Investimenti

Martedì 15 Marzo 2022

Investimenti record della BERS in Turchia nel 2021 per sostenere la ripresa dell'economia del Paese

Nel 2021 la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha incrementato i suoi investimenti in Turchia fino a raggiungere la cifra record di 2 miliardi di euro sostenendo la ripresa del settore privato duramente colpito dalla pandemia da Covid.19. Infatti, oltre l'85% dei finanziamenti BERS è stato convogliato al settore privato; la BERS ha inoltre smobilizzato fondi aggiuntivi per finanziare in Turchia programmi congiunti dedicati alla sostenibilità ambientale.

Arvid Tuerkner, Amministratore Delegato BERS Turchia, ha evidenziato come la recente firma da parte della Turchia dell'Accordo di Parigi ha aperto la strada a nuovi investimenti per de-carbonizzare l'industria automobilistica con l’obiettivo di procedere al più presto allo svecchiamento del parco auto circolante con nuovi veicoli elettrici commerciali. In questo senso la BERS ha già avviato’ le procedure per l’erogazione di prestiti alla Ford Otosan (più di mezzo milione di euro) e per la creazione di una joint venture tra la casa automobilistica statunitense Ford e la turca Koc Holding per l’espansione del settore della mobilità elettrica.

La BERS ha inoltre concesso un prestito di 150 milioni di euro al noto produttore turco di elettrodomestici, Arçelik, per sostenere un programma triennale di investimenti sostenibili dal punto di vista ambientale e ha investito in un green bond concedendo un prestito alla “Borusan EnBW Enerji”, un'impresa turco-tedesca specializzata in rinnovabili con cui la BERS intende integrare un nuovo pacchetto di investimenti per il prossimo triennio.

Sempre del settore dedicato alla sostenibilità verde, la BERS ha erogato 826 milioni di euro attraverso il Trade Facilitation Program, una linea di credito a favore di 9 banche di leasing turche. Recentemente, il Consiglio di Amministrazione della BERS ha inoltre approvato un finanziamento alla Green Economy da 500 milioni di euro per il 2022, un pacchetto di 150 milioni di euro per la linea ferroviaria Ispartakule-Cerkezkoy (per il collegamento alla rete su rotaia trans europea attraverso la Bulgaria) e per la nuova linea metropolitana Buca a Smirne nonché un nuovo parco autobus a bassa emissione per la Municipalità di Mersin mentre nella città di Gaziantep già sono attivi cinque impianti solari fotovoltaici realizzati grazie ai prestiti BERS. Anche Istanbul ha deciso di velocizzare l’accesso ai programmi e finanziamenti della BERS previsti nel programma Green Cities, seguendo l’esempio di Izmir e di Ankara anche nella gestione dei rifiuti urbani.

La BERS in Turchia è attiva anche nel ridurre il “gender gap” soprattutto nei ruoli manageriali dell’industria dove le donne sono ancora troppo poche. In questo contesto, la BERS ha intensificato gli sforzi per promuovere le pari opportunità e l'emancipazione economica delle donne promuovendo il progetto “Women in Business”, mettendo a disposizione oltre mezzo miliardi di euro.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Martedì 15 Marzo 2022
Martedì 15 Marzo 2022

Gli investimenti diretti esteri in Turchia nel 2021

I dati più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati l’11 febbraio scorso dall’Associazione non governativa Investitori Internazionali in Turchia (YASED), indicano un livello record di 14,1 miliardi di dollari con una crescita del 48% rispetto al 2019. In testa il settore immobiliare con ben 5,8 miliardi di dollari che hanno rappresentato il 41% di tutti gli IDE in entrata in Turchia nel 2021 mentre i restanti si sono indirizzati soprattutto verso il settore ICT, quello del commercio all'ingrosso e al dettaglio e all’automotive. Il settore finanziario e assicurativo, che in passato aveva più contribuito al flusso totale di IDE in entrata, è invece stagnato anche se una ripresa era attesa nel corso del 2022 prima dello scoppio della crisi ucraina.

