Economia

Giovedì 2 Novembre 2023

L’interscambio tra Italia e Turchia: i dati di ICE-Agenzia sul primo semestre del 2023

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, tra gennaio e giugno 2023, l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 13,4 mld, ha registrato un incremento dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono cresciute del 7,7% (USD 7,3 mld), mentre le importazioni sono diminuite del 6,7% (USD 6,2 mld). La bilancia commerciale mostra un saldo positivo in favore dell’Italia pari a USD 1,103 mld.

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Russia, Cina, Germania, Svizzera e USA) e il terzo cliente (dopo Germania e Stati Uniti). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,9% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane. In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 24,1 mld) e seguita da Parigi (USD 13,4 mld) e Madrid (USD 10,9 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.

Nel primo semestre del 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+23%), di “autoveicoli” (+83,4%) e “metalli e pietre preziose” (+73,7%). In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-55,2%) e “ferro e acciaio e derivati” (-28,2%).

In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 23% rispetto al semestre del 2022, con un valore di quasi USD 1.5 mld.

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Russia, Cina, Germania, Svizzera e USA) e il terzo cliente (dopo Germania e Stati Uniti). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,9% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni dalla Turchia rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane. In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 24,1 mld) e seguita da Parigi (USD 13,4 mld) e Madrid (USD 10,9 mld). Nell’area mediterranea, invece, l’Italia si conferma il primo partner commerciale di Ankara.

Nel primo semestre del 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+23%), di “autoveicoli” (+83,4%) e “metalli e pietre preziose” (+73,7%). In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-55,2%) e “ferro e acciaio e derivati” (-28,2%).

In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 23% rispetto al semestre del 2022, con un valore di quasi USD 1.5 mld.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Giovedì 2 Novembre 2023
Giovedì 2 Novembre 2023

Svizzera - Mercati finanziari e stabilità dell’economia sotto la lente degli esperti

Come garantire la stabilità dei mercati finanziari e la tenuta dell’economia svizzera? A questa domanda ha risposto un pool di esperti, incaricati dal Consiglio Federale di trovare la soluzione dopo il crack della Credit Suisse.

Leggi la notizia: https://tinyurl.com/yufyus6y

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Giovedì 2 Novembre 2023
Giovedì 2 Novembre 2023

Battuta di arresto per l’economia Svizzera

Un secondo trimestre difficile per l’economia svizzera. A dirlo sono i dati che il Consiglio federale. Calano le importazioni di beni e servizi (-3.7%) e la flessione maggiore viene registrata nei settori dell’edilizia, dell’industria chimico farmaceutica e della metalmeccanica. Aumentano invece le voci legate al turismo.

Fonte: https://tinyurl.com/yckkxfey

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Giovedì 2 Novembre 2023
Giovedì 2 Novembre 2023

Grafton: gli stipendi aumentano in Repubblica Ceca tra il 6% e l’8%

Le imprese ceche stanno aumentando gli stipendi dei loro dipendenti anche in una situazione di rallentamento economico. Lo indicano i dati raccolti tra le aziende del settore privato dall’agenzia Grafton Recruitment.

Dall’inizio dell’anno gli aumenti dei salari nelle imprese sono stati per lo più tra il 6% e l’8%. A registrare una crescita sono praticamente tutti i settori rilevati, ad eccezione dell’IT dove, secondo Grafton Recruitment, i salari stanno registrando un plateau. A influenzare l’andamento è anche il tasso d’inflazione. “Sebbene l’anno 2023 sia all’insegna dell’aumento dei salari e dei benefit, tra i dipendenti si nota una crescente insoddisfazione. Le persone vogliono più soldi e anche più tempo libero” nota il direttore di Grafton Recruitment, Martin Malo.

A spingere la dinamica salariale è soprattutto la situazione sul mercato con mancanza di manodopera. Nonostante le promesse governative, le aziende hanno ancora forti difficoltà ad assumere personale proveniente da paesi extra UE, nota Grafton Recruitment.

