Investimenti

Giovedì 11 Maggio 2023

La Serbia intende stanziare 15 miliardi di euro per investimenti prioritari nel settore energetico

Il ministro Dubravka Đedović ha dichiarato il 9 maggio, all'apertura del Forum energetico di Belgrado 2023 (BEF), che la Serbia deve soddisfare la crescente domanda industriale di energia elettrica, così come le esigenze dei cittadini, attingendo dalle fonti nazionali.

Ha annunciato che il governo adotterà un piano di investimenti prioritari nel settore dell'energia per un valore di un minimo di 15 miliardi di euro. Di questi, dieci miliardi saranno stanziati per le nuove infrastrutture, mentre i restanti fondi saranno investiti nel settore della trasmissione e della distribuzione di elettricità, petrolio e gas.

Đedović ha delineato puntualmente il progetto delle centrali solari autobilanciate con una potenza totale di 1 GW, nonché quello della centrale idroelettrica reversibile di Bistrica. Secondo il Ministro, si sta valutando la fattibilità e la redditività economica relativa al progetto dell'impianto idroelettrico reversibile Đerdap 3.

L'obiettivo è che la Serbia abbandoni il carbone al più tardi entro il 2050, ha dichiarato. Aggiungendo che "non esiste una bacchetta magica" o soluzioni rapide, ma è necessaria una pianificazione scrupolosa. I Paesi dell'UE che affrontano le stesse sfide sanno quante risorse sono necessarie per raggiungere l’obiettivo, ha precisato Đedović aggiungendo che la Romania ha dovuto prendere decisioni difficili da un giorno all'altro.

I membri della Comunità Energetica dovrebbero lavorare per garantire un'esenzione dalla tassa transfrontaliera sulla CO2, altrimenti le entrate andranno all'esterno, all'UE, e la Serbia perderà i fondi necessari per la transizione energetica, ha avvertito il direttore del Segretariato della Comunità dell'energia Artur Lorkowski.

Gli esportatori di elettricità potranno essere esentati fino al 2030 solo se i mercati dell'elettricità della regione saranno integrati con l'UE sotto forma di fusione di mercato, ha spiegato. Inoltre, i membri della Comunità Energetica dovrebbero sviluppare sistemi di scambio di emissioni pienamente funzionali entro il 2030, ha aggiunto Lorkowski. La Comunità Energetica sostiene i Balcani occidentali nella creazione di un meccanismo regionale che consenta di equiparare il prezzo delle emissioni di CO2 a quello dell'UE.

Sulla scorta di quanto ha affermato, la tassa transfrontaliera dovrebbe incoraggiare i Paesi della regione a compiere quei passi fondamentali, che avrebbero dovuto essere compiuti diversi anni fa, verso la transizione verde. Inoltre, ha sottolineato, che quest’ultima rafforzerà la regione e ne aumenterà la competitività in Europa.

La due giorni del BEF 2023, organizzata dal portale Balkan Green Energy News e dalla Camera di Commercio serba, ha riunito a Belgrado i rappresentanti dei governi e delle maggiori aziende per discutere della transizione energetica nell'Europa sudorientale. Alla più grande conferenza sull'energia della regione hanno partecipato 400 persone provenienti da 28 Paesi, compresi i rappresentanti di organizzazioni internazionali.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Il RCF ha assegnato 2,34 milioni di euro a cinque consorzi serbi

L'8 maggio il Regional Challenge Fund (RCF) ha assegnato 2,34 milioni di euro, sotto forma di sovvenzioni per l'acquisto di attrezzature, per la realizzazione di opere infrastrutturali e per la formazione del personale, a cinque dei consorzi degli istituti scolastici serbi di maggior successo che lavorano a stretto contatto con le aziende per rafforzare l'istruzione professionale e duale, e che hanno presentato domanda per il secondo bando pubblico del Fondo.

Al secondo bando hanno mostrato interesse candidandosi 123 istituti appartenenti a sei economie dei Balcani occidentali, tra cui 19 serbi. I consorzi selezionati dalla Serbia sono stati cinque, di cui tre istituti di istruzione superiore e due istituti di istruzione secondaria, per un totale di 29 aziende.

Tra i progetti premiati, domina il settore dell'ingegneria meccanica e della lavorazione dei metalli; cinque sono progetti di consorzi guidati dall'Accademia di studi tecnici ed educativi applicati (Niš), dalla Facoltà di ingegneria meccanica di Niš, dalla Scuola di meccanica e del traffico di Čačak, dalla Facoltà di scienze tecniche di Kragujevac e dalla Scuola del traffico e della tecnica di Zemun.

