Sabato 14 Giugno 2025
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Dal 2001 con cadenza biennale, il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite pubblica il “Global E-Government Development Index” (EGDI), l’indice di sviluppo di digitalizzazione statale dei 193 stati membri.
Quest’anno (2022), lo studio ha nominato come miglior paese digitalizzato la Danimarca, che ottiene così questo riconoscimento per la terza volta consecutiva. Si tratta di un risultato rilevante, poiché la trasformazione digitale di un paese e della sua pubblica amministrazione porta innumerevoli benefici ai cittadini.
La pandemia di Covid-19, per esempio, ha dimostrato chiaramente i vantaggi di uno stato digitalizzato. Le tecnologie digitali, infatti, garantiscono il funzionamento della macchina statale anche in momenti di difficoltà trovando soluzioni ai problemi collegati alle emergenze sanitarie e assicurando l'effettiva fornitura dei servizi pubblici essenziali sia speciali che ordinari, anche in periodi di crescente isolamento, incertezza e vulnerabilità.
Ma un sistema digitalizzato offre possibilità che non si fermano al – comunque fondamentale – settore sanitario. Il cosiddetto e-gov è in grado di offrire ai cittadini svariati tipologie di servizi pubblici di base anche nel campo dell’istruzione, della sicurezza, dei trasporti, ecc. Le tecnologie digitali, insomma, contribuiscono in maniera evidente allo sviluppo sia nazionale che locale, facilitando l’accesso ai servizi, favorendo lo scambio di informazioni, e aumentando le possibilità dei cittadini.
L’ e-gov, quindi è la base di un sistema istituzionale effettivo, inclusivo, stabile e resiliente a molteplici livelli. Per le Nazioni Unite, un’amministrazione digitale è considerata anche un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) fissati per il 2030, soprattutto l’obiettivo 16 “pace, giustizia ed istituzioni solide”, ed il punto 17 “partnership per gli obiettivi”.
Secondo i dati riportati dallo studio, gli stati europei sono il 53% del gruppo con il più alto livello di digitalizzazione statale. Nei primi dieci posti, 6 sono paesi europei e la Danimarca apre la fila con un punteggio di 0,97 contro una media globale di 0,61.
Le categorie prese in considerazione nel calcolo dei dati, sono, per esempio, le lezioni online, le dichiarazioni dei redditi digitali, la possibilità di richiedere assistenza finanziaria online, le prenotazioni sanitarie via internet, ecc. La Danimarca viene così premiata per il suo approccio olistico alla digitalizzazione amministrativa, che pone al centro il cittadino e mira a rispondere ai bisogni dei singoli individui, cercando di non lasciare nessuno “offline”.
Il report ha, inoltre, analizzato tutte le città più popolose degli stati membri delle Nazioni Unite, e ha piazzato Copenhagen, la capitale danese, al quarto posto, dietro, Berlino, Madrid e Tallin, come città più “smart”.
Comprendere il grado di digitalizzazione delle singole città, infatti, è decisivo per lo sviluppo della società in ottica SDG. Infatti, i cittadini interagiscono principalmente con le amministrazioni locali, più che con le strutture governative centrali. Perciò, un collegamento diretto e costante tra i due è fondamentale per facilitare l’interazione ed il coinvolgimento della popolazione negli affari pubblici, offrendo loro servizi, e possibilità di comunicare opinioni, bisogni, nonché dare loro la chance di influenzare la direzione delle politiche e pratiche pubbliche locali.
La digitalizzazione del settore pubblico, insomma, è un passo indispensabile che ogni nazione dovrebbe intraprendere, per migliorare i propri legami con i cittadini e per operare in un’ottica di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati dalle Nazioni Unite entro il 2030. In questo campo, la Danimarca sta offrendo un esempio virtuoso, fonte di ispirazione per tutti gli altri paesi che vogliono muoversi in questa direzione.
Fonte: https://bit.ly/3XaFf5Y
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
È stata appena annunciata la costruzione del nuovo mega impianto di idrogeno verde di Air Products e The AES Corporation (AES) nella contea di Wilbarger. Si prevede che il progetto creerà più di 1.300 posti di lavoro nella costruzione, 115 posti di lavoro permanenti nelle operazioni e 200 posti di lavoro nel trasporto e nella distribuzione. Si prevede inoltre che genererà circa $ 500 milioni di entrate per lo Stato del Texas e sarà il più grande impianto di idrogeno verde degli Stati Uniti.
