Export

Mercoledì 2 Agosto 2023

Le esportazioni e le importazioni in Portogallo sono aumentate a maggio del 15,9% e del 15,7%

Secondo i dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE), a maggio 2023 le esportazioni di merci in Portogallo sono aumentate del 15,9% rispetto ad aprile, mentre le importazioni sono risultate in crescita del 15,7%, per un ammontare totale di 9,5 miliardi di euro.

Da gennaio a maggio le esportazioni verso l'Unione Europea sono aumentate del 4,2%, registrando una quota sull'export totale del 70,8%. La Spagna continua a distinguersi come principale destinazione dei prodotti e servizi portoghesi, ma nel periodo gennaio-maggio è stata la Francia a dare il maggior contributo alla crescita complessiva delle esportazioni.

Al di fuori dell'Unione Europea, le esportazioni sono aumentate del 7,6% su base annua, con un peso complessivo del 29,2%. Gli Stati Uniti e il Regno Unito, con quote rispettivamente del 6,3% e del 4,7%, sono stati i principali clienti extra UE e quarto e quinto a livello mondiale.

Fonte: https://tinyurl.com/bdd92db4

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Mercoledì 2 Agosto 2023
Lunedì 31 Luglio 2023

L’interscambio commerciale della Serbia - maggio 2023

Secondo i dati dell'Ufficio statistico serbo, nel periodo gennaio-maggio 2023 la Serbia ha:

  • esportato merce per un valore di 12.079,50 milioni di euro, con un aumento del 10,50% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso;
  • importato merci per 15.467,20 milioni di euro, con una riduzione del 5,00% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Gli scambi complessivi delle merci sono stati pari a 27.546,70 milioni di euro, con un aumento del 1,20% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Espresso in euro, il deficit è di 3.387,70 milioni, con una riduzione del 36,70% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La copertura delle importazioni rispetto alle esportazioni è del 78,10% ed è maggiore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando era del 67,10%.

L’interscambio commerciale è stato maggiore con i paesi con i quali la Serbia ha firmato accordi di libero scambio. Gli Stati membri dell'UE rappresentano il 60,00% dell’interscambio totale. L’Italia è stata il terzo cliente (767,50 milioni di euro) ed il terzo fornitore (1.101,30 milioni di euro) della Serbia, nonché uno dei principali investitori stranieri nel Paese.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)

Ultima modifica: Lunedì 31 Luglio 2023
Venerdì 28 Luglio 2023

Il commercio estero della Turchia nel rapporto di TÜİK e del Ministero del Commercio del 23 giugno 2023

Secondo i dati diffusi da “TurkStat” in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di maggio 2023, su base annua, le esportazioni della Turchia sono state pari a 21,6 miliardi di dollari facendo registrare un incremento del 14.4% sull’analogo mese del 2022; l’import cresce invece del 15.5% attestandosi a 34,2 miliardi. Il deficit commerciale nel mese di maggio è stato pari a 12,5 miliardi di dollari (+17,6% su maggio 2022).
Le vendite turche nei primi cinque mesi del 2023 hanno invece superato i 102 miliardi di dollari (solo un +0,1%) mentre gli acquisti sono ammontati a 158,5 miliardi (+8,8% sui primi cinque mesi del 2022).

Se scorporiamo la voce fabbisogno energetico e oro, nel mese di maggio 2023, il deficit commerciale si è attestato a 5,9 miliardi di dollari con un rapporto percentuale di copertura delle esportazioni sulle importazioni del 77,4%. Nei primi cinque mesi del 2023, invece, si è registrato un disavanzo commerciale pari al +29,3% sull’analogo periodo del 2022, attestandosi a 56,2 miliardi di dollari ed il rapporto di copertura dell’export sull’import scende al 64,7% dal 70,2% di un anno fa.

