Mercoledì 3 Dicembre 2025
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Il board della banca centrale ha approvato la creazione di uno portafoglio sperimentale di asset digitali per un valore di circa un milione di dollari americani. La ČNB ha acquistato nel portafoglio i bitcoin, stablecoin del dollaro americano e altri attivi digitali.
A spingere per l'acquisto delle monete digitali è stato il governatore Aleš Michl. Tra le banche centrali si tratta di un passo considerato ancora insolito. L'obiettivo del progetto è acquisire le conoscenze sulle valute digitali basate sulla tecnologia dei blockchain. “Fra due o tre anni presenteremo una valutazione complessiva del progetto” ha detto Michl.
Fonte e fonte fotografia: cnb.cz
La pressione fiscale ceca è rimasta tra le più basse nell'Unione Europea. Lo indicano i dati dell'Eurostat.
La pressione fiscale – misurata come quota del Pil rappresentata dal gettito delle imposte e dei contributi – è stata nel 2024 in Repubblica Ceca del 35%. Si tratta di un dato di ben cinque punti percentuale al di sotto della media di tutti i Paesi dell'Unione Europea. Il dato ceco ero il sesto più basso nell'UE e ben lontano dal 45% del Pil registrato in Paesi come Danimarca, Belgio e Francia.
La pressione fiscale ha tuttavia registrato nel 2024 un forte rialzo dovuto alle misure di consolidamento. La quota del gettito di tasse e contributi sul Pil ha avuto un incremento tra il 2023 e il 2024 di oltre un punto percentuale. La pressione fiscale tuttavia rimane più bassa rispetto al periodo 2018-2020, quando aveva sfiorato il 36% del Pil.
Fonte e fonte fotografia: ec.europa.eu
Il Ministero delle Finanze e la Banca Centrale Ceca prevedono per il 2025 e il 2026 una crescita dell'economia ceca oltre il due percento. Lo indicano le previsioni aggiornate pubblicate alla fine della scorsa settimana.
La Banca Centrale ha rivisto le sue previsioni di crescita dell'economia ceca al 2,3% per il 2025 e al 2,4% per il 2026. L'inflazione non dovrebbe superare il tre percento con un leggero calo del ritmo dell'incremento dei prezzi nel 2026. Il tasso di cambio della corona ceca nei confronti dell'euro dovrebbe rimanere stabile nei due anni attorno a 24,6 corone ceche per un euro.
Il Ministero delle Finanze prevede una crescita del Pil per quest'anno del 2,4% e del 2,2% per il 2026. Il prossimo anno dovrebbe riprendere la dinamica degli investimenti con un incremento previsto del tre percento. Il ministero prevede anche una forte crescita del montante dei salari con un aumento del 7,1% quest'anno e del 5,9% quello prossimo. I consumi interni quindi rimarranno il motore della crescita ceca anche nel 2026.
Fonte: mfcr.cz
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il litio è un metallo raro, utilizzato come materia prima per l'industria tecnologica. Le batterie ricaricabili per cellulari e notebook vengono prodotte utilizzando il litio e vengono utilizzate anche nella produzione di automobili elettriche.
Secondo lo United States Geological Survey (USGS), le riserve globali di litio nel 2022 ammontavano a circa 26 milioni di tonnellate.
Il Brasile è uno dei paesi che possiede una delle riserve di litio più grandi al mondo ed è in settima posizione nel ranking mondiale. Compete solo con paesi che detengono le riserve maggiori al mondo: Australia, Cile, Cina e Argentina.
Il Servizio Geologico Brasiliano (SGB) afferma che le riserve brasiliane di litio si trovano negli stati di Minas Gerais, Ceará, Rio Grande do Norte, Paraíba, Goiás, Bahia e meno voluminose nel Rio Grande do Sul. Per gli economisti “Il litio rappresenta un’opportunità per rilanciare lo sviluppo del Brasile, non solo nell’ambito della ricerca mineraria e dell’estrazione mineraria, ma lungo tutta la filiera produttiva del metallo, passando per le diverse fasi di lavorazione. Incluso trasformazione in componentistica ed esportazione.
