Notizie mercati esteri

Giovedì 25 Gennaio 2024

Nel 2023 in Repubblica Ceca il tasso d’inflazione è calato al 10,7%

Lo scorso anno, il tasso d’inflazione ha registrato un calo rispetto al 2022. Lo indicano i primi dati dell’Ufficio di Statistica Ceco.

I prezzi al consumo sono cresciuti nel 2023 del 10,7%, mentre l’anno prima l’inflazione aveva superato il 15%. Si tratta di dati molto alti, registrati l’ultima volta durante gli anni Novanta. La salita dei prezzi ha cominciato a diminuire nella seconda parte dello scorso anno, e a dicembre era scesa al 6,9%.

A spingere l’inflazione a rialzo sono stati i prezzi del gas e dell’energia elettrica, degli alimenti e dei servizi di accoglienza e ristorazione. Il settore dei trasporti, inizialmente impattato negativamente dall’inflazione, ha invece beneficiato del calo dei costi dei carburanti.

Fonte: http://tinyurl.com/4ax6ekbd

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 25 Gennaio 2024
Giovedì 25 Gennaio 2024

CRIF: il numero dei fallimenti aziendali ha continuato a diminuire in Repubblica Ceca

Il numero dei fallimenti aziendali ha continuato a diminuire in Repubblica Ceca lo scorso anno. Lo indicano i dati diffusi da CRIF – Czech Credit Bureau.

Lo scorso anno sono fallite 659 aziende, circa il 6% in meno rispetto al 2022.  16 fallimenti ogni 10.000 aziende attive. “Dal punto di vista dei fallimenti le imprese ceche sono in una condizione migliore rispetto al resto del mondo” ha indicato l’analista di CRIF – Czech Credit Bureau Věra Kameníčková. I settori con maggiore frequenza nei fallimenti sono il trasporto, la logistica e l’industria manifatturiera.

L'aumento nel numero delle istanze di fallimento, che ha riguardato in maniera particolare il mese di dicembre, è in controtendenza rispetto alla media annuale. Questo potrebbe essere presagio di un aumento dei fallimenti durante i primi mesi del 2024 dovuto alle difficoltà economiche in Repubblica Ceca e nell’UE.

Fonte: http://tinyurl.com/3jbt5xr3

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Giovedì 25 Gennaio 2024

Lo Stato ceco ha sostenuto il fotovoltaico con incentivi per 24 miliardi di Corone

Lo Stato ceco ha sostenuto lo scorso anno l’installazione di nuove fonti fotovoltaiche con una cifra pari a circa 24 miliardi di corone. Lo ha detto il ministro dell’ambiente Petr Hladík.

Lo scorso anno, i sussidi pubblici hanno sostenuto l’installazione di circa 71.000 nuove centrali fotovoltaiche per una potenza complessiva di 2,27 gigawatt. I sussidi statali per le fonti fotovoltaiche sono in evidente aumento. Nel 2022, lo Stato ha erogato circa 14 miliardi di corone per 50.000 nuovi fonti fotovoltaiche.

La maggior parte dei nuovi impianti ha ottenuto i sussidi tramite il programma Nová zelená úsporám, che eroga incentivi alle famiglie che ad esempio ristrutturano casa. Invece, gran parte delle nuove centrali installate ha invece ricevuto sussidi dal Fondo di Modernizzazione, finalizzato a supportare progetti di più grande portata, oppure sponsorizzati dalle aziende.

Fonte: http://tinyurl.com/4ts258zd

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Giovedì 25 Gennaio 2024

Rep. Ceca - Il deficit ha rispettato nel 2023 i valori previsti dalla legge di bilancio

Il deficit della pubblica amministrazione ha rispettato lo scorso anno i valori previsti dalla legge di bilancio. Lo ha indicato il Ministero delle Finanze della Repubblica Ceca.

Lo scorso anno il buco di bilancio è stato di 288,5 miliardi di corone, meno dei 295 miliardi di corone previsti dalla finanziaria. Si tratta del quarto deficit più significativo nella storia della Repubblica Ceca. Il dato è in miglioramento rispetto al 2022, quando la differenza tra entrate e uscite aveva superato i 360 miliardi di corone.

