Sabato 3 Maggio 2025
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L'Istituto per il commercio internazionale, affiliato alla Korea International Trade Association, ha pubblicato lo scorso martedì un rapporto riguardante la sua valutazione delle importazioni e delle esportazioni durante la prima metà del 2022 e le proiezioni per i rimanenti mesi dell'anno.
Il rapporto prevede che le esportazioni totali ammonteranno a 703,9 miliardi di dollari, con un aumento del 9,2% rispetto allo scorso anno, mentre le importazioni ammonteranno a 718,5 miliardi di dollari, con un aumento del 16,8%. Su questi dati è stato quindi previsto un disavanzo commerciale di 14,7 miliardi di dollari per la Corea. Questa sarebbe la prima bilancia commerciale annuale negativa della Corea in 14 anni.
Le esportazioni di semiconduttori dovrebbero crescere del 10,2% rispetto ai livelli del 2021, con ulteriori importanti aumenti previsti per le esportazioni di prodotti petroliferi (50,5%) e petrolchimici (9,6%).
Si prevede che anche il valore delle esportazioni di automobili aumenterà dell'11,1% rispetto al 2021 trainato dell'aumento dei prezzi per unità nonostante la diminuzione della produzione dovuta alla difficoltà nel reperire semiconduttori in quantità sufficiente.
Invece si prevede che le esportazioni di navi diminuiranno del 21,9% rispetto ai livelli del 2021 a causa di un forte calo dei volumi di consegna a seguito di un forte calo degli ordini durante la pandemia, nonché di ritardi nella consegna di grandi navi a GNL che erano state programmate per l'esportazione in Russia.
Analogamente si prevede che le esportazioni di acciaio diminuiranno del 12,2% a causa di un parziale aggiustamento al ribasso dei prezzi durante la seconda metà dell'anno.
Nonostante la forte performance complessiva delle esportazioni, il rapporto prevede che le importazioni supereranno le esportazioni in termini di valore durante la seconda metà del 2022 a causa dei forti aumenti del costo di materie prime vitali come il greggio. Tra gennaio e maggio 2022, le quattro principali fonti di energia - greggio, gas naturale, carbone e prodotti petroliferi - hanno rappresentato oltre un quarto di tutte le importazioni (27,6%).
Fonte: https://bit.ly/3NOeNK5
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
La casa automobilistica svedese Volvo, di proprietà della cinese Geely, costruirà un nuovo stabilimento da 1,2 miliardi di euro vicino a Košice e darà lavoro a 3.300 persone e stimolerà l'intera regione. Lo Stato fornirà un incentivo all'investimento pari a 267 milioni di euro, in contanti e non sotto forma di sgravi fiscali. L'impianto, con una capacità di produzione di 250.000 autovetture all'anno, inizierà la produzione nel 2026. I suoi fornitori dovrebbero creare altri 10.000 posti di lavoro. Lo Stato ha deciso che costruirà un centro per la formazione dei lavoratori del settore automobilistico vicino a Košice. Verranno investiti circa 40 milioni di euro ed il centro servirà principalmente Volvo ed i suoi fornitori. Il governo ha inoltre approvato un ulteriore investimento di 123 milioni di euro per lo sviluppo del parco industriale di Valaliky, dove Volvo collocherà il suo stabilimento.
Il ministro dell'Economia Richard Sulík ritiene che un altro investimento simile, del valore di alcuni miliardi e con la creazione di 5.000 posti di lavoro, arriverà quest'anno a Šurany, vicino a Nitra. Secondo i media potrebbe trattarsi di un impianto per la produzione di batterie elettriche della Volkswagen.
Fonte: https://bit.ly/3uuGSPT
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Gli amanti della gastronomia italiana hanno un motivo per rallegrarsi: la birra italiana più popolare, la rinfrescante Peroni Nastro Azzurro, sta entrando nel mercato slovacco. Promette di combinare l'esperienza della birra con lo stile di vita tipico del Bel Paese. La birra sarà disponibile in negozi e ristoranti selezionati nel mese di luglio.
