Notizie mercati esteri

Mercoledì 26 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Brasile

Brasile. Minas Gerais attrae il maggior volume di nuove imprese per febbraio degli ultimi dieci anni

Minas Gerais ha registrato a febbraio il maggior numero di aziende aperte per il mese negli ultimi dieci anni. In totale, sono stati formalizzati 11.449 nuovi business, con un aumento del 51% rispetto alla media registrata l'anno scorso e un incremento del 47,8% rispetto allo stesso mese del 2024, come indicato nel rapporto sui registri della Camera di Commercio dello Stato di Minas Gerais (Jucemg).

Nel cumulato dell'anno, lo Stato ha già registrato 22.878 nuove imprese formalizzate, con un aumento del 47,5% rispetto al primo bimestre del 2024, quando erano stati registrati 15.511 nuovi business. A titolo di confronto, nel 2015, Minas Gerais ha costituito un totale di 40.782 aziende, mentre l'anno scorso questo numero è salito a 99.070, con un incremento del 142,9%.

La regione del Vale do Jequitinhonha e Mucuri ha registrato il miglior risultato proporzionale in termini di aperture, con un aumento del 74% rispetto a febbraio 2024. Successivamente, le regioni del Nord di Minas e del Noroeste si sono distinte con avanzamenti rispettivi del 60,8% e del 54,4%.

Secondo la segretaria di Stato per lo Sviluppo Economico, Mila Corrêa da Costa, i risultati nel Vale do Jequitinhonha sono sorprendenti, poiché è una regione che in passato non ha mostrato performance di rilievo. "Attribuiamo questo risultato positivo al progetto Vale do Lítio, che ha attratto investimenti per 5,5 miliardi di reais e prevede la creazione di oltre 14.000 posti di lavoro diretti e indiretti nella regione". Oltre al litio, la regione si distingue anche nello Stato come potenziale produttrice di coltivazioni, come aglio e cacao, le cui raccolte degli ultimi anni hanno raggiunto una produttività media in crescita. Con la diversificazione delle attività economiche locali, il territorio continua a progredire nell'attrarre imprese multinazionali in Minas Gerais, stimolando l'imprenditorialità locale e la creazione di posti di lavoro.

A seguire, le regioni Centro-Oeste (52,21%), Rio Doce (51,02%), Central (48,75%), Zona da Mata (48,20%), Triângulo (39,89%), Sul de Minas (39,81%) e Alto Paranaíba (38,52%) si sono distinte per l'aumento delle formalizzazioni. Tra i segmenti delle attività economiche, la migliore performance è stata registrata nel settore dei servizi, con un'espansione del 51,12%, seguito dal commercio con un aumento del 41,93% e dall'industria con un 28,43%.

La bilancia commerciale ha registrato un surplus di 1,796 miliardi di dollari nella seconda settimana di marzo

La bilancia commerciale brasiliana ha registrato un surplus di 1,796 miliardi di dollari nella seconda settimana di marzo. Secondo i dati divulgati lunedì 17 marzo dalla Segreteria del Commercio Estero del Ministero dello Sviluppo, dell'Industria, del Commercio e dei Servizi (Mdic), questo risultato è stato raggiunto con esportazioni pari a 7,559 miliardi di dollari e importazioni di 5,763 miliardi di dollari. Nel mese, il surplus accumulato è di 4,826 miliardi di dollari e, nell'anno, di 6,760 miliardi di dollari.

Fino alla seconda settimana di marzo, la media giornaliera delle esportazioni ha registrato un aumento del 31% rispetto alla media giornaliera dello stesso mese del 2024. Questo risultato è stato determinato da una crescita del 44,0% nel settore Agroalimentare, che ha raggiunto 4,09 miliardi di dollari; una crescita del 15,6% nell'Industria Estraente, che ha totalizzato 2,99 miliardi di dollari e, infine, una crescita del 31,4% nell'Industria Manifatturiera, che ha raggiunto 7,31 miliardi di dollari.

Le importazioni, invece, sono aumentate del 17,9% nella stessa comparazione, con una crescita del 52,2% nel settore Agroalimentare, che ha totalizzato 0,29 miliardi di dollari; una diminuzione del -20,0% nell'Industria Estraente, che ha raggiunto 0,45 miliardi di dollari e, infine, una crescita del 19,8% nell'Industria Manifatturiera, che ha totalizzato 8,85 miliardi di dollari.

Il settore delle gioiellerie e bigiotterie in Minas Gerais registra una crescita nel primo bimestre del 2025

Dopo aver chiuso il 2024 con una crescita del 5%, il mercato delle gioiellerie e bigiotterie in Minas Gerais mantiene un scenario positivo nei primi mesi del 2025. Nonostante le problematiche che influenzano il settore, come l'aumento del prezzo dell'oro e le importazioni dal mercato asiatico, il Sindijoias Ajomig stima una crescita tra il 5% e il 10%. "Le statistiche non sono ancora pronte, ma possiamo parlare di un panorama più positivo per il primo bimestre rispetto allo stesso periodo del 2024. Possiamo parlare di una percentuale ancora modesta, ma tra il 5% e il 10% di crescita", sottolinea il presidente del Sindijoias Ajomig, Murilo Graciano.

Secondo Graciano, l'instabilità del contesto economico mondiale influisce sulle stime del settore. Tuttavia, le previsioni sono di crescita anche per il resto dell'anno.

"Abbiamo aspettative molto buone per il 2025, rispettando tutte queste caratteristiche interne ed esterne nel mondo politico ed economico", valuta. "Ovviamente, il contesto economico brasiliano unito a una politica ancora molto incerta, fa sì che le nostre aspettative non siano troppo esagerate", aggiunge.

Principali sfide del mercato delle gioiellerie e bigiotterie:

Una delle sfide affrontate dal settore è l'aumento del prezzo dell'oro, che nel 2024 ha raggiunto livelli record con aumenti superiori al 30%. Il prezzo elevato del metallo influisce sia sul mercato brasiliano che su quello estero, costringendo l'industria a cercare strategie per continuare a crescere.

"Il prodotto diventa più costoso a causa dell'aumento di uno dei principali materiali della gioielleria, che è il metallo. Questo ha influito fortemente sulle vendite sia all'ingrosso che al dettaglio. Ma ha spinto i marchi a trovare altri modi, come ridurre il peso del metallo nella realizzazione dei loro pezzi, utilizzando anche altri materiali, come pietre preziose", sottolinea Graciano.

La concorrenza con il mercato asiatico, principalmente quello cinese, influisce anche sul mercato delle gioiellerie e bigiotterie nello Stato.

"Abbiamo come sfida anche l'importazione di prodotti provenienti, soprattutto dal mercato asiatico, che arrivano in Brasile con imposte ancora molto ridotte, e questo fa sì che l'industria nazionale ne risenta un po'. Abbiamo ottenuto alcuni risultati, come l'aliquota di importazione per i prodotti fino a 50 USD, che però non è ancora adeguata", spiega.

Strategie per aumentare le vendite in Minas:

Per superare tali difficoltà, il mercato delle gioiellerie in Minas Gerais sta trovando nuovi modi per ampliare gli affari. Il dirigente sottolinea che le fiere sono oggi un canale di vendita importante per il settore, ma la strategia delle aziende del ramo è quella di espandersi nell'ambiente digitale.

Secondo lui, queste strategie sono in fase di sviluppo fin dalla pandemia, un altro fattore che ha influenzato significativamente il mercato delle gioiellerie e bigiotterie in Brasile.

"Le aziende si stanno adattando e ambientando in un nuovo scenario di consumo. È un periodo di grande apprendimento post-pandemia, in cui le aziende hanno dovuto muoversi per superare tutto ciò che di negativo la pandemia ha portato. Le aziende, ora, stanno cominciando a raccogliere i frutti, a prosperare un po' di più", sottolinea.

La produzione dell'industria di Minas Gerais avanza con l'impatto del mercato dei veicoli a motore

La produzione industriale di Minas Gerais è aumentata dello 0,8% a gennaio rispetto al mese precedente, consolidandosi come il terzo miglior risultato positivo nell'indicatore nazionale, che è rimasto stabile nel mese. Il miglioramento nel settore dello Stato è stato principalmente guidato dal settore dei veicoli a motore, che ha registrato una variazione del 38,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Tuttavia, rispetto a gennaio 2024, la produzione industriale di Minas Gerais ha registrato una diminuzione dello 0,4%, mentre a livello nazionale l'aumento è stato dell'1,4%. I dati provengono dalla Pesquisa Industrial Mensal dell'Istituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE), divulgata martedì 18.

