Domenica 26 Ottobre 2025
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Nel 2025, il mercato dei beni di lusso italiani in Queensland continua a registrare una solida crescita. Le importazioni italiane di beni di lusso in Australia hanno raggiunto un valore di circa 7 miliardi di dollari australiani, con il Queensland che gioca un ruolo cruciale in questa espansione. Questo incremento riflette una crescente domanda di prodotti italiani di alta qualità, eleganza e artigianalità, apprezzati dai consumatori australiani, in particolare quelli del Queensland. I beni di lusso italiani comprendono una vasta gamma di articoli, tra cui automobili, abbigliamento, accessori, pelletteria e gioielli, tutte categorie che hanno visto un incremento nelle importazioni.
Nel settore automobilistico, la domanda di veicoli di lusso italiani è aumentata, con una crescita del 9% nel 2025 rispetto all’anno precedente. Le importazioni di veicoli italiani di fascia alta rappresentano ora circa il 7% delle importazioni totali di veicoli di lusso in Australia, un dato che riflette l'interesse crescente per auto di alta qualità, sostenuto dalla crescita della classe media e dei consumatori ad alta capacità di spesa.
Anche nel settore della moda, le importazioni di abbigliamento e accessori italiani hanno registrato un aumento considerevole. I consumatori del Queensland continuano ad essere attratti dall’eleganza, dalla qualità dei materiali e dall’artigianalità dei prodotti italiani, che sono percepiti come simboli di status e classe. Le importazioni di pelletteria, come borse e portafogli, sono cresciute significativamente, con un incremento del 15%, a dimostrazione dell’interesse dei consumatori per prodotti in pelle di alta qualità.
Il settore della gioielleria ha anche visto una crescita, con un incremento del 14% nelle importazioni di gioielli italiani. La gioielleria di lusso italiana è apprezzata per il suo design sofisticato e l’uso di materiali pregiati, ed è particolarmente ricercata dai consumatori del Queensland, con una domanda in costante aumento. La gioielleria rappresenta ora circa il 4% delle importazioni totali di beni di lusso in Australia, un settore che continua a vedere un forte interesse.
Le importazioni di beni di lusso italiani sono sostenute da accordi commerciali tra l'Australia e l'Unione Europea, che hanno ridotto i dazi doganali e facilitato lo scambio commerciale. L'accordo di libero scambio ha contribuito a rendere i prodotti italiani più competitivi sul mercato australiano, permettendo una maggiore accessibilità dei beni di lusso.
Le previsioni per il futuro sono ottimistiche, con il mercato dei beni di lusso italiani in Australia destinato a crescere ulteriormente. Si stima che le importazioni di prodotti di lusso italiani potrebbero aumentare del 10-12% nei prossimi cinque anni, con il Queensland che continuerà a essere un mercato chiave per questi beni. La crescente ricchezza personale e la domanda di beni di lusso esclusivi contribuiranno a un ulteriore sviluppo del settore.
In sintesi, con il suo mercato sofisticato e in espansione, il Queensland rimane un hub importante per l'importazione di beni di lusso italiani, con una solida proiezione di crescita nei prossimi anni.
Fonti:
I prodotti farmaceutici sono una significativa importazione dall'Italia in Australia, a causa della loro alta domanda derivante dalla crescente popolazione del Queensland, dall'alto numero di casi di malattie croniche e dall'aumento della consapevolezza sanitaria. I prodotti farmaceutici rappresentano circa il 4,5% delle importazioni australiane. Considerando la pandemia di COVID-19, c'è stata un'impennata nell'importazione del vaccino contro il COVID-19. I vaccini per il COVID-19 hanno provocato un aumento del 745% in valore nelle importazioni di vaccini per la medicina umana dal 2019-2020 al 2021-2022.
Le tendenze del mercato farmaceutico australiano osservate a partire dal 2024 evidenziano anche che le malattie croniche sono una delle principali cause di malattia e mortalità. Il cancro continua ad essere la causa più comune di mortalità precoce tra le malattie croniche, rappresentando un terzo (33%) del carico complessivo. Il cancro della pelle, in particolare, è il tipo di cancro più comune diagnosticato in Australia.
La domanda di prodotti farmaceutici, come antidolorifici, farmaci antinfiammatori e terapie per la salute mentale, è alimentata dall'aumento della prevalenza di questi disturbi. Inoltre, ciò ha portato a una maggiore attenzione alla salute preventiva, in particolare con le vaccinazioni e gli strumenti di rilevamento precoce / diagnostici. Ad esempio, secondo i dati del Registro australiano delle immunizzazioni, circa 8,7 milioni di persone sono state vaccinate contro l'influenza tra marzo e luglio del 2023.
Nelle aree urbane e remote del Queensland, c'è stato un crescente interesse per l'innovazione sanitaria e la salute digitale, come la telemedicina e la prescrizione elettronica, aumentando l'accesso ai prodotti farmaceutici (che sta diventando particolarmente importante nelle sue aree remote).
Importare dall'Italia offre alle imprese del Queensland l'accesso a una gamma più diversificata di prodotti farmaceutici, il che può essere vantaggioso per i fornitori di assistenza sanitaria, le farmacie e i consumatori, specialmente se necessitano di farmaci o formulazioni che non sono facilmente disponibili a livello locale. Il commercio di prodotti farmaceutici dall'Italia e da altri paesi può fornire accesso a trattamenti innovativi che potrebbero non essere ancora disponibili in Australia. Questi potrebbero includere terapie avanzate, nuove formulazioni di farmaci o generici più economici.
Considerando i settori sanitari pubblico e privato, entrambi dipendono da una fornitura stabile e diversificata di prodotti farmaceutici. Importare prodotti dall'Italia può migliorare la disponibilità dei medicinali necessari in ospedali, cliniche e farmacie, assicurando che i residenti del Queensland ricevano trattamenti efficaci e tempestivi.
Importare prodotti farmaceutici può aiutare a ridurre i costi dei farmaci nel Queensland introducendo la concorrenza nel mercato. I consumatori australiani possono beneficiare di una gamma più ampia di scelte, il che può portare a una riduzione dei prezzi e a un miglioramento dell'accessibilità.
Essendo parte dell'Unione Europea, l'Italia beneficia di accordi commerciali con l'Australia, il che rende le importazioni più semplici e convenienti, con tariffe ridotte su molti prodotti farmaceutici.
Fonti
Aims International: https://www.aimsinternational.com/es/news/inside-the-success-story-of-italian-pharmaceutical-companies-what-sets-them-apart
Cancer Council: https://cancerqld.org.au/get-support/cancer-information/types-of-cancer/skin-cancer/
Ice Cargo: https://icecargo.com.au/top-10-imports-exports/
Imarc:https://www.imarcgroup.com/australia-pharmaceutical-market#:~:text=4.,va....
Il settore del vino rappresenta una delle voci più significative nel commercio bilaterale tra Italia e Australia. La viticoltura italiana, con la sua tradizione millenaria, è apprezzata a livello mondiale, e il mercato australiano, in particolare quello del Queensland, è sempre più attratto dalla qualità e dall'eccellenza dei vini italiani. Gli accordi commerciali tra Italia e Australia hanno svolto un ruolo cruciale nel facilitare questo scambio, contribuendo a rafforzare il flusso di vini di alta qualità tra i due Paesi.
Nel 2024, l'industria vinicola italiana ha registrato un incremento delle esportazioni verso l'Australia, con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente. Secondo le statistiche dell'Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il valore delle esportazioni di vino italiano in Australia ha raggiunto i 320 milioni di euro, un dato che conferma l'apprezzamento crescente dei consumatori australiani per i vini provenienti dalle diverse regioni italiane.
Gli accordi commerciali tra l'Australia e l'Unione Europea, in particolare l'Accordo di Libero Scambio (FTA) entrato in vigore nel 2020, hanno contribuito a facilitare le esportazioni. Grazie a questo accordo, le tariffe doganali sui prodotti vitivinicoli sono state progressivamente ridotte, creando un ambiente favorevole per le imprese vinicole italiane che desiderano accedere al mercato australiano. Questo ha portato a una crescita delle importazioni di vino italiano in Australia, con un aumento del 7% nel solo anno 2024, come riportato da Trade and Investment Queensland.
Nel Queensland, il mercato del vino italiano sta vivendo un momento particolarmente positivo. La crescente domanda di vini italiani è alimentata da una classe media in espansione, sempre più attratta da prodotti di alta qualità, e dalla cultura enogastronomica che ha guadagnato spazio tra i consumatori. Brisbane, la capitale del Queensland, è uno dei principali centri di consumo di vino nel Paese, e le importazioni di vino italiano in quest'area sono aumentate significativamente. L'appeal del vino italiano è fortemente legato alla qualità, alla tradizione e alla varietà dei prodotti, che rappresentano una proposta altamente apprezzata dai consumatori locali.
L'importanza del settore vitivinicolo per il Queensland è testimoniata dal crescente numero di eventi e fiere che promuovono i vini italiani, come il Queensland Wine Week e altre manifestazioni regionali che mettono in risalto l'eccellenza del vino.
