Economia

Giovedì 13 Aprile 2023

Rep. Ceca - L’andamento dei tassi dipenderà dalla crescita dei salari, conferma la ČNB

La Banca Centrale Ceca (ČNB) potrebbe aumentare i tassi d’interesse, qualora si verifichi un forte rialzo dei salari. Lo ha confermato il governatore della ČNB Aleš Michl.

Il board della banca centrale ha confermato mercoledì 29 marzo l’orientamento degli ultimi mesi e non ha modificato i tassi d’interesse. I consiglieri della ČNB sono tuttavia pronti ad aumentare i tassi d’interesse qualora ci sia un pericolo “della spirale salari-inflazione”, ha detto Michl dopo la seduta del board. Il calo degli interessi, che sono i più alti dagli anni Novanta, non è neppure dietro l’angolo. “Valutiamo come premature le aspettative del mercato riguardo il primo calo dei tassi” ha detto Michl.

Secondo la banca centrale le spinte inflattive interne si stanno indebolendo a causa dei minori consumi delle famiglie e del rilevante raffreddamento del mercato ipotecario e immobiliare. “In gennaio si è verificato un aumento piuttosto sostenuto dei salari nominali nell’industria e nell’edilizia” ha indicato Michl, secondo cui i consiglieri si occuperanno con maggiori dettagli dei dati sulle remunerazioni nella seduta di maggio.

Fonte: https://bit.ly/3MERKog

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 13 Aprile 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

L'economia britannica tra prospettive contrastanti: a marzo l'inflazione si è attenuata ma la produzione è diminuita

La produzione britannica è diminuita nel mese marzo, con l'indice PMI del S&P Global/CIPS UK che è sceso a 47,9 da 49,3 a febbraio, indicando una contrazione dell'attività.

Rob Dobson, direttore di S&P Global Market Intelligence, ha affermato che il calo delle esportazioni continua ad influenzare in maniera significativa la domanda, compensando la una modesta ripresa del mercato interno.  Gabriella Dickens, economista britannica senior presso Pantheon, ha riferito che l'aumento della produzione manifatturiera è stato generato dagli ordini arretrati delle aziende, escludendo però effetti a lungo termine, "gli investimenti delle imprese rimarranno deboli quest'anno, a causa dei tassi di interesse più elevati e dell'annuncio tardivo da parte del governo della spesa prevista nel bilancio”.

L'Eurozona ha visto una crescita marginale della produzione manifatturiera, con l'indice di produzione al massimo degli ultimi 10 mesi di 50,4, in leggero aumento rispetto al 50,1 di febbraio. Tuttavia, il PMI complessivo ha registrato un leggero calo, passando dal 48,5 di febbraio ai 47,3 di marzo, il minimo di quattro mesi.

A livello nazionale, il quadro mostra diversi risultati: alcuni paesi, come la Grecia e la Spagna, sono cresciuti, mentre altri hanno faticato. La Germania, potenza economica europea, ha registrato un minimo di 34 mesi facendo registrare 44,7 sull'indice PMI manifatturiero.

Australia, Svizzera, Norvegia e Regno Unito si sono uniti agli Stati Uniti e alla Banca centrale europea nell'alzare i tassi sui prestiti per un totale di 200 punti base. A marzo si è assistito al crollo di due banche statunitensi, con l'acquisizione della banca Credit Suisse da parte di UBS che ha sollevato preoccupazioni sulla stabilità finanziaria. I principali banchieri centrali del mondo stanno contemplando una fine anticipata dei loro aumenti dei tassi d’interesse, ma la decisione dell'OPEC di tagliare la produzione di petrolio ha fatto impennare i prezzi, influenzando così la pressione inflazionistica.

Tuttavia, nonostante questo, l'inflazione annuale dell'Eurozona è scesa bruscamente dall'8,5% di febbraio al 6,9% di marzo, in gran parte a causa del crollo dei prezzi dell'energia, che ha allentato la pressione sul costo della vita. L'agenzia statistica dell'UE Eurostat ha dichiarato che l'inflazione core, che esclude elementi come carburante e cibo, è leggermente aumentata dal 5,6% a un nuovo massimo storico del 5,7%.

