Economia

Venerdì 21 Ottobre 2022

Rep. Ceca - A settembre l’inflazione raggiunge il 18%

Il tasso di inflazione ha continuato a crescere anche nel mese di settembre e ha raggiunto il 18%. Lo indicano le rilevazioni dell’Ufficio di Statistica Ceco.

In media i prezzi sono cresciuti rispetto a un anno fa del 18%. “Hanno contribuito per lo più a questo aumento le voci del comparto dell’abitazione, soprattutto i prezzi delle energie e dei carburanti in aumento di oltre il 50%” ha indicato Pavla Šedivá dell’ufficio di statistica. A trainare l’inflazione sono stati anche i prezzi degli alimenti e dei servizi di ristorazione e accoglienza in crescita del 26%. L’aumento dei prezzi rispetto ad agosto è stato dello 0,8%.

Un andamento simile è stato registrato nell’intero terzo trimestre con un aumento medio dei prezzi del 17,6%. I prezzi dei beni sono aumentati di un quinto, quelli dei servizi di quasi il 14%.

Fonte: https://bit.ly/3FjHTk7

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Venerdì 21 Ottobre 2022
Venerdì 21 Ottobre 2022

Rep. Ceca - Inflazione: i prezzi potrebbero raggiungere il picco

Il dato sull’inflazione di settembre ha sorpreso gli analisti. Gli aumenti dei prezzi potrebbero raggiungere il picco nei prossimi mesi.

In settembre i prezzi al consumo sono aumentati in media rispetto a un anno fa del 18%, mentre le previsioni degli analisti attendevano una crescita intorno al 17%. “Nei prossimi mesi è probabile che l’inflazione si sposti ancora più in alto” ha dichiarato l’analista economico di UniCredit Bank Patrik Rožumberský.

L’andamento dell’inflazione dipenderà in maniera significativa dall’evoluzione dei prezzi dell’energia. Sul dato potrebbero influire alcuni provvedimenti governativi come la tariffa agevolata e in misura minore i tetti sui prezzi del gas e luce, che tuttavia sono fissati a un livello più alto, di quanto in media paga la maggioranza dei consumatori cechi.

Fonte: https://bit.ly/3CSequr  

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Venerdì 21 Ottobre 2022

La crescita dell’economia ceca rimarrà tra le più dinamiche dell’area

La crescita dell’economia ceca rimarrà nel 2023 una tra le più dinamiche dell’area. Lo indicano le nuove stime del Fondo Monetario Internazionale.

Secondo le nuove stime di ottobre l’economia della Repubblica Ceca crescerà nel 2023 dell’1,5%. Il tasso di crescita sarà quindi maggiore rispetto ai paesi confinanti, compresa la Germania, che dovrebbe registrare un calo dello 0,3%. Per quest’anno il tasso di crescita dovrebbe attestarsi dell’1,9%.

Il principale rischio per l’economia ceca consiste nelle forniture dell’energia. La Repubblica Ceca è tra i paesi più a rischio dell’Unione Europa.

Fonte: https://bit.ly/3COc6om

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Venerdì 28 Ottobre 2022
Venerdì 21 Ottobre 2022

L’inflazione di base in Polonia: record degli ultimi 25 anni

L'inflazione di base mostra un cambiamento dei prezzi che va oltre il prezzo dei prodotti alimentari e dell’energia, che non dipendono dalla politica della banca centrale. Il prezzo dell’energia è stabilito sul mercato internazionale e il prezzo dei prodotti alimentari dipende dalla stagione, dal tempo e dalla situazione sul mercato agricolo.

Questo mese l’inflazione di base ammonta al 10,7%, mentre in agosto ammontava al 9,9%. Secondo gli economisti della banca mBank, questa cifra non sorprende e quest'aumento deriva dall’incremento dei prezzi di vestiti, dell'educazione e anche dell’incremento dei prezzi nel settore dello svago. L’inflazione al consumo ammonta adesso al 17,9% ed è una percentuale record nell’arco di 25 anni.