Le previsioni per il settore vinicolo italiano in Australia, e in particolare nel Queensland, sono molto promettenti. Si prevede che l'interesse per i vini italiani continui a crescere, grazie anche a fattori culturali come il miglioramento delle abitudini di consumo e l'aumento dell'interesse per la cultura gastronomica italiana. Le esportazioni di vino sono destinate a mantenere un trend positivo, sostenute dalla solida reputazione dei vini italiani e dall'efficacia degli accordi commerciali che favoriscono un accesso sempre più vantaggioso al mercato australiano.
Fonti:
La splendida costa del Queensland e gli ambienti marini di livello mondiale sono l’invidia del mondo intero e rappresentano alcune delle principali attrazioni turistiche dello Stato. Questi vantaggi, insieme a una forza lavoro qualificata e a un’infrastruttura marina eccellente, rendono il Queensland una destinazione privilegiata per l’attività dei superyacht.
Il Department of State Development, Infrastructure and Planning, le Infrastrutture e la Pianificazione del Queensland mira a far crescere la quota del Queensland nel settore australiano dei superyacht fino al 90% entro il 2028.
Brisbane si sta rapidamente affermando come una destinazione di primo piano nel mercato dei superyacht di lusso, trainata in parte dall’espansione in corso della Rivergate Marina. L’aumento della domanda di superyacht da parte degli australiani ad alto patrimonio netto ha avuto inizio durante le Olimpiadi di Sydney del 2000, influenzato dalla presenza di imbarcazioni internazionali. Una tendenza simile è riemersa durante la pandemia di COVID-19 nel 2019, quando gli australiani più facoltosi cercavano rifugi sicuri e privati. Con le Olimpiadi di Brisbane del 2032 all’orizzonte, si prevede un ulteriore aumento della domanda, favorito anche dalla crescente popolarità dell’economia dei lavoretti (gig economy) e delle piattaforme di affitto a breve termine come Airbnb. Di conseguenza, le case di lusso e le proprietà sul lungomare di Brisbane attireranno un forte interesse da parte dei visitatori internazionali alla ricerca di alloggi esclusivi e temporanei.
Nuove leggi, l’espansione dei cantieri e delle marine, e investimenti per milioni di dollari stanno contribuendo alla rapida crescita del settore dei superyacht in Australia.
L’introduzione del Special Recreational Vessels Act 2019, che consente ai superyacht stranieri di operare nel mercato del noleggio australiano senza restrizioni all’importazione, ha ulteriormente incentivato l’espansione del settore. Le nuove normative prevedono l’applicazione di una tassa del 10% sui beni e servizi (GST) sui canoni di noleggio raccolti, esentando al contempo le imbarcazioni dai dazi doganali di importazione.
Ci sono cinque aree d’azione prioritarie, delineate nella roadmap e piano d’azione per i superyacht del Governo del Queensland:
Oltre alle imbarcazioni in sé, le opportunità offerte dal design d’interni italiano saranno altamente richieste. Con il numero crescente di superyacht in visita o in fase di manutenzione a Brisbane, vi è una domanda sempre maggiore per collaborazioni locali nel design d’interni e per l’importazione di arredi e soluzioni di lusso. I designer e le case di design italiane hanno l’opportunità di:
Fonti
https://www.statedevelopment.qld.gov.au/industry/critical-industry-support/qld-superyacht-strategy
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)
Il settore delle energie rinnovabili in Australia continua a mostrare segnali di crescita sostenuta, con previsioni particolarmente positive per il biennio 2025–2026. Dopo un 2024 da record, con circa 7,5 GW di nuova capacità rinnovabile installata, il paese si prepara ad accelerare ulteriormente la propria transizione energetica. Secondo l’Australian Energy Market Operator (AEMO), entro il 2026 si prevede che oltre il 55% della produzione elettrica nazionale provenga da fonti rinnovabili, con un’espansione continua di impianti solari su tetto, parchi eolici su larga scala e sistemi di accumulo energetico. L’AEMO indica che questa traiettoria potrebbe condurre a una penetrazione delle rinnovabili nel mix energetico superiore al 90% entro il 2040, nel contesto di un percorso di decarbonizzazione accelerata.
Questa crescita è sostenuta da una forte volontà politica, sia a livello federale che statale, oltre che da un aumento degli investimenti pubblici e privati. L’Australian Renewable Energy Agency (ARENA) ha recentemente stanziato oltre 46 milioni di dollari australiani per progetti di batterie comunitarie, una tecnologia chiave per affrontare l’intermittenza della produzione rinnovabile e rafforzare la resilienza delle reti locali. In parallelo, il governo del Queensland ha annunciato un piano di investimento da 26 miliardi di dollari australiani fino al 2035 per infrastrutture energetiche sostenibili, dei quali 8,6 miliardi saranno allocati già nel 2025. Tali investimenti puntano anche alla creazione di circa 145.000 posti di lavoro nel settore entro il 2050, con un impatto rilevante in città come Brisbane, che si sta affermando come hub regionale per l’energia pulita.
Brisbane, infatti, si distingue come una delle aree più attive nell’attuazione della transizione energetica. Nella regione del South East Queensland sono in fase di implementazione numerosi progetti strategici, tra cui iniziative per l’idrogeno verde e l’espansione delle batterie su scala comunitaria e commerciale. L’Università del Queensland, con sede a Brisbane, è stata riconosciuta a livello nazionale per il suo impianto pilota di idrogeno verde, mentre altre istituzioni locali stanno sperimentando soluzioni avanzate per il bilanciamento della rete e la gestione intelligente dei consumi. Questa concentrazione di innovazione e investimenti fa di Brisbane una destinazione altamente attraente per imprese internazionali interessate al settore energetico, in particolare per aziende italiane specializzate in tecnologie rinnovabili, componentistica per impianti, sistemi di stoccaggio e idrogeno.
Secondo la World Bank, l’Australia figura tra i paesi con il più alto tasso di crescita nel consumo di energia da fonti rinnovabili, avendo superato il 30% della produzione elettrica da rinnovabili già nel 2023. La banca ha inoltre fissato tra i suoi obiettivi climatici per il 2025 il sostegno all’aggiunta di almeno 36 GW di nuova capacità rinnovabile a livello globale, indicando esplicitamente l’Australia come uno dei mercati prioritari per le politiche di decarbonizzazione avanzata e lo sviluppo tecnologico. Questo riconoscimento rafforza la posizione del paese come piattaforma per la cooperazione internazionale nel settore delle energie pulite.
Per le imprese italiane, Brisbane e il mercato energetico australiano rappresentano una concreta opportunità strategica. L’ambiente normativo è favorevole agli investimenti, le istituzioni locali promuovono attivamente la sostenibilità e sono già attive agenzie come Trade & Investment Queensland e Austrade, che supportano l’ingresso di operatori esteri nei settori ad alto potenziale. Le sinergie tecnologiche, la domanda in forte espansione e i programmi di finanziamento pubblico offrono uno scenario vantaggioso per chi intende contribuire alla transizione energetica australiana portando competenze, innovazione e capacità industriale.
Fonti:
Il Governo del Queensland punta a diventare un competitore globale nel settore delle attrezzature, tecnologie e servizi per l’industria mineraria (METS) entro il 2027. Il settore nel Queensland è attivamente alla ricerca di collaborazioni innovative da portare sul mercato.
Si prevede che il contributo economico del settore crescerà notevolmente man mano che il mondo si avvicina all’obiettivo delle emissioni nette zero entro il 2050. Il Governo è particolarmente interessato a sostenere progetti che favoriscano la transizione globale verso l’energia verde.
Il settore METS del Queensland contribuisce con oltre 3,07 miliardi di dollari all’economia dello stato, inclusi 442,5 milioni di dollari in esportazioni. Attualmente sostiene circa 26.700 posti di lavoro locali, mentre i suoi prodotti e servizi abilitano molti altri impieghi nei settori delle risorse e dell’energia.
Il Queensland possiede ricchi giacimenti di minerali critici, come vanadio e cobalto, oltre a risorse di carbone metallurgico di alta qualità, molto richieste a livello globale. Queste risorse aiuteranno i partner commerciali del Queensland a raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni.
Le grandi aziende minerarie internazionali operanti nel Queensland sono supportate da numerose piccole e medie imprese locali. Queste collaborazioni offrono alle aziende METS del territorio l’opportunità di sviluppare e testare i propri prodotti e servizi direttamente sul mercato locale, con la prospettiva di inserirli successivamente nelle catene di fornitura globali. Le sfide attuali che il settore è chiamato ad affrontare includono:
Il Queensland METS Collaborative Project Fund ha sostenuto aziende del settore METS, enti industriali, esperti del settore, ricercatori e agenzie governative per favorire l’innovazione e la collaborazione, sviluppando progetti volti a risolvere le sfide ambientali e di sicurezza che interessano il settore delle risorse.
Fonti
https://www.statedevelopment.qld.gov.au/industry/critical-industry-support/mets
L’Australia ha aumentato la sua attenzione al recupero delle risorse, soprattutto dopo la politica cinese del National Sword del 2018, che ha limitato le importazioni di materiali riciclabili contaminati e ha costretto l’Australia a potenziare la lavorazione domestica.