Oltre 5,5 milioni di ettolitri della popolare lager italiana sono venduti ogni anno in 74 Paesi. "Bere birra è sempre stato associato al comfort e all'esperienza. L'abbinamento di Peroni Nastro Azzurro con la cucina italiana offre agli amanti della birra slovacca una grande opportunità di assaporare la vera atmosfera tipica della penisola appenninica anche in Slovacchia", afferma Paolo Lanzarotti, amministratore delegato di Asahi Brands International, l'azienda produttrice di birra al cui portafoglio appartiene Peroni Nastro Azzurro.
La storia di Peroni Nastro Azzurro inizia nel 1963 ai piedi delle Alpi, in Lombardia. È allora che la famiglia Peroni, nel rispetto dei valori tradizionali italiani, della qualità e dell'artigianato, ha creato una birra nata dallo spirito e dallo stile di vita de La Dolce Vita.
Peroni Nastro Azzurro è prodotta per il mercato slovacco esclusivamente nei birrifici di Bari, Padova e Roma. È una lager a bassa fermentazione di colore dorato. Il suo sapore inconfondibile deriva dal malto d'orzo arricchito dall'aggiunta di mais italiano coltivato appositamente per Peroni e da un equilibrato rapporto di luppoli aromatici e amari. La lager contiene il 5,0% di alcol e si differenzia dalla tipica lager di tipo Pilsner per la ricetta, le materie prime di base e alcune tecniche di produzione.
Peroni Nastro Azzurro entra nel mercato slovacco in bottiglie di vetro da 0,33 l, che rappresentano la scuola di design italiano famosa in tutto il mondo e aggiungono fascino e stile al consumo di birra Peroni. La birra italiana è disponibile in 80 ristoranti e bar premium selezionati in Slovacchia e nei negozi Billa, Kraj e Metro.
Fonte: https://bit.ly/3bI2MbG
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Negli ultimi anni, Danimarca e gli altri Paesi della Scandinavia hanno intrapreso un percorso di innovazione e digitalizzazione che ha permesso loro di essere considerati tra i più all’avanguardia al mondo. La digitalizzazione ha portato con sé importanti novità nel modo di vivere degli Scandinavi che influenzano modalità di consumo, opportunità di business e strategie di accesso al mercato da parte delle aziende italiane.
Secondo gli ultimi dati della DANMARKS NATIONALBANK, la Danimarca si posiziona in cima alla classifica globale per le transazioni online. Quasi il 90% dei pagamenti effettuati nel commercio fisico sono digitali, e il numero medio di transazioni con carta di credito o di debito per cittadino ha raggiunto il doppio della media UE.
Settore Privato
Il passaggio tra pagamento fisico e pagamento digitale è stato portato da una serie di fattori che poggiano sulla riduzione dei costi e sugli investimenti in ricerca e sviluppo soprattutto nell’IT. Anche il settore privato si è dimostrato pronto a cogliere questa transizione: le nuove soluzioni di pagamento permettono di avere maggiore sicurezza e funzionalità anche grazie all’utilizzo di chip e al pagamento contactless.
Cittadini
Otto danesi su dieci fanno acquisti online e, grazie alla diffusione di app di pagamento e trasferimento di danaro in tempo reale, meno del 25% delle transazioni nei negozi danesi avviene in contanti. Allo stesso tempo anche i costi dei pagamenti tra i cittadini e gli esercenti sono diminuiti sempre di più: nel 2009 rappresentavano l’1% del PIL, mentre nel 2016 solamente lo 0.5%.
"Provate a chiedere alla gente che aspetto ha una banconota da 1.000 corone. La maggior parte delle persone non lo sa, e molti di noi non portano nemmeno più contanti", ha dichiarato a DR Nyheder Jan Damsgaard, direttore della sezione di digitalizzazione della Copenaghen Business School (CBS).
