Notizie mercati esteri

Lunedì 13 Ottobre 2025

Industria della moda nel Sudest asiatico e Thailandia

L'industria della moda nel Sud-est asiatico, inclusa la Thailandia, è un mercato in rapida crescita con un fatturato previsto intorno ai 53,45 miliardi di dollari nel 2025 e un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 3,6% fino al 2029. L'abbigliamento femminile domina il mercato con circa 25,65 miliardi di dollari nel 2025, mentre la moda non di lusso rappresenta circa il 91% delle vendite. La popolazione giovane di oltre 600 milioni di persone stimola la domanda di abiti alla moda e accessibili. Marchi di fast fashion come SHEIN sono molto forti grazie ai prezzi contenuti e alla velocità di produzione.

In Thailandia, il mercato della moda di lusso è rilevante e competitivo, con Bangkok come importante polo. Il Paese gode di costi inferiori rispetto ai vicini, permettendo ai negozi di offrire prodotti di alto livello a prezzi concorrenziali. L'economia thailandese si sta gradualmente riprendendo dal COVID-19, trainata da consumi privati e turismo, che sostengono la moda e il lusso. La crescita economica è prevista intorno al 3,4-3,6% nel biennio 2024-2025.

Il mercato della moda di lusso in Sud-est asiatico valeva circa 4,8 miliardi nel 2024, con una crescita prevista a 6,5 miliardi entro il 2033, spinta dall'urbanizzazione, da una classe benestante in crescita e da una maggiore esposizione ai brand globali.

In Thailandia, si trovano centri commerciali di moda molto famosi come Platinum Fashion Mall a Bangkok, un grande magazzino dedicato alla moda all'ingrosso con oltre 2000 negozi, dove la moda femminile è predominante. Inoltre, il Paese è uno dei maggiori produttori di abbigliamento pronto all'uso al mondo, esportando molto anche all'estero. Ci sono inoltre numerosi negozi di sartoria economici e facilmente accessibili in cui si possono realizzare abiti su misura in pochi giorni.

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Lunedì 13 Ottobre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Lussemburgo

Nasce LuxDefence A.s.b.l.: il Lussemburgo struttura il suo settore della difesa

Di fronte a un contesto strategico in evoluzione, in cui la cooperazione europea in materia di difesa si sta rafforzando e in cui la necessità di tecnologie sovrane sta esplodendo, il Lussemburgo si prepara ad un potenziamento dell’esistente ma debole strutturazione del settore della difesa.

Dal 2020, Luxinnovation si impegna a favorire l'emergere di un ecosistema imprenditoriale legato alla difesa. Negli ultimi cinque anni, questa agenzia nazionale ha supportato 110 aziende impegnate nello sviluppo e nell'implementazione di tecnologie e innovazioni legate a tale settore. L'assistenza fornita riguarda diversi ambiti, come l'integrazione nella "catena del valore europea della difesa" e la promozione internazionale delle "capacità tecnologiche" del Lussemburgo. Perché gli attori economici locali hanno una reale competenza in alcuni segmenti dell'industria degli armamenti.

Si arriva, cosi’, al mese di giugno 2025 quando viene ufficialmente creata LuxDefence ASBL, l’Associazione Nazionale delle imprese della difesa (ANED) nel Granducato del Lussemburgo, presieduta da André Wilmes. La nuova entità mira a strutturare e rappresentare un ecosistema industriale in Lussemburgo in rapida crescita e consentire all'economia lussemburghese di trarre pieno vantaggio dall'aumento degli investimenti nel settore della difesa registrato in tutta Europa in un momento in cui il Lussemburgo si è impegnato a destinare il 2% del suo RNL alla Difesa.

L’annuncio è stato fatto nel corso del Salone dell'Aeronautica e dello Spazio di Parigi divenuto un punto di riferimento fondamentale nei settori dell'aviazione civile, dello spazio e, soprattutto, della difesa, in presenza del Vice Primo Ministro Xavier Bettel, e dove il Ministro della Difesa, Yuriko Backes ha colto l’occasione per presentare il rapporto di Lux4Defence “Luxembourg Industry and Research Capabilities for Security & Defence” realizzato dal gruppo di lavoro della Chambre de Commerce du Grand-Duché de Luxembourg. Una pubblicazione avente il duplice obiettivo di rafforzare la visibilità delle competenze tecnologiche del Lussemburgo nel settore della difesa e promuovere l'integrazione degli attori lussemburghesi nelle catene di valore e produttive europee e transatlantiche.