Le principali iniziative e politiche includono:
Il Dipartimento per lo Sviluppo dello Stato, le Infrastrutture e la Pianificazione del Queensland (DSDIP) ha come visione quella di sviluppare industrie sostenibili per il recupero delle risorse che forniscano benefici economici e ambientali misurabili entro il 2029.
Il Piano d’Azione e Tabella di Marcia per il Recupero delle Risorse a 10 Anni, sviluppato dal DSDIP, delinea strategie per affrontare le sfide attuali e offrire soluzioni a lungo termine nel settore dei rifiuti del Queensland. La Strategia 4 del piano rappresenta un’opportunità preziosa per le imprese internazionali, concentrandosi sull’avanzamento delle tecnologie innovative attraverso partnership di investimento, programmi di finanziamento e iniziative collaborative di costruzione di relazioni. La roadmap incoraggia attivamente l’adozione di tecnologie e processi internazionali all’avanguardia, in linea con elevati standard ambientali e comunitari, promuovendo al contempo i risultati chiave nel settore del recupero delle risorse.
L’ingegneria e le tecnologie innovative rappresentano un’area chiave di interesse negli sforzi dell’Australia per migliorare la propria strategia di recupero delle risorse, in particolare per aumentare la deviazione dei rifiuti dalle discariche. Ciò rappresenta una significativa opportunità per le imprese internazionali di contribuire con la propria esperienza e soluzioni al raggiungimento degli obiettivi nazionali
Per facilitare l’ingresso nel mercato australiano, specialmente in settori come il recupero delle risorse, le PMI internazionali possono accedere a diverse forme di assistenza e supporto governativo:
Questi percorsi, combinati con un forte supporto politico alla crescita dell’economia circolare, rendono l’Australia una destinazione attraente per le PMI internazionali che desiderano espandere le proprie attività in questo settore.
Fonti
https://www.qld.gov.au/environment/circular-economy-waste-reduction/data-reports/recycling-waste
https://www.statedevelopment.qld.gov.au/industry/critical-industry-support/resource-recovery
L'export delle macchine di meccanica di precisione dall'Italia all'Australia rappresenta un settore strategico e in costante evoluzione, testimoniando l’eccellenza tecnologica e la qualità che l'industria italiana è in grado di offrire ai mercati internazionali. L’Italia è riconosciuta in tutto il mondo per la sua competenza nella produzione di macchinari industriali avanzati, tra cui quelli destinati alla lavorazione dei metalli, all’automazione industriale e a settori ad alta specializzazione come quello aerospaziale e medicale.
Nel 2023, l'export di macchinari dall'Italia all'Australia ha continuato a crescere, con un valore di circa 6,19 miliardi di dollari. Questo valore include una vasta gamma di prodotti, tra cui macchinari industriali, che rappresentano una parte significativa delle esportazioni italiane verso l'Australia. Le esportazioni di macchinari italiani sono cresciute di 2,88% rispetto al 2018, segnando un consolidamento delle opportunità di mercato.
Nel dettaglio, macchinari per la lavorazione dei metalli, inclusi torni, fresatrici e macchine utensili, sono tra i prodotti più richiesti dalle aziende australiane. Queste macchine sono utilizzate nelle fabbriche australiane per migliorare la produzione di componenti industriali e metalli, con una domanda crescente anche nell'industria automobilistica e aerospaziale.
Con l’Australia sempre più focalizzata su politiche ambientali e sull’efficienza energetica, le soluzioni italiane per l’automazione sostenibile e l’efficienza energetica nelle macchine di precisione potrebbero diventare un punto di forza nelle esportazioni italiane. Le tecnologie che permettono di ridurre i consumi energetici o migliorare i processi produttivi in modo ecologico stanno guadagnando importanza nel mercato australiano.
Le Olimpiadi del 2032 in Australia offrono significative opportunità per le imprese italiane, soprattutto nei settori della meccanica di precisione e delle tecnologie avanzate. L’evento stimolerà un massiccio investimento in infrastrutture, con la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e infrastrutture di trasporto, creando una forte domanda di macchinari per la costruzione e tecnologie di precisione italiane. Le soluzioni italiane per la lavorazione dei metalli e l’automazione industriale saranno particolarmente richieste per garantire la qualità e l’efficienza nella realizzazione di queste strutture
Fonti
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)
Il mercato edilizio di Brisbane, capitale del Queensland, ha registrato una crescita significativa nel 2025, grazie a una combinazione di fattori chiave. La pipeline edilizia del Queensland, che nel 2024-2025 era di circa 53 miliardi di dollari, è destinata a crescere fino a un picco di 77 miliardi di dollari entro il 2026-2027, alimentata da investimenti infrastrutturali record e dalla crescente domanda abitativa, legata all’espansione della popolazione e agli eventi preparatori per i Giochi Olimpici del 2032. La Banca Mondiale riporta che il valore aggiunto del settore delle costruzioni in Australia ha superato i 90 miliardi di dollari australiani nel 2024, consolidando ulteriormente il settore come un pilastro fondamentale dell’economia nazionale. Tuttavia, il mercato affronta delle sfide, in particolare la carenza di manodopera qualificata, che si sta facendo sempre più evidente. Nonostante un aumento della forza lavoro del 18% negli ultimi cinque anni, la domanda di artigiani, muratori, carpentieri e tecnici continua a superare l’offerta. Inoltre, i costi dei materiali da costruzione, come acciaio e cemento, sono aumentati notevolmente, causando un incremento generale dei costi di costruzione e mettendo sotto pressione i margini di profitto dei costruttori. Sebbene queste difficoltà possano rallentare alcuni progetti, le prospettive per il mercato delle costruzioni di Brisbane restano positive. La continua crescita della popolazione e il forte supporto governativo sono fattori che continueranno a sostenere la domanda di nuove abitazioni e progetti commerciali. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare l’andamento dei costi e la disponibilità di manodopera qualificata per assicurare che la città possa affrontare la crescente domanda e soddisfare gli obiettivi di sviluppo. Nonostante le difficoltà, Brisbane si conferma come una delle città australiane più promettenti per il settore edilizio, con opportunità per le imprese italiane di entrare in un mercato in espansione e di contribuire alla crescita di una delle economie più dinamiche al mondo. Investire a Brisbane significa entrare in un mercato solido, favorevole all’impresa, dove l’innovazione e la domanda di soluzioni tecnologiche avanzate sono sempre più centrali per il successo dei progetti. Le imprese italiane nel settore delle costruzioni, dell’ingegneria e dei materiali da costruzione hanno dunque un'opportunità concreta per capitalizzare su questa crescita continua e sfruttare il forte ambiente economico del Queensland.
Fonti:
Il Queensland sta vivendo una profonda trasformazione infrastrutturale e urbana, spinta da una rapida crescita della popolazione (soprattutto nel Sud-Est del Queensland), dall’arrivo dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Brisbane 2032 e da un’evoluzione verso città sostenibili, vivibili e tecnologicamente avanzate.
Questo sta generando una crescente domanda di design innovativo, tecnologie verdi, eccellenza ingegneristica e soluzioni urbane intelligenti.
Opportunità per le imprese internazionali includono:
Fonti
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)
L’economia di Hong Kong si dimostra ancora una volta robusta e capace di resistere all’incertezza economica e alle tensioni geopolitiche. Nonostante l’attuale guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, il PIL di Hong Kong cresce del 3,1% nel primo trimestre 2025, superando le aspettative di crescita dell’intero anno, attestate tra il 2% e il 3%. Questa cifra è superiore anche alla crescita del PIL nel 2024, pari al 2,5%.
Le ragioni di questa crescita sono molteplici. Una di queste è sicuramente la politica fiscale espansiva. Infatti, la spesa pubblica è cresciuta del 2,1% nell’ultimo trimestre del 2024 e dell’ 1,2% rispetto al 2024 nel primo trimestre del 2025. Questa si è concentrata sugli investimenti nell’infrastruttura, esempi di ciò sono il Sustainable Bond Programme e l’ Infrastructure Bond Programme per finanziare infrastrutture su larga scala e progetti verdi, sul sostegno all'innovazione e alle industrie strategiche, come dimostrato dalla creazione dell’ Innovation and Technology Industry-Oriented Fund (ITIF) da 10 miliardi di HK$ e lo stanziamento di 1 miliardo di HK$ per creare un Istituto di ricerca e sviluppo sull'IA, e sul sostegno alle PMI e ai settori orientati all'esportazione, centrato sull’immissione di 1,5 miliardi di HK$ nel BUD Fund e nell’Export Marketing and Trade and Industrial Organisation Support Fund.
L’aumento del turismo è un altro fattore che ha contribuito alla crescita economica. Da gennaio ad aprile di quest’anno, Hong Kong ha registrato un totale cumulativo di 16 milioni di arrivi di visitatori, con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente. Analizzando, invece, solo il mese di aprile 2025 l’aumento rispetto all’anno scorso è stato pari al 13%, equivalente a 3,8 milioni di visitatori. Sebbene il turismo rappresenti solo l’1,7 % del PIL di Hong Kong, questa crescita sembra promettente.