Nella prima parte del 2023 il deficit aveva registrato una rapida crescita. A migliorare il bilancio sono state alcune entrate extra, come i dividendi del gruppo energetico ČEZ, e il maggior gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche e giuridiche. L’imposta sui profitti eccessivi ha portato nelle casse dello stato 39 miliardi di corone ceche, molto meno del previsto.

Fonte: http://tinyurl.com/adez3bbu

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Giovedì 25 Gennaio 2024

A Istanbul il premio "Leonardo Da Vinci"

Nella cornice di Palazzo di Venezia a Istanbul, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Giorgio Marrapodi, ha ospitato la cerimonia di consegna del ‘Premio Leonardo da Vinci’, organizzato dalla Camera di Commercio e dell’Industria Italiana ad Istanbul, per premiare un’azienda italiana e una turca distintesi nel corso del 2022 per gli investimenti bilaterali diretti.

Ospite d’eccezione della serata è stato il Ministro dell’Industria e della Tecnologia Mehmet Fatih Kacir. Nel corso del suo intervento, l’Ambasciatore Marrapodi ha messo in risalto come, in un momento di grande complessità internazionale, “la Turchia rimane un partner commerciale strategico e amico dell’Italia, come dimostrato dagli intensi contatti ad ogni livello”.

Sono stati inoltre ricordati gli importanti traguardi di cooperazione economica raggiunti dai due Paesi, in particolare la cifra record di 25 miliardi di euro di interscambio nel 2022, indicando nella JETCO e nel connesso business forum previsti in Turchia nel 2024 due momenti chiave per il rafforzamento del partenariato economico. Da parte sua, il Ministro dell’Industria Kacir ha voluto rimarcare l’intenso rapporto bilaterale, auspicando un’ulteriore crescita degli investimenti. In particolare, il Ministro ha invitato a cogliere le opportunità di collaborazione offerte dal mercato turco, soprattutto nei settori chiave della transizione ecologica e digitale, sempre più centrali nelle strategie di sviluppo del Paese.

Come investitore turco in Italia è stata premiata Desa, società che opera nel settore dell’abbigliamento, in particolare nella pelletteria, con sede a Istanbul. L’azienda possiede in Italia un proprio showroom a Milano inaugurato nel 2013 e nel luglio 2022 ha investito in un nuovo stabilimento in Toscana. Come investitore italiano in Turchia il riconoscimento è andato al Gruppo Pietro Fiorentini S.p.A., attivo nel settore del gas naturale e dell’energia. La società, attraverso anche una strategia di fusioni e acquisizioni, ha consolidato la sua posizione nel mercato turco.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Giovedì 25 Gennaio 2024

L’export della Turchia raggiunge il miglior risultato di sempre

Il Presidente Erdogan, durante un intervento pubblico ad Ankara all'inizio di gennaio, ha anticipato i dati preliminari sul commercio estero.

"Le esportazioni hanno superato il record dell'era repubblicana, raggiungendo 255 miliardi 809 milioni di dollari nel 2023, con un aumento dello 0,6% rispetto all'anno precedente" ha dichiarato il Presidente. "Con questa cifra, abbiamo persino superato l'obiettivo di 255 miliardi di dollari stabilito nel Programma di Medio Termine. A dicembre 2023, le nostre esportazioni hanno raggiunto i 23 miliardi di dollari, con un aumento dello 0,44%. Il rapporto tra esportazioni e importazioni nel 2023 è salito di 0,8 punti percentuali al 70,7%."

Il Presidente Erdogan ha anche sottolineato un primo miglioramento con riferimento al deficit di conto corrente. Infatti, rispetto al 2023, questo è sceso del 3,2%, passando da 109 a 106 miliardi di dollari. Il merito di questo risultato è dell’espansione dell’export dei servizi, a cui si è accompagnata una riduzione del deficit della bilancia commerciale.

Questi dati, se confermati nei prossimi mesi, potrebbero essere considerati tra i primi risultati positivi raggiunti dal nuovo corso economico della Turchia. Proprio la riduzione dello strutturale deficit di conto corrente e il rilancio delle esportazioni sono due dei capisaldi della svolta economica "ortodossa" del nuovo Governo, attribuibile al Ministro dell'Economia e delle Finanze Mehmet Şimşek, al fine di rendere la crescita della Turchia più stabile e sostenibile.