Eliminazione del contante
Negli ultimi anni, sono emerse proposte di vietare in toto l’utilizzo del contante. Secondo Anders Dam, direttore della Jyske Bank, questa potrebbe essere una buona cosa. Egli spera che nel 2025 la Danimarca vieti del tutto il denaro contante, poiché ciò avrebbe un impatto significativo nella lotta contro le rapine in banca, la criminalità legata alla droga, il riciclaggio di denaro, le frodi sociali e il lavoro nero.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Dopo molti decenni, un importante investimento chiave sta arrivando all’est del paese, la svedese Volvo costruirà la sua terza fabbrica automobilistica europea nel parco industriale di Valaliky, comune facente parte del distretto di Košice, dove produrrà auto con trazione puramente elettrica. Questa sarà la quinta fabbrica di automobili presente in Slovacchia.
Il valore dell'investimento raggiunge 1,2 miliardi di euro. La costruzione inizierà nel 2023, l'installazione delle linee di produzione avverrà un anno dopo e la produzione in serie dovrebbe iniziare nel 2026. Per il momento si stanno preparando a produrre 250.000 auto elettriche all'anno, ma il parco industriale offre l'opportunità di espandere la fabbrica in un secondo momento. "Faremo di tutto per produrre solo auto puramente elettriche entro il 2030 e la fabbrica slovacca contribuirà notevolmente al raggiungimento di questo obiettivo", ha affermato ieri a Bratislava Jim Rowan, direttore di Volvo Cars, alla firma del contratto sull’investimento.
Secondo il ministro dell'Economia Richard Sulík (SaS) è un enorme successo, poiché è risaputo che anche Polonia e Ungheria hanno tentato di acquisire il marchio. Alla fine, è stato il parco industriale, ben preparato, a convincere gli svedesi. "Abbiamo raggiunto il nostro grande obiettivo. Volevamo portare un investimento a est che creasse migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti nella regione", ha affermato Sulík, aggiungendo che grazie a questo investimento migliaia di persone potranno tornare in Slovacchia dall'estero.
Secondo Eduard Heger, l'arrivo di Volvo è importante sotto diversi aspetti. "L'investimento arriverà principalmente a est, riducendo così le differenze regionali e rafforzando la situazione sociale ed economica della regione. D'altra parte, la fabbrica produrrà solo auto elettriche, quindi l'industria automobilistica slovacca sarà in grado di mantenere la sua competitività in futuro", ha affermato il primo ministro. Tra il 2025 e il 2027, 3.300 persone saranno impiegate nello stabilimento Volvo, ma la rete di fornitori può impiegare più di diecimila persone.
Alla conferenza stampa di ieri era presente anche il ministro delle Finanze Igor Matovič (OĽaNO), il quale ha rivelato che la Slovacchia contribuirà all'investimento con un totale di 267 milioni di euro, e questo sostegno ha anche contribuito in larga misura al fatto che il parco industriale è stato il vincitore del concorso internazionale.