A livello geografico, nel mese di maggio 2023, il principale mercato di sbocco delle merci turche è stato quello tedesco (1,8 miliardi di dollari), seguito da quello statunitense (1,3 miliardi) e da quello del Regno Unito (1,5 miliardi) che precede quello dell’Iraq (1,11 miliardi) e dell’Italia (11,4 miliardi). Se prendiamo in considerazione i primi cinque mesi del 2023, la Germania si conferma primo Paese cliente della Turchia con 8,9 miliardi di merci e servizi acquistati precedendo Stati Uniti (6,6 miliardi), Italia (5,1 miliardi) che precede Regno Unito e Federazione Russa rispettivamente con 4,9 e 4,8 miliardi di importazioni.
Tra i principali fornitori, nel mese in osservazione, la Federazione russa si piazza al 1° posto con 4,6 miliardi di dollari, seguita da Cina (4,3 miliardi), Germania (2,6 miliardi) con gli UAE (1,8 miliardi) che superano gli Stati Uniti (1,6 miliardi di dollari). Nei primi 5 mesi del 2023 rispetto a quello analogo del 2022, la Russia ha esportato in Turchia merci e servizi pari a 21,8 miliardi di dollari precedendo Cina, Germania, Svizzera e Stati Uniti.

Nel 2022 le esportazioni turche erano aumentate del 12,9% rispetto all’anno precedente e si attestavano a 254,2 miliardi di dollari rispetto ai 363,7 miliardi di import (+34% sul 2021). Il deficit commerciale alla fine dell’anno scorso era stato pari a 109,5 miliardi di dollari con un incremento sul 2021 del 137%; un disavanzo commerciale appesantito dall’import di energia (22,2%), dalle importazioni di oro non lavorato (lingotti) pari a 4,1 miliardi di dollari (+859%) e di macchinari e macchine elettriche (+40,5%) pari 2,1 miliardi di dollari.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 28 Luglio 2023
Giovedì 27 Luglio 2023

Brasile - La Politica della cultura dell'esportazione vuole espandere il commercio estero

Dopo la sanzione del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva, la Politica Nazionale per l'Esportazione della Cultura è stata pubblicata questo martedì (11), nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione. Uno degli obiettivi è quello di migliorare le politiche pubbliche finalizzate al commercio estero.

Il documento istituisce anche il Comitato Nazionale per la Promozione della Cultura dell'Esportazione, presieduto dal Ministero dello Sviluppo, dell'Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC), con la rappresentanza dei Ministeri dell'Agricoltura e dell'Allevamento e degli Affari Esteri, oltre al Servizio Brasiliano di Supporto alle Micro e Piccole Imprese (Sebrae) e all'Agenzia Brasiliana per la Promozione delle Esportazioni e degli Investimenti (ApexBrasil). Ciascun membro ha inoltre un supplente da sostituire in caso di assenza.

Il Comitato avrà il compito di redigere una relazione annuale sull'attuazione della politica della cultura dell’esportazione, che dovrà essere trasmessa al Presidente della Repubblica entro la seconda metà di gennaio dell'anno successivo. Il gruppo sarà anche responsabile del monitoraggio delle misure stabilite.

Tra le azioni previste dalla nuova politica, ci sono la formazione delle imprese interessate all'export, il ravvicinamento tra le imprese esportatrici e l'individuazione di opportunità per favorire una cultura della esportazione.

Le azioni saranno rivolte a tutti i settori dell'economia e cercheranno di sostenere le imprese ad entrare e rimanere nel commercio estero, in particolare i business di micro, piccole e medie dimensioni.

 

Analisi delle operazioni

La pubblicazione del provvedimento si accompagna a una serie di azioni del governo federale per promuovere il settore. Questo lunedì (10), il MDIC ha annunciato - attraverso la Camera di Commercio Estero (Camex) - la firma di un contratto di un anno con l'Agenzia Brasiliana per la Gestione dei Fondi degli Assicuratori e delle Garanzie (ABGF), per l'analisi delle operazioni dell'esportazione, che coinvolgono l'assicurazione del credito assicurata dal Fondo di Garanzia all'Esportazione (FGE).  