I dati, diffusi dal Direttore dell’Agenzia per la promozione degli Investimenti della Presidenza della Repubblica Turca Burak Dağlıoğlu, erano quindi decisamente positivi prima del conflitto anche tenendo conto della performance della Turchia nel periodo della pandemia da Covid-19 che aveva fatto registrare un calo degli IDE nel Paese del 18% rispetto al 35% a livello globale. Un risultato che era stato ottenuto anche grazie alla tendenza al c.d. “re-shoring” operato da parte di alcune aziende straniere, in primis europee, che nei due anni di pandemia sono state spinte ad avviare un processo di ”ripensamento” delle proprie supply chains riposizionandosi in Turchia, un mercato con una fiscalità agevolata, manodopera di buon livello e costi dei noli marittimi relativamente contenuti.

Per quanto attiene la provenienza degli IDE, in testa si posizionano i Paesi dell’Ue a 27+UK con oltre il 65% dello stock totale ma sono in crescita anche gli IDE provenienti dal Nord America e dall’Asia orientale.

I primi tre investitori stranieri in Turchia (Regno Unito, USA e Olanda) rappresentano da soli quasi il 50% dei flussi complessivi nel 2021 seguiti, a distanza, da Svizzera, EAU e Germania. In tema di numeri, gli afflussi di IDE in Turchia nel 2021 sono stati pari a 14,1 miliardi di dollari, in crescita dell'80,7%. Per quanto riguarda il dato dei Paesi Bassi, esso è chiaramente influenzato anche dal fatto che molti investimenti internazionali in Turchia transitano da società controllate olandesi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 20 Maggio 2022
Data evento

Lun, 6 Maggio, 2024 - 20:55

Iscrizioni non ancora aperte.

Prossimi eventi:

Mer 03 Lug, 2024

(Subtec Convention Centre, Singapore)
Piattaforma Online
6 Maggio 2024 -

 

Nell'ambito del processo di riattivazione economica, l'EuroCamera del Costa Rica, in collaborazione con la delegazione dell'Unione Europea nel paese, organizza il seminario virtuale “Opportunità di sviluppo e investimento nelle zone franche della Costa Rica”, rivolto alle imprese europee nei settori dell'agroindustria, delle energie rinnovabili, della mobilità “pulita” e del settore dei dispositivi medici e farmaceutici.

Questo seminario, che si svolgerà il 10 marzo, nasce con l'intento di stringere nuovi legami commerciali con l'Unione Europea, che pur essendo già consolidati hanno un ampio margine di crescita; e sono ancora lontani dal raggiungere il livello degli scambi commerciali che il paese ha con gli Stati Uniti.

Fondata nel settembre 2017, l'EuroCamera del Costa Rica è una federazione di camere di commercio bilaterali europee; le camere che la compongono sono: Italia, Francia, Spagna, Germania, Belgio e Paesi Bassi. Ogni anno, una delle camere binazionali dirige la presidenza della federazione. Per l'anno 2021-2022 la Camera di Commercio e Industria Italo-Costaricana guida l'Eurocamera.

Gli obiettivi dell'Eurocamera sono:

• fungere da interlocutore per i propri Associati dinanzi ai vari organi ed enti dell'Unione Europea;

• fornire supporto commerciale alle aziende in Costa Rica e nell'Unione Europea;

• sviluppare e agevolare l'attrazione di investimenti diretti europei in Costa Rica;

• incoraggiare gli investimenti e il commercio realizzando eventi, studi, seminari, workshop e pubblicazioni;

• fornire le informazioni, i servizi e il supporto necessari agli imprenditori per il miglior rendimento e successo delle loro attività;

• promuovere la cooperazione con l'obiettivo di contribuire allo sviluppo delle relazioni commerciali, industriali, economiche, finanziarie, di servizi e culturali tra il Costa Rica e l'Unione Europea.