Però secondo gli esperti di Goldman Sachs attualmente l’inflazione è notevolmente trattenuta dallo scudo antinflazionistico (tarcza antyinflacyjna). Hanno stimato che lo scudo diminuisce l’inflazione di 4 punti percentuali. L’inflazione in Polonia manterrà il livello alto per lungo tempo, questo è motivato dall’opinione degli esperti che i mezzi che diminuiscono l’inflazione, legati alla politica fiscale, saranno mantenuti fino alla fine dell’anno. Inoltre, Goldman Sachs sostiene che l’aumento del tasso di interesse è giustificato e infine il tasso di interesse ammonterà al 8%. Questo però sarà confrontato con vari fattori, come per esempio l'inflazione di base e il cambiamento della politica fiscale nel 2023.

Fonte: POLONIA OGGI

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

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Venerdì 21 Ottobre 2022

Fine anno difficile per la valuta polacca, previsto cambio euro-zloty 1=5

Nell'ultima riunione, la Banca Nazionale di Polonia ha mantenuto invariati i tassi di interesse nonostante la forte pressione inflazionistica, che ha preannunciato prospettive per lo zloty peggiori del previsto. In questa situazione, gli analisti di UBS hanno alzato la previsione per le coppie di valute USDPLN ed EURPLN, che riflette il deterioramento delle dinamiche monetarie relative.

Le sfide economiche dell'Europa e la guerra in Ucraina hanno anche un impatto sul potenziale indebolimento della valuta polacca. L'annessione da parte della Russia dei territori ucraini occupati e il suo impatto sulle esportazioni di materie prime potrebbero aggravare la recessione europea.

Secondo le stime di UBS, alla fine del quarto trimestre del 2022 il dollaro dovrà essere pagato 5,21 di zloty. In precedenza, UBS aveva previsto che alla fine dell'anno un dollaro sarebbe costato 4,90 di zloty. Secondo la banca, nei seguenti trimestri del 2023 lo zloty si rafforzerà rispetto al dollaro ai livelli: 5,05 di zloty nel primo trimestre del 2023 e 4,85 di zloty nel secondo trimestre. UBS ha anche limitato le sue previsioni sull'aumento del tasso dello zloty rispetto all'euro nei prossimi trimestri. Alla fine del quarto trimestre del 2022, UBS prevede il livello del tasso di cambio per la coppia di valute EURPLN a livello di 5,00 di zloty. Nel primo trimestre del 2023, gli analisti ipotizzano un tasso di 4,85 di zloty, nel secondo trimestre 4,75 di zloty. Le previsioni precedenti erano rispettivamente di 4,70, 4,64 e 4,64.

Fonte: POLONIA OGGI

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

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Venerdì 21 Ottobre 2022

Thailandia - Un nuovo concept di negozio per la vendita al dettaglio

Dopo la pandemia, il settore della vendita al dettaglio thailandese è passato dai grandi magazzini con un’ampia varietà di prodotti e prezzi, a negozi di nuova generazione che guardano a uno stile di vita moderno, servendosi della tecnologia come valore aggiunto.

La rivoluzione tecnologica e la pandemia sono riconosciute come fattori chiave che si celano dietro i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, portando di conseguenza i rivenditori a riadattare i loro negozi. Dopo che le restrizioni per il Covid-19 sono state allentate e gli acquisti sembrano essere ripartiti, durante la seconda metà di quest'anno, i rivenditori grandi e piccoli hanno pianificato il lancio di negozi di ultima generazione, come ad esempio Tops Club di Central Retail Corporation (CRC).

Prevista anche l’apertura del centro commerciale The Emsphere di The Mall Group Co., su Sukhumvit Road, per dicembre 2023. L'Emsphere fa parte del piano di sviluppo "Distretto EM" del Gruppo, che include un lotto di 50 rai nell'area di Sukhumvit con una superficie utile combinata di 650.000 mq. Situato vicino al Benchasiri Park, The Emsphere è un progetto a uso misto con un investimento di 20 miliardi di baht per un totale di 200.000 mq, e comprende vendita al dettaglio, un'arena di intrattenimento e un hotel. [...]

Tops Fine Food e Tops Club - Venerdì scorso, Central Food Retail Co (CFR), gestore del supermercato Tops, ha lanciato un nuovo modello di negozio chiamato Tops Fine Food Sukhumvit 49, una destinazione di lusso per prodotti artigianali e ingredienti selezionati di qualità, provenienti dai migliori produttori di tutto il mondo. Il negozio offre più di 8.000 articoli, inclusi più di 800 prodotti che secondo CFR sono disponibili per la prima volta in Thailandia solamente in esclusiva per questo negozio. [...]