Il Vicepresidente della Repubblica e Ministro del MDIC, Geraldo Alckmin, ha festeggiato sui suoi social media il fatto che il governo sia riuscito ad evitare la liquidazione di ABGF, tentativo che era stato fatto senza successo nel precedente governo, attraverso la firma del contratto. "Un passo importante per noi per promuovere le esportazioni, che generano posti di lavoro di qualità con un aumento del reddito", ha affermato.

Fonte: https://tinyurl.com/4erekdbb

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Giovedì 27 Luglio 2023
Venerdì 21 Luglio 2023

Baden-Württemberg - il Land tedesco campione dell'export

La ricetta di successo dell’economia del Land Baden-Württemberg si basa sull’alta quota di export generato dalle imprese qui insediate

ll Baden-Württemberg, situato nel sud ovest della Repubblica Federale al confine con Francia e Svizzera, è posizionato in un’area geografica, industriale e tecnologica molto dinamica e collegata a livello internazionale. Le dimensioni dell’economia del Land si possono paragonare a quelle di altre nazioni europee come Belgio, Svezia o Austria. Nonostante sia il terzo Stato Federale della Germania in termini di superfice geografica, il Baden-Wuerttemberg registra il più alto volume delle esportazioni, ovvero di 17.100 euro di prodotti/beni/ servizi esportati per abitante, circa il 50 per cento in più rispetto alla media dei 16 Länder tedeschi.

È difatti il Land le cui imprese sono maggiormente conosciute e meglio posizionate sul mercato economico europeo e globale. Nel 2021 in Baden-Württemberg erano attive in totale 414.856 aziende, che hanno generato circa 1,13 trilioni di euro di fatturato.

Aziende come Daimler (Mercedes-Benz), Porsche, Bosch o SAP, che hanno le loro sedi centrali nel Baden-Württemberg, sono conosciute in tutto il mondo. Tuttavia, anche le piccole e medie imprese sono responsabili del successo economico del Land. Circa il 99 per cento di tutte le aziende nel paese hanno meno di 250 dipendenti. Tra queste, circa 400 sono le cosiddette “hidden champions”, ovvero aziende che non sono conosciute al vasto pubblico, nonostante siano dei leader del mercato mondiale nei propri settori di attività.

Nel 2021 la percentuale delle esportazioni del Baden-Württemberg, ovvero la quota del volume delle esportazioni sul prodotto interno lordo, è stata di circa il 38%. Di conseguenza, la crescita economica del paese dipende in particolar modo da relazioni con aziende estere partner, e circa un dipendente su tre lavora direttamente o indirettamente per le esportazioni. Il portafoglio delle esportazioni del Baden-Württemberg è costituito per la maggior parte da beni strumentali/prodotti: in particolare i veicoli a motore e i macchinari sono stati senza dubbio i beni di esportazione più importanti (quota pari a 41%).

I principali mercati di vendita e dunque destinazione dei prodotti del Baden-Württemberg nel 2022 sono stati gli USA con il 12,2 per cento, la Cina con il 9,0 per cento e la Svizzera al terzo posto con il 7,7 per cento. Complessivamente, il 46,1 per cento delle esportazioni è stato destinato all'UE-27, il 19,8 per cento all'Asia e il 15,3 per cento all'America.

 

Fonte: https://tinyurl.com/22r3nfed; https://tinyurl.com/y6ws7cua; statista.de

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Tedesca)

Ultima modifica: Venerdì 21 Luglio 2023
Martedì 18 Luglio 2023

Regno Unito - Il nuovo regime di rimborso dei dazi entra in vigore per le aziende che spostano merci in Irlanda del Nord

È stato ufficialmente lanciato il nuovo regime di rimborso dei dazi per le imprese che spediscono merci dalla Gran Bretagna all'Irlanda del Nord, senza ulteriori spostamenti in UE. Lo schema fornirà un elemento ulteriore al quadro Windsor, concordato dal primo ministro Rishi Sunak e dal presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen nel marzo 2023.

