Economia

Mercoledì 19 Maggio 2021

Le Organizzazioni Internazionali rivedono al rialzo le previsioni di crescita della Turchia

Nonostante la pandemia da coronavirus abbia avuto un impatto negativo a livello globale nel 2020, la Turchia è stato uno dei pochi paesi che ha registrato una crescita economica che, contrariamente alle aspettative, è stata dell’1,8%. A fronte di ciò, Organizzazioni Internazionali ed Agenzie di rating hanno rivisto le previsioni economiche per il paese. Il Fondo Monetario internazionale ha infatti annunciato all’inizio dell’anno una crescita del 6%, dal 5% precedentemente indicato. Moody's ha previsto a febbraio un aumento dell’economia dal 3,5% al 4% per il 2021 e dal 4% al 5% per il 2022. Fitch ha rivisto al rialzo le previsioni: dal 3,5% al 6,7% per il 2021, dal 4,5% al 4,7% per il 2022. S&P ha invece riformulato al ribasso le stime di crescita dal 4,5% al 3,6% per il 2021 e del 3,5% nel 2022. L'OCSE ha migliorato le stime dal 2,9% al 5,9%. L'UNCTAD, nel suo rapporto sull'andamento del commercio e dello sviluppo globale, pubblicato a marzo, ha aggiornato le previsioni di crescita dal 2,4% al 4% per il 2021. La Banca Mondiale ha rivisto le sue proiezioni economiche per il 2021 dal 4,5% al 5%.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Mercoledì 19 Maggio 2021
Martedì 18 Maggio 2021

Gli investimenti esteri in Portogallo hanno continuato a crescere nel 2020

Nonostante la crisi pandemica e il declino senza precedenti subito dall'economia portoghese, lo stock di investimenti diretti esteri (IDE) in Portogallo è aumentato nel 2020, raggiungendo quasi 150 miliardi di euro, la cifra più alta nella serie di dati del Banco de Portugal (Bop).

Expresso, analizzando i dati del Banco de Portugal sugli IDE, rivela che essi ammontano precisamente a 149,6 miliardi di euro. Ma l'aumento di 2,3 miliardi nel 2020 è stato di gran lunga inferiore all'aumento di 11,4 miliardi nel 2019. 

Fonte: https://bit.ly/2QnQWJu

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Martedì 18 Maggio 2021
Martedì 18 Maggio 2021

La Danimarca introduce una nuova legge sugli investimenti esteri

Da mercoledì 5 maggio 2021, il Ministero Danese degli Affari Esteri ha emanato una nuova legge per tutelare la Danimarca attraverso un processo di screening per i futuri investimenti e accordi esteri in determinati settori che possano rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale (Economic Times, 2021).

Già nel 2019, i legislatori dell’UE avevano sostenuto un sistema per coordinare il controllo degli investimenti stranieri, in particolare dalla Cina, per proteggere le tecnologie e le infrastrutture strategiche in Europa (ibid.). Il ministro della difesa, Trine Bramsen, ha sottolineato la necessità di un regime di IDE (Investimento Diretto Estero) per investimenti in difesa, tecnologia dell’informazione e infrastrutture critiche (Mondaq, 2021).

Il nuovo emendamento introduce un meccanismo di screening obbligatorio per gli investimenti diretti esteri. Lo screening verrà applicato nei casi in cui un investitore straniero intenda acquisire, direttamente o indirettamente, il possesso o il controllo di almeno il 10% della proprietà in società danesi operanti nei seguenti settori (tutti considerati strategici in relazione alla sicurezza nazionale o all’ordine pubblico):

  1. Aziende del settore difesa
  2. Società nel campo delle funzioni di sicurezza informatica o del trattamento di informazioni classificate
  3. Aziende che producono beni a duplice uso
  4. Aziende nel campo della tecnologia critica
  5. Società di infrastrutture strategiche

Inoltre, verranno sottoposti a screening gli investitori esteri che pianificano di acquisire posizioni dominanti in merito a: diritto di voto nei CDA, o controllo equivalente, con operazioni mirate al controllo gestionale, finanziario o operativo delle suddette aziende (Gorrissen Federspiel, 2021).

La legge prevede anche uno screening obbligatorio se un investitore straniero, al di fuori dell’UE o dell’AELS (Associazione Europea di Libero Scambio), intende stipulare un accordo finanziario speciale con una società domiciliata in Danimarca che opera in uno dei settori sensibili sopra indicati (ibid.).