Secondo la responsabile della Sezione delle Ricerche per Aziende dell'IBGE in Minas Gerais, Alessandra Coelho, lo Stato ha registrato a gennaio la seconda variazione positiva consecutiva, accumulando nel 2025 una crescita dell'1%, il terzo miglior risultato in Brasile. Il risultato, secondo lei, ha un forte impatto stagionale, poiché il primo mese dell'anno è caratterizzato dalle ferie collettive e dalle pause nelle fabbriche per la manutenzione degli impianti.

Oltre alla stagionalità, la diminuzione rispetto allo scorso anno può essere attribuita all'attuale contesto economico brasiliano. "Siamo in un periodo di ritorno dell'aumento dei tassi di interesse, che finisce per influenzare le linee di credito, sia dal lato dell'offerta che della domanda", spiega Alessandra Coelho.

Oltre ai veicoli a motore, anche "Macchine, apparecchi e materiali elettrici" (12,5%) e "Prodotti chimici" (10,7%) si sono distinti tra le principali aumenti rispetto a gennaio dell'anno scorso. Al contrario, "Macchine e attrezzature" (-9,3%), "Industrie estrattive" (-7,9%) e "Carta, cellulosa e prodotti cartacei" (-6,6%) hanno registrato le maggiori flessioni.

Tuttavia, la caduta più significativa per l'industria di Minas Gerais è stata nel settore della Metalurgia, con una contrazione del 3,9%. Questo settore è uno dei più rilevanti per l'economia di Minas Gerais, con un forte impatto sul Prodotto Interno Lordo (PIL) dell'industria manifatturiera.

Rispetto a gennaio 2024, dieci dei 18 stati esaminati hanno registrato un aumento della produzione, con un particolare risalto per Santa Catarina (8,6%) e Rio Grande do Sul (8,1%). D'altra parte, Pernambuco (-15,6%), Rio Grande do Norte (-15,4%) e Maranhão (-11,4%) sono stati responsabili per le flessioni più marcate in Brasile.

Il Brasile ha il tasso di imprenditorialità più alto degli ultimi anni

'incremento del tasso di imprenditori consolidati, quelli con attività aziendali da oltre 3,5 anni, ha spinto l'indice. I dati riflettono il miglioramento dell'ambiente economico del paese.

Il tasso di imprenditorialità in Brasile ha raggiunto il livello più alto degli ultimi quattro anni, passando dal 31,6% al 33,4% nel 2024. Secondo l'ultima edizione del Global Entrepreneurship Monitor (GEM 2024), considerata la più grande ricerca sull'imprenditorialità al mondo e condotta in Brasile dal Sebrae in collaborazione con l'Associazione Nazionale di Studi e Ricerche sull'Imprenditorialità (Anegepe), il paese conta 47 milioni di brasiliani coinvolti in attività imprenditoriali (inclusi quelli formali e informali).

Tra i fattori che hanno favorito questo incremento c'è l'aumento del tasso di Imprenditori Consolidati, quelli con più di 3,5 anni di attività. Questo indicatore è passato dall'8,7% nel 2020 al 13,2% l'anno scorso. Con il risultato dell'anno scorso, il Brasile è salito di due posizioni, dalla ottava alla sesta, nella classifica dei paesi con il tasso più alto di Imprenditori Consolidati, superando paesi come il Regno Unito, l'Italia e gli Stati Uniti, ad esempio.

“Questo è dovuto ai progressi della nostra economia, che è sulla strada giusta. L'imprenditorialità in Brasile ha acquisito l'importanza che ha oggi grazie al fatto che il paese ha avuto un Presidente della Repubblica che ha creato un insieme di regolamenti e meccanismi protettivi, che hanno costruito le basi solide per la creazione di queste imprese.” Afferma Décio Lima, presidente del Sebrae.

“È stato il presidente Lula a creare il Simples Nacional, a sancire la Legge Generale per le Micro e Piccole Imprese, e a istituire la figura giuridica del Microimprenditore Individuale (MEI). Tutto ciò, senza dimenticare le conquiste già consolidate, come il Sebrae, una delle poche istituzioni al mondo nel suo specifico ambito, che si dedica unicamente a supportare circa il 95% delle imprese brasiliane, che appartengono alle categorie di micro e piccole imprese e MEI,” aggiunge il presidente.

La ricerca mostra anche che, nel 2024, è aumentato il tasso di "Imprenditorialità Totale", che include anche gli imprenditori iniziali (con attività fino a 3,5 anni), passando dal 30,1% al 33,4%. Il Global Entrepreneurship Monitor (GEM) è la principale ricerca sull'imprenditorialità a livello mondiale. Realizzata dal 1999, conta la partecipazione di più di 120 paesi. In Brasile, per l'edizione del 2024, sono stati intervistati 2.000 adulti e 58 esperti.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Martedì 25 Marzo 2025

Danimarca. Tra tensioni politiche e scelte di consumo: il boicottaggio dei prodotti americani

In tutti i Paesi Scandinavi, negli ultimi mesi si è verificato un movimento di boicottaggio nei confronti dei prodotti statunitensi. Verificatosi maggiormente nei consumatori, e seguito poi dai supermercati, questo fenomeno è scaturito da tensioni politiche e da alcune decisioni prese dall’amministrazione americana che hanno suscitato disapprovazione tra le popolazioni scandinave.

Danimarca, Norvegia e Svezia, motivate in particolare dalla politica sui dazi e la guerra in Ucraina, promuovono alternative locali a merci come Heinz, McDonald’s e Google. Gruppi social come il "Boycott varer fra USA" danese contano già oltre 48.000 membri, mentre in Svezia un gruppo analogo ha superato i 32.500 iscritti, dimostrando come il fenomeno sia in rapida e continua crescita. Ma oltre ai consumatori anche le aziende stanno attuando modifiche nella vendita o acquisto dei prodotti americani.

Ad esempio, il più grande retailer danese Salling ha introdotto un sistema di etichettatura per distinguere facilmente i prodotti europei. Sui cartellini elettronici dei prezzi è stata aggiunta una stella nera a cinque punte che indica che il marchio è di proprietà di un’azienda europea. L’amministratore delegato, Anders Hagh, ha dichiarato come questa decisione arrivi dalle richieste di numerosi clienti, desiderosi di evitare prodotti americani, sottolineando che non si tratta di un boicottaggio esplicito in quanto i prodotti americani rimangono in vendita sugli scaffali, ma di un modo per semplificare l’acquisto di prodotti europei.

Le tensioni sono iniziate anche di seguito alla dichiarazione del presidente Donald Trump di portare il territorio autonomo danese della Groenlandia sotto il controllo degli Stati Uniti, sia tramite acquisto che, potenzialmente, con la forza.

Parallelamente alla Danimarca, la compagnia norvegese Haltbakk Bunkers, principale operatore nei porti del Paese, ha annunciato la cessazione immediata del rifornimento di carburante alle navi della Marina statunitense. Questa decisione è arrivata successivamente a quello che la società ha definito come “il più grande pasticcio mai presentato in diretta televisiva dall’attuale presidente americano e dal suo vicepresidente” in riferimento allo scontro tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e Donald Trump alla Casa Bianca. Il presidente di Haltbakk Bunkers, Gunnar Gran, ha descritto questa scelta come una decisione “morale” quindi, evidenziando la volontà di sostenere l’Ucraina.

Il boicottaggio si estende anche al settore automobilistico. Nei Paesi nordici, le vendite di Tesla hanno subito un significativo calo dall'inizio dell'anno. In Svezia, dove il modello Y di dell’azienda automobilistica è stato il più venduto nel 2024, le vendite sono diminuite del 44% a gennaio rispetto all'anno precedente. In Norvegia, mercato storico per il marchio, le vendite sono scese del 38% a gennaio e del 70% a febbraio. 

