Notizie mercati esteri

Mercoledì 16 Luglio 2025

Piano Catalonia Leads: la Catalogna punta a diventare una regione leader in Europa

Il Governo catalano ha approvato il Catalonia Leads Plan, una strategia ambiziosa e trasversale che mira a posizionare la Catalogna tra le regioni più avanzate e competitive d’Europa. Il piano, che sarà attuato nel periodo 2025-2030, prevede un investimento pubblico complessivo fino a 18,5 miliardi di euro, rappresentando così la più grande mobilitazione di risorse pubbliche nella regione dal 2010.

Il piano si basa su cinque grandi obiettivi strategici che riflettono una versione olistica di sviluppo:

  1. Progresso economico, attraverso l’aumento della produttività e la resilienza del mercato del lavoro.
  2. Progresso sociale, con particolare attenzione alla riduzione delle disuguaglianze e alla creazione di pari opportunità.
  3. Transizione ecologica, puntando alla decarbonizzazione dell’economia e alla sostenibilità ambientale.
  4. Coesione territoriale, per uno sviluppo equilibrato tra le diverse aree della Catalogna.
  5. Consenso sociale e collaborazione pubblico-privata, per garantire un attuazione efficace e condivisa delle politiche.

Il Catalonia Leads Plan si articola in cinque blocchi strategici, che comprendono 25 linee d’azione e ben 200 misure concrete:

  1. Infrastrutture: investimenti in energia rinnovabile, trasporti sostenibili, gestione delle risorse idriche e digitalizzazione.
  2. Modernizzazione produttiva: sostegno all’industria per migliorarne la competitività e modernizzare i processi produttivi.
  3. Conoscenza e innovazione: rafforzamento del sistema educativo e potenziamento della ricerca e sviluppo.
  4. Pari opportunità: misure per una crescita economica inclusiva, con particolare attenzione a politiche abitative e aumento del potere d’acquisto delle famiglie.
  5. Buon governo: semplificazione amministrativa, stabilità normativa e garanzia della sicurezza giuridica per incentivare l’attività economica.

Per garantire l’effettiva realizzazione del piano, sarà creata una nuova entità denominata LIDERA, incaricata di guidare e gestire gli investimenti previsti. Questa struttura sarà il punto di riferimento per il coordinamento e il monitoraggio delle iniziative.

Questa iniziativa rappresenta un’opportunità strategica per le imprese italiane interessate a espandersi o rafforzare la propria presenza in Catalogna, grazie all’ampia disponibilità di investimenti pubblici, alla forte spinta verso l’innovazione e la sostenibilità, e alla possibilità di partecipare a progetti congiunti nell’ambito di partenariati pubblico-privati, in un contesto economico stabile e in forte trasformazione.

Per il mercato spagnolo e catalano, questo piano rappresenta un cambio di passo strutturale: si apre una fase di forte mobilitazione economica e istituzionale, che aumenterà la capacità di attrazione degli investimenti esteri, rafforzerà il posizionamento della Catalogna come hub innovativo e sostenibile, e creerà nuove reti di collaborazione tra attori pubblici e privati. Le imprese che sapranno leggere in anticipo queste dinamiche e inserirsi nei meccanismi operativi del piano (come bandi, consorzi, partenariati) avranno un chiaro vantaggio competitivo, potendo cogliere opportunità concrete in un contesto favorevole allo sviluppo e alla cooperazione internazionale.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)

Ultima modifica: Mercoledì 16 Luglio 2025
Mercoledì 16 Luglio 2025

Hong Kong si classifica la città più internazionale in Asia

Secondo l’ Asian Cities Internationality Index 2025, Hong Kong emerge come la città più internazionale tra undici grandi metropoli asiatiche: Bangkok, Ho Chi Minh City, Hong Kong, Jakarta, Kuala Lumpur, Mumbai, Seoul, Shanghai, Singapore, Taipei, Tokyo. Il report, sviluppato dalla Hong Kong General Chamber of Commerce insieme alla società di ricerche di mercato globali Ipsos, valuta le città su sette dimensioni: Economia & AffariQualità della VitaInfrastrutture & ConnettivitàInnovazione & IdeeDiversità del Capitale Umano, Interazione tra Culture e Sistema legale & Governativo per le imprese.

