Notizie mercati esteri

Lunedì 18 Marzo 2024

Sudafrica e Italia: rapporti commerciali

L’economia sudafricana è, insieme a quella egiziana e quella nigeriana, una delle tre economie più importanti del continente africano, nonché la più industrializzata e diversificata del continente. I recenti avvenimenti bellici in Europa hanno aperto nuove rotte per l'export sudafricano rafforzando i rapporti commerciali con l’Italia, in particolar modo nel settore energetico.

Infatti, la ricerca italiana di alternative energetiche al gas russo, a seguito della guerra tra Russia e Ucraina, ha generato un notevole aumento delle importazioni di carbone sudafricano; si potrebbe quindi pensare che il Sud Africa possa aver colmato una breccia importante nell'approvvigionamento energetico dell'Italia.

Per la prima volta dal 2016, nel 2022 è avvenuta un'inversione del saldo commerciale tra i due Paesi in favore del Sud Africa, trainato principalmente dalle importazioni italiane di carbone sudafricano. Nonostante questa crescita temporanea, la tendenza globale verso fonti energetiche rinnovabili e sostenibili è più che evidente, con gli investimenti annuali nei settori eolico e solare che superano per la prima volta nella storia quelli nel petrolio e nel gas. Sebbene la domanda di carbone sudafricano in Italia sia diminuita a marzo 2023, sarà interessante osservare quanto il Sudafrica manterrà il suo ruolo nell'approvvigionamento energetico italiano nel medio e lungo termine.

Il Sud Africa è il 44° fornitore dell'Italia a livello globale. I rapporti commerciali tra i due Paesi si sono consolidati notevolmente negli ultimi anni, con un totale delle esportazioni dal Sud Africa verso l’Italia del valore di 2,14 miliardi di euro nel 2023. I minerali, i combustibili fossili come il petrolio, il carbone e i prodotti per la distillazione sono i principali prodotti di esportazione con una quota di mercato pari a 890 milioni di dollari nel 2022. L'export di questi prodotti è cresciuto considerevolmente nel 2022, probabilmente a causa delle difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime causate dal contesto internazionale.

Altri prodotti particolarmente significativi sono il ferro e l'acciaio, che rappresentano una quota di mercato pari a 244 milioni di dollari, seguiti dai minerali con un volume di esportazione pari a 84,5 milioni di dollari. Altri principali settori di esportazione sono perle, metalli preziosi e materie prime.

Grazie al suo sviluppo infrastrutturale e alla sua diversificazione economica, il Sud Africa è un mercato di forte interesse per le aziende italiane. L'Italia è l'11° fornitore mondiale del Sud Africa, e il principale Paese esportatore dell’Unione Europea verso questo Paese dopo la Germania, con esportazioni totali pari a 2,46 miliardi di euro a fine 2023. Le esportazioni italiane verso il Sud Africa consistono principalmente in prodotti chimici, in particolare prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, seguiti da macchinari (eccellenza italiana) e prodotti delle industrie manifatturiere quali, ad esempio, gioielli.

I macchinari ricoprono una percentuale ingente e molto importante dell’export italiano. Risultano di particolare rilevanza le attrezzature industriali per i settori manifatturiero, minerario, agroalimentare e delle costruzioni. Vengono esportate, inoltre, attrezzature per l'imballaggio (uno dei principali settori dell'economia sudafricana), nonché per la lavorazione di plastica e carta; macchine, utensili e attrezzature per cave; macchinari per la movimentazione del carico; trattori; e sistemi per la trasformazione agroalimentare e il raffreddamento industriale.

Reattori nucleari, macchinari ed elettrodomestici hanno registrato un valore pari a 502,3 milioni di dollari nel 2022.

Fonti: World Economic Outlook (October 2023); New report by African Development Bank; Africa Energy Outlook; Info Mercati Esteri; Trade map; Trading Economics

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)

Ultima modifica: Lunedì 18 Marzo 2024
Lunedì 18 Marzo 2024

L'uscita degli EAU dalla lista "grigia" del GAFI andrà a beneficio dei residenti

Commissioni bancarie più basse, transazioni in valuta estera più agevoli e un aumento del commercio e degli investimenti con conseguenti maggiori opportunità di lavoro sono tra i vantaggi derivanti dalla rimozione degli Emirati Arabi Uniti dalla lista "grigia" del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), hanno dichiarato gli esperti al Khaleej Times.