Nel valutare se un investimento estero diretto costituirà una minaccia per la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico, il ministero degli affari esteri terrà conto dei seguenti tre criteri: 1) l’entità danese a cui è rivolto l’investimento; 2) l’investimento in questione; 3) l’investitore straniero (ibid.).
Inoltre, gli investitori saranno valutati in base al loro potenziale collegamento con governi stranieri, forze armate o altre entità statali, nonché qualsiasi collegamento ad attività criminali (Economic Times, 2021).

Fonte: https://bit.ly/3y4VOEm

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 13 Luglio 2021
Mercoledì 28 Aprile 2021

Svizzera: tassi ipotecari più alti da un anno a questa parte

Secondo l’ultimo Barometro Ipoteche di Comparis, pubblicato lo scorso 6 aprile, in Svizzera i timori di un’inflazione fanno salire i tassi ipotecari: nel primo trimestre i tassi indicativi per le ipoteche decennali hanno raggiunto i massimi da un anno.

All’inizio dell’anno i tassi indicativi per le ipoteche a dieci anni erano di poco superiori all’1%, per poi attestarsi all’1,20% alla fine del primo trimestre. Al suo picco, il tasso indicativo è salito all’1,21%. Livelli così alti non si vedevano da un anno: nel primo trimestre dello scorso anno, infatti, spinti dallo shock del coronavirus i tassi ipotecari erano saliti al massimo all’1,19%.

Meno forte è stato l’aumento dei tassi indicativi per le ipoteche a cinque e a due anni, che rispettivamente con lo 0,92 e lo 0,86% sono ancora inferiori ai livelli del primo trimestre 2020.

«Molti credono che la pandemia finirà a breve. Questo scenario alimenta le prospettive di un boom economico globale», spiega Fredéric Papp, esperto in finanze presso Comparis in un comunicato. Il rovescio della medaglia è che inizia a farsi sentire la paura dell’inflazione e aumentano gli interessi sul mercato dei capitali. «Se salgono i tassi sul mercato dei capitali aumentano anche i costi di rifinanziamento delle ipoteche», conclude Papp.

 

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1403

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 28 Aprile 2021
Mercoledì 28 Aprile 2021

Svizzera: previsto in crescita del +3,4% il PIL nel 2021

I ricercatori di BAK Economics, l’Istituto di analisi economiche, prevedono una forte ripresa economica nel corso del 2021. Gli esperti dell’istituto basilese, confortati dall’avanzamento della campagna di vaccinazione, ipotizzano per l’anno in corso un aumento del Pil svizzero del 3,4%.
L’ottimismo contagerà anche il 2022, per il quale la crescita immaginata del Pil si fissa al 3,7%. Correggendo i valori dagli effetti degli eventi sportivi, che hanno un impatto importante sul prodotto interno lordo elvetico a causa della presenza sul territorio di associazioni internazionali, ci si attende un incremento del 3,1% per quest’anno e del 3,5% per il prossimo.
Anche se la crisi scatenata dalla pandemia sta ancora colpendo il Paese, i ricercatori nutrono grandi speranze relative ai vaccini. Più velocemente le immunizzazioni procedono e più velocemente l’economia ne beneficerà, ha chiosato Alexis Bill Körber del BAK.
Ad aiutare sarà anche il pacchetto di stimoli confezionato negli Usa dall’amministrazione del presidente Joe Biden. «Quando gli Stati Uniti fanno una festa, il resto del mondo riceve un invito», ha spiegato con una metafora Körber, sottolineando così l’importanza dell’economia a stelle e strisce per tutto il pianeta, Svizzera compresa.
Malgrado queste prospettive tutto sommato rosee, la situazione del mercato del lavoro andrà monitorata da vicino. Nei prossimi mesi vi è infatti da mettere in preventivo un aumento dei disoccupati, la cui quota potrebbe raggiungere il 3,8%. Il sostegno durante la crisi è stato comunque senza precedenti, ha sottolineato Körber, e tuttora la Svizzera è ben al di sopra del suo record pre-Covid per quanto riguarda il ricorso al lavoro ridotto.
Nonostante ciò, è probabile che il fallimento di alcune aziende sia stato solo rimandato. In certi casi, scaduta la possibilità di accedere al lavoro ridotto vi saranno verosimilmente licenziamenti. La situazione dovrebbe distendersi entro la fine del 2022, quando, secondo il BAK, il tasso di disoccupazione scenderà di nuovo al 2,8%.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1395