Lo Stato del Texas estenderà la sua leadership nella produzione di energia negli Stati Uniti e contribuirà a soddisfare il fabbisogno energetico del nostro Paese per i decenni a venire", ha dichiarato il governatore Abbott. "Questo progetto non solo porterà centinaia di posti di lavoro e milioni di entrate nel nostro Stato, ma espanderà anche il settore energetico e rafforzerà ulteriormente il Texas come potenza mondiale in questo settore cruciale.
Il nuovo impianto sarà di gran lunga il più grande impianto di produzione di idrogeno verde completamente integrato del Paese, che utilizzerà l'energia del vento e del sole per produrre idrogeno pulito per i clienti americani.
Air Products e AES prevedono di investire circa $ 4 miliardi per costruire e gestire questo impianto di produzione di idrogeno verde. L'energia per far funzionare questo progetto di idrogeno comporterà oltre 1 gigawatt di energia rinnovabile e una capacità di elettrolizzazione in grado di produrre oltre 200 tonnellate metriche al giorno (MT/D) di idrogeno verde.
L'impianto dovrebbe iniziare le operazioni commerciali nel 2027 e servirà principalmente la mobilità e altri mercati industriali. Il progetto amplierà il portafoglio energetico del Texas e posizionerà lo Stato come leader del Paese nel settore dell'idrogeno verde, contribuendo a ridurre le emissioni.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
Il governatore Greg Abbott ha sottolineato la continua e forte crescita dei posti di lavoro in Texas, dopo che i dati sull'occupazione diffusi a dicembre dalla Texas Workforce Commission e dall'Ufficio Statistico del Lavoro degli Stati Uniti hanno mostrato che il Texas è in testa alla classifica nazionale con il più rapido tasso di crescita annuale dei posti di lavoro e che lo Stato ha nuovamente superato il suo record assoluto con l'aggiunta di 33.600 posti di lavoro non agricoli nel mese di novembre.
"Le imprese continuano a far crescere i posti di lavoro in Texas grazie alla forza dell'economia texana, alla diversità delle industrie che investono qui e alla migliore forza lavoro d'America", ha dichiarato il governatore Abbott. Il Texas funziona quando i texani lavorano, e sono orgoglioso che abbiamo raggiunto un nuovo massimo storico per i posti di lavoro totali". Nonostante le pressioni economiche evidenti in tutto il Paese, negli ultimi 12 mesi i datori di lavoro texani hanno aumentato i posti di lavoro al ritmo più veloce della nazione.
Tra i numeri più significativi relativi ai posti di lavoro in Texas vi sono:
- record di 13.672.900 nuovi posti di lavoro totali, il nuovo massimo storico per i posti di lavoro totali non agricoli per il 13° mese consecutivo, con l'aggiunta di 33.600 posti di lavoro non agricoli a novembre.
- record di 14.015.544 occupati texani, compresi i posti di lavoro non agricoli, i lavoratori autonomi e altre categorie di lavoro.
- 5,1% di crescita annuale dei posti di lavoro (da novembre 2021 a novembre 2022), il più rapido della nazione
- 63,5% il tasso di partecipazione alla forza lavoro, superiore alla media nazionale.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
Lo stato di Santa Catarina è un famoso polo dell'industria tessile, sia a livello nazionale, che internazionale. Ed è visto come un punto di riferimento internazionale per qualità e produttività.
L'industria di Santa Catarina ha rappresentato il 26,7% della produzione nazionale brasiliana, nella produzione di abbigliamento e accessori, secondo uno studio della Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI). Lo Stato di Santa Catarina ha superato lo stato di San Paolo in valore di trasformazione industriale nel settore tessile.
Santa Catarina possiede 9.140 stabilimenti e genera 170.962 posti di lavoro, considerando i settori del tessile, dell'abbigliamento e delle calzature.
Geograficamente il polo tessile di Santa Catarina è formato dalle città di: Brusque, considerata la capitale brasiliana dell'industria tessile, Blumenau, Jaraguá do Sul e Gaspar che ha il titolo di capitale della moda infantile. E alcuni municipi minori quali Ascurra, Benedito Novo e Rodeio, che realizzano lavori di cucito per le grandi aziende di maglieria. Infine, Pomerode per le macchine industriali del settore.