 

L'Unione Europea continua ad essere uno dei maggiori partner commerciali del Costa Rica, sia per le importazioni che per le esportazioni. C'è stata una crescita costante negli intercambi commerciali dalla firma dell'accordo di associazione fino all'inizio della pandemia. In Centro America, il Costa Rica ha l'offerta esportabile più diversificata e con il più alto valore aggiunto.

 

Di seguito i dati relativi alla bilancia commerciale del 2020:

(fonte: https://trade.ec.europa.eu/access-to-markets/it/country/doing-business-costa-rica)

 

Obiettivo del seminario è apportare fruttuosi benefici al progresso dell'economia nazionale.

Per partecipare al seminario è possibile registrarsi al seguente link http://eurocamaracr.com/webinar-development-and-investment-registration-form/ o inviare una e-mail a proyectos@eurocamaracr.com    

 

Guarda la registrazione dell'evento:

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italo-Costaricana)

 

Martedì 4 Gennaio 2022

Importanti investimenti negli USA per le infrastrutture: firmato da Biden il nuovo ddl

Nel ddl infrastrutture firmato dal Presidente Joe Biden nel mese di novembre, è previsto un pacchetto complessivo di misure di 1,2 trilioni di dollari.

In particolare, il piano prevede 550 miliardi di dollari di investimenti federali nelle infrastrutture americane per i prossimi cinque anni che riguarderanno strade, ponti, trasporti di massa, ferrovie, aeroporti e porti.

Saranno poi dedicati 65 miliardi di dollari per il miglioramento della banda larga, decine di miliardi di dollari per il miglioramento della rete elettrica e dei sistemi idrici e 7,5 miliardi per l'installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici in tutto il paese.

Il pacchetto di misure è stato varato a seguito di un accordo bipartisan.

Fonte: Il Sole 24 Ore

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Martedì 4 Gennaio 2022
Martedì 4 Gennaio 2022

Nel 2021 gli investitori privati hanno collocato 500 milioni di dollari in asset venezuelani

In Venezuela sono stati realizzati investimenti privati ​​nazionali ed esteri per un importo stimato di 500 milioni di dollari, che potrebbero "aumentare in modo esponenziale" nel 2022, secondo l'advisor finanziario Óscar Doval, direttore di Rendivalores Casa de Bolsa, presidente del Fondo di investimento nazionale e International Venecapital e la società di consulenza e banca d'investimento britannica Moore GSF.

Doval ha spiegato che oltre alle operazioni di acquisto e vendita di asset “su larga scala”, ci sono stati anche “un gran numero di investimenti che stanno andando sottobanco a causa dell'emissione di sanzioni... e direi che insieme si aggiungono circa 500 milioni di dollari, che non è poco, per un Paese come il Venezuela è una cifra significativa”.

Ha spiegato che gli investitori privati ​​stanno scommettendo per attivare l'apparato produttivo e beneficiare, il che indica che sta emergendo uno scenario di una certa ripresa "non solo quest'anno ma nell'anno a venire".

Fonte: https://bit.ly/3JGloW3

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Venezolano-Italiana)

Ultima modifica: Martedì 4 Gennaio 2022
Giovedì 23 Dicembre 2021

Cresce il numero dei Paesi europei che scelgono il mercato turco come alternativa a quello asiatico per delocalizzare le proprie attività produttive

L’impatto della pandemia sulla economia mondiale ha avuto conseguenze pesanti per ogni settore produttivo. Tali cambiamenti hanno costretto molti Paesi europei a spostare la loro produzione e diversificare gli abituali canali di approvvigionamento anche a causa del forte incremento delle spese di trasporto marittimo. I recenti casi del colosso svedese “IKEA” e il retail di abbigliamento polacco “LPP” che hanno manifestato l’intenzione di sposare in Turchia gran parte della loro produzione per far fronte ai problemi con le loro abituali catene di approvvigionamento, ne sono uno dei tanti esempi.