La spinta principale alla crescita proviene tuttavia dal commercio estero. Infatti, in vista dell’aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti all’inizio di aprile molte spedizioni sono state anticipate. Ciò ha portato a un aumento delle esportazioni pari all’8,4% rispetto all’anno scorso. L'export dei servizi è invece aumentato del 6.6% nel primo trimestre 2025, spinto da un incremento delle attività finanziarie. Inoltre, il 12 maggio 2025, gli Stati Uniti e la Cina hanno raggiunto un accordo temporaneo di distensione dei dazi, riducendo le aliquote tariffarie dai livelli punitivi (fino al 125%) di inizio aprile a un più moderato 10% per un periodo di 90 giorni a partire dal 14 maggio 2025. Questa situazione dovrebbe favorire un ulteriore aumento delle esportazioni di Hong Kong in questo periodo.
Nonostante le aspettative positive, alcuni analisti evidenziano anche delle preoccupazioni. In primo luogo, ancora non è noto cosa accadrà allo scadere dei 90 giorni di pausa della guerra sui dazi. Infatti, a patto che Stati Uniti e Cina non decidano di accordarsi nuovamente, le tariffe di inizio aprile verranno ristabilite alla fine di questo periodo. Inoltre, la spesa privata è diminuita dell’1,1% in termini reali rispetto all’anno scorso, seguendo un calo marginale dello 0,2% nel trimestre precedente. Ciò preoccupa particolarmente in quanto il consumo privato rappresenta buona parte del PIL di Hong Kong, pari al 67.4% alla fine del 2024. Il governo di Hong Kong ha però già preso azioni per invertire questa tendenza: ha promosso eventi su larga scala e il rilancio dell’Hong Kong Shopping Festival che incentivano non solo il turismo ma anche i consumi interni, ha mantenuto un basso tasso di disoccupazione (3,2%) per sostenere il reddito delle famiglie, e ha potenziato fondi come il BUD Fund e l’E-Commerce Express per supportare il commercio al dettaglio e digitale locale.
Nel complesso, l’economia di Hong Kong ha mostrato una resilienza notevole nel primo trimestre del 2025. Tuttavia, il mantenimento di questo slancio dipenderà dalla stabilità degli accordi commerciali globali e dalla capacità del governo di rilanciare la domanda interna.
Fonti:
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Hong Kong and Macao)
Tra gennaio e marzo 2025, le esportazioni di beni del Portogallo hanno raggiunto 21,2 miliardi di euro, con un aumento di 1,5 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, corrispondente a una crescita tendenziale del 7,7%. Le importazioni sono cresciute del 7%, attestandosi a 27,4 miliardi di euro. Nonostante l’aumento del deficit della bilancia commerciale a 6,2 miliardi di euro, il tasso di copertura delle importazioni con le esportazioni è migliorato, raggiungendo il 77,3%, secondo i dati dell’Istituto Nazioale di Statistica (INE).
L’Unione Europea ha concentrato il 73% delle esportazioni nazionali, con particolare rilievo per la Spagna (25,4% del totale), la Germania (16,2%) e la Francia (11,8%). Le esportazioni verso i paesi extra-UE sono rimaste sostanzialmente stabili, con Stati Uniti e Regno Unito come principali mercati extra-comunitari. Tuttavia, la quota degli Stati Uniti è diminuita di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2024.
Tra i prodotti più esportati si segnalano Macchinari e Apparecchi (14,7%), Prodotti Chimici (12,9%) e Veicoli e Materiale di Trasporto (12,3%). Le esportazioni di prodotti chimici sono raddoppiate (+100,9%), trainate principalmente dai farmaceutici, mentre anche i settori dei macchinari e dei minerali hanno registrato aumenti significativi. La Germania è stato il paese che ha maggiormente contribuito alla crescita complessiva delle esportazioni, con una variazione del +51,8%.
Secondo i dati diffusi a maggio dall'Istituto Nazionale di Statistica (INE), nel primo trimestre del 2025 il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Portogallo è cresciuto dell’1,6% in termini reali rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando però un rallentamento rispetto al +2,8% registrato nel trimestre precedente.
Confrontando invece il primo trimestre del 2025 con il quarto trimestre del 2024, il PIL ha subito una contrazione dello 0,5% in volume, dopo un aumento dell’1,4% nel trimestre precedente.
Nel primo trimestre del 2025, il 24,2% delle persone che risultavano disoccupate nel quarto trimestre del 2024 è riuscito a reinserirsi nel mercato del lavoro, corrispondente a circa 89.200 individui. La quota maggioritaria, pari al 59,4%, è rimasta in stato di disoccupazione, mentre il 16,4% è passato all’inattività. L’analisi per genere evidenzia una maggiore incidenza della transizione verso l’occupazione tra gli uomini (27,0%) rispetto alle donne (21,5%).
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE), il 31,1% dei disoccupati di breve durata ha trovato un impiego, così come il 18,0% degli inattivi appartenenti alla cosiddetta “forza lavoro potenziale”. Si è inoltre registrata una dinamica significativa all’interno del mercato del lavoro: il 24,3% dei lavoratori con contratto a termine ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato, mentre il 21,6% dei disoccupati è divenuto lavoratore dipendente. Tra i giovani NEET (non impegnati in attività lavorative, formative o scolastiche), il 23,8% ha avviato un’attività lavorativa, indicando segnali positivi di miglioramento nell’integrazione professionale di questa fascia di popolazione.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)
In un momento cruciale per la transizione energetica globale, la Danimarca segna una nuova pietra miliare con l’avvio del primo impianto al mondo su scala commerciale per la produzione di e-metanolo. Situato nel sud del Paese, all’interno del Solar Park Kassø – il più grande campo fotovoltaico dell’Europa settentrionale – il nuovo stabilimento è stato completato in meno di due anni dall’ottenimento del permesso di costruzione, confermando il ruolo della Danimarca come pioniere nelle energie rinnovabili. Il progetto è stato sviluppato dalla danese European Energy, in collaborazione con il colosso giapponese Mitsui & Co.
L’e-metanolo è un carburante sintetico prodotto utilizzando energia rinnovabile, idrogeno verde e CO₂ biogenica, ovvero anidride carbonica catturata da impianti di biogas e da processi di incenerimento dei rifiuti. A differenza del metanolo tradizionale, che deriva da fonti fossili come carbone e gas naturale, questa versione verde consente una riduzione delle emissioni di CO₂ fino al 97%. L’impianto di Kassø ha una capacità produttiva di 42.000 tonnellate annue, equivalenti a circa 53 milioni di litri di e-metanolo.
Il combustibile prodotto è già destinato a importanti attori internazionali. Il gruppo danese A.P. Moller – Maersk, leader mondiale nel trasporto marittimo, utilizzerà l’e-metanolo per alimentare la Laura Mærsk, la prima nave portacontainer al mondo progettata per operare con questo tipo di carburante, oltre a una flotta di altre 25 navi dual-fuel in fase di costruzione. Anche LEGO e Novo Nordisk integreranno l’e-metanolo nei propri cicli produttivi, sostituendo il metanolo fossile nella realizzazione di componenti plastici e dispositivi medici. Tali applicazioni rientrano in strategie aziendali orientate alla decarbonizzazione della produzione.
Sostenibilità e scalabilità: un modello per il futuro energetico
La realizzazione dell’impianto ha richiesto un investimento complessivo di circa 150 milioni di euro, di cui 53 milioni finanziati da un fondo pubblico danese per l’energia verde. Il costo elevato riflette la complessità tecnologica legata alla produzione industriale di combustibili sintetici, una frontiera finora esplorata solo tramite progetti pilota. Secondo Knud Erik Andersen, CEO di European Energy, la progressiva diffusione di questi impianti permetterà di raggiungere la parità di costo con il metanolo fossile entro il 2035.
Oltre alla produzione di carburante, l’impianto contribuirà al riscaldamento di circa 3.300 abitazioni locali attraverso il recupero del calore generato durante il processo. Questo aspetto rafforza la dimensione circolare del progetto, ottimizzando l’utilizzo delle risorse in un’ottica di efficienza energetica.
Guardando al futuro, European Energy e Mitsui hanno annunciato l’intenzione di ampliare la capacità produttiva dell’impianto e replicare il modello in Europa, Australia, Brasile e Stati Uniti. Secondo i responsabili, il prossimo impianto previsto sarà tre volte più grande rispetto a quello attuale. L’avvio dell’impianto di Kassø rappresenta un passaggio significativo dall’innovazione alla produzione industriale nel campo dei carburanti sintetici.
La possibilità di integrare energia rinnovabile, cattura del carbonio e applicazioni industriali su larga scala offre uno scenario concreto di transizione per settori chiave come trasporti, chimica e manifattura. Le esperienze sviluppate in contesti come quello danese offrono indicazioni rilevanti sulle direzioni evolutive delle filiere industriali europee, in un equilibrio sempre più stretto tra sostenibilità ambientale e competitività tecnologica.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
La rinomata casa motociclistica italiana Moto Morini apre un nuovo capitolo della sua storia iniziando ad assemblare le sue moto in Brasile. Le prime unità sono state prodotte mercoledì scorso, 7 maggio, presso gli stabilimenti del Gruppo DBS a Manaus. Inizialmente, nello stabilimento saranno prodotti tre modelli Moto Morini in formato CKD (Completely Knocked Down), ovvero le motociclette saranno assemblate partendo da kit importati.
