Mercoledì 11 Dicembre 2024
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Nel secondo trimestre in Repubblica Ceca sono aumentati gli investimenti in immobili non residenziali. Lo indica l’agenzia Knight Frank.
Il volume degli investimenti è cresciuto nel secondo trimestre di quasi un quarto a 440 milioni di euro. Nel primo semestre gli investimenti avevano superato 800 milioni di euro. “Riteniamo che il valore complessivo degli investimenti potrebbe arrivare quest’anno a 1,6 o 1,8 miliardi di euro”, ha indicato Lenka Šindelářová di Knight Frank. Lo scorso anno gli investimenti si erano fermati a 1,4 miliardi di euro.
A trainare il dato del secondo trimestre è stata l’acquisizione da parte del comune di Praga Capitale della nuova sede su piazza Venceslao per oltre tre miliardi di corone. Gli uffici hanno rappresentato circa il 40% degli investimenti non residenziali. Circa il 20% è poi rappresentato da immobili industriali. In trattativa ci sono anche interessanti transazioni nel settore alberghiero.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Dall’aeroporto di Praga sono transitate nel primo semestre dell’anno oltre sette milioni di persone. Lo indicano i dati pubblicati dallo scalo.
Per l’aeroporto continua la forte ripresa dei volumi di traffico dopo la pandemia da Covid-19. Il numero dei passeggeri transitati è aumentato, rispetto a un anno fa, del 23% e il numero dei movimenti del 18%. Il dato dei passeggeri continua a essere inferiore dell’otto percento rispetto all’anno record del 2019.
L’Italia continua a essere tra le principali destinazioni per l’aeroporto di Praga. Da e per i scali italiani sono transitati oltre 900mila passeggeri, il secondo numero più alto dopo il Regno Unito (950mila passeggeri). Milano e Roma sono tra le Top 5 destinazioni dall’aeroporto ceco.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il seguente executive summary è rivolto a tutte le aziende italiane operanti nel settore degli imballaggi in plastica per alimenti interessate a esportare i propri prodotti verso il Sudafrica.
Il contesto sudafricano si configura come un mercato dinamico. Una popolazione sempre più numerosa e un export sempre più importante verso altri Paesi africani fanno sì che la produzione agroalimentare sia in costante crescita[1], con un conseguente aumento del fabbisogno di soluzioni e prodotti per il packaging. Secondo stime della Mordor Intelligence (azienda di market intelligence e consulenza), in Sudafrica la dimensione del mercato degli imballaggi dovrebbe continuare a crescere raggiungendo i 13,49 miliardi di dollari entro il 2029[2].
Il settore agroalimentare del Sudafrica svolge un ruolo cruciale nell'economia del paese, con industrie chiave come quella della carne rossa e del pollame che contribuiscono significativamente al prodotto interno lordo (PIL) e all'occupazione. Di seguito sono riportati alcuni dati salienti che evidenziano l'importanza e l'impatto economico di questi settori nel contesto sudafricano e nel suo mercato degli imballaggi in plastica.
Il Sudafrica produce circa il 21,4% del totale della carne rossa prodotta nel continente africano e conta per circa l’1% della produzione di carne rossa a livello globale (dati del 2021)[3].
Secondo il Dipartimento dell'Agricoltura, delle Foreste e della Pesca, il settore della carne rossa impiega oltre 600mila persone e contribuisce ogni anno con oltre 70 miliardi di Rand (circa 3.453.485.000 di euro) all'economia del Sudafrica[4]. Nel 2019, il consumo complessivo pro capite di manzo, maiale, montone e capra è stato pari a circa 25,44 kg[5]. Per fare un paragone, nello stesso anno in Italia, il consumo pro capite di carne rossa (bovina e suina) è stato pari a 55,2kg[6].