A questi si aggiungono i casi del colosso farmaceutico tedesco “Boehringer Ingelheim”, l'azienda di packaging belga “DW Reusables” e la Giapponese “Daikin”, già presenti in Turchia ma che hanno anch’essi annunciato nuovi IDE attraverso l’acquisizione di quote di aziende locali. A questo proposito l’ente camerale britannico in Turchia ha commentato che alcune aziende inglesi - quelle ad esempio del settore automotive - che hanno attualmente i propri impianti produttivi nel sud est asiatico, hanno manifestato il forte interesse a ridurre i costi di produzione attraverso la frammentazione e lo spostamento in Turchia soprattutto delle loro produzioni “labour intensive” e quelle “green” considerando per quest’ultime l’elevato livello di sviluppo raggiunto dalla Turchia nelle rinnovabili. Anche sul versante italiano si assiste ad un crescente interesse per il “near-shoring” in Turchia.

Queste operazioni sono favorite anche dalla buona infrastruttura logistica di cui la Turchia si è dotata negli ultimi anni, in particolare nel settore portuale ma anche attraverso gli investimenti previsti in prospettiva nel settore ferroviario, nell’ambito della Strategia governativa 2023. La presenza di numerose Free Trade Zones e la collocazione geografica strategica del Paese - che rende conveniente sia il movimento di container che il trasporto combinato (Ro-Ro) – sono ulteriori fattori che possono agevolare i processi di “re-shoring”.

L’Agenzia Presidenziale per gli Investimenti Esteri (www.invest.gov.tr), presieduta da Burak Daglioglu, è attiva da diversi anni per cercare di favorire le operazioni delle compagnie straniere che intendono effettuare un investimento in Turchia.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

Il Vietnam gode di grandi vantaggi nell'attrazione degli investimenti esteri

Si stima che nel cambiamento di produzione globale attualmente in atto, il Vietnam sia in grado di competere per gli investimenti diretti esteri (IDE) contro i principali concorrenti, ha affermato Nguyen Bich Lam, ex direttore generale dell'Ufficio di Statistica Generale.

In un'intervista con la Vietnam News Agency, Lam ha citato il rapporto sugli investimenti del 2021 della “Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo” (UNCTAD) nel quale si affermava che nel 2020 il Vietnam ha attirato 16 miliardi di dollari di IDE, entrando tra i primi 20 paesi del mondo in termini di attrazione degli investimenti diretti esteri per la prima volta.

Nonostante il COVID-19, nei primi dieci mesi dell’anno, 23,74 miliardi di dollari sono stati investiti in 18 diversi settori in Vietnam, di cui il 53,7% (12,74 miliardi di dollari) in attività dedite alla lavorazione e alla produzione. Ciò significa che gli investitori stranieri stanno riponendo grande fiducia nel Vietnam come parte della catena di approvvigionamento globale.

Nello stesso periodo, 7,09 miliardi di dollari sono stati aggiunti ai progetti di investimenti diretti esteri già esistenti nella nazione, con un aumento del 24,2% su base annua, mentre il contributo di capitale straniero e l'acquisto di azioni hanno raggiunto i 3,63 miliardi di dollari.

Negli ultimi dieci mesi, il Vietnam ha registrato 267,93 miliardi di dollari di fatturato dall'esportazione, con un aumento del 28,2% annuo. Della somma, il settore degli IDE ha contribuito con oltre 196,7 miliardi di dollari, con un aumento annuo del 20,3%. Il valore delle importazioni delle imprese estere, nel frattempo, ha raggiunto quasi 176,9 miliardi di dollari, in crescita del 31,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e rappresentando il 65,7% del totale del paese.

Per quanto riguarda i vantaggi del Vietnam nell'attrarre investimenti stranieri, Lam ha affermato che l'ambiente macroeconomico e la politica sono stabili, l'economia è dinamica e il mercato dei consumi si sta espandendo con abbondanti fonti di approvvigionamento. Ha anche elencato importanti politiche rivolte all'attrazione degli investimenti esteri e al miglioramento del clima imprenditoriale.

