupati per il forte aumento dell'imposta societaria dal 19% al 25%. Hunt ha affermato che il regime di "full expensing" durerà per tre anni, con l'intenzione di mantenere l'agevolazione fiscale anche oltre questo periodo. “Affrontiamo i due maggiori problemi che impediscono alle imprese di crescere, ovvero gli incentivi agli investimenti e l'offerta di lavoro. Oggi lavoriamo per il futuro: inflazione in calo, debito in calo e crescita in aumento”.
Paul Johnson, direttore dell'Institute for Fiscal Studies, ha affermato che le misure del cancelliere sono "le ultime di una lunga serie di cambiamenti e modifiche temporanee". Nel complesso, il budget include diverse scelte "ragionevoli", ma la nuova tassa sulle imprese dimostra che "non c'è stabilità, nessuna certezza e non è un piano a lungo termine".
Le previsioni aggiornate dell'Office for Budget Responsibility (OBR), l'organo di controllo fiscale e di spesa del governo, hanno mostrato che l'economia si contrarrà ulteriormente dello 0,2% nel 2023, anche se di dovrebbero evitare due trimestri consecutivi di flessione: il cancelliere ha affermato che le sue misure ridurranno l'inflazione "aiutando le persone in difficoltà in questi periodi complicati".
L'OBR ha affermato inoltre che l'inflazione dovrebbe diminuire di oltre la metà, da un picco del 10,7% lo scorso autunno - tasso più alto dall'inizio degli anni '80 - al 2,9% entro la fine dell'anno.
Il governo congelerà le tasse sul carburante, così come le tasse sulla birra, oltre a estendere il sostegno energetico. Le misure sono state progettate per incoraggiare le persone a tornare al lavoro dopo un drammatico calo dell'occupazione tra gli ultracinquantenni a seguito della pandemia di Covid, lasciando le varie aziende già colpite dalla Brexit, alle prese con una cronica carenza di personale.
Per aiutare i genitori con i costi di assistenza all'infanzia e per incoraggiare le madri a tornare al lavoro o aumentare le loro monte ore, Hunt ha affermato che il governo amplierà il sostegno esistente per i bambini in età prescolare, offrendo 30 ore di finanziamento per un costo di 4 miliardi di sterline.
Con una mossa ampiamente attesa, mercoledì il governo ha inoltre riconfermato la garanzia sui prezzi dell'energia a sostegno delle famiglie, continuando ad applicare la scontistica sulla bolletta del gas e dell'elettricità fino alla fine di giugno.
Jeremy Hunt poi si è impegnato a creare 12 nuove zone di investimento in otto aree diverse, incluse le West Midlands e il nord-est, ciascuna sostenuta da 80 milioni di sterline di finanziamenti governativi.
Il cancelliere ha annunciato un budget progettato per ristabilizzare l'economia dopo le ricadute del disastroso mini-budget voluto dal precedente governo Liz Truss/Kwasi Kwarteng di settembre. Ma il budget di Hunt rischia di essere influenzato dai timori del settore bancario che attanagliano la City di Londra. Recentemente, il FTSE 100, l'indice azionario delle blue chip britanniche, è crollato del 2,5% al livello più basso dallo scorso dicembre. Il trading delle azioni di alcune delle più grandi banche europee, tra cui BNP Paribas, Société Générale e UniCredit, è stato brevemente interrotto e riavviato a causa della velocità con cui i prezzi delle loro azioni sono scesi negli ultimi giorni.
Fonte: https://bit.ly/3yScTmQ
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Il tasso d’inflazione annuo ha registrato in febbraio una leggera frenata. Lo indicano i dati diffusi dall’Ufficio di Statistica Ceco.
In febbraio i prezzi sono cresciuti, nel confronto anno su anno, in media del 16,7%. Rispetto a gennaio si tratta di un rallentamento di 0,8 punti percentuale. “Il rallentamento è stato registrato nella metà del paniere” ha indicato Pavla Šedivá dell’ufficio di statistica. In frenata, ad esempio, i prezzi del gas e di altri beni energetici, mentre la crescita dell’inflazione è stata alimentata dall’aumento degli affitti e degli alimenti.
