Notizie mercati esteri

Venerdì 29 Marzo 2024

Far avanzare l’economia circolare australiana: approfondimenti dall’analisi dei flussi di materiali

La recente pubblicazione di CSIRO presenta un'analisi completa dei modelli di consumo materiale dell'Australia e delle potenziali strade per la transizione verso un paradigma economico circolare e sostenibile. Intitolato “Analisi del flusso di materiali australiano: tracciare il percorso verso l’economia circolare”, il rapporto esamina meticolosamente l’intricata relazione tra i comportamenti di consumo umani e le loro ramificazioni ambientali. In particolare, i trasporti e l’edilizia abitativa emergono come contributori predominanti all’impronta materiale dell’Australia, seguiti da vicino dal consumo alimentare.

Al centro del discorso c’è il tasso di circolarità dell’Australia, un indicatore fondamentale dell’efficienza delle risorse misurata dal riciclaggio e dal riutilizzo all’interno del sistema. Il rapporto rivela una preoccupante disparità tra il tasso di circolarità dell’Australia, attualmente pari a solo il 4%, e la media globale dell’8%. Il dottor Alessio Miatto, autore principale e scienziato capo, sottolinea l’urgenza di rafforzare il tasso di circolarità dell’Australia per mitigare le emissioni atmosferiche e rafforzare l’efficienza delle risorse. Nonostante gli encomiabili passi avanti compiuti nel ridurre l’impronta materiale della nazione negli ultimi dieci anni, il consumo materiale pro capite dell’Australia rimane quattro volte superiore alla media globale.

Analizzando percorsi tangibili verso la circolarità, in particolare in settori critici come l’edilizia abitativa, i trasporti, il cibo e la fornitura di energia, il rapporto chiarisce strategie attuabili. Il dottor Heinz Schandl, una figura eminente nella ricerca sull’economia circolare del CSIRO, sottolinea il potenziale di trasformazione derivante dallo sfruttamento dei principi dell’economia circolare per raddoppiare potenzialmente il tasso di circolarità dell’Australia. Ciò comporta l’ottimizzazione dei processi di riciclaggio, la rivalutazione dell’utilizzo dei materiali nella progettazione del prodotto e la coltivazione di solide catene di approvvigionamento circolari locali.

Inoltre, abbracciare i principi dell’economia circolare non solo funge da baluardo contro il degrado ambientale, ma promette anche dividendi economici tangibili. Riducendo l’estrazione dei materiali e i rifiuti in discarica, l’Australia può aumentare sostanzialmente l’efficienza delle risorse, ridurre l’inquinamento e mitigare le emissioni di gas serra. La Dott.ssa Miatto sottolinea gli imperativi economici del riutilizzo e del riciclaggio dei beni, sottolineando il loro ruolo nel nutrire le economie locali e nel migliorare la resilienza contro le interruzioni dell’approvvigionamento.

La transizione verso un’economia circolare rappresenta un’opportunità fondamentale per l’Australia per creare una traiettoria sostenibile e resiliente. Attraverso un’analisi meticolosa e gli interventi strategici delineati in questo rapporto, l’Australia può tracciare un percorso verso la prosperità sostenibile e la gestione ambientale.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia - ICCI, Queensland

Ultima modifica: Venerdì 29 Marzo 2024
Venerdì 29 Marzo 2024

L’interscambio tra Italia e Turchia a gennaio 2024: i dati di ICE-Agenzia

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, a gennaio 2024, l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 2,186 mld, ha registrato un incremento del 13% rispetto allo stesso mese del 2023. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono aumentate del 16,3% (USD 1,187 mld), mentre le importazioni sono cresciute del 9,3%) e si sono attestate a USD 998,7 mln. La bilancia commerciale mostra un saldo positivo per L’Italia pari a USD 188,3 mln.

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il quinto fornitore (dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti) e il quinto cliente (dopo Germania e Stati Uniti, Iraq e Regno Unito).

Le esportazioni italiane costituiscono il 4,5% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane.

In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 3,4 mld) e seguita da Parigi (USD 1,6 mld) e Madrid (USD 1,4 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.

