Giovedì 4 Dicembre 2025
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Secondo i dati diffusi l’11 luglio scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), nel mese di maggio, i flussi di Investimenti Diretti Esteri (IDE) in ingresso nel Paese sono ammontati a USD 609 mln.
In particolare, si sono registrati USD 321 mln di flussi in capitale azionario e USD 356 mln da vendite immobiliari. Contestualmente, disinvestimento e strumenti di debito hanno ridotto i flussi totali rispettivamente di USD 16 mln e USD 52 mln, portando così il valore netto degli IDE a USD 609 mln, in calo rispetto agli USD 1,2 mld di aprile.
Complice anche l’incertezza intorno alla tornata elettorale, il dato di maggio è stato il più basso registrato nei primi cinque mesi del 2023: da gennaio a maggio, la Turchia ha attratto complessivamente IDE pari a USD 4.4 mld, un dato a sua volta in diminuzione del 16% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nel mese di maggio, il settore dei servizi ha fornito il contributo più rilevante ai flussi d’ingresso in capitale azionario, con investimenti soprattutto nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (23%), nelle attività immobiliari (11%), e nella produzione di macchinari e attrezzature (10%).
Nello stesso periodo, con una quota pari al 64% del totale, i Paesi UE complessivamente considerati si sono confermati i principali investitori nel Paese, a partire da Paesi Bassi (25%), Germania (14%) e Irlanda (11%). A questi ultimi, tra i Paesi singolarmente considerati, seguono Stati Uniti (11%) e EAU (10%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Dopo aver acquisito le attività di Whirlpool e recentemente avviato le trattative per il segmento europeo della produzione di elettrodomestici (inclusi i principali impianti localizzati in Italia), il colosso turco Arçelik ha fatto il suo ingresso anche nel settore delle rinnovabili.
La società controllata da Koç Holding, infatti, ha avviato a Beylikduzu, nella periferia di Istanbul, una produzione di pannelli solari, con l’obiettivo di diventare leader nazionale nel settore. L’impianto ha attualmente una capacità produttiva annuale pari a mezzo milione di unità, prevista raddoppiarsi a partire dal 2025. L'efficienza dei pannelli è garantita fino a 12 anni, una cifra che potrebbe rappresentare il più alto livello mai raggiunto finora.
L’azienda, inoltre, ha annunciato che la tecnologia solare sarà presto integrata negli elettrodomestici prodotti. Al momento, peraltro, essa è stata installata anche sui tetti dei container presenti nelle aree colpite dai sismi del 6 febbraio scorso.
Il Presidente di Koc Holding Consumer Durables, Fatih Kemal Ebicilioglu, ha dichiarato che l'investimento contribuirà notevolmente alla trasformazione energetica della Turchia, contraddistinta da un “elevatissimo potenziale” nel campo dell'energia solare.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi dall’Automotive Distributors and Mobility Association (ODMD), nel primo semestre del 2023, le vendite di veicoli elettrici (EV) sono aumentate di oltre il 465%. Un cospicuo incremento connesso in parte anche al lancio, avvenuto lo scorso ottobre, della TOGG, la prima automobile elettrica di manifattura turca, su cui il Governo sta spingendo molto dal punto di vista della comunicazione. Non a caso, nel corso del suo recente viaggio in Qatar, il Presidente Erdogan ha portato in dono alla controparte due esemplari del SUV. Entro il 2030, l’azienda prevede di lanciare altresì i modelli berlina, berlina-C, B-SUV e B-MPV.
Anche l’ibrido benzina-elettrico ha visto un aumento dei volumi, cresciuti del 47,5% nella prima metà dell’anno. Contestualmente, le auto a benzina hanno rappresentato il 68,9% del totale delle vendite, a fronte del 69,7% registrato nel 2022; la quota dei veicoli alimentati a diesel, invece, è rimasta invariata al 16,9%.
