Economia

Venerdì 16 Dicembre 2022

Record di aumento del costo della vita nelle grandi città americane

Il rapporto pubblicato nel dicembre 2022 dalla The Economist Economic Intelligence Unit (EIU), “Worldwide Cost of Living 2022” (WCOL) rivela come l’inflazione globale abbia colpito nell’ultimo anno le 172 maggiori città del mondo, con una crescita media dei prezzi dell’8,1% rispetto all’anno precedente.

Secondo il rapporto della EIU, New York e Singapore si aggiudicano a pari merito il primato come città più costose del mondo. La Grande Mela raggiunge quindi la metropoli del Sud Est Asiatico, sul podio negli ultimi otto anni. Entrambe le città nel 2022 hanno sorpassato la capofila del precedente report 2021, Tel Aviv. 

L’indice WCOL mostra inoltre l’impatto di un dollaro forte con conseguente crescita dei tassi di interesse e la scelta di investimenti più sicuri da parte degli investitori. Tutte le 22 città statunitensi prese in esame dal report scalano le posizioni che avevano raggiunto nei rapporti precedenti. Tra le dieci città che scalano più posizioni, ovvero dove la crescita del costo della vita ha avuto un incremento notevole, sei sono americane (Atlanta, Charlotte, Indianapolis, San Diego, Portland e Boston). Tre importanti città degli Stati Uniti scalano le classifiche e si attestano tra le dieci città al mondo con il costo della vita più alto: New York (1° posizione), Los Angeles (4° posizione) e San Francisco (6° posizione). 

A livello globale, l'aumento più rapido dei prezzi è stato registrato per la benzina (come nel 2021), che ha subito un'impennata del 22% in termini di valuta locale. Anche i prezzi delle utenze come l’elettricità, i generi alimentari e i beni di prima necessità per la casa sono aumentati rapidamente. Per contro, i prezzi di beni e servizi ricreativi sono stati contenuti in un certo senso riflettendo una domanda più debole, in quanto i consumatori potrebbero concentrare le loro spese, in tempi di crisi e incertezze, su beni considerati essenziali.

Fonte: https://bit.ly/3jbaZZN

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Mercoledì 21 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Scenario economico Brasile 2023 – Target CCIE Santa Catarina

Secondo le prime valutazioni dei media, con le elezioni del 2022 e una nuova leadership di governo, il Brasile continua ad avere ottime prospettive economiche per il 2023.

In questa linea di analisi e di pensiero, le nuove politiche di governo saranno guidate da una maggiore apertura al dibattito internazionale e dalla presenza nei principali incontri internazionali su ambiente, clima, crescita economica, lotta alla povertà, cooperazione internazionale. Mirare a una migliore distribuzione delle risorse tra le classi sociali. E sarà garantito un maggiore controllo delle politiche in difesa dell'Amazzonia e dei popoli indigeni.

Con la previsione di aprire il mercato a migliaia di piccole imprese, imprese familiari, artigiani, attraverso agevolazioni incluso finanziarie.

Ed ancora una reale prospettiva di realizzare una riforma fiscale con imposte e tasse più basse e un sistema più semplificato, anche per l'importazione di beni e servizi.

Tutto ciò conferma la previsione di stabilità nella crescita economica e innovazione nelle politiche pubbliche, ponendo il Brasile al centro degli interessi di tutta l'America Latina.

Con questa nuova struttura amministrativa, il Paese può essere il motore della crescita economica in questa area geoeconomica.

Nello Stato di Santa Catarina, lo sviluppo economico continua ad essere positivo. Considerando l'andamento del tasso di occupazione, il commercio internazionale, che ha registrato un aumento del 26% nell'export di prodotti ad alta intensità tecnologica e un'espansione in tutti i gruppi economici.

Lo stato detiene la sesta quota maggiore del PIL nazionale e negli ultimi anni è passato dal 4% al 4,6%, come riportato dalla Federazione delle industrie dello Stato di Santa Catarina.

Con il risveglio del settore industriale e delle tecnologie, i prodotti e i servizi provenienti dall' Italia avranno una prospettiva ampia e positiva per l'anno 2023.