Per i prossimi mesi gli esperti attendono un ulteriore calo del tasso dovuto anche all’alta base di confronto dello scorso anno. “Già in marzo l’inflazione potrebbe calare di due punti percentuale” ha indicato Patrik Rožumberský, economista di UniCredit Bank Czech Republic and Slovakia.
Fonte: https://bit.ly/3ZQYoLR
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Nel 2022 lo stipendio medio ha superato in Repubblica Ceca le 40.000 corone ceche. Lo ha indicato l’Ufficio di Statistica Ceco.
Lo scorso anno lo stipendio medio lordo è cresciuto nell’economia ceca del 6,5% a 40.353 corone ceche. Gli aumenti più ampi di oltre il 10% sono stati registrati nel settore finanziario e assicurativo, che è anche tra le attività meglio remunerate in Repubblica Ceca, e nel settore amministrativo. La crescita è stata ridotta negli impieghi a predominanza del settore pubblico. Ad esempio, nell’istruzione i salari sono aumentati di quasi il 2%, mentre nella sanità sono calati di oltre il 4% per effetto di bonus straordinari per il Covid-19 versati nel 2021.
Nel 2022 i dipendenti cechi hanno registrato un calo del potere d’acquisto, in quanto i prezzi al consumo sono aumentati di oltre il 15%. “Per quest’anno attendiamo un aumento medio degli stipendi dell’8%” ha indicato Radomír Jáč, Chief Economist di Generali CEE Investment. Anche quest’anno le remunerazioni dei dipendenti dovrebbero rimanere al di sotto del tasso d’inflazione.
Fonte: https://bit.ly/3yCzunc
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La Silicon Valley Bank (SVB), l'istituto finanziario più noto per i suoi rapporti con le startup tecnologiche e le società di venture capital, ha sperimentato uno dei più vecchi problemi del settore bancario, la corsa agli sportelli, che ha causato nel giro di poche ore il più grande fallimento negli Stati Uniti dai tempi del Washington Mutual del 2008.
La Silicon Valley Bank è stata colpita in pieno dalla flessione delle azioni del comparto tecnologico dell’ultimo anno e dal piano aggressivo della Federal Reserve di rialzo dei tassi nel tentativo di combattere l’inflazione dilagante nel paese.
Negli ultimi due anni, la SVB ha acquistato obbligazioni per miliardi di dollari, utilizzando i depositi dei clienti come farebbe normalmente una banca. Questi investimenti sono tipicamente sicuri, ma il loro valore è diminuito perché i tassi d'interesse che pagavano risultavano inferiori a quelli che un'obbligazione analoga avrebbe pagato se fosse stata emessa in un contesto come quello di oggi con tassi d'interesse più elevati.
Solitamente questo differenziale dei tassi non è un problema per le banche dal momento che conservano questi investimenti a lungo, a meno che debbano venderli in casi di emergenza. Tuttavia, proprio la clientela della SVB si è rivelata in difficoltà: queste aziende, infatti, in gran parte startup e high tech, hanno avuto necessità di maggiore liquidità a causa dell’esaurimento di finanziamenti da parte dei venture capitalist. Un altro segnale di crisi del settore high tech è da ritrovarsi nei numerosi licenziamenti da parte di aziende più strutturate, tra cui Microsoft, Google, Amazon, Alphabet e Coinbase, che nel solo 2022 hanno licenziato complessivamente 70.000 dipendenti.
Le aziende della Silicon Valley si sono quindi trovate costrette a prelevare dai propri depositi bancari e la SVB ha iniziato a vendere i propri asset per poter soddisfare questa crescente domanda di liquidità. I clienti della SVB, essendo principalmente persone facoltose ed aziende, i cui depositi superano il limite federale assicurato di $ 250.000, temevano un default dell’istituto di credito.
Ciò ha richiesto la vendita in perdita di obbligazioni tipicamente sicure, perdite che si sono sommate fino a rendere la Silicon Valley Bank di fatto insolvente. La banca ha cercato quindi senza successo di raccogliere ulteriore capitale da investitori esterni. Le autorità regolatorie hanno dovuto di conseguenza sequestrare gli asset della Silicon Valley Bank per proteggere le attività e i depositi rimasti presso la banca.
