Mercoledì 7 Giugno 2023
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L'economia britannica è cresciuta maggiormente rispetto a quanto previsto a fine del 2022, evitando così una recessione economica. Nonostante i timori che la combinazione di inflazione, scioperi e instabilità finanziaria potesse portare ad un calo della produzione, i dati dell'Office for National Statistics (ONS) mostrano che il PIL del paese è aumentato dello 0,1% negli ultimi tre mesi.
L'ONS aveva precedentemente stimato una crescita piatta nel quarto trimestre, ma i tre principali settori dell'economia – servizi, produzione e costruzioni – stanno registrando risultati migliori di quanto precedentemente stimato. Inoltre, l'aiuto del governo con le bollette energetiche ha sostenuto la spesa dei consumatori, anche se gli investimenti delle imprese, che in precedenza erano stati stimati in crescita di quasi il 5%, sono leggermente diminuiti.
I dati dell’ONS mostrano comunque che l'economia UK è sostanzialmente piatta dall'inizio del 2022, con una crescita dello 0,1% nel secondo e nel quarto trimestre e una contrazione dello 0,1% nel terzo periodo. L'economia rimane ad un livello inferiore rispetto alla fine del 2019 prima dell'inizio della pandemia di Covid-19, sebbene dello 0,6% rispetto allo 0,8% stimato in precedenza.
Darren Morgan, direttore delle statistiche economiche dell'ONS, ha dichiarato: "Nella seconda metà dello scorso anno l'economia è sembrata più forte di quanto stimato, con i dati che mostrano che il settore delle telecomunicazioni, l'edile e la produzione sono andati meglio di quanto inizialmente pensato. Le famiglie hanno risparmiato di più nell'ultimo trimestre, aiutati dal sostegno energetico del governo".
Gli analisti hanno affermato che l'economia britannica continuerà comunque a lottare nei prossimi mesi. Ruth Gregory, di Capital Economics, ha affermato: “La revisione al rialzo della crescita del PIL nel terzo e quarto trimestre dello scorso anno suggerisce che l'elevata inflazione ha avuto un effetto leggermente inferiore sull'economia di quanto si pensasse. Ma con l’impatto dei tassi più elevati ancora da avvertire, pensiamo che quest'anno l'economia UK possa ancora scivolare in una recessione".
Gabriella Dickens, di Pantheon Macroeconomics, ha previsto un calo dello 0,1% in entrambi i primi due trimestri del 2023: "L'economia probabilmente continuerà a stabilizzarsi nella prima metà di quest'anno".
Fonte: https://bit.ly/3GaT6CW
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Gli economisti delle principali istituzioni finanziarie ceche attendono un indebolimento della corona ceca nei confronti dell’euro. Lo indicano le risposte degli economisti al quotidiano Hospodářské noviny.
Da alcune settimane il cambio si mantiene sotto la soglia di 24 corone registrando livelli comparabili al 2008. Secondo l’agenzia Bloomberg, la corona ceca è tra le monete delle economie in sviluppo che più si è apprezzata nei confronti dell’euro. Gli analisti attendono una correzione. “La corona esaurirà gli impulsi per rafforzarsi. Il differenziale degli interessi rispetto ai tassi dell’eurozona si ridurrà” ha indicato Pavel Sobíšek di Unicredit Bank Czech Republic and Slovakia.
Alcuni fattori, come la ripresa del commercio estero, potrebbero tuttavia impedire un indebolimento del cambio troppo significativo, ha indicato l’analista di Raiffeisenbank Vratislav Zámiš. Inoltre, la Banca Centrale Ceca potrebbe annunciare che è disposta a impedire un indebolimento troppo forte della corona ceca.
Fonte: https://bit.ly/3zhImyK
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
L'inflazione dei prezzi dei supermercati ha raggiunto un altro record, aggiungendo ulteriormente £837 alla spesa media annua dei consumatori. Secondo gli ultimi dati di Kantar, gli aumenti dei prezzi per i generi alimentari hanno raggiunto il massimo storico del 17,5% rispetto ai dati dell’anno precedente. I prezzi di uova, latte e formaggio stanno aumentando più velocemente, con la spesa media annua per generi alimentari arrivata a circa £ 5.617.
