Lunedì 7 Luglio 2025
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Rosario ospiterà la Agtech Week 2022 che si terrà dall'8 al 12 agosto in diversi punti della città, ciclo di eventi dedicato all’innovazione e alla tecnologia nel settore agroindustriale patrocinato dai maggiori enti di sviluppo dell’agrobusiness della città.
È un'iniziativa che ha lo scopo di mostrare a livello internazionale il potenziale santafesino in agro tecnologia e innovazione cui programma includerà: visite di aziende e istituzioni scientifiche e tecnologiche dell'ecosistema di Rosario, con l'obiettivo di sviluppare la cultura dell'innovazione nel settore agroalimentare; il Forum Agtech, vertice imprenditoriale internazionale già alla sua quinta edizione che comprenderà sessioni di networking tra i vari enti coinvolti ed il 30 º congresso AAPRESID, nel centro congressi Metropolitano della città si incontreranno produttori e imprese, un’occasione per gli attori coinvolti di fare affari, creare nuovi contatti e dialogare sui futuri scenari dell'agricoltura.
Nei cinque giorni si realizzeranno incontri e conferenze che metteranno in contatto istituzioni, aziende e start-up del mondo dell’agrobusiness e costituiranno vetrina privilegiata per un settore strategico di questa regione, riaffermando la città di Rosario come polo centrale dell’ecosistema di aziende AgTech essendo zona chiave per le esportazioni agro dove confluiscono le aziende più importanti dell'intero settore.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
È stata presentata lo scorso 20 giugno in Parlamento una proposta per aumentare il bilancio dello Stato di oltre 50 miliardi di dollari nel 2022 per far fronte alle importazioni di gas e di carbone e per coprire i possibili esborsi futuri causati dalla svalutazione della lira, dal continuo aumento dell’inflazione ed i probabili aumenti salariali e pensionistici. La Turchia ha registrato un avanzo di 124,6 miliardi di lire turche nel suo bilancio statale da gennaio a maggio 2022, sospinto da un aumento delle entrate fiscali, generate dalla crescente inflazione.
Le spese sono aumentate del 74,5% rispetto all'anno precedente a quasi 959,77 miliardi di lire turche. Le entrate fiscali sono state pari a 881,15 miliardi di lire turche, mentre il pagamento degli interessi è stato di 121,88 miliardi di lire turche. Il saldo di bilancio dovrebbe registrare un disavanzo di 278,3 miliardi di lire turche alla fine di quest'anno, secondo i dati del Ministero del Tesoro e delle Finanze; centrato l’obiettivo del rapporto tra deficit di bilancio e prodotto interno lordo (PIL) al 3,5% nel 2022.
Il Ministro del Tesoro e delle Finanze Nureddin Nebati ha affermato che la finanza pubblica continua a essere uno degli elementi più solidi dell'economia turca nonostante le prospettive macroeconomiche siano cambiate con il rapido aumento dell'inflazione, le strozzature delle catene di approvvigionamento e l’aumento record dei prezzi delle materie prime.
Per far fronte all’attuale situazione il Governo, ha poi proseguito Nebati, ha aumentato gli stanziamenti in bilancio per rendere la crescita del Paese sostenibile, equilibrata e inclusiva. “Il fatto che negli ultimi sei mesi settori come l'industria e il turismo hanno ripreso slancio testimonia chiaramente che abbiamo adottato le giuste misure e ciò è stato confermato dalla crescita della nostra economia del 7,3% nel primo trimestre di quest’anno” ha poi concluso Nebati.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Le vendite di immobili ad uso residenziale in Turchia sono più che raddoppiate nel mese di maggio scorso così come in aumento sono stati gli acquisti di case da parte dei non residenti, con i russi sempre in testa tra gli acquirenti per il secondo mese consecutivo.
Nel dettaglio la compravendita di abitazioni è aumentata del 107,5% anno su anno nel mese scorso, superando le 122 mila unità secondo i dati recentemente diffusi dall'Istituto statistico turco (TurkStat), nonostante l’aumento dei tassi dei mutui e dei prestiti ed prezzi in forte crescita (+100% in alcune delle principali città della Turchia). Un andamento che riflette la necessità di proteggersi dall’attuale tasso di inflazione che ha raggiunto il suo picco degli ultimi 24 anni (78,62% a giugno 2022), con la lira turca che ha perso nei primi mesi del 2022 oltre il 25% del suo valore sul dollaro.
