Economia

Venerdì 2 Settembre 2022

L’economia danese continua a crescere nel secondo trimestre del 2022

Dopo la leggera contrazione del PIL danese nel corso del primo trimestre del 2022, gli indicatori economici di Statistics Denmark registrano una forte ripresa nel secondo trimestre, con una crescita dell’economia nazionale del 0,7%.

La ripresa dopo la lieve flessione

Il leggero declino registrato nei primi mesi del 2022 è stato causato dalle restrizioni e le chiusure imposte nel mese di gennaio per la gestione del Covid-19, che hanno portato ad un calo di produzione nel settore dei servizi pubblici e dei servizi privati rivolti alla famiglia. Inoltre, lo scoppio della guerra in Ucraina nei primi mesi di quest’anno, ha rappresentato un nuovo fattore di destabilizzazione e di rallentamento per la crescita di tutte le economie mondiali, compresa quella danese. Invero, con l’invasione russa del territorio ucraino, sono state applicate delle nuove sanzioni internazionali alla Federazione Russa, che hanno comportato problemi di approvvigionamento energetico ed un conseguente aumento dei prezzi delle materie prime. Ciò ha determinato un incremento dell’incertezza a livello internazionale, riducendo i consumi e gli investimenti globali, e perciò rappresentando un nuovo fattore di instabilità per le economie internazionali.

Sebbene il primo semestre del 2022 si sia aperto con una serie di sfide che hanno messo a prova la robustezza e la stabilità anche di economie forti come quella della Danimarca, i dati relativi alla contrazione dell’economia danese vanno letti considerando gli alti livelli di crescita economica del paese che hanno generalmente caratterizzato il 2021, e che sono stati particolarmente elevati nel corso dell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Invero, l’economia danese già decretata come una delle economie più competitive al mondo in tempi pre-Covid dal World Competitiveness Ranking dell’International Institute for Management Development, il quale stila una classifica analizzando come i paesi gestiscono le proprie competenze al fine di raggiungere la creazione di valore a lungo termine, nel corso degli ultimi anni è riuscita a scalare questa classifica arrivando in prima posizione nel 2022, dimostrando perciò di essere riuscita a reagire agli ostacoli che si sono presentati nel corso del tempo.  Allan Sørensen, chief economist alla Confederazione dell’Industria Danese, ha infatti sostenuto che i risultati raggiunti dal paese hanno dimostrato l’efficienza della società danese e la forza della sua economia, pronta alla gestione dei cambiamenti imposti dalla pandemia grazie all’alto livello di resilienza dei propri mercati.

Previsioni future

Per i prossimi mesi gli analisti si aspettano un incremento del tasso di crescita del PIL danese al 0,10%, con una crescita del PIL reale al 3% nel 2022, soprattutto grazie alla ripresa della domanda nazionale sia dei consumi privati che degli investimenti.

È inoltre previsto che il protrarsi della guerra in Ucraina continuerà a mettere alla prova i mercati globali, soprattutto a causa dell’instabilità della sicurezza energetica dei paesi, dovuta dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dai problemi di approvvigionamento energetico. Per questo motivo, gli indicatori economici, sebbene si aspettino una situazione di ulteriore crescita economica per la Danimarca, prevedono una decelerazione della crescita dell’economia nazionale, con una crescita del PIL reale prevista al 1,2% nel 2023.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 2 Settembre 2022
Venerdì 2 Settembre 2022

Italia e Germania: sviluppo economico e rapporti commerciali – Report agosto 2022

Nel secondo trimestre del 2022, si stima che il prodotto interno lordo (PIL) dell’Italia sia aumentato dell’1% rispetto al trimestre precedente, proseguendo con la sua fase espansiva per il sesto trimestre consecutivo. Per il 2022 si prevede una crescita complessiva del 3,4%.

Tuttavia, per quanto riguarda le esportazioni italiane verso i mercati UE e non UE, dopo cinque mesi di crescita esse sono diminuite (-2,1%). Nel complesso, rispetto al trimestre precedente, lo sviluppo economico nel secondo trimestre del 2022 è rimasto comunque positivo, anche se con una crescita più lenta (+6,2% dopo il +8,0% del primo trimestre).