Secondo tali dati preliminari, l'Italia e la Turchia hanno raggiunto un interscambio commerciale di oltre 27 miliardi di dollari nel 2023. L'Italia si conferma come il secondo partner commerciale a livello dell'UE e il primo nell'area del Mediterraneo della Turchia.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Giovedì 25 Gennaio 2024

I flussi di IDE: i dati YASED sui primi 9 mesi del 2023

Secondo i dati diffusi l’11 dicembre scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il dato degli IDE in Turchia da gennaio a ottobre 2023, è stato pari a USD 4,1 mld in capitale azionario, USD 3,1 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri e USD 900 mln tramite strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento di USD 300 mln. Il valore netto degli IDE è stato nei primi dieci mesi del 2023 pari a USD 7,8 mld in calo del 31% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2022.

Nel periodo in considerazione, con una quota pari al 69% del totale degli IDE, i Paesi UE complessivamente considerati si sono confermati i principali investitori in Turchia.

Per quanto riguarda i singoli Paesi, nel mese di ottobre, al primo posto troviamo la Francia (25%), seguita da Olanda (21%), EAU (16%), Germania (15) e Regno Unito (9%). Se invece vengono considerati i primi dieci mesi del 2023, al primo posto resta saldamente l’Olanda seguita da Germania, EAU e Russia.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Giovedì 25 Gennaio 2024

Il commercio estero della Turchia nell’ultimo report Turkstat e Ministero del Commercio

Secondo i dati diffusi il 29 dicembre scorso da Turkstat, in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di novembre le esportazioni e le importazioni turche sono ammontate rispettivamente a USD 22,99 mld (20,77 se si scorporano energia e oro) e USD 28,92 mld (21,65 se si scorporano energia e oro).

In rapporto allo stesso mese del 2022, si è registrato un aumento, per le prime, del 5,2% (1,6% se si scorporano energia e oro) mentre, per le seconde, si è registrato un decremento del 5,7% (+6,7% se invece si scorporano energia e oro).

Nei primi undici mesi del 2023, invece, le esportazioni sono equivalse a USD 232,81 mld (+0,7% rispetto al periodo intercorso tra gennaio e novembre del 2022), a fronte di importazioni per USD 332,74 mld (+0,5%). Tra gennaio e novembre dello scorso anno, è stato riportato un deficit complessivo di USD 99,93 mld, in leggero aumento dello 0,1% se comparato ai primi undici del 2022.

A livello geografico, lo scorso novembre, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati Germania (USD 1,75 mld), UAE (USD 1,36 mld), Iraq (USD 1,28 mld), Stati Uniti (USD 1,26 mld) e Italia (1,1 mld).

Nei primi undici mesi del 2023, invece, essi sono stati Germania (USD 19,4 mld), USA (USD 13,5 mld), Iraq (USD 11,5 mld), Italia (USD 11,4 mld), e Regno Unito (USD 11,3 mld).

Relativamente alle importazioni, a novembre 2023, i primi Paesi fornitori sono stati Cina (USD 3,5 mld), Russia (USD 3,4 mld), Germania (USD 2,4 mld), UAE (USD 1,5 mld), e Stati Uniti (USD 1,3 mld).

Nel periodo intercorso tra gennaio e novembre dell’anno passato, invece, essi sono stati Cina (USD 41,7mld), Russia (USD 41,4 mld), Germania (USD 26,2 mld), Svizzera (USD 18,8 mld) e Stati Uniti (USD 14,4 mld).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Mercoledì 24 Gennaio 2024