I dati sull'inflazione per il Regno Unito per marzo non sono stati ancora pubblicati, ma i dati per febbraio hanno mostrato un aumento dell'inflazione complessiva dal 10,1% al 10,4%, mentre l'inflazione è aumentata dal 5,8% al 6,2%.

Fonte: https://bit.ly/3MBecOU

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

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Giovedì 13 Aprile 2023

Il Regno Unito prevede una semplificazione dei controlli alle frontiere post-Brexit

Il Regno Unito ha deciso di semplificare e accelerare i controlli alle frontiere post-Brexit dopo i ripetuti ritardi degli ultimi periodi. Il nuovo modello sarà sostenuto da oltre 1 miliardo di sterline di spesa e ridurrà la necessità di controlli fisici "per molti tipi di merci", con i controlli richiesti che avranno luogo lontano dai porti evitando così ritardi alla frontiera.

Il paese, che ha lasciato il mercato unico l'UE nel gennaio 2021, aveva ritardato la piena attuazione dei controlli alle frontiere a causa delle preoccupazioni per possibili ritardi nei porti, la pandemia di Covid e, più recentemente, il rischio di aggravare ulteriormente la crisi del costo della vita.

"Il Border Target Operating Model stabilisce un nuovo modello per l'importazione di merci in UK da paesi interni ed esterni l'Unione Europea", ha affermato il governo nell'introduzione della bozza di proposta. "Ci avvicinerà al nostro obiettivo di creare delle dogane efficaci, con un nuovo regime di controlli sanitari, fitosanitari e di sicurezza sulle importazioni".

Le proposte del governo includono inoltre una nuova "single trade window" in base alla quale i commercianti dovranno inviare le informazioni richieste solo una volta e in un unico luogo - che dovrebbe essere pienamente operativo entro il 2027. Le merci che si sposteranno in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna continueranno a seguire l'accordo che il primo ministro Rishi Sunak ha recentemente concluso con l'UE.

Nessuno dei controlli aggiuntivi stabiliti nel nuovo modello si applicherà alle importazioni nell'Irlanda del Nord dall'UE, fornendo ai commercianti nordirlandesi pieno accesso al mercato unico. Il governo continuerà a lavorare con commercianti, porti, funzionari sanitari portuali, società di logistica, trasporti e tecnologia per l'implementazione del nuovo modello.

Fonte: https://reut.rs/41hVLn7

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

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Giovedì 13 Aprile 2023

Rep. Ceca - Il governo vuole ridurre il deficit di un ammontare pari all‘1% di PIL all’anno

Il governo ceco vuole ridurre il deficit strutturale al ritmo di un percento del valore del PIL all’anno. Lo ha detto il premier Petr Fiala dopo l’incontro con i rappresentanti dell’OECD, che critica gli alti deficit delle finanze pubbliche ceche.

La riduzione del deficit dovrebbe essere di circa 70 miliardi di corone all’anno. Quest’anno il premier vede lo spazio per un rialzo delle imposte fino a 30 miliardi di corone, mentre il resto della manovra dovrebbe essere incentrato sui risparmi della spesa pubblica. Per risanare completamente il bilancio dello Stato ci vorrebbero almeno tre anni consecutivi di politiche restrittive. Oltre ai deficit, OECD esorta Praga a mettere in sicurezza anche il sistema pensionistico.

L’organizzazione internazionale prevede per quest’anno un lieve calo dello 0,1% del PIL ceco. L’inflazione dovrebbe restare alta al 13%. Il prossimo anno è attesa la ripresa con un aumento del PIL del 2,4%.

Fonte: https://bit.ly/3o55DBU

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Giovedì 13 Aprile 2023

Nuovo record nell’interscambio tra Italia e Germania: i dati del 2022

Da decenni la Germania è il primo partner commerciale per l’Italia e i dati dell’interscambio del 2022 hanno mostrato un’ulteriore crescita rispetto 2021. Lo scorso anno, i rapporti economici bilaterali tra Italia e Germania sono cresciuti del +18,2%, per un valore di circa 168,5 Mld/€: numeri che rappresentano un nuovo massimo, rispetto al precedente record di 144 Mld/€ raggiunto nel 2021. Se la Germania si posiziona al primo posto tra i partner commerciali italiani, l’Italia è invece al 6° posto tra i fornitori e i mercati di destinazione dell’export tedesco.

