Notizie mercati esteri

Venerdì 12 Dicembre 2025

Un brindisi binazionale: Fernet Branca come ponte sostenibile tra Italia e Argentina

Pochi marchi rappresentano così chiaramente la storia condivisa tra Italia e Argentina come Fernet Branca, nato a Milano a metà del XIX secolo e arrivato nel nostro Paese insieme ai flussi migratori italiani dei primi del XX secolo. Da allora, il celebre amaro milanese è diventato un simbolo dell’identità argentina, al punto che oggi Fernet Branca viene prodotto esclusivamente in due luoghi nel mondo: Milano e Buenos Aires. Questa doppia sede produttiva riflette un’identità culturale profondamente binazionale e un legame storico che si rinnova di generazione in generazione.

Attualmente, l’Argentina è il Paese che consuma più fernet al mondo e concentra circa il 75% del totale globale, con oltre quattro milioni di bottiglie vendute all’anno. Lungi dall’essere un semplice dato curioso, questa preferenza ha consolidato il marchio come un ponte culturale che unisce tradizioni, abitudini sociali e legami affettivi tra le due nazioni.

In questo contesto, la sostenibilità è diventata un asse centrale della crescita di Fratelli Branca, in linea con le pratiche responsabili che sia l’Italia che l’Argentina intendono promuovere in materia di produzione e consumo. Dal 2024 lo stabilimento di Tortuguitas funziona con energia 100% rinnovabile grazie a un accordo con YPF Luz, una decisione che ha ridotto in modo significativo le emissioni dirette di CO₂ e generato concreti benefici economici per l’azienda. Come afferma Daniel Prassel, Direttore delle Operazioni, produrre in modo sostenibile e a costi ridotti è diventata una vera situazione “win-win”.

L’impegno ambientale comprende anche l’uso responsabile dell’acqua, con una riduzione del 40% negli ultimi quattro anni, attraverso sistemi di raccolta della pioggia e riutilizzo degli effluenti trattati. Inoltre, dal 2019 lo stabilimento non invia rifiuti a smaltimento finale: vetro, cartone e materiale organico vengono reintrodotti come materie prime produttive, biomateriali o alimenti per animali, dimostrando che l’economia circolare può persino autofinanziarsi tramite la vendita di materiali riciclabili.

Fratelli Branca sostiene anche un forte impegno sociale, con iniziative che includono borse di studio per giovani, campagne di consumo responsabile e azioni di sensibilizzazione sulla violenza di genere. “Il nostro obiettivo è unire generazioni, persone e continenti attraverso momenti che lascino un impatto positivo”, afferma Carolina del Hoyo, Direttrice Regionale Marketing, rafforzando la visione di un’azienda che combina tradizione, innovazione e responsabilità.

Guardando al futuro, l’azienda si prepara a misurare la propria impronta di carbonio sull’intera catena del valore, dai fornitori alla distribuzione, con l’obiettivo di continuare a ridurla in modo collaborativo. Come riassume Prassel, “il pianeta non aspetta, e la resilienza di un’azienda dipende dalla sua capacità di anticipare”.

La storia di Fernet Branca è la prova di come un marchio con radici italiane profondamente radicate in Argentina possa guidare una trasformazione sostenibile. Il suo caso dimostra che la responsabilità ambientale non è un costo, ma un investimento strategico, e che i legami tra i due Paesi possono rafforzarsi anche attraverso modelli produttivi che guardano al futuro con una visione comune.

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana nella Repubblica Argentina)

Ultima modifica: Venerdì 12 Dicembre 2025
Venerdì 12 Dicembre 2025

La Spagna leader nella crescita economica dei paesi europei

La Spagna è, tra i grandi Paesi della zona euro, quello che crescerà di più nel 2025, secondo le nuove previsioni economiche della Commissione Europea, confermandosi come il motore della crescita europea. Le stime autunnali migliorano le prospettive pubblicate in primavera e indicano che l’economia spagnola si espanderà quest’anno del 2,9% del Prodotto Interno Lordo (PIL), tre decimi in più rispetto alle precedenti previsioni, grazie soprattutto alla solida domanda interna, ai consumi delle famiglie e agli investimenti. Le cifre europee coincidono con quelle del Governo spagnolo che, come confermato dal ministro dell’Economia Carlos Cuerpo, aggiornerà al 2,9% la previsione di crescita per quest’anno.