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Mercoledì 28 Aprile 2021
Mercoledì 28 Aprile 2021

Istantanea sull’economia del Texas nel primo trimestre 2021

L'economia del Texas continua a riprendersi dall’impatto negativo della pandemia globale e rimane una delle economie più forti e diversificate della nazione. Di seguito si riportano alcuni dati economici relativi al primo trimestre 2021:

• Il tasso di disoccupazione del Texas, a febbraio 2021, è del 6,9% (Texas Workforce Commission)

• Il Texas ha perso 27.500 posti di lavoro non agricoli e 19.300 nel settore privato a febbraio 2021 (Texas Workforce Commission)

• La produzione industriale in Texas è cresciuta, nel febbraio 2021, per il nono mese consecutivo. (Federal Reserve Bank di Dallas)

• L'attività nel settore dei servizi è aumentata leggermente nel febbraio 2021 (Federal Reserve Bank of Dallas)

• Il settore della vendita al dettaglio è rimasta stabile nel febbraio 2021 (Federal Reserve Bank of Dallas)

• Nel gennaio 2021, c'erano più di 39 nuovi progetti annunciati in Texas. I progetti dovrebbero creare 354,3 milioni di dollari in investimenti di capitale e 1.448 nuovi posti di lavoro (Ricerca EDT)

• A gennaio 2021, le esportazioni del Texas ammontavano a circa 27,36 miliardi di dollari, rispetto ai 15,8 miliardi di dollari del maggio 2020 (USA Trade)

• Le richieste di sussidio di disoccupazione fino alla settimana terminata il 1 marzo 2021 continuano a essere inferiori al picco più alto dell'aprile 2020 (Texas Workforce Commission)

• La forza lavoro del Texas è di 14 milioni a febbraio 2021, rispetto ai 13 milioni nel maggio 2020 (US Bureau of Labor Statistics)

• Gli incassi degli hotel nella settimana dal 14 al 20 marzo 2021 sono stati pari a $ 234 milioni, il dato più alto dall'inizio della pandemia e quasi uguale alla stessa settimana nel 2019 (STR, Texas Comptroller's Office)

• I voli di linea stanno aumentando. Ci sono una media di 3.885 partenze giornaliere dal Texas (Airline Data Inc.)

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

Ultima modifica: Mercoledì 28 Aprile 2021
Martedì 27 Aprile 2021

Interscambio commerciale Italia Texas 2020

Interscambio Texas – Italia

Nel periodo gennaio-dicembre 2020, il valore complessivo degli scambi commerciali tra Italia e Texas (importazioni + esportazioni) ѐ stato di quasi 7 miliardi di USD, in discesa del -13,86% rispetto allo stesso periodo del 2019, collocando l’Italia in quattordicesima posizione tra i partner commerciali dello Stato.

Importazioni Texas - Italia

Nella classifica dei principali Paesi fornitori del Texas, l’Italia si colloca al tredicesimo posto. In prima posizione il Messico, parte del USMCA insieme al Canada (quarta posizione). Entrambi i Paesi hanno visto contrarre l’export verso il Texas, probabilmente come conseguenza della pandemia. Dopo una fortissima contrazione delle importazioni del Texas dalla Cina nel 2019 (-24,84%), causata dalla guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti, le importazioni cinesi hanno registrato una crescita del 3,91%. L’Italia ѐ in seconda posizione tra i Paesi dell’Unione Europea fornitori del Texas, dopo la Germania, con una quota dell’1,36%. Nel 2020 il Texas ha importato dall’Italia beni per un totale di $ 3,4 miliardi: si evidenzia una flessione 13,99% rispetto ai 3,9 miliardi del 2019, in linea comunque con la contrazione complessiva delle importazioni texane (-15,9%).

Se confrontato con gli altri stati statunitensi, il Texas si colloca in quarta posizione per valore complessivo delle importazioni dall’Italia, dopo New Jersey, New York, e California. Dal punto di vista delle categorie merceologiche, nel 2020, il Texas ha importato dall’Italia soprattutto reattori nucleari, macchinari, attrezzature meccaniche e parti delle stesse, collegate soprattutto al settore energetico e/o petrolifero, per un valore pari a circa $1 miliardo (-9,75% rispetto al 2019), prodotti aerospaziali (308 milioni, -31.30%) prodotti in ferro e acciaio ($ 217 milioni, -40,56% su 2019). In consistente aumento il settore gioielleria e oreficeria (+15%, 158 mln USD) e dei prodotti chimici (13,07%, $ 137 mln).

