Notizie mercati esteri

Lunedì 29 Dicembre 2025

Dalla scuola alle famiglie: come Nizza forma italofoni

A Nizza l’italiano non è solo una riga sul pagellino. È una lingua di vicinato, di lavoro, di vacanza, che si sente sul tram, al mercato, negli hotel, all’università o durante i festival. Il risultato è che la città produce, anno dopo anno, una generazione di francofoni a proprio agio con l’italiano, con livelli diversi, ma con una base comune di comprensione ben concreta.

Come si costruisce, in pratica, questa italofonia diffusa, dai banchi di scuola fino al salotto delle famiglie nizzarde?

La scuola: l’italiano come lingua di prossimità, non semplice “seconda lingua simpatica”

Il primo livello è quello della scuola. Nell’area di Nizza l’italiano entra presto nei percorsi: opzioni già alle medie, sezioni con orario rinforzato, progetti pedagogici con istituti dall’altra parte del confine.

L’italiano non viene presentato solo come lingua di cultura, ma come lingua di prossimità economica e sociale. Gli insegnanti mettono in piedi scambi con scuole della Liguria o del Piemonte, organizzano soggiorni, progetti comuni, videoconferenze tra classi francesi e italiane. Molto rapidamente lo studente capisce che questa lingua apre le porte a stage, studi universitari e perfino opportunità professionali concrete in uno spazio transfrontaliero raggiungibile in treno, non solo a una gita scolastica a Roma.

I dispositivi rafforzati (sezioni europee, gruppi a orario potenziato, certificazioni) trasformano l’italiano in una competenza distintiva per alcuni profili di liceali: più ore, più contatto con materiali autentici, più situazioni reali di comunicazione.

Cultura e festival: l’italiano come lingua vissuta

Secondo livello: la vita culturale. Con eventi come le Journées du Cinéma Italien all’Espace Magnan o i cicli di proiezioni e incontri proposti dalle associazioni franco-italiane, la lingua esce dal manuale per apparire in versione originale, sul grande schermo, davanti a pubblici misti: studenti, famiglie, cinefili, comunità italiana locale.

Le proiezioni scolastiche in versione originale sottotitolata, gli scambi con i registi, i dibattiti dopo i film immergono i ragazzi in un bagno linguistico reale. L’italiano viene percepito nella sua materia viva: accenti regionali, registri familiari, velocità del parlato, espressioni idiomatiche. 

Le famiglie: quando la lingua entra in casa

Terzo livello: le famiglie. 

Nizza conta un numero significativo di famiglie italiane stabilite sulla Costa Azzurra, coppie miste, ma anche famiglie francesi che hanno adottato l’Italia come orizzonte abituale: seconda casa, legami di parentela, abitudini di vacanza.
In questi contesti, l’italiano diventa la lingua dei nonni rimasti oltre confine, delle videochiamate, delle ricette di cucina, di certe canzoni ascoltate in macchina.

La città come laboratorio linguistico a cielo aperto

A questi tre livelli si aggiunge un fattore decisivo: il territorio stesso. Nizza è, di fatto, un ambiente ad alta densità italofona. Nell’hôtellerie, nella ristorazione, nel commercio, nei servizi turistici, si incontrano quotidianamente professionisti italiani o italofoni. I flussi tra la Riviera francese, Ventimiglia, la Liguria e il Piemonte mantengono un flusso continuo di clienti, lavoratori, studenti e famiglie che praticano l’italiano tutti i giorni.

Sul tram o sulla Promenade des Anglais si colgono conversazioni in italiano. Nei negozi, alcuni addetti passano da una lingua all’altra quasi senza accorgersene. Sui menù, sulle insegne, in certi materiali turistici, i termini italiani compaiono in modo naturale. Questo paesaggio sonoro genera un bilinguismo ricettivo piuttosto diffuso: molti nizzardi capiscono l’italiano molto meglio di quanto osiamo parlare, semplicemente grazie a un’esposizione regolare.

Dalla lingua straniera all’asset strategico

In definitiva, parlare di “italofoni nizzardi” non significa riferirsi solo a pochi profili molto avanzati capaci di scrivere una tesi in italiano. Si tratta di un continuum: dallo studente che segue un film in versione originale senza sottotitoli, all’addetto alla reception che gestisce l’arrivo di clienti italiani, fino al manager che negozia con partner di Genova o Torino.

In un contesto in cui le competenze linguistiche diventano un indicatore di competitività, la città dispone di un vantaggio netto: un bacino di francofoni in grado di muoversi con naturalezza tra francese e italiano. Non solo per ordinare un espresso a Sanremo, ma per lavorare, intraprendere, costruire reti e consolidare, giorno dopo giorno, una vera area linguistica franco-italiana.

(Contributo editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Australia

Sostenibilità e innovazione nella filiera del legno

Il settore del legno e della lavorazione forestale rappresenta una componente strategica dell’economia del Queensland, combinando tradizione e innovazione. Lo stato vanta una solida base di foreste gestite in maniera sostenibile, che forniscono legname per la costruzione, l’ingegneria del legno e prodotti derivati di alta qualità. La crescita del mercato domestico e internazionale, unita a iniziative governative per la sostenibilità e l’innovazione, rende il Queensland un ambiente favorevole per investimenti e collaborazioni nel settore.

Nel 2024–2025, l’industria del legno del Queensland ha registrato un valore stimato di circa 3,8 miliardi di AUD, con un focus crescente su prodotti innovativi come il legno ingegnerizzato, pannelli prefabbricati e sistemi modulari per la costruzione sostenibile. Questi prodotti rispondono alla crescente domanda di soluzioni edilizie a basso impatto ambientale e di alta qualità, sia a livello nazionale sia per l’export verso Asia e Medio Oriente.

Il Queensland ospita diverse aziende leader nel settore, sia di piccole e medie dimensioni sia grandi player industriali, che operano lungo tutta la filiera: dalla silvicoltura alla trasformazione, fino al commercio e alla logistica internazionale. L’adozione di tecnologie avanzate per il taglio, la lavorazione e la finitura del legno consente alle imprese locali di competere con successo nei mercati globali.

Per supportare lo sviluppo sostenibile del settore, il governo del Queensland ha lanciato il Queensland Future Timber Plan (QFTP), con l’obiettivo di garantire un approvvigionamento stabile di legname per la costruzione di oltre un milione di abitazioni entro il 2044. Il piano include la gestione responsabile delle foreste, piani di riforestazione, tutela della biodiversità e sostegno alle tecnologie di lavorazione del legno più efficienti.