Il risultato spagnolo contrasta nettamente con quello degli altri grandi Paesi della zona euro: Germania crescerà dello 0,2%, Francia dello 0,7% e Italia dello 0,4%. Bruxelles migliora anche le stime sul deficit spagnolo, previsto al 2,5% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, livelli sensibilmente inferiori rispetto alle altre principali economie dell’eurozona. Il rapporto sottolinea come la domanda interna sarà il motore principale della crescita tra il 2025 e il 2027, trainata dai consumi privati e da un andamento positivo degli investimenti. Per il 2026 si prevede un rallentamento della crescita al 2,3%.

Tra i fattori determinanti spicca il contributo dei flussi migratori, che hanno sostenuto l’espansione del mercato del lavoro e dei consumi, nonostante il tasso di disoccupazione resti al 10,4% e non dovrebbe scendere sotto il 10% fino al 2026. La Commissione avverte però che un eventuale rallentamento dell’immigrazione potrebbe indebolire la dinamica occupazionale, incidendo negativamente su consumi e investimenti. Ulteriori rischi derivano dalla debolezza economica di alcuni partner europei, che potrebbe avere ripercussioni sul turismo, uno dei settori chiave per la Spagna.

Nel complesso, la Commissione Europea rivede al rialzo anche le previsioni per l’intera zona euro, che dovrebbe crescere dell’1,3% nel 2025. Un cauto ottimismo favorito anche dal recente accordo tariffario con gli Stati Uniti, che ha contribuito a ridurre alcune incertezze legate al commercio internazionale.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)

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Venerdì 12 Dicembre 2025

COP 30: Agenda Climatica Globale Energia pulita, clima, ambiente, emissioni, tecnologia, innovazione Nuove opportunità di partnership e affari

I temi discussi in occasione della COP 30 offrono un’ ampia gamma di investimenti e di opportunità commerciali, con nuove partnership strategiche che potranno rafforzare la cooperazione tra Brasile e Italia nel quadro dell’agenda climatica globale.

La COP 30 – Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, tenutasi a Belém, nello Stato del Pará, Brasile, si è conclusa con l’approvazione del “Pacchetto Belém, un insieme di linee guida che orienterà l’agenda climatica globale nei prossimi anni.
I principali temi affrontati sono stati: mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, finanziamentiinnovazione tecnologica ed inclusione sociale.

L’Italia, insieme ad altri 194 paesi, ha approvato la proposta e assunto l’impegno di triplicare entro il 2035 le risorse destinate all’adattamento climatico, contribuendo così a rafforzare l’efficacia delle politiche per il clima.

Tra le principali iniziative, messe in atto durante la COP 30, figura il Fondo Foreste Tropicali per Sempre, che include investimenti pubblici e privati ed ha già raggiunto 6,7 miliardi di dollari nella sua fase iniziale. Le risorse saranno destinate ai Paesi che conserveranno le proprie foreste tropicali, con la verifica, tramite monitoraggio satellitare,che i livelli di deforestazione rimangano al di sotto dei limiti prestabiliti e che vi sia una riduzione effettiva delle emissioni di carbonio.

Per quanto riguarda le emissioni di carbonio, i paesi hanno presentato un documento contenente la percentuale desiderata di riduzione delle emissioni di gas con effetto serra, il NDC, Nationally Determined Contributions, per i prossimi cinque anni.

L’Unione Europea, già prima della conferenza, aveva stabilito l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni entro il 2040, consentendo l’utilizzo di crediti di carbonio fino al 10% del totale.

Il Brasile ha definito come obiettivo la riduzione tra il 59% e il 67% delle emissioni entro il 2035, per raggiungere la neutralità di emissione di carbonio” entro il 2050.

Il Pacchetto Belém ha inoltre introdotto indicatori specifici per monitorare i progressi delle attività previste, in vari settori, quali salute, sicurezza alimentare, ecosistemi, risorse idriche, mezzi di sussistenza e formazione professionale. Inoltre previsto le attività di cooperazione internazionaleassistenza tecnicatrasferimento tecnologico e condivisione delle conoscenze, per sostenere l’attuazione degli obiettivi.