Esportazioni Texas- Italia

Il Texas si conferma nel periodo in esame il primo esportatore in assoluto verso l’Italia tra tutti gli Stati americani per un valore complessivo dell’export che ha raggiunto nel 2020 i $ 3,5 miliardi. Considerando gli altri paesi verso i quali il Texas esporta beni e servizi, l’Italia si colloca in quindicesima posizione tra i Paesi clienti del Texas e in quinta posizione in ambito europeo (anche extra UE), subito dopo: Paesi Bassi, Regno Unito, Germania e Belgio. Nel 2020 il Texas ha esportato in Italia beni provenienti principalmente dal settore petrolifero che, da solo, costituisce il 66,5 % dell’export texano verso l’Italia per un totale di quasi $ 2,4 miliardi, un crollo di circa il 15% rispetto al 2019. Il gruppo di “reattori nucleari, caldaie, apparecchi e congegni meccanici” in seconda posizione con una quota di mercato pari al 7,27% delle esportazioni verso l’Italia, si conferma uno dei settori in maggiore crescita nel 2020 con un +16 % rispetto al 2019 e un valore complessivo di $ 257 milioni (+$55 mln).

Bilancia commerciale Texas-Italia

Il surplus commerciale del Texas con l’Italia si è ridotto dal 2019. Nel 2020 l’Italia ha registrato un deficit commerciale con il Texas, pari a $ 163 milioni.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

Ultima modifica: Giovedì 20 Maggio 2021
Venerdì 23 Aprile 2021

Turchia: annunciato un articolato programma di riforme economiche

Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan, in occasione della Riunione introduttiva sulle riforme economiche tenutasi presso il Centro Congressi Halic di Istanbul il 12 marzo 2021, ha illustrato il Nuovo Pacchetto di Riforme Economiche. Le misure interesseranno finanza pubblica, inflazione, settore finanziario, disavanzo delle partite correnti ed occupazione.

In generale, scopo dichiarato del disegno è intervenire in sei aree per accrescere gli investimenti, la produzione e l’occupazione in modo da aumentare l’efficienza generale e riequilibrare definitivamente la bilancia dei pagamenti riducendo l’utilizzo di fattori importati e rafforzando la competitività delle esportazioni.

La finanza pubblica costituisce la prima area d’azione: la spesa verrà ridotta e razionalizzata, il debito pubblico ribilanciato (riducendo la quota in valuta estera ed estendendo la scadenza media), la tesoreria accentrata. Il rapporto fra contribuenti e amministrazione tributaria sarà reso più semplice e immediato grazie a un’intensa digitalizzazione e a un’ampliata conciliazione; il piccolo commercio/artigianato (circa 850.000 soggetti) sarà esentato da ogni obbligo tributario. Gli appalti verranno sottoposti a nuove norme uniformi a livello centrale e locale; il quadro normativo dei progetti di public-private partnership sarà semplificato e reso più prevedibile.

La lotta all’inflazione, secondo versante d’intervento, verrà incentrata su un sistema di controllo dell’andamento dei prezzi lungo tutta la catena produttivo-distributiva coordinato da una nuova autorità indipendente unica nella quale saranno concentrati tutti i poteri di sorveglianza e intervento in materia annonaria; rendendo i flussi distributivi più veloci e capillari si punterà anche ad aumentare l’offerta di prodotti alimentari comprimendo la quota di quelli dispersi o distrutti, ora stimata pari al 25 per cento. Il settore pubblico contribuirà limitando all’inflazione programmata gli aumenti dei prezzi amministrati.

Stabilità e sviluppo del settore finanziario rappresentano il terzo campo dell’azione riformista governativa. In proposito, il Presidente Erdoǧan ha anticipato che è allo studio una normativa per l’istituzione di “venture capital funds for non-performing loans” nei quali concentrare i crediti deteriorati delle banche; il mondo bancario sarà anche interessato dall’introduzione di strumenti per la tutela di clienti e risparmiatori e dalla ristrutturazione della centrale dei rischi. Parallelamente, il settore della finanza verrà razionalizzato e rafforzato centralizzando tutte le competenze in un apposito comitato consultivo. La mobilitazione del risparmio nazionale a favore dell’investimento finanziario verrà raggiunta anche facendo affluire al sistema pensionistico privato sia i versamenti volontari dei minori di 18 anni (ora non consentiti), che sarebbero accompagnati da un’integrazione statale del 25 per cento, sia quelli dei lavoratori attivi ora destinati a fondazioni, associazioni e fondi di varia natura.