Secondo Stephane Coum, Amministratore Delegato di Central Food Retail Group, il lancio del primo Tops Fine Food Sukhumvit Soi 49 porterà il settore della vendita al dettaglio verso nuovi orizzonti, soddisfacendo ogni tipo di esigenza per consumatori con stili di vita piu’ alti, in cerca di prodotti sofisticati, diversi dai prodotti tipici: qualcosa di esclusivo e non disponibile altrove. [...]

CFR ha lanciato Tops Club a fine settembre, con una prima filiale situata dietro Central Rama 2 a Bangkok, che offre 15.000 mq di spazio commerciale in un edificio che somiglia ad un magazzino, diviso in tre parti, i cui prodotti spaziano da generi alimentari secchi e bevande, alimenti freschi, articoli per la casa...

Circa il 70% dei prodotti viene importato da 20 paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Anche il concetto di esposizione differisce dai layout tipici dei negozi: i clienti possono in questo caso provare i prodotti prima di acquistarli, presso circa 40 piccoli stand distribuiti in tutto il negozio. I clienti possono anche scattare foto da condividere sui social prima di effettuare acquisti. […]

Fonte: https://bit.ly/3sgX3i4

 

(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

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Venerdì 21 Ottobre 2022

Il deficit della pubblica amministrazione è salito a 271 miliardi di corone

Il deficit della pubblica amministrazione è salito nei primi nove mesi dell’anno a 271 miliardi di corone. Lo ha comunicato il Ministero delle Finanze. Il risultato è stato definito dal ministro Zbyněk Stanjura “lontano un miglio” rispetto alle prospettive di inizio anno.

Secondo gli esperti l’aumento del deficit è accelerato negli ultimi due mesi e a fine anno potrebbe arrivare a 400 miliardi di corone. Il governo ha già chiesto uno scostamento di bilancio, che farebbe arrivare il deficit previsto per quest’anno a 330 miliardi di corone. Il parlamento, su richiesta della coalizione di governo, potrebbe alla fine approvare ulteriori 45 miliardi di corone di deficit.

Fonte: https://bit.ly/3CUYUhn

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

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Venerdì 21 Ottobre 2022

Il commercio estero della Turchia fotografato dall’ultimo rapporto dell’Istat (TÜİK) e del Mincomes turco

Secondo i dati prodotti con la collaborazione dell'Istituto statistico turco (TÜİK) e del ministero del Commercio, nel mese di luglio scorso le esportazioni della Turchia sono ammontate a 18,5 miliardi di dollari con un incremento del 13,4% mente le importazioni sono cresciute del 41,4% attestandosi a 29,2 miliardi rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi del 2022 le esportazioni sono state pari a 144,3 miliardi di dollari (+19,1%) mentre l’import si è attestato a 206,5 miliardi (+40,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 30,9% passando da 267,9 a 350,8 miliardi di dollari mentre il deficit della bilancia commerciale della Turchia è salito a 62,6 miliardi di dollari.

Il rapporto di copertura delle esportazioni e delle importazioni che si era attestato all’82,6% nel periodo gennaio-luglio 2021, è sceso al 69,9% nello stesso periodo di quest'anno.

Nel periodo gennaio-luglio 2022, la Federazione russa ha nuovamente conquistato il primo posto come principale mercato di provenienza delle importazioni turche con acquisti pari a 32,1 miliardi di dollari (chiaramente in larga parte riferibili a combustibili e gas); seguita dalla Cina (23,8 miliardi di dollari), dalla Germania (13,2 miliardi di dollari), dagli Stati Uniti (8,9 miliardi di dollari) e dall'Italia che si piazza al 5° posto con 7,9 miliardi di dollari. Le importazioni dei primi cinque Paesi hanno rappresentato nei primi sette mesi del 2022 il 41,7% degli acquisti totali della Turchia. Interessante segnalare che l’importo pagato dalla Turchia per le importazioni energetiche è aumento del 95,7% a luglio scorso rispetto all’analogo periodo del 2021 (+7,7 miliardi di dollari nel solo mese in considerazione). Se consideriamo il periodo gennaio – luglio del 2022, le importazioni di combustibili hanno subito una variazione del +145% rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno passando da 22,6 a 55,5 miliardi di dollari.