Parallelamente, il Queensland Sustainable Timber Industry Framework promuove la sostenibilità e la creazione di posti di lavoro qualificati nel settore. Il programma prevede un pacchetto di 200 milioni di AUD per supportare la gestione forestale responsabile, incentivare l’uso di legno locale certificato e stimolare l’innovazione nei processi produttivi. Tra le iniziative più significative rientrano la protezione di specie minacciate e di ecosistemi di alto valore, come il Greater Glider, e l’implementazione di pratiche di tracciabilità e certificazione del legname.

Le imprese del Queensland stanno investendo in soluzioni tecnologiche avanzate, tra cui:

  • Legno ingegnerizzato e prefabbricato per costruzioni a basso impatto ambientale.
  • Sistemi di monitoraggio e gestione forestale digitalizzati.
  • Tecnologie di lavorazione automatizzata per aumentare efficienza e precisione.

Queste innovazioni favoriscono anche la riduzione degli sprechi, l’ottimizzazione delle risorse e l’adozione di pratiche sostenibili lungo tutta la filiera.

Le imprese italiane possono sfruttare le opportunità offerte dal Queensland per rafforzare la loro presenza nel settore del legno e delle costruzioni sostenibili. È possibile collaborare nello sviluppo di nuovi materiali e legno ingegnerizzato, avviare partnership strategiche con aziende locali per la produzione e l’esportazione di prodotti di alta qualità, introdurre soluzioni tecnologiche avanzate per la lavorazione e la finitura del legno, e accedere a mercati internazionali grazie alla posizione vantaggiosa dello stato e al supporto delle reti commerciali governative.

Fonti:

Queensland Future Timber Plan – Department of Primary Industries: https://www.dpi.qld.gov.au/business-priorities/forestry/qld-future-timber-plan

Forestry industry profile – Business Queensland: https://www.business.qld.gov.au/industries/farms-fishing-forestry/forests-wood/industry-queensland/profile

Queensland Sustainable Timber Industry Framework – Queensland Government: https://statements.qld.gov.au/statements/100686

Materiali eco-innovativi e moda responsabile nel Queensland

Il settore tessile e moda australiano sta vivendo una trasformazione verso l’innovazione sostenibile, con le aziende locali che adottano pratiche circolari, sviluppano materiali ecologici e collaborano con istituzioni accademiche per promuovere un’industria più responsabile e resiliente.

Un esempio significativo di sostenibilità e innovatività è il progetto "Mud to Marle": si tratta di una collaborazione tra scienziati, agricoltori e l'industria della moda che ha portato allo sviluppo di un tessuto innovativo realizzato con una miscela di cotone e lana. Questo approccio mira a valorizzare fibre naturali locali e a ridurre la dipendenza da materiali sintetici importati.

Iniziative di riciclo e economia circolare

Il Queensland sta investendo significativamente nel riciclo tessile. Salvos Stores, con il supporto del governo statale, ha installato la prima soluzione automatizzata di smistamento e decontaminazione dei tessuti in Australia, creando un centro di economia circolare per il settore tessile.

BlockTexx, un'azienda innovativa con sede nel Queensland, utilizza un processo chimico unico per separare e riciclare tessuti misti, contribuendo a ridurre la quantità di rifiuti tessili destinati alle discariche e creando nuove opportunità nel settore del riciclo.

Collaborazioni e ricerca accademica

Il Queensland University of Technology (QUT) ospita il centro di ricerca TextileR, che lavora a stretto contatto con piccole e medie imprese, gruppi industriali e comunitari per affrontare le sfide critiche legate alla sostenibilità nel settore tessile e della moda. Le aree di ricerca includono la lotta alla schiavitù moderna e la promozione dell'economia circolare.

Sostenibilità e politiche governative

Il governo del Queensland ha sviluppato la "Queensland Waste Strategy 2025–2030", un piano a lungo termine per la riduzione dei rifiuti e il riciclo, che include iniziative per supportare l'industria del riciclo tessile e promuovere pratiche sostenibili. Questa strategia mira a ridurre la quantità di rifiuti inviati in discarica e a promuovere l'uso di materiali riciclati in vari settori, inclusa la moda.

Opportunità per le imprese italiane

Per le imprese italiane, il Queensland offre un ambiente fertile per collaborazioni nel settore tessile e moda sostenibile. Le opportunità includono:

  • Collaborazioni in ricerca e sviluppo: partecipare a progetti con istituzioni accademiche locali per sviluppare nuovi materiali e tecnologie sostenibili.
  • Joint venture nel riciclo tessile: collaborare con aziende come BlockTexx per implementare soluzioni di economia circolare.
  • Accesso a mercati sostenibili: esplorare il mercato australiano e asiatico per prodotti tessili eco-compatibili, con un crescente interesse per la moda sostenibile.

Fonti:

abc.net.au

statedevelopment.qld.gov.au

research.qut.edu.au

Settore della Pesca e Acquacoltura nel Queensland

Il Queensland è uno dei principali centri australiani per la pesca e l’acquacoltura, settori strategici per l’economia marittima nazionale. Nel 2024–25 il valore complessivo dell’acquacoltura australiana è stimato a 2,31 miliardi di dollari, pari al 58% del valore totale del comparto ittico nazionale, che sfiora i 4 miliardi di dollari.
La produzione proviene in gran parte da specie ad alto valore commerciale come salmonidi, tonno, ostriche, gamberi e barramundi, ma include anche abalone, pesci d’acqua dolce, mitili e alghe. In totale oltre 40 specie vengono allevate a livello commerciale in Australia.

L’acquacoltura australiana è regolata da un sistema rigoroso che garantisce sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare. Il Governo federale coordina programmi nazionali di ricerca, biosecurity e tutela della salute animale, mentre la gestione operativa è affidata ai governi statali e territoriali.
Le imprese che utilizzano acque pubbliche devono rispettare severi standard ambientali e di sicurezza alimentare, sottoposti a controlli periodici. Queste regole assicurano che i prodotti ittici australiani siano riconosciuti a livello internazionale come sicuri, tracciabili e sostenibili.

Il governo statale ha adottato la Queensland Sustainable Fisheries Strategy 2017–2027, che punta a modernizzare il settore riducendo l’impatto ambientale, migliorando la raccolta dati e favorendo la rigenerazione delle risorse marine.
La strategia introduce strumenti di monitoraggio digitale delle flotte, limiti di cattura scientificamente calibrati e incentivi per l’uso di tecniche di pesca selettiva. In parallelo, il Queensland promuove l’espansione dell’acquacoltura sostenibile, in particolare negli allevamenti di barramundi, gamberi e ostriche, sostenuti da centri di ricerca come il Department of Agriculture and Fisheries (DAF) e l’Australian Institute of Marine Science (AIMS).