Questo scenario apre nuove opportunità per le imprese italiane. Esse potranno facilmente inserirsi in questo ecomercato in Brasile, con possibilità di trasferimento di tecnologie ambientalisviluppo di progetti di monitoraggio e conservazione forestale, studi climatici e strumenti di analisi, oltre a soluzioni innovative per la riduzione del carbonio, energie pulite ed efficienza energetica.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana di Santa Catarina)

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Venerdì 12 Dicembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Moldova

MOLDOVA E UE PROROGANO L’ACCORDO SUL TRASPORTO STRADALE FINO AL 2027

L’Ue e la Moldova hanno esteso la validità dell’attuale accordo sul trasporto su strada fino al 31 marzo 2027. Il documento è stato firmato da Mircea Pascaluta, Segretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Regionale della Moldova, e Kristian Schmidt, Direttore per i Trasporti Terrestri della Commissione Europea. L’accordo consente ai vettori moldavi di operare sul territorio dell’UE senza necessità di permessi speciali, facilitando sia il trasposto bilaterale che il transito attraverso gli stati membri. Rappresenta un passo ulteriore nel rafforzamento dei rapporti economici e commerciali tra l’UE e la Moldova, contribuendo alla stabilità e all’integrazione economica della regione.

L’accordo, inizialmente firmato il 29 giugno 2022, ha avuto un impatto positivo sull’economia moldava. Nel terzo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2021, le esportazioni su strada della Moldova verso l’UE sono cresciute del 57% in volume e del 41% in valore. Anche l’Unione Europea ha registrato benefici significativi: le esportazioni verso la Moldova sono aumentate del 49% in valore e del 36% in volume nello stesso intervallo temporale. 

MOLDOVA, NUOVI BANDI PER PRODUTTORI EOLICI DI GRANDE CAPACITÀ CON SISTEMI DI STOCCAGGIO

Il Ministero dell’Energia della Repubblica di Moldova ha avviato la consultazione sulla gara dedicata ai nuovi impianti eolici con accumulo, per l’assegnazione dello status di grande produttore elegibile. La presentazione delle offerte è prevista per marzo 2026, mentre la selezione dei vincitori avvera’ entro giugno 2026.La procedura mette a disposizione fino a 170 MW di nuova capacità eolica, con l’obbligo di installare almeno 44 MWh di storage (0,25 MWh per MW). Il prezzo fisso garantito sarà definito tramite un’asta, entro il limite di 1,44 lei/kWh.

I nuovi bandi contribuiranno a un aumento del 5,8% della quota di rinnovabili, avvicinando la Moldova all’obiettivo del 30% entro il 2030, e permetteranno una riduzione di oltre 1,4 milioni di tonnellate di CO₂.La capacità rinnovabile installata in Moldova ha raggiunto 897,5 MW a settembre 2025, con una prevalenza del fotovoltaico (71%), seguito da eolico (26%), idroelettrico (2%) e biogas (1%).

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)

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Venerdì 12 Dicembre 2025

La Svizzera si conferma potenza DeepTech in Europa

La Svizzera si conferma potenza DeepTech in Europa, dove gli spin- out Deep tech  e life sciences valgono complessivamente più di 400 miliardi di dollari. In Svizzera si registra anche il massimo valore di spin‑out pro capite e per laureato STEM, con università come ETH Zürich ed EPFL tra le prime per valore generato

I dati emergono dal DeepTech Spinout Report 2025 e dal DeepTech Talent Whitepaper , due documenti che dimostrano quanto l’innovazione tecnologica sia diventata un motore concreto per l’export ad alto valore aggiunto. Questo flusso di valore nasce dall’incontro tra ricerca d’eccellenza e imprenditorialità: atenei e centri di ricerca alimentano pipeline di tecnologie che si trasformano in prodotti e servizi esportabili nei mercati globali.

La fotografia scattata dallo European Spinouts Report 2025 mette in luce alcuni dati chiave sul ruolo svizzero nell’ecosistema DeepTechLa Svizzera genera più valore da spin‑out pro capite e per laureato STEM di qualsiasi altro Paese europeo: un indicatore che misura l’efficienza con cui ricerca e capitale umano si traducono in imprese ad alto impatto economico e in attrazione di qualificate professionalità accademiche su rpogetti di sviluppo delle nuove tecnologie. 