Il Windsor Framework è stato firmato per migliorare gli accordi commerciali post-Brexit coinvolgendo l'Irlanda del Nord - che di fatto è rimasta nel mercato unico dell'UE dopo l'uscita del Regno Unito - al fine di evitare una frontiera fisica al confine con Irlanda.

Il Duty Reimbursement Scheme, che è entrato in vigore venerdì scorso, consentirà ai commercianti che spostano merci in Irlanda del Nord di richiedere il rimborso dei dazi dell'UE, dimostrando che le loro merci saranno vendute o utilizzate in zone o luoghi diversi dall'UE.

Victoria Atkins MP, segretario finanziario del Tesoro, ha dichiarato: “I trader hanno atteso con impazienza il lancio di questo schema e sono lieta che ora sia attivo. Questo soddisfa le richieste di molte aziende con cui abbiamo parlato: abbiamo lavorato duramente per implementare il più rapidamente possibile l'accordo sul Windsor Framework".

Alla fine della scorsa settimana, il comitato consultivo doganale congiunto dell'HMRC ha scritto alle parti interessate del settore, affermando che il regime sarà di "particolare vantaggio per le imprese nei settori manifatturiero e all'ingrosso". "I commercianti saranno in grado di utilizzare questo regime per i dazi UE pagati sulle merci spostate in Irlanda del Nord dal gennaio 2021, inviando un modulo digitale insieme ai documenti di accompagnamento e alle prove tramite gov.uk", ha scritto.

Il governo britannico sta lanciando inoltre un nuovo schema per i commercianti UK in cui potranno dichiarare che le merci dirette in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna non entreranno in UE. Lo UK Internal Market Scheme sostituirà lo UK Trader Scheme dal 30 settembre 2023 e sarà un altro elemento chiave negli sforzi del paese per preservare il proprio mercato interno, inclusa l'Irlanda del Nord.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 1 Agosto 2023
Lunedì 10 Luglio 2023

Le esportazioni britanniche di carne e pesce in UE sono dimezzate dopo la Brexit

Le esportazioni di carne verso i paesi dell'UE sono diminuite del 42% da dicembre 2020 a marzo 2023, secondo l'analisi dei dati commerciali del governo. Le cifre mostrano anche un calo del 45% nei numeri di pesci, crostacei e molluschi esportati in Europa nello stesso periodo.

Il peso delle esportazioni di carne verso i Paesi UE è sceso da poco più di 56 milioni di chilogrammi nel dicembre 2020, a 34,5 nel 2023. Le esportazioni di pesce, crostacei e molluschi sono scese invece da poco più di 27 milioni di chilogrammi a 14,7 nello stesso periodo.

Il governo ha sostenuto che confrontare i dati sulle esportazioni di dicembre 2020, il mese prima della Brexit, con marzo 2023 – gli ultimi dati disponibili – è “fuorviante”. "Queste cifre sono ingannevoli poiché le esportazioni sono sempre molto elevate nel mese di dicembre, a causa della domanda natalizia. La crescita economica e il sostegno alle imprese nell’esportazione di carne e prodotti ittici rimane una priorità per questo governo”.

"Stiamo continuando a lavorare con le imprese per alleggerire qualsiasi onere amministrativo che coinvolga le esportazioni - anche verso una digitalizzazione dei certificati sanitari - aiutando le nostre comunità di pescatori con investimenti fino a 100 milioni di sterline".

I leader aziendali hanno avvertito che ci saranno ulteriori difficoltà per i rivenditori di generi alimentari britannici, a causa di una nuova serie di controlli sulle importazioni dell'UE a partire da ottobre, inclusa una tassa fino a 43 sterline per le spedizioni di beni agroalimentari.

Nonostante abbia escluso il rientro nel mercato unico europeo, il ministro degli esteri David Lammy ha lasciato intendere che la politica del governo UK potrebbe avanzare verso la creazione di nuovi legami con Bruxelles; tuttavia, ha respinto l’ipotesi cui la Brexit abbia contribuito ad alimentare la crisi dell'inflazione nel paese.