Fonte: https://tinyurl.com/ca3bspdr

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 2 Novembre 2023
Martedì 31 Ottobre 2023

Il Brasile ha il quinto aumento più alto del PIL tra i membri del G20

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano è stato il quinto a crescere di più nel secondo trimestre del 2023 tra i membri del G20, secondo la classifica dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

L'economia del Brasile, la più forte del Sud America, è cresciuta dello 0,9% nel secondo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, secondo i dati del Sistema di Conti Nazionali Trimestrali, pubblicati dall'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE).

Tra i punti salienti ci sono l'Indonesia, con una crescita del 3,9% e la Turchia, che ha presentato un aumento del 3,5%, subito dopo le elezioni presidenziali, svoltesi a maggio nel Paese.

Crescono anche le economie di Cina e Giappone, rispettivamente dello 0,8% e dell’1,5%.

Tra le economie che hanno contratto ci sono l'Arabia Saudita, con un arretramento dello 0,1% e l'Italia, con un calo dello 0,4%.

Per l’economista Fernando Barros Jr, professore all’Università di San Paolo, il Brasile si distingue positivamente nello scenario economico del G20.

Mentre la maggior parte dei Paesi del G20 ha adottato politiche restrittive per gestire l’inflazione, il Brasile ha mantenuto una buona esecuzione della politica monetaria che ha controllato l’inflazione”, ha concluso Fernando.

Per l’economista, una parte rilevante della crescita dell’economia brasiliana proviene dal settore dei servizi, che è stato fortemente colpito durante la pandemia. "Ci si aspettava che questo settore si riprendesse gradualmente una volta rimosse le restrizioni alla mobilità", ha affermato.

Fonte: https://tinyurl.com/3ekydrvm

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 31 Ottobre 2023
Martedì 31 Ottobre 2023

Il Brasile potrebbe diventare l’8ª economia più grande del mondo nel 2023

Il Brasile potrebbe rientrare nel gruppo delle 10 maggiori economie del mondo già nel 2023. Secondo una classifica del Fondo Monetario Internazionale (FMI), il Brasile chiuderebbe l’anno al 10° posto. Tuttavia, Alex Agostini, capo economista di Austin Rating, valuta che i dati del Fondo non riflettono più la crescita mostrata dal Brasile e che il Paese potrebbe salire all'8º posto.

"Ha un grande potenziale per diventare l'ottava [più grande economia del mondo]", dice l'esperto.

L'agenzia prevede che il Prodotto Interno Lordo (PIL) brasiliano chiuderà quest'anno con un'espansione del 2,31%, superando i paesi che, nel 2° trimestre, hanno avuto una crescita maggiore del Brasile rispetto al 1° trimestre.

Al ritmo indicato, i dati del FMI utilizzati da Austin Rating prevedono che la ricchezza del Brasile potrebbe raggiungere i 2,08 trilioni di dollari entro la fine del 2023.

Se le aspettative venissero soddisfatte, il Paese crescerebbe abbastanza da essere tra le dieci maggiori economie del mondo, crescendo insieme all’Italia e soppiantando la Russia.

Il Paese slavo mostra nel 2023 un trend discendente a causa dello scenario bellico in corso con l’invasione dell’Ucraina. Nel 2022, il PIL russo ha chiuso a 2,21 trilioni di dollari USA; già quest’anno si prevede di chiudere a 2,06 trilioni di dollari USA.

In allegato grafico: Le più grandi economie del mondo nel 2022 (in trilioni di US$)

In allegato grafico: Aspettative di crescita del Brasile per il 2023 (in trilioni di US$)

 

Potenziale brasiliano

Vista la vicinanza mostrata tra il PIL brasiliano e la ricchezza di Italia e Canada, Agostini valuta che esiste la possibilità che il Brasile chiuda l'anno in ottava posizione.