"Questa è una cattiva notizia per i cittadini britannici che stanno vivendo il nono mese di aumento dell’inflazione dei prezzi dei generi alimentari ", ha affermato Fraser McKevitt, responsabile della vendita al dettaglio e dei consumatori di Kantar. “Gli acquirenti stanno reagendo e stanno cercando i prodotti con il miglior rapporto qualità-prezzo. Le famiglie si recano maggiormente nei negozi, con una media di poco più di quattro volte a settimana: a parte il periodo natalizio, questa è la frequenza più alta che abbiamo visto dall'inizio della pandemia.”
Complessivamente, le vendite di generi alimentari sono cresciute dell'8,6% nelle ultime 12 settimane. Le quantità di pomodori, peperoni e cetrioli acquistati sono aumentate rispettivamente del 32%, 26% e 21% il mese scorso. I consumatori hanno iniziato a fare acquisti in previsione di Pasqua, con le vendite di uova di cioccolato in aumento del 6% in termini di volume rispetto allo scorso anno e gli hot cross buns del 5%, come riportato da Kantar.
Il discount tedesco Lidl è stato il supermercato che è cresciuto più rapidamente, mentre il suo rivale Aldi ha raggiunto una nuova quota di mercato record del 9,9%. Morrisons è tornato a crescere e Waitrose, di proprietà di John Lewis, ha registrato la migliore performance da settembre 2021, con un aumento delle vendite del 2,1%.
Sue Davies, responsabile della politica alimentare del gruppo di consumatori “Which?”, ha dichiarato: "Mese dopo mese abbiamo assistito a un aumento drammatico del costo dei prodotti alimentari, ma la nostra analisi mensile dei prezzi mostra che alcuni supermercati sono molto più economici di altri, quindi non sorprende che i consumatori scelgano di fare acquisti dove i prezzi tendono ad essere i più convenienti. I supermercati devono garantire a tutti l'accesso agli alimenti di base a prezzi accessibili per aiutare gli acquirenti a confrontare gli articoli tra di loro e trovare l'opzione migliore.”
Fonte: https://bit.ly/40JXUXE
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
L'impatto della Brexit sull'economia UK è stato paragonabile alla pandemia Covid e alla crisi dei prezzi dell'energia, come affermato da Richard Hughes, presidente dell'Office for Budget Responsibility (OBR), avvertendo che ci vorranno cinque anni prima che il potere di spesa dei consumatori torni ai livelli pre-coronavirus.
Mentre l'OBR ha previsto un impatto della Brexit sul PIL pari al 4%, il presidente è stato riluttante a valutare la gravità del danno derivante dall'uscita della Gran Bretagna dal blocco UE. Hughes ha dichiarato “la crescita economica è stata frenata a causa della carenza di manodopera e dal crollo degli investimenti. Abbiamo perso circa 500.000 unità di forza lavoro, abbiamo assistito a investimenti stagnanti dal 2016 e anche la nostra produttività è rallentata drasticamente a seguito della crisi finanziaria e non si è più ripresa".
Il ministro Michael Gove, tuttavia, ha incolpato la guerra in Ucraina e la pandemia di Covid: "Stiamo subendo ancora gli effetti di questi due eventi significativi", e alla domanda se ha accettato che la Gran Bretagna sia diventata un “paese più povero” ha detto: “Se non ci fosse stata la pandemia, avremmo avuto un tasso di crescita significativamente più alto.”
Lo scorso dicembre, il Centre for European Reform (CER) ha rilevato che la Brexit è costata al Regno Unito una cifra pari a 33 miliardi di sterline tra perdite commerciali, mancati investimenti e rallentamento nella crescita. Il CER ha anche stimato la perdita fiscale derivante dalla Brexit, per circa 40 miliardi di sterline. A giugno di quest'anno l'economia britannica era inferiore del 5,5% rispetto al possibile valore se il paese fosse rimasto nell'UE. Secondo uno studio del Center for Economic Performance, la Brexit è costata alle famiglie più di 5,8 miliardi di sterline, facendo salire i prezzi dei generi alimentari del 6% in UK.
Fonte: https://bit.ly/3Kowh1n
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
Secondo gli ultimi dati, il mese scorso le famiglie britanniche hanno ridotto i pasti fuori casa e hanno invece acquistato maggiormente nei supermercati e nei discount, dando un inaspettato impulso alle vendite al dettaglio.