Qualità, formazione, openinnovation: la ricetta svizzera del successo

In questo contesto, la Svizzera si distingue non solo per la qualità assoluta, ma per la resa relativa: nonostante Paesi più grandi producano più spin‑out in valore assoluto, la Svizzera primeggia quando si parla di settore strategici come intelligenza artificiale, robotica, ClimateTech, quantum, Life Sciences e semiconduttori, dove la capacità di tradurre scoperte scientifiche in soluzioni commerciali determina la competitività internazionale. Le imprese che nascono da questi ecosistemi mostrano una forte propensione all'openinnovation: i prodotti DeepTech, spesso caratterizzati da elevata intensità di conoscenza e barriere all’ingresso, trovano mercati disposti ad acquisire per performance superiori soluzioni uniche.

Il capitale umano che si riunisce in Svizzera è il fattore chiave: i team hi‑tech, sul territorio, beneficiano di alta specializzazione, produttività elevata e un ambiente internazionale in cui i profili tecnici, in particolare gli ingegneri, deisderano rimanere, con una permanenza media di 5–6 anni nello stesso luogo di lavoro: un indicatore di stabilità che favorisce la continuità dei progetti e la maturazione delle tecnologie prima della scala commerciale.

In che modo il Made in Italy può trovare supporto?

Per le imprese hitech Made in Italy che puntano all’export, questa stabilità facilita la costruzione di roadmap di prodotto e relazioni con partner esteri. Le imprese che esportano con successo sfruttano anche servizi di supporto operativo: attività di matchmaking, introduzioni a partner locali, e programmi di accompagnamento all’internazionalizzazione riducono i tempi di ingresso nei mercati esteri e aumentano le probabilità di chiudere contratti. Le startup e le scaleup innovative che valutano l’espansione internazionale, è utile adottare approcci pratici al reclutamento: pacchetti retributivi trasparenti, benefit legati a performance e opportunità di crescita, e misurare indicatori di retention per ottimizzare gli investimenti in capitale umano.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Venerdì 12 Dicembre 2025
Venerdì 12 Dicembre 2025

Rivoluzione in Danimarca: meno tasse, più digitale — le novità che contano per esportatori e aziende nel 2026

La Legge di Bilancio danese per il 2026 introduce una serie di misure che avranno un impatto diretto sia sui consumatori sia sulle imprese, con effetti particolarmente significativi per gli esportatori di prodotti alimentari come caffè, cioccolato e dolciumi, e per le società che operano in Danimarca. Con l’obiettivo dichiarato di alleggerire il peso economico delle famiglie in un contesto di persistente aumento dei prezzi, il governo ha deciso di intervenire su alcune imposte storiche, oltre a procedere nel percorso di digitalizzazione obbligatoria dei sistemi contabili aziendali.

 

Abolizione delle imposte su caffè e prodotti zuccherati: prezzi più competitivi e spinta per nuove occasioni di business

Una delle novità più rilevanti riguarda la riduzione e successiva abolizione delle imposte sul caffè e sui prodotti dolciari. Nel dettaglio, la Legge di Bilancio stabilisce che nel corso del 2026 tali imposte verranno dimezzate, per poi essere completamente eliminate. Il provvedimento riguarda non solo caffè e cioccolato, ma anche un’ampia gamma di prodotti affini: dolciumi, zuccherini, frutta candita e gomme da masticare. Si tratta di una riforma fiscale attesa da tempo e motivata da due esigenze principali: ridurre l’impatto dell’inflazione alimentare sulle famiglie e semplificare una struttura impositiva considerata ormai poco efficiente.

Per gli esportatori di caffè, cacao, cioccolato e prodotti zuccherati, la misura rappresenta una potenziale opportunità. L’eliminazione delle imposte può tradursi in un prezzo finale più competitivo sul mercato danese, già sensibile ai costi elevati dei beni di consumo importati. È prevedibile una crescita della domanda interna, favorita dal calo dei prezzi al dettaglio, che potrebbe aprire margini commerciali aggiuntivi per le imprese estere. Inoltre, la riforma potrebbe ridurre la complessità amministrativa legata alla gestione delle accise, agevolando l’ingresso o il consolidamento nel mercato danese.