I dati di proiezione del PIL presentati dall'agenzia sono stati prodotti dal FMI in aprile e, secondo l'economista, queste proiezioni sono già state superate. “Ad aprile, [il FMI] stimava una crescita economica per il Brasile allo 0,9%. Stiamo già sperimentando una crescita molto maggiore. La stima per Canada e Italia è compresa tra 1,5 e 1,7%, e intorno a questa cifra dovrebbero crescere”, indica Agostini.

Con il PIL che cresce più del previsto e il Real BRL più apprezzato rispetto a quando il FMI ha fatto la classifica, possiamo stimare che il Brasile abbia una differenza nei dati attuali per la fine dell’anno di oltre 100 miliardi di dollari”, conclude l’economista. “In questo modo il Paese supererebbe in una sola volta il Canada e l’Italia”.

Nonostante l'aspettativa di Austin sia inferiore a quella del governo del 3%, Agostini ribadisce la sua posizione di cautela, ma riconosce che l'aspettativa del 2,31% può essere superata. "È il minimo richiesto", sottolinea l'economista.

 

PIL del 2º trimestre

Nella seconda metà di settembre l'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE) ha pubblicato i dati sul PIL del Brasile per il 2° trimestre.

Secondo l'istituto, l'economia del Paese è cresciuta dello 0,9% nel periodo aprile-giugno rispetto al 1° trimestre.

Nonostante il rallentamento, il risultato è stato superiore alle attese del consensus Refinitiv, che prevedeva una crescita economica dello 0,3% su base trimestrale e del 2,7% nel confronto annuale.

Agostini valuta che il rallentamento della crescita non sia allarmante. “È arrivato basso rispetto al primo [semestre], ma è stato molto più alto della mediana del mercato. Il rallentamento non compromette la crescita dell’anno perché Industria e Servizi dovrebbero acquisire rilievo”.

Considerando il periodo degli ultimi 4 trimestri il PIL è cresciuto del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Tra i punti salienti di questo semestre figurano la buona performance dell'industria (0,9%) e dei servizi (0,6%). Poiché le attività di servizi rappresentano circa il 70% dell'economia del Paese, il risultato del settore influenza ulteriormente l'espansione del PIL.

Fonte: https://tinyurl.com/28tbvh6y

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 31 Ottobre 2023
Martedì 31 Ottobre 2023

Il 2023 sarà il miglior anno economico degli EAU

Sheikh Mohammed annuncia un nuovo record semestrale nel commercio estero non petrolifero.
Le esportazioni non petrolifere del Paese con i 10 principali partner commerciali globali sono aumentate del 22% quest'anno.

Il commercio estero non petrolifero degli Emirati Arabi Uniti ha raggiunto la cifra record di 1.239.000 miliardi di dollari nella prima metà del 2023, con una crescita del 14,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e Cina, India e Stati Uniti sono rimasti i principali partner commerciali.

"L'export non petrolifero degli Emirati Arabi Uniti continua a stabilire record senza precedenti, con un aumento del 22% con i primi 10 partner commerciali globali nel 2023... Il commercio bilaterale con la Turchia ha registrato uno dei più alti tassi di crescita nella prima metà del 2023, con un aumento dell'87,4% rispetto allo stesso periodo del 2022", ha dichiarato Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vicepresidente e Primo Ministro degli EAU e Sovrano di Dubai, annunciando il notevole risultato.

Lo sceicco Mohammed ha aggiunto che i notevoli risultati ottenuti dagli EAU rappresentano un successo nella politica commerciale equilibrata sotto la guida del Presidente, Sua Altezza lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan.

"Gli Emirati Arabi Uniti continueranno a svolgere un ruolo di primo piano nel commercio internazionale, mantenendo la loro posizione di ponte tra l'Oriente e l'Occidente e tra il Nord e il Sud", ha aggiunto il vicepresidente degli EAU.

