Notizie mercati esteri

Mercoledì 3 Aprile 2024

Mapei apre un nuovo stabilimento in Portogallo

Mapei, leader mondiale nella produzione di prodotti chimici per l'edilizia, continua la sua strategia di espansione internazionale inaugurando un nuovo stabilimento a Cantanhede, in Portogallo, per un investimento pari a circa 13 milioni di euro.

Alla cerimonia di inaugurazione, tenutasi lo scorso 13 marzo, hanno partecipato l'Amministratore Delegato del Gruppo MAPEI a livello internazionale, Marco Squinzi, e l'Amministratore Delegato di MAPEI Portugal, Carla Santos, che hanno sottolineato l'importanza del nuovo stabilimento per il rafforzamento dell'azienda nel settore.

Con una superficie totale di 26.500 m², il nuovo stabilimento consentirà alla filiale portoghese di aumentare la capacità produttiva, ampliare l’offerta di prodotti e rafforzare il servizio ai clienti locali.  

I rappresentanti di MAPEI hanno espresso la loro visione di crescita sostenibile e l'impegno nei confronti del Portogallo, sottolineando il potenziale di investimento nel Paese. Con il nuovo stabilimento, l'azienda intende espandere la propria presenza sul mercato locale, offrendo soluzioni innovative e di qualità per settori strategici come le energie rinnovabili, l'immobiliare, il turismo e la tecnologia.

Con circa 100 dipendenti, Mapei Portogallo ha registrato negli anni una crescita costante, raggiungendo nel 2023 un fatturato di oltre 30 milioni di euro. Mapei ha già contribuito ai principali progetti di sviluppo residenziale, urbano e infrastrutturale in Portogallo, come le metropolitane di Porto e Lisbona, gli stadi di calcio per Euro 2004, la costruzione della Chiesa della Santissima Trinità a Fatima, l’espansione dell’Aeroporto di Portela a Lisbona, nonché il restauro del ponte sul fiume Arade a Portimão.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

I VALORI 2022 DELLE IMPORTAZIONI SUDAFRICANE PIU’ RILEVANTI PER LE PMI ITALIANE

Premessa

Secondo Trade Map, il Sudafrica ha chiuso il 2022 con un saldo della bilancia commerciale positivo (+ $11.736 miliardi): il Paese ha esportato beni per un valore di oltre $123.614 miliardi, mentre il totale delle sue importazioni è ammontato a oltre $111.878 miliardi.

Le prime importazioni del Sudafrica riguardano: petrolio raffinato ($17,1 miliardi); automobili ($4,62 miliardi); petrolio greggio ($4,34 miliardi); autoveicoli, parti e accessori di essi ($ 3,76 miliardi); e apparecchiature di radiodiffusione ($3,12 miliardi). Queste importazioni avvengono principalmente da Cina ($23,5 miliardi), Germania ($9,67 miliardi), India ($8,32 miliardi), Stati Uniti ($6,11 miliardi) e Arabia Saudita ($4,5 miliardi)[1].

 

Le importazioni sudafricane dal mondo secondo Trade Map

Altre categorie di prodotti di provenienza mondiale che nel 2022 sono state soggette a importazione da parte del Sudafrica registrando un valore significativo delle importazioni compreso tra $1 miliardo e $300 milioni sono state le seguenti[2]:

$1 miliardo – sopra gli $800 milioni:

  • Accumulatori di energia elettrica
  • Livellatori, ruspe, escavatori, rulli stradali e simili
  • Fertilizzanti minerali e chimici
  • Idrocarburi gassosi

Sotto gli $800 milioni – sopra i $600 milioni

  • Trasformatori elettrici e convertitori statici e parti di essi
  • Insetticidi, rodenticidi, fungicidi, erbicidi, regolatori di crescita per piante e simili
  • Pneumatici
  • Olio di palma
  • Strumenti e apparecchi utilizzati nelle scienze mediche, chirurgiche, odontoiatriche e veterinarie
  • Grano