I fondi stanziati saranno utilizzati per investimenti in attrezzature, infrastrutture e formazione del personale negli istituti di istruzione professionale, nelle scuole secondarie, nelle facoltà universitarie e nelle accademie di studi professionali, che svolgono attività di formazione cooperativa in collaborazione con le aziende.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

EAU: La piattaforma tecnologica immobiliare di Dubai offre Golden Visa agli investitori

Gli investitori in cerca di un Golden Visa possono ora ottenere il permesso di residenza di 10 anni negli Emirati Arabi Uniti investendo Dh2 milioni o più nel mercato immobiliare di Dubai in rapida crescita, attraverso la piattaforma tecnologica immobiliare online Stake.

È la prima volta che a Dubai gli investitori possono ottenere un visto d'oro attraverso una piattaforma di investimento digitale.

Mentre gli investimenti immobiliari richiedono in genere ingenti capitali iniziali e comportano un elevato livello di rischio nel caso di progetti off-plan, gli investitori a livello globale possono iniziare a operare sulla piattaforma a partire da soli Dh500.

Inoltre, gli investitori immobiliari e gli utenti finali possono ottenere il Golden Visa investendo Dh2 milioni in un immobile. Anche i promotori immobiliari locali stanno facilitando l'ottenimento del visto d'oro per gli acquirenti di immobili.

Il visto d'oro è stato un'attrazione importante per gli investitori stranieri che cercano una residenza a lungo termine negli Emirati Arabi Uniti, in particolare dai Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena), dal Subcontinente indiano, dall'Europa e dalla Russia, tra gli altri.

Oltre agli investitori immobiliari, il visto d'oro è concesso anche a scienziati, professionisti altamente qualificati e studenti di talento.

Fonte: https://bit.ly/42JoJwg

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Giovedì 4 Maggio 2023

EAU - L’area MENA è pronta per una forte crescita

Uno studio pubblicato lunedì 10 aprile ha mostrato che i progetti di macro-investimento, i prezzi elevati dell’energia, una maggiore responsabilità fiscale e il miglioramento della demografia stanno guidando una crescita in Medio Oriente e Nord Africa (area MENA).

Le valutazioni delle azioni dell’area MENA, misurate dai rapporti prezzo/utili, sono diminuite rispetto al picco di marzo 2022 e ora si collocano comodamente al di sotto della loro media decennale di 13,5 volte. Il CCG prevede grandi piani di spesa, soprattutto in Arabia Saudita.

Nell'ambito del programma Vision 2030, il governo saudita intende investire oltre 2 trilioni di dollari nell’economia domestica entro la fine di questo decennio. L’agenda economica 2033 di Dubai mira a raddoppiare le dimensioni dell’economia e collocare la città tra le prime tre città economiche del mondo.

Fonte: https://bit.ly/3NzPGhx

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Giovedì 4 Maggio 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Praga ha investito lo scorso anno oltre 16 miliardi di corone

La città di Praga Capitale ha realizzato lo scorso anno investimenti per oltre 16 miliardi di corone. Lo ha comunicato il municipio.

Nel 2022 il municipio della metropoli ceca ha realizzato investimenti per 16,5 miliardi di corone, circa 6,4 miliardi di corone in più rispetto al 2021. Sono praticamente raddoppiati a nove miliardi di corone i fondi destinati agli investimenti nel settore dei trasporti. Tra i grandi progetti infrastrutturali avviati c’è la costruzione della metro D, che è costata al municipio oltre quattro miliardi di corone.

Il municipio ha poi speso oltre un miliardo di corone per l’acquisto dei terreni e di altri immobili. Circa 300 milioni di corone sono andati a finanziare i lavori di ristrutturazione e potenziamento del Palazzo delle Fiere a Holešovice. Del 50% sono poi aumentati gli stanziamenti per la cultura e il turismo.

Fonte: https://bit.ly/3As7svs

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Tassazione e Investimenti in Brasile

Riforma Fiscale, Tassazione dei dividendi e l’Impatto negli investimenti delle persone non residenti

La promessa del nuovo presidente della riforma tributaria potrebbe incrementare la tassazione sui profitti distribuiti nelle aziende brasiliane, succedendo un impatto nelle strutture degli investimenti in Brasile realizzata da non residenti.