Istanbul, la città più popolosa della Turchia, ha fatto registrare nel solo mese di maggio, 23 mila contratti di compravendita (+18%), seguita dalla capitale Ankara (11.497 vendite) e la provincia egea di Smirne (7.159 vendite). Da gennaio a maggio 2022 le vendite delle abitazioni ad uso residenziale sono aumentate del 37,7% anno su anno, avvicinandosi a 600 mila contratti conclusi.
Anche gli acquisti dei non residenti sono cresciuti: +235,7% rispetto allo scorso anno e oltre 6 mila vendite (+58,1% nel solo mese di aprile 2022) spesso legate alla possibilità di successivo acquisto della cittadinanza turca (la soglia dell’investimento per ottenere la cittadinanza è aumentata recentemente da 250 mila a quasi mezzo milione di dollari).
In testa anche qui i cittadini della Federazione Russa, seguiti dagli iraniani e iracheni a cui si aggiunge un numero crescente di ucraini (prima della guerra russi e ucraini rappresentavano oltre il 25% delle vendite agli stranieri di abitazioni in Turchia) in fuga dal Paese in guerra per raggiungere parenti residenti in Turchia.
Makbule Yönel Maya, Direttore generale dell'Industrial Development Bank of Turkey (TSKB) Real Estate Appraisal, ha confermato la crescita delle vendite di immobili ad uso abitativo in crescita: “nel 2019 le vendite ai non residenti erano state pari a 46.500 unità per poi passare a oltre a quasi 60 mila unità nel 2021 con introiti stimati in 10 miliardi di dollari; tra gennaio e aprile 2020 le vendite di appartamenti a cittadini stranieri ha raggiunto le 27 mila unità, con un aumento del 70% rispetto all’analogo periodo del 2021”.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il governo, guidato dal premier Petr Fiala, ha approvato mercoledì 27 luglio l’atteso scostamento di bilancio, che porterà a un aumento del deficit di 50 miliardi di corone. Il bilancio dello stato quest’anno sarà in perdita di 330 miliardi di corone. Il governo, tuttavia, non ha previsto alcun aumento di imposte, su cui dibattono i partiti della coalizione.
“Lo scostamento di bilancio con un deficit di 330 miliardi di corone rispecchia la realtà portata dalla guerra in Ucraina”, ha dichiarato il premier Petr Fiala. Il documento prevede un rialzo delle uscite statali di 115 miliardi di corone. Ad aumentare è soprattutto la spesa sociale, con uscite extra come il bonus da 5000 corone per le famiglie, la valorizzazione delle pensioni o le misure contro il caro energia, che includono la tariffa sociale e la copertura straordinaria degli incentivi per le rinnovabili. In aumento anche alcuni capitoli di spesa nell’istruzione e nella sanità per effetto dell’arrivo di un gran numero di profughi di guerra ucraini.
Una parte della spesa in aumento sarà coperto dalle entrate accresciute per via dell’alta inflazione. Complessivamente lo stato attende un aumento del gettito di 65 miliardi di corone. Lo scostamento invece non prevede alcun rialzo delle imposte, di cui discutono da settimane i partiti della coalizione. Una parte del blocco governativo vorrebbe introdurre un prelievo extra sugli utili delle società energetiche o rivedere l’imposta sul reddito delle persone fisiche e giuridiche. Le proposte, tuttavia, non hanno trovato consenso tra i partiti della maggioranza. Contrari ad ogni rialzo delle imposte sono soprattutto i rappresentanti dell’ODS.
Lo scostamento dovrà essere ancora votato dalla Camera dei deputati, dove tuttavia non si attendono intoppi dal momento che il governo può contare su una larga maggioranza di 108 seggi su 200.
Fonte: https://bit.ly/3PIn5Vr
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il 2021 è stato un anno importante per l’ecosistema delle start up in Turchia: il settore ha ricevuto finanziamenti pari a quasi 2 miliardi di dollari distribuiti tra angel investors, incubatori e fondi di venture capital. Il 2021 è stato anche l’anno in cui l’applicazione turca di consegna di generi alimentari, Getir, è diventata unicorno, raggiungendo Dream Games, con una valutazione che ha superato il miliardo di dollari ma che potrà presto trasformarsi in un decacorn con la prospettiva di collocarsi al secondo posto tra le startup turche con maggior valore dietro alla piattaforma di e-commerce Trendyol (sostenuta dai cinesi di Alibaba) che nel 2021 ha raggiunto il valore di ben 16,5 miliardi di dollari.