Inoltre, il Vietnam è membro di molti accordi commerciali multilaterali e bilaterali su larga scala come l'Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP); l’Accordo di libero scambio UE-Vietnam (EVFTA); e i numerosi accordi commerciali bilaterali del Vietnam con gli Stati Uniti, la Repubblica di Corea, il Giappone e il Regno Unito.

Lam ha osservato che per attrarre e mantenere efficacemente gli investimenti stranieri in Vietnam, il governo e i ministeri, i settori e le località pertinenti devono implementare una serie di soluzioni. In particolare, nel prossimo periodo, il governo dovrebbe rivedere e adeguare prontamente le politiche di investimento estero per stare al passo con le fluttuazioni dell'economia globale e con i cambiamenti nelle strategie di attrazione degli investimenti esteri degli altri paesi.

Inoltre, ha sottolineato la necessità di costruire e mantenere vantaggi competitivi come condizioni di investimento aperte e un sistema legale trasparente; consolidare la già stabile base macroeconomica e politica; e avere la giusta strategia per gestire l'epidemia del COVID-19 e accelerare il processo di vaccinazione.

Fonte: https://bit.ly/3J7lBBx

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Giovedì 23 Dicembre 2021

L'Italia diventa il primo investitore nella Regione PACA, sorpassando gli Stati Uniti

In un contesto di rallentamento globale degli investimenti internazionali a causa della crisi COVID-19, 77 progetti sono stati comunque conclusi nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Da marzo 2020 stiamo affrontando una crisi sanitaria ed economica senza precedenti. Nonostante un calo delle decisioni di investimento del 17% rispetto al 2019 (anno record), sono emersi 77 progetti di investimento internazionale per un totale di 1.851 posti di lavoro creati e mantenuti grazie al supporto di attori regionali che hanno sostenuto le imprese straniere. In questo contesto, i settori Salute ed Energia hanno trainato particolarmente questa crescita.

L’impatto di questa crisi non è quindi neutro. Si manifesta, ad esempio, quest’anno con l’arrivo dell’Italia al primo posto degli investitori stranieri nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, sorpassando così gli Stati Uniti, da diversi anni in testa. La vicinanza geografica, tra le altre, spiega questa situazione in particolare. Per fare un confronto, questi due Paesi sono responsabili del 32% dei progetti e del 28% dei posti di lavoro, mentre la Germania e il Regno Unito registrano il 10% dei progetti.

Il nostro territorio”, dice Renaud Muselier, Presidente della Regione PACA, “ha saputo attrarre questi investitori grazie ai suoi molteplici punti di forza, in particolare il posizionamento geostrategico tra Europa e Africa, il suo potenziale di innovazione, la qualità della sua formazione e del suo tessuto economico. Attrattività ed esportazione giocano un ruolo molto importante nel nostro piano regionale che mira a uscire dalla crisi economica il più rapidamente possibile e per questo abbiamo creato nel dicembre 2020 il Team France Invest Région Sud. Quest’ultimo riunisce tutti gli attori dell’ecosistema regionale e mira a supportare gli investitori nei loro progetti nella Regione.”

Più che mai, la ripresa richiede apertura e cooperazione internazionale. La Regione di Nizza e Marsiglia, con il suo ecosistema su misura, ne è l’esempio perfetto.

Fonte: https://bit.ly/3mmBvOx

 

(Contenuto editoriale a cura della Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d'Azur)

 

Ultima modifica: Giovedì 23 Dicembre 2021
Lunedì 20 Dicembre 2021

Madrid concentra il 60% degli investimenti in Spagna nel primo semestre dell’anno

Secondo gli ultimi dati del Registro de Inversiones, in Spagna si sono registrati 6.894 milioni di euro di investimenti produttivi tra gennaio e giugno 2021, dopo due dei peggiori trimestri dal 2012. Questi dati vanno inseriti nel loro giusto contesto, dal momento che soffrono di un marcato effetto calendario (storicamente, le segnalazioni in alcuni settori tendono a concentrarsi negli ultimi trimestri dell'anno, con la media dei secondi semestri superiore del 30% rispetto a quelle del primo nell'ultimo decennio) e sono comunque cifre preliminari, che possono essere successivamente riviste al rialzo.