Nel corso dell’anno, Stati Uniti (+25,3%), Germania (+15,6%) e Francia (+16,7) sono i maggiori responsabili dell’aumento delle esportazioni italiane.

In particolare, il legame tra Germania e Italia è contraddistinto da intensi e stretti rapporti economici. La Germania si trova infatti tradizionalmente al primo posto per ciò che concerne le importazioni. Negli ultimi dieci anni, l’importanza dell’Italia per l’economia tedesca non è praticamente cambiata e questo sottolinea la stabilità delle loro relazioni bilaterali.

In numerosi settori industriali, la Germania è il riferimento e la prima fonte di approvvigionamento per l’Italia. Nonostante la situazione di instabilità causata dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina, la domanda di prodotti tedeschi in Italia è elevata, duratura e tendenzialmente in crescita. Anche di fronte all’intensificarsi della concorrenza globale e all’ascesa della Cina, i produttori tedeschi dell’industria automobilistica, dell’industria chimica o dell’ingegneria meccanica non hanno praticamente perso quote di mercato in Italia, a riprova della stretta integrazione delle industrie dei due Paesi.

Le prospettive per il futuro sono sostanzialmente positive anche grazie al Recovery Fund che prevede fondi per la trasformazione verde e digitale dell’Italia. A questo proposito si menzionano le agevolazioni economiche, che il governo italiano sta implementando al fine di rendere il mercato italiano sempre più attraente per gli investitori esteri. Anche in questo ambito, le aziende tedesche ricoprono un ruolo decisivo nel panorama degli investimenti esteri diretti in Italia: secondo i dati forniti da Banca d’Italia, nel 2020 €44,6 miliardi sul totale di €382,4 miliardi provenivano infatti da aziende tedesche. 

 

Fonti: https://bit.ly/3RayrSR; https://bit.ly/3KIdahh; https://bit.ly/3AIxudI; https://bit.ly/3q3wNH1    

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

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Venerdì 2 Settembre 2022

La Banca di Corea ha aumentato il tasso di riferimento per combattere l'impennata dell'inflazione

Il 25 agosto la Banca di Corea (BOK) ha alzato il suo tasso di interesse chiave di un quarto di punto percentuale mentre lotta per tenere a freno l'inflazione che quest'anno dovrebbe raggiungere il livello più alto registrato in più di due decenni.

Come ampiamente previsto, il consiglio di politica monetaria della Banca di Corea ha votato per aumentare il tasso repo a sette giorni di riferimento al 2,5% in una riunione per la determinazione dei tassi all'inizio della giornata, secondo la BOK.

La mossa ha rappresentato il settimo aumento degli oneri finanziari della banca centrale - 2 punti percentuali insieme - da quando ha effettuato il suo primo aumento del tasso in 15 mesi nell'agosto dello scorso anno per annullare l'allentamento della sua posizione di politica monetaria e far fronte ai crescenti timori sull'inflazione.

In un annuncio separato, la BOK ha rivisto le sue prospettive di inflazione per il 2022 dal precedente 4,6% al 5,2%, che è la proiezione più alta da quando è stato introdotto il sistema di obiettivi di inflazione attualmente in vigore dal 1998.

Anche le prospettive di crescita di quest'anno per la quarta economia più grande dell'Asia sono state riviste al ribasso dal 2,7% al 2,6%. La BOK sta annunciando ogni tre mesi una revisione delle stime di inflazione e crescita.

Il recente aumento dei tassi ha lo scopo di frenare l'inflazione che è stata sottoposta a crescenti pressioni al rialzo a causa degli alti prezzi dell'energia e dei crescenti costi di importazione di altri materiali chiave le cui interruzioni dell'approvvigionamento rimangono gravi a causa della guerra in corso in Ucraina.

I prezzi al consumo del paese, un importante indicatore dell'inflazione, sono aumentati del 6,3% a luglio rispetto all'anno precedente, il ritmo più veloce in quasi 24 anni.

La BOK ha sottolineato che la sua priorità è combattere l'inflazione, ma resta preoccupato che aumenti dei tassi troppo rapidi e bruschi potrebbero aumentare l'onere del debito delle famiglie e rallentare l'economica che si sta riprendendo dalle ricadute delle restrizioni legate alla pandemia.