Hong Kong eccelle in particolare nella dimensione Economia & Affari, dove si classifica prima assoluta grazie a un ambiente imprenditoriale aperto, mercati finanziari sofisticati e forti flussi di investimento estero. Ciò è accompagnato da un alto livello di qualità della vita. Infatti, nella categoria Qualità della Vita, Hong Kong si posiziona seconda: vanta eccellenti servizi sanitari, alti standard di sicurezza e un forte impegno verso la sostenibilità. Manca il primo posto, occupato da Tokyo, a causa dei costi elevati di affitto e istruzione privata. 

Hong Kong si classifica seconda anche nella dimensione Infrastrutture & Connettività. La città domina nella connettività aerea (collegata a 55 paesi) e mantiene prestazioni elevate nei trasporti digitali e fisici. Tuttavia, Hong Kong sta risentendo di un calo costante nel traffico portuale containerizzato e della crescente concorrenza da parte di porti rivali, in un contesto globale che si orienta verso il nearshoring. Ciò fa sì che unicamente a livello di efficienza logistica si posizioni al quarto posto nella classifica, dominata da Singapore. La dimensione Infrastrutture & Connettività analizza anche la facilità e la libertà nella diffusione delle informazioni. Hong Kong, in questa sottocategoria, si posiziona terza, mostrando una netta differenza rispetto alla Cina continentale, come evidenziato dalla posizione di Shanghai, situata nella bottom 3 della classifica. 

Hong Kong si classifica seconda anche per la dimensione Diversità del Capitale Umano, grazie all’alto livello delle sue università e delle sue istituzioni superiori - che permettono alla città di primeggiare nella sottodimensione Risorse educative. Tra le città analizzate, Hong Kong è inoltre la città con la forza lavoro più internazionale. 

Hong Kong si posiziona tra le migliori anche per il suo sistema legale. Infatti, nella dimensione Sistema legale & Governativo per le imprese è terza, eccellendo in particolare nella sottocategoria Sistema legale per le imprese, favorita da un sistema di common law che le permette di allinearsi agli standard legali internazionali. Non raggiunge Tokyo (1a posizione) e Singapore (2a posizione) a causa di una presenza internazionale minore (ambasciate, organizzazioni globali) e a un margine di miglioramento nella percezione di apertura del governo verso attori esterni.

Forte di questi risultati, Hong Kong presenta margini di miglioramento in due dimensioni, posizionandosi 4°: Innovazione & Idee e Interazione tra Culture. La prima, che analizza la capacità nello sviluppare e scambiare idee spingendo l’innovazione, Hong Kong si lascia superare da Shanghai (1a posizione), Singapore (2a posizione) e Seoul (3a posizione) a causa di minori investimenti in ricerca e innovazione. Considerando l’alto livello del suo capitale umano, Hong Kong ha però le risorse per capitalizzare sul potenziale delle sue università e istituti di ricerca. Per quanto riguarda la dimensione Interazione tra Culture, Hong Kong si distingue per la sua identità “East-meets-West” e per gli alti numeri turistici, ma è penalizzata dalla relativa scarsità di musei e strutture culturali. 

In conclusione, Hong Kong rimane un punto di riferimento urbano globale e ha dimostrato di essere capace di performare meglio di città come Singapore e Tokyo, rispettivamente 2a e 3a posizione nella classifica generale. Per consolidare e rafforzare la propria leadership, Hong Kong ha l'opportunità di aumentare gli investimenti nella ricerca e di promuovere ancora di più la sua ricchezza culturale e la sua diversità demografica. Inoltre, rafforzando il suo ruolo di ponte tra Oriente e Occidente, la città può affrontare con successo le sfide geopolitiche e continuare a coltivare forti legami commerciali e culturali con il resto del mondo.