L’Australia esporta principalmente prodotti ittici di alto valore, come tonno, aragosta e abalone, mentre importa prodotti di fascia più bassa (conserve, filetti congelati) soprattutto da Asia, Nuova Zelanda e Norvegia.
La domanda interna di pesce australiano rimane forte, ma circa il 62% dei consumi è coperto da importazioni, offrendo margini di crescita per la produzione locale e per partnership tecnologiche internazionali.
Le autorità australiane partecipano attivamente a organismi regionali e internazionali per la gestione delle risorse marine, garantendo la sostenibilità e la sicurezza del settore nel lungo periodo.

Il Queensland offre interessanti possibilità di collaborazione per aziende italiane attive in tecnologie per l’acquacoltura, sistemi di filtraggio e aerazione, packaging alimentare, tracciabilità digitale e refrigerazione.
L’esperienza italiana nella trasformazione del pesce, nella gestione sostenibile delle risorse e nella meccanica applicata alla filiera ittica può favorire sinergie con imprese e centri di ricerca locali.
Inoltre, la crescita della domanda di prodotti di qualità e sostenibili rende il Made in Italy un partner naturale per il settore ittico e acquacolturale del Queensland.

Fonti

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Australia

Tecnologia e innovazione digitale a Brisbane: opportunità per le imprese italiane

Brisbane sta rapidamente emergendo come hub tecnologico e centro di innovazione digitale nell’area Asia-Pacifico, grazie a investimenti pubblici e privati, una rete di startup in espansione e una strategia di sviluppo focalizzata sulla trasformazione digitale. Il governo del Queensland ha stanziato importanti fondi nel programma “Advance Queensland” per sostenere la ricerca, le startup tecnologiche e l’adozione di tecnologie avanzate in settori come intelligenza artificiale, Internet of Things (IoT), cybersecurity e smart manufacturing. La presenza di istituti di ricerca di eccellenza come il Queensland University of Technology (QUT) e il Translational Research Institute supporta l’ecosistema innovativo attraverso partnership pubblico-private e spin-off tecnologici. L’iniziativa Brisbane Technology Park e il nuovo Innovation Precinct stanno creando un ambiente favorevole per incubatori, acceleratori e centri di sviluppo software, attirando talenti e capitali da tutto il mondo. Per le imprese italiane specializzate in software, hardware, automazione, servizi cloud e soluzioni digitali, si aprono significative opportunità di collaborazione e investimento, sia per forniture tecnologiche sia per joint venture con partner locali. Il mercato australiano richiede soluzioni integrate per la digitalizzazione delle infrastrutture urbane, la gestione intelligente dell’energia, la cybersecurity e l’ottimizzazione dei processi produttivi tramite Industry 4.0, settori in cui l’Italia vanta eccellenze riconosciute a livello globale. Le aziende italiane possono inoltre contribuire allo sviluppo di smart city, fornendo tecnologie per il monitoraggio ambientale, la gestione dei dati urbani e la mobilità intelligente, tutti settori prioritari nel piano olimpico 2032. Le gare pubbliche per le infrastrutture tecnologiche legate ai Giochi offriranno contratti a fornitori innovativi, aprendo una strada diretta per l’export e l’implementazione di soluzioni digitali all’avanguardia. Oltre alle grandi imprese, anche le PMI possono inserirsi in questo ecosistema attraverso partnership strategiche, joint venture e progetti pilota, specialmente nei settori della cybersecurity e della digital health, in rapida crescita. Infine, il crescente interesse per le tecnologie green e la sostenibilità digitale crea spazio per soluzioni italiane di efficientamento energetico, gestione intelligente delle risorse e sistemi di monitoraggio in tempo reale, elementi chiave per la modernizzazione urbana di Brisbane. In sintesi, il settore tecnologico e dell’innovazione digitale di Brisbane offre alle imprese italiane un terreno fertile per espandere la loro presenza internazionale, accedere a nuovi mercati e contribuire allo sviluppo sostenibile e tecnologico di una delle città più dinamiche e promettenti dell’Oceania.

Fonti:

Queensland Government – Advance Queensland Strategy
advance.qld.gov.au

Brisbane Marketing – Innovation and Technology Report 2024
brisbanemarketing.com.au

Queensland University of Technology – Research and Innovation
qut.edu.au

Australian Trade and Investment Commission – Smart Cities in Australia
austrade.gov.au

Agroalimentare sostenibile nel Queensland

Il Queensland rappresenta un polo strategico per l’agroalimentare australiano, con un settore agricolo diversificato e in forte espansione sui mercati internazionali. Nel 2025 le esportazioni dello stato hanno raggiunto 103,2 miliardi AUD, con un calo generale rispetto all’anno precedente (–8,8%), ma il comparto Food and live animals ha registrato una crescita significativa, aumentando di 3,41 miliardi AUD (+33,2%). Tra i prodotti in maggiore crescita figurano carne e derivati (+26,5%), frutta e verdura (+128,3%) e bevande e tabacco (+11,8%), a conferma della domanda globale per alimenti di qualità.

Il Queensland è leader nella produzione di carne bovina, zucchero (95% della produzione nazionale) e cotone (circa un terzo della produzione australiana), offrendo un panorama produttivo ideale per partnership commerciali e investimenti italiani.

I principali mercati di sbocco includono Cina (25,34 miliardi AUD), Corea del Sud (14,17 miliardi AUD), Giappone (13,99 miliardi AUD), India (12,14 miliardi AUD) e USA (4,81 miliardi AUD), quest’ultimo con una crescita annua del 49,3%, evidenziando le opportunità per l’export italiano, soprattutto nei segmenti premium e gourmet.

Oltre alla produzione tradizionale, il Queensland sta puntando sull’innovazione tecnologica agricola (AgTech). Tecnologie come automazione, sensori avanzati, analisi dei dati, monitoraggio climatico e gestione digitale delle colture consentono di aumentare l’efficienza produttiva, ridurre gli sprechi e migliorare la qualità dei prodotti. L’adozione di queste tecnologie rende il settore più resiliente ai cambiamenti climatici e alle fluttuazioni dei mercati internazionali.