Il GAFI stabilisce standard internazionali per prevenire il rischio di flussi di denaro illeciti. Gli Emirati Arabi Uniti sono stati rimossi venerdì dalla lista globale dei Paesi che dal 2022 sono stati sottoposti a una maggiore diligenza a causa della "vulnerabilità al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo".

"La rimozione degli EAU dalla lista grigia del GAFI riflette l'impegno del Paese nella lotta al crimine finanziario e all'evasione delle sanzioni e aumenterà la fiducia nel suo sistema finanziario. Questo potrebbe portare a transazioni in valuta estera più agevoli, a commissioni interbancarie più basse e a un aumento del commercio e degli investimenti", ha osservato Mohamed Daoud, Industry Practice Lead di Moody's Analytics.

L'Abu Dhabi Global Market (ADGM) ha sottolineato che: "La decisione del GAFI testimonia i notevoli progressi compiuti dagli Emirati Arabi Uniti negli ultimi due anni per quanto riguarda le misure antiriciclaggio e anti CTF".

La rimozione degli Emirati Arabi Uniti dalla lista grigia del GAFI rappresenta una grande spinta per la leadership, l'economia e le imprese del Paese, in quanto aumenterà significativamente la credibilità dell'ecosistema commerciale e di investimento del Paese nei mercati globali.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Lunedì 18 Marzo 2024
Lunedì 18 Marzo 2024

La Polonia riceverà 137 miliardi di euro dal Piano Nazionale di Ripresa

La Commissione Europea ha annunciato lo sblocco di miliardi di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e dalla politica di coesione per la Polonia durante la visita di Ursula von der Leyen a Varsavia. Queste decisioni riguardano un totale di circa 137 miliardi di euro, di cui 60 miliardi di euro provengono dal Piano Nazionale di Ripresa e 76 miliardi di euro dai fondi della politica di coesione. Il primo ministro Donald Tusk ha definito questo giorno come importante, sottolineando che è una somma enorme che sarà ben utilizzata. La Polonia ha atteso questi fondi per tre anni, e la decisione della Commissione Europea sull'accettazione del Piano Nazionale di Ripresa è arrivata nel 2022. Tuttavia, von der Leyen ha specificato che il pagamento dei fondi sarà possibile dopo il soddisfacimento delle condizioni stabilite dalla Polonia, tra cui la riforma della magistratura. Il tempo è cruciale, e l'economista Kamil Sobolewski ha notato che la Polonia ha utilizzato solo l'1,5% dei fondi assegnati nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa dopo tre anni. Il governo di Morawiecki ha scelto di autofinanziare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa, attivandoli con risorse proprie. A febbraio, il ministro della giustizia Adam Bodnar ha presentato a Bruxelles un piano per ripristinare lo stato di diritto in Polonia, che è stato valutato positivamente dagli Stati membri.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Lunedì 18 Marzo 2024
Lunedì 18 Marzo 2024

In Polonia i maggiori giacimenti al mondo di argento

Il rapporto “Mineral Commodity Summaries 2024” dello United States Geological Survey (USGS) ha rivelato che in Polonia si trovano i maggiori giacimenti d’argento al mondo, che superano quelle di paesi come la Cina, l’Australia e il Perù. Secondo Spider’s Web, il valore delle riserve polacche potrebbe arrivare a 127 miliardi di dollari, considerando i prezzi attuali sul mercato globale, e sarebbero sufficienti per altri 130 anni con l’attuale tasso di estrazione. Tuttavia, nonostante la vasta disponibilità di risorse, la Polonia non è leader nell’estrazione o nell’esportazione di argento. Nel 2023, il paese ha estratto 1300 tonnellate di argento, posizionandosi al quinto posto al mondo per estrazione, e ha contribuito solo al 5% del commercio mondiale di argento tra il 2019 e il 2022. La società statale KGHM è responsabile dello sfruttamento delle risorse d’argento in Polonia. Il rapporto sottolinea la necessità per la Polonia di aumentare gli sforzi nell’estrazione e nell’esportazione di argento per massimizzare il suo potenziale in questo settore.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Lunedì 18 Marzo 2024
Venerdì 15 Marzo 2024