Australia: outlook economico 2023/2024

Paese giovane e dinamico, l’Australia – una delle maggiori economie dell’Asia-Pacifico –, presenta un quadro economico ricco di opportunità, segnato da una crescita costante che ha fatto dell’economia del Paese la dodicesima economia mondiale per Prodotto Interno Lordo e la nona per PIL pro capite a fronte di solo 26.574 milioni di abitanti con una crescita annua di 2,4%. Il Paese ha vissuto un’espansione costante di tre decenni, smorzata unicamente dalla recessione seguita alla pandemia di COVID-19. Fondamenta economiche solide e una gestione economica prudente sono indice di una crescita economica stabile, con una previsione di crescita dell’1,6% nel 2023. La stabilità di cui il sistema gode dal punto di vista giuridico, politico, finanziario e sociale, rappresenta un sicuro mercato di sbocco per le aziende propense all’espansione nel Paese e nell’intera zona. Esso gode di una valutazione del merito di credito pari ad AAA ed è proprio la sicurezza offerta da una salda e duratura condizione economica, abbinata ad un diritto commerciale chiaro e ad uno dei più alti livelli medi di benessere al mondo, ad attrarre continuamente nel Paese fondi di sviluppo ed investimento.

Il Paese è una economia altamente globalizzata di cui il commercio ne rappresenta circa il 45%; L'apertura al commercio e agli investimenti esteri è stata fondamentale per il suo successo a lungo termine.  Il mercato è incline ad attività di import/export di beni e servizi, tendenza che ne ha incrementato la produttività interna, stimolato la crescita e reso l'economia più flessibile. In particolare, si segnala l’interscambio commerciale con la Cina come uno dei motori dell’economia del Paese, soprattutto nel campo delle esportazioni di materie prime, prodotti agricoli e, più di recente, turismo e istruzione universitaria. Questo rapporto ha vacillato negli ultimi due anni, anche se le relazioni tra Australia e Cina sono migliorate sostanzialmente in seguito alla vittoria elettorale del governo laburista australiano a maggio 2022. In seguito a questo, sono stati conclusi nuovi accordi per l'importazione di carbone dopo che le autorità cinesi hanno segnalato l'allentamento di un divieto informale sui carichi australiani, imposto nel 2020 quando le relazioni si sono inasprite su questioni come le origini della pandemia di coronavirus. I recenti cambiamenti negli equilibri globali, inoltre, hanno aperto le porte per un dialogo di più ampio respiro anche con l’Unione Europea; la ripresa dei trattati del Free Trade Agreement tra Unione Europea ed Australia ne è stata una chiara dimostrazione.  Le negoziazioni per l’accordo di libero scambio in questione hanno subito una battuta d’arresto nell’estate 2023, ma rimane chiara l’ambizione dei due Paesi a collaborare per ridurre le barriere commerciali e cogliere nuove opportunità.

Il Paese inoltre svolge un ruolo attivo nel WTO, OMC, nell'APEC, nel G20 e in altri forum commerciali, oltre ad essere membro dell’OECD ed aver partecipato al recente COP27 per la lotta al cambiamento climatico. La sua posizione strategica, infine, affiancata a numerosi accordi consolidati in materia commerciale, fiscale e di immigrazione, ne fa un baluardo per i collegamenti diretti con i mercati in rapido sviluppo dell’Asia.

Le determinanti macroeconomiche del Paese sono un’ulteriore riprova della floridità di cui esso gode.  La forte crescita del 2021 ha consolidato la posizione dell'Australia come la dodicesima economia più grande al mondo nel 2021. Il PIL nominale era di circa 2,2 trilioni di dollari australiani nel 2021. L'Australia ospita solo lo 0,3% della popolazione mondiale, ma contribuisce per l'1,7% all'economia globale. Mentre molte delle principali economie sono a rischio di recessione nel 2023, il Fondo Monetario Internazionale prevede che l'economia australiana crescerà del 1,6% nel 2023. Ciò significa che l'Australia supererà nuovamente le altre economie avanzate, le quali si prevede che cresceranno in media solo dell'1,3%. L’Australia è un grande mercato consumatore e le famiglie australiane dispongono di un reddito disponibile elevato. Secondo l'Unità di Intelligence Economica (EIU), quasi 6 milioni di famiglie generano un reddito superiore a 75.000 dollari statunitensi all'anno. Ciò posiziona l'Australia al sesto posto nelle classifiche globali. L'EIU prevede una crescita continua, con 7,6 milioni di famiglie ad alto reddito entro il 2030.L'economia australiana ha mostrato resilienza di fronte a un'inflazione elevata, tassi di interesse più alti e un ambiente internazionale volatile, posizionandosi bene per crescere più di tutte le principali economie avanzate nel periodo previsto. La crescita economica è stata solida al 3,1 per cento nel 2022-23. La crescita salariale è aumentata al suo tasso annuale più veloce dal 2009 e, dopo due trimestri consecutivi di crescita reale positiva dei salari, ci si aspetta che la crescita reale annua dei salari torni all'inizio del 2024.