In questo quadro, la Camera di Comme

roducendo dei consigli settoriali, con l'obiettivo di ottenere una maggiore targetizzazione per settori specifici e l'apertura del mercato per le aziende del nostro stato.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italiana Commercio e Industria SC - Brasile)

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Spagna - Il governo mobilita le banche per accelerare la distribuzione dei fondi europei

Il governo sta attualmente accelerando il processo di espansione delle richieste di fondi europei del programma Next Generation e, per farlo, sta mobilitando le banche, che vuole coinvolgere nella distribuzione di parte degli 84 miliardi di euro di prestiti. Sebbene le banche non partecipino alla distribuzione degli aiuti ricevuti finora, che sono interamente sovvenzioni a fondo perduto, il governo vuole che lo facciano nella distribuzione dei prestiti. È alla ricerca di formule e alleati per accelerare questo processo e permettere l'ingresso di ulteriori fondi europei.

Fonte: https://bit.ly/3WrrdvY

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana – Barcellona)

 

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Il polacco Jacek Kurski nel Consiglio di Amministrazione della Banca Mondiale

Come annunciato dalla banca centrale sul proprio sito web, all'inizio di dicembre Jacek Kurski ha iniziato a lavorare come rappresentante della Polonia presso il Gruppo della Banca Mondiale a Washington. Il 5 dicembre ha partecipato per la prima volta a una riunione.

"Ho sempre pensato che non ci fosse vita al di fuori della politica. Invece c'è. Anche qui servirò bene la Polonia", ha scritto Jacek Kurski sul suo account Twitter. Il nuovo lavoro sarà adeguato alla sua formazione, in quanto è un economista. La NBP ha sottolineato che Kurski "ha una vasta esperienza nel settore pubblico acquisita a tutti i livelli".

Fonte: POLONIA OGGI

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Rep. Ceca - In aumento le retribuzioni per i dipendenti

Le retribuzioni dei dipendenti sono aumentate nel terzo trimestre dell’anno di oltre il 6%. Lo indica l’Ufficio di Statistica Ceco.

La crescita dei salari non è quindi riuscita a tenere il passo con la crescita dei prezzi, che nel terzo trimestre sono aumentati di circa il 17%. Il potere d’acquisto dei dipendenti è pertanto calato del 10%. In media un dipendente ha guadagnato al mese circa 40.000 corone ceche lorde, mentre il dato mediano, che divide il mercato del lavoro in due parti uguali, è cresciuto raggiungendo quasi 35.000 corone ceche al mese.

La crescita più dinamica delle retribuzioni si è verificata nei settori dei servizi amministrativi, del trasporto e della logistica, dove i salari sono aumentati di circa il 9%.

Fonte: https://bit.ly/3uTxYLB

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Rep. Ceca - La Banca Centrale ha confermato i parametri per i mutui abitativi

La Banca Centrale Ceca (ČNB) ha confermato i parametri in vigore per la concessione dei mutui a scopo abitativo.

Secondo le regole in vigore l’indebitamenti di un richiedente non dovrebbe superare il multiplo di 8,5 del suo reddito annuo e la rata del mutuo non dovrebbe rappresentare più del 45% del suo reddito disponibile al mese.

La banca centrale ha anche pubblicato i risultati dei suoi stress test, secondo i quali il settore finanziario rimane molto resiliente rispetto a shock esterni. Le banche ceche hanno sufficiente capitale per far fronte anche agli scenari avversi.

Fonte: https://bit.ly/3HLbRyr

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 9 Dicembre 2022

La Banca Centrale turca taglia il tasso di riferimento per il quarto mese di fila

Il 24 novembre scorso, la Banca Centrale della Turchia (CBRT) guidata dal governatore Şahap Kavcıoğlu, ha deciso di ridurre nuovamente il tasso di riferimento, per il quarto mese di fila, dal 10,5% al 9%.

La Banca Centrale turca ha commentato tale decisione adducendo che gli effetti negativi causati dai crescenti rischi geopolitici sull’attività economica internazionale continuano ad imporre un approccio “macro-prudenziale”. Una decisone presa, si legge nel comunicato, anche alla luce del considerevole rallentamento delle principali economie del mondo per le quali è previsto un certo “ristagno”. Nel contesto internazionale, infatti, prosegue la nota della CBRT, le interruzioni degli approvvigionamenti sebbene si stiano attenuando in Turchia in particolare nel settore dei beni di prima necessità, impongono ancora prudenza a causa dell’aumento dei prezzi globali sia alla produzione che al consumo. Kavcıoğlu ritiene che l’inflazione su scala internazionale si manterrà elevata per un prolungato periodo di tempo e continuerà ad incidere sulla crescita delle principali economie che hanno aumentato il ricorso a misure e strumenti eccezionali per far fronte alle crescenti incertezze dei mercati finanziari.