Febratex è la più grande fiera dell'industria tessile in Brasile, che si svolge ad agosto a Blumenau, ed è un evento importante per conoscere i progressi del settore.
Ma studi mostrano l’esigenza di modernizzare il settore per raggiungere una maggiore sostenibilità, soprattutto con l'uso dell'intelligenza artificiale. Questa è la nuova sfida, per aumentare l'efficienza e ridurre le perdite, fa parte degli obiettivi di modernizzazione del settore attraverso Industria 4.0. Questo perché permette di applicare una rivoluzione in termini di tessuti ed economia di materiali.
Uno studio della società di consulenza McKinsey evidenzia, inoltre, come uno dei maggiori trend del prossimo futuro sarà l'attenzione alla sostenibilità, frutto del desiderio dei consumatori di conoscere l'origine dei prodotti e della crescente consapevolezza delle aziende nel prendersi cura dell'ambiente.
Le opportunità di investimento e di business nel settore derivano dalle esigenze di modernizzazione, innovazione e sostenibilità che il settore presenta.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)
L’export italiano non perde colpi e si trasforma dopo le difficoltà portate dalla crisi pandemica nel 2020. Ma proprio l’annus horribilis è stato in realtà un punto di svolta per lo sviluppo del settore chimico-farmaceutico italiano.
Ad aggiudicarsi il posto d’onore come uno dei partner commerciali per la chimica italiana, c’è il Belgio.
Nel 2020, il 55,42% delle esportazioni italiane in Belgio sono state registrate proprio dalle industrie chimiche, con un riferimento specifico ai medicinali (34.7%). Nello stesso anno il contributo dato dall’import belga al fatturato del settore chimico italiano è stato di 8.527 milioni, di cui il 15% proveniente dal settore farmaceutico. Di fatti, tra i principali partner commerciali, il Belgio è il più importante centro logistico europeo per l’esportazione dei prodotti farmaceutici nel resto del mondo, con il 19,1% delle esportazioni totali.
A conferma della trasformazione dell’export italiano e della partnership consolidata con il mercato belga, il settore chimico-farmaceutico si classifica come primo in termini di aumento progressivo dell’export in Belgio (+ 20,7%) nel 2020, con un valore aggiunto di 1.141,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Nel 2021 i prodotti chimici italiani esportati in Belgio contavano per quasi un terzo del totale dei prodotti esportati, ossia più di 130 miliardi di euro. Nello specifico, ammontavano a 101.600.042 nel 2020 e 134.696.423 nel 2021, con una crescita dell’ultimo anno del 32%.
Lo sviluppo dei rapporti commerciali con il Belgio ha visto un’impennata nel 2020, ma l’interesse del Belgio per l’industria chimica italiana, è maturo già da tempo. Nel 1910, la storica industria chimica belga, la Solvay S.A, aveva aperto un centro di lavorazione dell’oro e dei minerali a Spinetta Marengo (AL). In vent’anni, il gruppo belga è arrivato ad investire più di 600 milioni di euro nel polo piemontese, che oggi lavora più di 100.000 tonnellate di polimerati ogni anno ed è responsabile dell’85% dell’export chimico italiano. Nel 2022, il centro di Spinetta Marengo si rivela essere il polo più innovativo e produttivo del colosso belga, a dimostrazione di come la nuova frontiera dell’export italiano veda un contributo sostanziale del settore chimico-farmaceutico, con il Belgio come partner più sensibile.
Fonte: https://bit.ly/3IMKMLR
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)
Negli ultimi tre anni, il Belgio ha esteso gli orizzonti di un nuovo settore economico estremamente promettente, quello della produzione di videogiochi. I videogiochi sono infatti da molti anni un business da miliardi di dollari che è destinato a crescere in futuro. Le recenti previsioni stimano che entro la fine dell’anno il settore avrà un valore di 196 miliardi di dollari a livello globale, mentre si prevede che raggiungerà 269 miliardi di dollari entro il 2025.
Analizzando l’andamento settoriale negli ultimi due anni, l’Agenzia Belga per il Commercio Estero evidenzia che la pandemia ed il conseguente lockdown hanno portato in alto la curva dei guadagni prodotti dal video gaming. A fine 2020, le 84 compagnie di gaming attive in Belgio hanno registrato un aumento del fatturato del 17%, raggiungendo gli 82 milioni di euro. Nel 2021 sono stati venduti poi videogiochi e dispositivi per un valore di 600 milioni di euro, pari a una crescita del 4% rispetto al 2020, secondo la federazione di settore BelgianGames.