Le prospettive per l'economia globale rimangono incerte, e l'inflazione rappresenta ancora una sfida chiave in molte economie. L'invasione della Russia in Ucraina, il conflitto tra Hamas e Israele, il declino del settore immobiliare cinese e gli effetti ritardati di una marcata stretta monetaria costituiscono tutti rischi al ribasso per le prospettive di crescita globale. Si prevede che la crescita globale rallenterà dal 3,4 per cento nel 2022 al 3 per cento nel 2023 e nel 2024, poiché l'inflazione persistente e i tassi di interesse più elevati gravano sull'attività economica. Si prevede un modesto aumento al 3¼ per cento nel 2025.L'economia australiana ha rallentato nei modi attesi di fronte all'incertezza globale, ai tassi di interesse più alti e a un'inflazione elevata ma in diminuzione. Tuttavia, l'economia affronta queste sfide da una posizione di forza. Il mercato del lavoro rimane robusto, con oltre 600.000 persone occupate in più negli ultimi 18 mesi e la il tasso di occupazione si mantiene vicina ai livelli record, a un ritmo più veloce rispetto a tutte le principali economie avanzate. Il tasso di disoccupazione ha registrato la sua più lunga serie consecutiva al di sotto del 4 per cento il livello più basso da quasi cinquanta anni, e i salari stanno crescendo al ritmo più rapido da oltre un decennio. Si prevede che la crescita economica si modererà nel 2023-24 a causa delle pressioni inflazionistiche e dei tassi di interesse più alti che pesano sul consumo delle famiglie e sugli investimenti immobiliari. Il mantenimento del momentum degli investimenti pubblici e aziendali e il continuo recupero nei settori degli studenti internazionali e del turismo stanno contribuendo a compensare questa debolezza e a sostenere la crescita nel 2023-24. Questi sviluppi si riflettono in un modesto miglioramento della crescita del PIL rispetto al bilancio del 2023-24.Si prevede che la crescita economica riprenderà nel 2024-25 con la diminuzione dell'inflazione dopo il suo picco nel 2022 e il miglioramento dei redditi disponibili delle famiglie. Con l'inflazione che si attenua, si prevede che la crescita reale annua dei salari tornerà all'inizio del 2024. Ciò supporterà il consumo delle famiglie e guiderà il ritmo di crescita economica a una previsione del 2¼ per cento nel 2024-25.

L'inflazione è ancora elevata e al di sopra dell'obiettivo, ma è scesa in linea con le aspettative dopo il picco nel 2022. Si prevede che l'inflazione tornerà nell'intervallo target entro il 2024-25 e si prevede che sarà del 2¾ per cento nel trimestre di giugno 2025. Tuttavia, i prezzi globali più alti del petrolio sono stati trasmessi ai prezzi della benzina, aggiungendo ¼ di punto percentuale all'inflazione annua nel trimestre di settembre 2023. Le misure del governo per il costo della vita forniscono un sollievo mirato ai bilanci familiari e i dati dell'ABSmostrano che hanno ridotto l'inflazione generale di mezzo punto percentuale nell'anno fino al trimestre di settembre 2023. Si prevede che ridurranno direttamente l'inflazione annua generale di ¾ di punto percentuale nell'anno fino al trimestre di giugno 2024.La posizione fiscale si è rafforzata. Si prevede un deficit di 1,1 miliardi di dollari nel 2023-24 (pari allo 0,0 per cento del PIL), un miglioramento di 12,8 miliardi di dollari rispetto al bilancio del 2023-24. Nel quadriennio fino al 2026-27, il saldo di cassa sottostante è migliorato di un totale cumulativo di 39,5 miliardi di dollari. Il debito lordo come percentuale del PIL ora si prevede raggiungerà 1,1 punti percentuali in meno rispetto alla previsione al bilancio del 2023-24, al 35,4 per cento del PIL nel 2027-28.