I dati relativi seguono questa linea. Dopo il 2020 in cui, in controtendenza rispetto all’andamento a livello mondiale ed europeo, i flussi di investimenti produttivi lordi ricevuti da Madrid sono aumentati del 25%, raggiungendo i 18.548 milioni di euro, il Registro annovera investimenti produttivi per 4.150 milioni nel primo semestre del 2021, il 60% del totale nazionale.

Spiccano in questo primo semestre gli investimenti a Madrid dagli Stati Uniti, 1.474 milioni di euro, più della metà dei quali concentrati nel settore delle Telecomunicazioni, e con rilevanti investimenti anche in Altre attività sportive. Gli Stati Uniti si confermano quindi come principale paese investitore a Madrid nell'ultimo decennio.

 

La Francia, con 669 milioni e con un grande peso nei dati del settore energetico e dei servizi finanziari, e il Regno Unito (495 milioni, tra cui spiccano gli investimenti nella Produzione di bevande e nell'approvvigionamento energetico) sono i paesi che completano il podio degli investimenti. Tra i primi 5 maggiori investitori figurano anche la Cina (329 milioni, quasi interamente nel settore energetico) e i Paesi Bassi (241 milioni, con un andamento abbastanza diversificato). Altri quattro Paesi hanno già superato i 100 milioni di investimenti in questi primi sei mesi dell'anno.

 

Progetti greenfield

I dati forniti da fonti private come fDi Markets del Financial Times, che dal 2003 monitora le operazioni di investimento greenfield transfrontaliero, consentono di ottenere prospettive avanzate sull'evoluzione degli investimenti nel corso dell'anno a Madrid.

Dopo un 2020 in cui sia il numero di progetti che gli investimenti associati sono diminuiti in modo significativo per l'effetto della pandemia, a Madrid è evidente la ripresa nel 2021. Secondo l'ultimo aggiornamento, con dati da gennaio ad agosto, a Madrid sono già stati annunciati un centinaio di progetti (il 22% di quelli annunciati in Spagna), con un investimento associato di 2.028 milioni di dollari e la creazione di 7.381 posti di lavoro locali.

Non a caso, Madrid è la terza città per numero di progetti greenfield ricevuti in Europa dal 2003 e la dodicesima nel mondo.

 

Filiali di società estere

L'Istituto Nazionale di Statistica spagnolo (INE), nel suo recente aggiornamento annuale (con i dati del 2019) sulle filiali estere in Spagna, indica un aumento del 9,5% del numero, del 6,9% dell'occupazione e dell'8,4% delle spese per il personale.

Sebbene queste imprese rappresentino appena lo 0,47% del totale delle imprese dei settori analizzati dall'INE (Industria, Commercio e Servizi del mercato non finanziario), il loro impatto sull'economia nazionale è molto rappresentativo: contribuiscono al 28,1% del fatturato, 15,3 % sull'occupazione, 24,2% sui costi del personale e 39,5% sulle esportazioni.

Madrid, nell'ultimo aggiornamento che ha consentito confronti tra regioni, ha concentrato in Spagna il 38% delle affiliate estere, il 53% dell'occupazione, il 56% del fatturato e il 45% delle esportazioni.