I centri regionali, come Toowoomba, offrono infrastrutture avanzate e condizioni climatiche diversificate per testare soluzioni innovative in ambienti tropicali, subtropicali e temperati. Questo crea opportunità concrete per le imprese italiane interessate a sviluppare joint venture, fornire tecnologie di precisione, partecipare a progetti pilota o esportare soluzioni agroalimentari sostenibili.

Un’attenzione crescente è rivolta anche alla sostenibilità ambientale, con investimenti in pratiche agricole a basso impatto, sistemi di irrigazione efficienti, tracciabilità dei prodotti e packaging sostenibile. Tali strategie non solo aumentano la competitività sul mercato internazionale, ma consentono alle aziende italiane di proporre prodotti e tecnologie coerenti con le norme di qualità e sostenibilità europee, valorizzando il “Made in Italy” come garanzia di eccellenza.

In sintesi, il Queensland combina produzione di qualità, innovazione tecnologica, apertura ai mercati globali e sostenibilità, rappresentando un contesto favorevole per le imprese italiane interessate a export, investimenti e collaborazioni tecnologiche. La combinazione di crescita del settore agroalimentare, domanda internazionale e sviluppo di AgTech rende lo stato una destinazione privilegiata per le imprese italiane che vogliono espandere la propria presenza internazionale.

FONTI:

Queensland Trade Profiles

Queensland Government – Agriculture: Your Investment Opportunity

Queensland Government – AgTech and Food Innovation

https://www.tiq.qld.gov.au/invest/industry-opportunities/agriculture

Industria Biomedica e Sanitaria in Queensland

Il Queensland sta emergendo come uno dei principali hub biomedici dell’Asia-Pacifico, con l’obiettivo di diventare competitivo a livello globale nel settore della salute e delle scienze della vita. Lo Stato unisce una solida economia in crescita, classificata AA+, a un ambiente favorevole agli investimenti, una delle più basse aliquote fiscali sul lavoro in Australia e una posizione strategica vicino ai mercati asiatici. Questi fattori, insieme a uno stile di vita attrattivo e infrastrutture moderne, fanno del Queensland una destinazione ideale per aziende, ricercatori e investitori.

Nel 2025, il settore biomedico del Queensland contribuisce con circa 3 miliardi di dollari australiani al PIL statale, impiega oltre 13.600 persone e conta circa 1.500 imprese attive nelle scienze della vita. L’export ha superato i 570 milioni di dollari, mentre gli investimenti privati in R&D manifatturiera ammontano a circa 370 milioni di dollari annui, segno di un ecosistema in continua crescita.

Lo Stato dispone di nove università di ricerca, nove ospedali dedicati alla ricerca clinica e sei health e knowledge precincts, che offrono infrastrutture d’eccellenza per studi clinici, sviluppo di vaccini e medicina personalizzata. Il Queensland vanta competenze di punta in medicina tropicale, immunologia, malattie infettive, e-health e telemedicina.

La crescita è sostenuta da una rete collaborativa di enti statali e partner industriali: Trade and Investment Queensland promuove investimenti globali, Queensland Health coordina ospedali e trial clinici, e il Department of State Development, Infrastructure and Planning sviluppa hub innovativi e strategie industriali. Life Sciences Queensland rappresenta il settore, sostenendo startup e PMI, mentre la Brisbane Economic Development Agency facilita partnership e attrazione di imprese medtech internazionali.

Un esempio chiave è il Translational Science Hub, iniziativa da 280 milioni di dollari del Governo del Queensland in collaborazione con Sanofi, University of Queensland e Griffith University, che potenzia la ricerca e produzione di vaccini, consolidando il ruolo dello Stato come polo biomedico globale. Il Biomedical Advisor, attualmente il Professor Scott Bell, guida la strategia di crescita e innovazione del settore.

Grazie a infrastrutture avanzate, istituti di ricerca di livello mondiale e una forza lavoro altamente qualificata, il Queensland offre condizioni ideali per investire in ricerca clinica, sviluppo di tecnologie sanitarie e produzione medtech. La stabilità economica, la vicinanza ai mercati asiatici e oltre due decenni di investimenti pubblici in innovazione rendono il Queensland una destinazione strategica per investitori e aziende italiane interessate al biomedicale.

FONTI:

Queensland Clinical Trials Directory

www.tiq.qld.gov.au

Key Industries in Queensland

https://www.statedevelopment.qld.gov.au/strategic-industries/key-industries/biomedical

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Australia

Evoluzione e sfide nel settore editoriale e della stampa

Il settore editoriale e della stampa del Queensland sta vivendo una fase di profonda trasformazione, guidata da cambiamenti nei modelli di consumo, dalla crescente digitalizzazione e dalla spinta verso pratiche più sostenibili. Questo periodo di evoluzione, pur presentando sfide complesse, apre ampie opportunità per l’innovazione, l’adattamento e la collaborazione internazionale. Il mercato locale, pur mantenendo una solida tradizione nella stampa cartacea, sta sperimentando una progressiva integrazione con il digitale, con un’attenzione particolare alla personalizzazione dei contenuti, alla diversificazione dei canali di distribuzione e alla sostenibilità ambientale.

Nel 2025, il Queensland ospita circa 128 case editrici, un numero in crescita grazie al forte sviluppo di editori indipendenti e autori che adottano modelli di pubblicazione diretta e digitale. Questo trend riflette una tendenza globale verso il self-publishing e l’utilizzo di piattaforme digitali, che consentono agli autori di raggiungere lettori in tutto il mondo con maggiore agilità e minori costi logistici. La combinazione di editori tradizionali e nuovi attori digitali sta creando un ecosistema dinamico, capace di rispondere sia alle esigenze di nicchia che ai grandi mercati di massa.

Tra le tendenze emergenti più significative spicca la digitalizzazione e la stampa on-demand, che permette alle case editrici di ridurre i costi di magazzino e di rispondere rapidamente alle richieste del mercato, producendo libri e materiali stampati solo su richiesta. Accanto a questa evoluzione tecnologica, cresce l’attenzione verso la sostenibilità ambientale: molte realtà locali adottano materiali riciclati, inchiostri ecologici e processi di stampa a basso impatto ambientale, in linea con gli standard internazionali. Parallelamente, l’intelligenza artificiale sta iniziando a essere integrata nel ciclo produttivo, sia nella creazione di contenuti che nella personalizzazione dell’esperienza del lettore e nell’automazione di attività come l’impaginazione e l’editing, permettendo alle aziende di ottimizzare tempi e risorse.