Nel mese di gennaio 2024, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “pietre semi e preziose e metalli preziosi” (+219,8%) e dai prodotti farmaceutici (+90,7%). In calo, invece, l’export dell’industria chimica (-38,1%).

In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 2,1% rispetto all’analogo mese del 2023, con un valore di USD 264.7 mln.

La dinamica dell’export turco mostra invece un calo negli acquisti italiani di “rame e articoli in rame” (-23,3%) e tessile (-13,8%), a fronte di una crescita nel settore combustibili (+646% sul mese di gennaio 2023), “ferro e acciaio” (+85,6%) e frutta (+60,9%); “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” si confermano la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore di USD 231,8 mln (+33% sul mese di gennaio 2023).

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel periodo di riferimento, le esportazioni di Francia e Germania verso la Turchia sono cresciute rispettivamente del 21,3% e del 7%; l’export britannico hanno registrato un aumento del 9,3%.

L’interscambio della Turchia con il resto del mondo nel 2023 segnala gli incrementi delle esportazioni turche verso l’Iraq (+27%), la Cina (+24.8%), la Svizzera (17,6%) e l’EAU (+11,2%); mentre sul lato delle importazioni i volumi dalla Francia segnano un +28,1% e quelli dall’Olanda un +25,5%. Calo degli acquisti dalla Svizzera (-81,5%).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 29 Marzo 2024

Il commercio estero della Turchia - il report Turkstat-Ministero del Commercio

Secondo i dati diffusi il 28 febbraio scorso da Turkstat, in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di gennaio 2024 le esportazioni e le importazioni turche sono ammontate rispettivamente a circa USD 20 mld (18,59 se si scorporano energia e oro) e USD 26,218 (18,66 se si scorporano energia e oro).

In rapporto allo stesso mese del 2023, si è registrata una crescita, per le esportazioni del 3,5% (+3% se si scorporano energia e oro) mentre, per le importazioni si è registrato un decremento del 22% (-6,2% se invece si scorporano energia e oro).

Nel mese di gennaio 2024 è stato riportato un deficit complessivo di USD 6,227 mld, in diminuzione del 56,4% se comparato a gennaio 2023.

A livello geografico, lo scorso gennaio, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati Germania (USD 1,762 mld), USA (USD 1,224 mld), Iraq (USD 1,097 mld), Regno Unito (USD 1,022 mld) e Italia (0,999 mld).

Relativamente alle importazioni, a gennaio 2024, i primi Paesi fornitori sono stati Russia (USD 4,324 mld), Cina (USD 2,893 mld), Germania (USD 1,918 mld), e Italia (USD 1,187 mld).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 29 Marzo 2024

I flussi di IDE in Turchia: i dati YASED sui primi dodici mesi del 2023

Secondo i dati diffusi il 13 febbraio scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli IDE è stato nel 2023 pari a USD 10,6 mld (che rappresenta lo 0,8% degli IDE globali), in calo del 22% rispetto al periodo gennaio-dicembre 2022.

Il dato degli IDE in Turchia per l’anno passato comprende USD 5,6 mld in capitale azionario, USD 3,6 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri e USD 1,9 mld tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 374 mln.

Gli IDE nel 2023 hanno rappresentato un flusso finanziario pari al 24% del deficit delle partite correnti.

Nel 2023, con una quota pari al 53% del totale degli IDE, i Paesi UE complessivamente considerati si sono confermati i principali investitori in Turchia.

Per quanto riguarda i singoli Paesi, al primo posto resta saldamente l’Olanda seguita da Germania, UAE, Qatar e Federazione Russa.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 29 Marzo 2024

In Polonia nuova proiezione BNP per il 2024: inflazione sotto controllo e crescita Pil tra 2,2% e 4,3%

La proiezione pubblicata ieri, mercoledì 6 marzo, prevede un'inflazione più bassa e una crescita economica più elevata nel 2024 rispetto a novembre, rendendo improbabile una riduzione dei tassi di interesse quest'anno. I tassi di interesse in Polonia rimangono invariati: il tasso di riferimento è del 5,75%, il tasso di prestito di emergenza è del 6,25%, il tasso di deposito è del 5,25%, il tasso di sconto dei pagherò è del 5,80%, mentre il tasso di sconto delle cambiali è del 5,85%. Le previsioni della NBP per il 2024 prevedono un'inarrestabile inflazione compresa tra il 2,8% e il 4,3% e una crescita del PIL compresa tra il 2,7% e il 4,3%. Secondo gli economisti, tali proiezioni si basano su assunzioni poco realistiche, il che potrebbe comportare un'inflazione più alta rispetto alle previsioni della NBP. Alcuni osservano l'incertezza legata alle previsioni sull'inflazione di base e sulla crescita salariale, il che potrebbe portare al mantenimento di una politica monetaria stabile.

Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Venerdì 29 Marzo 2024
Venerdì 29 Marzo 2024

Chery International, produttore cinese di automobili, prevede una nuova espansione in Europa tra cui in Polonia e in Italia

Chery International, il produttore cinese di automobili, affronta molto seriamente la questione dell'espansione europea, costruendo i suoi stabilimenti nei vari paesi europei. In Spagna sono già stati aperti i primi saloni, e il primo prodotto del marchio OMODA - nominato semplicemente 5 - è entrato nella distribuzione ufficiale. Dopo il debutto in Spagna, il produttore cinese ha preso di mira altri tre paesi: Polonia, Italia e Regno Unito. A maggio, o al più tardi a giugno, dovrebbe svolgersi la presentazione ufficiale del primo modello del marchio in Polonia. Si tratta del simultaneo debutto dell'OMODA 5 nelle versioni a benzina ed elettrica. Il primo sarà azionato da un motore a benzina sovralimentato da 1,6 litri con una potenza di quasi 200 CV. Il secondo sarà azionato da un'unità elettrica da 201 CV, che utilizzando una batteria da 41 kWh potrà percorrere fino a 430 km con una singola ricarica. L'importatore non ha ancora comunicato i prezzi ufficiali. Tuttavia, in Spagna l'auto con azionamento del motore nella versione base costa 27.900 euro. Sorprendentemente, il modello elettrico è solo di duemila euro più costoso, costa 29.900 euro. Inoltre, il produttore cinese ha annunciato che in Polonia saranno realizzati tre grandi depositi in cui verranno immagazzinate le parti per le automobili del marchio OMODA e i modelli successivamente introdotti sul mercato del marchio JAECOO. Questo garantirà un accesso rapido alle parti di ricambio originali, il che sicuramente influenzerà il ritmo di esecuzione dei lavori di manutenzione e riparazione.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Venerdì 29 Marzo 2024
Venerdì 29 Marzo 2024

Polonia: difficoltà economiche per le piccole imprese, l'aumento delle chiusure e le sfide future dell’economia

Nel 2023, alla Centralna Ewidencja i Informacji o Działalności Gospodarczej (CEIDG) sono pervenute 198,4 mila richieste di chiusura di attività commerciali individuali, registrando un aumento del 2,7% rispetto all'anno precedente. Gli esperti, tra cui l'avv. Łukasz Goszczyński e il dott. Grzegorz Wojtkowiak dell'Università Economica di Poznań, notano le condizioni sfavorevoli per le microimprese in Polonia, dovute al cambiamento delle normative e all'aumento dei costi di gestione. Inoltre, la pandemia e i suoi effetti, come le interruzioni delle forniture e l'aumento dei prezzi dell'energia, hanno ulteriormente complicato la situazione per gli imprenditori. Dai dati del Ministero dello Sviluppo e della Tecnologia emerge che il numero di richieste di sospensione di attività commerciali è aumentato del 7,2% rispetto all'anno precedente, raggiungendo quota 372,5 mila. Questi indicatori suscitano preoccupazione, segnalando le difficoltà degli imprenditori che spesso chiudono o sospendono le attività a causa della mancanza di redditività o problemi di vendita. Piotr Soroczyński, economista capo della Camera di Commercio Nazionale, sottolinea che molte persone impiegate a tempo pieno conducono contemporaneamente un'attività commerciale, ma i doppi oneri assicurativi rendono l'attività non redditizia. Le richieste di chiusura di attività sono state più frequenti nelle province Mazowieckie e Śląskie, e meno frequenti nelle provincie Opolskie, Podlaskie e Lubuskie. L'aumento del numero di registrazioni senza indicazione della provincia deriva principalmente dalla crescente mobilità dei polacchi e dalla flessibilità degli imprenditori nel raggiungere i clienti. Le previsioni per il futuro sono incerte, tuttavia gli esperti indicano un possibile aumento delle chiusure e delle sospensioni di attività, specialmente in relazione all'aumento dei costi, all'inflazione e all'aumento del salario minimo e dei salari. In definitiva, la situazione attuale indica la necessità di azioni decise da parte del governo per sostenere le piccole e medie imprese e prevenire ulteriori problemi economici.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Venerdì 29 Marzo 2024
Venerdì 29 Marzo 2024