Attualmente i settori chiave dell’output del paese sono settore minerario (14,3%), sanità ed educazione (12,8%), settore finanziario (7,4%), settore delle costruzioni (7.1%) settore manifatturiero (5,7%), con una contribuzione di ogni singolo Stato al PIL nazionale pari a NSW (30,3%), VIC (22,2%), QLD (19,7%), WA (17,4%), SA (5.5%), (TAS 1.6%). L’Australia, con una popolazione di 26 milioni di abitati, presenta uno dei più alti indici di sviluppo umano: nell’intervallo di valori che va tra un minimo di 0 e un massimo di 1, l’Australia si assesta a 0,951, posizionandosi quinta a livello globale (UN Human Development Report, settembre 2022), dato più alto rispetto alla media dei Paesi OECD. La popolazione urbana rappresenta l’85% della popolazione totale (2022) con un previsto tasso di urbanizzazione in crescita del 1.27% nel quinquennio 2020-25. I maggiori centri sono Sydney (4,627 milioni di abitanti), Melbourne (4,246 mln), Brisbane (2,189 mln), Perth (1.896 mln), Adelaide (1.225 mln) ed infine la capitale Canberra (367,752).

Il Paese presenta una ragione di scambio positiva, mantenuta in modo continuativo per quasi due decenni, contribuendo così ad un debito pubblico molto basso e un sistema finanziario forte e stabile. Con un aumento dell’export del 29.9% ed un aumento dell’import del 24.2% nel biennio 2021-22, i principali asset di esportazione sono le risorse naturali (61,5%), i servizi (17,6), i prodotti agricoli (11,1%) e i prodotti del settore manifatturiero (7,4%). In particolare, le abbondanti risorse naturali sono un asset strategico che attrae constanti livelli di investimenti esteri. Tale economia propensa all’export, principalmente di prodotti non lavorati, è bilanciata invece da un import riguardante prodotti finiti. Implicazione di questa dipendenza del Paese dalle attività di scambio è una certa vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi sul mercato, all'inflazione dei Paesi fornitori e alle variazioni di crescita economica dei paesi cui sono destinate le materie prime. Di conseguenza, la Banca centrale australiana gestisce con molta attenzione i tassi di interesse per garantire stabilità alla crescita, aiutata dal basso numero di istituzioni finanziarie di respiro nazionale. Di pari passo con la politica monetaria, l’Australia ha un sistema di gestione microeconomica che protegge le imprese dalla concorrenza internazionale e che assicura notevoli flussi di risparmio interno.

Le principali nazioni destinatarie delle esportazioni sono Cina (36%), Giappone (12,2%), Corea (7,1%), USA (6,2%), India (4,7%) ed infine Europa (3,7%). È in questo quadro di apertura a mercati esteri, che si inseriscono una serie di accordi commerciali con le economie dell’area e non solo. L’accordo commerciale di libero scambio con la Cina è entrato in vigore nel 2015, aggiungendosi agli accordi di libero scambio esistenti con la Repubblica di Corea, Giappone e Nuova Zelanda. Inoltre, nel 2018, Australia ed Unione Europea hanno avviato i negoziati per un accordo di libero scambio a beneficio dei rapporti tra le due parti; Le negoziazioni hanno subito nell’estate del 2023 una battuta d'arresto ma rimane forte l'ambizione dei due Paesi di collaborare. L'Unione Europea, infatti, si presenta come un mercato che conta quasi 450 milioni di persone e con un PIL di circa 23.000 miliardi di dollari. L’UE è stata il terzo partner commerciale australiano di beni e servizi nel 2021, nonché la sesta destinazione di esportazione nel 2021, il quarto mercato di esportazione di servizi nel 2021 e la seconda fonte di investimenti esteri in termini di stock totali nel 2021. A fronte di ciò, il governo australiano incentiva fortemente le attività e gli investimenti internazionali: la sua politica di investimento estero, infatti, riconosce il valore del capitale internazionale e il suo contribuito allo sviluppo economico australiano.

A fine 2021 gli Stati Uniti rappresentavano il 25,5% dell’investimento estero totale, seguiti dal Regno Unito con il 17,4% e dal Belgio con il 9,5%. Nella regione dell’Asia-Pacifico, il Giappone rimane un investitore fondamentale per l’Australia, mentre si è assistito ad una forte crescita per Hong Kong e la Cina. In questo quadro si inserisce anche l’istituzione dell’ente statale Investment NSW che ha di recente aperto uffici in Francia e Germania, con il forte interesse ad aprirne uno in Italia.