Fonte: https://tinyurl.com/4k3c85uy

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Martedì 31 Ottobre 2023
Venerdì 20 Ottobre 2023

Acceso dibattito sulle agevolazioni fiscali in Danimarca

La recente proposta di introdurre agevolazioni fiscali aggiuntive avanzata dal governo è stata fronteggiata da una dura opposizione da parte dei sindacati – ma non tutte le organizzazioni sono intransigenti a riguardo.

 Il contesto

 Il Ministero delle Finanze aveva rivisitato al rialzo la stima del margine finanziario verso il 2030, per un aumento di 20 miliardi di corone (2,68 miliardi di euro). La Prima Ministra Mette Frederiksen ha dunque pianificato di aggiungere ulteriori agevolazioni fiscali ai cinque miliardi di corone (670 milioni di euro) stipulati dai partiti della coalizione (Socialdemocratici, Venstre, Moderati) al tempo della formazione del Governo.

Questo progetto, annunciato dal Ministro delle Finanze Nikolai Wammen, potrebbe però non essere attuato. Alcune dei sindacati più grandi della nazione stanno infatti protestando aspramente contro la decisione del governo.  Mona Striib, presidente federale di FOA, un’organizzazione sindacale che raccoglie oltre 170 000 impiegati nei settori dell’assistenza e della pulizia, ha definito la proposta “una pura follia”.

Posizioni simili sono state adottate da Gordon Ørskov Madsen, presidente dell’associazione insegnanti e da Anja C. Jensen, presidente del sindacato HK, che comprende 215 000 impiegati in uffici e negozi. Alla critica verso il governo si sono aggiunti numerosi sindaci appartenenti ai Socialdemocratici, che hanno sottolineato come trovassero la decisione del governo inopportuna. Essi hanno ricordato i tagli che le amministrazioni comunali e regionali sono state costrette a eseguire per mancanza di risorse.

 

I “dissidenti”

Non tutti i sindacati sarebbero però contrari alla proposta del governo. Erik Bjørsted, capo economista a Dansk Metal, costituita da più di 100 000 fabbri e lavoratori nei settori del trasporto e dell’edilizia, ha dichiarato che alcuni tagli alle tasse potrebbero essere una buona idea.

Anche il Sindacato dei lavoratori dello stagno e degli strumenti di conduttura e Business Denmark sostengono l’iniziativa. Per esempio, Jens Neustrup Simonsen, il presidente nazionale di Business Denmark, sostiene che i tagli alle tasse potrebbero alleviare gli effetti dell’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse. Egli ha però sottolineato che i tagli dovrebbero comunque essere a vantaggio dei salariati e non delle porzioni più abbienti della popolazione.

 

La risposta del governo

La Prima Ministra Mette Frederiksen sostiene che ci sono fondi sufficienti per sostenere e aumentare il welfare e introdurre nuovi tagli fiscali. Ha quindi risposto alle critiche sottolineando come assicurare una quantità sufficiente di forza lavoro sia una priorità al pari del welfare. Secondo la Premier, i tagli alle tasse potrebbero contribuire a rendere il lavoro più attraente.

Ha risposto anche il Ministro della Giustizia Peter Hummelgaard, ardente sostenitore dei tagli alle tasse. Egli sostiene che gli oppositori della misura stanno “facendo i conti senza l’oste”, in quanto il Governo non ha ancora annunciato la modalità di applicazione della proposta.

 

Conclusione

Considerando la natura recente della controversia, non sarebbe opportuno trarre conclusioni sulla faccenda. Emergono però due fatti principali. In primo luogo, l’eventuale accettazione della proposta rappresenterebbe un’eccezione da parte del sistema politico ed economico danese rispetto a un passato caratterizzato una solida prevalenza degli investimenti nel welfare.

In secondo luogo, la questione potrebbe costituire il primo serio ostacolo alla cooperazione tra i partiti al Governo, facendo emergere le loro divergenze ideologiche. Infatti, se i Socialdemocratici sono assimilabili al centrosinistra, i restanti membri del Governo (Venstre e Moderati) sono più vicini a ideali di centro-destra.