 

Fonti: 

  1. https://www.chamber.org.hk/en/media/press-releases_detail.aspx?ID=3807
  2. https://filefolder.chamber.org.hk/doc/ACII2025_Executive%20Summary_EN.pdf
  3. https://filefolder.chamber.org.hk/doc/ACIIReport2025.pdf 
  4. https://www.scmp.com/news/hong-kong/hong-kong-economy/article/3315696/hong-kong-ranked-most-international-city-asia-narrowly-beating-singapore 

 

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Hong Kong and Macao)

Ultima modifica: Mercoledì 16 Luglio 2025
Martedì 15 Luglio 2025

Belém apre le porte alla Green Zone della COP30

Un’opportunità unica per le imprese nella capitale dell’Amazzonia

Belém, la vibrante città brasiliana situata alle porte dell’Amazzonia, si prepara a ospitare nel novembre 2025 la 30ª Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. In un momento cruciale per l’agenda climatica globale, l’apertura ufficiale delle iscrizioni alla Green Zone della COP30 segna un passo strategico verso un evento più inclusivo, partecipativo e orientato alle soluzioni concrete.

Dal 7 al 17 luglio 2025, organizzazioni della società civile, imprese, istituzioni pubbliche e private, università, startup e collettivi culturali potranno candidarsi per realizzare eventi, esposizioni, dibattiti e attività all’interno della Green Zone, uno spazio concepito per stimolare il dialogo tra attori diversi e promuovere l’innovazione sostenibile. La partecipazione è aperta anche a soggetti internazionali, rendendo questa edizione una delle più accessibili e strategiche degli ultimi anni.

Ma cos’è esattamente la Green Zone? Si tratta di un’area parallela alla cosiddetta Blue Zone, dove si svolgono i negoziati ufficiali tra delegazioni e capi di Stato. Nella Green Zone, invece, il clima si affronta dal basso: si parla di finanza sostenibile, tecnologie pulite, economia circolare, energie rinnovabili, gestione delle risorse naturali, bioeconomia amazzonica, giustizia climatica e diritti delle popolazioni indigene. Tutto questo in un contesto aperto al pubblico, senza necessità di accrediti diplomatici o pass ufficiali dell’ONU. A ospitare la zona sarà il Parque da Cidade, uno dei grandi polmoni verdi urbani di Belém, che verrà completamente ristrutturato per l’occasione.

L’esperienza delle ultime edizioni della COP dimostra l’importanza crescente di questo spazio. A Dubai, durante la COP28, la Green Zone ha accolto oltre 150.000 visitatori e ha ospitato centinaia di eventi tematici, esposizioni interattive e lanci di iniziative internazionali con la presenza di aziende, giovani, scienziati, attivisti e investitori. Già a Glasgow, nella COP26, e a Sharm El-Sheikh, durante la COP27, questa formula aveva dimostrato la propria efficacia nel connettere mondi diversi, favorendo sinergie tra settore privato, società civile e istituzioni multilaterali.

In questo contesto, la partecipazione delle imprese assume un ruolo centrale. Per le aziende italiane, la Green Zone rappresenta molto più di una vetrina: è uno spazio di posizionamento strategico. In un mondo in cui l’adozione di criteri ESG è ormai un elemento chiave per attrarre investimenti, talenti e fiducia da parte del mercato, essere presenti alla COP30 significa rafforzare la propria reputazione e dimostrare un impegno concreto verso la transizione ecologica. L’opportunità di presentare progetti, tecnologie, prodotti o servizi sostenibili a un pubblico altamente qualificato – composto da investitori, fondazioni, policy makers e opinion leader – è una leva di differenziazione e crescita.

Inoltre, la scelta di Belém come sede della conferenza conferisce alla COP30 un significato politico e simbolico potente. Portare il centro del dibattito climatico mondiale nel cuore dell’Amazzonia è un segnale chiaro: il futuro del pianeta si gioca anche e soprattutto nei territori dove le conseguenze del cambiamento climatico sono già realtà quotidiana. Essere presenti lì, in ascolto e in dialogo con comunità locali, ricercatori e imprenditori sociali, significa avvicinarsi alla sostenibilità non come slogan, ma come prassi concreta.