Il portavoce ufficiale di Rishi Sunak ha dichiarato: "La Brexit ha creato un numero enorme di opportunità per il Regno Unito e per le nostre aziende", aggiungendo che l'inflazione è stata simile in altri paesi europei. Il governo ha poi affermato che l’aumento tariffario da £20 a £43 per le importazioni di beni agroalimentari è stato necessario a causa del nuovo regime di controlli post-Brexit.

"Attualmente stiamo consultando il settore e le imprese per assicurarci di adottare l'approccio più equo e funzionante per loro, facilitando il movimento delle merci nel paese e proteggendo la nostra biosicurezza”.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Lunedì 10 Luglio 2023
Venerdì 9 Giugno 2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento del 17 maggio

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel primo trimestre del 2023 - rispetto all’analogo periodo del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento del 7,1%. L’Italia si colloca al 6° posto tra i maggiori partner commerciali con 6,8 miliardi di dollari di interscambio ed una quota del 3,7% sul totale importato dalla Turchia.

Il nostro Paese, in ambito UE, si piazza invece al secondo posto preceduto dalla Germania (12,11 miliardi di merci e servizi venduti) e prima di Francia (5,5 miliardi) e Spagna (4,57 miliardi) e conferma, infine, come primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo.

Nei mesi gennaio-marzo 2023, le esportazioni italiane sono state 3,57 miliardi di dollari con un incremento dell’export in valore del 20,7% rispetto al 2022, che collocano l’Italia al sesto posto tra i principali fornitori della Turchia preceduti da Russia, Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti. L’Italia balza invece al terzo posto, subentrando alla Federazione russa, tra i principali clienti dopo Germania e Stati Uniti e Russia con 3,22 miliardi di dollari di beni acquistati. La bilancia commerciale è piuttosto in equilibrio, con un lieve saldo positivo per l’Italia di 353,8 milioni di dollari.

La dinamica dell’export italiano nel trimestre in osservazione è stata trainata dalle vendite di “metalli e pietre preziose” (+88,6%) e da quelle della voce merceologica “autoveicoli e parti di ricambio” (+64,8%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di strumenti ottici di precisione (+54,4%). È risultato in calo invece l’export di materie plastiche (-5,0%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel primo trimestre dell’anno restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati su un valore di circa 834 milioni di dollari. In diminuzione l’export turco del 7,2% con la prima voce merceologica degli acquisti italiani rappresentata dalle vendite di autoveicoli e parti di ricambio con oltre 700 milioni di dollari.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei e Regno Unito, nei mesi gennaio-marzo 2023 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia superiore agli incrementi registrati dalla Germania (+17,3% rispetto al nostro +20,7%) e del Regno Unito (+7,6%), che guadagna quote nei confronti dei nostri due principali concorrenti. Nel trimestre in considerazione fa invece meglio la Francia (+25,0%) con incrementi importante negli acquisti turchi di autoveicoli e parti di ricambio e cosmetica.

La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel trimestre in osservazione un aumento degli acquisti italiani di combustibili (+162,2%) e un importante calo negli acquisti italiani del settore tesile e ortofrutticolo rispettivamente del 60,3% e del 46,6%. Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni complessive della Turchia, nel primo trimestre del 2023 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione Russa (+167,8%) mentre la dinamica dell’import turco continua a segnare, tra i più cospicui aumenti, un +965,1% dalla Svizzera (lingotti) nonché un incremento dell’import dagli Emirati Arabi (+35,1%) e dalla Polonia (+31,9%).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 9 Giugno 2023
Martedì 6 Giugno 2023

L’interscambio commerciale della Serbia - aprile 2023

Secondo i dati dell'Ufficio statistico serbo, nel periodo gennaio-aprile 2023 la Serbia ha:

  • esportato merce per un valore di 9657,70 milioni di euro, con un aumento del 13,10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso;
  • importato merci per 12287,00 milioni di euro, con una riduzione del 3,30% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Gli scambi complessivi delle merci sono stati pari a 21944,70 milioni di euro, con un aumento del 3,30% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Espresso in euro, il deficit è di 2629,30 milioni, con una riduzione del 36,90% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La copertura delle importazioni rispetto alle esportazioni è del 78,60% ed è maggiore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quando era del 67,20%.