Polonia: finanziamento europeo per il progetto innovativo di VIGO Photonics

Il progetto VIGO Photonics è stato selezionato per il finanziamento nell’ambito dei Fondi Europei per l’Economia Moderna 2021-2027. Si propone di costruire una fabbrica di chip a infrarossi che trasformerà il modo in cui i dispositivi elettronici raccolgono i dati. L’azienda è un leader mondiale nella produzione di rilevatori fotonici non raffreddati per infrarossi, utilizzando una tecnologia di cui è proprietaria. Il progetto mira a sviluppare e implementare tecnologie di circuiti fotonici integrati per la rilevazione nell’infrarosso medio, costruire una linea di produzione completa e creare una catena di approvvigionamento. I costi ammissibili del progetto sono circa 878,6 milioni di złoty, con un aiuto pubblico massimo di circa 453,6 milioni di złoty. L’implementazione è pianificata per il periodo 2023-2029. L’innovazione di VIGO Photonics si estende a settori come l’industria, la medicina e la tecnologia militare. L’uso della tecnologia include il sistema di guida dei proiettili, dove l’infrarosso aiuta a individuare e distruggere bersagli senza causare danni accidentali.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Lunedì 18 Marzo 2024
Venerdì 15 Marzo 2024

Settore turistico-ricettivo in Portogallo: nel 2023 ricavi in crescita di oltre il 20%

A dicembre 2023, il settore turistico-ricettivo in Portogallo ha registrato 1,8 milioni di ospiti (+10,9%) e 4,0 milioni di pernottamenti (+8,2%), generando 289,0 milioni di euro di ricavi totali (+13,9%) e 204,2 milioni di euro di ricavi da alloggio (+15,0%).

Sono questi i risultati preliminari per il 2023 diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE) il 14 febbraio, che rivelano una significativa crescita rispetto a dicembre 2019 – valori pre-pandemia – con incrementi del +40,8% per i ricavi totali e del +44,9% per i ricavi da alloggio.

Per l'intero 2023, i pernottamenti sono cresciuti del 10,7% (+2,1% per i residenti e +14,9% per i non residenti), cui corrispondono aumenti del 20,1% delle entrate totali e del 21,3% delle entrate da alloggio (rispettivamente +40,2% e +43,0% rispetto al 2019).

Considerando la maggior parte delle strutture ricettive (strutture ricettive turistiche, campeggi, colonie e ostelli della gioventù), nel 2023 si sono contati 32,5 milioni di ospiti e 85,2 milioni di pernottamenti, corrispondenti ad una crescita rispettivamente del 12,7% e del 10,4%. A distinguersi per la maggior rappresentanza nel totale dei pernottamenti, sono stati i comuni di Porto (+28,0%), Funchal (+24,2%) e Lisbona (+8,3%).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Venerdì 15 Marzo 2024
Venerdì 15 Marzo 2024

Da Copenaghen a Roma per innovare la gestione dei rifiuti

Nel mondo della gestione dei rifiuti urbani, l'innovazione e la sostenibilità sono diventati imperativi cruciali. Recentemente, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è stato in visita presso il termovalorizzatore di Copenaghen, uno degli esempi di innovazione in questo settore. Questa visita non è stata solo un'opportunità per apprezzare una best practice, ma anche un’ispirazione per il futuro della capitale italiana.

Il termovalorizzatore di Copenhagen, celebrato come esempio di modernità, efficienza e sostenibilità, si prevede sia il modello per il progetto che prenderà vita a Santa Palomba, Roma, la cui inaugurazione è prevista nel 2026. Gualtieri ha espresso fiducia nel fatto che questa nuova struttura, in linea con il suo predecessore danese, non solo solleverà la pressione sulla gestione dei rifiuti di Roma, ma contribuirà anche alla trasformazione dell'area circostante.

Tra i principali vantaggi del termovalorizzatore della Capitale Danese, infatti, vi è il suo impatto positivo sull'ambiente e sulla comunità. Non solo gestisce i rifiuti indifferenziati, riducendo così il ricorso alle discariche e mitigando i danni all'ambiente, ma produce anche energia e calore che possono essere utilizzati per riscaldare le case e alimentare le infrastrutture della città. Inoltre, il recupero di materiali, come metalli dalle ceneri pesanti, mostra un impegno verso l'economia circolare ed il riciclo, riducendo l'impatto complessivo sulla produzione di nuove risorse.