Nonostante le opportunità, il settore deve affrontare sfide strutturali rilevanti. La stampa tradizionale, come giornali e riviste cartacee, registra un progressivo declino dovuto alla crescente preferenza dei lettori per piattaforme digitali e contenuti multimediali. Inoltre, il mercato mostra segnali di consolidamento, con le grandi case editrici che acquisiscono o integrano realtà più piccole, rendendo più difficile la competizione per le piccole e medie imprese locali, che devono trovare nuove strategie per differenziarsi e mantenere la propria sostenibilità economica.

Questa trasformazione, tuttavia, apre spazi importanti per le imprese italiane interessate a entrare nel mercato del Queensland. Le opportunità principali includono collaborazioni tecnologiche, con l’introduzione di soluzioni avanzate per la stampa on-demand, la digitalizzazione dei contenuti e l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione editoriale. Altro ambito strategico riguarda la sostenibilità: le aziende italiane possono contribuire con know-how su pratiche editoriali ecologiche, materiali innovativi e tecnologie di produzione a basso impatto ambientale. Infine, il Queensland rappresenta un punto di accesso ideale per l’espansione verso mercati asiatici e del Pacifico, grazie alla sua posizione strategica e alle infrastrutture logistiche avanzate, permettendo alle aziende di sviluppare progetti di co-publishing, distribuzione internazionale e collaborazione editoriale su scala globale.

In conclusione, il settore editoriale e della stampa del Queensland è in evoluzione: la sfida principale è coniugare tradizione e innovazione, bilanciando la stampa fisica con le opportunità digitali, la sostenibilità ambientale con la redditività economica e la concorrenza locale con le collaborazioni internazionali. Le imprese italiane, grazie alla loro esperienza consolidata e alla capacità di innovare, possono giocare un ruolo significativo nel plasmare questo mercato dinamico e in rapida crescita.

Book Publishers in Queensland – Poidata: https://www.poidata.io/report/book-publisher/australia/queensland
Australia Publishing Market 2025–2033 – IMARC Group: https://www.imarcgroup.com/australia-publishing-market
Publishing Trends 2025: https://publishingstate.com/print-on-demand-in-2025-identifying-trends-and-challenges/2025
Newspaper Publishing in Australia – IBISWorld: https://www.ibisworld.com/australia/industry/newspaper-publishing/169

Innovazione e inclusività nel sistema educativo del Queensland

Il settore dell'istruzione nel Queensland sta attraversando un periodo di trasformazione significativo, caratterizzato da investimenti strategici, un focus sull'inclusività e l'adozione di tecnologie avanzate per affrontare le sfide emergenti. Con una popolazione scolastica in crescita e un impegno rinnovato verso l'equità e l'eccellenza, lo stato si prepara a plasmare il futuro educativo del paese.

Nel 2025, il Queensland conta oltre 67.000 studenti aborigeni e delle Isole dello Stretto di Torres iscritti nelle scuole statali, rappresentando circa l'11,9% della popolazione scolastica. Questo segna un aumento del 7,4% rispetto al 2021, evidenziando un impegno crescente verso l'inclusione e il supporto delle comunità indigene.

Il governo del Queensland ha recentemente siglato un accordo con il governo federale, il Better and Fairer Schools Agreement, che prevede un incremento di 2,8 miliardi di AUD nei prossimi dieci anni. Questo accordo mira ad aumentare il contributo federale al 25% dello Schooling Resource Standard entro il 2034, con l'obiettivo di migliorare gli standard educativi e fornire supporto personalizzato agli studenti. Le riforme includono l'introduzione di controlli sulla fonetica e sulla numeracy per i giovani studenti, tutoraggio aggiuntivo per coloro che sono in ritardo e un miglior accesso ai professionisti della salute per il benessere degli studenti.

Nonostante gli investimenti, il sistema educativo del Queensland affronta sfide significative, tra cui una crisi di frequenza scolastica. Ogni anno vengono persi oltre 64 milioni di giorni scolastici, con il 40% degli studenti che manca almeno un giorno alla settimana. Le scuole remote e suburbane sono particolarmente colpite. In risposta, stanno emergendo modelli educativi alternativi come BlendED e Gateway Community High, che offrono approcci di supporto individualizzati e stanno guadagnando popolarità.

L'adozione della tecnologia è un elemento chiave nella strategia educativa del Queensland. Le scuole stanno integrando strumenti digitali per migliorare l'insegnamento e l'apprendimento. Inoltre, il governo ha lanciato un piano per ridurre la burocrazia e migliorare le condizioni di lavoro degli insegnanti, riconoscendo il loro ruolo cruciale nel successo degli studenti.

Prospettive future

Con l'obiettivo di raggiungere il tasso di laurea più alto della storia entro il 2030, il Queensland sta investendo in formazione continua, supporto personalizzato e innovazione tecnologica. Le collaborazioni con istituzioni educative internazionali, inclusi partner italiani, possono offrire opportunità per condividere buone pratiche, sviluppare programmi di scambio e introdurre soluzioni educative innovative che rispondano alle esigenze di una società in continua evoluzione.

 

Fonti:

Department of Education Annual Report 2024–25: qed.qld.gov.au

Better and Fairer Schools Agreement: Courier Mail

School attendance crisis: Adelaide Now

Teacher workload and technology use: The Australian

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

L’economia spagnola continuerà a crescere al di sopra della media dell’Eurozona nel 2026

Deutsche Bank prevede che la Spagna continuerà a crescere ben al di sopra della media dell’Eurozona in termini di prodotto interno lordo nel 2026, con un aumento previsto del 2,2% rispetto all’1,1% dell’Eurozona nel suo complesso. Allo stesso modo, chiuderà quest’anno con una crescita del PIL del 2,9%, ben al di sopra dell’1,4% dell’Eurozona o dell’1,9% degli Stati Uniti, come ha sottolineato in un incontro con i media, dove ha presentato le sue prospettive macroeconomiche e la sua strategia di investimento per il 2026.

“I consumi e gli investimenti sono diventati i principali motori di questa crescita in Spagna e continueranno ad esserlo nel 2026, anche se tutto lascia presagire che l’esaurimento del settore turistico, il minor dinamismo delle esportazioni di beni (a causa dei dazi) e l’aumento delle importazioni dovrebbero portare a un contributo negativo del settore estero il prossimo anno. Il risultato sarà una crescita ancora elevata, ma con una tendenza alla stabilizzazione“, ha spiegato Rosa Duce, Chief Investment Officer di Deutsche Bank in Spagna, che ha inoltre sottolineato che il prossimo anno persisteranno problemi strutturali quali ”bassa produttività, qualifiche dei lavoratori non adeguate alle esigenze occupazionali e scarsa correzione del deficit strutturale”.