Secondo la South African Poultry Association (SAPA), l’industria del pollame costituisce la fetta più importante del settore agroalimentare del Sudafrica, occupando direttamente e indirettamente oltre 110mila persone. Nel 2019, circa il 20% del valore lordo agricolo totale e il 41% del valore lordo della produzione animale era dato dal pollame. Nello stesso anno, circa il 75% dei volatili dell'industria avicola sudafricana venivano utilizzati per la produzione di carne, mentre il restante 25% veniva utilizzato nell’industria delle uova.
Il valore lordo della produzione primaria di carne di pollame per il 2019 ammonta a 46,97 miliardi di rand (-1,3% rispetto al 2018)[7], per poi salire nel 2020 fino a raggiungere quasi i 60 miliardi di rand finendo per rappresentare, così, circa un quinto del valore lordo agricolo totale[8]. Il consumo pro capite di carne di pollame nel 2019 è stato di 39,3 kg[9]. Per fare un paragone, in Italia nello stesso anno il consumo pro capite di carne di pollame è stato pari a 19,7kg[10].
La consapevolezza della qualità dei prodotti Made in Italy e la tendenza del Paese a importare imballaggi in plastica e per i prodotti alimentari offrono un terreno fertile per opportunità di business. Nonostante la presenza di competitor internazionali e di una produzione interna che si sta espandendo e innovando, risulta evidente che esiste un crescente interesse per i prodotti per il packaging provenienti dall’Italia.
Nel 2022, infatti, la quantità di imballaggi in plastica importati in Sudafrica è salita fino a raggiungere le 40mila tonnellate, evidenziando una crescita del 18% rispetto al dato dell’anno precedente. Il volume totale delle importazioni, inoltre, è aumentato a un tasso medio annuo del +4,8% nel periodo tra il 2019 e il 2022. In termini di valore, le importazioni di imballaggi in plastica sono aumentate fino a raggiungere i 134 milioni di dollari nel 2022. Il valore totale delle importazioni è aumentato a un tasso medio annuo del +9,7% nel periodo 2019 - 2022. Tali importazioni sono avvenute prevalentemente da Cina (33,4 milioni di dollari; 9,4 migliaia di tonnellate) e Italia (15,7 milioni di dollari; 3,7 migliaia di tonnellate)[11].
L'apertura del mercato sudafricano a soluzioni sostenibili costituisce un altro elemento chiave da tenere a mente. Questo aspetto non solo suggerisce un interesse verso prodotti che rispecchiano le esigenze ambientali, ma indica anche un'opportunità strategica per le imprese che hanno abbracciato la svolta verso la sostenibilità. Infatti, i consumatori sudafricani prestano sempre più attenzione rispetto al passato al packaging di un prodotto, e tendono a preferire imballaggi restituibili, riutilizzabili, riciclabili, di origine biologica o biodegradabili. I produttori alimentari, inoltre, desiderano un imballaggio che sia conveniente, protegga il contenuto, prolunghi la durata di conservazione, sia più leggero, riduca gli sprechi e incoraggi la fedeltà al brand.[12]
Gli impegni delle singole aziende e gli sforzi continui da parte dei riciclatori stanno incoraggiando l’uso della plastica riciclata in una varietà di industrie. Per accelerare la circolarità complessiva della plastica, si stanno mettendo in atto iniziative di settore come il SA Plastics Pact. In Sudafrica, meno della metà di tutti gli imballaggi in plastica vengono riciclati, mentre il resto viene smaltito in discarica o, nel peggiore dei casi, finisce nell’ambiente[13]. Il SA Plastics Pact è un’iniziativa collaborativa che mira a creare un’economia circolare per gli imballaggi in plastica e che, nei piani, dovrebbe portare cambiamenti significativi nel Paese nei prossimi anni[14].
Nonostante vi possano essere due potenziali barriere da tenere in considerazione quando si intende penetrare il mercato sudafricano, una data dal prezzo del prodotto e l’altra da possibili ritardi di natura logistica, risulta evidente che le opportunità di business con questo Paese siano concrete.