In tantissimi altri paesi esistono la tassazione della persona fisica e della giuridica. In Brasile, la persona giuridica ha una tassazione più elevata in modo che i soci supportano i costi tributari prima della distribuzione dei rendimenti.

Gli investitori residenti all’estero trasferiscono a un’azienda brasiliana attività che potevano praticare direttamente nei suoi paesi. Per questa ragione, sono state create aziende che prestano dei servizi, imprese immobiliari e anche holdings in Brasile, mentre i servizi potrebbero già essere compiuti, gli immobili gestiti e il gruppo aziendale amministrato a partire dalle altre giurisdizioni. Con la tassazione dei dividendi, queste strutture avranno bisogno di una rivista.

Con la creazione di aziende in Brasile, è possibile dedurre le spese nella base dell’imposta sul reddito che non sono autorizzati agli non residenti. Con la rimessa dei dividendi all’estero senza contribuzioni fiscali, il costo tributario dell’attività potrebbe essere minore di quando realizzata direttamente dall’estero.

L’argomento è sensibile rispetto alla valutazione del tasso di ritorno degli investimenti fatti in Brasile. Tutti gli investitori stranieri dovrebbero seguire questo dibattitto e trattare con i suoi consiglieri tributari per confermare o modificare le strategie dell’investimento nel paese.

Fonte: Rassegna Legale - Rivista AFFARI numero 176 | pagina 65: https://bit.ly/40EBOFJ

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

I vantaggi di essere un angel-investor in Brasile

Cosa hanno in comune gli scritti di Virgilio, gli affreschi di Michelangelo e le creazioni di Leonardo da Vinci? Erano tutti finanziati da mecenati, che investivano le loro ricchezze nella produzione artistica in cambio di prestigio e riconoscimento nella società. 

La pratica del mecenatismo, diffusa nell'Italia rinascimentale, arrivò nel XIX secolo negli Stati Uniti, quando gli investitori iniziarono a finanziare informalmente gli spettacoli di Broadway. Da qui il termine "angel investor". 

Oggi si definiscono angel investor tutte quelle persone che desiderano investire una certa somma di denaro in un'azienda, generalmente in start-up, con l'obiettivo di ottenere un ritorno finanziario, ma senza partecipare all'organizzazione dell'impresa. 

Per diventare un angel investor in Brasile, è necessario rispettare gli articoli 61-A e seguenti della Legge Complementare n. 123 del 14 aprile 2006 (in portoghese, "Lei do Simples"), che ha creato un modello di angel investment brasiliano, rivolto alle micro e piccole imprese, sempre attraverso un Accordo di partecipazione, con requisiti specifici, come una durata massima di 7 anni. Inoltre, l'angel investor non sarà responsabile di alcun debito della società, avvalendosi di un'esenzione di responsabilità.

Gli incentivi della legge brasiliana promuovono l'imprenditorialità nel paese che, nel 2019, ha ricevuto 72 miliardi di dollari da investimenti esteri, superando i paesi sviluppati, secondo ricerca delle Nazioni Unite. E, così, ciò che è stato un simbolo della effervescenza culturale italiana diventò un importante meccanismo dell’economia brasiliana.

Fonte: Rassegna Legale - Rivista AFFARI numero 176 | pagina 64: https://bit.ly/3AvoKrB

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Mercoledì 19 Aprile 2023

Madrid si conferma come la principale destinazione degli Investimenti esteri in Spagna

Il panorama globale degli investimenti diretti esteri (IDE) è stato caratterizzato nel 2022 da condizioni economiche e finanziarie instabili e dalla guerra in Europa. In un anno che, in principio, doveva essere di ripresa post-pandemia e di riapertura dei mercati internazionali, la concatenazione di crisi e instabilità economiche e geopolitiche, che si manifestano con inflazione e tassi di interesse elevati e turbolenze finanziarie da un lato, e guerre, tensioni commerciali e leadership tecnologica dall’altro, hanno creato uno scenario avverso per le decisioni di investimento transfrontaliere.

Secondo i dati diffusi dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) a inizio anno e relativi al 2022, la congiuntura internazionale ha avuto un impatto particolarmente negativo sul finanziamento di progetti internazionali e sulle fusioni e acquisizioni transfrontaliere (M&A), che in termini globali sono diminuite del 6%. L’attività greenfield, invece, ha retto meglio, grazie allo slancio della prima parte dell’anno e all’impatto sul volume investito di un piccolo numero di mega-progetti nei settori delle energie rinnovabili e dei semiconduttori.