Secondo le previsioni dell’ente, l’economia mondiale rimarrà nel complesso solida, anche se i conflitti geopolitici, le preoccupazioni per la crescita dell’inflazione o il debito sovrano, oltre alle controversie commerciali internazionali, continueranno a rappresentare fattori di rischio nel 2026. In Europa, quindi, le misure monetarie e fiscali dovrebbero stimolare la crescita a breve e medio termine. Si prevede che la Germania, in particolare, trarrà vantaggio dai grandi investimenti previsti nelle infrastrutture e nella difesa, che dovrebbero dare ulteriore impulso al settore manifatturiero una volta che i fondi saranno stati erogati e dovrebbero aiutare anche altri paesi europei. Nel complesso, è probabile che la Banca centrale europea mantenga i tassi di interesse al 2% fino alla fine del 2026.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la ripresa dopo la fine della chiusura del governo e la diminuzione dell’incertezza sulla politica commerciale dovrebbero stimolare una graduale ripresa dell’attività economica nel nuovo anno. Tra i fattori chiave figurano probabilmente la forza dei consumatori statunitensi – che il 4 luglio celebrano il 250° anniversario dell’indipendenza -, i solidi bilanci delle imprese, la continua crescita degli investimenti nell’intelligenza artificiale e la spesa pubblica. In questo contesto, la Federal Reserve (Fed) effettuerà tre tagli dei tassi di 25 punti base ciascuno entro la fine del 2026, portando il tasso di interesse ufficiale in un intervallo compreso tra il 3% e il 3,25%.

Fonte: monedaunica.net

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Turismo in Polonia – Numeri, Tendenze e Opportunità per l’Italia

Il settore turistico in Polonia ha vissuto un 2024 in forte ripresa, segnando un ritorno quasi completo ai livelli pre-pandemici. I dati presentati nel rapporto ufficiale dell'Ufficio Statistico polacco confermano che il Paese è tornato a essere una meta dinamica, sostenuta sia dai flussi interni che dal turismo internazionale.

Nel 2024, circa 103,3 milioni di viaggi turistici sono stati effettuati dai residenti polacchi, di cui 89,8 milioni all’interno del territorio nazionale. Si tratta di un incremento significativo rispetto al 2023, con un aumento del +6,3% per i viaggi interni e del +16,1% per quelli all’estero. Il turismo domestico rimane quindi la forma predominante, ma cresce anche l'apertura verso l'estero, segno di una popolazione sempre più mobile.

Stranieri in Polonia: tornano i viaggiatori internazionali

Sul fronte del turismo incoming, la Polonia ha accolto nel 2024 circa 87,4 milioni di viaggiatori stranieri, registrando un +12,4% rispetto all’anno precedente. Di questi, ben 24,3 milioni (circa il 28%) sono rimasti per almeno una notte nel Paese, con un incremento del +16,7% rispetto al 2023.

I visitatori provenienti da paesi extra-UE rappresentano il 38,8% del totale, e i dati mostrano una crescita particolarmente marcata dei turisti provenienti da Ucraina, Bielorussia e Stati Uniti. Questo trend evidenzia un crescente interesse verso la Polonia come destinazione stabile, economica e ricca di offerta culturale.

Strutture ricettive: più ospiti, più notti

Le strutture ricettive turistiche polacche hanno beneficiato direttamente di questi flussi: nel 2024 hanno ospitato 37,1 milioni di turisti (+6,9% rispetto al 2023), per un totale di 94,8 milioni di pernottamenti. Gli ospiti stranieri sono stati 7,7 milioni (+15,9%), confermando il contributo fondamentale del turismo internazionale al comparto alberghiero. Tra le provenienze principali, spiccano Germania, Slovacchia e Repubblica Ceca.

Quanto spendono i turisti in Polonia?

Nel 2024, i turisti stranieri hanno speso complessivamente circa 49,3 miliardi di złoty (circa 11,3 miliardi di euro), mentre i polacchi in viaggio all’estero hanno speso 21,2 miliardi di złoty (circa 4,86 miliardi di euro). Le spese pro-capite dei viaggiatori stranieri in Polonia sono aumentate dell’8,1%, toccando una media di 2.147 złoty a persona (circa 492 euro), mentre i residenti polacchi all’estero hanno speso in media 2.317 złoty per viaggio (circa 531 euro).

Perché questi dati sono rilevanti per l’Italia?

Per le aziende italiane, in particolare quelle attive nei settori turistico, agroalimentare, della ristorazione, moda e design, questi numeri offrono importanti spunti strategici:

  • Export turistico: il forte aumento di turisti polacchi all’estero (+16,1%) rappresenta un’occasione per promuovere l’Italia come destinazione premium per viaggi culturali, gastronomici e naturalistici, puntando su regioni meno battute dal turismo di massa.
  • Incoming in Polonia: le imprese italiane nel settore della ristorazione o hotellerie già presenti in Polonia possono beneficiare dell’incremento del turismo locale e internazionale. La percezione positiva del lifestyle italiano può essere sfruttata attraverso offerte mirate e collaborazioni con operatori turistici polacchi.
  • Partnership commerciali: la crescita del turismo interno e delle spese dei residenti polacchi spinge la domanda per prodotti di qualità, con particolare attenzione a quelli legati al benessere, al tempo libero e alla cucina. Per le aziende italiane della filiera alimentare o dell’arredamento, ci sono opportunità per inserirsi in questo mercato in espansione.
  • Eventi e promozione: la ripresa del turismo in Polonia suggerisce la possibilità di investire in fiere, roadshow ed eventi B2B nel Paese, con una presenza fisica o ibrida, intercettando il rinnovato entusiasmo verso il viaggio e l’internazionalizzazione.

Conclusione

Il quadro che emerge è quello di una Polonia turisticamente attiva, in espansione e sempre più attrattiva. Per le aziende italiane, si apre una fase in cui cogliere il potenziale di un mercato vicino, culturalmente affine, ma ancora non saturo. La sfida sarà saper rispondere a una domanda in crescita con proposte autentiche, sostenibili e su misura.

Fonte: Report redatto da GUS ed elaborato dalla Camera di Commercio e Industria Italiana in Polonia

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Notize dai mercati esteri - Brasile

L'agroalimentare cresce del 127% e rafforza il ruolo strategi

In una riunione ministeriale tenutasi martedì (17), il Ministro della Casa Civile, Rui Costa, ha affermato che le risorse destinate all'agroalimentare sono cresciute del 127% nell'attuale Piano Safra (Piano di Raccolta), consolidando il settore come uno dei principali vettori di investimento nell'economia brasiliana. I dati sono stati presentati dal Governo Federale e pubblicati da Gov.br.