Complessivamente, le vendite di autovetture e veicoli commerciali leggeri, tra gennaio e giugno 2023, hanno raggiunto le 555.867 unità, con un aumento del 55,3% rispetto alla prima metà del 2022. Il marchio Fiat, in particolare, ha segnato un nuovo record con 101.000 unità vendute tra berline e veicoli commerciali leggeri, confermandosi al primo posto in entrambe le categorie.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il Consiglio federale tedesco ha approvato nel mese di luglio l'aggiornamento della Strategia nazionale sull'idrogeno. La decisione è stata preceduta da un accordo politico tra tutti i Ministeri federali, compresi i cinque ministeri chiave per l'idrogeno: il Ministero federale dell'Economia e della Protezione del Clima, il Ministero federale dell'Ambiente, della Conservazione della Natura, della Sicurezza Nucleare e della Protezione dei Consumatori, il Ministero federale della Cooperazione e dello Sviluppo Economico, il Ministero federale dei Trasporti e il Ministero federale della Ricerca. La Strategia nazionale per l'idrogeno adottata nel 2020 rimane valida in linea di principio, ma è stata ulteriormente sviluppata con nuovi obiettivi di protezione del clima e di sviluppo del mercato dell'energia. Essa stabilisce le linee guida governative per la produzione, il trasporto e l'utilizzo dell'idrogeno e dei suoi derivati e raggruppa le misure del governo federale. Obiettivo del governo è la fornitura affidabile e sostenibile di idrogeno verde per la Germania.
Le misure dell'aggiornamento coprono l'intera catena del valore. In molti casi sono già state avviate parallelamente alla preparazione dell'aggiornamento della strategia o sono pianificate a breve termine per l'anno 2023. Altre misure verranno realizzate a medio termine negli anni 2024/2025 e in alcuni casi a lungo termine, fino al 2030.
Le misure sono volte a realizzare i seguenti obiettivi:
Fonte: https://tinyurl.com/43488uct
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
Lo scorso 18 luglio si è svolto a Bruxelles il terzo vertice Unione Europea (UE) - Comunità degli Stati latinoamericani e dei Caraibi (CELAC).
In quest’occasione i capi di Stato, Meloni e Fernandez, hanno analizzato l'importanza di sostenere i canali di cooperazione e dialogo che storicamente hanno caratterizzato le relazioni tra Italia ed Argentina.
Durante l’incontro, il Presidente Fernandez ha sottolineato la storica presenza di investimenti italiani in settori come le infrastrutture e le energie rinnovabili ed il ruolo dell'Italia come partner strategico e commerciale molto importante per l'Argentina e per l'UE.
Nel 2022, le esportazioni verso il paese europeo ammontavano a 1.065 milioni di dollari e le importazioni a 1.677 milioni di dollari, essendo il quindicesimo investitore straniero. Inoltre, in Argentina ci sono più di 250 aziende italiane che impiegano più di 50 mila lavoratori.
Infine, Alberto Fernández e Giorgia Meloni hanno anche sottolineato la firma di un memorandum d'intesa sull'energia firmato lo scorso 17 luglio 2023 da Unione europea e Argentina per lo sviluppo futuro e gli investimenti in questo campo. Si tratta di una scommessa di entrambe le parti sullo stesso contesto degli europei alla ricerca di nuovi mercati.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Il post pandemia è stato un momento di grande crescita economica a Rosario, e i numeri cominciano a mostrare il volume di questa ripresa: dal 2020 sono arrivati in città 85 nuovi investimenti industriali. Il contesto macroeconomico e gli incentivi locali sono alcune delle chiavi che spiegano il fenomeno.
Il 40% delle 85 aziende sono progetti di logistica: aziende che si dedicano a questo settore, o che hanno una componente importante della loro attività, oltre alla lavorazione e alla produzione, anche nella distribuzione e nello stoccaggio. Nell'ambito degli attuali nuovi modelli di business, la tendenza verso l'e-commerce fa sì che molte aziende moltiplichino i loro investimenti nei centri di distribuzione e smistamento delle merci. L'altro 60% sono imprese industriali: aziende che si trasferiscono o si insediano per la prima volta individualmente in parchi industriali. In generale si tratta di progetti di tipo associativo.