Sotto i $600 milioni – sopra i $500 milioni

  • Corindone sintetico, e ossido e idrossido di alluminio
  • Macchine da stampa, fotocopiatrici e parti di esse
  • Sostanze per la preparazione di bevande
  • Polimeri di etilene
  • Trattori agricoli
  • Combustibili ricavati dal carbone
  • Centrifughe ed essicatori centrifughi
  • Pompe per liquidi
  • Rubinetti, valvole, apparecchi per tubazioni, vasche e caldaie
  • Fili, cavi e altri conduttori elettrici isolati

Sotto i $500 milioni – sopra i $400 milioni

  • Riso
  • Prodotti laminati, di ferro o di acciai
  • Alberi di trasmissione, ingranaggi, cuscinetti, e simili
  • Fili di rame
  • Componenti elettronici come dispositivi a semiconduttore, anche fotosensibili come cellule fotovoltaiche
  • Aeromobili a motore come elicotteri e aeroplani

Sotto i $400 milioni – sopra i $300 milioni

  • Leganti per la stampa, anime da fonderia e altri prodotti chimici per l’industria chimica
  • Apparecchi elettrici per circuiti elettrici o per la realizzazione di collegamenti con circuiti elettrici, come interruttori, fusibili, limitatori di sovratensione, spine e prese.
  • Prodotti laminati piatti di acciai legati, diversi da quelli inossidabili
  • Calzature
  • Abbigliamento uomo
  • Alcool etilico non denaturato con titolo alcolometrico < 80%; acquaviti, liquori e simili
  • Concimi minerali o chimici potassici
  • Scaldacqua elettrici istantanei o ad accumulo e riscaldatori ad immersione; apparecchi elettrici per il riscaldamento dell’ambiente, apparecchi per il riscaldamento del suolo, e simili
  • Motori elettrici e generatori
  • Pompe ad aria o a vuoto, compressori e ventilatori d'aria o di altri gas, cappe di ventilazione e parti di essi
  • Concimi minerali o chimici contenenti due o tre degli elementi fertilizzanti azoto, fosforo e potassi, e altri concimi
  • Lastre, fogli, pellicole, strisce e nastri di materie plastiche non cellulari
  • Carta, cartone, ovatta di cellulosa e strati di fibre di cellulosa ulteriormente lavorati
  • Articoli per sedersi, anche trasformabili in letto, e loro parti

 

Le importazioni sudafricane dall’Italia secondo Trade Map

Nel 2022, le esportazioni italiane verso il Sudafrica hanno raggiunto un valore complessivo di oltre $2,468 miliardi; l’Italia si è così classificata come il decimo partner commerciale preferenziale del Sudafrica per le sue importazioni.

Riassumendo i dati riportati in Trade Map[3], elenchiamo le categorie di prodotti di provenienza italiana che nel 2022 sono state importate dal Sudafrica per valori superiori ai $10 milioni:

  • Petrolio e minerali bituminosi
  • Parti di macchinari
  • Trattori, veicoli e parti di essi
  • Calzature
  • Macchinari e prodotti per il settore beverage
  • Prodotti in ceramica per pavimenti
  • Macchinari per il settore degli imballaggi
  • Sostanze chimiche
  • Apparecchi per tubazioni e caldaie
  • Pompe centrifughe
  • Ingranaggi
  • Viti, bulloni, dadi e rondelle
  • Prodotti del settore food come cioccolato, cacao, preparazioni alimentari, pasta e prodotti a base di pomodoro
  • Forni
  • Occhiali
  • Prodotti di bellezza

 

 

[1] South Africa (ZAF) Exports, Imports, and Trade Partners | The Observatory of Economic Complexity (oec.world)

[2] Facciamo riferimento a una ricerca delle importazioni sudafricane dal resto del mondo condotta su tutte le categorie di prodotti e avente come criterio “codici HS a quattro cifre”.