Il Monetary Policy Committe (MPC) della Banca Centrale, evidenzia al riguardo che la Turchia nei primi sei mesi dell’anno ha registrato una importante crescita con un significativo miglioramento del tasso di occupazione e buoni risultati anche sul versante della bilancia dei pagamenti grazie agli introiti del settore turistico. Tuttavia, gli indicatori per la seconda parte dell’anno rivedono al ribasso il PIL e gli effetti della recessione dei principali partner commerciali della Turchia, alimentata dalle quotazioni elevate dell’energia, potrebbero invece ampliare il deficit delle partite correnti e allontanare l’obiettivo nazionale di medio termine di raggiungere la stabilità dei prezzi e l’equilibrio della bilancia commerciale.

Sul lato della politica monetaria, la Banca Centrale continua a monitorare il differenziale tra il tasso ufficiale di riferimento e i tassi di interesse bancari rafforzando gli strumenti per contrastare l’utilizzo delle valute estere nell’economia del Paese, strumento ritenuto fondamentale e che verrà implementato anche il prossimo anno. La Banca Centrale intende dunque continuare la politica c.d. di “liralizzazione”.

Per le ragioni di cui sopra il Comitato di Politica Monetaria ha annunciato un ulteriore taglio di 150 punti base aggiungendo che potrebbe essere terminato il ciclo di riduzioni iniziato nell’agosto scorso; il tasso di riferimento al 9% è infatti giudicato dalla BCRT adeguato all’attuale quadro congiunturale.

Il cambio della lira turca, che aveva reagito ai tre precedenti tagli toccando i minimi storici, non sembra essere stato questa volta sottoposto ad eccessiva pressione.

Il Ministro del Tesoro e delle Finanze, Nureddin Nebati, era intervento poco prima dell’atteso taglio evidenziando necessario il mantenimento di un orientamento espansivo della politica monetaria a favore di crescita, stabilità dei prezzi e per salvaguardare i posti di lavoro aggiungendo: “l'inflazione resta la principale priorità del governo e la tendenza al ribasso dovrebbe a partire dal prossimo mese di gennaio, sostenuta dalla stabilizzazione dei prezzi dell'energia e delle materie prime, e continuerà per tutto il 2023”. Nebati nel suo intervento ha elogiato anche le diverse misure adottate per attutire le ricadute dell'inflazione annunciandone di nuove per contraste il caro vita: un nuovo ritocco al salario minimo è atteso nel 2023 e, dopo gli aumenti del dicembre 2021 e dello scorso luglio, la Commissione del Ministero del Lavoro e della Previdenza tornerà a confrontarsi nuovamente con le parti sociali a fine mese; è stato poi fissato un tetto all’aumento degli affitti, sono state ridotte le tasse sulle bollette e proseguirà il progetto abitativo per le famiglie a basso reddito; verrà inoltre rafforzato il meccanismo di deposito garantito dallo stato per la protezione della moneta nazionale (la quota dei conti di deposito in valuta estera sul totale è tuttavia ancora rilevante). Ha continuato Nebati “aumenteremo gli asset denominati in lire turche con strumenti alternativi che riteniamo aumenteranno gli investimenti esteri". Del resto, ha poi aggiunto il Ministro, “la politica monetaria restrittiva di molte banche centrali, con un’ondata di cospicui incrementi dei tassi di interesse di riferimento senza precedenti soprattutto degli Stati Uniti, ha aumentato il rischio di recessione globale”. Nebati ha infine citato il forte contributo dell’export con 253,1 miliardi di dollari nel mese di ottobre, le vivaci entrate del turismo che superano anche quelle registrate nel periodo pre-pandemia, e l'occupazione.

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir e della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Venerdì 9 Dicembre 2022

Polonia - L'inflazione rallenta per la prima volta da febbraio

È la prima volta dalla metà del 2021 che l'inflazione si è rivelata inferiore a quanto previsto dalla maggior parte degli economisti. Per fare un confronto, in agosto e settembre l'inflazione ha superato stime anche estremamente elevate. Tra le principali categorie di beni e servizi, a novembre i prezzi dei vettori energetici (gas, elettricità, combustibili per riscaldamento) sono ancora i più mobili. Tuttavia, i loro prezzi sono aumentati del 36,8% anno su anno, il più basso da luglio, dopo un aumento del 41,7% in ottobre e oltre il 44% nel mese di settembre. Rispetto al mese precedente, questi prezzi sono addirittura leggermente diminuiti. Questo è probabilmente l'effetto della correzione dei prezzi del carburante.

A novembre anche l'aumento dei prezzi dei carburanti per i mezzi di trasporto privati ha subito un forte rallentamento: è stato pari al 15,5% anno su anno, 19,5% ciascuno in ottobre. Escludendo febbraio, quando è entrato in vigore lo scudo antinflazione, si tratta del minore aumento di prezzo in questa categoria da marzo 2021.