Il fenomeno dell'arrivo di questo tipo di investimenti ha iniziato a verificarsi nel 2020, ma soprattutto dal 2021 in poi, con lo sviluppo di normative che promuovono il radicamento industriale in città con procedura semplificata e l’approvazione dell’ordinanza vincolata alla promozione del suolo industriale con sconti sugli oneri fiscali. Alla luce di questi sviluppi, appare evidente come vi siano molteplice opportunità d'investimento per le imprese italiane.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Il 31 luglio scorso, il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, ha annunciato che nel primo semestre del 2023, il numero di turisti in Turchia, pari a oltre 22 milioni (19,6 stranieri e 3,3 turchi residenti all’estero), è aumentato del 17% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, si è registrato un incremento dei visitatori sia stranieri (+19,88%) sia turchi residenti all’estero (+5,1%).
In termini di provenienza geografica, nei primi sei mesi del 2023, i turisti russi si sono collocati al primo posto (2,6 milioni), seguiti da tedeschi (2,2 milioni), inglesi (1,4 milioni), bulgari (1,3 milioni) e iraniani (1 milione).
Nel giugno 2023, secondo i dati provvisori pubblicati dal Ministero della Cultura e del Turismo il 23 luglio scorso, il numero di turisti stranieri, pari a 5,6 milioni, è aumentato dell’11,3% rispetto allo stesso mese del 2022. Le prime cinque destinazioni turistiche sono state Antalya (36,6%), Istanbul (29,1%), Muğla (9,4%), Edirne (7,8%) e Izmir (3,2%).
Il Ministro Ersoy, inoltre, ha reso noto che nel primo semestre del 2023, le entrate per il settore turistico sono aumentate del 27% rispetto al medesimo periodo del 2022, attestandosi alla cifra di USD 21,7 mld.
Tuttavia, il Ministro ha constatato che i tassi di occupazione degli alberghi di alta categoria sono stati inferiori alle aspettative, anche a causa dell'impatto dei terremoti del 6 febbraio scorso, oltre che dei “consistenti acquisti immobiliari da parte di cittadini russi”.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
“Al termine di un complesso e fruttuoso processo di consultazione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la Turkish Football Federation (TFF) hanno deciso di unire gli sforzi proponendo alla Uefa l’organizzazione congiunta di Euro 2032”. Con queste parole, ha inizio il comunicato stampa con cui il 28 luglio scorso la FIGC ha annunciato la candidatura di Italia e Turchia a organizzare insieme i Campionati europei di calcio del 2032.
I due Paesi erano gli unici due candidati e la decisione di passare dalla competizione alla cooperazione è maturata dopo un incontro, avvenuto a Roma nei giorni precedenti, tra il Presidente della FIGC Gabriele Gravina e il suo omologo turco Mehmet Büyükeksi.
“Se l'offerta congiunta soddisferà i requisiti di gara” – si legge nel comitato diffuso dalla UEFA – “essa sarà sottoposta al Comitato Esecutivo Uefa nel meeting del 10 ottobre, dove verranno designate le federazioni ospitanti per il 2028 e il 2032”.
Entusiasmo è stato espresso dai vertici di entrambe le federazioni nazionali. “Sarà una pietra miliare per la Turchia”, ha dichiarato il Presidente Büyükeksi, annunciando che, se la UEFA accetterà la formula presentata, la Turchia si ritirerà dalla competizione per gli Europei 2028, per i quali è altresì candidata.
Dal canto suo, il Presidente Gravina ha ribadito la “svolta storica”, sottolineando anche il valore extra-calcistico della decisione: “Il progetto, oltre ad avvicinare due realtà consolidate nel panorama calcistico europeo, esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche, due culture che, nel corso dei millenni, si sono reciprocamente contaminate influenzando in maniera sostanziale la storia dell’Europa mediterranea. Il calcio vuole essere un ponte ideale per la condivisione delle passioni e delle emozioni legate allo sport".
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, tra gennaio e maggio 2023, l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 11,3 mld, ha registrato un incremento del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono cresciute del 15,1% (da USD 5,3 mld a USD 6,1 mld), mentre le importazioni sono diminuite del 5,6% (da USD 5,5 a USD 5,2 mld). La bilancia commerciale mostra un saldo positivo in favore dell’Italia pari a USD 992,7 milioni.
Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al sesto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Russia, Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti) e il terzo cliente (dopo Germania e Stati Uniti). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,9% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni da Ankara rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane. In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 20.3 mld) e seguita da Parigi (USD 9.1 mld) e Madrid (USD 8.1 mld). Nell’area mediterranea, invece, Roma si conferma il primo partner commerciale di Ankara.
Nei primi cinque mesi del 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+83,4%), di “metalli e pietre preziose” (+73,7%) e di “strumenti e apparecchi di ottica, per fotografia e per cinematografia” (+45,2%). In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-55,2%), di “ferro e acciaio” (-31,2%) e di “articoli in ferro e acciaio” (- 28,2%). In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 23% rispetto allo scorso anno, con un valore di quasi USD 1.5 mld.
La dinamica dell’export turco mostra invece un calo negli acquisti italiani di “ferro e acciaio” (-56,2%) e di “materie plastiche” (-28,2%), a fronte di una crescita nel settore “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+30,2%), che si conferma la principale voce tra le importazioni turche in Italia, con un valore di oltre USD 1,1 mld.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel periodo di riferimento, le esportazioni di Francia, Germania e Regno Unito verso la Turchia sono cresciute rispettivamente del 28,6%, del 18,3% e del 3,5%.
Complessivamente, l’interscambio della Turchia con il resto del mondo ha quasi raggiunto la cifra di USD 261 mld (+5,2%), con USD 158,5 mld di importazioni (+8,8%) e USD 102,5 mld di esportazioni (+0,1%), riportando così un disavanzo commerciale di USD 56 mld, in crescita rispetto a quello dei primi cinque mesi del 2022 (USD 43,3 mld).
Si segnalano, infine, gli incrementi delle esportazioni turche verso la Russia (+129,5%) e delle importazioni da Svizzera (+420% trainato dall’oro) ed EAU (+162,4%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Le esportazioni spagnole di agroalimentare e pesca nel 2022 hanno raggiunto una nuova cifra record di 68.018 milioni di euro, che rappresenta un aumento del 13,1% rispetto ai dati dell'anno precedente, 2021. Si tratta di uno dei dati principali pubblicato da Informe Anual de Comercio Exterior 2022 del Ministero spagnolo dell'Agricoltura, della Pesca e dell'Alimentazione, che spiega come l'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 abbia proiettato effetti significativi sull'economia europea e mondiale, aggravati in campo agroalimentare al trattarsi di due grandi produttori mondiali.
Nello scenario attuale, caratterizzato dagli alti prezzi internazionali dei prodotti, le esportazioni dell'economia spagnola nel suo complesso sono aumentate del 23,6% rispetto al 2021. In questo contesto, il saldo della bilancia commerciale del settore agroalimentare e della pesca si è ridotto del 26%, attestandosi al + 13.869 milioni di euro. Un dato che si spiega per il notevole aumento del valore delle importazioni.
Un chiaro riflesso del ruolo importante svolto dal settore agroalimentare e della pesca nel commercio estero spagnolo è che le sue esportazioni hanno rappresentato il 17,5% dell'export spagnolo totale nel 2022 mentre le esportazioni del settore l'11,8%. In particolare, i principali sottosettori dell'export nel 2022 sono stati:
Per quanto riguarda le destinazioni delle esportazioni agroalimentari e ittiche nel 2022, il 64,1% delle esportazioni è andato verso l'Unione Europea (UE-27), con un aumento del 15% rispetto al 2021, e le esportazioni verso Paesi terzi hanno rappresentato il 35,9% del totale, in aumento del 9,9%.
In particolare, l'Italia è la terza destinazione dell'export agroalimentare spagnolo, con 6.779 milioni di euro (+15,6% rispetto al 2021), I prodotti maggiormente esportati al nostro Paese sono olio di oliva, molluschi, conserve di carne e pesce. Per quanto riguarda le importazioni, l'Italia occupa la quinta
posizione tra i principali fornitori della Spagna, con un valore di 2.407 milioni di euro (+20,2% rispetto al 2021).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)