Per quanto riguarda la Spagna, il Paese sembra essere rimaste ai margini di questa tendenza globale negativa. In particolare, secondo i dati recentemente pubblicati dal Registro degli Investimenti Esteri (RIE), nel corso del 2022 sono stati registrati 34.178 milioni di euro di investimenti produttivi lordi, con un aumento del 14% rispetto ai livelli del 2021, che erano rimasti stabili nonostante il complesso contesto generato dalla pandemia.

 

Focus sulla regione di Madrid

Secondo questi dati, Madrid registra 17.226 milioni di euro di investimenti esteri, arrivando ad assorbire il 50,4% del totale degli investimenti produttivi in Spagna. Il volume dei flussi ricevuti rappresenta una diminuzione del 6% rispetto alla media dell’ultimo decennio, e sono inferiori del 22% rispetto alle cifre insolitamente alte registrate nel 2021, nel cui tratto finale si sono concentrate grandi operazioni di acquisizione.

Se la singolarità dei buoni risultati del 2021, 21.961 milioni di euro, è dovuta in gran parte all’impatto delle operazioni di acquisizione (Vinci su Cobra, IFM su Naturgy) registrate in quell’anno, che hanno rappresentato il 50% dei flussi totali, rispetto al 27% delle espansioni -investimenti effettuati da aziende già presenti a Madrid- e al 23% dei nuovi apporti (greenfield, brownfield), nel 2022 le espansioni e i reinvestimenti hanno assunto un ruolo di primo piano, grazie soprattutto ai reinvestimenti britannici e nordamericani. I dati del 2022 riflettono il 55% degli investimenti in operazioni di espansione, il 29% in acquisizioni e il 17% in greenfield/brownfield.

Nel 2022 si segnalano gli investimenti degli Stati Uniti (4.575 milioni, con importanti investimenti nel settore della produzione di macchinari e delle telecomunicazioni), del Regno Unito (4.046 milioni, di cui 2.000 legati agli investimenti nella Liga, 494 nella produzione di energia e altri 487 nel commercio all’ingrosso) e della Francia (2.257 milioni, con un notevole impatto degli investimenti nelle telecomunicazioni). Altri sei Paesi (Germania, Paesi Bassi, Austria, Canada, Australia e Italia) hanno superato la soglia dei 500 milioni di investimenti nella regione di Madrid lo scorso anno.

Per quanto riguarda gli investimenti greenfield, che generano la maggiore crescita e occupazione, nel 2022 è stata annunciata una crescita significativa in termini di numero di progetti, investimenti associati e posti di lavoro generati. Il database fDi Markets del Financial Times, che raccoglie i progetti transfrontalieri di nuovi investimenti produttivi annunciati, mostra che, dopo una ripresa post-pandemia nel 2021, il numero di progetti annunciati a Madrid ammonta a 162, il 17% in più rispetto all’anno precedente, con un investimento associato di 2.862 milioni di dollari (secondo miglior record della serie, 51% in più rispetto al 2021) e la generazione di 12.370 posti di lavoro (secondo miglior record della serie, 35% in più rispetto al 2021).

L’aumento dell’attività di investimento in città è stato notevole negli ultimi anni, nonostante la pandemia: tra il 2019 e la fine del 2022 Madrid ha ricevuto 146 progetti all’anno, con un investimento medio annuo di oltre 2,2 miliardi di dollari e la generazione di quasi 10.000 posti di lavoro all’anno.

 

Focus sulla città di Madrid

La città di Madrid ha rappresentato l’84% dei progetti ricevuti nella regione dal 2003, il 71% degli investimenti e il 73% dell’occupazione. Madrid è la terza città europea che ha ricevuto il maggior numero di progetti greenfield da quando questa fonte raccoglie i dati (2003) e la dodicesima al mondo. Nel 2022 è la nona destinazione al mondo.

Madrid ha anche guidato la ripresa dei livelli occupazionali legati agli investimenti esteri in Spagna, sebbene la pandemia abbia rallentato la progressione degli ultimi anni. Alla fine del 2020, ultimo anno per il quale il Registro offre dati su questa variabile, i posti di lavoro legati agli investimenti esteri nella Comunità di Madrid erano 512.915, l’1,1% in meno rispetto all’anno precedente, e rappresentavano il 16,7% dell’occupazione totale della regione in quell’anno, la più alta intensità di occupazione legata agli IDE tra le regioni spagnole. Madrid rappresenta il 30,2% dell’occupazione nelle imprese straniere a livello nazionale.