I dati elaborati dall’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, indicano la Germania come primo mercato di destinazione dell'export dell'Italia, che nel 2022 si è attestata una quota del mercato tedesco pari al 12,4%, nonché suo primo fornitore, con una quota di mercato del 13,9%. La Germania è infatti il primo partner italiano sia per le esportazioni, che hanno raggiunto i 77,5 miliardi (+15,8%), che per le importazioni (+20,2%, per un valore di 91 Mld/€). I settori chiave dell’interscambio sono quelli industriali: siderurgia, chimico-farmaceutico e macchinari: tutti settori già consolidati e in crescita in termini monetari.

La categoria merceologica più esportata dall’Italia in Germania è quella dei metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti), che ha generato 15.221,5 Mln/€ (19,6% sull’export totale in Germania), seguito da Macchinari e apparecchi n.c.a. (9.982,3 Mln/€, 12,9% delle esportazioni), Mezzi di trasporto (8.859,6 Mln/€, 11,4%), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (7.421,8 Mln/€, 9,6%), Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (5.745,4 Mln/€, 7,4%) Sostanze e prodotti chimici (5.605,1 Mln/€, 7,2%).

I principali prodotti della Germania importati in Italia sono stati, invece: Mezzi di trasporto (13.099,3 Mln/€; 14,4% sull’import totale dell’Italia dalla Germania), Sostanze e prodotti chimici (11.260,9 Mln/€, 12,4% delle importazioni), Macchinari e apparecchi n.c.a. (10.837,9 Mln/€, 11,9%) Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (10.584,0 Mln/€, 11,6%), Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (9.661,3%, 10,6%), Apparecchi elettrici (6.404,2 Mln/€, 7%).

Non sempre, tuttavia, l’aumento del valore è coinciso con un aumento dei volumi dei prodotti esportati: il maggiore valore è infatti in parte dovuto all’inflazione. Settori come quello dei macchinari e l’agroalimentare per l’export italiano e il settore della gomma ed dell’elettrotecnica-elettronica per l’export tedesco, hanno visto un aumento anche a livello quantitativo. Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio Italo-Germanica AHK L’export del comparto siderurgico ha invece visto una contrazione nei volumi: in Germania sono infatti diminuiti i livelli di produzione, con un conseguente aumento dei prezzi. 

Secondo quanto riportato dalla AHK, la guerra tra Russia e Ucraina ha favorito la regionalizzazione, invece di compromettere gli scambi commerciali: le regioni trainanti dell’interscambio sono state, per l’Italia, quelle settentrionali: al primo posto la Lombardia (in cui il valore complessivo dell’interscambio si è attestato a 56,2 Mln/€), seguita da Veneto (24,1 Mln/€), Emilia-Romagna (19 Mln/€) e Piemonte (14,8 Mln/€); al quinto posto il Lazio con un valore generato di 11,4 Mln/€. In Germania, invece, il Baden-Württemberg ha raggiunto livelli record, generando tra import e export un valore di 34,2 Mln/€ e superando la Baviera (che si è aggiudicata il secondo posto, con 27,8 Mln/€); a seguire, la Renania Settentrionale-Vestfalia (27,4 Mln/€), la Bassa Sassonia (10,2 Mln/€) e l’Assia (9,8 Mln/€).  

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

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Martedì 4 Aprile 2023

Slovacchia: PIL in discesa, inflazione a due cifre e bolla immobiliare

SLOVACCHIA. La banca centrale NBS ha ridotto leggermente le previsioni di crescita economica per quest'anno, portandole all'1,3%; la previsione precedente era dell'1,6%.

Per il 2024, la NBS ha alzato il tasso di crescita del PIL al 3,2% dal precedente 2,9%. La crescita sarà trainata dalla spesa dei fondi UE. NBS ha alzato le previsioni sull'inflazione di quest'anno al 10,5%, dopo aver previsto il 10% lo scorso inverno.

L’inflazione è particolarmente sentita nella regione di Bratislava. Secondo la NBS l'economia globale continuerà ad affrontare venti contrari sotto forma di inflazione elevata e tassi di interesse in aumento.