Il 2021 è stato anche l’anno che ha collocato la Turchia tra i primi 10 paesi in Europa che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti mentre si è posizionata al secondo posto nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa dietro solo a Tel Aviv e prima di Dubai. Sempre nell’anno in osservazione, nell'ecosistema delle venture capital, Istanbul si è classificata al 13° posto tra le città europee che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti e al quarto posto in termini di numero di accordi conclusi nel 2021.
Da sola, la più grande metropoli della Turchia, ha visto anche crescere TechOne, tra i fondi di venture capital più attivi mentre il Keiretsu Forum (una rete di angel e venture capital) ha investito in 19 startup; anche la prima piattaforma di “crowdfunding” Fonbulucu, ha ottenuto un grande successo investendo sempre nel 2021 in 18 startup; risultati ottenuto anche grazie ai finanziamenti della piattaforma “Individual Young Startup” (BiGG) del CNR turco, TÜBİTAK.
Un anno, il 2021, che è stato citato come “record” anche dal Presidente dell'Ufficio Investimenti della Presidenza turca, Burak Dağlıoğlu, che ha voluto evidenziare l’elevato livello di competenze raggiunto dagli investitori locali: “lo spirito imprenditoriale e umano dei fondatori delle startup turche dell’e-commerce oramai famose in tutto il globo come “Trendyol”, “Getir”, e “Yemeksepeti” e quelle del gioco come “Peak” e “Dream Games” è un nostro patrimonio e i risultati raggiunti ci spingono affinché la Turchia si trasformi in un centro mondiale di talenti creando percorsi per i giovani, in particolare per le donne, che cercano una carriera nei settori altamente tecnologici”.
Ma idee brillanti sono arrivate anche durante questo primo semestre del 2022. La piattaforma imprenditoriale locale di Zorlu Holding Parlak Bi'Fikir ha lanciato un programma a sostegno dell'innovazione e della creatività, inoltre è nata "Be Right Back", piattaforma che trasforma gli schermi dei PC in computer da gioco; anche i settori tradizionali hanno beneficiato di applicazioni intelligenti sviluppate da investitori turchi, ne è un esempio "Geliverio" applicazione che fornisce alternative cargo più convenienti con prezzi competitivi e consegne rapide alle aziende e alle compagnie oppure "Whatever You Sew", piattaforma agricola che rende più facile per gli agricoltori ottenere macchinari agricoli e servizi altamente tecnologici.
Trendyol, una delle piattaforme di e-commerce più famose, non solo in Turchia, e primo decacorn nel Paese (valutato oltre 16 miliardi di dollari), con un piano di investimenti nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Lussemburgo e in Germania, dove venderà i propri prodotti “Made in Türkiye” punta a realizzare oltre 3 miliardi di dollari di ricavi nei prossimi tre anni; Il Presidente del gruppo Trendyol, Caglayan Cetin, ha recentemente affermato che la startup ha oggi più di 300 produttori in Turchia, con oltre 100 addetti in Europa, metà dei quali in Germania, e con un volume di esportazioni totale stimate in oltre 1 miliardi di dollari. Trendyol spedisce oltre 1 milione di pacchi al giorno in Turchia, mentre quelli spediti all’estero - in quasi 100 paesi in un'ampia area geografia che va dall'Europa al Medio Oriente e all'Africa - supera il mezzo milione di unità; il giro d’affari lo scorso anno è stato di quasi 200 milioni di dollari con oltre 6 milioni di ordini in totale ricevuti. Il piano di espansione di Trendyol prevede l’acquisizione di piattaforme di e-commerce mediorientali (in particolare degli Emirati Arabi Uniti) ma anche in Arabia Saudita.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Il Decreto n. 258/2022 Coll. del Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica Slovacca, che determina l'elenco dei prodotti agricoli e alimentari e il valore critico delle loro scorte, necessari per garantire la sicurezza alimentare dello Stato, è stato pubblicato in data 21/07/2022. I seguenti prodotti sono stati inclusi nell'elenco dei prodotti essenziali per garantire la sicurezza alimentare dello Stato: grano, segale, orzo, avena, mais, soia, colza, girasole e lievito di birra. Gli agricoltori che esportano uno di questi prodotti in un altro Stato membro o in un Paese terzo in una quantità superiore a 400 t per mese sono tenuti a notificarlo per via elettronica al Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale entro il 10° giorno del mese civile immediatamente precedente a quello in cui l’azienda desidera esportare il prodotto. Il decreto è entrato in vigore il 21 luglio 2022, data della sua promulgazione. In caso di mancato rispetto dell'obbligo di notifica ai sensi dell'articolo 24 della legge sui prodotti alimentari, il Ministero infligge un'ammenda compresa tra 100 e 20 000 euro.