L’evento sarà anche un banco di prova per nuove forme di collaborazione pubblico-privato. La Green Zone offrirà spazi per tavole rotonde, sessioni di networking, incontri bilaterali e workshop, favorendo lo scambio di know-how e la co-creazione di soluzioni. Le imprese potranno proporre panel tematici, partecipare a sessioni istituzionali e contribuire a iniziative speciali legate alla rigenerazione ambientale, alla digitalizzazione per il clima, all’economia inclusiva e alla valorizzazione delle risorse amazzoniche.

Se la Blue Zone è il luogo delle promesse, la Green Zone è quello delle soluzioni. La sua apertura in un contesto così strategico come quello amazzonico rafforza il messaggio che la lotta al cambiamento climatico deve essere condivisa, concreta e multilivello. Non basta più aspettare il consenso delle grandi potenze: serve mobilitare tutte le energie disponibili – economiche, sociali, culturali – per costruire un futuro possibile. La Green Zone della COP30 è la piattaforma ideale per farlo.

Le imprese italiane che vorranno giocare un ruolo attivo nella transizione ecologica globale troveranno a Belém non solo una sfida, ma anche una straordinaria occasione di leadership e impatto.

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Martedì 15 Luglio 2025
Martedì 15 Luglio 2025

Accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida ai fini della conversione

Il 9 luglio 2025, a Roma, è stata firmata la nuova formulazione dell'Accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida ai fini della conversione.

Il documento è stato firmato dal Vice Primo Ministro, Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Regionale della Repubblica di Moldova, Vladimir Bolea, e dal Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica Italiana, Edoardo Rixi.

Il nuovo accordo consente il riconoscimento e la conversione in Italia di tutte le patenti di guida moldave, comprese quelle che verranno rilasciate in futuro. I nuovi modelli di patente potranno essere comunicati attraverso procedure amministrative semplificate, lo scambio di Note Verbali, senza la necessità di rinegoziare l'Accordo - un processo che finora poteva richiedere anni.

In questo modo si elimina uno dei principali problemi affrontati negli ultimi anni dai cittadini moldavi in Italia: l'impossibilità di convertire i nuovi modelli di patente.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)

Ultima modifica: Martedì 15 Luglio 2025
Martedì 15 Luglio 2025

Investimenti svizzeri in Italia: torna l'attrazione

L’Italia, nel 2024, ha raggiunto un risultato ragguardevole in termini attrattività per gli investitori esteri, registrando ben 224 progetti di investimento diretto estero (IDE). Una crescita del 5% rispetto al 2023 (fonte: EY Attractiveness Survey Italy),

Nello stesso anno gli Stock di IDE svizzeri in Italia hanno raggiunto complessivamente i 26,281 miliardi € (in crescita di 1,007 miliardi rispetto al 2022.

Numeri eccezionali che testimoniano un generale clima di fiducia verso il nostro Paese. A confermarlo è la stessa Premier Giorgia Meloni che, nel recente incontro con Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, ha ricordato il generale clima di fiducia, generato dalla stabilità di Governo. Durante lo stesso meeting è sempre Meloni a sottolineare il cambio di rotta al quale si sta assistendo, con l’Italia che è passata dall’essere meta per investimenti in titoli di debito a diventare destinazione per capitali rivolti a infrastrutture, reti digitali e intelligenza artificiale. “Non possiamo lasciare spazio agli altri” ha concluso Meloni, riferendosi agli appetiti di Pechino e Mosca sull’Africa, e rilanciando il Piano Mattei come leva strategica per attrarre investimenti esteri verso l’Italia.

I seguenti dati inquadrano il rilevante contributo della Svizzera alla crescita degli investimenti esteri in Italia

  • La Svizzera è il quinto investitore estero in Italia
  • In Italia sono presenti 3.000 aziende svizzere che generano fino a 120.000 posti di lavoro
  • Secondo la Banca d’Italia, nel 2023 lo stock di IDE svizzeri in Italia ammontava a 26.281 miliardi di euro che significa una crescita di 1.007 miliardi di euro rispetto al 2022.