La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rimane una priorità del Governo australiano che ha preso l’impegno di ad azzerare le emissioni entro il 2050 ed ha recentemente innalzato l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 a un taglio del 43% rispetto ai livelli del 2005. Tra le misure per ridurre la dipendenza del Paese dai combustibili fossili, importanti sono gli investimenti nelle energie rinnovabili.

In conclusione, il Paese Australia si presenta come fonte di risorse e molteplici opportunità per attività economiche di diverso stampo. La florida economia, la cui crescita non è stata fermata dall’impatto recessivo della pandemia, costituisce un buon punto di riferimento per flussi commerciali provenienti da tutto il mondo. Attività di business appartenenti a diversi settori possono qui trovare un fertile terreno di crescita e sviluppo, alimentati dal continuo interscambio internazionale.

Fonte: http://tinyurl.com/387tuauh  

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia)

Ultima modifica: Mercoledì 24 Gennaio 2024
Mercoledì 24 Gennaio 2024

Iniziative di attrazione degli investimenti stranieri in Australia

Il Governo australiano, nel 2023 ha annunciato iniziative tramite cui desidera attirare gli investimenti esteri per raggiungere l’obiettivo finale di costruire un'economia "più resiliente, più inclusiva e più moderna".

Il focus su temi come il cambiamento climatico, il rafforzamento dei legami con partner strategici, la diversificazione del commercio e degli investimenti continua ad essere una prerogativa.

Il Governo ha reso disponibili notevoli fondi per diversi settori, tra i principali:

  • $500 milioni al settore agricolo attraverso il National Reconstruction Fund
  • $111,3 milioni attraverso sovvenzioni mirate per stimolare la manifattura regionale. Ciò includerà finanziamenti per espandere la capacità di produzione alimentare in tutta l'Australia
  • $2,4 miliardi per migliorare la rete NBN
  • $1,1 miliardi per aumentare la connettività nelle aree rurali e regionali.

Sono stati allocate anche:

  • $10 milioni per Potenziare il Leadership Scientifico e di Ricerca dell'Australia nel Pacifico asiatico. I fondi, distribuiti su 5 anni, supporteranno l'Accademia Australiana delle Scienze nell'ospitare l'ufficio regionale Asia-Pacifico del Consiglio Internazionale della Scienza
  • $1,6 milioni per collaborare con i settori ittico e dell'ospitalità per sviluppare l'etichettatura obbligatoria del paese d'origine per i prodotti ittici. Questo aiuterà i consumatori a sapere se il pesce che ordinano è australiano, riducendo al minimo i costi e gli oneri di conformità per le imprese.

Entrando nello specifico:

Il settore agricolo occupa una posizione significativa nell'economia australiana, con un solido track record nelle esportazioni e nell'attrazione di investimenti internazionali. Le principali iniziative nel settore agricolo includono:

  • $61,6 milioni per potenziare il sistema di biosecurity dell'Australia
  • $46,7 milioni di finanziamenti aggiuntivi per le iniziative di tracciabilità
  • $204,8 milioni per il settore forestale
  • $20,8 milioni per prepararsi alla prossima siccità
  • $12,3 milioni per supportare eventi commerciali regionali
  • $8,1 milioni per sviluppare la coltivazione di alghe in Australia
  • $20,3 milioni per sostenere la coltivazione del carbonio
  • $302 milioni per investire nell'agricoltura sostenibile attraverso il Natural Heritage Trust.

Le principali iniziative di produzione alimentare includono:

  • $17,2 milioni per istituire un pilota Food Manufacturing Innovation Hub sulla Central Coast del Nuovo Galles del Sud
  • $12,6 milioni per supportare il progetto Springfield BioPark di Cytiva a Ipswich, Queensland
  • $11,1 milioni per sostenere gli aggiornamenti alla struttura avicola Sorell di Ingham in Tasmania
  • $10,1 milioni per sostenere il Factory of the Future dell'Università di Flinders in Australia Meridionale
  • $6,1 milioni per aggiornare il Waverley Wool Mill a Launceston, Tasmania
  • $2,1 milioni per sostenere l'espansione del centro di distribuzione di bacche del Costa Group a East Devonport, Tasmania.