Queste iniziative testimoniano un diffuso senso di insoddisfazione nei confronti delle recenti politiche statunitensi, che viene espresso in modo tangibile attraverso il boicottaggio. I consumatori nordici, scegliendo di evitare prodotti americani, manifestano il loro dissenso politico e cercano di influenzare le dinamiche commerciali globali. Sebbene l’impatto economico concreto di queste azioni sia ancora complesso da misurare, il fenomeno evidenzia chiaramente come le scelte di consumo siano sempre più guidate da considerazioni etiche e politiche, riflettendo un cambiamento nei valori della società contemporanea.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Martedì 25 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Turchia

Italian Design Day 2025 ad Ankara con ospite Alex Terzariol, Designer e delegato alle attività internazionali di ADI

In occasione dell'Italian Design Day 2025, l'ambasciatore italiano in Turchia, Giorgio Marrapodi, ha ospitato presso la Residenza dell'Ambasciatore d'Italia ad Ankara un evento dedicato all'eccellenza del design italiano.

Ospite d'eccezione Alex Terzariol, noto designer e delegato alle attività internazionali per l'ADI (Associazione per il Disegno Industriale), che ha guidato i numerosi ospiti presenti lungo un percorso volto alla scoperta della creatività e dell'innovazione, che rendono il Made in Italy un punto di riferimento a livello globale.

Nel suo saluto di apertura, l'ambasciatore Marrapodi ha sottolineato come il design rappresenti una delle espressioni più alte della capacità creativa e produttiva italiana, riconosciuta a livello internazionale.

"Il design italiano è sinonimo di eccellenza. Non è solo stile, ma un linguaggio universale capace di unire estetica, funzionalità e innovazione, con un'attenzione particolare alla qualità della vita delle persone", ha dichiarato Marrapodi. A seguire, Terzariol ha illustrato alcuni tra i prodotti più iconici del design italiano, raccontando le storie che si celano dietro oggetti premiati con il prestigioso Compasso d'Oro, simbolo riconosciuto di eccellenza, innovazione e capacità del Made in Italy.

I partecipanti hanno inoltre avuto l'opportunità di ammirare alcuni di questi prodotti nella mostra allestita per l'occasione con il contributo di Mozaik, uno dei più importanti showroom di design in Turchia.

Lancio del Festival Capitali della Creatività Italiana nel Mondo in Turchia con un evento dedicato a moda e sostenibilità

Lo scorso 27 febbraio l’Ambasciatore Giorgio Marrapodi ha ospitato a Palazzo di Venezia, a Istanbul, l’evento di lancio del Festival Capitali della Creatività Italiana nel Mondo in Turchia. L’iniziativa, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, mira a valorizzare l’eccellenza del Made in Italy in tutti i settori. Ospiti d’eccezione la stilista Sofia Crociani, fondatrice e direttrice artistica di Aelis, e la giornalista Francesca Pini, protagoniste di un dialogo su moda e sostenibilità.

Nel suo intervento, l’Ambasciatore Marrapodi ha sottolineato il ruolo dell’Italia non solo come punto di riferimento per la qualità delle sue produzioni nel settore della moda, ma anche per l’impegno dell’industria nel promuovere una filiera più sostenibile.

Nel dialogo tra Crociani e Pini, la stilista ha raccontato il percorso di Aelis nel campo della moda sostenibile, condividendo la sua esperienza come icona del Made in Italy nel mondo. Il confronto ha toccato le nuove sfide e opportunità del settore, dalle innovazioni nei materiali ecologici alle strategie per ridurre l’impatto ambientale.

Per illustrare l’evento, nelle sale della Residenza, è stata allestita un’esposizione di alcune creazioni di Sofia Crociani, offrendo in tal modo agli ospiti l’opportunità di ammirare da vicino l’incontro tra alta moda e sostenibilità che caratterizza il suo lavoro.

Si consolidano le sinergie industriali tra Italia e Turchia nel settore difesa e aerospazio

Il produttore di droni da combattimento senza pilota (UAV), il colosso turco “Baykar”, e il gigante italiano della difesa e dell'aerospazio “Leonardo”, lo scorso 6 marzo hanno firmato un memorandum d'intesa (MoU) che prevede la creazione di una joint venture per i sistemi aerei senza pilota. L'accordo è stato firmato dal CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, dal Presidente di Baykar, Selçuk Bayraktar, e dal CEO Haluk Bayraktar, presso la sede centrale di Leonardo a Roma. Il MoU si basa sulle sinergie industriali e sulle complementarità delle due aziende nel settore dei sistemi UAV, che sfrutteranno l’esperienza di Leonardo nella progettazione e l’efficacia delle piattaforme UAV di Baykar.

"Questo è un grande risultato", ha affermato Cingolani durante la conferenza stampa, osservando che “l'industria della difesa sta affrontando sfide senza precedenti, come i sistemi senza pilota, l'intelligenza artificiale, i caccia di sesta generazione, la sicurezza informatica e lo spazio. In questo scenario, siamo convinti che la cooperazione tecnologica sia necessaria e urgente per accelerare il progresso e garantire la sicurezza globale".

“Questa strategica partnership con Leonardo segna una pietra miliare significativa nell'espansione della nostra impronta tecnologica e nel rafforzamento della nostra presenza nel mondo", ha affermato Selçuk Bayraktar nel comunicato stampa, aggiungendo che “la capacità di Leonardo, rinomata a livello mondiale per il suo enorme know-how nelle tecnologie di Intelligenza Artificiale, rendono questa collaborazione ancora più significativa”.

L'accordo, preceduto dalla visita del Ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso e del Presidente di Leonardo, Stefano Pontecorvo, oltre che di altri alti Funzionari del Governo italiano a Istanbul lo scorso mese di febbraio, arriva a poco meno di un mese dall’acquisto, da parte di Baykar, di Piaggio Aerospace.

Nel 2024 Baykar si è collocata tra i primi 10 esportatori turchi di prodotti per la difesa, con un fatturato derivante dalle esportazioni pari a USD 1,8 mld. Baykar figura tra le prime 50 aziende al mondo nel settore, con ben il 65% delle esportazioni mondiali di UAV.

INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-TURCHIA. I dati dell’Agenzia ICE a gennaio 2025

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, dopo un 2024 da record nella partnership commerciale tra Italia e Turchia, grazie a un volume di scambi pari a USD 32,246 mld (di cui USD 19,312 mld di esportazioni italiane), a gennaio 2025 l’interscambio è sceso a USD 1,929 mld, registrando un decremento del 15,6% rispetto all’analogo mese del 2024. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia si sono contratte del 20% (USD 950,2 mln), mentre le importazioni sono diminuite del 10,8%, fermandosi a USD 978,5 mln. La bilancia commerciale mostra un saldo positivo per la Turchia di USD 28,306 mln.

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il quinto fornitore (dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti) e il sesto cliente (dopo Germania, Stati Uniti, Regno Unito EAU e Iraq). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,3% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 4,6% delle importazioni complessive italiane.

In ambito UE, l’Italia si colloca in seconda posizione in termini di interscambio, preceduta soltanto da Berlino (USD 3,635 mld) e seguita da Parigi (USD 1,690 mld) e Madrid (USD 1,396 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia resta il primo partner commerciale di Ankara.

A gennaio 2025, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “ferro e acciaio” (+134,9% su gennaio 2024 e in volume pari a USD 51,2 mln); in calo, invece, l’export di “pietre preziose e semi preziose, metalli preziosi, perle e bigiotteria” (-65,7%, dopo un biennio di crescita a tripla cifra). In termini assoluti, la principale voce del nostro export nel primo mese dell’anno è stata “macchinari e apparecchiature meccaniche”, seppure in calo del 33,6% rispetto a gennaio 2024, con un valore pari a USD 176,93 mln.

La dinamica dell’export turco, d’altro canto, mostra un marcato aumento alle voci “alluminio e lavori di alluminio” (+58,4%) e “rame e articoli in rame” (+53,3%). In calo gli acquisti italiani di “ferro e acciaio”, che si sono contratti del 36,3%. “Autoveicoli, trattori e parti di ricambio” si conferma infine la principale voce tra le importazioni italiane dalla Turchia, con un valore che, pur affermandosi a USD 197,2 mln, vede però i volumi in calo del 14,8%.