[3] Facciamo riferimento a una ricerca delle importazioni sudafricane dall’Italia condotta su tutte le categorie di prodotti e avente come criterio “codici HS a sei cifre”.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Svezia: infrastrutture tra pubblico e privato

Gli investimenti nelle infrastrutture sono in ritardo e ora le imprese vogliono superare lo stallo politico con l'aiuto di finanziamenti privati. Questo metodo però è poco sperimentato in Svezia in tempi moderni, era molto più comune in passato.

Le imprese svedesi sono stanche. Gli investimenti nella rete stradale e ferroviaria del Paese sono troppo esigui, per questo si sta spingendo per far entrare il capitale privato nel sistema dei finanziamenti.
"Abbiamo bisogno di nuovi modi di pensare. Il finanziamento pubblico fornisce incentivi piuttosto esigui per il rispetto dei tempi e del budget", afferma Nils Paul, esperto di infrastrutture della Swedish Business Association.

Come detto da Dagens Industri, il principale giornale della stampa svedese, negli ultimi mesi ci sono state pressioni affinché le imprese possano finanziare tre progetti per circa 100 miliardi di corone svedesi. Si tratta di un collegamento ferroviario tra Stoccolma e Oslo, di un collegamento autostradale orientale a Stoccolma e di una nuova tangenziale a Örnsköldsvik.

In tempi recenti, c'è stato solo un caso in cui la collaborazione pubblico-privato è stata utilizzata per un progetto infrastrutturale: la linea Arlanda che collega l’aeroporto e la stazione centrale di Stoccolma. È stata costruita tra il 1995 e il 1999 ed è stata in gran parte finanziata dalla società privata A-Train.
La società ha il diritto d'uso fino al 2050 e durante questo periodo cerca di recuperare l'investimento attraverso le tariffe. Di conseguenza, la tratta è stata spesso criticata per i prezzi elevati dei biglietti, ma questi effetti possono essere aggirati, se i politici decidessero di includerla negli appalti pubblici, sostiene Nils Paul.

Per trovare altri progetti finanziati privatamente, è necessario tornare indietro nella storia svedese. Alla fine del XIX secolo, questo metodo era molto più comune. All'epoca, ad esempio, il Brunkebergstunnel di Stoccolma fu costruito con i fondi di un appaltatore privato, che in cambio doveva far pagare i passaggi a piedi. Più o meno nello stesso periodo presero forma i prototipi della metropolitana Roslagsbanan e Saltsjöbanan, quest'ultimo finanziato, tra gli altri, dalla famiglia Wallenberg.

“Il finanziamento privato è così insolito in Svezia perché da parte del governo, a prescindere dalla governance, non c'è stato molto interesse, né si è creata la competenza per gestirlo", dice Nils Paul.

Tuttavia, esistono diversi esempi moderni di cosiddetti progetti finanziati dagli utenti. Lo Stato ha contribuito con la maggior parte del capitale, ma ha lasciato che il resto del progetto fosse pagato attraverso le tasse degli utenti. È così che viene finanziato un terzo della costruzione dei ponti Sundsvallsbron, Motalabron e il nuovo Skurubron fuori Stoccolma.

L'industria svedese afferma che è aperta ad altre forme di finanziamento, ma che ha fretta di ottenerle per dare impulso a più progetti.

 

FONTE: Dagens Industri

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Le macchine elettriche in Danimarca, un trend in continua crescita

Il mercato delle auto elettriche in Italia è agli ultimi posti in tutta Europa. “In media, il 14% delle auto vendute in tutta Europa sono elettriche. In Italia siamo al 4%: siamo il fanalino di coda, siamo indietro. Eppure, nel 2023 abbiamo visto un balzo del 45% dei veicoli commerciali elettrici e del 38% dei punti di ricarica destinati al pubblico” riporta il Ceo di Repower Italia, Fabio Bocchiola.

In Danimarca invece, a differenza dell’Italia, la tendenza dell’acquisto dei veicoli a zero emissioni è in continuo aumento. Infatti, si trova al quarto posto come quota di mercato delle auto elettriche nel 2023 in Europa, con una stima, nel 2024, di veicoli venduti full electric e plug-in hybrid di 68 mila auto.