Il rapporto Lux4Defense, per il quale il settore della difesa non è considerato solo una spesa ma un motore di crescita, sovranità e innovazione, delinea “10 raccomandazioni”: lo sviluppo di una base industriale e tecnologica per la difesa attorno ad alcune specializzazioni, la creazione di una Task Force di Difesa Nazionale, la creazione di un Hub de la Defense/Polo della Difesa, il miglioramento della transizione dalla ricerca allo sviluppo, la creazione di un'infrastruttura digitale nazionale per la sperimentazione e la convalida tecnologica, la creazione di un marketplace, lo sviluppo di una politica di compensazione, il coinvolgimento dell’Esercito nel progetto, la capacità di anticipare e guidare le richieste di capacità da parte della NATO e dell'UE, la rimozione delle le restrizioni legali allo sviluppo di un'industria della difesa.

Una delle raccomandazioni è già oggetto di riflessioni tra gli esponenti della politica lussemburghese: il sito Freeport potrebbe soddisfare i criteri relativi alla creazione di un polo della Difesa. Il suo ambiente altamente sicuro lo rende attualmente il candidato ideale per incoraggiare la ricerca e l'innovazione, condividere i costi (sicurezza, accreditamento, ecc.) e contribuire a creare una dinamica collaborativa tra i diversi attori del settore.

Nel suo discorso sullo stato della nazione, pronunciato il 13 maggio 2025 davanti alla Camera dei Deputati, il Primo Ministro Luc Frieden ha fatto esplicito riferimento al rapporto Lux4Defence, accogliendone addirittura con favore i "suggerimenti proattivi". Come esempio tra gli altri, il capo del governo ha menzionato la mobilitazione di un Fondo nazionale per stimolare l'innovazione (imprese, startup, laboratori di ricerca). 

Il Lussemburgo è il centro di eccellenza in Europa per la multinazionale Amazon

Secondo lo studio di Keystone Strategy che ha presentato i suoi risultati questo venerdì sull'impatto della multinazionale americana Amazon sull'economia del Granducato, è emerso come l’ultimo investimento nel 2024 della multinazionale americana Amazon pari di 1,8 miliardi di euro, oltre 10 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, abbia contribuito al PIL del Lussemburgo con 700 milioni di euro mentre circa 150 PMI lussemburghesi hanno venduto un milione di prodotti sulla piattaforma, generando ricavi dalle esportazioni per oltre 45 milioni di euro.

La Vicepresidente EU Stores di Amazon basata in Lussemburgo, l’italiana Mariangela Marseglia dichiara come da oltre 20 anni la mutinazionale americana investe nel Granducato. “Questi ultimi dati dimostrano il nostro costante impegno nei confronti del Paese e sottolineano l'impatto positivo che i nostri investimenti continuano ad avere sull'economia lussemburghese". I vari team in Lussemburgo svolgono un ruolo cruciale nelle attività europee di Amazon, dal processo decisionale alla pianificazione strategica, dalle operazioni finanziarie alla conformità legale e normativa per tutti i negozi europei". Il Lussemburgo è il centro di eccellenza per le nostre attività europee (...) e continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nelle attività europee di Amazon".

Amazon è cresciuta in modo significativo da quando ha stabilito la sua sede centrale europea in Lussemburgo nel 2003. Ora è tra i cinque maggiori datori di lavoro del Paese e contribuisce in modo significativo alla sua crescita. Oltre ai 4.250 dipendenti di 100 nazionalità che impiega nel quartiere di Kirchberg, Amazon supporta circa 4.900 posti di lavoro indiretti e oltre 1.400 posti di lavoro indotti, per un totale di oltre 10.500 posti di lavoro. Si tratta di posizioni altamente qualificate: ingegneri, sviluppatori software, esperti di intelligenza artificiale e apprendimento automatico. “Questo è uno dei motivi per cui, per il secondo anno consecutivo, siamo stati riconosciuti come Top Employer in Lussemburgo", dichiara la Marseglia.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese a.s.b.l)

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

La Polonia entra nell’élite mondiale: tra le 20 economie più forti al mondo

Un traguardo storico che apre nuove prospettive di business

La Polonia ha raggiunto un risultato straordinario: il suo PIL ha superato la soglia dei 1.000 miliardi di dollari, entrando così nel ristretto club mondiale delle economie da trilione e posizionandosi tra le 20 più grandi al mondo.

Secondo i dati ufficiali, il Paese sta crescendo a un ritmo del 3,4%, uno dei più alti in Europa. Un dato che non solo testimonia la resilienza dell’economia polacca, ma che riflette anche la sua capacità di adattarsi e prosperare in un contesto globale sempre più complesso.

Cosa significa per la Polonia

  • Stabilità economica: un traguardo che consolida il ruolo del Paese come partner affidabile per investitori e imprese internazionali.
  • Forza d’acquisto in crescita: il reddito reale disponibile dei cittadini è in aumento, creando un mercato interno più dinamico e ricco di opportunità.
  • Ambizione geopolitica: il Governo polacco punta ora ad entrare ufficialmente nel G20, consolidando la propria posizione anche sul piano politico internazionale.