Le vendite al dettaglio sono rimbalzate inaspettatamente dell'1,2% a febbraio rispetto al mese precedente, riportando i volumi di vendita al livello pre-pandemia, come affermato l'Office for National Statistics. "Nell'ultimo mese, i grandi magazzini e i negozi di alimentari hanno ottenuto ottimi risultati in quanto i consumatori, affrontando le pressioni del cost of living, hanno ridotto i pasti fuori casa e le spese per il takeaway", ha dichiarato Darren Morgan, statistico dell'ONS.
Giovedì la Banca d'Inghilterra ha dichiarato di aspettarsi che l'inflazione scenderà più rapidamente del previsto nei prossimi mesi, a causa del calo dei prezzi dell'energia e dell'estensione dei sussidi da parte del governo come riportato nel bilancio pubblicato la scorsa settimana.
I dati aggiornati mostrano che il complessivo delle vendite al dettaglio a febbraio è ancora inferiore del 3,5% rispetto all'anno precedente.
I volumi di vendita nei negozi di alimentari hanno subito meno perdite e sono calati del 2,3% rispetto all'anno precedente, nonostante i dati ufficiali di mercoledì mostrino un aumento del 18% dei prezzi di alimenti e bevande nell'anno fino a febbraio, il più alto dal 1977.
"Questi dati si aggiungono ulteriormente all'idea che la recente resilienza delle attività sia ancora forte. Tuttavia, con le finanze delle famiglie britanniche sotto pressione, qualsiasi miglioramento delle vendite al dettaglio potrà avvenire solamente a seguito dell’indebolimento delle spese “non al dettaglio” come quelle nei ristoranti", ha affermato Ashley Webb, economista di Capital Economics.
Fonte: https://reut.rs/40ACf4j
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La Bank of England dovrebbe alzare i tassi d’interesse per l'undicesima volta consecutiva, dopo un aumento a sorpresa dell'inflazione. La Banca sta cercando di controllare le deboli prospettive economiche della Regno Unito e le recenti preoccupazioni del settore bancario, e dovrebbe annunciare presto la sua decisione sui tassi.
Nonostante la maggior parte degli economisti ritenesse che l'inflazione fosse sulla buona strada per diminuire, dopo aver toccato il picco dell’11% lo scorso ottobre, i dati di mercoledì hanno tuttavia mostrato che il fenomeno inflazionistico è salito nuovamente al 10,4%.
Mercoledì, la Federal Reserve americana ha alzato i suoi tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale mentre la scorsa settimana, la Banca Centrale Europea, ha mantenuto i suoi piani e ha alzato i tassi di 50 punti base nonostante le turbolenze del Credit Suisse, una mossa ripetuta giovedì dalla stessa Banca nazionale svizzera.
Ben Nicholl, gestore dei fondi della Royal London Asset Management, ha affermato che il balzo dell'inflazione in UK è stato un momento scioccante, aggiungendosi ad una serie di segnali che anticipano come la BoE farà fatica a riportare l'inflazione al suo obiettivo attuale del 2%. La crescita dei salari sta diminuendo, nonostante sia ancora al di sopra della sua media storica, e c’è una grave carenza di lavoratori: questo potrebbe mantenere alto il tasso inflazionistico nel mercato del lavoro.
La Bank of England è stata la prima grande banca centrale ad iniziare ad aumentare i tassi d’interesse nel dicembre 2021 e sembrava che, come la Bank of Canada, potesse presto fermare l’aumento. Il mese scorso il governatore della BoE Andrew Bailey ei suoi colleghi hanno affermato di essere pronti ad agire con la forza se le prospettive porteranno persistenti pressioni inflazionistiche.
L'economista di ING Bank James Smith ha detto che si aspettava un rialzo dei tassi, ma che probabilmente questo sarà l’ultimo aumento imposto della Bank of England. "Supponendo che i dati più ampi sull'inflazione continuino a indicare un allentamento delle pressioni, sospettiamo che il comitato della Banca sarà a suo agio nel mettere in pausa l’aumento dei tassi già dal prossimo incontro di maggio".