“Il modello CKD dimostra che Moto Morini è qui per restare. Permette non solo prezzi più competitivi, ma anche l’adattamento del prodotto alle nostre condizioni, come il tipo di carburante e il clima. Abbiamo già iniziato con una buona parte di componenti nazionalizzati e questa aumenterà con l’ingresso di modelli di cilindrata inferiore, come 350cc e 450cc”, spiega il direttore vendite e post-vendita di Moto Morini Brasil, Gunther Hofstatter.
Il dirigente rivela che il marchio ha un piano solido per conquistare spazio nel Paese. L’obiettivo del marchio è raggiungere le 5 mila unità vendute in tre anni, entrando nella top 10 delle immatricolazioni nel mercato brasiliano. La crescita è sostenuta da tre pilastri principali: espansione del portafoglio, rete di concessionari e volume delle vendite. “Oggi abbiamo già più di 12 modelli nel nostro portfolio globale e intendiamo portarli tutti in Brasile, con motociclette che vanno da 350 a 1.200 cc, negli stili più diversi, dal turismo all'avventura”, spiega Gunther.
Pur posizionandosi come marchio premium, Moto Morini intende conquistare il pubblico anche attraverso il suo rapporto qualità-prezzo. “Moto Morini non è una moto per uso quotidiano, è la porta d’accesso all’universo premium. Offriamo pneumatici Pirelli, freni Brembo, sospensioni Marzocchi, elettronica Bosch e display TFT all’avanguardia, il tutto a un prezzo accessibile”, sottolinea.
Concessionarie e modelli Moto Morini in Brasile
La prima concessionaria del marchio aprirà a giugno a Santo André (SP), con l’obiettivo di arrivare a 10-12 negozi nelle principali capitali brasiliane entro il 2027. La gamma Moto Morini partirà in Brasile con tre modelli, la cui presentazione ufficiale avrà luogo a fine maggio, durante il Festival di Interlagos, a San Paolo. Scopri i dettagli sulle seguenti motociclette:
Moto Morini X-Cape 650: la X-Cape 650 è una moto da avventura di Moto Morini, proposta dal produttore all’estero in due versioni, T e X. La prima ha uno stile più crossover, mentre l’altra segue lo stile trail. Il modello è dotato di un pannello TFT con connettività, di un serbatoio da 18 litri di carburante e di un sedile alto 81 cm o 83,5 cm da terra. Le ruote sono da 19 pollici all’anteriore e da 17 al posteriore e sono dotate di pneumatici misti. Infine, la sua luce libera è di 17,8 cm.
Moto Morini Seiemmezzo 650: anche la classica roadster di Moto Morini, la Seiemmezzo 650, è disponibile in due versioni: Street e Scrambler. Sono dotati di sospensioni KYB, freni a doppio disco all’anteriore e a disco singolo al posteriore, cerchi da 18 pollici all’anteriore e 17 al posteriore con pneumatici 120/70 e 160/60. I cerchi della Street sono in lega, mentre la Scrambler utilizza cerchi a raggi. Infine, il peso a secco è di 195 chili, mentre il serbatoio contiene 15,5 litri di carburante.
Calibro 700: infine, l’elegante modello Calibro 700, disponibile anch’esso in due versioni: standard e bagger. È dotata di trasmissione finale a cinghia, sedile ergonomico doppio e illuminazione full-LED. Le sospensioni sono dotate di una forcella da 41 mm con 140 mm di escursione e di un doppio ammortizzatore posteriore con 110 mm di escursione. I freni sono J.Juan. con disco da 320 mm all’anteriore e disco da 255 mm al posteriore. Le ruote sono da 18 pollici all'anteriore e da 16 al posteriore, con pneumatici larghi da 130/70 e 180/65.
Fonte: Motociclismo Online | di Willian Teixeira
La qualità e la tradizione dei prodotti italiani sono state in mostra fino al 15 maggio presso lo stand “Italia” all’Apas Show 2025 di San Paolo, che riunisce diverse aziende leader del Paese europeo operanti nel settore alimentare e delle bevande, che hanno portato in fiera oli d’oliva, aceti, pasta, conserve, pomodori, salse, semifreddi, prodotti al tartufo, farine, cioccolatini, panettoni e caffè.
Secondo una dichiarazione del governo italiano, “sono stati alimenti esportati in oltre 110 Paesi, provenienti da regioni italiane emblematiche, come Marche, Lazio, Abruzzo, Veneto, Campania, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia e Umbria”.
Durante la fiera è stato possibile degustare pizze appena sfornate con prodotti delle aziende partecipanti, oltre a panettoni, cioccolatini e caffè.
Lo stand italiano è stato coordinato dal Governo italiano tramite l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE), tramite il Dipartimento per la promozione degli scambi dell’Ambasciata d’Italia, e ha visto la partecipazione di aziende come Amica Chips, Casa Rinaldi, Coppola Foods, Costa D’Oro, Dolceria Alba, Grupo Milo, Mazza Alimentari, Molino Rossetto, Monari Federzoni, Mulino Caputo, Novi, Pasta Ottima, Pasticceria Fraccaro, Pastificio Fratelli de Luca, Polselli, T&C Tartufi-Truffles e Ultramar Caffè.
Attualmente il Brasile è il terzo mercato più grande del continente americano per il settore agroalimentare italiano, dopo Stati Uniti e Canada. Lo scorso anno le esportazioni italiane sono aumentate del 6,96% e la crescita è rimasta costante dal 2020.
Fonte: Terra/ANSA Brasil
L’Agenzia Brasiliana per la Promozione del Commercio e degli Investimenti (ApexBrasil) e la Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES) hanno avviato una partnership per assistere le aziende brasiliane che già esportano o desiderano esportare i propri prodotti. BNDES offre ora servizi di credito al commercio estero sulla piattaforma di esportazione brasiliana BNDES-EXIM. La linea di finanziamento facilita l’accesso delle micro, piccole, medie e grandi imprese alle linee di credito all’esportazione offerte dalla banca.
La partnership tra ApexBrasil e BNDES si configura come un nuovo modo per democratizzare l’accesso al commercio estero. L’iniziativa segna l’apertura di opportunità di accesso al credito per le micro, piccole e medie imprese. Il presidente di ApexBrasil, Jorge Viana, ha sottolineato l’importanza della partnership nell’ampliare l’accesso ai finanziamenti: “Questa collaborazione rafforza il nostro impegno per l’inclusione produttiva, la diversificazione dell’export e l’inserimento competitivo del Brasile nei mercati globali. Uniamo le forze affinché un numero sempre maggiore di aziende brasiliane possa conquistare il mondo, con innovazione, supporto tecnico e, ora, soluzioni finanziarie accessibili ed efficaci”, ha affermato Viana.
Anche il direttore di BNDES, José Gordon, ha sottolineato i vantaggi strategici dell’iniziativa: “La collaborazione tra ApexBrasil e BNDES è fondamentale per la diffusione della linea di finanziamento BNDES-EXIM Automatico, poiché non solo consente alle micro, piccole e medie imprese di entrare nel mercato internazionale, ma si allinea anche alla Nuova Industria Brasile (NIB). Questa partnership stimola l’innovazione e la competitività, trasformando le sfide in opportunità e promuovendo un ambiente favorevole alla crescita sostenibile e alla modernizzazione del settore produttivo nazionale”, ha aggiunto Gordon.
Il finanziamento può essere utilizzato per acquistare materie prime, input e capitale circolante necessari al processo produttivo. BNDES EXIM Automatico è una linea che consente il finanziamento diretto dell’esportazione di beni e servizi, concentrandosi sulle operazioni che prevedono contratti stipulati con acquirenti esteri. È particolarmente utile per le aziende che hanno già contratti di esportazione e cercano credito per poter spedire i loro prodotti.
Informazioni sulla Piattaforma Brasil Exportação
Lanciata nel 2023, la piattaforma Brasil Exportação è un’iniziativa di ApexBrasil in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC), il Ministero degli Affari Esteri (MRE), il Servizio Brasiliano di Supporto alle Micro e Piccole Imprese (Sebrae), la Confederazione Nazionale dell’Industria (CNI) e la Confederazione Brasiliana dell’Agricoltura e dell’Allevamento (CNA).
La piattaforma riunisce digitalmente i servizi di supporto all’export per le aziende brasiliane. Attualmente ci sono più di 130 mila utenti unici, 7 mila account registrati e più di 800 servizi disponibili.
Sulla piattaforma le aziende di tutti i settori e dimensioni possono trovare studi di mercato, servizi di formazione, consulenza, fiere, servizi logistici e finanziari e molto altro ancora.
Fonte: ApexBrasil | Di: ApexBrasil Communication
Il Brasile ha raggiunto la soglia dei 214 miliardi di dollari nel suo flusso commerciale (somma di esportazioni e importazioni) fino alla seconda settimana di maggio 2025, mantenendo un surplus di 20,54 miliardi di dollari nel periodo. I dati sono stati pubblicati dalla Segreteria per il Commercio Estero del Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (Secex/MDIC).
Surplus commerciale e risultati della seconda settimana di maggio
Nella seconda settimana di maggio 2025, la bilancia commerciale del Paese ha registrato un surplus di 1,44 miliardi di dollari, frutto di esportazioni per 7,5 miliardi di dollari e importazioni per 6,1 miliardi di dollari. I flussi commerciali nel periodo in questione hanno raggiunto quota 13,6 miliardi di dollari.