Opportunità per imprese e investitori

L’ingresso nel club delle economie da trilione non è solo un riconoscimento simbolico, ma segna l’inizio di una fase nuova per chi guarda alla Polonia come destinazione di business:

  • Mercato interno in espansione: 38 milioni di abitanti con crescente capacità di spesa.
  • Posizione strategica in Europa: porta naturale tra Europa occidentale e orientale, con infrastrutture in continuo potenziamento.
  • Settori trainanti: energia, tecnologia, automotive, difesa, agroalimentare e green economy sono tra i comparti che beneficeranno maggiormente di questa crescita.
  • Capitale umano qualificato: un mercato del lavoro competitivo, con professionisti sempre più formati in ambiti tecnologici e digitali.

Uno sguardo al futuro

Il superamento del trilione di dollari non è un punto di arrivo, ma una tappa lungo un percorso che rende la Polonia uno dei mercati più promettenti in Europa.
Per aziende e investitori significa poter contare su un Paese:

  • con prospettive di crescita stabili,
  • un ambiente favorevole agli investimenti,
  • e un ruolo sempre più centrale nei nuovi equilibri economici globali.

Un momento ideale per rafforzare o avviare rapporti con questo mercato, cogliendo le opportunità di un’economia che guarda al futuro con fiducia e ambizione.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Repubblica Ceca

Cresce il volume dei dividendi pagati dalle imprese ceche a soci esteri

Nel secondo trimestre di quest'anno è cresciuto il volume dei dividendi pagati dalla imprese con sede in Repubblica Ceca ai soci e azionisti esteri. Lo indica la Banca Centrale Ceca.

Tra aprile e fine giugno le imprese ceche hanno pagato in dividendi ai proprietari all'estero quasi 189 miliardi di corone. Rispetto a un anno fa si tratta di un incremento di oltre 20 miliardi di corone. Va comunque notato che alcuni proprietari esteri, tipicamente aziende con sede all'estero, possono avere come beneficiari cittadini cechi.

Anche grazie al maggiore deflusso dei dividendi la bilancia dei pagamenti con l'estero è finita nel secondo trimestre del 2025 in deficit di 66 miliardi di corone. I flussi dalla vendita di beni e servizi erano in attivo di 117 miliardi di corone. Dall'inizio dell'anno la bilancia segna un attivo di quasi 31 miliardi di corone.

Fonte: cnb.cz

Aumenta in maniera significativa la quota delle imprese ceche utilizzanti IA

La quota delle imprese ceche, che utilizzano l'intelligenza artificiale nelle loro attività economiche, ha registrato un forte aumento tra il 2023 e il 2024. Lo nota il Ministero dell'Industria e del Commercio.

Lo scorso anno la quota delle aziende, che fanno utilizzo dell'intelligenza artificiale, è salita all'11,3%. Nel 2023 la quota era ferma al 5,9%. Il dato ceco risulta comunque inferiore alla media dell'Unione Europea, dove circa il 13% delle aziende impiega l'IA nelle sue attività imprenditoriali. Nel confronto europeo la Repubblica Ceca è al 15esimo posto.

Rimane molto significativo il divario dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale secondo la dimensione aziendale. A utilizzare l'intelligenza artificiale è oltre il 40% delle grandi aziende, mentre tra le PMI la quota è intorno al dieci percento. Una disparità simile viene registrata anche in altri paesi dell'unione.

Fonte: mpo.gov.cz

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Turchia

SAIPEM. Nuova commessa da 1,5 miliardi di dollari per lo sviluppo del giacimento del gas di Sakarya.

Lo scorso 10 settembre Saipem si è aggiudicata un nuovo contratto con la Turkish Petroleum OTC da 1,5 miliardi di dollari per la terza fase del progetto di sviluppo del giacimento gessifero di Sakarya in Turchia.

Le attività assegnate all’azienda prevedono l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione e l’installazione (EPCI) di otto condutture rigide per l’ampliamento del campo sottomarino e di un gasdotto lungo 183 km per collegare il giacimento offshore alla terraferma.

La durata del contratto è di circa tre anni, mentre la campagna offshore verrà condotta nel 2027 dalla nave posatubi Castorone di Saipem.

Dopo il successo della prima fase del progetto e l’imminente conclusione della seconda, Saipem consolida ulteriormente la propria presenza nel Paese, confermando il ruolo strategico che le imprese italiane del settore svolgono in un mercato altamente competitivo come quello turco.