La strutturazione di questa filiera comporta inoltre la realizzazione dell’intera rete parallela di fornitura di materiali e servizi, nonché opportunità di sviluppo scientifico e tecnologico nei diversi settori produttivi”. Oltre alla nascita di nuove PMI dell’area o dei servizi collegati, con incremento delle fonti di reddito e richiesta di manodopera.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana di Santa Catarina)
L’Ambasciata d’Italia a Washington ha recentemente evidenziato la presenza e l’impatto delle aziende italiane negli Stati Uniti.
Secondo i dati diffusi, operano negli U.S.A. oltre 6.000 aziende italiane, con un fatturato complessivo superiore a 140 miliardi di dollari e più di 300.000 dipendenti. Si tratta di un contributo significativo non solo in termini economici, ma anche di creazione di posti di lavoro e di rafforzamento dei legami tra Italia e Stati Uniti.
I principali settori che riflettono l’eccellenza e la diversità del panorama industriale italiano, comprendendo manifattura, energia, aerospazio, biotech, food & beverage.
Dal punto di vista geografico, le aziende italiane sono presenti quasi in tutto il territorio statunitense, con una maggiore concentrazione in alcune aree chiave. Le prime cinque sono: New York (476 aziende), Florida (403), California (220), Texas (203) e New Jersey (168); zone note per il dinamismo economico e l’apertura ai mercati internazionali.
Particolare attenzione merita il Sud-Est degli Stati Uniti, dove la presenza italiana è rilevante e in crescita, con 692 aziende nella regione di cui: 403 in Florida, 131 in North Carolina, 96 in Georgia, 44 in South Carolina, 13 in Alabama e 5 in Mississippi.
Questi numeri mostrano come il Sud-Est degli Stati Uniti si stia consolidando come hub strategico per le aziende italiane, grazie a una crescita economica e demografica favorevole, infrastrutture in espansione e un interesse crescente per i prodotti italiani.
Fonte: Italy in USA
(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast, Inc.)
Italia e Germania si confermano tra i principali produttori mondiali di abbigliamento. Nel 2024, l’Italia ha registrato un fatturato di 54 miliardi di euro nel solo comparto dell’abbigliamento e 96 miliardi considerando l’intero settore TCLF (tessile, abbigliamento, pelle e calzature), consolidando la sua posizione tra i leader globali. Anche la Germania svolge un ruolo di primo piano, con oltre 24 miliardi di euro di fatturato nel 2024.
Tuttavia, l’industria della moda e del tessile rimane tra le più impattanti sull’ambiente: consuma enormi quantità di acqua, suolo ed energia e genera, nell’UE, 5 milioni di tonnellate di rifiuti tessili ogni anno, pari a 12 kg pro capite. Solo l’1% dei materiali scartati viene oggi riciclato, mentre dal 1996 gli acquisti di indumenti in Europa sono aumentati del 40%.
Per contrastare questa tendenza, la Commissione europea ha lanciato nel 2022 la Strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari, con l’obiettivo di rendere tutti i prodotti tessili europei durevoli, riciclabili e sicuri entro il 2030, in linea con il Green Deal europeo. Secondo il WWF, la transizione sostenibile del settore si fonda su tre pilastri: efficienza ecologica, innovazione nelle filiere e consumo responsabile.
La moda sostenibile in Italia
In Italia, la sostenibilità è sempre più percepita come un valore aggiunto. Nel 2024 il 74,7% dei consumatori ha dichiarato di essere disposto a spendere di più per capi di qualità e lunga durata. Il mercato della moda sostenibile italiano punta su materiali riciclati, bio-based e tessuti intelligenti, grazie a un tessile che combina tradizione, qualità e innovazione. Le imprese investono in digitalizzazione, tracciabilità e certificazioni ambientali, elementi chiave per competere sui mercati premium, come quello tedesco.