Il calo dei salari reali e l'aumento dei tassi ipotecari stanno rendendo gli alloggi sempre più inaccessibili, secondo l'NBS. Anche il recente calo dei prezzi degli immobili non è riuscito a compensare questo effetto. L'indice di accessibilità degli alloggi, che tiene conto dei tassi ipotecari, dei prezzi delle case e dei salari, è sceso e richiederebbe un calo del 17% dei prezzi delle case per tornare in media con i valori di lungo periodo. Gli alloggi sono meno accessibili nelle regioni di Prešov, Košice e Žilina. Bratislava è quella che sta meglio, grazie al calo dei prezzi degli appartamenti non di recente costruzione e alla crescita dinamica dei salari che vengono adeguati all’inflazione.

La correzione dei prezzi delle case ha portato il mercato da una zona di bolla ad alto rischio ad una zona di equilibrio. 

Fonte: https://bit.ly/3U4qL76

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)

 

Ultima modifica: Martedì 4 Aprile 2023
Martedì 4 Aprile 2023

Craft Beers in Danimarca

Con circa 5.5 milioni di abitanti, un piccolo paese se comparato con i suoi più grandi vicini, quali, Germania e Svezia, la Danimarca si colloca tra i primi dieci paesi per consumo pro-capite di birra nel mondo: 70 litri annui per persona, più del doppio rispetto al consumo nostrano.

Il dato interessante è che la fetta di mercato dei birrifici artigianali è in continuo aumento, attualmente livellata a circa il 6%. La birra, infatti, ha sempre fatto parte della cultura danese, della quale si ha traccia, approssimativamente, a partire dal 1370 ac., quando tale bevanda era conosciuta con il nome di “Egtved Girl’s beer”.

Nel continente danese sono due i giganti che hanno formato la cultura brassicola del paese scandinavo: Carlsberg e Mikkeller, due aziende molto diverse tra loro per stile e filosofia d’impresa. Carlsberg, fondata nel 1847, è a tutti gli effetti un'azienda produttrice di birra che si colloca nel novero di Heineken, Budweiser, ecc. Mikkeller, fondata nel 2005, rappresenta, invece, il cuore della rivoluzione delle craft beers.

Come spesso accade nell’universo artigianale, anche in Danimarca, il conformismo derivante dal dominio di importanti imprese locali, ha portato il continente e i Danesi a scoprire/riscoprire e sviluppare un forte interesse verso le birre cosiddette “speciali”. Tale coinvolgimento, sviluppatosi a partire dal 2002 in seguito ad un’importante ripresa economica, ha portato i danesi alla scoperta di una vera e propria passione per “the good life”, ossia, una riscoperta dei processi lavorativi antichi e dei sapori originari. Oggi, si può affermare che il movimento delle craft beers abbia portato i danesi a riscoprire le proprie origini e le proprie tradizioni, portando il tutto ad un nuovo e rivisitato livello di creatività. Adesso, i danesi ricercano prodotti di qualità, sono interessati al cibo e, in particolar modo, alle birre; la sola capitale della Danimarca, Copenaghen, da vent’anni è invasa non solo da ottime referenze locali, ma anche dalle migliori birre provenienti da tutto il mondo. La città è stata, infatti, tra le prime in Europa ad abbracciare la rivoluzione brassicola proveniente dagli Stati Uniti, trasformandosi, gradualmente, in una delle destinazioni birrarie tra le più interessanti dell’UE.

Il Mercato della birra danese in numeri:

Tra il solo 2002 e il 2008, la Danimarca, è passata dall’essere una nazione con appena 19 birrifici artigianali ad una nazione con più di 100, numeri notevoli se si tiene conto del numero di abitati del paese.
Nonostante la quantità di birrifici sia rimasta più o meno stabile negli ultimi dieci anni, c’è stata una crescita sbalorditiva per quanto riguarda la produzione di nuove birre. Nel 2008 sono stati lanciati 647 nuovi tipi di birra danese, nel 2017 la popolazione danese ha potuto gustarsi 1622 nuovi tipi di birre.

Stando ai dati riportati dalla Danish Brewers Association, la Danimarca esporta birra per un valore pari a 5 miliardi di corone danesi (circa 670 milioni di €), con produzioni che si attestano sui 587 milioni di litri annui (al 2020).