INTERSCAMBIO COMMERCIALE. I dati dell’Agenzia ICE nei primi sette mesi del 2025

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nei mesi gennaio-luglio 2025 l’interscambio è stato pari a USD 17,283 mld, con un decremento del 6,9% rispetto allo stesso intervallo del 2024. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia si sono contratte del 14% (USD 9,529 mld), mentre le importazioni sono aumentate del 3,5% e sono state pari a USD 7,754 mld. La bilancia commerciale mostra un saldo positivo per l’Italia di USD 1,775 mld. Le esportazioni italiane costituiscono il 4,5% delle importazioni totali turche, mentre le esportazioni turche destinate all’Italia rappresentano il 5,0% delle esportazioni complessive della Turchia

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si conferma al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il quinto fornitore (dopo Cina, Russia, Germania e Stati Uniti) e il quarto cliente (dopo Germania, Regno Unito e Stati Uniti). Nell’Unione Europea, l’Italia si posiziona al secondo posto in termini di interscambio con la Turchia, preceduta solo da Berlino (USD 30,527 mld) e seguita da Parigi (USD 14,026 mld) e Madrid (USD 11,834 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.

Tra gennaio e luglio 2025, le esportazioni italiane sono state trainate dalle vendite di “prodotti farmaceutici” (in crescita del 27,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, per un volume complessivo pari a USD 209,6 mln) e di “combustibili minerali e oli” (+13,5%, per un volume pari a USD 181,9 mln). In calo, invece, l’export di “pietre preziose e semipreziose, metalli preziosi, perle e bigiotteria”, che rappresentano la prima voce del nostro interscambio (-41,4% per un volume pari a USD 1,747 mld). I “macchinari e le apparecchiature meccaniche” e gli “autoveicoli, trattori, e parti di ricambio” – rispettivamente seconda e terza voce del nostro interscambio - hanno registrato un calo rispetto ai mesi gennaio-luglio del 2024 dell’8,6% i primi (USD 1,55 mld) e del 7,5% i secondi (USD 618,5 mln). Si rileva inoltre una contrazione del 32% negli acquisti turchi di “ferro e acciaio”.

La dinamica dell’export turco mostra invece un aumento nelle voci “rame e articoli in rame” (+53,4%), “frutta” (+19%) e “materie plastiche” (+19%). In calo gli acquisti italiani di “combustibili minerali e oli minerali” che si sono contratti dell’8,9%. Gli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” si confermano la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore di USD 1,640 mld e volumi diminuiti del 3,1%.

IDE. Flussi in entrata in aumento rispetto al 2024 - dati YASED

Secondo i dati diffusi il 12 settembre scorso dall’associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia nei primi sette mesi del 2025 è stato pari a USD 8,4 mld, con un incremento del 33% rispetto allo stesso periodo nel 2024.

Il dato degli IDE comprende USD 5,4 mld di capitale azionario, USD 2,4 mld in strumenti di debito e USD 1,2 mld derivanti da vendite immobiliari a residenti stranieri. Contestualmente, si è registrato un disinvestimento pari a USD 0,7 mld.

Nel mese di luglio 2025, con una quota pari al 60% del totale, i Paesi Bassi occupano il primo posto tra i dieci principali Paesi di origine degli IDE in Turchia, precedendo la Germania (13%), UAE (10%), Regno Unito (7%) e Giappone (2%).

La Turchia ha attratto circa lo 0,8% dei flussi globali di IDE nel 2024, a fronte di un obiettivo strategico pari all’1,5% del totale dei flussi di investimenti diretti.

TURISMO: I ricavi del settore raggiungono un nuovo record nei primi sette mesi del 2025, a fronte di un leggero calo dei visitatori

Stando ai dati pubblicati dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 28 agosto, nei mesi gennaio-luglio del 2025 la Turchia ha accolto 28.369.330 visitatori stranieri, con un calo del 2,1% rispetto allo stesso periodo nel 2024. Sommando i 4.990.670 cittadini turchi arrivati dall’estero, il totale raggiunge i 33.360.000 arrivi.

Nei primi sette mesi del 2025, Istanbul ha accolto il 37,06% dei visitatori stranieri (10.514.855 presenze), seguita da Antalya con il 29,53% (8.378.836 presenze) e da Edirne con il 9% (2.552.273 presenze).

In termini di provenienza geografica, nei sette mesi in osservazione i turisti russi si sono collocati al primo posto con 3.563.342 presenze (12,56% del totale), seguiti da tedeschi (3.304.582), inglesi (2.350.038) e iraniani (1.613.423).

Gli italiani che si sono recati per turismo in Turchia nei mesi di gennaio-luglio 2025 invece sono stati 414.205 (1,46% del totale), con un marcato incremento del 20,44% rispetto ai primi sette mesi del 2024.

Nonostante il calo complessivo degli arrivi, la crescita dei ricavi nei primi sette mesi del 2025 riflette un aumento della spesa media per visitatore, salita a USD 996 rispetto a USD 942 dello stesso periodo dell’anno precedente.

Il turismo è un settore vitale su cui la Turchia fa affidamento per contribuire alla riduzione del deficit delle partite correnti. Il settore contribuisce per circa il 10% al PIL e rappresenta circa il 5% dell'occupazione totale.