 

Graduatoria dei principali investitori esteri in Italia (2024)

Paese Quota sul totale IDE in Italia
Stati Uniti 16%
Germania 14%
Francia 13%
Regno Unito 11%
Svizzera 9%
Spagna 7%
Paesi Bassi 5%
Giappone 3%
Belgio 3%
Svezia 3%

Il contributo della CCIS all’attrazione di investimenti in Italia si manifesta soprattutto sul fronte dell’attrazione di investimenti finanziari svizzeri su tech italiano

con la sua tradizione di investimento in deeptech e biotech (settore che da solo ha registrato +31% nel solo 2024) ha realizzato nel 2024 quasi 2.3 miliardi di franchi (circa 2,5 miliardi di Euro) da parte di VC su startup tech svizzere, più del doppio che in Italia.

In questo contesto CCIS realizza annualmente:

  • due eventi strategici patrocinati da ICE e rete diplomatica e finalizzati al matching tra mercato finanziario svizzero ed ecosistema tech italiano che sono , l’Italian Tech Forum di Zurigo (prossima edizione a febbraio 2026) e lo Swiss Italian Startup Award di Ginevra (prossima edizione a novembre 2025)
  • progetti di accelerazione di startup italiane selezionate in Svizzera su incarico di cluster tecnologici italiani

Il rapporto che l’Italia intrattiene con la Svizzera, anche sul fronte attrazione investimenti, si conferma solido, strategico e in continua evoluzione. La complementarità tra i due sistemi economici, la vicinanza geografica e culturale, e il dinamismo delle rispettive imprese rendono questa relazione un modello virtuoso di diplomazia economica. In questo contesto, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera rappresenta un pilastro fondamentale per sostenere e ampliare le opportunità di crescita bilaterale.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 15 Luglio 2025
Martedì 15 Luglio 2025

Nord Grecia: Nove grandi opere, con un budget che si avvicina ai 3 miliardi di euro

Il secondo semestre del 2025 si preannuncia caldo per quanto riguarda i progetti infrastrutturali a Salonicco, nella Regione della Macedonia Centrale e nel Nord della Grecia in generale. Entro la fine dell'anno, nell'area sono previste le gare d'appalto per nove grandi opere, con un budget che si avvicina ai 3 miliardi di euro.

A Salonicco, questi progetti sono cinque:

Si tratta delle due unità di trattamento dei rifiuti (MEΑ) dei settori est e ovest, che riguardano l’intera Macedonia Centrale ma saranno ubicate nella prefettura di Salonicco; del centro merci e logistica nell’ex campo militare Gonou; del nuovo ospedale oncologico nell’ex campo Karatassiou; e dell'autostrada Salonicco–Edessa.

Gli altri quattro grandi progetti nel Nord della Grecia sono: l’asse stradale Drama–Amfipoli, il trasferimento di acqua dal fiume Nestos alla pianura di Xanthi, e due progetti ferroviari: la nuova linea Nea Karvali–Toxotes Xanthi e la linea Alexandroupoli–Ormenio.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Ellenica di Salonicco)

Ultima modifica: Martedì 15 Luglio 2025
Mercoledì 9 Luglio 2025

L'accordo di sicurezza tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana verrà ratificato da parte della Camera dei Deputati italiana

Il 22 maggio la Camera dei Deputati italiana ha votato la ratifica dell'accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana in materia di sicurezza sociale, un passo decisivo che consentirà l'attuazione del documento. L'accordo era già stato approvato dal Senato italiano a marzo e dopo la ratifica della Camera dei Deputati e la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, entrerà in vigore dopo 60 giorni.

"Dopo molti anni di attesa e molti sforzi negoziali, siamo molto vicini a dare ai nostri cittadini in Italia la tranquillità di poter godere di pensioni che riflettono i loro contributi. Questo storico accordo risponde a un'esigenza reale della nostra diaspora in Italia e rappresenta un passo concreto verso la garanzia dei diritti previdenziali all'estero", ha dichiarato Alexei Buzu, Ministro del Lavoro e della Protezione Sociale.