Sommando i risultati del mese fino alla seconda settimana di maggio, le esportazioni hanno raggiunto i 9,9 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono ammontate a 7,1 miliardi di dollari, garantendo un surplus di 2,8 miliardi di dollari USA e un flusso commerciale di 17 miliardi di dollari.
Esportazioni e importazioni dell’anno: crescita e saldo positivo
Da gennaio alla seconda settimana di maggio 2025, le esportazioni brasiliane hanno raggiunto i 117,24 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono ammontate a 96,7 miliardi di dollari. Il saldo commerciale accumulato è stato pari a 20,54 miliardi di dollari, con un flusso commerciale che ha raggiunto l'importo di 214 miliardi di dollari.
Crescita delle esportazioni e delle importazioni
Rispetto allo stesso periodo del 2024, le esportazioni brasiliane sono cresciute del 15,2% in media giornaliera, passando da 1,438 miliardi di dollari a 1,656 miliardi di dollari. Le importazioni sono cresciute del 13,9%.
Il flusso commerciale medio giornaliero è stato pari a 2,843 miliardi di dollari, con un aumento del 14,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il saldo medio giornaliero era di 468,54 milioni di dollari.
Performance per settore
L’andamento delle esportazioni fino alla seconda settimana di maggio è stato positivo in diversi settori:
Agricoltura/allevamento: aumento di 56,36 milioni di dollari nella media giornaliera (+15,8%);
Industria estrattiva: crescita di 35 milioni di dollari (+9,5%);
Industria manifatturiera: aumento di 127,1 milioni di dollari (+18%).
Per quanto riguarda le importazioni, si sono distinti i seguenti risultati:
Agricoltura/allevamento: crescita di 0,4 milioni di dollari (+1,7%);
Industria manifatturiera: aumento di 195,78 milioni di dollari (+21,1%);
Industria estrattiva: calo di 52,19 milioni di dollari (-61,5%).
Grazie a questa solida performance, il commercio estero brasiliano continua a distinguersi, riflettendo il buon momento dell’economia nazionale e il suo andamento positivo nelle relazioni internazionali.
Bilancia Commerciale Parziale Preliminare del mese (maggio)
Fonte: Portal do Agronegócio
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
La Repubblica Ceca ha attirato con successo negli ultimi dieci anni investimenti da parte di società finanziarie. Lo scrive il quotidiano Hospodářské noviny sulla base di una ricerca della banca d'investimento Lazard.
La banca d'affari di New York ha registrato nel periodo 2014-2024 investimenti in Repubblica Ceca da parte di società e fondi finanziari per circa 21 miliardi di euro. Nella Repubblica Ceca è stato quindi effettuato il 22% degli investimenti nell'area dell'Europa centrale e orientale. Valori più alti sono stati raggiunti solo dalla Polonia, che ha tuttavia un'economia tre volte più grande di quella ceca. "Se comparassimo l'attrattività relativa tenendo conto della dimensione dell'economia, la Repubblica Ceca sarebbe al primo posto", ha notato Adam Páleníček di KPMG. Ad esempio, l'Ungheria, che ha un'economia di dimensioni simili, ha attirato investimenti per soli sette miliardi di euro.
Lazard ha inoltre evidenziato che gli investitori cechi stanno diventando attivi sui mercati esteri. Si tratta di una peculiarità nel panorama dell'Europa Centrale e Orientale, secondo la banca d'affari.
Praga sta ampliando la sua offerta di spazi per i congressi e le possibilità di alloggio per chi raggiunge la capitale boema dall'estero. Lo indica l'ufficio cittadino Prague Convention Bureau.
Dal 2024 sono stati inaugurati spazi per i congressi con una capienza complessiva di 6.500 posti a sedere. La fetta più grande riguarda il recupero dell'area fieristica adiacente al parco Stromovka. Il rinnovamento degli spazi nell'area, con la riapertura del teatro Nová Spirála, ha creato fino a 4.500 posti per gli eventi congressuali.
Praga sta anche ampliando la sua offerta alberghiera di fascia medio-alta. Prague Convention Bureau stima che, dal 2024, stiano arrivando sul mercato in questa fascia circa 1.000 posti letto, sia grazie alla riapertura di strutture che per anni sono state in ristrutturazione, sia all'apertura di realtà del tutto nuove.
Fonte e fotografia: https://www.pragueconvention.cz/cz/novinky/praha-predstavuje-nove-eventove-prostory-a-blizici-se-otevreni-nekolika-dalsich
La corona ceca si è rafforzata nel primo trimestre del 2025 nei confronti delle principali valute mondiali – il dollaro americano e l'euro. Lo indicano gli analisti.
Particolarmente dinamico è stato il cambio nei confronti del dollaro. A inizio anno un dollaro valeva 24,30 corone ceche, ma alla fine del primo trimestre il cambio si è avvicinato a 23 corone per dollaro. Secondo gli analisti la corona ceca è stata trainata dal rafforzamento dell'euro nei confronti della moneta statunitense. Il dato non ha ancora risentito dei dazi annunciati dal presidente Trump.
Nei confronti dell'euro la moneta ceca è poi scesa sotto la soglia psicologica di 25 corone per euro. Il rafforzamento è in parte spiegabile da un approccio più attivo della Banca Centrale Europea nell'abbassamento dei tassi d'interesse.
La ČSOB ha il miglior private banking in Repubblica Ceca. Lo ha indicato nella sua classifica annuale la rivista finanziaria Euromoney.
Il programma di private banking della ČSOB ha visto nel 2024 crescere il numero dei clienti coinvolti dell'8% e il valore del patrimonio gestito del 32%. La banca ha anche potenziato il suo programma destinato ai clienti più facoltosi con diverse novità. Euromoney segnala, ad esempio, il nuovo fondo d'investimento nell'immobiliare residenziale a Praga.
La ČSOB ha lanciato il suo programma nel 2002. "ČSOB Private Banking punta sulla costruzione di rapporti di lungo periodo con i clienti e su servizi d'investimento di elevata qualità", ha indicato il direttore esecutivo del programma Jan Poulík.
Fonte e fonte fotografia: https://www.euromoney.com/article/2ef2fyveyjftb02cycd8h/awards/private-banking-awards/private-banking-awards-national-winners-2025-czech-republic
UniCredit Czech Republic & Slovakia è tra le prime banche ceche a introdurre i pagamenti istantanei in euro.
La banca ha annunciato questa settimana la possibilità per i propri clienti di effettuare pagamenti istantanei in euro. Il servizio è disponibile per trasferimenti fino a 50.000 euro per transazione. "L’introduzione dei pagamenti istantanei è un ulteriore passo nel nostro impegno a offrire servizi bancari efficienti", ha dichiarato Jiří Flégl, direttore delle soluzioni di pagamento.
UniCredit offre già pagamenti istantanei in corone, ormai diventati uno standard nel settore bancario ceco. Gli istituti finanziari cechi dovranno comunque adeguarsi all’obbligo europeo di fornire pagamenti istantanei in euro. Non facendo parte dell’eurozona, per la Repubblica Ceca tale obbligo entrerà in vigore solo nel 2027.
Fonte e fonte fotografia: unicredit/tiskovezpravy
La Repubblica Ceca si conferma uno dei paesi virtuosi per quanto riguarda i bilanci pubblici. Lo evidenziano i dati dell'Eurostat.
L'Eurostat ha confermato che nel 2024 il deficit della pubblica amministrazione ceca ammontava a 2,2% del Pil. Si è trattato di uno dei dati più bassi nella regione. Con l'eccezione della Germania, dove il deficit si è fermato al 2,8% del Pil, in altri paesi il dato era prossimo al 5% del Pil. In Polonia il deficit è stato addirittura del 6,6% del Pil.
Rimane molto basso anche il debito pubblico complessivo, che lo scorso anno è cresciuto al 43,6% del Pil. Nell'intera Unione Europea il debito pubblico rappresentava oltre l'80% del volume annuale dell'economia.
Fonte e fonte fotografia: https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-euro-indicators/w/2-22042025-ap
Il mercato degli immobili residenziali a Praga ha registrato un primo trimestre da record. Lo indicano i dati delle principali società attive sul mercato della capitale boema.
Da gennaio a fine marzo sono stati venduti a Praga 2550 nuovi appartamenti. Il dato è in rialzo del 60% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. “Il mercato degli appartamenti a Praga ha registrato in quanto alle vendite il trimestre di maggior successo in almeno 15 anni” ha indicato il proprietario Dušan Kunovský di Central Group, una delle principale realtà a Praga.
Il rinnovo dell'offerta non è tuttavia altrettanto veloce come le vendite, per cui le società attendono un ulteriore rialzo dei prezzi dei nuovi appartamenti. Secondo i dati delle società di sviluppo immobiliare il prezzo medio delle abitazioni nuove a Praga è aumentato del dieci percento all'inizio del 2025 crescendo a 168.000 corone per metro quadrato.