COMMERCIO ESTERO: Le esportazioni turche a luglio crescono rispetto all’anno precedente

Secondo i dati diffusi lo scorso 28 agosto da Turkstat, in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel solo mese di luglio 2025 le esportazioni turche sono ammontate a USD 24,9 mld, registrando un incremento dell’11% rispetto allo stesso mese nel 2024. Le importazioni hanno invece raggiunto USD 31,4 mld, con una crescita del 5,4% su base annua.

Principali Paesi Esportatori

Nei primi sette mesi del 2025, le esportazioni hanno totalizzato USD 156,3 mld, segnando un aumento del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le importazioni, nello stesso intervallo, si sono attestate a USD 212,2 mld, in crescita del 6,9%. Il deficit commerciale è salito a USD 55,9 mld (+12,2% sui mesi gennaio-luglio 2024).

Nel medesimo periodo, i principali mercati di destinazione dell’export turco sono stati: Germania (USD 12,9 mld), Regno Unito (9,8 mld), Stati Uniti (9,4 mld), Italia (7,5 mld) e Iraq (6,6 mld), che insieme hanno rappresentato il 29,7% del totale delle esportazioni turche.

Per quanto riguarda le importazioni, i principali Paesi fornitori sono stati: Cina (USD 28,6 mld), Federazione Russa (25,3 mld), Germania (17,6 mld), Stati Uniti (9,9 mld) e Italia (9,5 mld).

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

Central Retail vende Rinascente: titolo in caduta alla Borsa di Bangkok

Le azioni di Central Retail Corporation (CRC), il colosso thailandese della distribuzione, hanno registrato il peggior calo degli ultimi cinque anni dopo l’annuncio della vendita di Rinascente, la storica catena italiana di grandi magazzini di lusso. Il titolo ha chiuso a 22,40 baht (circa 0,57 euro), in calo del 9% in una sola seduta, con scambi per oltre 2 miliardi di baht.

L’operazione prevede la cessione di Rinascente a Harng Central Department Store Co., società del gruppo Central e azionista di riferimento di CRC, per 250 milioni di euro (9,4 miliardi di baht). Oltre all’acquisto, Harng Central si farà carico anche del prestito della controllata CRC Holland BV, che gestisce i nove negozi Rinascente in Italia. La decisione nasce da una precisa strategia: CRC vuole ridurre la propria esposizione in Europa e concentrare risorse e investimenti nel Sud-Est asiatico e in altri Paesi della regione, considerati mercati con prospettive di crescita molto più promettenti rispetto a quelle italiane ed europee.

Gli analisti finanziari, però, guardano con preoccupazione alla scelta, ritenendo che la vendita potrebbe causare una diminuzione degli utili dell’11-12% già nel 2026. Inoltre, il prezzo dell’operazione è stato giudicato basso: il valore stimato di Rinascente corrisponde infatti a 14-15 volte il rapporto prezzo/utili, mentre lo stesso CRC oggi scambia in Borsa a multipli più elevati (18-19 volte).

CRC ha spiegato che i proventi netti della vendita, stimati intorno ai 205 milioni di euro, saranno in parte distribuiti come dividendi agli azionisti e in parte utilizzati per ridurre i debiti del gruppo.

Central Group aveva acquisito Rinascente nel 2011. Negli ultimi anni la catena ha continuato a crescere: nel primo semestre del 2025 ha registrato un utile netto di circa 8 milioni di euro, con un incremento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2024. Con il passaggio a Harng Central, Rinascente resterà comunque sotto il controllo del gruppo Central, ma sarà gestita direttamente insieme alle altre attività europee della società.

In questo modo, CRC punta a rafforzare la sua posizione in Asia, che rappresenta oggi il cuore della sua strategia di espansione, mentre Rinascente continuerà il proprio percorso in Italia con una nuova governance, ma all’interno dello stesso gruppo familiare.

Fonte 
Bangkok Post  (2025, September 18). Central Retail shares slump on planned sale of Italy business.

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

La UE ha un nuovo Ambasciatore in Argentina: Erik Høeg

Dal 12 settembre 2025 l’Unione Europea ha un nuovo Ambasciatore in Argentina: Erik Høeg. La nomina è stata ufficialmente annunciata dalla Delegazione dell’UE a Buenos Aires, segnando l’avvio di una nuova fase nelle relazioni bilaterali tra Bruxelles e l’Argentina.

Diplomatico di carriera con un’ampia esperienza internazionale, Høeg ha ricoperto incarichi di rilievo all’interno del Servizio Europeo per l’Azione Esterna, maturando competenze specifiche in materia di politica estera, cooperazione multilaterale e gestione delle relazioni con Paesi terzi.

Nel suo messaggio di insediamento, il nuovo Ambasciatore ha sottolineato l’importanza di rafforzare il dialogo politico ed economico con l’Argentina, promuovendo iniziative comuni in ambiti chiave quali la sostenibilità, la transizione energetica, la ricerca scientifica e la cooperazione commerciale. Particolare attenzione sarà dedicata a favorire opportunità di crescita per le imprese e a consolidare i legami tra l’Unione Europea e gli attori locali.