Nel frattempo, il 21 maggio 2025, il Governo della Repubblica di Moldova ha approvato la firma dell'accordo amministrativo per l'applicazione dell'accordo tra la Repubblica di Moldova e la Repubblica Italiana nel campo della sicurezza sociale. L'iniziativa, promossa dal Ministero del Lavoro e della Protezione Sociale, facilita l'accesso alle pensioni e ad altre prestazioni sociali per i cittadini moldavi e italiani che hanno lavorato nei due Paesi. Il documento regola la cooperazione tra le istituzioni competenti, stabilisce le procedure di comunicazione, lo scambio di dati e i documenti necessari.

L'accordo bilaterale sulla sicurezza sociale comporta molteplici vantaggi per i cittadini moldavi che lavorano o hanno lavorato in Italia. Il documento prevede la combinazione dei periodi di contribuzione per determinare il diritto alla pensione. Allo stesso tempo, le domande di pensione e di altre prestazioni sociali possono essere presentate sia in Italia, ma anche in Repubblica di Moldova.

L'accordo prevede anche un quadro di garanzie sociali per i lavoratori migranti moldavi che lavorano o hanno lavorato o vivono in Italia, nonché per gli italiani residenti nella Repubblica di Moldova. Le disposizioni si applicheranno ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori autonomi, ai lavoratori distaccati, al personale delle missioni diplomatiche e consolari. Gli aventi diritto potranno ricevere pensioni di vecchiaia, pensioni di invalidità per malattia o infortunio sul lavoro e pensioni di reversibilità.

Le prestazioni sociali saranno concesse secondo il principio di proporzionalità. Pertanto, ogni Stato contraente coprirà la parte della pensione corrispondente al periodo di contribuzione maturato sul suo territorio, in conformità con la legislazione nazionale applicabile.

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)

Ultima modifica: Mercoledì 9 Luglio 2025
Mercoledì 9 Luglio 2025

Scambio commerciale estero di merci, maggio 2025

Il valore complessivo dello scambio commerciale estero di merci della Serbia per il periodo gennaio–maggio 2025 ammonta a:

– 31.243,10 milioni di euro, con una crescita del 10,90% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

L’esportazione di merci, espressa in euro, ha raggiunto un valore di 13.749,10 milioni, con un aumento del 10,20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’importazione di merci ha raggiunto un valore di 17.494,00 milioni, con un aumento dell’11,50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Espresso in euro, il deficit ammonta a 3.744,90 milioni, con un aumento del 16,70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La copertura delle importazioni con le esportazioni è pari al 78,60%, inferiore rispetto alla copertura registrata nello stesso periodo dell’anno scorso, che era pari al 79,50%.

Lo scambio commerciale estero di merci è stato maggiore con i Paesi con cui la Serbia ha accordi di libero scambio. I Paesi membri dell’Unione Europea rappresentano il 58,30% dello scambio totale.

Il nostro secondo partner commerciale più importante sono i Paesi CEFTA, con i quali la Serbia registra un surplus commerciale di 1.161,30 milioni di dollari, risultato principalmente dell’esportazione di: cereali e derivati, veicoli stradali, petrolio e derivati, bevande, prodotti medici e farmaceutici.

Espresso in euro, l’esportazione verso i Paesi CEFTA è pari a 1.968,90 milioni, mentre l’import è di 895,50 milioni (un surplus di 1.073,40 milioni di euro e una copertura dell’importazione con l’esportazione pari al 219,90%).

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)

Ultima modifica: Mercoledì 9 Luglio 2025
Mercoledì 9 Luglio 2025

Un nuovo capitolo per l’olio d’oliva italiano: l’esenzione fiscale apre il mercato brasiliano, valorizza la qualità certificata e rafforza la cooperazione con il Brasile

Rio de Janeiro, luglio 2025 – Il recente Decreto n. 118/2024 pubblicato dalla Câmara de Comércio Exterior (CAMEX) del Brasile ha introdotto una misura strategica e altamente significativa per il settore agroalimentare: la riduzione a zero dell’aliquota dell’imposta di importazione per l’olio d’oliva virgem e extravirgem, inserito nella Lista de Exceções à Tarifa Externa Comum (LETEC) do Mercosul.