Il Governo sta lavorando per istituire il National Reconstruction Fund (NRF) da $15 miliardi. Il NRF diversificherà e trasformerà l'industria e l'economia australiane attraverso investimenti mirati nelle seguenti aree prioritarie:

  • rinnovabili e tecnologie a basse emissioni
  • scienza medica
  • trasporti
  • valore aggiunto nei settori agricolo, forestale e ittico
  • valore aggiunto nelle risorse
  • capacità di difesa
  • capacità abilitanti.

Miglioramento della connettività nelle aree rurali dell'Australia Il Bilancio fornirà a NBN Co un'iniezione di capitale di $2,4 miliardi in 4 anni. I fondi saranno utilizzati per espandere la fibra e consentire a quasi 10 milioni di abitazioni e imprese di accedere a velocità fino a 1 Gigabit al secondo entro la fine del 2025. Questo investimento estenderà l'accesso alla fibra ottica a ulteriori 1,5 milioni di locali, compresi oltre 660.000 locali nelle aree rurali dell'Australia.

Il Piano Migliore Connessione per l'Australia Rurale e Regionale vedrà oltre $1,1 miliardi consegnati a comunità rurali e regionali, inclusi:

  • $400 milioni per espandere la copertura mobile regionale e migliorare la resilienza dei sistemi di comunicazione
  • $200 milioni per 2 ulteriori round del Programma di Connettività Regionale, per migliorare la connettività nelle comunità regionali, rurali e delle Prime Nazioni
  • $30 milioni in 3 anni attraverso il Programma di Connessione in Fattoria. Il programma estenderà la connettività per agricoltori e le loro attrezzature, e svilupperà l'agroindustria dell'Australia
  • $20 milioni per un audit nazionale indipendente della copertura mobile. Questo stabilirà una base di prove per guidare e indirizzare meglio le future priorità
  • ulteriori $6 milioni in 3 anni per estendere il Regional Tech Hub. Questo supporterà una maggiore consapevolezza del consumatore, alfabetizzazione della connettività e risoluzione dei problemi.

Il Governo manterrà un ulteriore $2 miliardi per il Northern Australia Infrastructure Facility per sostenere le sue agende regionali e del Nord dell'Australia. Sosterrà anche obiettivi più ampi, tra cui:

  • raggiungere ambizioni climatiche
  • investire in manifattura e rinnovabili per creare più posti di lavoro locali
  • ottenere risultati migliori per le popolazioni delle Prime Nazioni.

Le principali iniziative per il cambiamento climatico includono:

  • $15,9 milioni per coinvolgere le popolazioni delle Prime Nazioni sul cambiamento climatico, incluso l'istituzione del Torres Strait Climate Centre of Excellence
  • $47,1 milioni per ripristinare l'Autorità sul Cambiamento Climatico e adempiere alle sue nuove funzioni stabilite dalla Climate Change Act 2022, migliorando la trasparenza dell'azione climatica in Australia
  • $141,1 milioni per riallineare gli investimenti nelle tecnologie di cattura del carbonio verso settori industriali difficili da abbattere (come la produzione di cemento) e accelerare le tecnologie di rimozione della CO2 e le tecnologie di emissioni negative.

Le principali iniziative per l'ambiente e l'acqua includono:

  • una cifra record di $1,2 miliardi per proteggere e ripristinare la Grande Barriera Corallina
  • $90,0 milioni per impiegare e formare fino a 1.000 ranger di Landcare per contribuire a conservare e ripristinare l'ambiente
  • $66,5 milioni per sostenere 10 nuove Aree Protette Indigenous, nell'ambito dell'impegno del Governo a proteggere e conservare il 30% della terra e dell'oceano dell'Australia entro il 2030
  • $14,7 milioni per proteggere siti culturali e del patrimonio delle Prime Nazioni
  • $10,8 milioni per migliorare la gestione dei fiumi urbani e il programma Urban Rivers and Catchment.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia)

Ultima modifica: Mercoledì 24 Gennaio 2024