[1] Packaging Industry in South Africa - Companies & Industry Analysis (mordorintelligence.com)
Sudafrica - Tasso di crescita del PIL | 1993-2024 Dati | 2025-2026 Previsione (tradingeconomics.com)
[2] Packaging Industry in South Africa - Companies & Industry Analysis (mordorintelligence.com)
[3] agriseta.co.za/wp-content/uploads/2021/02/Agriseta_Red_Meat_SSSP_DIGITAL.pdf
[4] RMIS – Red Meat Industry Services
[5] sapa-industry-profile.pdf (sapoultry.co.za)
[6] Consumo di carne e di prodotti animali in Italia - OggiScienza
[7] sapa-industry-profile.pdf (sapoultry.co.za)
[8] WHO OWNS WHOM 2021: THE POULTRY AND EGG INDUSTRY IN SOUTH AFRICA
[9] sapa-industry-profile.pdf (sapoultry.co.za)
[10] Consumo di carne e di prodotti animali in Italia - OggiScienza
[11] Plastic Packaging Price in South Africa - 2023 - Charts and Tables - IndexBox
[12] Manufacture Plastics Plastic Products Industry South Africa | Who Owns Whom
[13] Plasticsinfo.co.za/wp-content/uploads/2022/11/Latest-Industry-Statistics-released.pdf
[14] Per approfondimenti Vedere:
plasticsinfo.co.za/wp-content/uploads/2022/11/Latest-Industry-Statistics-released.pdf
Home | Plastics Pact (saplasticspact.org.za)
wwfafrica.awsassets.panda.org/downloads/epr_synthesis_report.pdf
sabs.co.za/Media/docs/2023_02_27degradable_plastic_SANS_1728.pdf
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)
Il mercato residenziale di Chon Buri presenta ancora ampie opportunità di crescita, sebbene sia necessario prestare attenzione all'eccesso di offerta di condomini e al calo delle vendite di case a schiera, che sono in diminuzione da cinque trimestri consecutivi.
Vichai Viratkapan, direttore generale facente funzione del Real Estate Information Center, ha sottolineato come i condomini, che costituiscono il 78% del mercato residenziale di Chon Buri, continuino a essere il principale motore del settore. Nel primo trimestre del 2024, il mercato dei condomini ha registrato un notevole sviluppo, con un aumento significativo delle nuove unità lanciate a Pattaya e Jomtien. Questo ha portato a un incremento del 448% nel numero totale di unità residenziali a Chon Buri. Le vendite complessive sono cresciute del 54% rispetto all'anno precedente, con 4.545 unità vendute per un valore di 16,3 miliardi di baht.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Singapore)
L’Ambasciatore Brasiliano a Roma, Renato Mosca de Souza, ha detto che l’“italianismo” è molto presente in Brasile e che l’Italia ha bisogno di lavoratori stranieri per la sua economia.
“I brasiliani hanno un affetto speciale per l'Italia e per gli italiani. Milioni di famiglie hanno parenti in Italia. Oltre alle affinità, la gente ammira la cultura, la lingua, i prodotti. Siamo simili nel comportamento, nei valori, persone creative, imprenditori”, ha sottolineato il diplomatico in un'intervista al quotidiano O Estado de S. Paulo.
Mosca de Souza ha ricordato che sono “quasi 1 milione i brasiliani con passaporto italiano” e “migliaia in fila per ottenere la cittadinanza”, molti dei quali scelgono l’Italia per vivere.
“A volte vengono avanzate proposte per limitare l’accesso agli stranieri, per riconoscere la cittadinanza, ma questa è una visione che non ha alcun legame con la realtà. La demografia italiana si sta contraendo, nonostante l’arrivo di molti immigrati. Il mercato del lavoro richiede professionisti in numero maggiore dell’offerta interna”, ha affermato l’Ambasciatore, aggiungendo che l’Italia sta affrontando un 'inverno demografico'.