Considerato che la maggior parte dei depositi, come evidenziato in precedenza, non è assicurato dal governo federale e che non si ritiene di trovare un compratore che voglia caricarsi dei problemi di liquidità del settore high tech, la situazione sembra destinata a congelarsi nei prossimi mesi.
Al momento però gli analisti non temono un contagio globale come avvenuto nel 2008: la Silicon Valley Bank era un importante istituto di credito ma che serviva quasi esclusivamente una cerchia ristretta di aziende dell’ecosistema high tech e venture capital della California.
Le altre banche però hanno un business model molto più diversificato dal punto di vista della clientela e degli investimenti effettuati. Come dimostra il recente “stress test” della Federal Reserve, gli istituti di credito e finanziari più grandi degli Stati Uniti sono in grado di resistere ad uno scenario di profonda recessione e di calo della disoccupazione. Tuttavia, se non si riuscirà a sbloccare in tempi brevi la liquidità dei correntisti della SVB, c’è da aspettarsi un effetto boomerang sull’economia della Bay Area e nel mondo delle startup tecnologiche.
Fonte: https://bit.ly/3YXF1zy
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)
Le grandi compagnie hanno alimentato l'inflazione con aumenti dei prezzi superiori all'incremento delle tariffe delle materie prime e dei salari, spingendo così i costi della spesa a livelli record. Evidenziando una tendenza chiamata "greedflation", supermercati, produttori alimentari e compagnie di spedizioni sono tra le centinaia di aziende che hanno visto aumentare i propri profitti, dando un ulteriore rialzo ai prezzi.
Un'analisi delle prime 350 società quotate alla Borsa di Londra da parte di un team di ricercatori di Unite, il più grande sindacato del settore privato del Regno Unito, ha mostrato che i margini di profitto medi sono aumentati dal 5,7% nella prima metà del 2019 al 10,7% nello stesso periodo del 2022.
Nel Regno Unito, Tesco, Sainsbury's e Asda hanno realizzato utili per 3,2 miliardi di sterline nel 2021, quasi il doppio dei livelli pre-pandemia. Anche i produttori alimentari globali come Nestlé hanno aumentato i margini di profitto negli ultimi 18 mesi.
Unite ha inoltre affermato di aver esaminato anche i conti di società internazionali che vendono servizi e materiali che direttamente influiscono sull'inflazione in Regno Unito. “Le quattro più grandi società agroalimentari che dominano alcune colture fondamentali come quella cerealicola – ADM, Bunge, Cargill e Louis Dreyfus – hanno visto i profitti aumentare del 255%, realizzando un totale di 10,4 miliardi di dollari nel 2021. I 10 principali produttori di semiconduttori al mondo hanno realizzato utili per 44 miliardi di sterline – il 96% in più rispetto al 2019”.
Le due catene britanniche Tesco e Sainsbury’s, che insieme detengono una quota del 43% del mercato alimentare, sono sulla buona strada per realizzare grandi profitti anche quest'anno. Tesco ha affermato che prevede di realizzare utili fino a 2,5 miliardi di sterline e Sainsbury ha indicato che raggiungerà quasi 700 milioni di sterline.
Il rapporto è un aggiornamento sui dati pubblicati la scorsa estate da Unite che hanno rivelato la crescita dei profitti aziendali, l’aumento dell’inflazione e il rallentamento della crescita economica.
Le catene di supermercati incluse nel rapporto hanno tuttavia negato di essere responsabili dell'aumento dei prezzi.
Paul Donovan, capo economista di UBS Wealth Management, è uno dei pochi economisti della City a richiamare l'attenzione sull'aumento dei profitti aziendali come causa dell'aumento dei prezzi. “Credo che gran parte dell'attuale inflazione sia guidata dall'espansione degli utili. In genere ci si aspetterebbe che circa il 15% dell'inflazione provenga dall'espansione dei margini di profitto, ma il numero oggi è probabilmente intorno al 50%. Uno dei segnali più eloquenti è il calo del costo del lavoro: l'automazione ha aumentato la produttività, la crescita dei salari è stata molto debole in termini reali e, come per i prezzi delle materie prime, l’inflazione è fortemente legata ai margini di profitto delle aziende".