I FLUSSI IDE. I dati YASED: nel 2024 sono aumentati gli investimenti diretti esteri del 5,6%

Secondo i dati diffusi il 13 febbraio scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli IDE in Turchia nel periodo gennaio-dicembre 2024 è stato pari a USD 11,3 mld, segnando un incremento del 5,6% rispetto al 2023. Il dato annuale rappresenta per la Turchia lo 0,8% degli IDE globali.

Il dato degli IDE in Turchia nell’anno in esame comprende USD 6,7 mld in capitale azionario, USD 2,8 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri, e USD 2,3 mld tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 500 mln.

Nel 2024, il settore manifatturiero turco ha attirato USD 2,3 mld, collocandosi al primo posto con il 34,5% degli afflussi totali di IDE (+32,5% sul 2023), seguito dal commercio al dettaglio e all’ingrosso (25,3%) e dai trasporti (7,2%).

Nel 2024, con una quota pari al 24% del totale degli IDE, i Paesi Bassi occupano il primo posto nella classifica dei dieci principali investitori in Turchia, precedendo Germania (12%), Stati Uniti (10%) Irlanda (7%), Azerbaijan e Svizzera (6%). Grazie alla performance registrata a dicembre scorso, entrano nella “top ten” gli EAU e la Norvegia. La quota dell’UE, nel 2024, sale al 55% del totale dei flussi in entrata.

Nel 2024 Ankara ha lanciato la nuova strategia per il quadriennio 2024-2028 concepita per incrementare il flusso degli IDE globali all’1,5%.

COMMERCIO ESTERO DELLA TURCHIA. L’ultimo rapporto sul mese di gennaio 2025

Secondo i dati diffusi il 27 febbraio scorso da Turkstat, in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di gennaio 2025 le esportazioni e le importazioni sono ammontate rispettivamente a USD 21,165 mld e USD 28,703 mld. Se per le prime, quindi, rispetto al 2024, si è registrata una crescita del 5,8%, per le seconde l’aumento è stato invece del 9,6%.

Sempre a gennaio, il deficit commerciale della Turchia è cresciuto del 21,9% (7,538 mld), mentre il rapporto di copertura tra esportazioni e importazioni è sceso di 2,7 punti percentuali, attestandosi di conseguenza al 76,4%.

Per quanto attiene invece ai dati diffusi dal Ministero del Commercio, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati quelli di Germania (USD 1,782 mld), Stati Uniti (USD 1,371 mld), Regno Unito (USD 1,280 mld), e Iraq (USD 979 mln).

Relativamente alle importazioni, a gennaio 2025, i primi Paesi fornitori sono stati la Federazione Russa (USD 4,399 mld), la Cina (USD 4,086 mld), la Germania (USD 1,854 mld) e l’Italia, con 950 milioni di dollari.

TURISMO. I dati del 2024 e il trend iniziale del 2025

Stando ai dati presentati dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 21 febbraio, nel mese di gennaio 2025 la Turchia ha accolto 2.171.118 visitatori stranieri, registrando un incremento del 6,06% rispetto a gennaio 2024. Il dato complessivo (residenti all’estero, visitatori stranieri ed escursionisti) ha invece segnato 2.199.070 presenze.

A gennaio 2025, Istanbul ha accolto il 58,43% dei visitatori stranieri (1.268,660 presenze); seguono Edirne, con il 10,86% (235.778 presenze) e Antalya, con il 7,68%.

In termini di provenienza geografica, nel mese in osservazione, i turisti iraniani si sono collocati al primo posto, con 240.643 presenze (11,08% del totale), seguiti dai russi (203.733 presenze), dai bulgari (165.792 presenze) e dai tedeschi (150.558 presenze). La Turchia è infatti la seconda destinazione per i turisti tedeschi, preceduta solo dalla Spagna.

Gli italiani che si sono recati per turismo in Turchia nel mese di gennaio 2025, invece, sono stati 40 mila (1,17% del totale), con un aumento delle presenze di circa il 39% rispetto a gennaio 2024.

Il numero di turisti che hanno visitato la Turchia nel 2024, infine, sono stati 52,63 milioni, rispetto ai 49,2 milioni del 2023. Le presenze salgono poi a 62,27 milioni se si includono i turchi residenti all'estero e gli escursionisti. Il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, stima che nel 2025 i visitatori saliranno a 64 milioni, il che potrà tradursi in circa USD 63,6 mld di ricavi dal settore (sono stati USD 61,1 mld nel 2024, con un contributo sul PIL del 10%).

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Martedì 25 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Argentina

PMI italiane e mercato argentino: un’occasione da non perdere

L'Argentina ha recentemente emesso una nuova Lettera del Tesoro per oltre 1,2 miliardi di dollari, un'operazione volta a rafforzare la stabilità economica del Paese e che rappresenta un'opportunità significativa per le imprese italiane, in particolare per le PMI, oltre a generare vantaggi strategici per l'intero sistema Italia.

Questa misura garantisce un quadro economico più stabile e prevedibile, facilitando gli investimenti e gli scambi commerciali con l'Argentina e semplificando l’accesso delle aziende italiane a un mercato in evoluzione. La crescente domanda di macchinari, tecnologie e beni strumentali italiani, favorita dall’apertura del Paese, potrebbe tradursi in un incremento delle esportazioni, offrendo nuove prospettive di crescita per le imprese del settore manifatturiero e tecnologico.

Un altro aspetto rilevante riguarda la riduzione del rischio valutario grazie all'introduzione di strumenti "dollar linked", che offrono maggiore sicurezza agli esportatori italiani e semplificano le transazioni economiche tra i due Paesi. Questa misura tutela le imprese italiane che operano sul mercato argentino, garantendo condizioni finanziarie più favorevoli e riducendo l'incertezza nei pagamenti.

Infine, l’emissione di questi titoli potrebbe contribuire a consolidare ulteriormente le relazioni economiche tra Italia e Argentina, favorendo nuove partnership e collaborazioni strategiche. Le PMI italiane, in particolare, potrebbero beneficiare di un mercato più stabile, con un accesso più sicuro agli investimenti e opportunità di crescita più strutturate. L'intero sistema Italia avrebbe così l’opportunità di rafforzare la propria presenza economica in Sud America, consolidando rapporti commerciali di lungo periodo e stimolando nuovi progetti di cooperazione tra imprese italiane e argentine.

Un’innovazione rosarina al servizio della transizione energetica italiana

L’innovazione nasce spesso dalla necessità di trovare soluzioni semplici a problemi quotidiani, ed è esattamente ciò che ha fatto Ignacio Burdino con Generin, un idrogeneratore domestico capace di trasformare l'energia statica accumulata nei serbatoi d'acqua in elettricità. Vincitore della Competizione Business 2024 promossa dalla rivista Ecobiz, questo dispositivo compatto e facilmente installabile potrebbe avere un impatto significativo non solo in Argentina, ma anche a livello internazionale, in particolare in Italia, soprattutto per le PMI attive nei settori energetico e tecnologico.

Il sistema sfrutta il flusso costante dell’acqua negli edifici, in particolare nei condomini, per generare elettricità senza necessità di interventi strutturali, configurandosi come una soluzione accessibile e sostenibile. La crescente attenzione verso la microgenerazione e la sostenibilità potrebbe favorire l’adozione o lo sviluppo di dispositivi simili anche nel mercato italiano, rafforzando la filiera delle energie rinnovabili e offrendo nuove opportunità alle aziende specializzate in componentistica idraulica ed elettrica.

Anche il settore dell’edilizia green potrebbe beneficiare dell’integrazione di questa tecnologia, contribuendo a migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Generin rappresenta inoltre una concreta opportunità di collaborazione industriale tra Argentina e Italia, con potenziali partnership per la produzione, distribuzione e sviluppo su scala più ampia.

L’interesse verso la microgenerazione distribuita è in costante crescita, e tecnologie come questa possono diventare un asset strategico per ridurre i consumi e aumentare l’indipendenza energetica. Grazie alla crescente domanda di soluzioni innovative e alla spinta verso la transizione ecologica, questa invenzione rosarina potrebbe costituire un punto di riferimento per le imprese italiane che desiderano posizionarsi in un mercato in espansione, aprendo nuove prospettive di cooperazione tra i due Paesi e contribuendo alla trasformazione del panorama energetico globale.