Fonte: https://bit.ly/3IpVg1C
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Il Ministro dell'Economia Richard Sulík ha dichiarato che il prossimo anno il prezzo del gas aumenterà tra il 20 e il 42%, più l'inflazione. SPP, l'azienda di Stato per la fornitura di gas, offrirà un contratto di 4 anni in cui il prezzo aumenterà del 20% più inflazione l'anno prossimo e solo dell'inflazione nel 2024-25. SPP offrirà anche un contratto di 1 anno in cui il prezzo aumenterà del 42% più l'inflazione. SecondoSulík, innogy (VSE) farà la stessa offerta. I prezzi dell'energia elettrica per le famiglie non aumenteranno affatto il prossimo anno. Il governo presenterà un accordo con Slovenské elektrárne entro la fine di giugno. Il prezzo del gas naturale in Europa è salito oltre il 70% questa settimana, raggiungendo i 145 euro per MW a seguito della decisione di Gazprom di ridurre le forniture via Nord Stream 1. Giovedì le consegne per l'azienda slovacca SPP sono diminuite del 30%. Germania, Italia, Austria e Cechia hanno registrato un calo delle forniture. Mosca minaccia di interrompere del tutto le forniture di Nord Stream 1, nonostante sia la principale rotta del gas russo verso l'UE. Gazprom incolpa le sanzioni occidentali, poiché Siemens non è stata in grado di riparare i compressori del gasdotto. Tuttavia, la Germania ritiene che si tratti di una scelta politica come avvertimento contro quei paesi che continuano a inviare aiuti militari all'Ucraina. La Russia ha sospeso le forniture attraverso il gasdotto Yamal-Europa a dicembre e successivamente ha interrotto le forniture alla Polonia, Bulgaria, Paesi Bassi, Finlandia e Danimarca. La limitazione delle forniture mette a rischio il riempimento di stoccaggio del gas nell'UE in vista dell'inverno. Oltre a SPP, anche il gruppo ZSE/VSE/Innogy (controllato da E.On) offrirà prezzi del gas più bassi alle famiglie nei prossimi anni, ha dichiarato il ministro dell'Economia Richard Sulík. Queste società hanno una quota di mercato congiunta dell'82%. In base a un contratto quadriennale, aumenteranno i prezzi del 20% più l'inflazione annuale nel 2023 e del solo valore dell'inflazione nei tre anni successivi. Nel 2023 le famiglie dovrebbero pagare 57 euro per MWh e nel 2026 circa 76 euro (+76% rispetto a quest'anno). Nell'arco di un anno, il prezzo salirà a 66 euro (42% più inflazione).
La SPP, gestita dallo Stato, perderà di fatto denaro nel 2023-24, ha dichiarato Sulík. Inoltre, prenderà in prestito una parte del gas da un impianto di stoccaggio ceco e lo restituirà nel 2026. SPP prevede di recuperare tutte le perdite nel 2024-25.
Il prezzo vantaggioso dell'energia elettrica per le famiglie, pari a 61 euro per MWh, sarà limitato ad un consumo annuo di 4 MWh nel 2023-24, ha annunciato Sulík. La famiglia media utilizza 2,2 MWh all'anno. Al di sopra di questo limite, il prezzo sarà più alto, 220-230 euro. Il governo non ha in programma di aiutare le aziende con i prezzi dell'energia.
I ministri dell'energia dell'UE hanno concordato che gli impianti di stoccaggio del gas devono essere pieni almeno all'80% entro l'inizio del prossimo inverno e al 90% nell'autunno del 2023. I Paesi con grandi impianti, come la Slovacchia, dovranno immagazzinare almeno il 35% del consumo medio annuo. I ministri hanno anche concordato che l'UE dovrà produrre entro il 2030 il 40% della sua energia da fonti solari, e rinnovabili.
Fonte: https://camitnews.it/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Sebbene la Slovacchia sia il terzo Paese dell'UE più povero in termini di potere d'acquisto, i prezzi dei beni e servizi di consumo sono pari al 90% della media dell'Unione e sono i più alti tra i Paesi del V4. Eurostat raccoglie i prezzi solo a Bratislava e il loro livello può riflettere il potere d'acquisto relativamente più alto in questo centro economico.
Il livello generale dei prezzi (P) e i prezzi dei prodotti alimentari (F) e delle abitazioni (H) come quota della media UE nel 2021:
|
P |
F |
H |
Austria |
112% |
107% |
113% |
Slovakia |
90% |
95% |
97% |
Czechia |
80% |
89% |
75% |
Hungary |
67% |
85% |
53% |
Poland |
60% |
72% |
39% |
Fonte: https://camitnews.it/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Il Ministero dell'Agricoltura ha pubblicato una lista di prodotti di base di cui vuole controllare le esportazioni. Il Parlamento ha conferito al Ministero questo potere in seguito all'invasione russa e la conseguente emergenza. L'elenco comprende 15 prodotti, principalmente vari tipi di semi oleosi e cereali, ma anche il lievito per la panificazione.