La moda sostenibile in Germania
Il settore tessile tedesco è tra i più avanzati d’Europa per ricerca e innovazione sostenibile: nel 2025 gli acquisti di capi di seconda mano hanno toccato il 48% in questo paese. Il governo tedesco sostiene attivamente progetti come ECOSYSTEX (European Community of Practice for a Sustainable Textile Ecosystem), volto a favorire la collaborazione nel tessile circolare. Le principali sfide restano i costi elevati e la carenza di competenze specialistiche, rendendo cruciali strategie coordinate, filiere responsabili e formazione mirata.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
Una Smart City è un territorio che si sviluppa in modo pianificato, offrendo un ambiente efficiente, che utilizza tecnologie combinate e supportate da politiche pubbliche per costituirsi come una piattaforma per promuovere il successo di persone e imprese.
È con questa visione che le città nel mondo hanno attratto talenti, poiché l'economia digitale e il lavoro a distanza hanno permesso di stabilire la residenza in città che offrono le migliori condizioni per vivere e non solo per lavorare!
Quando si parla di attrarre talenti, ciò che vale per le imprese vale anche per la città.
In altre parole, cerchiamo di vivere nella città migliore possibile, e questo passa in larga misura attraverso l'applicazione dei concetti di Smart City: pianificazione urbana, sicurezza, istruzione, cultura e tempo libero, ecc.
Cioè, cerchiamo di vivere nella migliore città possibile, e questo dipende in gran parte dall'applicazione dei concetti di Smart Cities: pianificazione urbana, sicurezza, istruzione, cultura e tempo libero, ecc. Una città intelligente si preoccupa anche dell'infrastruttura, della capacità e della qualità dell'offerta abitativa. Se ottenere una residenza è costoso o difficile, è naturale che i talenti migrino verso altre città dove l'offerta è migliore. Santa Catarina affronta sfide e opportunità in questo scenario. Il valore del metro quadrato è cresciuto rapidamente, arrivando a 100.000 R$/m² in alcune aree. Le partnership con il settore privato possono aiutare a creare soluzioni abitative pianificate, sostenibili e accessibili, costruendo ambienti confortevoli e attraenti per le persone, applicando i concetti del placemaking.
Quando parliamo di persone e affari, abbiamo uno scenario estremamente preoccupante: secondo il World Talent Ranking Scoring, che valuta lo sviluppo, la retention e l'attrazione di talenti altamente qualificati, il Brasile occupa la PENULTIMA posizione (66° su 67 paesi), precedendo solo la Mongolia. In altre parole, anche nel contesto delle Americhe siamo ultimi, dietro solo al Venezuela (!).
Il sud del Brasile è un punto di riferimento mondiale nelle costruzioni sostenibili – i Green Buildings; esplorare e potenziare questa caratteristica è senza dubbio un'opportunità per attrarre persone e alzare lo standard di qualità del settore immobiliare.
In Brasile gli imprenditori sono resilienti e abili nel cercare alternative. Pertanto è possibile e redditizio costruire partnership efficaci con istituzioni dei più diversi settori. Investire nel concetto di smart offre pertanto buone opportunità in Brasile.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana di Santa Catarina)
La multinazionale italiana Eni S.p.A. ha avviato negoziazioni con l’argentina Pluspetrol S.A. per l’acquisizione di partecipazioni in campi di gas situati nell’area di Vaca Muerta, uno dei bacini non convenzionali più significativi al mondo. L’operazione si inserisce nel quadro del progetto congiunto già avviato tra Eni e YPF per sviluppare un polo integrato di produzione, trattamento e liquefazione di gas naturale destinato all’esportazione. La prima fase del progetto prevede fino a 12 milioni di tonnellate annue di GNL, con l’impiego di tecnologia avanzata e infrastrutture FLNG (Floating Liquefied Natural Gas).
Questi sviluppi confermano il crescente coinvolgimento dell’Italia nel settore energetico argentino e rafforzano la cooperazione bilaterale in ambiti ad alto contenuto tecnologico. Le attività previste richiedono competenze specialistiche in ingegneria, logistica, manutenzione industriale e fornitura di componenti tecnici, creando così possibili spazi di collaborazione per imprese italiane e argentine lungo tutta la catena del valore.