(Contributo editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Martedì 25 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - USA

La trasformazione urbana di Downtown Miami in ecosistema per imprese tech e della moda

Moishe Mana è celebre per essere stato l’imprenditore immobiliare che ha trasformato il Meatpacking  District di New York da zona depressa a meta internazionale.  Mana ha avviato negli ultimi due anni un grande progetto per la rivitalizzazione di Downtown Miami, un tempo centro commerciale della città e adesso una zona con diverse problematiche tra edifici semiabbandonati e negozi chiusi.  

Si tratta di una vera e propria rivoluzione urbana che interessa Downtown Miami, con una visione che unisce arte, tecnologia, moda e commercio, L’obbiettivo di Mana è far diventare Downtown Miami un hub internazionale di innovazione e opportunità nel mondo degli affari. Mana ha acquistato e sta rinnovando ben 80 edifici del quartiere.

Tra i suoi progetti più ambiziosi spicca Mana Tech, un'iniziativa che mira a integrare vari settori industriali per creare una rete di collaborazione che stimoli la crescita delle start-up. Al centro di questa visione e ufficialmente inaugurati a Dicembre del 2024, ci sono i "Mana Hubs", spazi innovativi creati per ospitare e promuovere aziende emergenti, in particolare quelle nel campo della tecnologia. Questi spazi di coworking offrono uffici condivisi e infrastrutture tecnologiche all'avanguardia.

Inoltre, l’impegno di Mana si è estesa al campo della moda con Mana Fashion, un edificio di 10 piani, interamente dedicato a aziende internazionali nel campo della moda che vogliano sfruttare la posizione strategica di Miami per proporsi sia sul mercato USA che su quello latinoamericano.

I costi sono estremamente competitivi perché la filosofia dell’intero progetto immobiliare si basa sul creare, in primo luogo, un ecosistema dinamico di piccole imprese nell’area.

La storica Flagler Street è in corso di totale rifacimento per renderla più elegante e accessibile ai pedoni. Lungo questa strada Mana progetta di aprire gallerie d’arte  e ristoranti di chef internazionali.

La Città di Miami sostiene il progetto anche attraverso le attività del Downtown Development Authority che promuove eventi  e mostre di vario genere.

Fonti: Mana Properties, CRE Market Beat, Mana Tech

I prodotti italiani maggiormente esportati in Florida nel 2024

Secondo I dati elaborati dall’ICE, nel 2024, le esportazioni italiane in Florida sono cresciute dell'1%, raggiungendo un totale di 3,95 miliardi di dollari, superando il livello già alto raggiunto nel 2023. La categoria protagonista è quella della moda/ accessori/cosmetica , che ha registrato una crescita del 21%, per un totale di 722,4 milioni di dollari. Questa categoria comprende gioielli, cosmetici, calzature, prodotti in pelle e abbigliamento. In particolare, i prodotti cosmetici di questo settore hanno registrato una crescita eclatante, con un aumento del 33%.

La seconda categoria più rilevante è quella dei prodotti alimentari, che ha registrato un aumento significativo del 28% rispetto al 2023, raggiungendo un valore di 557,3 milioni di dollari. Il vino si è distinto all'interno di questa categoria, aumentando le vendite del 9% e raggiungendo un valore di 252,7 milioni di dollari. Altre aree di crescita degne di nota all'interno del settore alimentare sono state le acque minerali, le salse, i formaggi, l'olio d'oliva, il caffè e gli alcolici.

I macchinari industriali e i prodotti meccanici si sono classificati al terzo posto, con esportazioni per un valore di 476,3 milioni di dollari, facendo registrare un leggero calo del 3% rispetto all'anno precedente.

L'industria nautica ha seguito a ruota, esportando imparcazioni ed accessori per 449,1 milioni di dollari, con un calo del 19% rispetto al record di 527,8 milioni di dollari raggiunto nel 2023.

Il settore dei mobili e dei materiali da costruzione, che comprende mobili, ceramiche, pietre e marmi, ha realizzato esportazioni per un totale di 447,2 milioni di dollari, con una crescita del 6%.

Infine, il settore automobilistico ha completato la lista delle principali esportazioni italiane in Florida, registrando una notevole crescita del 16% tra il 2023 e il 2024, raggiungendo un valore totale di 313,2 milioni di dollari alla fine del 2024.

Fonte: ICE

(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast, Inc.)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Lunedì 24 Marzo 2025

Svizzera. Tra tech e startup, l’innovazione italo-elvetica a confronto

Se è vero che la Svizzera ha alle spalle anni ruggenti di crescita nel volume degli investimenti in startup tech, è evidente anche che l’Italia sta vivendo ora un momento di crescita sostenuta e in controtendenza rispetto agli altri più avanzati ecosistemi mondiali (USA, Israele, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna).

In Svizzera il volume di investimenti in startup tech ha sfiorato negli ultimi anni i 4 miliardi di franchi. Nel 2024 questo valore si è attestato sui 2.4 miliardi: più del doppio del valore raggiunto in crescita in Italia nello stesso anno che è calcolato su 1.070.000 CHF (ovvero 1.127.000 Euro).
Un volume difficile da eguagliare che dimostra come la spesa in ricerca e sviluppo da parte degli elvetici sia molto elevata. Nonostante questo, va anche sottolineato che la crescita italiana è comunque sostenuta: + 7,5% rispetto al 2023. 

Per questo l’Italia viene percepita in Svizzera come “mercato emergente dell’innovazione” e ciò che si aspetta il mercato è un recupero sia in termini di volumi che di numero di investimenti, con l’inevitabile la produzione di Unicorni Made in Italy nei prossimi anni.
Un’aspettativa in linea con il peso economico dell’Italia e soprattutto il peso ed il dinamismo delle frange più competitive dell’industria Made in Italy, affamata di innovazione tecnologica.
Un ecosistema ancora piccolo quello italiano che registra un volume degli investimenti sul PIL che non supera lo 0,06% a fronte dello 0,26 francese, lo 0,20 tedesco e lo 0,12 della Spagna.

L’Italia ha una scala media di investimenti molto bassa che si riflette anche nella capacità di trasformare innovazione in crescita economica reale, che impatta sulla modernizzazione e la competitività del Paese.
La produzione di talento non manca ma, soprattutto nelle fasi later stage, gli innovatori tendono a scalare in ecosistemi più avanzati come quello della Svizzera: secondo lo Swiss venture Capital report 2025 i round di investimenti più grandi sono compresi tra i 70 e 160 milioni di Franchi, mentre in Italia, nella seconda metà del 2024, il round più significativo (Satispay) non ha superato i 60 milioni di Euro.

Un’altra debolezza italiana che emerge dal confronto con la Svizzera è il forte sbilanciamento territoriale a favore della Regione Lombardia rispetto al resto del paese: mentre la Lombardia fa registrate un volume di investimenti pari a 659 milioni di CHF (addirittura superiore al Cantone di Zurigo che si “ferma” a 632 Milioni di CHF), Regioni come Toscana, Lazio e Piemonte si attestano rispettivamente a 102 milioni di CHF, 73 Milioni di CHF e 65 milioni di CHF). 
In Svizzera, invece, il polo dominante di Zurigo dove avvengono 1/3 degli investimenti del Paese, è accompagnato da altri poli di innovazione importanti, come Losanna, dove gli investimenti superano il mezzo miliardo, Ginevra, Basilea e Berna che insieme realizzano circa 760 milioni di CHF di investimenti.

 

Il consiglio quindi è quello di guardare all’esperienza elvetica, di chiedere un confronto con i grandi hub dell’innovazione e, attraverso la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, valutare eventuali opportunità offerte dal mercato anche in termini di Open Innovation. 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Lunedì 24 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Svezia

Il boom del gaming in Svezia: un’industria in espansione

Negli ultimi decenni, la Svezia si è affermata come uno dei principali centri globali per l’industria del gaming. Con oltre 600 aziende del settore e una crescita esponenziale del mercato, il paese nordico è diventato un punto di riferimento per lo sviluppo di videogiochi innovativi e di successo mondiale. Da titoli iconici come Minecraft e Candy Crush a studi rinomati come Paradox Interactive e DICE, il contributo svedese al mondo del gaming è stato straordinario.