Tra i dispositivi video, il Nintendo Switch è stato il device più venduto in Belgio nel 2021. Al secondo posto si trova la PlayStation 5 di Sony, seguito dall'auricolare per la realtà virtuale (VR) Quest 2, prodotto da Meta che sta ottenendo buoni risultati a livello internazionale e che dimostra che anche in Belgio c'è un crescente interesse per i giochi e le applicazioni VR da parte dei consumatori, tanto che il 19% dei videogiochi sviluppati da aziende belghe consiste proprio nella realtà virtuale (VR).
Per quanto riguarda la vendita di videogiochi, i più venduti sono stati “FIFA 22”, "Grand Theft Auto V", "FIFA 21", "Call of Duty: Vanguard", "Mario Kart 8 Deluxe". Negli ultimi anni, inoltre, alcuni videogiochi online free-to-play come “Fortnite” di Epic Games hanno conquistato una quota significativa del mercato.
Anche il gioco mobile è molto popolare. In Belgio, nel 2021 sono stati scaricati ben 147 milioni di giochi mobili dall'App Store di Apple e dal Play Store di Google. In cima alla lista c’è “Pokémon Go", seguito da "Brawl Stars" e “Candy Crush Saga".
Anche il consumo di e-sport, ovvero la visione di partite di videogiochi professionali online, ha ricevuto un notevole impulso grazie alla pandemia. Secondo una ricerca di Deloitte, un belga su otto guarda le partite ogni settimana. Sebbene i fan si trovino in tutte le fasce d'età, i consumatori abituali sono tuttavia più giovani di 40 anni. Oltre ai servizi di streaming specializzati più popolari Twitch e YouTube Gaming, un buon esempio in Belgio è Proximus, che trasmette le partite di e-sport attraverso la sua piattaforma televisiva digitale, Pickx.
Soprattutto a partire dal 2020, il settore del gaming ha rivelato le sue potenzialità, portando il Belgio ad essere uno dei Paesi europei leader della creazione di videogiochi sul mercato globale, creando concorrenza alle aziende americane che ad oggi occupano una posizione di mercato particolarmente forte. Di fatti, oltre all’introduzione di un incentivo fiscale da parte delle autorità belghe per incoraggiare la produzione di videogiochi, sono stati fatti molti investimenti finalizzati alla crescita di uno dei settori economici più innovativi e creativi del quadro economico internazionale.
In particolare, è stato creato un nuovo fondo di investimento privato, ForsVC, dall'Università di Scienze Applicate di Howest, dall'investitore tecnologico Cronos Group e da BNP Paribas Fortis, il cui capitale si stima possa arrivare a 18 milioni di euro nei prossimi anni. Con il finanziamento di ForsVC, si spera che il settore dei videogiochi in Belgio diventi così forte che giovani creatori digitali provenienti da tutto il mondo decidano di costruire qui la loro carriera.
Il dato incoraggiante lascia ben sperare per le prospettive future: nel 2021 il mercato globale del gaming ha registrato 2,9 miliardi di utenti; nel 2023, la previsione è quella di un aumento a 3,2 miliardi di acquirenti del mercato, con una fetta importante di appassionati in Asia e in Europa. Il Belgio si prospetta quindi come un bacino pronto ad accogliere l’import-export del gaming globale, con un’apertura necessaria all’innovazione estera.
Fonte: https://bit.ly/3CN7PT0
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)
Il governatore Greg Abbott ha annunciato il 20 dicembre che Boingo Wireless, Inc. (Boingo) aprirà un nuovo ufficio a Frisco, che diventerà la sede principale dell'azienda. Boingo progetta, costruisce e gestisce reti pubbliche e private convergenti e neutrali in tutto il mondo. Il progetto creerà 247 nuovi posti di lavoro e genererà circa $ 1,48 milioni di investimenti. A Boingo è stato concesso un grant dal Texas Enterprise Fund (TEF) di $ 517.400.