Fonte: https://bit.ly/3JGW3x7
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Dopo che le statistiche ufficiali hanno mostrato che l'economia è cresciuta più del previsto a gennaio, il primo ministro Rishi Sunak ha detto che i dati confermano che il piano del Governo funziona: l'economia è infatti cresciuta dello 0,3% a gennaio, riprendendosi dal brusco calo di dicembre.
La crescita di gennaio ha fatto seguito ad una contrazione dello 0,5% dell'economia nel mese di dicembre. Il primo ministro ha aggiunto che i dati mostrano che lo stato dell'economia è "migliore di quanto la gente avesse temuto".
Rachel Reeves, cancelliere del partito laburista, ha dichiarato: "I risultati di oggi mostrano che la nostra economia sta ancora avanzando lentamente seguendo il “declino controllato” iniziato dal partito conservatore".
Il ritorno degli studenti a scuola ha contribuito a rilanciare l'economia, generando un aumento nella produzione del settore dell'istruzione. L'ONS ha affermato che questo settore è cresciuto del 2,5% a gennaio, dopo un calo del 2,6% del mese precedente. Cresce anche l'attività nelle arti, nello spettacolo e nel tempo libero, principalmente grazie al ritorno della Premier League. Questi numeri sono migliori del previsto, ma l'economia non è ancora cresciuta in tre mesi - ed è quello che ci si aspetta di nuovo tra gennaio e marzo.
Finora i consumatori si sono dimostrati più resilienti all'aumento dei prezzi dell'energia e dei tassi di interesse. Le previsioni di bilancio della prossima settimana avranno un punto di partenza migliore rispetto all'ultima volta, grazie alla riduzione dei prezzi dell'energia.
Sebbene ora sia possibile evitare del tutto una recessione formale, per ora l’andamento generale dell'economia è stabile, a seguito degli aumenti delle tasse e dei tassi d’interesse più elevati.
Tuttavia, i dati di gennaio hanno mostrato un calo della produzione sia nel settore manifatturiero che in quello delle costruzioni.
"Guardando più approfonditamente, le cifre suggeriscono che l'economia si trova su un terreno più debole di quanto sembri", ha affermato Ruth Gregory, vicecapo economista britannico presso Capital Economics.
Gli scioperi a febbraio potrebbero aver colpito la crescita economica, con l'impatto dei successivi aumenti dei tassi di interesse che deve ancora essere avvertito da parte dell'economia.
Tuttavia, altri economisti hanno dimostrato maggiore ottimismo, tra cui Goldman Sachs, che ha previsto che il Regno Unito eviterà una recessione.
Il paese continua a fare i conti con un alto tasso di aumento dei prezzi, o inflazione, con conseguente compressione del costo della vita. Sebbene sia leggermente diminuita negli ultimi mesi poiché i prezzi all'ingrosso del gas sono diminuiti, l'inflazione rimane al livello più alto da quasi quattro decenni.
La Banca d'Inghilterra ha alzato i tassi di interesse al 4% - il più alto dal 2008 - nel tentativo di sedare l'inflazione. Sebbene ciò avvantaggi alcuni risparmiatori, ha anche aumentato le pressioni su molti titolari di mutui.
Fonte: https://bbc.in/402FtgB
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L'economia del Regno Unito si è ripresa a gennaio dopo un crollo prenatalizio, con una crescita dello 0,3% e un aumento nel settore dei servizi.
Nell'ultima indagine sullo stato dell’economia britannica prima del bilancio della prossima settimana, l'Office for National Statistics (ONS) ha dichiarato un ampio rilancio delle attività nei settori dell'istruzione, della salute e ricreativo. Anche l'aumento dei medici di base e di altri servizi sanitari privati ha avuto un ruolo importante, in quanto numerose persone con problemi di salute hanno potuto richiedere assistenza privatamente, evitando così le lunghe liste d'attesa del SSN.
Gli analisti avevano previsto una crescita mensile dello 0,1%, dopo una combinazione di scioperi e inflazione che avevano pesato sull'economia britannica. A dicembre si era poi registrato un crollo del PIL dello 0,5%. Gli ultimi dati dovrebbero essere d’incoraggiamento per il cancelliere Jeremy Hunt, in vista della pubblicazione del bilancio, quando illustrerà le politiche fiscali e di spesa del governo.