Secondo il Danish Export and Investment Fund, nel 2022 c'è stata una diminuzione del 17% del numero di nuove imprese in Danimarca rispetto al 2021. Ma gli imprenditori amanti della birra in Danimarca non hanno rallentato, anzi, un calcolo della Breweries Association mostra che il numero di birrifici danesi nel 2022 è aumentato a 261 rispetto ai 242 birrifici nel 2021: si tratta di un aumento dell'8% e quindi di una crescita leggermente superiore rispetto agli anni precedenti.

The Danish Brewers Association:

Anche nel Paese Scandinavo, come in Italia, esiste un’associazione di categoria per i produttori locali, la “Bryggeriforeningen - Danish Brewers Association”, che dà voce comune ai birrifici e agli impianti di imbottigliamento del paese svolgendo attività di intermediazione tra loro e le autorità governative, nonché, da intermediario primario quando si tratta di politiche commerciali, ambientali, alimentari e sanitarie.
La Danish Brewers Association rappresenta, inoltre, i suoi membri nelle organizzazioni che lavorano a livello internazionale per promuovere gli interessi dell'industria della birra e delle bevande analcoliche e per creare una maggiore consapevolezza della birra come parte di uno stile di vita sano e naturale.

Infine, l'Associazione dei Birrifici è comproprietaria dello Scandinavian Brewery College, uno dei principali istituti di formazione per birrai al mondo.

La Birra e i Danesi:

Ad attestare il forte legame che vi è tra i Danesi e la birra vi sono ricorrenze annuali come la “Copenaghen Beer Week”, dove, la capitale danese, dal 5 al 13 maggio, dedica ben nove giornate all'insegna della birra. Nella città, birrerie, ristoranti, bar e istituzioni culturali aprono le loro porte per permettere di esplorare il mondo della birra, di conoscere alcuni dei migliori birrifici danesi, di assaggiare birre provenienti da tutto il mondo o di partecipare a esperienze ludiche con la birra come il banking, lo yoga e le passeggiate in città.

Tirando le somme:

Stando a quanto detto sinora, possiamo sicuramente affermare che il mercato della birra e, soprattutto, delle craft beers, risulta essere terreno fertile per le imprese che intendono volgere il proprio sguardo e il proprio business oltre i confini nazionali, con interessanti opportunità di insediamento e di sviluppo, insomma, un contesto in cui il Made in Italy brassicolo, con le sue peculiari produzioni dai sapori e dalle sfumature mediterranee può fare la differenza.

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 4 Aprile 2023
Martedì 4 Aprile 2023

Il Brasile esenta le imposte sui pannelli solari

Il governo federale in Brasile ha azzerato le tasse sui pannelli solari. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione il 29 marzo.

L'esenzione è valida fino al 31 dicembre 2026. A seguito di questa nuova normativa, Import Tax, IPI e Pis/Cofins non verranno addebitati.

L'esenzione si applicherà alle aziende che fanno parte di Padis (Programma di sostegno allo sviluppo tecnologico dell'industria dei semiconduttori).

Secondo la valutazione fatta dal MDIC (Ministero dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi), l'aspettativa è che l'esenzione possa stimolare gli investimenti in infrastrutture verdi e nuove centrali solari.

Con l'estensione del programma all'industria dei pannelli solari, una delle più dinamiche al momento, è previsto un aumento significativo di questi investimenti nei prossimi anni, con la generazione di nuovi posti di lavoro di qualità in diversi stati dell’Unione.

Considerato l’ampia presenza delle PMI italiane in questo specifico settore e le richieste pervenute, la Camera di commercio Italiana ritiene che questa esenzione tributaria possa rappresentare un’opportunità per l’ingresso nel mercato in Brasile. E pone i suoi uffici a disposizione per ulteriori informazioni utili al business.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)

Ultima modifica: Martedì 4 Aprile 2023
Martedì 4 Aprile 2023

L’accordo commerciale tra Regno Unito e Asia rilancia l'economia britannica dello 0,08%

Il Regno Unito ha firmato un accordo commerciale con 11 nazioni dell'Asia e del Pacifico, tre anni dopo aver lasciato ufficialmente l'Unione Europea. L'adesione alla coalizione aumenterà le esportazioni del paese, tagliando numerose tariffe su beni come formaggio, automobili, cioccolato, macchinari, gin e whisky. Le stime del governo mostrano che questo patto aggiungerà lo 0,08% all’economia britannica, coprendo un mercato di circa 500 milioni di persone.