Questa decisione, resa pubblica nel Diário Oficial da União il 12 dicembre 2024, rappresenta un cambiamento di paradigma per il mercato brasiliano, aprendo opportunità senza precedenti per i produttori italiani, storicamente riconosciuti per l’eccellenza, l’autenticità e la tracciabilità del loro olio d’oliva.

Questa misura elimina una barriera tariffaria storica e consente all’olio italiano di accedere al mercato brasiliano con maggiore competitività, permettendo così al consumatore locale di avere accesso a un prodotto di altissima qualità a prezzi più vantaggiosi.

Il Brasile è oggi il secondo maggiore importatore di olio d’oliva dell’emisfero sud, e uno dei mercati emergenti con maggiore potenziale di crescita nel consumo di prodotti gourmet e salutari. Negli ultimi dieci anni, il consumo pro capite di olio d’oliva in Brasile è aumentato costantemente, raggiungendo una fascia di consumatori sempre più attenta alla qualità, alla salute e alla provenienza dei prodotti.

Secondo i dati della Associação Brasileira de Supermercados (ABRAS), l’olio d’oliva è considerato un “item nobre”, il cui consumo si è espanso non solo nei ristoranti e nella cucina professionale, ma anche nelle case dei brasiliani, soprattutto nelle grandi città come Rio de Janeiro, São Paulo e Brasília. In questo scenario, il prodotto italiano si distingue per prestigio, gusto e garanzie di qualità.

L’azzeramento dell’aliquota doganale consente ora una riduzione dei prezzi al consumo e, allo stesso tempo, incrementa le possibilità per le aziende italiane di aumentare le proprie esportazioni, consolidando il ruolo dell’Italia come partner commerciale privilegiato del Brasile nel settore agroalimentare.

Oltre al contesto favorevole sul piano fiscale, è importante evidenziare l’accordo recentemente firmato tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste della Repubblica Italiana e il Ministero dell’Agricoltura e Zootecnia del Brasile, finalizzato a garantire il controllo di qualità e l’autenticità dell’olio d’oliva importato.

Il Memorandum d’Intesa (MoU), firmato nel 2024, prevede la creazione di un canale diretto di cooperazione tra le autorità competenti, lo sviluppo di sistemi di tracciabilità e la condivisione di metodologie di analisi chimiche e organolettiche. Inoltre, l’accordo consente l’istituzione di panel di assaggio brasiliani formati da esperti italiani, promuovendo così una maggiore conoscenza delle caratteristiche sensoriali dell’olio di qualità.

Questa collaborazione istituzionale rafforza la fiducia del mercato brasiliano nel prodotto italiano e tutela sia i produttori onesti sia i consumatori finali, evitando frodi, contraffazioni e pratiche commerciali sleali.

Il nuovo scenario normativo, combinato con la cooperazione bilaterale in materia di qualità e con l’interesse crescente dei consumatori brasiliani, rappresenta una finestra strategica per le imprese italiane.

L’azzeramento dell’imposta di importazione sull’olio d’oliva rappresenta una conquista per il libero scambio, ma anche una responsabilità per i produttori italiani: quella di offrire prodotti certificati, trasparenti e di qualità superiore. In questo contesto, la collaborazione tra le istituzioni e il settore privato è fondamentale per cogliere pienamente questa opportunità.

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Mercoledì 9 Luglio 2025
Mercoledì 9 Luglio 2025

La svolta del Brasile e il futuro dei BRICS: un'opportunità strategica per l'Unione Europea

Il ruolo ambiguo del Brasile nella 17ª Cumbre del BRICS segna un possibile distanziamento dal blocco, con implicazioni importanti per la cooperazione internazionale sul clima e nuove sinergie con l'UE.