"Espandere la nostra presenza in Texas è una mossa strategica per Boingo", ha dichiarato Mike Finley, CEO di Boingo. "Abbiamo già partner e dipendenti di lunga data nello Stato e l'apertura di un nuovo ufficio presso The Star a Frisco supporta la visione della nostra azienda e la nostra capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti. Ci consentirà di entrare in contatto con i clienti chiave della regione, di impegnarci nelle loro comunità e di comprendere le loro esigenze specifiche".
"Le aziende del settore tecnologico hanno da tempo riconosciuto i vantaggi della localizzazione nella vivace economia del Texas settentrionale", ha dichiarato la senatrice Angela Paxton. "Sono entusiasta di dare il benvenuto a Boingo Wireless nella Contea di Collin ed entusiasta delle opportunità economiche che porterà alla nostra comunità".
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
Negli USA ci sono Stati vincenti, che crescono, e altri perdenti, che riducono la loro popolazione, il tutto con profonde motivazioni politiche. Il Texas e la Florida si sono divisi il titolo di Stato con la crescita più rapida nel 2022. Il Texas ha vinto in termini di numeri, con una crescita della popolazione di 470.708 unità. Con una popolazione di 30.029.572 abitanti nel 2022, il Texas è ora il secondo Stato della nazione ad avere una popolazione superiore ai 30 milioni.
La Florida si è classificata seconda, con un aumento di 416.754 unità. L’Arizona, la Carolina del Nord e la Georgia hanno completato la top five con aumenti di popolazione rispettivamente di 133.088, 124.847 e 94.320 unità.
New York, come l’anno scorso, è stata la grande perdente della nazione con un calo della popolazione di 180.341 unità nel 2022. Segue la California con una perdita di 113.649 persone. Illinois, Pennsylvania e Louisiana completano la top five dei perdenti con cali di popolazione rispettivamente di 104.437, 40.051 e 36.857 unità.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
In poco più di 10 anni il Belgio è diventato una delle principali culle europee delle biotecnologie, tanto che è previsto che entro il 2026 verranno prodotti i primi 100 farmaci più venduti nel mondo.
Fino al 2009, il Belgio non era coinvolto nella filiera delle biotech, con un investimento di solo circa il 2% del Pil nella R&S. Negli anni successivi, tuttavia, in seguito a forti pressioni da parte delle aziende presenti sul territorio, il Governo federale ha approvato una serie di importanti interventi che garantivano fondi pubblici ed agevolazioni fiscali per la ricerca privata, oltre ad una minor burocrazia e a tempi rapidi per sperimentare nuovi farmaci.
Infatti, in Belgio l'approvazione per una sperimentazione di Fase I richiede in media 15 giorni, una delle tempistiche più brevi in Europa. Inoltre, con i suoi 23,2 trial avviati per 100.000 abitanti nel 2021, il Belgio è secondo in Europa solo dopo la Danimarca (con circa 27 trial). Ciò rende il Belgio una meta estremamente attraente nel panorama internazionale per quanto riguarda lo svolgimento delle sperimentazioni cliniche.
In Belgio sono attive oltre 140 aziende biotech, pari al 7% delle aziende biotech europee. Le aziende belghe sono responsabili del 16% del fatturato europeo e di quasi il 10% delle spese di ricerca e sviluppo. Tale successo è dovuto anche alla stretta collaborazione tra università e settore industriale e anche grazie al sostegno delle autorità regionali.
Facendo un confronto con l’Italia, si nota che, sebbene nel Belpaese ci siano più imprese (376) e si spenda molto in termini di capitale umano e finanziario, l'impegno belga è sicuramente più rilevante se messo in relazione alle dimensioni del Paese. Infatti, il Belgio rappresenta il primo mercato azionario in Europa in questo settore, con il 24% della capitalizzazione totale. Questo perché il comparto biotech italiano è composto all'80% da micro e piccole imprese. In aggiunta, il Belgio impiega quasi cinque volte il numero di addetti delle imprese italiane e quasi il doppio degli addetti nella R&S. L’Italia è più indietro anche per quanto riguarda lo svolgimento di sperimentazioni chimiche, nonostante rimanga al di sopra della media Europea con 8,2 trial ogni 100.000 abitanti.