L’interscambio commerciale è stato maggiore con i paesi con i quali la Serbia ha firmato accordi di libero scambio. Gli Stati membri dell'UE rappresentano il 59,70% dell’interscambio totale. L’Italia è rimasta il terzo cliente (609,20 milioni di euro) ed il quarto fornitore (847,80 milioni di euro) della Serbia, nonché uno dei principali investitori stranieri nel Paese.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)

Ultima modifica: Martedì 6 Giugno 2023
Giovedì 1 Giugno 2023

Import di beni dall’Italia in Queensland - Australia (anno 2022)

Nel 2022, l’Italia si è classificata al 15’ posto tra i maggior Paesi di origine dell’import in Queensland, costituendo l’ 1.4% dell’intero import di beni in Queensland e raggiungendo un valore [1] complessivo di ben A$1,022.9 milioni. Rispetto all’anno precedente, nel 2022p[2] l’import di beni in Queensland dall’Italia è complessivamente aumentato del 25.2% ($205.9 milioni), passando da $817.0 milioni nel 2021 a $1,022.9 milioni nel 2022. 

Nel 2017, l’Italia occupava una posizione simile all’interno della classifica dei maggiori Paesi di origine dell’import in Queensland, ovvero il 14esimo posto, e aveva ottenuto una simile percentuale sull’intero import di beni in Queensland, ovvero l’1.5%, ma il valore complessivo raggiunto era solo di A$622.0 milioni. Dal 2017 al 2022, l’import di beni in Queensland dall’Italia è complessivamente aumentato del 64.4% (A$400.8 milioni).

La parentesi negativa degli anni 2019 e 2020, durante la quale si è registrato un cambiamento percentuale annuale negativo (-9.7% per l’import dall’Italia in Queensland sia nel 2019 sia nel 2020), sembra essersi risolta già nel corso dell’anno successivo, quando è stato registrato un cambiamento percentuale positivo (+20.4% per l’import dall’Italia in Queensland; +12.3% per l’import dall’Italia in Australia). Tale trend positivo è stato confermato nel 2022p.

Nel 2022p, la merce maggiormente importata dall’Italia in Queensland era una combinazione di beni classificati come confidenziali [3] (dal valore complessivo di A$163.6 milioni); a queste merci seguivano i macchinari specializzati per industrie particolari (A$115.0 milioni), i macchinari industriali generici (A$101.7 milioni), i veicoli da strada (inclusi i veicoli a cuscino d’aria) (A$91.7 milioni) e i prodotti medicinali e farmaceutici (A$69.4 milioni). Il valore totale di queste merci (A$541.5 milioni) superava la metà del valore complessivo dell’import di beni dall’Italia in Queensland per l’anno 2022p.

Fonte: https://statistics.qgso.qld.gov.au/qld-trade-profiles

 

[1] I valori sono riportati in termini nominali (basati sul dollaro australiano); rappresentano quindi il valore monetario dei beni al momento del commercio.

[2] “p” sta per “preliminary” (alla pubblicazione di dicembre 2022)

[3] Dati statistici sul commercio di alcune tipologie di beni d’importazione non vengono rilasciati per evitare la possibile identificazione di attivita’ di un singolo business. Per approfondire si veda la lista di beni confidenziali rilasciata dall’Australian Bureau of Statistics al seguente link: https://www.abs.gov.au/statistics/economy/international-trade/international-trade-goods-and-services-australia/latest-release 

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland))

Ultima modifica: Giovedì 1 Giugno 2023