Il governatore della BOK Rhee Chang-yong ha detto ai giornalisti che l'inflazione probabilmente raggiungerà il picco alla fine del terzo trimestre o all'inizio del quarto trimestre, anche se è impossibile dirlo con certezza in mezzo alla crescente incertezza economica globale.

Ha anche aggiunto che il BOK probabilmente spingerà per uno o due ulteriori aumenti dei tassi entro la fine dell'anno, ma che molto probabilmente saranno aumenti incrementali di 0,25 punti percentuali.

 

Fonte: https://bit.ly/3cIE0Ju

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)

Ultima modifica: Venerdì 9 Settembre 2022
Venerdì 2 Settembre 2022

Previsioni contrastanti sulla crescita economica degli Stati Uniti

L’economia americana sta attraversando un periodo di forte affaticamento dovuto a numerosi fattori in gioco quali la crescita del costo delle materie prime, in particolare legate alla produzione e all’utilizzo di energia, i conseguenti problemi di trasporto, la guerra in Ucraina e l’inflazione a livelli record che hanno rivalutato a ribasso le stime di ripresa dell’economia a seguito della pandemia. 

Tuttavia, se da un lato sono chiare le cause di questo fenomeno, sono contrastanti le previsioni e le valutazioni che gli economisti hanno sulla situazione economica presente. La maggior parte degli analisti prevedono che la contrazione economica rimanga limitate in termini di dimensioni e di durata, altri invece ritengono che gli Stati Uniti siano entrati a tutti gli effetti in una fase di recessione dal momento che la crescita annua è stata rivalutata a 0,9%.

La Federal Reserve ha contribuito certamente a creare questa le condizioni per una bassa crescita nel tentativo di frenare l’inflazione innalzando i tassi d’interesse. Così facendo, inevitabilmente i tassi d’interesse dei mutui hanno subito un brusco innalzamento contribuendo a limitare la crescita del settore immobiliare, ridimensionando quindi la crescita prevista a seguito della pandemia. 

I sospetti che l’economia americana si stia dirigendo verso una vera e propria recessione si sono concretizzati notevolmente dopo le pubblicazioni ufficiali del Fondo Monetario Internazionale del 28 luglio che indicano un secondo quadrimestre 2022 consecutivo di contrazione dell’economia. Sebbene questo basti per poter evocare lo spettro di una recessione in base allo storico di passate crisi economiche, alcuni analisti segnalano che un fattore in particolare potrebbe ridurre gli effetti di questo rallentamento: un mercato del lavoro robusto capace di creare in media 400 mila posti lavoro al mese, come affermato dalla Segretaria del Tesoro, Janet Yellen. 

Il mercato del lavoro attuale negli USA è infatti uno dei più dinamici al mondo: la disoccupazione si attesta intorno al 3,6% e si calcola che per ogni disoccupato siano presenti quasi due posti di lavoro disponibili. Da ultimo, secondo alcuni analisti, questo fattore è in grado di trainare l’economia americana verso una fase di crescita contenuta dal momento che per poter considerare l’economia in recessione, la disoccupazione dovrebbe superare la soglia del 4%.  

 

Fonti: 

Time - https://bit.ly/3RbVgG5

Wall Street Journal - https://on.wsj.com/3q74mYy

Financial Times - https://on.ft.com/3B78dLt

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Venerdì 21 Ottobre 2022
Giovedì 1 Settembre 2022

Aggiornamenti sull'inflazione in Turchia

L’ultimo rapporto ufficiale sull’inflazione in Turchia segnala un +79,6% nel mese di luglio. Pur essendo un dato elevatissimo, si tratterebbe di un incremento lievemente inferiore rispetto a quelli dei mesi scorsi, il che potrebbe far pensare and un lieve allentamento della pressione sui prezzi. Il Presidente Erdogan ha recentemente dichiarato che “occorre avere pazienza” prevedendo un decremento del tasso di inflazione fino a raggiungere livelli “adeguati” nel corso dei masi di febbraio-marzo 2023.