Il boom del gaming in Svezia ha le sue radici in diversi fattori chiave. Innanzitutto, il paese vanta un’infrastruttura tecnologica avanzata, con un accesso diffuso a Internet ad alta velocità e una forte cultura digitale. Questa base tecnologica ha creato un terreno fertile per la nascita di studi di sviluppo e per l’adozione di nuove tecnologie.

Un altro elemento cruciale è il sistema educativo svedese, che promuove la creatività e l’innovazione. Molte università offrono corsi specifici in game design e sviluppo di software, preparando una nuova generazione di talenti. Tra le istituzioni più rinomate spicca l'Università di Skövde, che ha formato molti dei professionisti oggi attivi nel settore.

Alcuni dei giochi più celebri al mondo sono nati in Svezia. Minecraft, creato da Markus Persson e successivamente acquisito da Microsoft, è uno dei videogiochi più venduti di tutti i tempi, con oltre 238 milioni di copie vendute. Candy Crush, sviluppato da King Digital Entertainment, è diventato un fenomeno globale nel settore del mobile gaming, generando miliardi di dollari in ricavi.

Altri studi svedesi, come DICE, sono noti per la creazione di franchise di successo come Battlefield e Star Wars Battlefront. Paradox Interactive, invece, si è specializzata in giochi strategici profondi e complessi, come Crusader Kings e Stellaris, conquistando una nicchia di appassionati in tutto il mondo.

Secondo l’ultimo rapporto dell’associazione Swedish Games Industry, il settore del gaming in Svezia ha registrato una crescita annua del 17% negli ultimi cinque anni. Nel 2022, il fatturato complessivo dell’industria ha superato i 4 miliardi di euro, con una forza lavoro di oltre 10.000 dipendenti.

Un aspetto interessante è la crescente diversificazione del settore. Oltre ai grandi studi, stanno emergendo numerose startup che si concentrano su giochi indie e tecnologie innovative, come la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR). Questa diversificazione è supportata da un ecosistema dinamico, che include acceleratori, incubatori e programmi di finanziamento specifici per il gaming.

Nonostante il successo, l’industria del gaming in Svezia affronta alcune sfide. Una delle principali è la carenza di talenti qualificati, che spinge molti studi a cercare sviluppatori e designer all’estero. Inoltre, la crescente concorrenza a livello globale richiede alle aziende svedesi di innovare continuamente per mantenere la loro posizione di leadership.

D’altra parte, le opportunità sono enormi. Il mercato globale dei videogiochi continua a crescere, trainato dalla diffusione del gaming su mobile e dalle nuove tecnologie. La Svezia è ben posizionata per sfruttare queste tendenze, grazie alla sua reputazione di eccellenza e al suo ecosistema di supporto.

Il gaming svedese sembra destinato a continuare la sua espansione. Con l’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo e il crescente interesse per le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e il cloud gaming, le aziende svedesi hanno l’opportunità di ridefinire il futuro dell’industria.

Un esempio è rappresentato da Embracer Group, un colosso del settore con sede a Karlstad, che sta acquisendo studi di sviluppo in tutto il mondo per espandere il proprio portafoglio. Allo stesso tempo, molte startup svedesi stanno esplorando nuovi modelli di business, come gli abbonamenti e i giochi come servizio (Games-as-a-Service).

Fonti:

Le foreste intelligenti in Svezia

La Svezia, nota per i suoi vasti paesaggi boschivi che coprono circa il 70% del territorio nazionale, sta sperimentando un nuovo approccio alla gestione forestale con l'introduzione delle cosiddette "foreste intelligenti". Questo ambizioso progetto combina tecnologie avanzate come droni, intelligenza artificiale e sensori IoT (Internet of Things) per monitorare e gestire in modo sostenibile le risorse forestali del paese.

Uno degli elementi centrali del progetto è rappresentato dai droni dotati di scanner LiDAR (Light Detection and Ranging), in grado di mappare con precisione le foreste e rilevare cambiamenti nella densità del fogliame, nella crescita degli alberi e nella salute del suolo. Questi dati vengono poi elaborati da algoritmi di intelligenza artificiale per prevedere e prevenire potenziali problemi come incendi, infestazioni di parassiti o deforestazione illegale.

Un'altra innovazione riguarda l'installazione di sensori IoT lungo specifiche aree boschive. Questi dispositivi monitorano costantemente parametri fondamentali come l'umidità del suolo, la temperatura e la qualità dell'aria, fornendo informazioni utili per adattare le strategie di gestione forestale in tempo reale.

Il progetto, avviato nel 2021, è il risultato di una stretta collaborazione tra il governo svedese, istituti di ricerca come il Forest Research Institute of Sweden (Skogforsk) e aziende tecnologiche leader come Ericsson e Husqvarna. Lo scopo è quello di garantire una produzione di legname sostenibile, mantenendo allo stesso tempo la biodiversità e il ruolo delle foreste come assorbitori naturali di CO₂.

Nel 2023, un importante test pilota è stato condotto nella regione di Västerbotten, una delle aree più ricche di foreste della Svezia. I risultati sono stati promettenti: l'utilizzo di droni e sensori ha permesso di ridurre del 30% le perdite legate a infestazioni di insetti e di migliorare del 20% l'efficienza nella raccolta del legname rispetto ai metodi tradizionali.

Nonostante i successi iniziali, il progetto delle foreste intelligenti deve affrontare alcune sfide significative. Tra queste, l'alto costo delle tecnologie impiegate e la necessità di formazione per il personale addetto alla gestione forestale. Per affrontare questi problemi, il governo svedese ha stanziato 500 milioni di corone per sostenere ulteriori progetti pilota e implementazioni su larga scala.

Inoltre, il progetto punta a coinvolgere le comunità locali, offrendo loro strumenti per monitorare lo stato delle foreste e partecipare attivamente alla loro conservazione. Questo approccio partecipativo è cruciale per garantire il successo a lungo termine dell'iniziativa.

Le foreste intelligenti rappresentano un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per affrontare le sfide ambientali globali. Se adottato su scala internazionale, il modello svedese potrebbe contribuire significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico, migliorando la gestione delle foreste e proteggendo la biodiversità.

Con il progetto delle foreste intelligenti, la Svezia dimostra ancora una volta la sua capacità di innovare nel campo della sostenibilità, offrendo una soluzione concreta e tecnologicamente avanzata per la salvaguardia di uno dei suoi patrimoni naturali più preziosi.

Fonti:

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Venerdì 21 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Spagna

Il traffico merci attraverso i porti spagnoli chiude il 2024 con un volume di oltre 557,7 milioni di tonnellate

Secondo i dati dell’Ente público Puertos del Estado, pubblicati a fine gennaio, i porti di interesse generale in Spagna hanno movimentato nel 2024, secondo la chiusura provvisoria, 557.784.253 tonnellate, pari al 2,7% in più rispetto al 2023 (543,2 milioni). L’esercizio 2024 è stato caratterizzato dalla ripresa del traffico rispetto al calo del 3% registrato l’anno precedente, in gran parte dovuto alla situazione di instabilità del Mar Rosso, che ha costretto a deviare le tradizionali rotte marittime dall’Asia, causando un aumento temporaneo dei movimenti in alcuni porti spagnoli.

Sebbene il traffico totale dello scorso anno non abbia superato il record raggiunto nel 2019 (564,6 milioni di tonnellate), il carico generale movimentato dai porti spagnoli ha superato tutte le cifre precedenti, con 278,6 milioni di tonnellate, dopo i 276,2 milioni di tonnellate raggiunti nel 2021.

Questo dato per il general cargo (278,6 milioni) rappresenta una crescita del 6,1% rispetto al 2023, trainata principalmente dalla ripresa del carico containerizzato (+8%). Anche il general cargo convenzionale ha chiuso l’anno con un aumento del 2,1% a 85,5 milioni di tonnellate.

TEU hanno registrato un aumento del 10,6% nel 2024 e 18.114.516 tonnellate, un dato che contrasta con quello del 2023, quando sono diminuiti del 4,5%. Questo forte incremento è dovuto al picco di crescita dei container in transito, pari al 15,1%, un dato che, sebbene molto elevato, si è attenuato negli ultimi mesi dell’anno, dopo le cifre registrate nei mesi estivi (20,2% a giugno, 19% a luglio e 18,1% ad agosto).