Il Ministero ha anche stabilito delle riserve minime nazionali per ogni prodotto, ad esempio 411.000 tonnellate per il grano.
Le aziende dovranno comunicare allo Stato qualsiasi progetto di esportazione dei prodotti regolamentati e il Ministero avrà un potere di veto sulle esportazioni.
Fonte: https://camitnews.it/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Il mercato degli strumenti musicali annovera al suo interno strumenti acustici, elettrici ed elettromeccanici, comprese le loro componenti e gli accessori.
Il Canada è il secondo paese al mondo per il valore delle vendite di prodotti musicali pro capite, e il settimo paese al mondo per valore di strumenti musicali importati. L'analisi qui riportata guarda ad un andamento del settore e ad una previsione per il 2022.
L'analisi inoltre analizza una nuova categoria di strumenti quali i SMI (Smart Musical Instruments) ovvero sensori, azionatori, intelligenza integrata e connettività wireless a network locali e Internet. La tendenza verso questi strumenti sembra avere una grande popolarità dovuta alla parte dei sensori di movimento applicati agli strumenti musicali. Essi sono degli SMI indossabili, i quali possono produrre musica con determinati movimenti fisici o gesti.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))
La Danimarca è stata classificata dalla Business School IMD in Svizzera come la più competitiva tra 63 economie mondiali. Rispetto all'anno scorso, l'economia danese ha superato la Svizzera e Singapore, quest'anno in seconda e terza posizione. La classifica comprende anche altre potenze economiche mondiali: gli Stati Uniti (10°), la Cina (17°) e la Germania (15°); nelle ultime posizioni si trovano Venezuela, Mongolia e Argentina. Anche l'Italia è stata inclusa, occupando il 41° posto.
World Competitiveness Yearbook (WCY)
L'IMD World Competitiveness Yearbook (WCY), pubblicato per la prima volta nel 1989, è un riferimento mondiale sulla competitività dei Paesi. Analizza e classifica i Paesi in base al modo in cui gestiscono le loro economie per ottenere valore e vantaggio competitivo.
Secondo il punto di vista dell'IMD WCY, l'economia di un Paese non può essere ridotta solo al PIL e ad altri indicatori macroeconomici classici di produttività, perché le aziende devono tenere conto di varie caratteristiche politiche, sociali e culturali dei Paesi in cui operano. I governi dovrebbero quindi fornire un'analisi più approfondita caratterizzata da istituzioni, infrastrutture e politiche efficienti che incoraggino la creazione di valore sostenibile da parte delle aziende.
2021
Il WCY 2021 analizza 63 economie, scelte in base alla disponibilità di statistiche internazionali comparabili e alla collaborazione con istituti partner locali, che contribuiscono alla raccolta dei dati e garantiscono che tutti siano affidabili, accurati e il più possibile aggiornati.
Il WCY si basa su 333 criteri di competitività selezionati come risultato di una ricerca completa che utilizza la letteratura economica, le fonti internazionali, nazionali e regionali e il feedback della comunità imprenditoriale, delle agenzie governative e del mondo accademico. I criteri vengono rivisti e aggiornati regolarmente in base alla disponibilità di nuove teorie, ricerche e dati e all'evoluzione dell'economia globale.
Risultati
Secondo il WCY, il risultato della Danimarca è stato determinato da un forte aumento delle prestazioni economiche durante la pandemia:
“Ciò è dovuto all'aumento dei flussi di investimento nel Paese, a un aumento contenuto dei prezzi rispetto ad altre economie sviluppate e al rafforzamento delle finanze pubbliche con una riduzione del debito pubblico e del deficit pubblico” (Marco Pistis, WCC).
Tra i migliori risultati in termini di efficienza del governo ritroviamo il quadro istituzionale (2 posto), la legislazione (3 posto) e il quadro sociale (2 poto), inoltre ha ottenuto risultati eccellenti nell'efficienza delle imprese (1°), nella produttività (1°) e nelle pratiche di gestione (1°).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)