Intanto un recente sondaggio della Reuters stima che il tasso di inflazione in Turchia raggiungerà il suo picco più alto dell’ultimo ventennio nei prossimi mesi per poi attestarsi a circa il 70% entro la fine del 2022; gli stessi sondaggi stimano anche che la BCRT manterrà il suo tasso di riferimento stabile al 14% per almeno un altro anno. L'inflazione in Turchia è aumentata vertiginosamente nel corso dell’ultimo anno, aggravata dalla crisi valutaria (svalutazione di circa il 44% del valore della lira rispetto al dollaro negli ultimi 12 mesi) successivamente, nei primi mesi del 2022, l'aumento dei prezzi delle materie prime causato dall’invasione dell’Ucraina si è avvicinato all'80% comportando elevati oneri sulle famiglie turche. Un miglioramento, sempre secondo gli economisti di Reuters, potrebbe avvenire solo verso la fine del primo trimestre del 2023 con il tasso che potrebbe attestarsi intorno al 43% a ridosso delle elezioni presidenziali. Il sondaggio appare dunque in linea con il programma di Ankara che continuerà a dare priorità a tassi di interesse bassi al fine di facilitare il credito e le esportazioni e per sostenere la crescita del Paese.

All’importante erosione delle riserve valutarie, un’inflazione elevata, passata dal 73,50% di maggio a 79,6% lo scorso mese di luglio ed un calo degli IDE che hanno ampliato il deficit delle partite correnti, fa da contraltare una crescita sostenuta. Dopo il +11% del 2021, il PIL è cresciuto del 7,3% nel primo trimestre dell’anno e gli economisti di Reuters prevedono una crescita del prodotto interno lordo intorno al 3,3% alla fine di quest’anno e un disavanzo delle partite correnti del 5,5% del PIL (rispetto al 4,4% del sondaggio Reuters di aprile scorso); un disavanzo che dovrebbe restringersi nel 2023 al 3,5% (la stima precedente era 2,8%). Il Capo economista di Tera Yatirim, Enver Erkan, ha affermato che la BCRT continuerà a perseguire una politica monetaria prudente rispettando il programma economico di Erdoğan nonostante il forte deprezzamento della lira. La svalutazione dall’inizio dell’anno è stata superiore al 25% e l'ambizione di Ankara dell’uso della valuta nazionale nel commercio estero soprattutto con i suoi principali partner commerciali (Russia, Cina, lran e Paesi del Golfo), resta per il momento non facilmente praticabile anche se la Turchia ha continuato a sollevare la questione nei recenti incontri con Federazione Russa e Iran. Del resto, secondo i dati ufficiali, gli importatori turchi hanno pagato le transazioni commerciali in lire solo per il 3,8% del totale di prodotti e servizi importati dalla Turchia nei primi 5 mesi del 2022, mentre i pagamenti in dollari e in euro hanno rappresentato rispettivamente il 71% e il 24%. Allo stesso modo, solo il 2,8% delle esportazioni turche, sempre nell’analogo periodo in osservazione, è stato fatturato in lire, mentre il 49,5% era in dollari e quasi il 46% in euro. Inoltre, una parte significativa dei pagamenti in lire sarebbe comunque relativo a transazioni tra società con sede in Turchia e loro filiali nei paesi dell'UE.

L’ambizione di promuovere l’utilizzo della lira turca nelle transazioni commerciali è stato anche l'obiettivo dichiarato in una serie di accordi di swap valutario che la BCRT turca ha concluso con controparti cinesi, coreane e dei Paesi del Golfo; tuttavia, le statistiche ufficiali sul commercio estero della Turchia indicano che gli accordi di swap hanno avuto scarso impatto sull'espansione degli scambi commerciali in valute locali. La valuta entrata nelle casse dello Stato di Ankara attraverso swap ammontava a circa 21 miliardi di dollari alla fine del 2021, la maggior parte proveniva da un accordo con il Qatar. Con Cina e Corea del Sud le valute (yuan e won) sono state poco utilizzate e le transazioni sono state pagate quasi sempre in dollari. L'ultimo accordo di swap è stato firmato a gennaio 2022 dalla Turchia con gli Emirati Arabi Uniti per l'equivalente di circa 5 miliardi di dollari. L'uso del dirham degli Emirati rimane tuttavia ancora residuale nel commercio bilaterale e l'obiettivo di facilitare il commercio in valute locali è rimasto praticamente sulla carta anche per quanto attiene alle transazioni commerciali con EAU.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Martedì 20 Settembre 2022
Venerdì 5 Agosto 2022

Germania: Inflazione, import-export e cambio di previsioni – Report luglio 2022

La Commissione Europea ha pubblicato un report estivo all’interno del quale rivede le sue stime per il 2023: l’inflazione nell’area europea dovrebbe essere più alta di quella prevista nelle stime di inizio anno, passando da 6,1% a 7,6%. Anche le stime di crescita all’interno dell’eurozona sono state riviste e passano dal 2,3% all’1,4%. La causa principale si ritrova nell’aumento del costo dell’energia.