Per la rete di aziende seguite dalla Camera di Commercio Italiana di Rosario, questo scenario rappresenta un’opportunità concreta per valutare nuovi sbocchi commerciali, servizi connessi e potenziali partnership. La Camera rimane a disposizione per facilitare contatti, fornire informazioni aggiornate e accompagnare le imprese interessate nei processi di internazionalizzazione nel settore energetico.
(Contributo editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Secondo il rapporto del New York Circular City Initiative, la metropoli statunitense punta a diventare entro il 2030 una delle prime città al mondo pienamente circolari, ovvero capace di ridurre drasticamente gli sprechi, valorizzare le risorse esistenti e trasformare la sostenibilità in motore di crescita economica e occupazionale. Il progetto, promosso da realtà come la NYC Economic Development Corporation, stima che l’adozione diffusa di pratiche circolari possa generare oltre 11.000 nuovi posti di lavoro e 11 miliardi di dollari di benefici economici per la città.
Questa trasformazione risponde a una doppia esigenza: da un lato la necessità di ridurre l’impatto ambientale urbano, dall’altro rafforzare la resilienza economica post–pandemia, puntando su modelli produttivi locali e sull’innovazione industriale.
Come evidenziato dal rapporto, l’economia circolare rappresenta anche una grande opportunità per le imprese internazionali, incluse quelle italiane. Settori come l’arredamento, la moda, il food e la tecnologia per la sostenibilità trovano infatti terreno fertile in una città che sta ripensando il proprio tessuto produttivo in chiave “green” e che promuove partnership pubblico-private per la rigenerazione urbana.
Un esempio concreto arriva dal Brooklyn Navy Yard, storico complesso industriale lungo l’East River oggi riconvertito in distretto per l’innovazione sostenibile e la manifattura urbana. Nei suoi spazi riconfigurati operano startup e imprese impegnate nel riuso dei materiali e nella sperimentazione di modelli “product-as-a-service”.
In questo scenario, le aziende italiane possono giocare un ruolo di primo piano mettendo a disposizione il proprio know-how in ambiti quali eco-design, economia dei materiali, moda responsabile e tecnologie per la riduzione delle emissioni. Grazie alle attività della Italy–America Chamber of Commerce (IACC), che promuove eventi e progetti dedicati alla green economy e alla transizione circolare, il processo di internazionalizzazione di queste imprese risulta facilitato.
Tra le iniziative più rilevanti promosse dalla IACC, spicca la serie di webinar “Carbon Emission Brand Management – Adding Monetary Value to Your Brand, Business and Bottom-Line”, realizzata in collaborazione con WDA Strategic Brand Marketing, che aiuta le imprese a comprendere come la sostenibilità possa tradursi in valore economico e competitivo. Gli appuntamenti hanno infatti esplorato le nuove opportunità di generare valore economico attraverso i crediti di carbonio e le pratiche ESG – un segnale chiaro di come la IACC stia aiutando il Made in Italy a coniugare competitività e responsabilità ambientale sul mercato statunitense. In linea con questo impegno, la Camera continuerà a proporre nuove iniziative volte a promuovere la sostenibilità e l’innovazione tra le aziende italiane attive negli Stati Uniti.
(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce)
Nell’ambito della strategia 2022-2025 del Gruppo Intesa Sanpaolo, incentrata sulla digitalizzazione della gestione patrimoniale per rafforzare la propria presenza nei mercati europei, Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking ha lanciato venerdi’ 7 novembre Fideuram Direct in Lussemburgo e Belgio perseguendo l’obiettivo di rendere gli investimenti più semplici, trasparenti e accessibili, guidando al contempo i clienti verso una gestione patrimoniale più strutturata.