Passando ai principali mercati di sbocco delle esportazioni turche, al primo posto si colloca la Germania (12,1 miliardi di dollari), seguita da Stai Uniti (9,3 miliardi), Regno Unito (7,5 miliardi), Italia (7,4 miliardi) e Iraq, Spagna e Francia rispettivamente con 7,3, 5,1 e 5 miliardi di dollari.

Il Ministro del Commercio Mehmet Muş commentando i dati dell’export ha evidenziato l’eccellente performance dall'inizio dell'anno delle entrate provenienti dalla voce “servizi” (+66% nei primi 7 mesi dell’anno rispetto al 2021) che oltrepasseranno l'obiettivo iniziale di 68,5 miliardi di dollari stimato entro il 2022; un risultato, secondo il Ministro, che contribuirà significatamene a migliorare il saldo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Il Ministro Muş ha poi aggiunto che le esportazioni di servizi svolgono un ruolo chiave nell’economia del Paese facendo affluire valuta forte e sostenendo così l’occupazione e la crescita del PIL.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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Venerdì 21 Ottobre 2022

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia

La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.

La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nei primi sette mesi del 2022 l’aumento delle esportazioni dell’Italia (+19%) è nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+1,9%), e dal Regno Unito (+0,5%), mentre la Francia ha fatto registrare un +12,2% rispetto ai primi sette mesi del 2021. Si registrano invece, sempre nel periodo in osservazione, incrementi delle quote di export dalla Turchia verso la Germania (+12,2%), il Regno Unito (3,3%) e verso la Francia (+5,7%). In ambito Ue, l’Italia si posiziona invece al secondo posto con oltre 15 miliardi di interscambio totale con la Turchia, seconda solo alla Germania (25 miliardi di dollari) e prima di Francia (11 miliardi di dollari) e Spagna (10 miliardi di dollari).

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Venerdì 21 Ottobre 2022

L'economia della Turchia nel secondo semestre del 2022

L'economia della Turchia è cresciuta del 7,6% annuo nel secondo trimestre dell'anno, confermando la robusta crescita registrata anche durante il primo trimestre del 2022 (+7,3%) grazie all’aumento delle esportazioni e della domanda interna e malgrado un raffreddamento dell’attività produttiva durante il primo semestre dell’anno causata dal rallentamento delle economie dei principali partner commerciali della Turchia. L'aumento del PIL è stato più rapido del previsto, poiché l'inflazione, la più alta degli ultimi 24 anni, ha spinto i consumatori ad anticipare gli acquisti in previsione dell’aumento dei prezzi. Gli analisti tuttavia prevedono che l’economia rallenti in modo significativo nella seconda metà dell’anno in previsione di un raffreddamento dell’attività produttiva in Europa mentre i dati resi noti lo scorso 27 settembre dall’OECD stimano una crescita dell’economia turca al 5,4% quest’anno (le precedenti stime dell’OECD si era fermate al 3,7%) e del 3% del 2023 mentre sempre secondo l’Organizzazione internazionale il tasso di inflazione atteso in Turchia alla fine del 2022 si attesterebbe al 71%.

Nel frattempo, sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK), ha reso pubblici gli indici di fiducia nelle varie componenti dell’economia turca del mese di agosto su quello precedente di luglio: quello economico generale principale è sceso dello 0,2% su base mensile lo scorso mese di agosto rispetto al mese precedente mentre l’indice di fiducia dei consumatori (72,2) è aumentato del 7,4% nel periodo in osservazione restando però ben al di sotto della soglia di 100 punti. Quello composito del clima di fiducia delle imprese ha fatto registrare un +6,1%; guardando alle singole componenti si rileva un leggero calo di fiducia del settore reale (-1,1%) mentre nel settore dei servizi il calo è stato dell'1,3%. Anche nel settore del commercio al dettaglio si registra un calo dello 0,4% (112,9). I settori che hanno invece fatto registrare una dinamica positiva sono stati quelli delle costruzioni (+1,5%)

“Medium Term Program” pubblicato il 5 settembre 2022 dal Ministero delle Finanze
Segnali più ottimistici sulle prospettive del PIL turco e sugli altri indicatori congiunturali e macroeconomici provengono invece dall’ultimo “Medium Term Program” 2022.2024, elaborato dal Ministero delle Finanze lo scorso 5 settembre.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

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