L’Italia continua a crescere, ma non crescerà come stimato dell’1,9% nel 2023, bensì solo dello 0,9%. Secondo le stime dell’Istat, nel mese di giugno, l’inflazione in Italia è salita fino all’8%, raggiungendo quasi i livelli del 1996, quando aveva toccato l’8,2%.

Per quanto riguarda import e export, le merci italiane sono state esportate maggiormente negli USA. A causa dell’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro americano, si è osservato tuttavia un aumento dei costi per le merci in entrata. Le vendite verso Russia e Cina subiscono invece un forte calo, ma si allineano ai risultati del commercio mondiale, che registra un calo complessivo dello 0,3% tra febbraio e aprile.

In Germania l’inflazione è scesa al 7,6% nel mese di giugno (-0,3% rispetto a maggio). Questo è stato possibile anche grazie a misure quali il Tankrabatt e il biglietto mensile a 9 euro per i mezzi pubblici a breve percorrenza in tutto il Paese. Entrambe queste misure avranno una durata di tre mesi (da giugno ad agosto) e con queste il governo ha cercato di ridurre il peso dell’aumento dei prezzi sulla popolazione.

In particolare, il cosiddetto Tankrabatt prevede una riduzione delle imposte sul prezzo dei carburanti, influendo indirettamente anche sui costi dei beni di consumo. Lo sconto sulla benzina è di circa 35 centesi al litro: 30 centesimi sono una riduzione dell’imposta sull’energia, mente i restanti 5 sull’Iva. Invece, lo sconto sul prezzo del Diesel ammonta a circa 17 centesimi al litro, di cui 14 centesimi di riduzione dell’imposta sull’energia e gli altri 3 centesimi sull’Iva.

Il biglietto a 9 euro per i mezzi pubblici sta contribuendo a rendere i mezzi pubblici accessibili a un maggior numero di persone, che solitamente usavano la macchina. Questo ha chiaramente avuto un impatto sul traffico stradale. Secondo quanto riportato dal Tagesschau, sono stati venduti circa 21 milioni di biglietti a giugno.

Infine, Destatis riporta che nel mese di maggio l’export tedesco è diminuito dello 0,5%, mentre al contrario le importazioni sono aumentate del 2,7% rispetto al mese precedente. Un dato interessante da menzionare è l’aumento delle esportazioni dalla Germania verso la Federazione Russa che hanno raggiunto quasi 1 miliardo di euro. Tuttavia, le importazioni dalla Russia si sono attestate a 3,3 miliardi di euro (circa il 9,8% in meno rispetto ad aprile).

Fonti: https://bit.ly/3zDszKi; https://bit.ly/3zYuWc1; https://bit.ly/3bEHrAa; https://bit.ly/3Q4lMAC; https://bit.ly/3zzRNcD; https://bit.ly/3oYmVxK; https://bit.ly/3QfdZzK; https://bit.ly/3SsDEXq

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Agosto 2022
Venerdì 5 Agosto 2022

Il PIL catalano cresce dell'1,5% nonostante il calo industriale

In Spagna il Dipartimento dell'Economia ha affermato che "il settore industriale ha iniziato a moderare la ripresa durante la seconda metà del 2021, in gran parte a causa dei problemi globali di strozzatura dei componenti chiave e anche a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime".

Il ministero regionale ha ricordato che la situazione è molto diversa per ogni settore e ha sottolineato che i più colpiti dai problemi di approvvigionamento sono aree come la produzione di attrezzature per il trasporto e anche i settori a più alta intensità energetica.

Il PIL è trainato principalmente dal settore dei servizi, in crescita del 7% rispetto all'anno precedente. Questa forte crescita contrasta con la moderazione delle costruzioni, che sono cresciute dello 0,5%. Oltre al settore industriale, l'altra attività che ha registrato un calo è stata quella delle costruzioni, scesa dell'1,6%.