Polonia: pozzo di Orlen rivela grandi risorse di gas nel Mare di Norvegia

PGNiG Upstream Norway, società controllata da Orlen, ha avuto successo nelle perforazioni nel Mare di Norvegia, confermando nel giacimento Adriana risorse di gas naturale e condensato maggiori del 50% rispetto alle stime precedenti. Il pozzo di oltre 3.000 metri ha rivelato risorse di 28-43 milioni di barili mezzo miliardo in più rispetto al 2021. Il valore potenziale del giacimento è ora stimato a 3,55 miliardi di dollari. La concessione include anche un secondo giacimento chiamato Sabina, contenente gas naturale e petrolio, la cui conferma delle risorse è ancora in attesa. L’infrastruttura ben sviluppata di Skarv potrebbe facilitare lo sfruttamento del giacimento Adriana. Attualmente, PGNiG Upstream Norway detiene anche quote in altri giacimenti vicini, come Alve, Alve Nord, Aerfugl Nord, Idun Nord, Marulk, Ørn e Verdande. La partecipazione nella concessione PL211 CS è così distribuita: PGNiG Upstream Norway (11,92%), Wintershall Dea Norge (38,08%, operatore), Petoro (35%) e Aker BP (15%).

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

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Giovedì 28 Marzo 2024

Ryanair espande la sua base a Cracovia: nuove rotte per Olbia e Trieste

La compagnia aerea Ryanair prevede di aprire quattro nuove rotte da Cracovia ad Olbia, Trieste, Dubrovnik e Faro nella prossima stagione estiva. Cracovia diventerà la più grande base di Ryanair nell'Europa centrale e orientale. Nel corso di questa stagione, prevede di servire oltre 3,8 milioni di passeggeri, registrando un aumento del 24% rispetto alla stagione precedente. Nella base di Krakow Airport saranno aggiunti due aeroplani Boeing B737, portando il numero di velivoli a 11. Con le nuove rotte, Ryanair gestirà complessivamente 83 tratte, facendo di Cracovia la loro base più grande nella regione.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

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Ultima modifica: Giovedì 28 Marzo 2024
Giovedì 28 Marzo 2024

Progetto di legge: le società con sede in Polonia dovranno pubblicare i dati sulle imposte pagate nei paesi dello Spazio economico europeo

Mercoledì, "il Consiglio dei Ministri ha approvato una bozza di modifica della Legge sulla contabilità e della Legge sui revisori, sulle società di revisione e sulla vigilanza pubblica", informa l'Ufficio del Primo Ministro. Il progetto prevede che le società con sede in Polonia pubblichino i dati relativi alle imposte pagate nei paesi dello Spazio economico europeo. "Le complesse norme fiscali e la segretezza fiscale consentono ad alcune multinazionali di effettuare la cosiddetta pianificazione fiscale aggressiva, ovvero l'evasione fiscale", comunica l'Ufficio, aggiungendo, "Le multinazionali hanno la possibilità di spostare i profitti da un paese all'altro per ridurre le tasse che pagano. Si stima che, in questo modo, i paesi dell'UE perdano 50-70 miliardi di euro all'anno". La rendicontazione fiscale suddivisa paese per paese ha lo scopo di rafforzare la "responsabilità sociale delle imprese, contribuendo, attraverso il pagamento delle imposte, al benessere del paese" in cui viene svolta l'attività. Secondo la bozza, le disposizioni contenute nella proposta di modifica si applicano alla dichiarazione dei redditi per l'anno redditizio che inizia dopo il 21 giugno 2024.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Giovedì 28 Marzo 2024