Il 7 luglio 2025, durante la 17ª Cumbre dei BRICS svoltasi a Rio de Janeiro, è stata pubblicata la Dichiarazione‑Marco dei Leader del BRICS sulle Finanze Climatiche. Il documento riafferma l’impegno del gruppo verso un sistema finanziario internazionale più equo, con l’obiettivo di facilitare l’accesso ai fondi per l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la partecipazione del Brasile si è distinta per un tono moderato e una visibilità molto inferiore rispetto agli anni precedenti — un segnale che molti analisti interpretano come un progressivo distanziamento da un blocco che sta attraversando una fase di frammentazione interna.

Il documento riconosce che la responsabilità di fornire risorse finanziarie ricade in primo luogo sui Paesi sviluppati, sottolineando il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. Tuttavia, la dichiarazione è stata accolta con una certa freddezza dall’opinione pubblica brasiliana e da alcuni settori del governo federale, che sembrano oggi più inclini a rafforzare alleanze con blocchi occidentali e organismi multilaterali tradizionali.

Il blocco dei BRICS, nato nel 2009 con grandi ambizioni di riforma della governance globale, si trova oggi in una fase delicata. Le tensioni geopolitiche tra alcuni dei suoi membri (come India e Cina), la guerra in Ucraina e le difficoltà economiche interne della Russia e del Sudafrica ne hanno compromesso l’efficacia come polo alternativo alle istituzioni occidentali.

Il Brasile, con un governo democratico, una solida economia verde e un crescente impegno nella diplomazia climatica, si trova oggi in una posizione privilegiata per ripensare le proprie priorità strategiche. La presidenza pro tempore del BRICS nel 2025, esercitata proprio dal Brasile, non ha portato ad alcuna innovazione sostanziale né a nuove linee d’azione concrete — un’ulteriore prova di disimpegno, secondo molti osservatori.

Questo momento di transizione offre un’occasione unica per l’Unione Europea di rafforzare il proprio partenariato con il Brasile, soprattutto in ambiti dove le due parti condividono interessi comuni, come la transizione energetica, la finanza climatica, la protezione dell’Amazzonia e la promozione di un multilateralismo efficace.

L’UE è da tempo in prima linea nella mobilitazione di risorse per il clima: attraverso strumenti come il Green Deal Europeo e le iniziative del Consiglio dell’UE per la Finanza Climatica, Bruxelles mira a mobilitare almeno 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare le sfide ambientali. Questa ambizione si sposa perfettamente con le priorità del Brasile, che si è posto come leader globale nella bioeconomia e nella diplomazia climatica, in particolare nei negoziati COP.

Inoltre, il potenziale accordo commerciale UE-Mercosur, in fase avanzata di revisione, potrebbe trovare nuova linfa proprio in un Brasile più allineato ai valori e agli standard ambientali europei.

I segnali di distanziamento del Brasile dai BRICS potrebbero facilitare la costruzione di una nuova alleanza verde tra UE e Brasile, basata su:

  • Investimenti bilaterali in energie rinnovabili e infrastrutture sostenibili;
  • Cooperazione nella gestione e conservazione delle foreste tropicali;
  • Progetti comuni su carbon markets e finanza climatica innovativa;
  • Rafforzamento della diplomazia multilaterale in ambito ONU e G20.

Il programma europeo Global Gateway potrebbe rappresentare un canale privilegiato per mobilitare fondi pubblici e privati destinati al Brasile, offrendo alternative concrete a progetti promossi da Cina e altri attori emergenti.

Il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta nella politica estera del Brasile. Il disimpegno dal BRICS — mai annunciato ufficialmente, ma evidente nei toni e nei gesti — apre spazi per una nuova stagione diplomatica più coerente con gli interessi democratici e ambientali dell’Unione Europea. In un mondo sempre più multipolare e segnato dalle crisi climatiche, la costruzione di ponti tra Europa e America Latina diventa non solo auspicabile, ma strategicamente necessaria.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Mercoledì 9 Luglio 2025