Alla fine del 2022 la città di Madrid ospitava 9.943 aziende di proprietà straniera (aziende controllate da un Global Ultimate Owner straniero o con azionisti diretti che controllano il 10% o più), secondo i dati di SABI (D&B). Queste rappresentano quasi l’80% delle aziende di proprietà straniera con sede nella regione.

Gli investitori provengono da 97 Paesi, anche se i primi 10 Paesi rappresentano il 73% di queste aziende. Spiccano Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Il settore dei servizi presenta il maggior numero di queste società nella capitale (79%), seguito dall’industria (13%), dalle costruzioni (8%) e dal settore primario (0,5%).

 

Fonte: Madrid Investment Attraction

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Mercoledì 19 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Esportatore di crediti di carbonio: il Brasile potrebbe generare 72 miliardi di dollari entro il 2030 e cerca di guidare il mercato internazionale

Il Brasile potrebbe guidare il mercato globale dei crediti di carbonio e punta sulla foresta amazzonica, tra gli altri progetti di sviluppo pulito. Tali iniziative aiutano a preservare il pianeta e suscitano l'interesse degli investitori stranieri, tra cui le aziende italiane. Per avere un'idea dell'interesse economico generato dal tema, basti pensare che, secondo i dati dell'organizzazione nordamericana Environmental Defense Fund, il potenziale di questo mercato in Brasile, fino al 2030, può movimentare tra i 16 e i 72 miliardi di dollari.

Il promettente mercato dei crediti di carbonio nasce da accordi internazionali, in particolare dal Protocollo di Kyoto, creato per affrontare le questioni legate al cambiamento climatico. Nell'ambito delle discussioni, sono state stabilite le quote massime di gas a effetto serra (GES) che i paesi sviluppati - i maggiori responsabili del riscaldamento globale - possono emettere. Questi paesi hanno creato leggi che limitano le emissioni e quando non raggiungono gli obiettivi fissati diventano acquirenti di crediti. Il Brasile, in quanto paese in via di sviluppo, non ha sottoscritto gli obiettivi di Kyoto, ma è diventato fornitore di crediti ottenuti da progetti creati come Meccanismo di Sviluppo Pulito, che generano riduzioni certificate delle emissioni e fanno parte del mercato regolamentato dei crediti.

 

COMPENSAZIONE AMBIENTALE

Le riduzioni certificate delle emissioni o i crediti di carbonio vengono rilasciati alla persona o all'azienda che ha ridotto le proprie emissioni di gas serra. In pratica, ciò consente a organizzazioni e individui di compensare le proprie emissioni acquisendo crediti generati da progetti di riduzione delle emissioni o di cattura del carbonio. Per convenzione, 1 tonnellata di anidride carbonica (CO2) corrisponde a un credito. Le transazioni avvengono attraverso contratti e certificati emessi da agenzie che certificano la riduzione delle emissioni e la validità dei crediti.

Oltre a questo mercato regolamentato, esiste il mercato volontario, creato parallelamente al protocollo, che produce le cosiddette Riduzioni Volontarie delle Emissioni. In questo caso, qualsiasi azienda, persona, organizzazione non governativa o lo stesso governo possono generare o acquistare volontariamente crediti di carbonio. Anche questi crediti sono verificati da un ente indipendente, ma non sono soggetti a registrazione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite - ONU e quindi non sono validi come obiettivo di riduzione per i paesi che fanno parte dell'accordo.

I paesi EU si sono dati obiettivi ambiziosi e hanno creato un sistema comunitario di scambio delle proprie quote di emissione, grazie al quale le diverse industrie si possono scambiare i permessi di emissione. Inoltre, possono utilizzare i crediti ottenuti dai progetti del Meccanismo di Sviluppo Pulito per compensare parte delle proprie emissioni.

In Brasile, la regolamentazione di questo mercato è in corso di discussione al Congresso nazionale sulla base del disegno di legge 412/2022. Il documento è stato approvato dalla Commissione Affari Economici ed è attualmente in fase di elaborazione presso la Commissione Ambiente. Il testo stabilisce che il Mercato brasiliano per la Riduzione delle Emissioni (MBRE) sarà operativo nelle borse merci e nei futures, nelle borse valori e nelle entità autorizzate dalla Commissione per i Valori Mobiliari. La proposta crea il Sistema Brasiliano per la Gestione delle Emissioni di Gas Serra.