Come funziona un termovalorizzatore?

Il funzionamento di un termovalorizzatore è un processo complesso ma efficace. I rifiuti non riciclabili vengono conferiti all’inceneritore e scaricati nella vasca di raccolta e miscelazione. In seguito, vengono inceneriti a temperature estremamente alte, generando vapore ad alta pressione, che viene immesso in un turbogeneratore per essere convertito in energia elettrica e, successivamente, utilizzato per scaldare l’acqua che alimenta la rete del teleriscaldamento della città. I gas prodotti vengono quindi depurati per ridurre le emissioni nocive nell'atmosfera. In uscita dal circuito della caldaia, arrivano a un sistema di depurazione e filtrazione, che trattiene i microinquinanti, tra cui metalli pesanti, diossine e furani.

Connessioni tra Italia e Danimarca nella gestione dei rifiuti

L'Italia affronta ancora sfide significative nella gestione dei rifiuti. Secondo Utilitalia, mancano impianti per trattare oltre 5,7 milioni di tonnellate di spazzatura all'anno, con una grave carenza di impianti, soprattutto nel Centro e nel Sud del paese. Questo porta a una dipendenza eccessiva dalle discariche, un problema che deve essere risolto entro i prossimi anni per rispettare gli obiettivi di riciclaggio dell'UE e ridurre l'impatto ambientale complessivo.

In Italia, i termovalorizzatori sono concentrati principalmente nel Nord del paese, con pochi impianti nel Centro e nel Sud. Questa disparità geografica riflette le differenze nella gestione dei rifiuti tra le regioni italiane, con alcune che si affidano pesantemente agli inceneritori per la loro soluzione di smaltimento. I principali inceneritori in Italia sono quelli di Acerra e Brescia. Il primo, è di proprietà della Regione Campania ed è considerato tra le più all’avanguardia in Europa, grazie alle tecnologie con le quali è stato progettato e realizzato. Il termovalorizzatore di Acerra riesce a trattare più di 732mila tonnellate di rifiuti all’anno e a produrre energia equivalente al fabbisogno di 239mila famiglie. Si stima che l’impianto abbia consentito di evitare oltre 15 discariche da un milione di tonnellate di rifiuti, per una superficie equivalente a 210 campi da calcio.

A causa del livello di saturazione delle discariche, intere regioni inviano gran parte dei rifiuti in Danimarca, dove vengono sottoposti al processo di incenerimento. Questo comporta un aumento notevole dei costi di gestione dei rifiuti che, nel lungo periodo va a gravare considerevolmente nelle tasche dei cittadini.

In conclusione, è evidente come, nonostante i progressi, ci sono ancora sfide da affrontare. La gestione dei rifiuti rimane una questione complessa che richiede un impegno continuo da parte delle autorità e della comunità nella prevenzione alla produzione di rifiuti non riciclabili. Infine, è necessario che la ricerca e la sperimentazione della cattura della CO2 prodotta da questi impianti continui. Solo attraverso un approccio integrato e sostenibile alla gestione dei rifiuti possiamo sperare di garantire un futuro più pulito e più sano per le generazioni a venire.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 15 Marzo 2024
Venerdì 15 Marzo 2024

Progetto H2Silesia per un impianto di idrogeno verde con una potenza di circa 105 MW

Il progetto H2Silesia prevede la costruzione di una grande fabbrica di idrogeno verde con una potenza di circa 105 MW, situata in Alta Slesia, con l’obiettivo di produrre circa 13.000 tonnellate di idrogeno all’anno. La fabbrica mira a fornire idrogeno rinnovabile per l’industria pesante e il trasporto a emissioni zero. Polenergia, l’unica azienda polacca coinvolta nel programma Hy2Infra dell’UE, potrebbe ricevere un finanziamento di fino a 142,77 milioni di euro. Il programma Hy2Infra è un’iniziativa dell’Unione Europea nell’ambito degli Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo, con la partecipazione di sette paesi membri: Polonia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. “L’idrogeno come vettore di energia verde può accelerare notevolmente l’abbandono dei combustibili fossili e la costruzione di un’economia a emissioni zero. È il carburante del futuro”, dice Iwona Sierżęga, membro del consiglio di Polenergia. H2Silesia è uno dei progetti idrogeno in corso di sviluppo da parte di Polenergia, con un altro progetto chiamato H2HUB Nowa Sarzyna situato in Podcarpazia e in fase avanzata di realizzazione. Quest’ultimo prevede la costruzione di un impianto da 5 MW per la produzione di idrogeno verde.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