Fonte: https://reut.rs/3JC4ybL
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La bilancia dei pagamenti con l’estero ha registrato lo scorso anno un disavanzo da oltre 400 miliardi di corone. Lo indicano i dati della Banca Centrale Ceca.
Nel 2022 la bilancia dei pagamenti con l’estero ha registrato un deficit da 415 miliardi di corone, in peggioramento rispetto al 2021, quando il disavanzo era stato di soli 168 miliardi di corone. Lo scorso anno è stato quindi superato il record negativo del 2007, quando il deficit aveva toccato 177 miliardi di corone. La bilancia dei pagamenti è in deficit dal 2021, negli anni precedenti aveva invece segnato un attivo.
L’andamento è stato determinato dal forte disavanzo del commercio estero e anche dall’andamento nel settore dei redditi da capitale. Nel capitolo dei redditi da investimenti diretti il disavanzo ha superato i 404 miliardi di corone con uscite per oltre 508 miliardi di corone.
Fonte: https://bit.ly/3Z4WMgg
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La Banca Centrale Ceca (ČNB) non teme il contagio delle difficoltà del settore bancario negli Stati Uniti e in Svizzera. Al quotidiano Hospodářské noviny lo ha detto il vicegovernatore Jan Frait.
Secondo Frait il rischio di ripercussioni sul settore bancario ceco delle recenti difficoltà di alcune banche americane e della Credit Suisse è “ridotto, persino trascurabile”. Gli stress test delle banche ceche inoltre indicano la forte resilienza degli istituti cechi negli scenari avversi. “Le banche ceche hanno a disposizione molti attivi altamente liquidi. Fino al 30% di questi attivi è il denaro depositato presso noi della ČNB” ha detto Frait.
Secondo il vicegovernatore della ČNB non è fonte di preoccupazione neppure un’alta quota dei bond detenuti dalle banche. Grazie agli attivi liquidi gli istituti cechi non sono spinti a vendere i titoli di Stato, qualora abbiano bisogno della liquidità. Altra liquidità potrebbe essere erogata dalla stessa ČNB, ha sottolineato Frait.
Fonte: https://bit.ly/40bcZSu
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Dal 1993, quando la Repubblica Ceca è diventata uno Stato indipendente, il numero delle imprese e degli imprenditori è raddoppiato. Lo indica la Camera di Commercio Ceca.
Secondo i dati diffusi dall’ente il numero delle imprese e degli imprenditori individuali ha sfiorato nel 2022 quasi tre milioni di unità. Nel 1993 erano registrati 1,25 milioni di aziende e imprenditori individuali. Tuttavia, il numero di soggetti con un’attività economica accertata è molto più basso - circa 1,6 milioni di società e imprenditori. A crescere, secondo la Camera di Commercio Ceca, è soprattutto la fascia delle piccole e medie aziende. “Rappresentano un contrappeso ai monopoli e alle società multinazionali” ha sottolineato il presidente della camera Vladimír Dlouhý.
In trent’anni è cambiato anche il peso dei settori nell’economia ceca. La quota del valore aggiunto dell’agricoltura è calata dal 1990 dall’8 al 2%. Nel caso del manifatturiero il calo è stato di otto punti percentuale al 23%. Di quasi il 6% è invece cresciuta la quota delle attività di informazione e comunicazione.
Fonte: https://bit.ly/3lywqFL
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
L'operazione mastodontica messa in campo dalla Confederazione Svizzera per ripristinare la fiducia nel sistema bancario svizzero e la sua stabilità.
Per questo è arrivato pieno sostegno anche da Economiesuisse, che ha gradito il drastico intervento del Consiglio Federale che ha consentito di garantire liquidità agli istituti di credito elvetico. Nel dettaglio Ubs e Credit Suisse pagheranno l'1,5% di credito sul denaro preso a prestito dalla Banca Nazionale Svizzera. La scelta del Consiglio Federale ha evitato la destabilizzazione della piazza finanziaria svizzera che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e di calibro mondiale. La speranza è che questo generi nel clima economico finanziario globale una certa fiducia nel sistema bancario svizzero, scoraggiando retromarce che potrebbero destabilizzarne la tenuta.
Fonte: https://bit.ly/3lvEUxh
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)