Fonte: https://bit.ly/3JzCIfD

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana – Barcellona)

Ultima modifica: Venerdì 5 Agosto 2022
Venerdì 29 Luglio 2022

Repubblica Ceca: Approvato lo scostamento di bilancio da 50 miliardi di corone, niente nuove tasse

Il governo, guidato dal premier Petr Fiala, ha approvato mercoledì 27 luglio l’atteso scostamento di bilancio, che porterà a un aumento del deficit di 50 miliardi di corone. Il bilancio dello stato quest’anno sarà in perdita di 330 miliardi di corone. Il governo, tuttavia, non ha previsto alcun aumento di imposte, su cui dibattono i partiti della coalizione.

Lo scostamento di bilancio con un deficit di 330 miliardi di corone rispecchia la realtà portata dalla guerra in Ucraina”, ha dichiarato il premier Petr Fiala. Il documento prevede un rialzo delle uscite statali di 115 miliardi di corone. Ad aumentare è soprattutto la spesa sociale, con uscite extra come il bonus da 5000 corone per le famiglie, la valorizzazione delle pensioni o le misure contro il caro energia, che includono la tariffa sociale e la copertura straordinaria degli incentivi per le rinnovabili. In aumento anche alcuni capitoli di spesa nell’istruzione e nella sanità per effetto dell’arrivo di un gran numero di profughi di guerra ucraini.

Una parte della spesa in aumento sarà coperto dalle entrate accresciute per via dell’alta inflazione. Complessivamente lo stato attende un aumento del gettito di 65 miliardi di corone. Lo scostamento invece non prevede alcun rialzo delle imposte, di cui discutono da settimane i partiti della coalizione. Una parte del blocco governativo vorrebbe introdurre un prelievo extra sugli utili delle società energetiche o rivedere l’imposta sul reddito delle persone fisiche e giuridiche. Le proposte, tuttavia, non hanno trovato consenso tra i partiti della maggioranza. Contrari ad ogni rialzo delle imposte sono soprattutto i rappresentanti dell’ODS.

Lo scostamento dovrà essere ancora votato dalla Camera dei deputati, dove tuttavia non si attendono intoppi dal momento che il governo può contare su una larga maggioranza di 108 seggi su 200.

Fonte: https://bit.ly/3PIn5Vr

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Venerdì 29 Luglio 2022
Venerdì 29 Luglio 2022

L’ecosistema delle startup in Turchia nel 2021

Il 2021 è stato un anno importante per l’ecosistema delle start up in Turchia: il settore ha ricevuto finanziamenti pari a quasi 2 miliardi di dollari distribuiti tra angel investors, incubatori e fondi di venture capital. Il 2021 è stato anche l’anno in cui l’applicazione turca di consegna di generi alimentari, Getir, è diventata unicorno, raggiungendo Dream Games, con una valutazione che ha superato il miliardo di dollari ma che potrà presto trasformarsi in un decacorn con la prospettiva di collocarsi al secondo posto tra le startup turche con maggior valore dietro alla piattaforma di e-commerce Trendyol (sostenuta dai cinesi di Alibaba) che nel 2021 ha raggiunto il valore di ben 16,5 miliardi di dollari.

Il 2021 è stato anche l’anno che ha collocato la Turchia tra i primi 10 paesi in Europa che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti mentre si è posizionata al secondo posto nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa dietro solo a Tel Aviv e prima di Dubai. Sempre nell’anno in osservazione, nell'ecosistema delle venture capital, Istanbul si è classificata al 13° posto tra le città europee che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti e al quarto posto in termini di numero di accordi conclusi nel 2021.

Da sola, la più grande metropoli della Turchia, ha visto anche crescere TechOne, tra i fondi di venture capital più attivi mentre il Keiretsu Forum (una rete di angel e venture capital) ha investito in 19 startup; anche la prima piattaforma di “crowdfunding” Fonbulucu, ha ottenuto un grande successo investendo sempre nel 2021 in 18 startup; risultati ottenuto anche grazie ai finanziamenti della piattaforma “Individual Young Startup” (BiGG) del CNR turco, TÜBİTAK.