La riduzione del deficit del conto corrente della bilancia dei pagamenti, quarto fronte d’intervento del Governo, verrà perseguita sia sostenendo le produzioni nazionali di alta qualità (ad esempio nei settori farmaceutico ed elettromedicale) sostitutive delle importazioni e competitive sui mercati internazionali, sia assistendo nel debutto sui mercati esteri le piccole e medie imprese in grado di affermarvisi sia, infine, comprimendo le importazioni di prodotti energetici mediante l’aumento dell’efficienza generale, la transizione alle energie rinnovabili e l’avvio dello sfruttamento dei giacimenti di gas individuati nell’area del Mar Nero.

Nel quinto punto del suo discorso, il Presidente Erdoǧan ha annunciato diverse misure per il rafforzamento della formazione professionale e dell’apprendistato dei giovani idonee a orientarli verso le occupazioni dell’avvenire, inclusa l’erogazione di finanziamenti agevolati alle imprese di piccole dimensioni che avviino i ragazzi al lavoro.

La sesta – e ultima – parte della presentazione è stata dedicata all’illustrazione di un insieme composito di misure per l’incentivazione finanziaria e procedurale degli investimenti industriali tese a rendere di nuovo la Turchia un paese conveniente e affidabile nelle valutazioni di localizzazione degli imprenditori stranieri: saranno creati due comitati presidenziali di coordinamento negli ambiti della politica economica e della stabilità finanziaria e un’autorità arbitrale per la risoluzione delle controversie fra le imprese investitrici e le amministrazioni pubbliche; la legislazione a tutela della concorrenza sarà modernizzata allineandola a quella dell’Unione europea; verranno aumentate le agevolazioni contributive alle imprese che assumono giovani e donne; le procedure per l’erogazione di tutti gli incentivi saranno rese più semplici.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

 

Ultima modifica: Venerdì 7 Maggio 2021
Martedì 20 Aprile 2021

Il Texas entra nel 2021 come la nona economia più grande del mondo

Sebbene il 2020 abbia presentato difficoltà senza precedenti, il Texas ha continuato a brillare come un faro di speranza e opportunità" - ha detto il Governatore del Texas Abbott - "il Texas come la nona economia del mondo è dovuta agli uomini e alle donne laboriosi del Lone Star State, al nostro impegno per la libertà economica, alle nostre infrastrutture all'avanguardia e al clima imprenditoriale.”

Sin dal 2015, il Texas era diventato la decima potenza economica mondiale, davanti al Canada e alla Corea del Sud e dietro al Brasile. L'economia del Texas ha superato quella del Brasile, diventando la nona economia più grande del mondo, secondo i dati del PIL del 2019 del Fondo monetario internazionale.

Nel 2019, il PIL pari a $ 21,4 trilioni, aveva reso gli Stati Uniti la più grande economia del mondo, seguita da Cina, Giappone e Germania, secondo il FMI. Il Texas ha raggiunto un PIL di $ 1,9 trilioni. L'Italia, con un PIL di $ 2 trilioni, è all'ottavo posto e il Brasile, con un PIL di $ 1,8 trilioni, è al decimo, secondo la classifica FMI delle economie globali.

Nel 2020, Amazon, CBRE, Tesla, HP e Oracle si sono trasferite o hanno ampliato le loro operazioni in Texas, il che ha ulteriormente rafforzato la forza e le dimensioni dell'economia del Texas.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)

Ultima modifica: Martedì 20 Aprile 2021
Venerdì 2 Aprile 2021

Intervista di Class CNBC al Presidente della CCIE di San Paolo Graziano Messana

Brasile: le conseguenze economiche della crisi

Graziano Messana, Presidente della Câmara Ítalo-Brasileira de Comercio, Indústria e Agricultura - ITALCAM intervistato da Class CNBC per tracciare uno scenario sulla pandemia in Brasile e parlare delle conseguenze economiche della crisi.

Guarda l’intervista

Ultima modifica: Martedì 7 Febbraio 2023