Svolta digitale in Danimarca: nuove imprese coinvolte nell’obbligo SAF – T dal luglio 2026

Oltre alle misure fiscali sui beni di consumo, la Legge di Bilancio 2026 introduce un’altra novità significativa per il mondo produttivo: l’estensione dell’obbligo di contabilità digitale. A partire dal 1° luglio 2026, anche le società non soggette ad obbligo di contabilità formale, ma che registrano un fatturato netto superiore a 300.000 corone danesi (circa 40.165 euro) nei due esercizi precedenti, saranno tenute ad adottare sistemi di contabilità digitale. Ciò significa che queste imprese dovranno dotarsi di software certificati, capaci di generare il formato di audit standardizzato SAF – T (Standard Audit File for Tax), già richiesto alle realtà di dimensioni maggiori.

Questa estensione rientra nella fase successiva dell’implementazione graduale della legge danese sulla contabilità, che ha già coinvolto le grandi aziende e prosegue ora verso le imprese più piccole. L’obiettivo del governo è rendere più efficiente, trasparente e controllabile il sistema contabile nazionale, facilitando le verifiche fiscali e riducendo al contempo il rischio di irregolarità e contabilità opache. Per le aziende straniere con filiali o stabilimenti in Danimarca, l’obbligo comporta l’adeguamento dei sistemi gestionali e informatici, oltre a una possibile revisione delle procedure interne di reportistica e auditing.

Nel complesso, la Legge di Bilancio 2026 delinea un quadro di alleggerimento fiscale sui beni di largo consumo e maggiore rigore tecnologico per le imprese, con effetti che combinano sostegno al potere d’acquisto e modernizzazione amministrativa. Esportatori e società presenti nel mercato danese dovranno quindi monitorare attentamente le nuove disposizioni, sia per cogliere le opportunità commerciali derivanti dall’abolizione delle imposte, sia per garantire la conformità ai nuovi standard contabili digitali.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 12 Dicembre 2025
Venerdì 28 Novembre 2025

Due traiettorie che si incrociano nel 2025: la Costa Azzurra resiste, l’Italia rilancia

Sulla Costa Azzurra i numeri sfidano le previsioni.
Mentre la Francia registra 14.438 fallimenti aziendali tra luglio e settembre 2025 (+5 % su base annua), il dipartimento delle Alpi Marittime si distingue con una diminuzione del 3 % nel terzo trimestre.

Ancora meglio: nei primi nove mesi dell’anno, i fallimenti diminuiscono del 16 %, secondo l’ultimo barometro Allianz Trade. A Nizza, Antibes e Grasse gli imprenditori tornano a respirare dopo due anni segnati dall’aumento dei costi e dalle incertezze energetiche.
L’intera regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra mostra un calo dell’8 % un record nazionale mentre le Bocche del Rodano arretrano del 12 % e il Vaucluse, più fragile, vede i fallimenti aumentare del 20 %.

Questo miglioramento si spiega con diversi fattori: un’estate eccezionale dal punto di vista turistico, un’attività nei servizi digitali molto dinamica e un tessuto di PMI innovative capaci di adattare rapidamente i propri modelli economici.
Il settore edilizio, sostenuto da grandi cantieri pubblici e privati, ha contribuito anch’esso a stabilizzare la congiuntura.

Segnali positivi, ma ancora fragili

Dietro questa tregua, la prudenza resta necessaria.
I servizi rappresentano ancora il 35 % dei fallimenti regionali, seguiti da edilizia (22 %) e commercio (21 %). Il comparto alberghiero e della ristorazione, pilastro
dell’economia azzurra, conta il 14 % dei casi un livello che riflette la forte dipendenza del territorio dai flussi turistici e dalle variazioni stagionali.

Gli esperti di Allianz Trade sottolineano che i fondamentali restano fragili: costi operativi elevati, accesso limitato al credito e maggiore esposizione agli shock internazionali. Se oggi la Costa Azzurra appare come un’isola di resistenza, l’evoluzione dei mercati mondiali potrebbe rapidamente invertire la tendenza.

Italia 2025: resilienza, innovazione e nuovi segnali di fiducia

Al di là delle Alpi, la dinamica non è soltanto negativa.
Se nel primo semestre 2025 l’Italia registra un aumento delle liquidazioni giudiziali (2 341 nel primo trimestre, 2 712 nel secondo secondo CRIBIS/CRIF), diversi indicatori mostrano una ripresa strutturale in corso.