L'accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico - o CPTPP - è stato istituito nel 2018 e attualmente comprende Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. L'adesione al CPTPP allenta numerose restrizioni al commercio tra i paesi membri e riduce le tariffe sulle merci. Gli 11 membri rappresentano circa il 13% del reddito mondiale e dopo 21 mesi di trattative, il Regno Unito è diventato il primo stato europeo a aderire.

Tuttavia, i guadagni derivanti dall'adesione al CPTPP dovrebbero essere modesti. Il paese ha già accordi di libero scambio con tutti i membri ad eccezione di Brunei e Malesia, alcuni dei quali sono stati rinnovati grazie alla precedente adesione all'UE. Il primo ministro Rishi Sunak ha affermato che l'accordo dimostra i "veri vantaggi economici delle libertà post-Brexit. Come parte del CPTPP, il Regno Unito è ora in una posizione privilegiata nell'economia globale per cogliere opportunità emergenti come nuovi posti di lavoro, crescita e innovazione. Le aziende britanniche godranno ora di un accesso senza precedenti ai mercati globali, dall'Europa al Pacifico meridionale".

Il Segretario agli Affari e al Commercio, Kemi Badenoch, ha affermato che l'accordo è stato come "l'acquisto di una start-up". "Non deve sostituire il commercio dell'UE, ma è un'aggiunta. Siamo ancora in un accordo di libero scambio con l'Unione Europea" ha detto, aggiungendo che tra sette anni "il 40% della classe media mondiale proverrà da regioni del Pacifico" e che l'accordo "creerà nuovi mercati" per il settore agricolo.

Il Segretario al Commercio Internazionale del partito laburista, Nick Thomas-Symonds, ha ribadito che l'adesione del Regno Unito al CPTPP è "incoraggiante", ma ha aggiunto che rimangono interrogativi su questioni come "sicurezza dei consumatori, sicurezza alimentare, protezione dei dati e protezione dell'ambiente".

Fonte: https://bbc.in/3nIyYlv

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 14 Aprile 2023
Martedì 4 Aprile 2023

Il Regno Unito riforma le regole sulla responsabilità dei banchieri per guidare la crescita

Giovedì il governo britannico ha iniziato una consultazione sulla riforma delle regole introdotte dopo la crisi finanziaria del 2008 per rendere i principali banchieri responsabili delle loro decisioni, affermando che un settore finanziario competitivo a livello globale è la chiave per la crescita economica.

Il Regno Unito ha introdotto il suo Senior Managers and Certification Regime (SM&CR) nel 2016, un regime che si applica ai banchieri senior e ai funzionari delle assicurazioni e dei gestori patrimoniali.  

"Nel complesso, il governo comprende che c’è un ampio sostegno dei principi e degli obiettivi alla base del SM&CR", ha dichiarato il ministero delle finanze, “Tuttavia, le aziende che operano del settore hanno sollevato alcune preoccupazioni su alcuni aspetti del regime, inclusa la Banca d'Inghilterra”.

I funzionari bancari affermano che il SM&CR è troppo burocratico e le autorità di regolamentazione impiegano troppo tempo per controllare le assunzioni di alto livello.

UK Finance, un ente del settore bancario, ha riportato che il regime ha comunque migliorato alcuni comportamenti e processi all'interno delle aziende; ma, come riportato da un portavoce delle finanze britanniche, "É ragionevole rivedere il regime generale su base periodica per garantire le sue funzioni, esaminando gli attuali criteri generali che riguardano il personale qualificato".

L’attuale consultazione governativa ha lo scopo di capire il reale impatto di queste regole sulla competitività del paese come centro finanziario globale e quali lezioni si possono imparare da altri paesi che hanno introdotto regimi di responsabilità simili.

Richard Burger, partner dello studio legale WilmerHale, ha affermato che un grosso cambiamento non sarebbe accolto positivamente dal settore finanziario, dati i tempi e i costi significativi richiesti dall’attuale regime; tuttavia, "Qualsiasi revisione che acceleri il processo e riduca la burocrazia dovrebbe essere ben accolta sia dai dirigenti senior che dalle loro aziende".

Fonte: https://reut.rs/40CHnoP

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Aprile 2023