I solidi sfusi hanno registrato un calo del 6,4% a 84,8 milioni di tonnellate, appesantito dalla forte diminuzione del carbone e del coke di petrolio (-41,2%). Le rinfuse liquide sono aumentate del 2,3% a 178,9 milioni di tonnellate.

Il traffico ro-ro è cresciuto dell’1,1% fino a 72,7 milioni di tonnellate.

Il numero di navi mercantili nei porti spagnoli è aumentato dell’1%, con un totale di 166.129 unità, e la stazza lorda è cresciuta del 2,5%.

Il traffico passeggeri ha superato le cifre degli anni precedenti, anche se con una crescita più moderata rispetto al 2023. In totale, i porti spagnoli hanno registrato 40,8 milioni di movimenti passeggeri nel 2024, +3,9%, rispetto all’aumento del 18,9% dell’anno precedente, quando questo settore si stava ancora riprendendo dopo la pandemia.

Allo stesso modo, il movimento di crocieristi attraverso i porti spagnoli ha raggiunto i 12,8 milioni nel 2024, con una crescita del 6,7% rispetto all’anno precedente.

Esportazioni di frutta e verdura in Spagna, record nel 2024

Le esportazioni di frutta e verdura spagnole hanno raggiunto la cifra di 17.521 milioni di euro nel 2024, un nuovo massimo storico.

È quanto si evince  dal recente studio Sectores basic Frutas y Hortalizas elaborato dall’Osservatorio settoriale DBK di INFORMA, le cui principali conclusioni sul mercato ortofrutticolo spagnolo e sulle esportazioni nel 2024 sono le seguenti:

Il valore della produzione ortofrutticola è aumentato del 2,1% nel 2024, raggiungendo i 25,088 miliardi di euro, grazie all’aumento del volume delle vendite e nonostante i prezzi più bassi, rispetto alla crescita del 13,3% registrata nell’anno precedente, dovuta al forte aumento dei prezzi in quell’anno.

  • Il valore della produzione di frutta ha mostrato il maggiore dinamismo, con un aumento del 6,1% a 12.168 milioni di euro, registrando una crescita del 13,9% in volume.
  • Il segmento degli ortaggi è diminuito dell’1,4% a 12,92 miliardi di euro, anche se in termini di volume la produzione è aumentata del 4,9%.

Le esportazioni di frutta e verdura sono cresciute del 2,8% in valore, dopo il 7,2% registrato nel 2023, raggiungendo i 17.521 milioni di euro. In questo modo, le vendite di frutta e verdura spagnola all’estero completano, dopo il calo del 2014, un periodo di dieci anni consecutivi di aumenti, accumulando da allora un incremento vicino al 65%.

  • Le esportazioni di frutta sono aumentate del 4,7% nel 2024, raggiungendo i 9697 milioni.
  • Gli ortaggi sono rimasti sostanzialmente stabili, con un aumento di appena lo 0,5% (7824 milioni).

Per quanto riguarda la destinazione di queste esportazioni, l’Unione Europea spicca come destinazione principale, con l’83% delle vendite di frutta all’estero e il 79% di quelle di ortaggi. Germania, Francia e Regno Unito sono i principali Paesi di destinazione in entrambi i casi, e insieme rappresentano quasi il 60% del valore delle merci esportate.

Infine, per quanto riguarda la struttura di questo mercato, è caratterizzato da un elevato numero di produttori di piccole e medie dimensioni, anche se vi è una crescente tendenza all’integrazione e all’associazione nelle organizzazioni di produttori e commercianti. Nel settore della commercializzazione all’ingrosso specializzata si registra un maggior grado di concentrazione. Il fatturato complessivo dei primi dieci operatori del settore si avvicinava a 5250 milioni di euro nel 2023, mentre i primi venti avevano un fatturato di quasi 7900 milioni di euro e i primi trenta avevano un fatturato di oltre 9750 milioni di euro. In tutti e tre i casi si tratta di cifre superiori di circa il 15% rispetto all’anno precedente. L’Italia è al quinto posto tra i paesi destinatari dell’export spagnolo di frutta e ortaggi, con una quota del 5,2% del totale, per un valore di 970 milioni di euro nel 2024, in crescita costante negli ultimi anni (+11% rispetto al 2019 e + 2,1% in termini annuali).

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Martedì 8 Aprile 2025
Giovedì 13 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Germania

Startup: motori di innovazione in Germania

In Germania, secondo le stime di KfW, nel 2024 il capitale investito nelle start-up ha toccato i 7,4 miliardi di euro, con un incremento del 4% rispetto all'anno precedente.

Principali settori e profilo dei fondatori

Secondo il Deutscher Startup Monitor, i principali ambiti di attività sono l’IT e la comunicazione, l’healthcare, i beni di consumo, la formazione e l’energia. Per quanto riguarda la composizione dei fondatori, le start up fondate da donne rappresentano una quota ancora limitata: solo il 19% delle aziende in fase di avviamento è guidato da donne.

Intelligenza artificiale: potenziale per le start up europee

Uno dei principali trend del settore è la crescita costante delle start-up specializzate in intelligenza artificiale (IA). Le aziende europee attive in questo comparto nel 2024 hanno raccolto circa il 20% di tutti i finanziamenti in venture capital, per un totale di circa 8 miliardi di dollari. Secondo il French AI Report 2024, le startup europee dell’IA stanno attirando investimenti non solo dal mercato continentale, ma anche da investitori internazionali. Questi ultimi rappresentano il 50% del totale. Tra i principali hub europei per l’intelligenza artificiale troviamo anche la Germania, insieme a Regno Unito e Francia.

Le start up sull’IA

La Germania sta vivendo una fase particolarmente dinamica nello sviluppo di startup focalizzate sull’intelligenza artificiale. Nel 2023, il paese ha registrato un incremento del 66% nelle startup IA rispetto all'anno precedente. Nel 2024, invece, il numero di aziende attive in questo settore è salito a 687, con una crescita del 35% rispetto al 2023.La Germania si distingue anche per l’elevato numero di richieste di brevetti nel campo dell’intelligenza artificiale, che rappresentano il 17% delle domande globali. Questo dato colloca il Paese al terzo posto mondiale dopo Stati Uniti e Cina, rendendolo il leader europeo nel settore.

Abitudini di acquisto di prodotti agroalimentari dei consumatori tedeschi

Profilo del consumatore

Secondo lo studio “HANDELSREPORT LEBENSMITTEL 2024” pubblicato da Handelsverband Deutschland (HDE) in collaborazione a Handelsforschungsinstitut IFH di Colonia, il consumatore tedesco, nell’acquisto di beni alimentari e nella scelta del punto vendita ritiene di primaria importanza i seguenti fattori: rapporto qualità prezzo, varietà e alta qualità del prodotto.

L’aspetto qualitativo gioca un ruolo sempre più importante nelle abitudini di acquisto dei tedeschi. Infatti, nel 2024 circa l'87% degli intervistati si aspetta una qualità dei prodotti molto buona da un negozio di alimentari. Questo dato è in lieve crescita negli ultimi anni. Questo dimostra che nonostante l’inflazione i tedeschi non rinunciano alla freschezza e alla qualità di ciò che portano in tavola.

Anche il prezzo rappresenta un fattore fondamentale nelle scelte d’acquisto dei tedeschi. Secondo l'indagine, il prezzo è particolarmente importante per gli alimenti a lunga conservazione. Poco meno del 59% dei consumatori dichiara di prestare particolare attenzione al prezzo in questa gamma di prodotti. Anche i prodotti surgelati (57,8), i prodotti confezionati (57, 4) i dolciumi e gli snack (54,7) sono stati citati più frequentemente dagli intervistati. Il prezzo è meno importante per le verdure, le bevande alcoliche (48,4 ciascuno) e i prodotti da forno freschi (44,8).

I canali di vendita dell’agroalimentare

Sebbene l’acquisto online di prodotti alimentari sia in espansione, i consumatori tedeschi continuano a preferire i canali tradizionali. In particolare, le tipologie di negozi più popolari sono le catene di supermercati e di discount. Il canale digitale, invece, è uno dei meno comuni, con solo il 13% di consumatori che sono soliti acquistare lì prodotti alimentari.