Con lo scopo di contribuire allo scambio di idee e di proposte fra Belgio e Italia nell'ambito della ricerca scientifica farmacologica, il 22 novembre 2022 è stato firmato un protocollo d’intesa dall’ambasciata del Belgio in Italia e da Galapagos, azienda biotech belga impegnata nello sviluppo di farmaci innovativi. «Siamo orgogliosi di aver dato vita a questo protocollo d'intesa con l’ambasciata del Belgio per la promozione del dialogo fra i due Paesi e la valorizzazione della ricerca scientifica. Galapagos nasce dalla ricerca e mette al centro delle sue attività la scoperta e lo sviluppo di molecole innovative che possano fare la differenza per i pazienti», ha commentato Alberto Avaltroni, CEO di Galapagos in Italia.
Gli obiettivi di questa intesa riguardano la promozione del dialogo e del confronto sulla ricerca e l’innovazione nel campo della salute, lo studio dei modelli di assistenza sanitaria e lo sviluppo e l'uso delle nuove tecnologie applicate alla salute.
Fonte: Business.belgium.be, Il Sole 24 ore
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)
Secondo uno studio condotto dalla VUB (Vrije Universiteit Brussel), il settore della moda è il più grande datore di lavoro nelle industrie culturali e creative belghe, tanto che da solo rappresenta il 33,6% dell'occupazione.
Le Fiandre rappresentano il 62% e il 52% delle aziende attive rispettivamente nell'industria dell'abbigliamento e in quella del cuoio e delle calzature. Inoltre, nelle Fiandre, le vendite del settore moda sono cresciute di 6,4 miliardi di euro tra il 2009 e il 2021, diventando il secondo settore più dinamico dopo il design.
Fedustria, la Federazione belga dell'industria tessile, del legno e del mobile, è però preoccupata per le conseguenze della guerra in Ucraina sul settore dal momento che il conflitto ha provocato un'esplosione dei prezzi dell'energia, accompagnata da interruzioni nelle linee di approvvigionamento delle materie prime. Dal lato della domanda, i consumatori sono stati costretti a risparmiare a causa della perdita di potere d'acquisto provocata dall'esplosione delle bollette energetiche.
Quasi tre quarti del fatturato provengono dalle esportazioni. Tuttavia, tre quarti della domanda interna del Belgio per i settori del tessile, dell'abbigliamento e del cuoio sono comunque coperti dalle importazioni. L’Italia si colloca al settimo posto fra i paesi fornitori, con una quota di mercato pari al 4% e con un ammontare di 471 milioni di euro, nonostante nel 2021 abbia registrato un importante calo rispetto al 2020, pari a -14,4%.
Il mercato dell’abbigliamento in Belgio può essere definito strutturalmente un mercato maturo. La spesa annuale per l'abbigliamento e le calzature in Belgio è di 8,9 miliardi di euro, pari al 5% della spesa totale del mercato belga.
Come ha sottolineato Isolde Delanghe, direttore di Fashion Unie, «La moda belga ha un'incredibile offerta in tutti i segmenti e per tutti i tipi di consumatori. Dopo la pandemia vediamo che i consumatori si allontanano dall'acquisto di fast fashion e preferiscono spendere il budget a loro disposizione per abiti di qualità».
I belgi hanno infatti iniziato ad acquistare in modo più consapevole e a spendere il budget per l'abbigliamento in modo qualitativo. Se in passato il cliente comprava più capi presso un negozio di abbigliamento, ora ne acquista solo uno, prestando un interesse maggiore per i pezzi più costosi.
Nonostante l'assenza di grandi magazzini, il Belgio ha un'alta densità di punti vendita di moda (negozi multimarca, negozi di design e pop-up store) sparsi in tutto il Paese, con un'alta densità di negozi per numero di abitanti, anche nelle piccole città. Questa fitta rete di negozi multimarca in tutto il Paese è un vantaggio per le piccole aziende che possono entrare nel mercato con collezioni limitate.
L'alta densità di punti vendita al dettaglio ha rallentato la crescita dello shopping online, con i consumatori che rimangono legati ai negozi o adottano un modello ibrido di ordine online e ricezione in negozio.
Il consumo online sta comunque aumentando, offrendo opportunità di crescita per i marchi locali e di nicchia. La crisi pandemica e la chiusura dei negozi nella primavera del 2020 hanno accelerato l'espansione dell'e-commerce nel Paese. L'e-commerce è quindi una leva di esportazione favorevole per le aziende italiane, perché nonostante lo sviluppo dei negozi online belgi, il mercato non è ancora sotto pressione e lascia spazio a nuovi operatori.
Fonte: https://bit.ly/3kdncxw
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)