Secondo le informazioni ufficiali, il Piano di Raccolta 2023-2025 ammonta a 1,62 trilioni di R$, un importo significativamente superiore ai 712,89 miliardi di R$ stanziati nel ciclo 2019-2021. Confrontando i due periodi, le risorse sono più che raddoppiate, riflettendo un cambiamento significativo nell'entità dei finanziamenti per il settore agricolo.

Il Plano di Raccolta riunisce le principali linee di credito rurale del Paese, volte a finanziare la produzione agricola, comprese le operazioni per i costi operativi, gli investimenti e il sostegno alla modernizzazione delle campagne. Il programma viene rinnovato a ogni ciclo agricolo e costituisce uno dei principali strumenti di politica pubblica a sostegno della produzione, della competitività e della sicurezza alimentare.

Per imprenditori e investitori, l'espansione delle risorse segnala una maggiore prevedibilità e capacità di finanziamento in un settore che rappresenta una parte significativa del PIL, delle esportazioni e della creazione di posti di lavoro del Brasile. L'aumento del volume tende inoltre a stimolare gli investimenti in tecnologia, produttività ed efficienza, in linea con la crescente domanda globale di cibo.

Il rafforzamento del Piano di Raccolta avviene in un contesto in cui l'agroindustria brasiliana sta espandendo la propria presenza sul mercato internazionale e consolidando la propria posizione strategica nell'economia, acquisendo al contempo centralità nelle decisioni di politica economica del governo.

Fonte: Times Brasil

Cosa rappresenta il primo lancio commerciale del Brasile nell'economia spaziale da 1 trilione di dollari

Alle 15:45 di questo venerdì, dal Centro di Lancio di Alcântara (CLA) nel Maranhão, avrà inizio l'Operazione Spaceward, il primo lancio di un razzo commerciale sul territorio nazionale

Questo venerdì (19.12.2025), il Brasile è pronto a rompere una barriera storica nella sua traiettoria tecnologica e commerciale. Alle 15:45, dal Centro di Lancio di Alcântara (CLA), nello Stato di Maranhão, inizierà l'Operazione Spaceward, il primo lancio di un razzo commerciale in territorio nazionale. L'Hanbit-Nano è un piccolo razzo sviluppato dall'azienda sudcoreana Innospace, che segna la prima volta che un'organizzazione privata utilizza infrastrutture brasiliane per missioni orbitali a pagamento.

L'operazione è stata resa possibile grazie a un bando pubblico lanciato dall'Agenzia Spaziale Brasiliana (AEB) nel 2020. L'obiettivo principale di questa strategia è trasformare il CLA in un hub per la fornitura di servizi globali, sfruttando la posizione privilegiata della città di Alcântara, situata a soli 2° a sud della linea dell'Equatore. Dal punto di vista geografico, questa posizione consente ai razzi di sfruttare la velocità di rotazione della Terra in modo più efficiente, con un conseguente risparmio di carburante fino al 30% per raggiungere l'orbita, rendendo il Brasile una delle destinazioni più competitive e redditizie per le aziende satellitari di tutto il mondo.

Il razzo Hanbit-Nano, alto 21,7 metri e con un diametro di 1,4 metri, trasportava otto carichi utili per un totale di 18 chilogrammi di tecnologia all'avanguardia. Di questi, sette sono di origine brasiliana, sviluppati da un ecosistema che integra il Ministero della Scienza, della Tecnologia e dell'Innovazione (MCTI), università come UFSC e UFMA e startup di deep tech come Pion. Tra gli oggetti portati nello spazio ci sono i satelliti FloripaSat-2A e 2B, nonché i sistemi di navigazione inerziale, fondamentali per l'autonomia tecnologica del Paese in settori che vanno dalla difesa all'agroalimentare.

Dietro questo lancio si cela un imperativo economico: l'inserimento del Brasile nella Economia Spaziale, un mercato globale stimato in 1.000 miliardi di dollari per i prossimi decenni. Consolidando i partenariati pubblico-privati ​​sotto la supervisione del Dipartimento di Scienza e Tecnologia Aerospaziale (DCTA) dell'Aeronautica Militare Brasiliana, il Paese cessa di essere un mero esecutore di isolati esperimenti scientifici e inizia a svolgere un ruolo logistico strategico. La missione convalida la capacità tecnica e legale del Brasile di ospitare lanci internazionali, aprendo la strada alle grandi aziende e alle potenze tecnologiche emergenti che considereranno Alcântara come la porta d'accesso allo spazio più efficiente.

Fonte: Forbes Brasil | Forbes TECH

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Il Gruppo Fagioli entra in Ceva Logistics: focus su project logistics e mercato nordamericano

Il Gruppo Fagioli, specializzato in trasporti eccezionali e project logistics, entra nell’orbita del colosso francese Cma Cgm. Il 15 dicembre 2025 Ceva Logistics, multinazionale logistica controllata da Cma Cgm, ha annunciato la firma di un accordo per l’acquisizione del 100% di Fagioli Holding e delle sue controllate, per un valore non reso pubblico. L’operazione mira a rafforzare in modo strutturale il posizionamento di Ceva nel project logistics, con particolare riferimento ai trasporti eccezionali, al sollevamento pesante e all’ingegneria applicata ai grandi progetti industriali.

L’integrazione consentirà a Ceva di coprire l’intera catena del valore, dalla progettazione e ingegnerizzazione fino alla consegna finale e alle operazioni di installazione in sito, consolidando l’offerta nei settori energy, infrastrutture e industria pesante. Il perimetro dell’acquisizione include circa 450 addetti specializzati, oltre quaranta ingegneri e uno dei più ampi parchi mezzi al mondo per movimentazioni complesse.

Nel 2024 il Gruppo Fagioli ha registrato ricavi consolidati pari a 216 milioni di euro, superando la soglia dei 200 milioni, con una presenza operativa internazionale rafforzata. L’operazione segna l’uscita del fondo QuattroR, azionista di maggioranza dal 2017, e della famiglia Fagioli, che avevano accompagnato il gruppo in un percorso di riequilibrio finanziario e rilancio industriale.