Fonte: https://bit.ly/3Q5Lapi
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)
Si è svolta lo scorso 24 giugno ad Ankara la conferenza conclusiva del progetto “New Generation Cooperatives Society” un progetto finanziato dall’Ue (nell’ambito della “Civil Society Support Program III), e condotto dalla turca “Youth Deal Cooperative” impegnata nel progetto in diversi settori non tradizionali con la partnership di “Haliéus”, la struttura specializzata per la cooperazione allo sviluppo di Legacoop Roma e con l'Unione nazionale delle cooperative della Turchia (NCUT).
Il progetto ha avuto lo scopo di rafforzare la governance e la capacità di networking delle cooperative turche di nuova generazione con lo scopo di migliorare la loro partecipazione ai processi decisionali; il progetto ha portato alla realizzazione di un fondamentale database di cooperative “non tradizionali” turche, di un portale dedicato per lanciare un piano d'azione triennale attraverso gruppi di lavoro strategici. Un risultato importante per le nuove cooperative attive nel settore innovativo, le c.d. “Cooperative di Nuova Generazione” che in Turchia non hanno un riconoscimento ufficiale e hanno bisogno del patrocinio dell’Unione Nazionale delle Cooperative della Turchia per sostenere il loro progetti.
La Conferenza finale di Ankara ha visto la partecipazione del Ministero turco del Commercio, di alcune importanti organizzazioni internazionali presenti in Turchia come FAO e ILO, oltre ovviamente a quella del network di cooperative turche.
La Turchia è un paese di particolare interesse per il movimento delle cooperative tradizionali e Legaccop, attraverso Haliéus e alcune imprese di cooperative italiane, ha intrattenuto nel recente passato proficui rapporti di collaborazione che hanno sostenuto il movimento cooperativo turco attraverso numerosi progetti; Attualmente è attivo un altro progetto, “To Be Coop”, incentrato sulla provincia di Rize. Legacoop collabora in Turchia anche con le organizzazioni delle cooperative turche nell'ambito della rete europea “CooperativesEurope” e in quella globale “International Cooperative Alliance”. Prima della pandemia Legacoop ha inoltre ospitato una delegazione del Ministero del Commercio turco, interessato in particolare alla cooperazione sociale, anche come strumento per favorire l'occupazione femminile. Infine, la struttura di Legacoop Haliéus era stata coinvolta - in partenariato con l'agenzia tedesca di cooperazione allo sviluppo (GiZ) - in un tender di “EuropeAid” per l’assistenza tecnica ad un progetto Ue su “Empowering Women through Cooperatives” per promuovere l’occupazione femminile e, in particolare, l’economia solidale inclusiva.
Nel settore delle cooperative sociali si è invece svolto lo scorso 17 giugno a Istanbul una conferenza a conclusione del progetto “Una Piattaforma di Eccellenza per le Cooperative Sociali” co-finanziato dall’UE nell’ambito del “Civil Society Dialogue Programme” tra Europa e Turchia e finalizzato a sviluppare un meccanismo sostenibile di dialogo tra le cooperative sociali e le Organizzazioni del Terzo Settore presenti in Turchia, attraverso uno scambio di conoscenze e buone pratiche con il sistema di cooperative sociali italiane (in particolare con la rete di Federsolidarietà). Il Capofila del progetto è l’organizzazione turca “Needs Map”, mentre tra i partner associati figurano anche “Confcooperative Emilia Romagna” e STGM (Centro per lo Sviluppo della Società Civile in Turchia).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Le finanze delle imprese ceche continuano a godere di uno stato buono. Lo rilevano le statistiche sui fallimenti aziendali relative al primo semestre dell’anno diffuse da Crif – Czech Credit Bureau, socio Camic.
Nei primi sei mesi dell’anno è stato dichiarato dai tribunali il fallimento di 354 imprese, quasi il 10 percento in meno rispetto a un anno fa. Sono tuttavia aumentate le proposte fallimentari a 538 richieste. Un andamento positivo è stato registrato anche per gli imprenditori individuali. I fallimenti in questo ambito sono diminuiti di circa il 15 percento a 2900 e le proposte fallimentari di circa il 10 percento a 2945, registrando il valore più basso in nove anni.
“Quest’anno continua a esserci un volume molto basso di crediti a rischio di mancato rimborso e la loro quota sul totale dei crediti continua a calare”, ha sottolineato l’analista capo di Crif – Czech Credit Bureau Věra Kameníčková. È tuttavia prevedibile che l’aumento dei costi e altri effetti negativi avranno una ripercussione sui bilanci aziendali durante la seconda metà dell’anno. “E’ quindi prevedibile che, a causa delle difficili condizioni per fare impresa, il numero dei fallimenti aziendali supererà quest’anno il dato del 2021” ha indicato Kameníčková.