Le case produttrici tedesche detengono il podio con il maggior numero di vendite di macchine elettriche: 11.3% Volkswagen, 9.2% Mercedes-Benz e infine 8.7% BMW.

La continua crescita del mercato delle auto elettriche in Danimarca, con quasi un raddoppio delle vendite stimate nel 2028 (110 mila), è principalmente dovuta a una politica particolarmente attenta al passaggio ai veicoli a minime/ zero emissioni. Il governo, in accordo con il Ministero delle Imposte, ha deciso di cambiare la tassa di registrazione a favore delle auto a bassa emissione, specialmente per quelle zero emissioni (100% elettriche), per le quali le tasse sono state significativamente ridotte. D’altra parte, le tasse di registrazione per le auto a benzina e diesel sono aumentate, e continueranno ad aumentare.

Il problema delle poche stazioni di ricarica, una grande opportunità!

La rivista Statista riporta che le stazioni di ricarica attualmente in funzione in Danimarca sono circa 11.420, ma si ipotizza che, visto il trend positivo e le leggi a favore della transizione ecologica, entro il 2028 le stazioni di ricarica raddoppieranno arrivando a circa 21 mila.

Questa situazione rappresenta un’importante opportunità per immettersi nel mercato danese. Viene stimato un incremento significativo delle entrate monetarie derivanti dalle “colonnine”. Attualmente, per esempio, vi è stato un guadagno complessivo di 42 milioni di euro, che si stima raggiungerà i 151 milioni nel 2028.

La ricerca di nuove modalità di ricarica

L’opportunità di investire nel territorio danese è favorita anche dalla profonda ricerca di nuove modalità per ricaricare i veicoli, da parte del governo locale.

Un esempio dell’avanguardia danese lo si può notare nel test che stanno effettuando a Bornholm. In questa località, infatti, alcuni lampioni non serviranno solamente per l’illuminazione delle strade ma permetteranno anche di caricare le auto elettriche! Verranno installati dei supporti di ricarica su determinati lampioni della città: questa novità è prevista per una prova di 8 mesi. Una normale stazione di ricarica assorbe circa 11 kW, mentre i lampioni avranno un range dai 5 ai 7 kilowatt. La sfida è soprattutto nelle città dove le case non hanno un garage o un parcheggio nelle vicinanze, motivo per cui può essere difficile ricaricare la propria auto elettrica. Come afferma Maria Hach, project manager di Bornholm Energy and Supply “La sfida inizialmente sarà di far funzionare la tecnologia in modo da poter illuminare la strada e caricare le auto allo stesso tempo”.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Le economie di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita raccoglieranno i benefici della diversificazione

Secondo un nuovo rapporto pubblicato lunedì, il prodotto interno lordo degli Emirati Arabi Uniti dovrebbe espandersi del 4,4% quest'anno.

L'ultimo rapporto Economic Insight per il Medio Oriente, commissionato da ICAEW e compilato da Oxford Economics, prevede un rallentamento nel 2024 a causa del persistere dei tagli alla produzione di petrolio. Le previsioni di crescita del CCG sono state riviste al ribasso al 2,7% dal 3,9% di tre mesi fa, mentre i settori non energetici dovrebbero guidare la crescita in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti.

Le proiezioni di crescita del PIL dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti sono state riviste rispettivamente al 2,1% e al 4,4%, in calo rispetto al 4,4% e al 4,8% di tre mesi fa. Questi aggiustamenti riflettono la forte economia non petrolifera e la graduale riduzione dei tagli al petrolio a partire dal terzo trimestre. I dati recenti per il 4° trimestre 2023 mostrano un calo del 3,7% a/a del PIL saudita, dopo una contrazione del 4,4% nel 3° trimestre. Nel frattempo, si stima che il PIL non petrolifero degli EAU sia cresciuto del 5,6% nel 2023, trainando una crescita complessiva del PIL del 3%.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Auto volanti negli EAU nel 2025: Aeroporti verticali da costruire a Palm Jumeirah e Abu Dhabi Corniche

Il sogno dei residenti degli Emirati Arabi Uniti di viaggiare a bordo di un'auto volante potrebbe realizzarsi già nel 2025.