 

Fonte: https://www.monedaunica.net/

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Lunedì 20 Dicembre 2021
Lunedì 20 Dicembre 2021

Nuove politiche governative per stimolare gli investimenti nel sud-ovest della Cina

Il 5 novembre, in occasione della quarta edizione del China International Import Expo, si è svolto il Chongqing Investment and Trade Cooperation Forum, tenuto congiuntamente dal Governo di Chongqing e dalla Commissione Municipale del Commercio di Chongqing. Il forum ha attirato multinazionali leader in vari settori, aziende estere e importanti associazioni imprenditoriali, tra cui 37 imprese incluse nella classifica "Fortune Global 500". L’obiettivo del Forum è stato quello di promuovere la città di Chongqing nell’ambito della cooperazione commerciale internazionale; in particolare, il distretto di Jiabei e la zona protetta del distretto di Yongchuan sono state promosse alle aziende partecipanti come centri dello sviluppo economico della città. Attraverso questa piattaforma internazionale, il governo di Chongqing vuole incentivare la collaborazione con aziende nazionali ed internazionali tramite attività di comunicazione, per contribuire attivamente alla promozione dello sviluppo economico della città. Durante l’expo che ha ospitato il forum, il governo municipale di Chongqing ha stipulato 24 accordi di collaborazione commerciale, tra cui 19 progetti di investimento (9 progetti a finanziamento estero), che riguardano vari settori, come industria manifatturiera, nuove energie, software e IT, tecnologia smart.

Relativamente allo sviluppo economico della zona meridionale cinese, nella provincia dello Yunnan il Dipartimento di Finanza e il Dipartimento dell’Industria e Informazione Tecnologica hanno emesso una nuova regolamentazione per la gestione dei fondi speciali provinciali per lo sviluppo delle piccole e medie imprese dello Yunnan. Oltre a promuovere la trasformazione delle PMI locali, le nuove misure incentivano l'innovazione tecnologica, lo sviluppo del mercato, il miglioramento dell'ambiente economico e la crescita del numero di operatori di mercato. È stata enfatizzata una gestione dei fondi in linea con principi di conformità alla legge, imparzialità, giustizia ed efficienza così da fornire sostegno alle PMI nell’ottimizzazione della loro capacità di innovazione e del loro livello di specializzazione.

Tra le nuove politiche a sostegno delle PMI, il 29 ottobre nella provincia sud-occidentale del Guizhou è stata completata la prima attività di esportazione transfrontaliera realizzata tramite il modello “9610”, che ha segnato il successo del modello stesso. “9610” è un metodo di controllo doganale in base al quale, in seguito alla trasmissione delle informazioni alla dogana tramite la piattaforma di servizio pubblico di e-commerce transfrontaliero, la dogana procede allo sdoganamento immediato, riducendo le procedure intermedie e fornendo, dunque, un importante sostegno alle piccole, medie e micro imprese che vogliono espandersi all’estero tramite e-commerce. A partire dallo scorso luglio, infatti, il Dipartimento del Commercio di Guizhou e la Dogana di Guiyang hanno rafforzato la loro cooperazione sfruttando i vantaggi del centro di servizi di e-commerce transfrontaliero di Alibaba nel Guizhou per supportare i prodotti delle città di Guiyang, Gui'an, Zunyi e promuoverli sul mercato internazionale.

Per incentivare gli investimenti, infine, il 3 novembre è stata costituita la Entrepreneur Cooperation Alliance, un’associazione che riunisce in attività di cooperazione quasi mille imprenditori della provincia del Sichuan e della Greater Bay Area, regione comprendente Guangdong, Hong Kong e Macao. L’associazione si pone come obiettivo la promozione del circolo economico delle due aree attraverso l'innovazione tecnologica, la cooperazione tra imprese e il sostegno all'imprenditoria giovanile, così da offrire alle aziende locali uno spazio più ampio per lo sviluppo continuo.

Fonti: https://bit.ly/3q9EWJH; https://bit.ly/3q7lFZ3; https://bit.ly/3IXJA5Q; https://bit.ly/3GTpV5e; https://bit.ly/3GThiYA

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)

Ultima modifica: Lunedì 20 Dicembre 2021