Fonte: https://www.newstream.cz/reality/prodej-bytu-v-praze-je-letos-rekordni-ceny-rychle-rostou
Il Ministero dell'Ambiente della Repubblica Ceca ha preparato un nuovo programma da tre miliardi di corone per il sostegno al fotovoltaico.
Il bando RES+ 1/2025 è aperto anche alle imprese e può versare un sostegno pari al 30% dei costi sostenuti per l'installazione di nuove fonti fotovoltaiche con una potenza da 50 kW a 5 MW. “Il sostegno finanziario è previsto anche per i sistemi di accumulazione con le batterie e la produzione di idrogeno green” ha indicato il ministro dell'ambiente Petr Hladík. Sarà possibile inviare le domande di sostegno a partire dal primo luglio.
Alle aziende si rivolge anche il bando RES+ 5/2025, che ha a disposizione due miliardi di corone per sostenere la costruzione di sistemi di accumulazione. In questo caso l'incentivo può coprire il 20% dei costi sostenuti. L'accettazione delle domande è cominciata questa settimana.
Praga si conferma nella top ten delle migliori grandi città in Europa per qualità di vita e opportunità professionali. Lo indica la classifica pubblicata dalle società Ipsos e Resonance Consultancy.
Nell'edizione di quest'anno Praga si è posizionata al nono posto con le migliori valutazioni per quanto riguarda le opportunità di svago e di cultura e la vivibilità. Tra le grandi città europee Praga ha la migliore valutazione per quanto riguarda il tasso di disoccupazione e il secondo migliore punteggio per la vita notturna.
“Le quattro università cittadine, la relativa economicità e il secondo posto per la vita notturna attraggono giovani talenti e miliardi in investimenti esteri” indica il rapporto segnalando alcuni grandi investimenti recenti e l'ampliamento dell'offerta degli hotel di lusso. La principale sfida per la capitale boema rimane come coniugare l'afflusso massiccio dei turisti e la qualità di vita dei residenti.
Fonte: https://www.worldsbestcities.com/report-download/?r=N3JHSVh0aVNxb0RuZDVUcVdUcTcvZz09
Il tasso di disoccupazione è rimasto a fine del primo trimestre di quest'anno sotto il tre percento. Lo certifica l'Ufficio di Statistica Ceco.
A fine marzo il tasso di disoccupazione rilevato secondo la metodica internazionale rappresentava il 2,7%. Rispetto a un anno fa il dato è in calo di tre decimi di punto percentuale. Il tasso di disoccupazione è superiore tra le donne, ma rimane comunque tra i più bassi dell'Unione Europea.
Il mercato del lavoro ceco è in espansione nonostante le performance più deboli dell'economia ceca nell'ultimo periodo. Il tasso degli occupati nell'età da lavoro (da 15 a 64 anni) è aumentato rispetto a un anno fa di oltre un punto percentuale al 76%. Continua a ridursi il gap della partecipazione al mercato del lavoro tra uomini e donne, che è sceso verso dieci punti percentuale. “Fino al 2010 la differenza era di 17 punti percentuale” ha notato Dalibor Holý dell'ufficio di statistica.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Ogni anno emergono nuove tecnologie nell’industria della logistica e dei trasporti, e coloro che non riescono ad adattarsi rischiano di rimanere indietro, se non addirittura di "uscire dal gioco". Nella logistica, l'efficienza è sinonimo di competitività, per cui l'adozione di nuove soluzioni non è solo un vantaggio, ma una vera e propria condizione. La consapevolezza dell'innovazione permette di prevedere le tendenze di mercato, ottimizzare le operazioni e offrire un’esperienza unica ai clienti.
Ecco le principali tendenze logistiche per il 2025 evidenziate dalle più importanti aziende logistiche globali, riportate dal servizio logistico 3PL Links, per aiutare la tua azienda a crescere e svilupparsi:
1. Automazione e intelligenza artificiale
Non sorprende che l’intelligenza artificiale (IA) stia diventando sempre più presente nella vita quotidiana delle persone, attraverso chatbot, generatori di immagini e giochi interattivi. Ma che dire della catena logistica?
Automazione e IA sono già in uso nel settore logistico, ma nel 2025 l’adozione di queste tecnologie sta accelerando significativamente. La tendenza chiave è l’aumento dell’impiego di robot e sistemi automatizzati nei magazzini, nei centri di distribuzione e nelle attività di trasporto.
Alcune delle principali applicazioni dell’IA nella logistica:
2. Logistica omnicanale
Nel 2025 la logistica omnicanale diventa una componente fondamentale per soddisfare le aspettative dei clienti, man mano che gli ambienti fisici e digitali si integrano sempre di più. I consumatori cercano non solo il miglior prezzo, ma anche un’esperienza d’acquisto fluida, indipendentemente dal canale utilizzato (online o fisico).
Gestire una logistica omnicanale richiede un’accurata coordinazione tra scorte, trasporto e assistenza clienti. Le aziende dovranno gestire stock dinamici, garantendo la disponibilità dei prodotti su diversi canali simultaneamente.
È fondamentale una stretta integrazione dei processi: dati in tempo reale tra negozi fisici, hub distributivi e piattaforme digitali, oltre a metodi efficienti per l’“ultimo miglio” per soddisfare la richiesta di velocità e comodità.
Per distinguersi in un settore sempre più competitivo, è necessario sapersi adattare rapidamente, modificare rotte e gestire picchi di domanda.
Strumenti integrati come WMS (Warehouse Management System), OMS (Order Management System) e potenti ERP diventano essenziali per gestire la complessità e offrire un'esperienza d’acquisto efficiente e flessibile. Particolarmente centrale è l’OMS, che funge da cuore strategico dell’operatività omnicanale: coordina e orchestra gli ordini, aggiorna le scorte in tempo reale e fornisce un servizio post-vendita rapido e di qualità.
3. Resilienza e flessibilità nella catena di approvvigionamento
Sembra ieri che lo scoppio del COVID-19 abbia costretto le aziende a rivedere le proprie politiche di gestione delle crisi e delle emergenze. La più grave crisi sanitaria recente ha evidenziato la necessità di catene di approvvigionamento più resilienti, in grado di affrontare imprevisti.
Nel 2025 le aziende continuano a investire in tecniche che aumentano la flessibilità di fronte a crisi o interruzioni dell’approvvigionamento, sulla base delle lezioni apprese nel 2019.
Diversificazione dei fornitori, minore dipendenza da singole aree geografiche e maggiore visibilità lungo tutta la catena sono passaggi essenziali.
La tecnologia blockchain è una delle tendenze del 2025 che contribuirà a preparare le catene di fornitura, aumentando la trasparenza nelle transazioni e nella tracciabilità dei prodotti. Il vantaggio principale è una gestione del rischio più efficiente, il tracciamento in tempo reale e un processo decisionale più rapido.
4. IoT e Big Data
La combinazione tra Internet delle cose (IoT) e Big Data non è nuova nella logistica, ma continua a rivoluzionare il settore anche quest’anno.
La novità è che la tecnologia evolve costantemente: i dispositivi connessi possono monitorare le prestazioni dei veicoli, conservare merci sensibili come alimenti e farmaci, e persino prevedere guasti delle attrezzature.
Le aziende possono sfruttare l'enorme quantità di dati raccolti da questi dispositivi per identificare schemi e tendenze, prevenire problemi e ottimizzare le attività. Questo migliora l’efficienza, riduce i costi e aumenta la sicurezza della catena di approvvigionamento.
5. Logistica sostenibile
La logistica verde o sostenibile è un argomento centrale per le aziende sin dal 2012, e l’attenzione verso l’ambiente continua a crescere nel 2025.
Consumatori e imprese danno priorità a pratiche sostenibili nella logistica, come l’uso di imballaggi riciclabili, l’ottimizzazione delle rotte per ridurre le emissioni di CO₂, l’investimento in veicoli elettrici o a energia pulita, e l’implementazione di sistemi gestionali “paperless” (come il WMS).
Inoltre, i regolamenti ambientali si fanno più severi, e le richieste dei clienti costringono le aziende a rivedere le proprie attività per renderle più ecologiche. Più rapidamente un’impresa adotta una cultura sostenibile, più rapidamente si adatterà al mercato in evoluzione, acquisendo un vantaggio competitivo e distinguendosi per innovazione e responsabilità socio-ambientale.
6. Centri di distribuzione urbani e micro-magazzini
Una delle tendenze per il 2025 è la vicinanza ai clienti finali, con la previsione che i centri di distribuzione urbani e i micro-magazzini (piccoli depositi in aree metropolitane) diventino sempre più popolari per ridurre i tempi di consegna e rispondere alla crescente domanda di spedizioni rapide.
Questo è particolarmente rilevante per l’e-commerce e per le organizzazioni omnicanale che devono bilanciare velocità e costi logistici. Tali strutture migliorano l’efficienza dell’ultimo miglio, offrono un’esperienza cliente superiore e alleggeriscono i grandi hub logistici tradizionali.
7. Logistica “on-demand”
Con l’aumento delle aspettative dei consumatori per consegne rapide e personalizzate, nel 2025 la logistica “on-demand” assume ancora maggiore rilevanza.
Emergono modelli di business come la “consegna in giornata” e la “consegna immediata”, segnalando che le imprese necessitano di un controllo avanzato delle scorte e di una rete di trasporto estremamente efficiente.