“Non ha quindi senso bloccare l’accesso agli stranieri. L’economia italiana ha bisogno di queste figure professionali”, ha sottolineato.
Secondo Mosca de Souza, i brasiliani sono “qualificati” per soddisfare la domanda di lavoro nel Paese europeo, anche se ci sono “molte barriere, come la burocrazia e il costo della vita”. “Stiamo lavorando per facilitare l’accesso ai brasiliani che scelgono questa strada”, ha assicurato.
Il diplomatico ha inoltre affermato che i 150 anni di immigrazione italiana in Brasile motivano “un nuovo impulso nei nostri rapporti, dopo alcuni anni di letargo”. “L'origine italiana della mia famiglia è un ulteriore elemento che mi motiva a ricostruire questo rapporto” – ha detto (ANSA).
(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Il partito Diritto e Giustizia (PiS) ha presentato un progetto riguardante la riduzione dell'IVA e delle accise sui carburanti, oltre all'abolizione dell'imposta sulla vendita al dettaglio dei carburanti. Krzysztof Szczucki, deputato di PiS, ha dichiarato che queste misure porteranno a una riduzione immediata dei prezzi del carburante a partire dal 1° agosto, fino a circa 90 groszy.
Zbigniew Kuźmiuk, parlamentare di PiS, ha assicurato che l'obiettivo del progetto è prevenire un brusco aumento dell'inflazione, ricordando il monito del presidente della Banca nazionale polacca, Adam Glapiński, riguardo all’aumento dell’inflazione nel primo e del secondo trimestre del prossimo anno, ottimistico fino al 6% e pessimistico fino al 10%.
Mariusz Błaszczak, presidente dei parlamentari PiS, ha confermato che il progetto è già stato presentato alla Camera, sottolineando come il prezzo attuale della benzina nelle stazioni di servizio sia più alto che durante il precedente governo PiS, e che in alcune stazioni il prezzo al litro supera addirittura i 7 zloty. Tuttavia, il livello record dei prezzi della benzina, secondo il sito demagog.org.pl, si ebbe nel giugno del 2022, durante il governo PiS, quando il suo prezzo orbitò attorno i 7,80 zloty al litro, e nel novembre del 2022 quando il prezzo del gasolio superò gli 8 zloty al litro.
Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Sono stati pubblicati i dati del primo trimestre di quest'anno riguardanti i cambiamenti nel mercato automobilistico polacco, dai quali emerge che l’ammontare totale della vendita di automobili in Polonia, e precedentemente prodotte entro i confini polacchi, ha raggiunto il risultato record di 60 miliardi di zloty di fatturato. Il suo aumento è, comunque, inferiore rispetto ai primi trimestri degli anni precedenti. Anche l’occupazione in questo settore è aumentata, nonostante si registri un crollo del mercato delle automobili elettriche, con un impatto significativo sulle esportazioni polacche soprattutto verso la Germania. Secondo gli analisti, la situazione nel settore automobilistico sta diventando sempre più complicata e si prevede che nella seconda metà del 2024 i risultati della produzione, della vendita, dell’occupazione media e delle esportazioni di automobili saranno inferiori rispetto all’anno precedente.
Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Secondo il rapporto pubblicato dal consulente finanziario BIEC, a luglio l’indice di benessere in Polonia è sceso a 100,6 punti. Si tratta della prima riduzione significativa da molto tempo. I fattori decisivi che hanno decretato questa discesa sono stati il rallentamento dell’aumento dei salari e la diminuzione del numero di posti di lavoro.
Gli esperti del BIEC hanno inoltre indicato che i dati sul numero di dipendenti nel settore industriale non danno migliori auspici. “Il livello di occupazione non è aumentato da oltre due anni e da sei mesi sta diminuendo notevolmente. Dall’inizio dell’anno non andati perduti oltre 31mila posti di lavoro nel settore delle imprese”.
Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
L'economia catalana si è ripresa dalla pandemia grazie alle esportazioni di servizi, soprattutto turismo, e agli investimenti pubblici. Nel 2023 ha chiuso l'anno con un aumento del PIL del 2,6%. Per l'anno in corso e per il prossimo, si prevede di mantenere una crescita elevata, anche se con motori molto più solidi come le esportazioni industriali, gli investimenti e l'aumento dei consumi privati.
Quest'anno l'economia catalana crescerà del 2,5%, quattro decimi di punto percentuale in più rispetto alle sue previsioni di maggio, e si stima la crescita del prossimo anno al 2,4%, tre decimi di punto percentuale in più.
In termini di esportazioni, finora il ruolo fondamentale è stato svolto dai servizi, soprattutto dal turismo. Tuttavia, l'industria sta giocando un ruolo sempre più importante. Nel periodo 2019-2023 c'è stato un aumento sia dei prezzi che dei volumi, il che ci fa pensare che vengano esportati prodotti di qualità superiore. In questo senso, i settori automobilistico e chimico stanno giocando un ruolo fondamentale. Ciò non toglie che il turismo continui a essere il maggior protagonista dell'economia catalana, anche senza registrare significative crescite.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)
Mentre il mondo affronta una crisi climatica sempre più grave, con ondate di calore record e disastri naturali in aumento, i paesi ricchi stanno paradossalmente guidando una nuova corsa all'esplorazione di petrolio e gas. Questo fenomeno minaccia di vanificare gli sforzi globali per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, come stabilito nell'Accordo di Parigi.
Secondo un'analisi dell'International Institute for Sustainable Development (IISD), le nuove licenze per l'esplorazione di petrolio e gas previste per il 2024 potrebbero generare quasi 12 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra. Sorprendentemente, i paesi più ricchi e meno dipendenti dai combustibili fossili, come gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada, la Norvegia e l'Australia, sono in prima linea in questa espansione.
Gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Biden, hanno rilasciato 1.453 nuove licenze per petrolio e gas, rappresentando la metà del totale globale. Il Regno Unito prevede di concedere 72 licenze quest'anno, mentre la Norvegia potrebbe arrivare a 80, con conseguenti emissioni significative. Questa tendenza contrasta nettamente con gli impegni presi da questi stessi Paesi per guidare la transizione verso energia più pulita. Harjeet Singh, del Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty Initiative, ha definito "sconcertante" l'ipocrisia delle nazioni ricche che continuano a investire pesantemente nei combustibili fossili mentre si proclamano leader climatici.
D'altra parte, alcuni Paesi stanno facendo progressi nella direzione opposta. Il Partito Laburista nel Regno Unito ha annunciato piani ambiziosi per l'energia rinnovabile, in particolare l'eolico offshore. Ed Miliband, Segretario per la Sicurezza Energetica e Net Zero, ha dichiarato che è tempo per lo Stato di "possedere e costruire di nuovo" servizi di pubblica utilità. Il piano prevede una partnership tra Great British Energy, una nuova azienda energetica di proprietà pubblica, e la Crown Estate per sviluppare parchi eolici offshore. L'obiettivo è produrre 30 GW di energia, sufficiente per alimentare 20 milioni di case.
Questo approccio mira non solo a raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette, ma anche a stimolare la crescita economica e ridurre le bollette energetiche per famiglie e imprese. Nel frattempo la situazione globale rimane complessa, con una corsa contraddittoria tra l'espansione dei combustibili fossili e gli sforzi per la transizione energetica. Mentre alcuni Paesi continuano a investire in petrolio e gas, altri stanno cercando di accelerare la transizione verso le rinnovabili. Il futuro energetico del mondo dipenderà da come queste forze contrastanti si bilanceranno nei prossimi anni.
(Contributo editoriale a cura della The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)