Secondo ISTAT e Unioncamere, la crescita dell’export manifatturiero ha superato il +3,2 % nel primo semestre 2025, trainata dai settori agroalimentare, meccanico e moda-lusso. In parallelo, il Piano Transizione 4.0 e gli incentivi europei PNRR hanno favorito oltre 80 000 nuove imprese tra aprile e giugno, con un incremento delle startup innovative del +12 % rispetto al 2024.

Il turismo italiano vive anch’esso un anno record: oltre 67 milioni di arrivi internazionali nei primi otto mesi, con una crescita superiore al 10 % sul 2024 (ENIT, settembre 2025). Città come Roma, Firenze, Napoli e la Liguria occidentale hanno recuperato i livelli pre-pandemia, rafforzando i legami economici e culturali con la Francia.
L’Italia mostra dunque un volto duplice: se alcune imprese faticano sotto il peso dei costi, il tessuto produttivo complessivo evolve verso modelli più digitali e sostenibili, puntando su export, turismo e innovazione industriale.

Un contrasto netto tra Nizza e Genova, ma ponti sempre più forti

A pochi chilometri di distanza, la frontiera economica resta visibile, ma sempre più permeabile.
Sul versante francese, la diversificazione del modello azzurro tra turismo di fascia alta, servizi digitali e innovazione ha permesso di assorbire meglio gli shock.
Sul versante italiano, soprattutto in Liguria e Piemonte, le imprese stanno accelerando nella transizione verde e tecnologica, grazie ai poli di Genova, Torino e Savona, centri di eccellenza nella robotica, nella logistica portuale e nell’energia rinnovabile.

Le piccole imprese familiari italiane, pur confrontandosi con costi elevati, beneficiano oggi di nuovi strumenti di credito agevolato e del sostegno delle Camere di Commercio Italo-Francesi, che favoriscono progetti comuni su turismo, formazione e innovazione.

Due modelli economici, una stessa volontà di trasformazione

La Costa Azzurra rappresenta un modello economico terziario, agile e internazionale, fondato su turismo, servizi e innovazione digitale.
L’Italia, invece, sta ristrutturando il proprio apparato produttivo: meno industria tradizionale, più filiera green, tech e design.

Le imprese francesi beneficiano di un ecosistema finanziario stabile, ma l’Italia sta colmando il divario grazie a una forte cultura dell’artigianato di qualità, alla capacità di esportare eccellenze e a un patrimonio culturale e gastronomico che continua a rappresentare un motore economico strategico.

Conclusione: due sponde, una prospettiva comune

Nel 2025, la Costa Azzurra si distingue come un territorio di resilienza, capace di gestire le crisi grazie alla diversità economica e al turismo internazionale.
Ma l’Italia non è in ritirata: sta reinventando la propria economia attraverso innovazione, export e sostenibilità, consolidando al tempo stesso un rapporto privilegiato con la Francia.
Le due traiettorie non sono opposte, bensì complementari: la Francia dimostra una solidità immediata, l’Italia costruisce una rinascita strutturale.
Entrambe, insieme, delineano il profilo di un Mediterraneo economico più integrato, moderno e competitivo.

(Contributo editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)

Ultima modifica: Venerdì 28 Novembre 2025
Venerdì 28 Novembre 2025

Minas Gerais e il Veneto rafforzano i legami strategici per l’innovazione e la sostenibilità

Minas Gerais, uno degli stati più industrializzati del Brasile, e la regione del Veneto, una delle economie più innovative e produttive d’Europa, hanno siglato una partnership strategica che promette di aprire nuove opportunità per lo sviluppo sostenibile, l’innovazione e lo scambio istituzionale. Questa collaborazione senza precedenti è stata ufficializzata il 20 ottobre 2025, a Venezia, con la firma di un Memorandum di Intesa (MoU) da parte del governatore di Minas Gerais, Romeu Zema, e del presidente della regione del Veneto, Luca Zaia. Questo accordo assume particolare rilevanza poiché unisce due regioni che condividono affinità economiche, culturali e sociali, oltre a una vocazione comune per l’imprenditorialità e l’industrializzazione.