Secondo il progetto in discussione, il controllo della commissione per la gestione dell’effetto serra spetterà all’organo federale competente in materia, che avrà il compito di definire l'organizzazione e il funzionamento del sistema, attraverso un regolamento. Una competenza fondamentale di questo sistema sarà l'accreditamento o meno delle metodologie di misurazione delle emissioni e del sequestro, rimozione o riduzione dei gas a effetto serra.

 

OPPORTUNITÀ IN VISTA

"Il Brasile vede nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio un campo di grandi opportunità per aumentare la produttività, l'occupazione e la generazione di reddito. Uno dei meccanismi più efficaci per sfruttare i nostri vantaggi competitivi è la creazione di un mercato nazionale regolamentato del carbonio", ha sottolineato di recente il Consiglio Brasiliano delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile (CEBDS) in una nota pubblica che comprendeva la posizione del settore imprenditoriale sul mercato nazionale regolamentato del carbonio.

Il CEBDS ritiene che "il mercato regolamentato del carbonio costituisca un'agenda interessante e strategica per il Brasile". Nella stessa nota, l'ente sostiene che la proposta di regolamento debba incorporare i contributi dei settori regolamentati, di specialisti e della società civile, per formare un "ecosistema di mercato che includa un sistema di registrazione per il mercato volontario e un 'cap & trade' per il mercato regolamentato; un'implementazione graduale; la protezione della competitività delle imprese e della sovranità nazionale; la prevedibilità e la certezza giuridica; e la buona governance, con l'efficacia del sistema di tariffazione del carbonio e regole e procedure trasparenti".

Secondo l'Ambasciatore italiano in Brasile, Francesco Azzarello, "il Brasile si candida a diventare uno dei più importanti paesi esportatori di crediti al mondo" in questo mercato. "C'è un concreto interesse imprenditoriale italiano, anche se ho l'impressione che le opportunità non siano note a tutti", ritiene. Secondo l’Ambasciatore, in attesa che il paese "approvi la legge che regola il mercato regolamentato dei crediti di carbonio sul modello europeo, le aziende possono comunque ricorrere al mercato volontario acquistando terreni per certificare l'emissione di crediti da aziende internazionali e immettendoli sul mercato".

Secondo il rapporto della Banca Mondiale "State and Trends of Carbon Pricing 2022", nel 2021 il mercato globale dei crediti di carbonio ha raggiunto gli 84 miliardi di dollari, con un aumento del 60% rispetto al 2020. La crescita esponenziale è ancora più evidente in relazione al Brasile, dove il volume dei crediti di carbonio volontari, generati nel 2021, è aumentato del 236% nel 2020 e del 779% nel 2019. Tale crescita ha portato il Paese a raggiungere il quarto posto nel mondo.

"Si stima che il Brasile possa diventare il principale esportatore di crediti di carbonio al mondo, e diversi investitori istituzionali e privati stanno investendo in terreni e foreste allo scopo di preservarli", commenta Graziano Messana, presidente di ITALCAM. "La previsione è che il potenziale di compensazione del Brasile possa valere da solo il 15%, contro il 5% di Cina e Russia messe insieme", aggiunge Messana, rafforzando il potenziale del gigante sudamericano.

 

DISCUSSIONI PREZIOSE 

ITALCAM ha stimolato le discussioni relative alla cosiddetta Green Economy, in cui è incluso il mercato dei crediti di carbonio. Un esempio è stato l'evento a cui ha partecipato l'allora Ministro dell'Ambiente, Joaquim Leite, lo scorso anno, guidato dal Presidente Messana e con la partecipazione di dirigenti di importanti aziende legate all'ente, tra cui Cesar Alarcon (Pirelli), Nicola Cotugno (Enel), Giuseppe Pinelli (Ecozona Carbon Credit), Rodrigo Lorca (Chiesi), Rickard Shafer (ASJA Environmental) e Antonino Ruggiero (Stylux Renewable Energy). Le discussioni facevano parte dell’attività d’ufficio della Camera di Commercio. Messana sottolinea l'impegno delle imprese italiane nei confronti dei princìpi ambientali e dell'adozione di programmi sostenibili, oltre al gran numero di aziende che offrono servizi volti a mitigare gli impatti ambientali. "Si tratta di un mercato in crescita in cui troviamo buoni esempi di aziende italiane che operano e sono in grado di offrire soluzioni, spesso innovative e con un ampio uso della tecnologia", ha affermato.