Un’ulteriore conseguenza del dibattito potrebbe consistere in una spaccatura della popolazione danese, una possibilità espressa dalla divergenza di opinioni tra gli esponenti dei diversi sindacati. Il dibattito potrebbe essere intensificato dai disagi dovuti dagli aumenti di inflazione e tassi di interesse.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 20 Ottobre 2023
Venerdì 20 Ottobre 2023

Riaperto il dibattito sull’immigrazione in Danimarca

Il contesto e la situazione attuale

Negli ultimi anni, i governi danesi hanno mantenuto un approccio cauto verso l’immigrazione, che può essere compresa analizzando la proposta di legge presentata nel 2019. Essa conteneva numerosi provvedimenti, tra cui la riduzione dell’assistenza sociale fornita ai richiedenti asilo accolti.  

La proposta aveva ricevuto il supporto di Venstre, il partito liberale di centro-destra allora al governo, del Partito Popolare Danese e dei Socialdemocratici, nonostante questi ultimi si trovassero all’opposizione. L’approvazione della proposta ebbe l’effetto principale di spostare il focus dall’integrazione degli individui accolti al loro futuro rimpatrio, qualora il Paese di origine fosse considerato sicuro.

Il succedersi al governo dei Socialdemocratici non vide un particolare rilassamento dei regolamenti. Al momento, il governo danese è formato da un’ampia coalizione. La Prima Ministra, Mette Frederiksen, appartiene ai Socialdemocratici, mentre il Vice Primo Ministro, Jakob Ellemann-Jensen proviene dalle file di Venstre.

 

Le richieste di Dansk Industri e la risposta della politica

Come già menzionato, il mercato del lavoro danese sta sperimentando carenze di manodopera. Il noto giornale Politiken riporta come la Federazione dell’Industria Danese, Dansk Industri, abbia lanciato un appello per cambiare la situazione. Secondo l’organizzazione, infatti, i posti di lavoro vacanti arriveranno a essere 130 000 entro i prossimi 10 anni.

Il timore parrebbe confermato dalle cifre rilasciate da Statistics Denmark, che riportano come il 42% delle aziende danesi abbiano sperimentato carenze di personale nel 2022. Un tentativo di azione è stato messo in atto dai Moderati, che alla fine di agosto hanno presentato 12 proposte in parlamento.

Una di queste prevederebbe la creazione di una “corsia di sorpasso” per tutti quei datori di lavoro che desiderino assumere manodopera specializzata proveniente da e fuori dall’UE. Nel sistema attuale, invece, ogni eventuale assunzione extra comunitaria deve essere esaminata dall’Agenzia Danese per il Reclutamento e l’Integrazione Internazionale per stabilire se rispetta le regole vigenti. Lars Løkke Rasmussen, leader dei Moderati, propone invece che l’assunzione sia resa immediatamente possibile, a patto che il titolare possegga un contratto collettivo di lavoro e un’attività coperta dal sindacato.

Il leader ha anche suggerito la possibilità che la Danimarca intraprenda trattative con alcuni Paesi dell’Africa per il reclutamento di manodopera.

La proposta ha suscitato diverse reazioni da parte degli altri membri del Governo. La Ministra per l’Occupazione, Ane Halsboe-Jørgensen dei Socialdemocratici, ha espresso un parere contrario al rilassamento delle regole sull’immigrazione per sostenere il mercato del lavoro. Secondo la Ministra, infatti, non si tratterebbe solo di trovare lavoratori qualificati per le aziende, ma di salvaguardare la “forza coesiva” della società, che potrebbe venire intaccata da un influsso ingente e improvviso di lavoratori stranieri.

Il vice Primo Ministro e Ministro per l’Economia Jakob Ellemann-Jensen sostiene invece che i fattori che al momento intralciano la promulgazione di nuove leggi e regolamenti sull’argomento siano diversi. A un evento della Camera di Commercio Danese egli ha infatti commentato che la radice dei problemi sia la paura del governo di apparire debole dopo anni di politiche restrittive dell’immigrazione.