Come il Veneto, Minas Gerais si distingue per un’economia diversificata e industrialmente avanzata. Mentre il Veneto è leader in settori come la meccanica, l’agroindustria, il tessile, la produzione di vetro e mobili, Minas Gerais si posiziona come un polo strategico in Brasile per l’estrazione mineraria, l’agroalimentare, la siderurgia, la tecnologia e le energie rinnovabili. Entrambe le regioni vantano una forte tradizione innovativa, un’elevata capacità di esportazione e un patrimonio culturale che integra le eredità brasiliane e italiane. Queste somiglianze costituiscono la base per costruire un rapporto solido che supera gli aspetti puramente economici ed espande l'azione a settori come la scienza, la tecnologia, l’istruzione, la cultura e la sostenibilità.

Durante la cerimonia della firma, i leader hanno sottolineato l’impatto che questa partnership potrebbe generare. Il governatore Romeu Zema ha evidenziato il potenziale trasformativo della collaborazione, affermando che Minas Gerais e il Veneto hanno molto in comune, in particolare nella struttura industriale, e ha sottolineato il ruolo delle università e delle federazioni imprenditoriali nella generazione di risultati positivi per entrambe le parti. Luca Zaia, invece, ha enfatizzato che il Veneto non firma frequentemente accordi di collaborazione, ma la sintonia percepita con Minas Gerais ha reso questa cooperazione speciale e strategica.

Il Memorandum di Intesa (MoU) apre prospettive per azioni congiunte in settori di grande rilevanza globale, come scienza e tecnologia, digitalizzazione, industria agroalimentare, energie rinnovabili, turismo, cultura, sport, infrastrutture e trasporti. Si prevede che piccoli e medi imprenditori di entrambe le regioni possano accedere a nuove opportunità nel mercato globale, creando un ecosistema di innovazione e crescita reciproca. L’integrazione di università, centri di ricerca, associazioni imprenditoriali e squadre tecniche del settore pubblico sarà essenziale in questo processo, che prevede iniziative come politiche pubbliche congiunte, partecipazione a eventi internazionali e scambio di esperienze in ambiti strategici.

La firma dell’accordo rappresenta un momento cruciale nel rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Minas Gerais e il Veneto, consolidando una cooperazione strutturata e a lungo termine. Si tratta di un’iniziativa che ha avuto inizio nel 2024 attraverso le trattative portate avanti dalla Segreteria per le Infrastrutture, la Mobilità e le Partnership di Minas Gerais (Seinfra) e che ha visto il supporto della Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Minas Gerais e di rappresentanti delle imprese delle due regioni.

In un contesto globale in cui l’innovazione, lo sviluppo sostenibile e il progresso tecnologico sono fondamentali, la partnership tra Minas Gerais e il Veneto si presenta come un esempio di come regioni con simili caratteristiche economiche e culturali possano potenziare le loro capacità. Inoltre, l’accordo riflette un impegno comune nella ricerca di soluzioni per le sfide contemporanee, garantendo al contempo il rafforzamento dei legami storici tra Brasile e Italia. Il Veneto, riferimento europeo per il turismo, la sostenibilità e la viticoltura, con il 19% della produzione vinicola italiana, si allinea perfettamente con la visione strategica di Minas Gerais, che mira a espandere i propri orizzonti internazionali e a consolidarsi come protagonista globale.

Questo accordo non rappresenta solo un passo in avanti nelle relazioni tra Minas Gerais e il Veneto, ma serve anche come ispirazione per future collaborazioni internazionali orientate all’innovazione, alla crescita sostenibile e all’integrazione dei mercati.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)

Ultima modifica: Venerdì 28 Novembre 2025
Venerdì 28 Novembre 2025

Lancio ufficiale di LuxDefence per rafforzare l'industria della difesa a beneficio dell'UE e della NATO

Il 24 novembre è stata ufficialmente lanciata LuxDefence, l’Associazione che riunisce oltre 80 aziende per rafforzare le capacità di difesa industriale del Lussemburgo a vantaggio della sicurezza dell'UE e della NATO, oltre a promuovere e stimolare l'innovazione e lo sviluppo di progetti strategici, facendo leva su 1,2 miliardi di euro di investimenti pubblici (bilancio 2026) e risorse strategiche (spazio, cyber) e impegnandosi al contempo a favore della sovranità europea. André Wilmes, Presidente di LuxDefence, in occasione del lancio ufficiale dell'associazione il 24 novembre presso la Chambre de Commerce du Grand-Duché de Luxembourg, ha sottolineato che il lancio di LuxDefence segna una pietra miliare geopolitica negli sforzi del Lussemburgo di assumere il proprio ruolo nella difesa al fianco dei suoi alleati, sia a livello nazionale che internazionale, sfruttando la propria base industriale.