Il modello dell’applicazione mobile intuitiva “Fideuram Direct” si basa su un facile accesso ai mercati finanziari attraverso un'ampia selezione di ETF, tra cui gli iShares di BlackRock, leader europeo del settore, e di altri emittenti. Gli utenti possono sottoscrivere piani di accumulo, investire gradualmente e diversificare i propri portafogli. La piattaforma prevede di arricchire la propria offerta con portafogli modello e, in futuro, con un modello ibrido che combina supporto umano e strumenti digitali.
In Belgio, oltre l'80% dei cittadini utilizza un'app bancaria almeno una volta al mese e il 26% afferma di farlo più spesso rispetto a un anno fa. Secondo lo studio People and Money 2025 di BlackRock, l'adozione degli ETF in Lussemburgo è aumentata del 43% dal 2022. Essendo un centro finanziario internazionale e un mercato maturo per i servizi digitali, il Lussemburgo offre un ambiente altrettanto favorevole per questo tipo di soluzioni.
L’'alleanza, dunque, tra l’importante gruppo bancario italiano, un gigante dell'asset management e di tecnologia avanzata utilizzata per analizzare i rischi e le esposizioni del portafoglio, e un'innovativa società fintech specializzata in soluzioni digitali per il private banking illustra l'evoluzione di un settore in cui la tecnologia sta ridefinendo le regole della consulenza finanziaria.
"Per soddisfare gli obiettivi del piano ReArm Europe, sarà essenziale mobilitare non solo finanziamenti pubblici, ma anche privati", ha dichiarato il dipartimento del Ministro delle Finanze Gilles Roth. "La piazza finanziaria lussemburghese, con le sue competenze e i suoi strumenti, ha chiaramente un ruolo da svolgere in questo contesto. Stiamo anche assistendo a un numero sempre maggiore di attori che colgono queste opportunità, ad esempio con il lancio di fondi di investimento specializzati".
E’ in corso in queste settimane un acceso dibattito sulla compatibilità dei finanziamenti ESG al settore della difesa. Tematiche che possono apparire antitetiche per alcuni e complementari per altri.
"ESG e difesa non si escludono necessariamente a vicenda, perché senza pace e sicurezza non è possibile alcuno sviluppo economico", risponde il Ministero delle Finanze. "In questo contesto, è comunque importante garantire la necessaria trasparenza nell'interesse degli investitori".
Secondo l’opinione degli stakeholder del settore privato, difesa ed ESG sono compatibili perché un ESG responsabile può allinearsi con la sicurezza, la difesa e i trattati internazionali. Le esigenze di finanziamento della difesa non sono in alcun modo paragonabili alle esigenze di investimento ESG, che sono molto più ampie e a lungo termine.
Quanto all'Associazione dei banchieri lussemburghesi (ABBL), questa ritiene che il finanziamento della difesa rimane principalmente una responsabilità pubblica. Prima che le banche possano aumentare il loro impegno, le autorità dell'UE sono chiamate a inviare chiari segnali politici che affermino che la difesa è un'area di finanziamento legittima e prioritaria. “Il settore bancario è pronto a fare la sua parte facilitando il dialogo con le autorità pubbliche e l'industria e stabilendo una chiara distinzione tra finanziamenti (credito e mercati dei capitali) e investimenti (capitale di rischio). Sebbene non vi sia una carenza strutturale di finanziamenti bancari, la chiarezza nelle normative e nelle definizioni potrebbe migliorare l'efficienza".
Secondo l’Associazione Lussemburghese dei Fondi d'Investimento (ALFI), è importante la trasparenza. "È fondamentale spiegare chiaramente agli investitori, attraverso la divulgazione, quale prodotto viene offerto e garantirne la conformità a quanto promesso". A suo avviso, la compatibilità tra difesa ed ESG è principalmente una questione politica e dipende dalla strategia di ciascun investitore. Tuttavia, il confine tra difensivo e offensivo rimane labile e richiede rigorosi processi di selezione ESG.