Con questa nomina, l’UE conferma la propria volontà di rimanere un partner strategico per l’Argentina, in un momento caratterizzato da grandi sfide globali ma anche da significative prospettive di collaborazione. La presenza di Erik Høeg a Buenos Aires rappresenta quindi un passo importante per dare nuovo impulso alla cooperazione e alla costruzione di ponti tra Europa e America Latina.

(Contributo editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario​)

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Giovedì 25 Settembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Francia

LA NUOVA SCOMMESSA DI BARILLA PER AUMENTARE LE VENDITE DI PASTA IN FRANCIA

Il gigante mondiale della produzione di pasta ha lanciato quest’anno una nuova tipologia di pasta arricchita con le proteine dei pisellii.

L’obiettivo è di cavalcare “l’onda” degli alimenti proteici, che hanno già molto successo nei prodotti a base di latte, come lo skyr, e di catturare l’attenzione dei giovani, degli appassionati di fitness e di tutti coloro che sono alla ricerca di un’alternativa vegetale alle proteine animali.

IL SUCCESSO DEL PESTO

Il nostro leader mondiale è alla costante ricerca di innovazione, motore principale della sua crescita. E i risultati lo dimostrano.

Negli ultimi dieci anni, Barilla, ha quadruplicato le vendite di pesto in Francia, al punto da decidere di avviare una produzione locale nel Paese. Questa scelta strategica le ha permesso, tra le altre cose, di aumentare i volumi produttivi del 30% nell’ultimo anno, malgrado i vincoli legati al potere d’acquisto.

Nel 2024, l’azienda ha introdotto sul mercato francese le torte ripiene per la merenda, già molto apprezzate in Italia, commercializzate con il marchio Harrys.

L’iniziativa ha superato le aspettative, consentendole di aumentare le sue vendite del 50% rispetto alle previsioni. Il risultato è stato reso possibile grazie a una gestione efficace della pubblicità e della promozione, che ha portato a un aumento del fatturato del 6%, per un totale di 700 milioni di euro.

Oltre a reinvestire nei propri marchi e a puntare sull’innovazione, Barilla ha anche ridotto i prezzi di circa cinquanta referenze dal 6 all’8% a partire da giugno 2023, nel tentativo di differenziarsi dai marchi dei grandi distributori.

Incremento degli investimenti

Il risultato di queste scelte, pero, non è stato dei migliori. La Francia è diventata il terzo mercato per il gigante globale, ma allo stesso tempo rappresenta la filiale meno redditizia dell’azienda. Nel frattempo, il costo del cacao (utilizzato da Harry’s) e delle uova è salito alle stelle, a causa della scarsa disponibilità, trascinando il leader globale in una crisi permanente che lo ha portato a dare priorità all’approvvigionamento delle materie prime e a ridurre l’uso dei fattori produttivi e dell’acqua.

Nonostante queste difficoltà, nel 2025 , Barilla ha deciso di proseguire sulla strada dell’innovazione, con l’introduzione di novità quali: pesto di mozzarella di bufala campana DOP e il pane pinsa, vera icona della panetteria italiana.

 

TURISMO : LA FRANCIA SEDUCE SEMPRE PIU VISITATORI STRANIERI

Secondo gli ultimi dati del ministero del Turismo e di Atout France, la Francia resta una delle mete turistiche più ambite dalla clientela internazionale, con un aumento della percentuale di arrivi rispetto all’estate 2024. In particolare, tra gli Stati che apprezzano maggiormente la destinazione francese ci sono: gli Stati Uniti (+3%), Danimarca, Svezia e Australia (+15%), Cina (+10%) e Canada (+10%).

Nonostante l’elevata attrattività del Paese e un primato mondiale per numero di turisti presenti sul territorio nazionale, la Francia accusa un ritardo rispetto ai suoi concorrenti in termini di entrate, in particolare nei confronti della Spagna, la quale ha battuto il record francese di 71 miliardi di euro, raggiungendo quota 126 miliardi.

In un’intervista a Les Echos, la ministra del Turismo, Nathalie Delattre, ha sottolineato la necessità di rafforzare la strategia di valore del Paese, con l’obiettivo di attrarre un maggior numero di turisti stranieri disposti a spendere di più. Allo stesso tempo, ha evidenziato l’importanza di comprendere come massimizzare i profitti senza danneggiare l’ambiente, ripartendo meglio i flussi turistici e diversificando l’offerta francese in un contesto internazionale sempre più competitivo.

Tale obiettivo sarà reso possibile grazie a un “riposizionamento strategico” da parte di Atout France, l’agenzia di sviluppo turistico francese. Dopo lo scioglimento della precedente fusione con Business France, l’ente è ora pronto a elaborare una strategia più chiara, in grado di guidare il raggiungimento degli obiettivi fissati su questi temi entro il 2030.