Dal punto di vista geografico, l’acquisizione rafforza in modo significativo la presenza di Ceva in Europa, Nord America e Asia-Pacifico, sostenendo al contempo lo sviluppo in Medio Oriente e Africa orientale. In particolare, Fagioli porta in dote una piattaforma strategica negli Stati Uniti, con Houston come uno dei tre hub globali del gruppo, insieme a Sant’Ilario d’Enza e Singapore. La base texana rappresenta un presidio chiave per il mercato nordamericano, soprattutto nei settori energy, oil & gas, infrastrutture e grandi progetti industriali.

Il patrimonio di asset tecnici di Fagioli è considerato tra i più avanzati a livello globale: include carrelli modulari semoventi Spmt di ultima generazione, sistemi di skidding ad altissima capacità, strand jacks fino a 750 tonnellate per unità e gru cingolate di grande portata, tra cui modelli fino a 3.000 tonnellate. Queste competenze rafforzano in modo significativo la capacità di Ceva di competere nei progetti industriali più complessi a livello globale.

Con l’ingresso in Ceva Logistics, il Gruppo Fagioli viene integrato in una piattaforma logistica globale, combinando competenze ingegneristiche specialistiche con una rete internazionale di freight forwarding e contract logistics, e rafforzando il ruolo del Nord America – e in particolare di Houston – come mercato strategico per lo sviluppo futuro.

(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas, Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Digitalizzazione in crescita: sempre più aziende in Belgio usano l’intelligenza artificiale

Secondo l’ultima indagine pubblicata da Statbel, agenzia nazionale di statistica belga, l’adozione di tecnologie ICT sta aumentando in modo significativo, in particolare, le aziende fanno un uso sempre maggiore di intelligenza artificiale, cloud computing e analisi avanzata dei dati. La digitalizzazione di base è ormai consolidata: 9 imprese su 10 dispongono di un sito web e 4 su 5 utilizzano i social network, una percentuale che raggiunge il 95,3% tra le aziende con più di 250 dipendenti.

L’integrazione tra AI, ovvero la capacità di un sistema artificiale (tipicamente un sistema informatico o di un sistema di automazione) di simulare una generica forma di intelligenza naturale, Cloud, ampio spazio di archiviazione online in cui le persone e le aziende depositano e classificano file e applicazioni accessibili ovunque con una connessione Internet, e data analytics, cioè l'analisi sistematica di dati più o meno sensibili atta a estrarre informazioni di valore che guidano operazioni aziendali quotidiane e orientano strategie di mercato sino ad alterare nuovi indirizzi di governance, è sempre più diffusa. Il 22% delle aziende combina l’uso di tutte e tre le tecnologie , quota che raggiunge il 70% nelle imprese con più di 250 dipendenti.

Nel 2025, il 34,5% delle imprese utilizza almeno un forma di intelligenza artificiale e tra le grandi aziende, la quota sale a 3 su 4. Tra le applicazioni più diffuse figurano tecnologie capaci di analizzare testi scritti, utilizzate da quasi un’impresa su quattro (23%).

L’analisi dei dati è sempre più ricercata: quasi metà delle imprese svolge internamente attività di data analysis, mentre le altre si affidano a gestori esterni. Oggetto d’indagine è per il 37% dati relativi alle transazioni, mentre il 27,7% vengono elaborate informazioni sui clienti, come acquisti, preferenze e recensioni.

Anche il cloud computing continua ad espandersi: ad acquistare servizi cloud sono 3 imprese su 5, percentuale che supera il 90% nelle imprese di grandi dimensioni.

Questa tendenza è ben visibile nel successo di alcuni attori del settore come la società belga NRB group, specializzata in information e communication technology, così come la  element 61 che fornisce servizi di performance management. Gruppi come Proximus stanno integrando l’intelligenza artificiale nei loro servizi digitali e nelle attività di cyber security per rendere la società digitale odierna più sicura.

Nel complesso, i report di Statbel mostrano chiaramente come la trasformazione digitale delle imprese belghe sia in fase di accelerazione, con un utilizzo sempre più strutturato delle sopradette tecnologie. L’adozione crescente di intelligenza artificiale, cloud e strumenti analitici genera, a sua volta, un cambiamento profondo nei modelli organizzativi e nei processi di gestione dei dati così come del personale.

Per quanto concerne il Bel Paese, un rapporto ISTAT 2025 certifica che la trasformazione digitale delle imprese nostrane procede con maggiore lentezza. L’adozione delle nuove tecnologie è in crescita, ma resta complessivamente ben più limitata che in Belgio.

Fonte: https://statbel.fgov.be/en/themes/enterprises/ict-and-e-commerce-enterprises

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025
Lunedì 29 Dicembre 2025

Germania vs. Italia: come cresce il mercato vegano in Europa

Il mercato dei prodotti plant-based in Europa sta crescendo rapidamente. Sempre più persone scelgono alternative vegetali per motivi di salute, attenzione all’ambiente e rispetto degli animali. Tra i Paesi più attivi in questa trasformazione spiccano Germania e Italia, che però seguono strade diverse.

La Germania è oggi il Paese leader nello sviluppo dell’industria vegana europea. I prodotti vegetali sono ormai presenti in modo stabile nei supermercati e vengono acquistati regolarmente da milioni di famiglie. Latte vegetale e alternative alla carne fanno parte della spesa quotidiana di una larga fetta della popolazione.

Un ruolo fondamentale è giocato dai marchi dei supermercati, che rendono questi prodotti più accessibili e convenienti. Anche dal punto di vista produttivo, la Germania continua a crescere: la produzione di sostituti vegetali è aumentata negli ultimi anni, anche se il settore resta ancora molto più piccolo rispetto all’industria della carne tradizionale.

Particolarmente dinamico è il mercato delle alternative vegetali ai latticini, che continua ad attirare investimenti e innovazione.

In Italia il mercato plant-based è più giovane, ma sta crescendo velocemente. La forte tradizione gastronomica, soprattutto legata ai formaggi e ai prodotti caseari, non frena l’innovazione: al contrario, sta spingendo aziende storiche e piccoli produttori a sperimentare nuove soluzioni vegetali.

Le alternative ai latticini sono uno dei settori più interessanti, perché riescono a coniugare gusto, identità culinaria e attenzione a salute e sostenibilità.

Il confronto tra Germania e Italia mostra due modelli diversi ma complementari. La Germania punta su scala industriale e diffusione capillare, mentre l’Italia lavora sulla qualità e sulla reinterpretazione della propria tradizione gastronomica.

Una cosa però è chiara: il plant-based non è più una moda passeggera, ma una parte sempre più importante del futuro dell’alimentazione europea.

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo Tedesca - ITALCAM)

Ultima modifica: Lunedì 29 Dicembre 2025