Gli incrementi più lenti dei prezzi dei trasporti e dell'energia hanno compensato l'effetto di una crescita più rapida dei prezzi dei generi alimentari e delle bevande analcoliche. I prodotti di questa categoria sono aumentati di prezzo del 22,3% a novembre, 22% anno su anno in ottobre. Rispetto al mese precedente, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati dell'1,6%, dopo il 2,7%. in ottobre. La maggior parte degli economisti ritiene che né un ulteriore aumento dell'inflazione core né un nuovo aumento dell'inflazione totale nel 2023 probabilmente indurrà il Consiglio di politica monetaria ad aumentare nuovamente i tassi di interesse.

Fonte: POLONIA OGGI

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 9 Dicembre 2022

La corona ceca non corre rischi secondo gli analisti

Gli analisti cechi hanno indicato che la corona non corre rischi imminenti di crisi monetaria, in risposta a un rapporto negativo della banca giapponese Nomura.

L’istituto bancario giapponese ha inserito la corona ceca tra le monete a rischio di instabilità nel 2023.  La banca esamina regolarmente lo stato di salute delle valute dei paesi emergenti sulla base di otto indicatori, tra cui i tassi di interesse o le riserve di moneta estera della banca centrale. Assieme alla corona ceca sono state retrocesse anche il fiorino ungherese e il leu romeno.

Secondo gli analisti cechi la valutazione di Nomura è troppo drastica. Anche se l’economia ceca presenta degli squilibri, ad esempio nei conti pubblici, il debito pubblico ha una bassa esposizione rispetto a euro o dollaro e la banca centrale ha grandi riserve di valuta estera da utilizzare in difesa della corona ceca.

Fonte: https://bit.ly/3VLvmep

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Venerdì 2 Dicembre 2022

Danimarca - Grande crescita del reddito ai due estremi della popolazione

Le statistiche ufficiali sulla situazione economica delle famiglie danesi sono state pubblicate questo novembre, e riportano l’analisi dei dati raccolti durante il 2021.

Una cifra importante riguarda il reddito disponibile, che è aumentato in media del 3,2% dal 2020 al 2021, cifra raggiunta dopo aver apportato correzioni riguardanti l’andamento dei prezzi e tenendo conto della composizione dei nuclei famigliari.

Lo sviluppo del reddito è stato più evidente ai due estremi della popolazione, ossia sono aumentati in maniera significativa i redditi del ceto inferiore e superiore della popolazione.

Nel 1° decile, cioè il decimo della popolazione con i redditi più bassi, il reddito è passato da 89.800 DKK nel 2020 a 95.500 DKK nel 2021, corrispondente ad un aumento del 6,3%. Stessa cosa è stata riscontrata nel 10° decile, la fascia della popolazione con i redditi più alti, dove il reddito è cresciuto da 733.300 DKK a 779.800 DKK, anch'esso equivalente ad un aumento del 6,3%. Le altre fasce di popolazione, invece, hanno visto un incremento del reddito del 2%.

La crescita del reddito dal 2020 al 2021 è dovuta sia all'aumento del reddito d'impresa che del reddito di proprietà. Inoltre, l’aumento del reddito nel 1° decile è anche il risultato dell'aumento dell'occupazione, e conseguentemente, della diminuzione del numero di beneficiari di assistenza in denaro nel 2021.

L’aumento del reddito della fascia più ricca della popolazione, invece, può essere attribuito a rendimenti più elevati sulle attività, ad esempio sotto forma di dividendi azionari e guadagni.

Il significativo incremento del 6,3% del reddito nel 1° decile ha influenzato anche il numero di persone in povertà relativa, che ha contato una diminuzione da 241.800 persone nel 2020 a 233.000 nel 2021.

Questo ha portato anche ad una diminuzione del numero di bambini e minorenni relativamente poveri, che è sceso da 56.500 a 53.800 persone nel 2021. “Relativamente povero” significa avere un reddito 50% inferiore al reddito medio della popolazione, escludendo dal calcolo sia i nuclei famigliari con studenti come capofamiglia sia il ceto più ricco.

Questa misura, ed il significato che rappresenta, viene utilizzato sia come misura della disuguaglianza economica che del rischio di esclusione sociale a causa di scarse opportunità economiche. Il numero in diminuzione, quindi, è una buona notizia per il Paese Scandinavo.  

Fonte: https://bit.ly/3FjrtYr

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022