LuxDefence, che già assume "ruoli di coordinamento di settore leader" presso l'Associazione Europea per la Difesa (EDA), è stata concepita come un'iniziativa a lungo termine per rafforzare l'innovazione e le capacità per la sicurezza del Lussemburgo, dei suoi partner europei e degli alleati NATO in tutto il mondo ed è stata identificata come un'esigenza strategica chiave per strutturare l'ecosistema oltre ad essere stata un impegno assunto dagli stakeholder industriali nell'estate del 2024.

L'esistenza di LuxDefence è importante perché si allinea con l'impegno di lunga data del progetto europeo per la sicurezza collettiva e collaborativa

Luxdefence nasce dalla consapevolezza  che sia  necessaria una mobilitazione a tutti i livelli, inclusi quello industriale, tecnologico, finanziario, digitale, diplomatico e umano, pubblico e privato per arrivare a rafforzare le capacità nazionali, generare innovazione, sostenere la sovranità europea e creare valore economico.

Il Lussemburgo vanta un ecosistema spaziale e satellitare leader (che include aziende come SES), produttori di alto valore, una solida infrastruttura di sicurezza informatica, una posizione strategica centrale con capacità logistiche, un rinomato centro finanziario e piattaforme di ricerca di importanza europea. In tal senso, LuxDefense mira a costruire una base industriale della difesa sostenibile e competitiva "in cui il Lussemburgo possa apportare valore e scalabilità". 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese a.s.b.l)

Ultima modifica: Venerdì 28 Novembre 2025
Venerdì 28 Novembre 2025

Italia e Germania: il divario salariale tra uomini e donne resta un nodo irrisolto

Nonostante campagne di sensibilizzazione, leggi e iniziative europee per la parità di genere, il divario salariale tra uomini e donne continua a rappresentare un nodo irrisolto, sia in Germania che in Italia. I dati più recenti mostrano che, pur con alcune differenze, in entrambi i Paesi le donne guadagnano significativamente meno dei colleghi uomini, sia in termini orari sia su base annua.

In Germania, secondo l’Ufficio federale di statistica (Destatis), nel 2024 le donne hanno percepito in media il 16% in meno rispetto agli uomini per ogni ora di lavoro. Il divario è più ampio nella Germania occidentale e a Berlino (17%) e si riduce all’Est (5%). Se si considera l’intero reddito annuale, il cosiddetto gender overall earnings gap raggiunge il 39%, segnalando come le donne lavorino mediamente meno ore e con carriere più discontinue. Le differenze sono accentuate nei settori finanziario e assicurativo (26%), tecnico-scientifico (25%) e manifatturiero (19%), mentre risultano più contenute nei comparti dell’istruzione e dei servizi alla persona. Il settore pubblico tedesco mostra un divario inferiore (7%) rispetto al privato (18%).

In Italia, secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore (aprile 2025), il divario salariale complessivo oscilla tra il 10% e il 15%, senza progressi significativi negli ultimi anni. Inoltre, il divario cresce con il livello di istruzione e la posizione professionale: tra i laureati raggiunge il 16%, e tra i dirigenti arriva al 30,8%. Le differenze sono marcate nel settore privato (15,9%), mentre nel pubblico il gap si riduce al 5,2%, grazie anche a una maggiore presenza femminile e a retribuzioni più uniformi.

Alla base delle disuguaglianze in entrambi i Paesi vi sono cause comuni: la maggiore diffusione del lavoro part-time tra le donne, le interruzioni di carriera legate alla maternità e alla cura familiare, e la persistente segregazione professionale, che concentra le lavoratrici in settori a minore remunerazione.

A livello europeo, secondo Eurostat 2025, il divario medio di genere nelle retribuzioni orarie è del 12%, con picchi superiori al 20% in alcuni Stati membri. L’Unione Europea, consapevole dell’impatto economico e sociale di questa disparità, ha introdotto la Direttiva 2023/970/UE sulla trasparenza salariale, che dal 2026 obbligherà le imprese a rendere pubblici i livelli retributivi e le differenze di genere.

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo Tedesca - ITALCAM)

Ultima modifica: Venerdì 28 Novembre 2025