 

Conclusioni

Il carattere rivoluzionario delle proposte non è però garanzia della loro approvazione. Durante un’intervista rilasciata al quotidiano Berlingske, la Ministra per l’Occupazione ha infatti ringraziato i Moderati per la chiarezza con cui hanno espresso le proprie proposte, ricordando però che l’accordo sulle politiche del governo è altrettanto chiaro: una politica di immigrazione rigorosa, responsabile e coerente.

Fonte: https://tinyurl.com/7hzhee3u

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 20 Ottobre 2023
Venerdì 20 Ottobre 2023

L’inflazione in Danimarca: un aggiornamento

Lo scopo dell’articolo è di presentare gli sviluppi più recenti per quanto riguarda l’inflazione in Danimarca e i suoi possibili effetti, come riportato da Statistics Denmark e DR.DK.

 

I generi alimentari

Le cifre rilasciate da Statistics Denmark mostrano come i prezzi degli alimenti abbiano sperimentato un calo complessivo dell’1,4% tra i mesi di luglio e agosto.

In termini percentuali, le contrazioni più consistenti si concentrano su patatine, frutta congelata, frutta conservata e prodotti a base di frutta e crostacei, con variazioni comprese tra il -8,1% (crostacei) e il 9,9% (patatine). Uova e burro sono diminuiti del 5,5% e del 4,3% rispettivamente, mentre i piatti pronti, pasta e couscous e prodotti da forno vari hanno sperimentato cali compresi tra il 4% e il 2,9%.

Secondo Las Olsen, capo economista alla Danske Bank, l’abbassamento dei prezzi ha aiutato a ridurre l’inflazione. È stato infatti registrato un aumento pari al 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, il livello più basso degli ultimi due anni. Ciò non toglie che, nel complesso, i prezzi abbiano subito rincari del 4,6% rispetto all’anno passato.

 

Gli altri motori dell’inflazione

Las Olsen sottolinea anche come l’inflazione sia influenzata da altri fattori, in particolare i prezzi del gas e delle case per le vacanze. Il prezzo del gas è infatti calato considerevolmente rispetto all’anno passato. Anche il costo delle case per vacanze ha subito una riduzione superiore alla norma tra luglio e agosto.

 

La situazione stipendi

Nonostante il momentaneo abbassamento dell’inflazione, è probabile che i prezzi continueranno ad aumentare, anche se meno velocemente. Secondo Las Olsen, il potere d’acquisto potrebbe però aumentare per alcuni, a patto che l’inflazione rimanga stabile.

La previsione dell’economista è data dal fatto che quest’anno le trattative per i contratti collettivi di un gran numero di gruppi professionali hanno dato luogo ad aumenti salariali graduali. L’esperto ritiene infatti che l’aumento dei salari sia stato superiore a quello dei prezzi.

 

L’impatto sui tassi d’interesse 

Nonostante i segnali positivi, Las Olsen frena potenziali ottimismi, sottolineando come il potere di acquisto non sia tornato allo stesso livello del 2021. Olsen ha anche ricordato come il calo dell’inflazione non implichi un calo dei tassi di interesse. Questi sono influenzati dall’inflazione a livello europeo. Secondo l’esperto, la Banca Nazionale Danese seguirà l’esempio della BCE, se questa dovesse alzare i tassi di interesse.

L’economista ha anche precisato come l’inflazione di base (l’inflazione calcolata senza considerare aumenti e diminuzioni dei prezzi dell'energia e degli alimenti non trasformati) sia rimasta a un livello piuttosto elevato al 4,2%.

 

Considerazioni finali

Nonostante le doverose considerazioni, Las Olsen ritiene che l’andamento attuale costituisca perlomeno un passo nella giusta direzione.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 20 Ottobre 2023