Anche il sostegno di Bpifrance e Banque des Territoires consentirà di investire sull’adattabilità del settore turistico ai cambiamenti climatici, passando anche per la valorizzazione dei marchi francesi e delle etochette dello Stato. È inoltre in preparazione un piano di semplificazione, volto a ridurre alcuni vincoli amministrativi derivanti dal mancato aggiornamento del Codice del turismo, rimasto invariato da quasi vent’anni.

Prima che tutto questo prenda forma, la Francia potrebbe realizzare un nuovo record annuale dal punto di vista delle entrate internazionali, che si aggira attorno ai 21,4 miliardi di euro (+8%).

Secondo gli operatori del settore, sarà poi fondamentale capire quale sarà il comportamento della clientela francese. Il Ministero prevede, per quest’estate, una spesa massima di poco meno di 1.000 euro per due terzi della popolazione, e di circa 500 euro per il restante terzo.

Non é una sorpresa che in un contesto economico abbastanza ansiogeno, permeato da incertezze di bilancio, i Francesi risparmino e monitorino attentamente le loro spese, anche quelle relative alle vacanze, utilizzando il prezzo come primo criterio di scelta della destinazione.

Nonostante ciò, le prospettive restano ottimistiche: otto francesi su dieci hanno infatti deciso di partire quest’estate, a conferma del fatto che, nonostante tutto, le vacanze restano un bisogno essenziale, considerato una priorità nelle spese familiari.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)

Ultima modifica: Giovedì 25 Settembre 2025
Martedì 23 Settembre 2025

Thailandia: Il Mercato dei veicoli elettrici

La Thailandia, da sempre uno dei principali poli automobilistici dell’Asia, si trova in una fase di transizione cruciale. Nonostante il mercato automobilistico complessivo tra gennaio e luglio 2025 abbia registrato un lieve calo dello 0,74%, il settore dei veicoli elettrici continua a crescere costantemente, modificando l’equilibrio del mercato conquistando una quota sempre più significativa delle vendite.

Nei primi sette mesi del 2025 i veicoli elettrici a batteria (BEV) hanno raggiunto 81.179 unità vendute, con una crescita del 35% su base annua secondo i dati riportati dal Bangkok Post. Questi veicoli rappresentano oggi circa il 18% del mercato complessivo, un risultato impressionante se confrontato con pochi anni fa, quando la quota era marginale. Allo stesso tempo, le vendite di veicoli ibridi hanno segnato un aumento ancora più netto, con un balzo del 316% rispetto al 2024, testimoniando come i consumatori stiano sperimentando diverse forme di mobilità sostenibile.

Il sostegno del governo è stato determinante. Come ricordato da Nation Thailand, i programmi di incentivi hanno reso l’acquisto dei veicoli elettrici (EV) molto più conveniente, contribuendo ad abbassare il prezzo medio per i consumatori. Inoltre, la strategia nazionale punta a trasformare la Thailandia in un hub regionale per l’elettrico, incoraggiando la produzione locale e predisponendo infrastrutture come colonnine di ricarica e agevolazioni fiscali per le aziende.

A trainare questa crescita vi sono anche gli investimenti stranieri, soprattutto da parte dei produttori cinesi. Secondo Thailand Business News, marchi come BYD e MG hanno ampliato la propria presenza con stabilimenti produttivi in Thailandia, favoriti da politiche di apertura e da un mercato interno in forte espansione. Questa strategia non solo amplia l’offerta per i consumatori locali, ma pone le basi per fare della Thailandia un punto di riferimento anche per l’export verso i Paesi vicini del Sud-est asiatico.

Un elemento chiave di questo successo è la maggiore fiducia dei consumatori. Gli automobilisti thailandesi apprezzano sempre di più i vantaggi economici degli EV: costi di manutenzione ridotti, minori spese per il carburante e un’offerta di modelli ormai ampia, dai SUV alle berline compatte. La percezione dell’auto elettrica è cambiata: da prodotto costoso e incerto a scelta moderna, conveniente e sostenibile.

Le prospettive restano positive, anche se non mancano le sfide. Con la progressiva riduzione dei sussidi e un aumento della pressione fiscale, i prezzi potrebbero risentirne. Nonostante ciò, con una base industriale solida, un mercato interno in crescita e investimenti esteri in espansione, gli analisti ritengono che la Thailandia abbia ormai intrapreso un percorso irreversibile verso la mobilità elettrica, rafforzando il suo ruolo di leader regionale.