Infine, per l'economista ed ex banchiere Bruno Colmant, la traiettoria del Lussemburgo rende logico il suo interesse per i fondi di difesa. Ma le due questioni sono "esistenziali per natura". In altre parole, sicurezza e sostenibilità non sono incompatibili, anche se sembrano contraddittorie. Secondo lui, il rischio reputazionale è limitato finché esiste una governance chiara e condivisa. "Se le regole sono chiare, intelligenti e accettate dagli investitori e da altri paesi, il Lussemburgo potrebbe persino trarne beneficio. E, in definitiva, un centro finanziario in grado di stabilizzare, concentrare e garantire una governance trasparente per questo tipo di investimenti è preferibile a decine di iniziative sparse in tutta Europa".
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese a.s.b.l)
Negli ultimi anni, il mercato australiano del vino ha conosciuto una profonda trasformazione digitale, con una crescita significativa delle vendite online e dei canali direct-to-consumer (D2C). I consumatori australiani si mostrano sempre più propensi ad acquistare vino tramite piattaforme e-commerce, attratti dalla comodità, dalla varietà dell’offerta e dalla possibilità di ricevere prodotti selezionati direttamente a casa. Questo trend si è rafforzato dopo la pandemia, consolidando nuovi modelli di consumo che privilegiano l’esperienza digitale e la personalizzazione dell’acquisto.
Piattaforme specializzate come Vinomofo, The Wine Collective e Just Wines stanno ridefinendo il modo in cui il vino viene venduto e promosso in Australia, offrendo ai consumatori un’ampia gamma di etichette locali e internazionali, programmi di fidelizzazione e abbonamenti mensili personalizzati. Anche i marketplace generalisti come Dan Murphy’s Online e BWS hanno potenziato le proprie sezioni dedicate al vino, integrando funzioni di raccomandazione basate su algoritmi e recensioni dei clienti.
Per le cantine italiane, la digitalizzazione del mercato australiano rappresenta una grande opportunità per testare la domanda locale in modalità D2C, riducendo la dipendenza dagli importatori tradizionali e accedendo direttamente ai consumatori finali. Le vendite online consentono di sperimentare strategie di pricing più flessibili, raccogliere dati sui comportamenti d’acquisto e costruire una community di appassionati di vino italiano. Inoltre, le degustazioni virtuali, le collaborazioni con influencer enogastronomici e le campagne social mirate possono rafforzare la brand awareness e favorire la fidelizzazione dei clienti.
In un mercato sempre più competitivo, la chiave per il successo delle cantine italiane risiede nella combinazione tra autenticità, storytelling digitale e adattamento alle preferenze locali. Offrire esperienze personalizzate, pacchetti degustazione o abbonamenti mensili può facilitare l’ingresso sul mercato australiano, valorizzando il vino italiano come simbolo di qualità e tradizione.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)
L'Asia e l'Europa hanno compensato un calo del 37,9% delle vendite negli Stati Uniti
La diversificazione delle esportazioni verso Asia ed Europa ha compensato gli effetti dei dazi statunitensi, tre mesi dopo la ritorsione commerciale dell'amministrazione Donald Trump. Le vendite brasiliane all'estero sono cresciute del 9,1% a ottobre rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, raggiungendo un record mensile dall'inizio della serie storica nel 1989.
La crescita si è verificata nonostante un forte calo del 37,9% delle vendite negli Stati Uniti. I dati sono stati pubblicati il 6 novembre dal Ministero dello Sviluppo, dell'Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC).
Secondo l'indagine, il mese scorso le esportazioni hanno raggiunto i 31,97 miliardi di dollari, mentre le importazioni hanno raggiunto i 25,01 miliardi di dollari, con un conseguente surplus commerciale di 6,96 miliardi di dollari.
Il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti, influenzato dai dazi imposti dal governo statunitense, ha portato a un calo del 24,1% delle vendite in Nord America. Questa è stata l'unica regione ad aver registrato una riduzione delle esportazioni a ottobre.
Il fattore principale del calo delle vendite in Nord America è stato il calo dell'82,6% delle spedizioni di petrolio, equivalente a una perdita di 500 milioni di dollari. Anche le vendite di cellulosa (43,9%), oli combustibili (37,7%) e aeromobili e componenti (19,8%) sono diminuite.