Si stima che il Brasile possa avere una partecipazione del 25% al mercato del carbonio, diventando un importante esportatore di crediti, grazie al suo patrimonio di foreste native, alla produzione di energia rinnovabile (tra cui etanolo, cellulosa e biogas) e all'assorbimento di carbonio da parte delle attività agricole, oltre alla preservazione delle foreste native e alle azioni di riforestazione. L'obiettivo brasiliano è azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050.

Durante la COP26, il Brasile ha presentato il Programma di Crescita Verde per promuovere l'agenda della crescita sostenibile nella strutturazione delle politiche pubbliche. Un altro programma è quello denominato Zero Metano, che riguarda i rifiuti organici provenienti da suini, pollame, prodotti caseari, canna da zucchero e discariche, con l'obiettivo di ridurre oltre il 30% delle emissioni di metano nel paese. Infine, è in corso la regolamentazione dell'energia eolica marina e lo sviluppo del Piano Nazionale per l’Idrogeno Verde, che punta a rendere il Brasile un paese esportatore di energia pulita.

Fonte: su informazioni di ANSA, Sustainable Carbon, CEBDS e ITALCAM tramite Rivista AFFARI numero 176 – Rubrica ‘Sustentabilidade’ (Sostenibilità) | pagine 26, 27, 28, 29 e 30: https://bit.ly/41vrFvW

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

Regno Unito - Nuovi investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo nel settore delle telecomunicazioni

Il Primo Ministro britannico ha recentemente elencato le priorità del governo: costruire un futuro migliore, più sicuro e più prospero per il paese, favorire la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità meglio retribuite in tutto il Regno Unito. Questi punti saranno raggiunti solamente a seguito di uno sviluppo dell'infrastruttura digitale del paese: per questo motivo il governo ha annunciato un pacchetto di misure per favorire l'implementazione e l'adozione di reti fisse e wireless, investendo nelle nuove tecnologie ed aumentando la connettività.

La strategia per l'infrastruttura wireless definisce un quadro politico volto ad estendere la copertura 4G al 95% della popolazione britannica, fornire il 5G autonomo a tutte le aree popolate del Regno Unito entro il 2030, investendo 40 milioni di sterline per favorire l'adozione della connessione 5G. Il piano vuole sfruttare e sviluppare le nuove tecnologie nel paese, garantendo che il Regno Unito possa trarre benefici dallo sviluppo della rete 6G e soddisfare le future esigenze in termini di connettività. Il paese lavorerà poi per rimanere al passo con la prossima generazione di tecnologia wireless, garantendo che il 6G sia sviluppato per soddisfare le esigenze delle persone e delle imprese e supportando la competitività del paese a livello internazionale.

Un elemento chiave della strategia sarà la creazione di una serie di “Future Telecoms Research Hubs”, coordinati inizialmente dall’UK Research and Innovation (UKRI) e Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) tramite il Technology Missions Fund (TMF). Questi hub contribuiranno a rafforzare la competitività globale delle aziende britanniche, oltre a fornire le basi per attrarre ulteriori investimenti nel paese. Il sostegno alla ricerca in fase iniziale sarà inoltre integrato con finanziamenti forniti da Innovate UK, a sostegno delle aziende e per accelerare lo sviluppo tecnologico.

Le opportunità di finanziamento nel settore sono disponibili per tutto il 2023 e verranno confermate per il prossimo anno - tutti i finanziamenti saranno assegnati e gestiti dall'UKRI per conto del governo. Il governo britannico ha lanciato inoltre un fondo da 8 milioni di sterline per promuovere ulteriormente la connettività satellitare e per contribuire a garantire che nuove aree del paese ottengano accesso ad una nuova banda larga.

Il governo ha ora lanciato 7 siti in tutto il Regno Unito utilizzando una combinazione di apparecchiature OneWeb e Starlink. Questi siti includono alcune delle aree più remote del Regno Unito, tra cui Snowdonia National Park, North York Moors, Papa Stour e Lundy Island.

Fonte: https://bit.ly/403XD1l

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 5 Maggio 2023