Con una grande mossa, il produttore statunitense di auto volanti elettriche Archer sta collaborando con l'operatore di servizi di aviazione Falcon Aviation, con sede negli Emirati Arabi Uniti, per costruire vertiport (aeroporti verticali) a Dubai e Abu Dhabi. I vertiport nelle due città saranno collegati con il Midnight di Archer, un velivolo pilotato da quattro passeggeri progettato per effettuare rapidi voli back-to-back con tempi di ricarica minimi tra un volo e l'altro.

Il primo vertiport sarà costruito presso l'eliporto Falcon dell'Atlantis the Palm di Dubai e l'eliporto Marina Mall nella Corniche di Abu Dhabi. Ridurrà i 60-90 minuti di viaggio in auto a circa 10-30 minuti di volo in aerotaxi elettrico. Cosa c'è di più? Il volo sarà sicuro, poco rumoroso e a costi competitivi rispetto al trasporto via terra.

I vertiport saranno costruiti in vista del lancio dell'auto volante tra i due emirati nel 2025. Questo progetto sarà il primo lancio internazionale di Archer.

L'auto volante opererà interamente sull'acqua, offrendo ai passeggeri una vista panoramica della città e del Mar Arabico.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

La crescente importanza dell’energia eolica in Polonia

L'energia eolica è una parte sempre più importante del mix energetico polacco. Durante l'inverno, è stata generata la maggior quantità di energia elettrica dal vento nella storia e la produzione aumenta di anno in anno. Nel mese di febbraio, le centrali eoliche hanno prodotto complessivamente 2,64 TWh di energia elettrica, rappresentando il 20,5% della produzione totale di energia del paese. A titolo di confronto, nello stesso mese dell'anno scorso, l'elettricità generata dai mulini a vento era di 2,22 TWh, ovvero il 17,1% del mercato. L'aumento della produzione anno su anno è del 18,8%. Questa quota è ormai quasi pari a quella dell'energia prodotta dal carbone. Le centrali elettriche a carbone sono più inquinanti e di conseguenza sono maggiormente addebitate dal costo dell'acquisto di permessi di emissione di CO2. Tra due anni, la miniera di Bełchatów, dalla quale viene estratto il carbone per le centrali elettriche, dovrebbe ridurre la sua produzione del 50%. Le centrali di Bełchatów e Turów del gruppo PGE, Kozienice del gruppo Enea, Pątnów del Gruppo Zygmunta Solorza hanno generato durante l'inverno la stessa quantità di energia elettrica dei mulini a vento nazionali. Eppure siamo ancora prima del lancio degli impianti eolici offshore nel Mar Baltico, il che aumenterà notevolmente la quota di questa tecnologia nell'energia. Con una capacità installata di 9,4 GW di impianti eolici alla fine del 2023, la prima fattoria eolica del Baltico di PGE avrà una capacità di 1,5 GW, mentre entro il 2030 sono previste due impianti con una capacità totale di 2,5 GW. Gli impianti di Polenergia dovrebbero avere una capacità di 1,44 GW a partire dal 2027, per un totale di 3 GW in futuro. Infine, tra due anni, Orlen dovrebbe avere una capacità di 1,2 GW in mare, ma alla fine dovrebbe arrivare a 5,2 GW. In questo modo, la capacità dei mulini a vento in Polonia sarà più che raddoppiata. Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Stabilità dell'economia polacca mantenuta attraverso tassi di interesse elevati