"Anche i prodotti non soggetti a dazi, come l'olio combustibile e la cellulosa, hanno subito un calo", ha riferito Herlon Brandão, Direttore delle statistiche e degli studi sul commercio estero presso il MDIC.
Altri mercati
Il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti è stato compensato dall'aumento delle vendite in altre regioni, in particolare in Asia, che è aumentato del 21,2%, trainato da Cina (33,4%), India (55,5%), Singapore (29,2%) e Filippine (22,4%).
Tra i prodotti, spiccano gli aumenti delle esportazioni di soia (64,5%), petrolio greggio (43%), minerale di ferro (31,7%) e carne bovina (44,7%).
In Europa, le vendite sono cresciute del 7,6%, con una forte crescita nei minerali di rame (823,6%), nella carne bovina (73,4%) e nella cellulosa (46,8%). Il Sud America ha registrato un aumento del 12,6%, trainato dalle spedizioni di petrolio greggio (141,1%).
Secondo Brandão, le esportazioni brasiliane verso gli Stati Uniti sono diminuite costantemente negli ultimi 3 mesi. Il calo è stato del 16,5% ad agosto, del 20,3% a settembre e del 37,9% a ottobre.
"Abbiamo osservato tassi di variazione negativa sempre più elevati rispetto allo stesso mese dell'anno precedente", ha spiegato Brandão.
Il direttore del MDIC ha inoltre sottolineato che l'andamento riflette non solo gli effetti diretti dei dazi, ma anche una possibile riduzione della domanda statunitense.
"Il calo principale in termini assoluti ha riguardato il petrolio greggio, che non era soggetto a dazi. Ciò indica che vi sono diversi effetti che influenzano la contrazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti", ha aggiunto.
Fonte: Agência Brasil
I dati rivisti dell'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE) confermano che l'economia brasiliana è cresciuta del 3,2% nel 2023. Di conseguenza, il Prodotto interno lordo (PIL, il valore totale dei beni e dei servizi prodotti nel Paese) ha raggiunto i 10,9 trilioni di R$.
Il risultato fa parte del Sistema dei Conti Nazionali, pubblicato giovedì a Rio de Janeiro (6) dall'IBGE. La procedura di revisione è uno standard dell'istituto, che incorpora nuovi dati provenienti dalle indagini settoriali dell'IBGE, e potrebbe esserci o meno una modifica nel risultato.
Quando i dati sul PIL del 2023 furono inizialmente pubblicati a marzo 2024, il risultato indicava una crescita del 2,9%. A dicembre 2024, il dato fu rivisto al 3,2%. Ora, definitivamente, i dati sono stati confermati.
I dati dell'IBGE mostrano che il PIL pro capite nel 2023 era pari a 51.693,92 R$. Per il 2023, l'IBGE registra la seguente performance:
I consumi delle famiglie, che rappresentano il 62,9% del PIL, sono cresciuti del 3,2%.
Dati recenti
Il Brasile conosce già la sua performance economica per il 2024, stimata al 3,4%, la maggiore espansione dal 2021 (4,8%), che segna il quarto anno consecutivo di crescita. Questi dati saranno inoltre sottoposti a revisione standard da parte dell'IBGE (Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica) e potrebbero subire modifiche.
Per quanto riguarda il 2025, il Paese dispone di dati ufficiali fino al secondo trimestre. Nel quadrimestre, l'economia ha registrato una crescita del 3,2%. I risultati annuali saranno noti solo a marzo 2026.
Aspettative per il 2025
L'ultima edizione del Panorama Macroeconomico, redatto dalla Segreteria di Politica Economica (SPE) del Ministero delle Finanze, indica una crescita del PIL del 2,3% nel 2025.
Il rapporto Focus, un'indagine settimanale della Banca Centrale (BC) presso le istituzioni finanziarie, pubblicato lunedì scorso (3), stima una crescita del 2,16%.
Fonte: Agência Brasil
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)