Se osserviamo più da vicino il canale virtuale, il commercio online nel settore agroalimentare, dopo una crescita significativa tra il 2014 e il 2020, si è stabilizzato negli ultimi anni, con un valore attuale di circa 3 miliardi di euro. Come è possibile evincere dal grafico, gli anni della pandemia hanno segnato una crescita notevole negli acquisti online nel settore agroalimentare che poi si è stabilizzata a partire dal 2021.

Motivazioni della preferenza per i canali tradizionali:

  • Acquisto routinario e spontaneo non pianificato
  • Verificare di persona la qualità e freschezza del prodotto

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Tedesca)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025
Mercoledì 12 Marzo 2025

Notizie dai mercati esteri - Svezia

Startup tecnologiche in Svezia

La Svezia si è affermata negli ultimi anni come uno dei principali hub tecnologici del mondo, tanto da essere soprannominata “La Silicon Valley d’Europa”. Questa definizione non è casuale: con una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti, la Svezia è il secondo paese al mondo per numero di startup tecnologiche pro capite, preceduta solo dagli Stati Uniti. Il cuore pulsante di questo ecosistema innovativo è Stoccolma, città che ospita alcune delle aziende più influenti del panorama tech globale, come Spotify, Klarna, King Digital Entertainment (creatori di Candy Crush) e Mojang (casa madre di Minecraft).

Il successo dell’ecosistema tecnologico svedese si basa su diversi fattori. Innanzitutto, il sistema educativo svedese è uno dei più avanzati al mondo, con un forte focus sulle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Le università svedesi, come il KTH Royal Institute of Technology e la Chalmers University of Technology, producono ogni anno migliaia di laureati altamente qualificati. Questo crea un serbatoio di talenti per le aziende tecnologiche emergenti.

Un altro elemento chiave è la cultura imprenditoriale profondamente radicata. La Svezia è nota per il suo approccio progressista e per la mentalità orientata all’innovazione. Gli imprenditori svedesi hanno accesso a una vasta rete di supporto, che include incubatori, acceleratori e programmi di mentoring. Tra questi, spiccano iniziative come “SUP46” (“Start-Up People of Sweden”), un hub che ha aiutato centinaia di startup a crescere e a ottenere finanziamenti.

Infine, le politiche governative giocano un ruolo cruciale. La Svezia offre incentivi fiscali per le aziende tecnologiche, oltre a un ambiente regolamentare che facilita l’avvio di nuove imprese. Inoltre, il governo svedese investe attivamente nella digitalizzazione e nell’innovazione attraverso programmi come “Digital Sweden”, che mira a fare del paese uno dei leader mondiali nel settore tecnologico entro il 2030.

Tra i settori più promettenti per le startup tecnologiche svedesi, il fintech occupa una posizione di rilievo. Klarna, ad esempio, ha rivoluzionato il mondo dei pagamenti digitali e del credito al consumo, diventando uno dei principali unicorni europei con una valutazione che supera i 45 miliardi di dollari.

Anche il settore dell’intelligenza artificiale sta vivendo un momento di forte crescita. Startup come Peltarion e Sana Labs stanno sviluppando soluzioni innovative per settori come l’istruzione e la sanità, attirando l’interesse di investitori internazionali.

Il gaming è un altro pilastro dell’industria tecnologica svedese. Oltre ai successi di Mojang e King, emergono nuove realtà come Toca Boca, specializzata in giochi educativi per bambini, e Coffee Stain Studios, noto per il suo stile innovativo e irriverente.

Nonostante il successo, le startup svedesi affrontano alcune sfide significative. Una delle principali è la crescente concorrenza internazionale. Paesi come Germania, Paesi Bassi e Francia stanno investendo massicciamente per attrarre talenti e capitali nel settore tecnologico. Inoltre, il costo della vita elevato in città come Stoccolma rappresenta un ostacolo per molte giovani aziende.

Un altro problema è la carenza di sviluppatori e ingegneri software. Sebbene il sistema educativo svedese sia eccellente, la domanda di professionisti qualificati supera di gran lunga l’offerta. Per affrontare questa sfida, molte aziende stanno cercando di attrarre talenti dall’estero, offrendo salari competitivi e benefici interessanti.

Il futuro, tuttavia, sembra luminoso. Nel 2023, il fondo di venture capital Northzone ha annunciato un investimento di 1,2 miliardi di euro destinato esclusivamente a startup tecnologiche nordiche, segno che l’interesse per il mercato svedese rimane altissimo. Inoltre, il governo svedese sta lavorando per migliorare ulteriormente le infrastrutture digitali e per rendere il paese ancora più attrattivo per gli investitori internazionali.

La Svezia rappresenta un esempio straordinario di come un paese relativamente piccolo possa diventare una superpotenza tecnologica. Grazie a un mix di talento, cultura imprenditoriale e supporto istituzionale, le startup tecnologiche svedesi sono destinate a continuare a crescere e a influenzare il panorama globale.

Fonti:

Il design svedese

Il design svedese è sinonimo di semplicità, funzionalità e sostenibilità. Da decenni, la Svezia si distingue nel panorama internazionale per uno stile unico, che combina estetica minimalista e praticità quotidiana. Questo approccio, profondamente radicato nella cultura scandinava, non si limita all'arredamento e all'architettura, ma abbraccia settori come la moda, il design industriale e persino la tecnologia.

Parlando di design svedese, è impossibile ignorare IKEA. Fondato nel 1943 da Ingvar Kamprad, IKEA è diventato il simbolo del design funzionale e conveniente. L’azienda ha rivoluzionato il modo in cui le persone arredano le proprie case, offrendo mobili dal design accattivante a prezzi accessibili. Con oltre 400 negozi in 52 paesi, IKEA ha portato il design svedese nelle case di milioni di persone.

Un elemento distintivo di IKEA è il suo impegno per la sostenibilità. L’azienda utilizza legno proveniente da fonti responsabili e materiali riciclati per molti dei suoi prodotti, dimostrando che il buon design può essere anche ecologico.

Il minimalismo svedese non si limita all’arredamento, ma si riflette anche nella moda. Marchi come Acne Studios, Filippa K e COS incarnano l’estetica scandinava, caratterizzata da linee pulite, colori neutri e un focus sulla qualità dei materiali. Questi brand hanno conquistato una clientela internazionale, dimostrando che il design svedese può essere elegante e contemporaneo.

Oltre all’arredamento e alla moda, la Svezia è all'avanguardia nel design industriale. Aziende come Electrolux e Husqvarna hanno sviluppato elettrodomestici e attrezzature che combinano efficienza, estetica e sostenibilità. Questo approccio ha contribuito a posizionare la Svezia come leader nel settore del design funzionale.

Il design svedese ha sempre avuto un forte legame con la natura. Questa connessione si riflette nell’uso di materiali naturali e in un approccio sostenibile alla produzione. Negli ultimi anni, molti designer svedesi si sono concentrati sulla creazione di prodotti che riducono l’impatto ambientale, utilizzando materiali riciclati e tecniche di produzione innovative.

Un esempio è il lavoro di Form Us With Love, uno studio di design che ha collaborato con aziende come IKEA e Muuto per sviluppare soluzioni sostenibili. Allo stesso modo, marchi emergenti come Nudie Jeans si distinguono per il loro impegno nella moda sostenibile, offrendo capi realizzati con denim riciclato.

Anche le città svedesi riflettono l’approccio al design del paese. Stoccolma, in particolare, è un esempio di come l'architettura e l'urbanistica possano migliorare la qualità della vita. Progetti come il quartiere di Hammarby Sjöstad dimostrano come sia possibile combinare estetica, funzionalità e sostenibilità in un contesto urbano.

Il design svedese è molto più di un semplice stile: è un modo di vivere. La sua enfasi sulla funzionalità, la semplicità e la sostenibilità lo rende rilevante non solo per il presente, ma anche per il futuro. Con un forte focus sull’innovazione e un impegno per ridurre l’impatto ambientale, il design svedese continuerà a influenzare il mondo per molti anni a venire.

Fonti:

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Lunedì 7 Aprile 2025