Fonte: https://bit.ly/3cK1AFf
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Dopo tre mesi, l’industria ceca è tornata a crescere. A determinare la ripresa è stato il settore automotive, ha indicato l’Ufficio di Statistica Ceco.
Rispetto a maggio di un anno fa la produzione industriale è aumentata del 3,3 percento. La crescita è stata del 2,4 percento rispetto ad aprile. “Sui risultati ha avuto una forte influenza il settore automotive, che ha registrato rispetto a un anno fa un miglioramento nella componentistica” ha indicato Radek Matějka dell’ufficio di statistica. L’associazione settoriale AutoSap ha registrato in maggio anche un miglioramento sul versante delle auto completate, il cui numero è tornato ai livelli precrisi.
Complessivamente la produzione nel settore automotive è aumentata del 10 percento rispetto a valori di un anno fa. Dall’inizio dell’anno il settore ha invece perso circa l’8 percento. Nel mese di maggio hanno registrato una crescita vivace anche la produzione di mobili, in aumento di un quinto, l’industria farmaceutica, la produzione delle bevande e il settore tessile-moda. In calo invece la produzione di altri mezzi di trasporto e la lavorazione del legno.
Un buon segnale arriva anche dal versante delle commesse. Il valore dei nuovi ordini ha registrato un incremento annuo del 9 percento. A crescere sono soprattutto le commesse da imprese con sede in Repubblica Ceca. Il valore dei nuovi ordini è in aumento in tutti i settori, tranne l’automotive, dove si registra una perdita del 4 percento, anche grazie a una forte base di confronto dello scorso anno.
Fonte: https://bit.ly/3vpu7Xn
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La Danimarca, che si colloca al primo posto in Europa per la facilità di fare impresa, oltre ad essere una delle società più digitali al mondo, è in cima alla classifica anche per la qualità della vita e per il supporto che una burocrazia snella e una legislazione fiscale favorevole offrono agli imprenditori.
L’ultima edizione del Global Startup Ecosystem Index (2022) analizza il sistema danese con un focus specifico sul fiorente ecosistema delle startup. Il Global Startup Ecosystem Index di StartupBlink viene aggiornato annualmente dal 2017 ed è una classifica globale basata sull’analisi dei cosiddetti “ecosistemi delle startup”: il tessuto imprenditoriale che opera nel settore e si muove nel contesto normativo di ciascun Paese analizzato.
Nell’edizione 2022, la Danimarca ha ottenuto una performance particolarmente positiva, piazzandosi al 18° posto (ha guadagnato 4 posizioni in classifica rispetto all’anno precedente), grazie soprattutto ai punteggi ottenuti nei settori Hardware & IOT, E-commerce & Retail e Health care. Poca burocrazia, investimenti in innovazione e tecnologia, attenzione alla riduzione delle emissioni, solido sistema di welfare e contesto politico stabile sarebbero i fattori determinanti a rendere la Danimarca una destinazione attraente per i neoimprenditori.
I risultati
A livello regionale, il Paese si conferma al 12° posto in Europa, al 10° nell’UE e al 3° nei Paesi nordici. All’interno del Paese, si registrano notizie positive per due città in particolare. Copenaghen, che collega l’Europa, la Scandinavia e i Paesi baltici, creando un collegamento con un mercato di oltre cento milioni di consumatori, è salita di otto posizioni al 53° posto nel mondo, raggiungendo la soglia delle migliori 50 città per gli investimenti in start-up. Aarhus, il principale porto del Paese, è salita di 15 posizioni nella classifica globale, raggiungendo il 213° posto.
Strumenti per gli imprenditori
Lo Stato investe notevoli risorse nello sviluppo del tessuto imprenditoriale. Tra le iniziative finanziate con fondi pubblici ci sono l’Innovationsfonden, che investe in nuove iniziative per creare crescita e posti di lavoro, e il Vækstfondens, che mira a promuovere la creazione e la crescita di nuove imprese attraverso investimenti e prestiti a tassi agevolati per chi ha idee imprenditoriali innovative.
Il governo danese ha inoltre lanciato Startup Denmark (un programma di visti per startup) come punto di ingresso unico per gli imprenditori di talento non appartenenti all’UE/SEE per trasferirsi e far crescere startup ad alto impatto in Danimarca.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)