Gli analisti hanno tuttavia affermato che l'economia UK è ancora in ritardo rispetto ai paesi “rivali” nel G7 e il rischio di una recessione nella prima metà dell'anno è elevato.
Come riportato dall’ONS, l'economia britannica è in ritardo dello 0,2% rispetto al picco pre-pandemia.
Yael Selfin, capo economista britannico di KPMG, ha dichiarato che avere prezzi energetici all'ingrosso più bassi darebbe una spinta all'economia, "ma questo potrebbe non essere sufficiente per evitare una recessione nella prima metà dell’anno, poiché la spesa dei consumatori rimane debole con le famiglie che continuano ad essere schiacciate da prezzi elevati e dai maggiori tassi di interesse”.
La maggior parte degli analisti prevede una recessione meno profonda rispetto all'inizio dell'anno, anche se la ripresa sarà altrettanto lenta.
Darren Morgan, direttore delle statistiche economiche dell'ONS, ha dichiarato: "I principali motori della crescita di gennaio sono stati il ritorno degli studenti nelle aule, dopo le assenze insolitamente elevate nel periodo precedente al Natale, i club di calcio della Premier League sono tornati a giocare regolarmente dopo la fine della Coppa del Mondo e gli operatori sanitari privati hanno avuto un mese molto positivo. Anche i servizi postali si sono parzialmente ripresi dagli effetti degli scioperi di dicembre. Questi dati sono stati tuttavia in qualche modo controbilanciati da un notevole calo nel settore edile con un rallentamento dei progetti infrastrutturali e dell'edilizia abitativa, registrando così un altro mese negativo, in parte a causa delle forti piogge".
L'economia del Regno Unito ha evitato per un soffio di scivolare in recessione alla fine dello scorso anno, ma la Bank of England ha previsto una recessione nella prima metà di quest'anno, in parte a causa del balzo del tasso base della banca centrale al 4%.
Fonte: https://bit.ly/3YJRKWb
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 13 febbraio dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che nel 2022 gli IDE totali sono stati pari a 13 miliardi di dollari tra “equity capital” (6,5 miliardi di dollari), ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari (6,3 miliardi) e 0,8 miliardi per strumenti di debito (ossia crediti e depositi commerciali, sottoscrizioni di titoli obbligazionari e prestiti). I disinvestimenti segnano invece il livello più basso degli IDE e si attestano a 0,6 miliardi di dollari.
Nello specifico, nel mese di dicembre 2022, lo stock di investimenti in entrata si è attestato a circa 1 miliardo di dollari. I saldi negativi degli IDE hanno rappresentato nel il 27% del deficit del conto corrente su 12 mesi. Nel complesso, il 2022 ha registrato un -2,4% rispetto al 2021 nonostante i buoni risultati degli IDE cd “greenfield”.
Nel 2022, il settore “servizi”, in particolare bancario e assicurativo, hanno fornito il più grande contributo agli IDE in entrata nel 2022 (28% del totale), seguito da quello delle “vendite all’ingrosso e commercio al dettaglio” (25%) mentre a distanza, al terzo posto, si è piazzato il settore manifatturiero e del “food & beverage e tobacco”.
Nel 2022, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito i più importanti investitori in Turchia, detenendo la quota di maggioranza pari al 70% degli IDE totali in entrata nel Paese, registrando una crescita del 12%. Il blocco UE più Regno Unito è seguito dagli altri Paesi dell’Europa (+7%) grazie anche alla eccezionale performance della Svizzera (+9%), da quelli dell’Asia orientale, delle Americhe e del Medio Oriente.
A livello di Paesi, nel rank riferito al 2022, l’Italia si piazza alla nona posizione con una quota del 4% dopo aver ricoperto le prime 4 posizioni nel corso dell’anno a seguito delle acquisizioni di quote e fusioni di primarie aziende turche. La Spagna che ha grandi investimenti anche nel settore bancario (Garanti Bank BBVA), consolida la prima posizione con un incremento del 19% e 1,6 miliardi di dollari, seguita da Olanda (13%), Svizzera (11%), e Germania (11%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)