Ruolo della Camera di Commercio e opportunità per le aziende italiane

La Thai-Italian Chamber of Commerce (TICC) svolge un ruolo chiave nel facilitare l’ingresso e lo sviluppo delle aziende italiane nel mercato dei veicoli elettrici in Thailandia. La Camera di Commercio fornisce supporto nella ricerca di partner locali, nell’accesso agli incentivi governativi e nella comprensione delle normative nazionali relative alla produzione e vendita di EV. Per le imprese italiane del settore automobilistico, dei componenti elettrici, delle batterie e delle tecnologie di ricarica, la Thailandia rappresenta un’opportunità strategica grazie a:

  • Incentivi governativi per la produzione locale di EV e per l’export, in linea con i programmi EV3.0 ed EV3.5.
  • Accesso a un hub regionale di produzione e distribuzione, che consente di esportare veicoli e componenti verso i mercati del Sud-est asiatico.
  • Collaborazioni con produttori locali e con player internazionali già presenti, come BYD, Neta e MG, per sviluppare joint-venture, forniture e servizi tecnologici.
  • Partecipazione a fiere e missioni commerciali che permettono di presentare tecnologie italiane innovative e di creare networking con decision maker del settore.

Queste opportunità rendono la Thailandia un mercato strategico per le aziende italiane che vogliono investire nel settore dei veicoli elettrici, combinando crescita economica, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.

Fonti 
Bangkok Post. (2025, September 17). EVs sales grow despite downbeat market. 

Thailand Business News. (2025, February 19; updated April 16). Thailand’s electric vehicle market projected to grow by 40% in 2025. 

The Nation. (2025, August 18). EV sales soar to 18% share as Thai car market edges up in 2025. 

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Martedì 23 Settembre 2025
Martedì 23 Settembre 2025

La Thailandia diventa il secondo esportatore mondiale di pet food

Nel 2024 la Thailandia si è affermata come il secondo maggiore esportatore mondiale di cibo per animali domestici, con spedizioni per un valore di circa 2,68 miliardi di dollari, registrando una crescita del 29% rispetto all’anno precedente. Questo risultato rappresenta il 10% del totale delle esportazioni globali del settore, consolidando la posizione del Paese come protagonista internazionale nel mercato del pet food, in particolare per cani e gatti. La leadership globale rimane saldamente in mano alla Germania, con esportazioni pari a 3,28 miliardi di dollari, seguita dagli Stati Uniti (2,52 miliardi), dalla Polonia (2,41 miliardi) e dalla Francia (2,31 miliardi).

Il mercato globale del pet food ha mostrato nel 2024 segnali di forte vitalità, con importazioni complessive valutate intorno ai  26 miliardi di dollari. I principali Paesi importatori includono Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Polonia e Canada, confermando l’ampio potenziale di crescita internazionale per i produttori thailandesi.

La competitività thailandese si fonda su standard qualitativi elevati e una forte reputazione internazionale. Il mercato di riferimento resta quello degli Stati Uniti, che da solo assorbe esportazioni per 868 milioni di dollari (32,4% del totale), seguito dal Giappone con 329 milioni, l’Australia con 167 milioni, l’Italia con 165 milioni e la Malaysia con 138 milioni. Questi cinque Paesi rappresentano insieme oltre il 62% delle esportazioni complessive della Thailandia,dimostrando quanto sia strategica la scelta dei mercati di riferimento e quanto la Thailandia sappia bilanciare la sua presenza tra economie avanzate e mercati emergenti.

Poonpong Naiyanapakorn, direttore generale del Trade Policy and Strategy Office, ha spiegato che l’espansione del settore è sostenuta sia dal crescente numero di persone che possiedono animali domestici a livello mondiale, sia da trasformazioni demografiche come l’aumento della popolazione anziana e il fatto che i nuclei familiari siano sempre più piccoli. I consumatori internazionali mostrano una crescente attenzione a prodotti importati con focus sulla salute degli animali, aprendo spazio a formulazioni innovative arricchite con vitamine, adatte a cuccioli, animali malati o anziani, e basate su ingredienti di alta qualità.

Un fattore chiave per il futuro sarà l’adozione di soluzioni sostenibili, in particolare per quanto riguarda il packaging. Allineandosi a queste tendenze, i produttori thailandesi possono espandere la propria presenza non solo nei mercati consolidati come Europa, Stati Uniti, Giappone e Cina, ma anche in nuovi mercati emergenti in Medio Oriente e Europa orientale.

Per il 2025, il settore thailandese del pet food dovrà affrontare alcune sfide strutturali, tra cui l’impatto delle tariffe imposte dagli Stati Uniti.

Per mantenere e rafforzare la competitività, gli esperti consigliano ai produttori thailandesi di investire nella qualità dei prodotti, incrementare l’uso di ingredienti locali, sviluppare prodotti innovativi orientati alla salute degli animali, costruire un’immagine di marca forte e migliorare gli standard produttivi attraverso ricerca e sviluppo. 

Queste strategie rappresentano la chiave per consolidare il ruolo della Thailandia come hub globale del pet food, in grado di rispondere sia alle esigenze dei grandi mercati consolidati sia alle opportunità emergenti di nicchia.

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

 

Ultima modifica: Martedì 23 Settembre 2025