Dopo la decisione del consiglio di politica monetaria di mantenere invariati i tassi di interesse, il presidente della NBP (Banca nazionale polacca), Adam Glapiński, ha fornito un'analisi della situazione economica attuale. Nonostante la discesa dell'inflazione al di sotto del 4% a gennaio, con un tasso di riferimento del 5,75%, il presidente ha sottolineato che la Polonia è scesa al di sotto dell'obiettivo inflazionistico. Ha evidenziato il successo della politica anti-inflazionistica, ottenendo una riduzione dell'inflazione del 14%. Glapiński sostiene che il mantenimento di tassi di interesse elevati è dovuto all'attuale "incertezza", legata, tra l'altro, all'imposta sul valore aggiunto sui prodotti alimentari, alla graduale eliminazione degli scudi anti-inflazione e ai prezzi delle materie prime energetiche, dipendenti dalla situazione geopolitica. I tassi di interesse elevati sono mantenuti per garantire stabilità, e il presidente Glapiński ha sottolineato che il mantenimento di un valore elevato dello zloty aiuta nella lotta contro l'inflazione. Attualmente, l'inflazione è sotto controllo, anche in caso di un'eventuale revoca delle misure protettive. L'obiettivo finale è una stabilità inflazionistica duratura nel medio periodo. Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Mercoledì 3 Aprile 2024

Polonia: Orlen investe in ricerca sull'utilizzo dell'idrogeno

La Sala Prodotti Raffineria a Trzebinia, appartenente a Orlen Laboratorium, è diventata la prima struttura in Polonia e la terza al mondo ad ottenere l'accreditamento per avanzati metodi di ricerca sulla qualità dell'idrogeno automobilistico. Ciò è il risultato della collaborazione con il National Physical Laboratory,  che ha sedenel Regno Unito. Entro il 2024, Orlen Laboratorium mira a ottenere l'accreditamento anche per il suo laboratorio a Włocławek, dove si prevede di avviare un hub dell'idrogeno. Orlen ha l'obiettivo di destinare 7,4 miliardi di złoty a investimenti legati alla produzione e all'uso dell'idrogeno entro il 2030. Il gruppo ha già inaugurato il primo hub di produzione dell'idrogeno automobilistico in Polonia nel 2021, fornendo carburante idrogeno a una stazione pilota a Cracovia. Orlen Laboratorium partecipa al Progetto HyQuality Europe – Clean Hydrogen Partnership, finalizzato a migliorare la qualità delle stazioni di rifornimento idrogeno. Il gruppo sottolinea l'importanza dell'idrogeno come parte della strategia energetica, prevedendo investimenti significativi e l'espansione delle stazioni di rifornimento idrogeno. Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Aprile 2024
Venerdì 29 Marzo 2024

Sbloccare l’oasi degli investimenti australiani: il Business Council lancia l’allarme sulla siccità degli investimenti esteri

Il Business Council of Australia ha sollecitato una revisione completa simile al modello del Regno Unito per valutare se i quadri di investimento australiani sono adeguati. Hanno preso atto della recente revisione degli investimenti esteri da parte del Regno Unito a causa delle preoccupazioni di perdere opportunità con altre nazioni. La revisione proposta analizzerebbe le barriere che ostacolano gli investimenti esteri, valuterebbe le iniziative federali e statali e si concentrerebbe su settori vitali come la tecnologia, i minerali critici e l’energia. Inoltre, hanno suggerito di rivalutare le procedure e le tariffe del Foreign Investment Review Board. Il Consiglio ha sottolineato la necessità di valutare le riforme apportate al consiglio dal 2021 e il loro impatto sulla competitività globale. Sono state sollevate preoccupazioni per il declino della classifica di competitività globale dell'Australia e per la sua costante esportazione di capitali netti negli ultimi anni, un fenomeno invisibile da oltre un secolo.

L’amministratore delegato del Business Council of Australia ha sottolineato l’urgenza di correggere il deficit di investimenti per salvaguardare l’occupazione e la crescita economica, in particolare nei settori vitali per la transizione verso emissioni nette zero. Le normative pesanti sono state accusate di respingere gli investimenti stranieri e di allontanare i capitali. Il consiglio ha sottolineato la mancanza di una revisione completa delle strategie di attrazione degli investimenti esteri dell'Australia negli ultimi decenni e ha sottolineato il ruolo delle impostazioni fiscali competitive nel deflusso di capitali.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia - ICCI, Queensland)

Ultima modifica: Venerdì 29 Marzo 2024