I clienti apprezzano la possibilità di scegliere tempi e luoghi di consegna compatibili con i propri impegni.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)
Le risorse dovrebbero triplicare entro il 2040 e aggiungere 243 miliardi di R$ al PIL del Brasile
La conclusione è tratta dallo studio “Minerali critici del futuro e il ruolo strategico del Brasile nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, preparato da Deloitte
Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia, il Brasile ha il potenziale per diventare leader mondiale nella fornitura e nella raffinazione di minerali critici. Si prevede che la domanda di queste risorse naturali triplicherà entro il 2040 e dare priorità a questo mercato è fondamentale per la transizione energetica, oltre a poter aggiungere altri 243 miliardi di R$ al Prodotto Interno Lordo (PIL) nei prossimi 25 anni. La conclusione è tratta dallo studio “Minerali critici del futuro e il ruolo strategico del Brasile nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, elaborato da Deloitte, organizzazione con il portafoglio di servizi professionali più diversificato al mondo, realizzato in collaborazione con AYA Earth Partners, il primo e più grande ecosistema dedicato all’accelerazione dell’economia rigenerativa e a basse emissioni di carbonio del Brasile.
Il Brasile possiede il 10% delle riserve mondiali di minerali critici ed è uno dei leader mondiali nella concentrazione di niobio, grafite, nichel, terre rare, manganese, litio e cobalto, ad esempio. Questi minerali critici sono essenziali per la transizione energetica e contribuiscono a ridurre le emissioni di carbonio (vengono utilizzati nelle turbine eoliche, nei pannelli solari e nei motori dei veicoli elettrici) e all’innovazione tecnologica (poiché servono per gli schermi TV, i telefoni cellulari e il raffreddamento dei data center), tra le altre attività commerciali. Attualmente, il Brasile contribuisce solo allo 0,09% della produzione mondiale di minerali critici. “Ciò evidenzia la necessità di agilità nelle politiche pubbliche a lungo termine, che incoraggino l’esplorazione efficiente di queste risorse e stimolino l’industria nazionale a diventare più competitiva, con il minimo impatto ambientale e sociale”, afferma Maria Emília Peres, partner per la strategia di sostenibilità e l’innovazione di Deloitte.
Lo studio fornisce dati, analisi e proposte che rispondono all’esigenza di transizione energetica, puntando a realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (trattato internazionale sul clima, 2015). “Utilizzando il metodo Input-Output [MIO], stimiamo l’impatto economico che gli investimenti nella produzione e, successivamente, nella raffinazione di minerali critici causerebbero entro il 2050. Il Paese, che già si distingue per la sua matrice energetica pulita, con oltre il 90% dell’elettricità generata da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, l’eolico e il solare, può andare oltre l’essere un protagonista della transizione energetica e diventare un punto di riferimento globale nell’esplorazione di questi elementi”, afferma Maria Emília Peres. L'interesse per i minerali critici è cresciuto nel tentativo di raggiungere la totale neutralità carbonica entro il 2050, ma soprattutto a causa della trasformazione tecnologica. Tra i principali acquirenti di input figurano la Cina (che controlla oltre il 60% del mercato della raffinazione), gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud e i paesi dell’Unione Europea. In Brasile sono già in atto alcune misure per dare priorità a questo mercato, con la Politica Nazionale sui Minerali Critici (Estrazione Mineraria per l’Energia Pulita), che prevede essenzialmente l’ampliamento delle conoscenze geologiche, lo sviluppo di infrastrutture per la ricerca e la formazione professionale e la fornitura di incentivi e risorse finanziarie per la fattibilità della produzione mineraria. In questo ambito, si segnalano il fondo di investimento nato dalla partnership tra la Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES) e il Ministero delle Miniere e dell’Energia e l’inclusione della trasformazione dei minerali strategici per la transizione energetica tra le aree infrastrutturali ammissibili all’emissione di obbligazioni, con agevolazioni fiscali.
Lo studio Deloitte individua sette misure in grado di trasformare opportunità e sfide in soluzioni, come la mappatura del potenziale minerario, poiché le riserve di queste risorse naturali coprono attualmente il 35% del territorio nazionale. È necessario quantificare le riserve, accelerare gli incentivi alla ricerca, la valutazione delle superfici, l’identificazione delle rocce e delle formazioni geologiche, oltre a ridurre i tempi medi per il rilascio delle licenze per le aree di esplorazione e rafforzare i controlli per garantire il minor impatto ambientale e sociale; Necessità di un quadro giuridico adeguato: la creazione di un quadro giuridico per i minerali critici è fondamentale per promuovere un ambiente normativo sicuro, attrarre investimenti e allineare le politiche settoriali e federali per uno sviluppo sostenibile; Produzione, raffinazione e lavorazione: fornire investimenti soprattutto in tecnologia e infrastrutture per la produzione, raffinazione, lavorazione e distribuzione logistica di minerali critici per il Brasile, in modo che il paese diventi un polo, aggiungendo valore alle risorse e riducendo la dipendenza dalla raffinazione in altri paesi, come la Cina; Promuovere l’attività mineraria e l’energia verde: il Brasile deve continuare a stimolare la transizione energetica, attraverso incentivi fiscali e altro supporto legislativo, guidando la questione in America Latina, espandendo politiche come la Politica Nazionale di Transizione Energetica (PNTE) e tramite il Programma di Accelerazione della Crescita (PAC), tra gli altri meccanismi che mirano ad attrarre investimenti e generare posti di lavoro; Percorsi di decarbonizzazione: il Paese deve proseguire con iniziative come il Piano Energetico Nazionale 2050 e partnership internazionali, come quella con il Cile, per aumentare la trasparenza e promuovere un’attività mineraria sostenibile, allineando il Brasile all’agenda climatica globale; Ripristinare l’immagine dell’industria mineraria brasiliana: promuovere una maggiore trasparenza e consapevolezza sull’importanza dell’attività mineraria, contrastare l’attività mineraria illegale e riposizionare il settore come agente di cambiamento sostenibile essenziale per la transizione energetica; e Partnership internazionali: promuovere partnership con paesi che richiedono minerali critici, come Stati Uniti, Cina e Unione Europea, per garantire un flusso continuo di investimenti e tecnologie per il settore.
Fonte: Brasil Mineral
Con un'occupazione superiore al 90% sui voli dal Brasile, la compagnia valuta nuove destinazioni e sottolinea il supporto per gli agenti di viaggio
In occasione della fiera WTM Latin America 2025, ad aprile a San Paolo, Andrea Taddei, Country Manager per Brasile e Argentina di Ita Airways, e Murilo Cassino, Direttore commerciale della compagnia, hanno ribadito l’impegno della compagnia aerea italiana nel mercato brasiliano. Con voli giornalieri da San Paolo e Rio de Janeiro a Roma e un tasso di occupazione medio superiore al 90% nel primo trimestre di quest’anno, Ita sta studiando l’espansione delle sue operazioni nel Paese e investendo in nuove destinazioni.
“La novità per il 2025 è continuare a crescere in Brasile, investendo negli aerei e portando il miglior prodotto, perché il Brasile ha un potenziale enorme”, afferma Taddei. Sottolinea l’importanza della comunità italiana in Brasile e sottolinea che il Paese è tra i mercati prioritari dell’azienda al di fuori dell’Italia, insieme agli Stati Uniti.
Sebbene l’operatività attuale rimanga stabile, con due voli giornalieri da San Paolo e uno da Rio de Janeiro, la compagnia sta studiando nuove rotte. “Non abbiamo ancora novità da condividere, ma il Brasile è uno dei Paesi in cui l’Italia è più interessata agli investimenti fuori dall’Italia”, aggiunge Taddei.
Secondo i dirigenti, uno dei principali elementi distintivi di Ita Airways è l’utilizzo dell’aeroporto di Roma come hub per i collegamenti. Oltre a fungere da porta d’accesso per i turisti che visitano l’Italia, Roma è un punto strategico per le destinazioni in Asia e in Medio Oriente. “Abbiamo collegamenti con Bangkok, Dubai e Riyadh. Il Brasile è, infatti, il secondo mercato che vende più biglietti per Bangkok via Italia”, rivela Cassino.
In questo contesto, il supporto agli agenti di viaggio diventa essenziale. Tra il 75% e l’80% delle vendite di Ita in Brasile avviene tramite agenzie. “Sono i nostri principali clienti. Ecco perché siamo qui, per ascoltarli e offrirli supporto con tariffe speciali, contratti, incentivi e condizioni differenziate per i gruppi”, afferma il dirigente.
Per quanto riguarda la nuova legge sulla cittadinanza italiana, di cui si sta discutendo in Brasile, Taddei ritiene che l’impatto sul turismo sarà minimo. “Stiamo parlando di una generazione più giovane, che già viaggia spesso in Italia. Il Paese è molto accogliente nei confronti dei turisti brasiliani, anche con controlli sull’immigrazione più snelli rispetto ad altre destinazioni europee”, conclude Cassino.
Le operazioni della compagnia in Brasile vengono svolte con aeromobili Airbus A330neo e A350, offrendo opzioni di voli diurni e notturni.
Fonte: Brasilturis | di Rafael Destro
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)