Un anno, il 2021, che è stato citato come “record” anche dal Presidente dell'Ufficio Investimenti della Presidenza turca, Burak Dağlıoğlu, che ha voluto evidenziare l’elevato livello di competenze raggiunto dagli investitori locali: “lo spirito imprenditoriale e umano dei fondatori delle startup turche dell’e-commerce oramai famose in tutto il globo come “Trendyol”, “Getir”, e “Yemeksepeti” e quelle del gioco come “Peak” e “Dream Games” è un nostro patrimonio e i risultati raggiunti ci spingono affinché la Turchia si trasformi in un centro mondiale di talenti creando percorsi per i giovani, in particolare per le donne, che cercano una carriera nei settori altamente tecnologici”.

Ma idee brillanti sono arrivate anche durante questo primo semestre del 2022. La piattaforma imprenditoriale locale di Zorlu Holding Parlak Bi'Fikir ha lanciato un programma a sostegno dell'innovazione e della creatività, inoltre è nata "Be Right Back", piattaforma che trasforma gli schermi dei PC in computer da gioco; anche i settori tradizionali hanno beneficiato di applicazioni intelligenti sviluppate da investitori turchi, ne è un esempio "Geliverio" applicazione che fornisce alternative cargo più convenienti con prezzi competitivi e consegne rapide alle aziende e alle compagnie oppure "Whatever You Sew", piattaforma agricola che rende più facile per gli agricoltori ottenere macchinari agricoli e servizi altamente tecnologici.

Trendyol, una delle piattaforme di e-commerce più famose, non solo in Turchia, e primo decacorn nel Paese (valutato oltre 16 miliardi di dollari), con un piano di investimenti nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Lussemburgo e in Germania, dove venderà i propri prodotti “Made in Türkiye” punta a realizzare oltre 3 miliardi di dollari di ricavi nei prossimi tre anni; Il Presidente del gruppo Trendyol, Caglayan Cetin, ha recentemente affermato che la startup ha oggi più di 300 produttori in Turchia, con oltre 100 addetti in Europa, metà dei quali in Germania, e con un volume di esportazioni totale stimate in oltre 1 miliardi di dollari. Trendyol spedisce oltre 1 milione di pacchi al giorno in Turchia, mentre quelli spediti all’estero - in quasi 100 paesi in un'ampia area geografia che va dall'Europa al Medio Oriente e all'Africa - supera il mezzo milione di unità; il giro d’affari lo scorso anno è stato di quasi 200 milioni di dollari con oltre 6 milioni di ordini in totale ricevuti. Il piano di espansione di Trendyol prevede l’acquisizione di piattaforme di e-commerce mediorientali (in particolare degli Emirati Arabi Uniti) ma anche in Arabia Saudita.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 29 Luglio 2022
Venerdì 29 Luglio 2022

Le imprese ceche continuano a godere di uno stato finanziario buono

Le finanze delle imprese ceche continuano a godere di uno stato buono. Lo rilevano le statistiche sui fallimenti aziendali relative al primo semestre dell’anno diffuse da Crif – Czech Credit Bureau, socio Camic.

Nei primi sei mesi dell’anno è stato dichiarato dai tribunali il fallimento di 354 imprese, quasi il 10 percento in meno rispetto a un anno fa. Sono tuttavia aumentate le proposte fallimentari a 538 richieste. Un andamento positivo è stato registrato anche per gli imprenditori individuali. I fallimenti in questo ambito sono diminuiti di circa il 15 percento a 2900 e le proposte fallimentari di circa il 10 percento a 2945, registrando il valore più basso in nove anni.

Quest’anno continua a esserci un volume molto basso di crediti a rischio di mancato rimborso e la loro quota sul totale dei crediti continua a calare”, ha sottolineato l’analista capo di Crif – Czech Credit Bureau Věra Kameníčková. È tuttavia prevedibile che l’aumento dei costi e altri effetti negativi avranno una ripercussione sui bilanci aziendali durante la seconda metà dell’anno. “E’ quindi prevedibile che, a causa delle difficili condizioni per fare impresa, il numero dei fallimenti aziendali supererà quest’anno il dato del 2021” ha indicato Kameníčková.

Fonte: https://bit.ly/3cK1AFf

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Venerdì 29 Luglio 2022