Ultima modifica: Venerdì 15 Marzo 2024
Venerdì 15 Marzo 2024

Enel e l'engagement Italia-Argentina nel settore energetico

L'azienda italiana Enel potrebbe fare un significativo cambiamento nei suoi piani riguardo alla sua presenza in Argentina. Dopo una serie di incontri e discussioni con il presidente argentino Javier Milei, Enel ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di riconsiderare la sua decisione di ritirarsi dal paese sudamericano.

La discussione si è incentrata sulla proposta del nuovo governo argentino di deregolamentare il settore energetico, una strategia accolta con favore da Milei e dalla sua fazione politica. In particolare, Enel ha mostrato interesse per le chiare visioni di Milei riguardo alla ripresa del settore energetico, alla liberalizzazione del mercato e alla risoluzione delle questioni irrisolte del passato.

L'inversione di tendenza da parte di Enel è stata accolta con favore da entrambe le parti. Questo potenziale cambiamento di rotta non solo rappresenta un'opportunità per l'Argentina di mantenere un ruolo importante nel settore energetico del paese, ma anche un'occasione di collaborazione ed engagement tra Italia e Argentina.

Enel è una delle utilities più importanti d'Europa, con una presenza internazionale imponente. La sua permanenza in Argentina potrebbe portare benefici significativi ad entrambi i paesi. Da un lato l'Argentina potrebbe godere di investimenti continui nel settore energetico, contribuendo così alla crescita economica e alla stabilità del settore. Dall'altro, l'Italia potrebbe consolidare la propria presenza nel mercato argentino, sfruttando opportunità di collaborazione e promuovendo lo sviluppo economico bilaterale.

Inoltre, la simpatia ideologica tra il governo italiano e il presidente Milei potrebbe favorire ulteriori interazioni e partnership tra i due paesi. Questa prospettiva di collaborazione non solo rafforzerebbe i legami bilaterali, ma potrebbe anche aprire la strada a nuove opportunità commerciali e di investimento.

La decisione finale di Enel rimarrà soggetta a ulteriori discussioni e valutazioni. Tuttavia, questa possibilità di collaborazione nel settore energetico rappresenta un passo significativo verso un futuro più prospero e congiunto per entrambi i paesi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Venerdì 15 Marzo 2024
Venerdì 15 Marzo 2024

Aumento dei salari in Polonia: la crescita reale più alta degli ultimi anni

Sono stati pubblicati i nuovi dati dell'Ufficio centrale di statistica riguardanti i salari in Polonia. Nonostante il rallentamento di dicembre, i salari medi a gennaio sono cresciuti nuovamente a un tasso a due cifre, raggiungendo la crescita reale più alta da diversi anni con una forte riduzione dell'inflazione. Il salario medio lordo nel settore delle imprese a gennaio 2024 è stato di 7.768,35 PLN, con un aumento annuo del 12,8%. Rispetto a dicembre 2023, quando la media ha superato per la prima volta gli 8.000 PLN, la dinamica è aumentata di nuovo, superando le ottimistiche previsioni degli economisti. In termini mensili, la media salariale è diminuita del 3,3%, un effetto stagionale legato a bonus e incentivi di dicembre. L'aumento del salario minimo a 4.242 PLN ha contribuito a mantenere la crescita dei salari a doppia cifra. Nonostante un leggero raffreddamento del mercato del lavoro, l'occupazione rimane alta. La crescita reale dei salari è stata di circa l'8,9%, il risultato più alto dall'aprile 2008, alimentando i consumi e la ripresa economica. A gennaio, l'occupazione nelle imprese è aumentata dello 0,3% su base mensile, ma è diminuita dello 0,2% su base annua. La percentuale di disoccupazione registrata è salita al 5,4% a gennaio, ma rimane relativamente bassa. Gli economisti prevedono una possibile diminuzione del numero di posti di lavoro nei prossimi mesi, ma la crescita della disoccupazione sarà limitata.

Fonte: Polonia Oggi (Gazzetta Italia)

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Venerdì 15 Marzo 2024